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Autore: MoonClaire    13/04/2013    1 recensioni
Lettere.
Ogni romanzo d’amore che si deve inizia così.
“E anche il mio non fa eccezione…”.
Susi aveva tutto dalla vita. Un lavoro appagante e tra le tante aveva anche un vicino di casa bellissimo.
“Che sono riuscita a fare innamorare, mettiamo in chiaro la cosa per chi avesse brutte intenzioni!”
Per inseguire il sogno di una vita, entra nella scuola che aveva sempre desiderato frequentare.
Ora non c’è più nessuno che la frena, può diventare chi vuole ed essere chi vuole.
“Non si può mai essere chi vuoi veramente, finiresti sempre con il ferire qualcuno…”.
Il disegno era la sua più grande passione, e scrivere veniva subito dopo. Entrambi avrebbero dovuto rimanere tali, ma invece, entrambi, hanno deciso di cambiarle la vita.
“Il disegno più importante per me era quello chiamato amore…”.
Il pennello del destino le aveva disegnato cose che non si sarebbe mai aspettata, ora stava solo a lei rifinire quel disegno con tutti i particolari che mancavano.
“Ma avrei avuto il coraggio e l’egoismo di prendere in mano quel pennello sporco e posarlo su una tela non più bianca?”
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 9
 
“C’è da dire, che Nick incazzato mi fa una paura allucinante…” borbottò Steph seduta sulle gradinate del piccolo campetto da basket dove gli amici erano riuniti per la solita partita mensile.
“Ti giuro, quando mi ha lanciato quell’occhiata, credevo di vedermi polverizzata al suolo…” continuò Kia sorseggiando la sua bottiglietta di Coca.
Sospirando pesantemente Susi confermò le loro parole. “Io Nick non l’ho quasi mai visto arrabbiato. Sì certo, è lunatico e spesso scende dal letto con il piede sbagliato, però, è sempre gentile e disponibile, specialmente con me…”. Guardando le sue amiche abbassò la testa. “Era davvero arrabbiato l’altra sera. Senza contare il fatto che è riuscito a dirmi quando fosse ferito per il mio comportamento…”.
Steph, Kia e Villy, si guardarono furtivamente.
“Ha dato fuori perché non gli hai mai detto ‘ti amo’?” domandò Kia diretta.
Susi annuì lentamente. Le quattro ragazze restarono in silenzio per qualche istante, fino a quando Kia, non ricominciò il discorso.
“E’ comprensibile Susi, non puoi rimanerci male. Sono passati quasi quattro mesi da quando Nick te lo ha detto la prima volta… e tu niente… a farti un sacco di pippe mentali perché troppo cogliona per ammettere che lo ami tantissimo…”.
Susi non disse niente, e restò a fissarsi le mani.
“Paure del tutto inutili Susi, perché Nick vive per te… io non ho mai visto un ragazzo così innamorato e devoto come lui! Sono sicura che se lo pugnalassi alle spalle, lui sarebbe così fesso da perdonarti e riprenderti subito, anche solo con un tuo sorriso. Sai quante ragazze, vorrebbero un fidanzato come quello? Siamo oneste… Ha fatto bene a darti una rigirata, perché da tua amica, non posso che appoggiarti in ogni scelta, anche se sbagliata, lo sai che né io, né le altre, siamo qui per giudicarti… però… Sbagliavi Susi. Andando avanti così, avresti seriamente rischiato di perderlo. E avresti perso una cosa davvero meravigliosa…” disse Steph posando una mano sulla spalla dell’amica. “Sei la sua vita Susi, e non esita a nasconderlo…”.
“Adesso raccontaci cosa è successo dopo che ce ne siamo andate… se vuoi Susi, siamo qui per parlare con te…”.
 
“Così, iniziai a raccontare quello che era successo tra di noi. Non c’era molto da dire, non me la sentivo di parlare dei pensieri così intimi di Nick, non l’avevo fatto nemmeno nella lettera a  Xander spedita quella mattina stessa…
 
…In tutti gli anni in cui ci conosciamo, noi due non abbiamo mai litigato. Certo, ci sono stati dei bisticci, ma nulla di così serio. Mai ci siamo urlati contro, ed il modo in cui lui mi ha riversato addosso la sua rabbia, mi ha letteralmente spezzato il cuore. Non posso dargli colpe, però, perché lui ha sofferto. Ha sofferto perché non avevo il coraggio di farlo felice, non ero abbastanza donna da ammettergli il mio amore. Non ero abbastanza adulta da avere il coraggio di appoggiarmi a lui, di cercare nel mio uomo il sostegno che mi serviva. L’ho chiuso fuori dalla mia vita, mentre lui, davanti ad ogni porta chiusa, me ne apriva una nuova del suo cuore. E neanche mi accorgo che quando sono senza pensieri e non rifletto, quelle parole scivolano fuori dalle mie labbra naturalmente. E mi sento terribilmente in imbarazzo ad ammettere che mi fanno sentire bene. Dirgli ‘ti amo’ mi fa sentire viva… ma ho paura di aver capito questo troppo tardi…
 
Tutto quello che ci eravamo detti quella sera, erano rimasti tra me e lui. Era troppo personale da dividere con qualcuno. Sia che fossero le mie migliori amiche, si che fosse un perfetto sconosciuto. Con Xander, però, mi ero trattenuta dal parlare di Alex. Non volevo lasciarmi andare troppo su pensieri e considerazioni sul ragazzo. Potevo benissimo ammettere che Alex era un ragazzo aitante, colto, molto bello, insomma, il classico ragazzo per cui una donna perderebbe la testa, ma in tutto quel trambusto, in tutta quella confusione che il mio cuore provava per Nick, Alex restava solamente un buon amico… se possiamo arrivare a tanto per definirlo.
Nel racconto alle mie amiche, non tralasciai, però, il fatto che le cose tra me e Nick, non erano tornate ad essere rose e fiori. Certo, ci parlavamo, ma il ragazzo pareva trattenersi. Io ne soffrivo, ed ero più che certa, che guardando quegli occhi tanto chiari che riflettevano la sua anima, vedevo soffrire anche lui”.
 
Tutte e tre le ragazze, restarono in silenzio per qualche istante, anche quando il racconto terminò. Susi non si aspettava che tutto ad un  tratto prendessero le sue difese, però, in quel momento come non mai, si aspettava dei consigli. Non sapeva cosa fare, non sapeva come prendere Nick, come farsi perdonare delle sue stupide paure. Dall’altro lato, inoltre, non sapeva neppure cosa fare con Alex. Di certo non voleva essere lei a creare dei problemi nel gruppo di amici, ed essere la causa di una contesa tra due ragazzi, le pareva il modo più idiota per finire delle amicizie.
Vociferando i suoi pensieri e guardando le amiche, borbottò “Posso solo sperare che per qualche tempo, Nick ed Alex non si incontrino. A Nick l’incazzatura non è ancora passata del tutto e non vorrei litigassero ancora!”.
“Che fighi a picchiarsi per te!” esclamò Kia sorniona.
“Se vuoi facciamo scambio volentieri… vi ho già detto che Alex sotto quel punto di vista non mi interessa…” disse nuovamente Susi.
Villy guardò l’amica ed a Susi, sembrò di notare una vena di compassione nei suoi occhi. Dopo qualche istante, di nuovo silenzio, la ragazza si decise a domandare. “Cosa c’è? Perché mi guardate come se vi facessi pena?”.
Schiarendosi la voce, Steph guardò velocemente le altre, prima di rivolgersi a Susi. “Penso proprio che le strade di Nick ed Alex si incroceranno nuovamente stasera…” ed indicando il campetto da basket, Susi si voltò e notò i due ragazzi arrivare in campo da due spogliatoi diversi…
Scuotendo la testa, si sfregò il viso con le mani e sospirò.
“Ha inizio lo spettacolo…” borbottò Kia evitando di farsi sentire da Susi…
 
“Dai David, fai l’arbitro!” esclamò Kekko lanciando la palla ad un suo amico.
“Gioco pulito, mi raccomando!” esclamò David, posizionandosi al centro del campetto. “Ogni tanto vi dimenticate che è solo una partita tra amici…”.
“Nick, salta ben in alto a prendere quella palla!” gridò Luca da dietro. Voltandosi brevemente in direzione del ragazzo, Nick annuì. “Voglio vincere, vai tranquillo…”.
Chinandosi, per allacciarsi una stringa, notò il giocatore dell’altra squadra prendere posto davanti a lui.
“Pronto a perdere ami…” ma le parole gli morirono in gola, quando, una volta alzato, si ritrovò davanti Alex.
“Sei troppo competitivo, Nick… bisogna saper perdere…” replicò il ragazzo spostando poi la sua attenzione su David.
Chiudendo le mani a pugno, Nick sentì la rabbia crescere. Lanciando una veloce occhiata sugli spalti e notando Susi che lo osservava, decise di provare a calmarsi. Portando a sua volta l’attenzione su David, si ritrovò a borbottare “Ma tra i due sembra sempre che la vittoria sia mia…”.
Alex spostò i suoi occhi castani sul ragazzo di fronte di lui. L’attenzione di quest’ultimo era rivolta a David, che, invano, tentava di riportare l’ordine tra gli amici.
“Allora infrangerò tutti i tuoi sogni, dicendoti che tu ci hai interrotti solamente dopo che io ero riuscito a baciarla…” senza aspettare una risposta, e neanche osservare la reazione di Nick, Alex si voltò giusto in tempo per vedere David portarsi il fischietto alle labbra e prepararsi a lanciare la palla.
Quando la palla, fu in aria, Nick, si ritrovò a saltare più in alto di quanto avesse mai fatto. Prendendo il pallone, prima ancora che Alex potesse accorgersi di cosa fosse successo, Nick era ritornato saldamente sui suoi piedi.
Gli occhi verdi acqua erano puntati su di lui e Alex non si rese conto di quello che stava per succedere.
“Fottuto bastardo, questa volta ti ammazzo!” esclamò Nick tirandogli il pallone dritto sul viso.
Offuscato dal dolore, Alex barcollò portandosi le mani sul naso. Fece appena in tempo a stabilizzarsi, in piedi, che si sentì scaraventato a terra dall’altro ragazzo, che gli si era lanciato addosso a peso morto.
“Ti avevo avvertito!” gridò Nick, ma quando fece per alzare il pugno e colpire Alex, non si aspettò la reazione che arrivò da parte di quest’ultimo.
“Figlio di puttana!” eslcamò Alex, anticipandolo e quando riuscì a muoversi meglio, dopo essersi divincolati per tentare di colpirsi, con una testata, prese Nick in pieno sulla gota sinistra. Spingendoselo via dal proprio corpo, Alex si rialzò e guardò a terra il biondo che in ginocchio, tentava di controllare il dolore.
Avvicinandosi, Alex si preparò ancora a colpirlo, ma Nick, non appena l’altro fu abbastanza vicino, si alzò di scatto e con una spallata a peso morto, lo colpì in pieno stomaco, facendolo retrocedere di qualche passo. Approfittando del momento di debolezza, Nick lo picchiò nuovamente, con un pugno in pancia, che si ritrovò restituito, pochissimi secondi dopo.
“Sai fare solo questo per lei?” lo provocò Alex, alzando nuovamente il pugno e colpendolo in pieno viso. Ricevuto il colpo, Nick non si fece piegare dal dolore, ma alzando la mano destra, gli tirò un violento pugno, colpendolo appena sotto l’occhio.
“Almeno io posso fare qualcosa per lei!” sibilò Nick, asciugandosi il sangue che gli colava dalla faccia. I due ragazzi restarono a guardarsi cupi per qualche secondo, e quando entrambi si mossero nuovamente per rincominciare a picchiarsi, i restanti amici si misero in mezzo per separarli.
“Santo Dio, Nick, ma che ti prende in questi giorni?” chiese Kekko, che ancora una volta era andato a bloccare l’amico. “Ma siete diventati scemi?” e guardò in direzione di Alex.
“Guardala ancora e ti giuro che la prossima volta, ti becco senza nessuno a separarci!” urlò Nick dimenandosi e fissando con odio il ragazzo poco più distante da lui.
“Farò di tutto per portartela via! Credi che io non possa darle quello che hai provato a darle tu?” replicò Alex tentando di ribellarsi dalla stretta di Luca.
Con una forza fuori dal normale, Nick si liberò immediatamente dall’amico che lo teneva fermo e incominciò e si diresse furibondo verso Alex.
“Nick, che cazzo fai, fermati!!!” domandò David mettendosi in mezzo.
“Spostati, non voglio picchiare anche te!” lo minacciò Nick fissandolo con gli occhi gelidi.
In quei brevi istanti, Alex a sua volta, riuscì a scrollarsi Luca di dosso. Sapeva bene che i suoi muscoli erano molto più in vantaggio rispetto a quelli di Nick, ed aveva tutte le intenzioni di porre fine alla vicenda. Non aveva tirato fuori tutta la sua forza, per non far troppo male a Susi, ma adesso quel biondino stava esagerando.
Asciugandosi brevemente il labbro sanguinante, si preparò a dare un pugno a Nick, quando notò quest’ultimo spostare in malo modo David dal suo cammino.
“Non ci provare bastardo!” urlò Nick notando le intenzioni di Alex, e riuscendo a schivare il suo destro, gli sferrò un pugno in pieno viso. Rimase a dir poco troppo sorpreso, quando Alex, prendendolo dietro al collo, lo abbassò lievemente e gli tirò una ginocchiata in pieno stomaco. Quando Nick, si ritirò lievemente senza fiato e sopraffatto dai dolori, l’altro ragazzo ne approfittò nuovamente e gli tirò prima un pugno vicino all’occhio e poi un altro, nuovamente nello stomaco.
Nick si ritrovò a cadere per terra.
“Non ne hai ancora abbastanza, vero? Vuoi che ti mando all’ospedale proprio davanti ai suoi occhi?” e prendendolo per la maglietta senza maniche, Alex lo alzò ancora, pronto a colpirlo.
Quando si mosse per picchiarlo, però, riuscì a stento a fermarsi, vedendo Susi lanciarsi in mezzo a loro. Gli scacciò via la mano e Alex si trovò costretto a lasciar andare Nick.
“Basta Dio mio, siete impazziti??” chiese guardandolo brevemente, per poi girarsi preoccupata verso il suo ragazzo. Lo prese tra le sue braccia, e Nick appoggiò la testa sulla sua spalla, chiudendo brevemente gli occhi. “Vieni Nick, andiamo a cercare qualcosa per medicarti…” e tentò di farlo alzare. Nick però, una volta tornato sui suoi piedi, la prese per le spalle e la spostò. “Non ho ancora finito…” borbottò tornando a fissare Alex.
Ma Susi, pestò il tacco sul parquet della pista da basket e marciò in mezzo a loro due.
“E invece avete finito entrambi! Ma dico io! Siete andati fuori di testa? Mi spiegate perché dovete pestarvi come due bestie?” chiese mettendosi le mani sui fianchi. “Siete ridicoli!”.
Seriamente, poi, spostò lo sguardo da un ragazzo all’altro. “Non so cosa vi siate detti per iniziare a pestarvi così, ma Alex… io amo Nick, e non penso che questo sentimento cambierà mai…”.
Togliendosi nuovamente il sangue dal labbro, Alex guardò a terra. “E’ un perdente Susi, è talmente insicuro che per cementare il suo territorio deve ricorrere alle mani!”.
“Sarà un perdente, ma almeno è il mio perdente, e qualsiasi cosa faccia, so che la fa per me… ti ho già detto come stanno le cose, quindi, ti prego, smettila…” e senza aspettare una risposta, si voltò verso Nick e prendendolo per una mano, se lo trascinò dietro, portandolo verso gli spogliatoi.
 
“Mentre camminavamo attraverso la palestra, tutti intorno a noi stavano in silenzio. Ammetto che la mia reazione era stata molto lenta, però ero rimasta a dir poco interdetta nel vederli saltarsi addosso praticamente prima che iniziasse la partita. Noi ragazze, dagli spalti li avevamo guardati a bocca aperta, a parte Kia, che ogni tanto lanciava qualche commento idiota, perché nessuno si aspettava una cosa del genere. Non era modo di fare. Avevo notato che si erano scambiati qualche parola, ma, da lontano, parevano civili. Vedere Nick prendere la palla e lanciargliela in faccia, mi aveva lasciata sorpresa, e non piacevolmente… La sorpresa, però, ben presto lasciò il posto alla rabbia. Alla rabbia verso entrambi i ragazzi, che sembravano tutto, fuorché uomini. Nel momento in cui iniziarono a urlare frasi, di cui la protagonista ero senza ombra di dubbio io, la rabbia si tramutò in voglia di andare a picchiarli con le mie manine fresche di manicure… Di una cosa sola ero certa: nessuno dei due l’avrebbe passata liscia!”
 
“Ma cosa fai, Nick? Sei andato fuori di testa? Con quella pallonata avresti potuto rompergli il naso!” esclamò Susi alzando la voce, una volta entrati negli spogliatoi.
Al posto di sedersi, Nick si voltò in sua direzione. “Perché cazzo non mi hai detto che lo hai baciato!” gridò lui livido.
“Mi ha baciato lui Nick, io l’ho respinto… Ma cavolo, fidati se ti dico che non mi interessa! Ci sei solo tu per me! Ci sei sempre stato! Lo so che non te lo dico praticamente mai, però ho iniziato a prendere confidenza con i miei sentimenti per te e non ho più paura ad esprimerli!” replicò Susi, spostandosi i lunghi capelli scuri dalla spalla.
“Perché non me lo hai detto?” ripeté Nick alzando le mani al cielo.
Sbuffando e posando la borsa rossa con i manici che teneva in mano, su di una panchina, lei replicò “Non volevo ferirti più di quello che stavo già facendo, Nick. Posso assicurarti che io ci sono rimasta malissimo per quello che ha fatto, però ho messo subito in chiaro la situazione. Se poi non vuole capire, i problemi sono solo suoi!”.
Senza sapere cosa rispondere, Nick si pulì con le mani la faccia e tolse il sangue dai tagli, sedendosi accanto al suo borsone.
“Spero di averlo conciato male tanto quanto lui ha conciato me…” borbottò massaggiandosi lo stomaco dolorante.
Scuotendo la testa, Susi riprese la borsa e frugandoci dentro, si avvicinò al ragazzo. “Vuoi andare all’ospedale?” chiese preoccupata prendendo il suo fazzoletto ricamato.
Nick rise lievemente. “Non sto poi così male…” e si sedette comodamente, guardando Susi dirigersi verso il reparto docce dello spogliatoio. Una sonora risata, però, gli scappò sentendo i ragazzi presenti nell’altra stanza urlare come delle femminucce, quando la videro entrare. Il dolore però, era ancora troppo forte da permettergli di ridere e così, piegandosi in avanti, respirò a fondo.
“Scusate!” urlò Susi rivolta ai ragazzi e uscendo dalle docce. “Diamine Nick, potevi avvertirmi che ci sono dei ragazzi nudi di là!”.
“Siamo negli spogliatoi maschili, piccola, che ti aspetti?” replicò lui, e vedendola avvicinarsi con il fazzoletto bagnato in mano, si alzò e si risedette appoggiandosi allo schienale. Aprendo lievemente le gambe, le permise di avvicinarsi il più possibile, posizionandosi tra esse.
“Sei uno stupido…” borbottò Susi alzandogli il viso ed iniziando a ripulirgli le ferite. Chiudendo gli occhi brevemente, sorpreso dal dolore, Nick li riaprì quasi subito e restò fissarla mentre concentrata lo medicava come poteva. “Dopo cerchiamo del disinfettante…”.
Inumidendosi le labbra, Nick bisbigliò “Ho paura di perderti anch’io Susi…”. La ragazza si fermò e lo fissò negli occhi. Sentendo le guance andare a fuoco dall’imbarazzo, Susi abbassò lievemente lo sguardo, ma subito, accorgendosi di essere troppo permissiva, si schiarì la voce e tornò a guardarlo.
“Ma potevi farti male… e cosa avrei fatto se ti fosse successo qualcosa?”.
“Mi davi perdente?” domandò lui alzando lievemente le sopracciglia, ma quando non la vide sorridere, capì quanto si fosse preoccupata la ragazza. “Susi, non mi è successo niente… se faccio qualcosa, specialmente per difendere te, trovo la forza dal nulla…”.
“Ma Alex è più grosso di te! È più alto ed è anche più muscoloso! Dai Nick, voi ragazzi siete sempre dietro a chiedergli cosa fa in palestra e quante ore ci sta, dovresti essere il primo a saperlo! È stato idiota quello che hai fatto, non ci sono spiegazioni e non tentare di trovarle!” esclamò lei alzando lievemente la voce, prima di posare con più decisione il fazzolettino sull’ennesima ferita sul volto del suo ragazzo.
“Ahia Susi!” urlò Nick, con tono ben poco maschile.
“E’ quello che ti meriti, asino!” replicò lei imbronciata.
Entrambi restarono in silenzio per qualche momento, poi Nick, nuovamente parlò, non curandosi dei ragazzi che uscivano dalle docce ed entravano nello spogliatoio per cambiarsi. “Hai detto di amarmi… e lo hai fatto davanti a tutti…” e togliendosi le mani dalla faccia, si alzò e prendendola tra le braccia, la baciò.
“E vai, amico!” esclamò un ragazzo mentre altri intorno fischiavano, e ridendo, Susi diede delle pacche sulle spalle a Nick per farlo allontanare.
“Oh ma dai! Continuate pure!” disse un altro asciugandosi i capelli con un asciugamano.
Forzandola a restare attaccata alle proprie labbra, Nick le prese il viso tra le proprie mani. Dopo qualche secondo, però, continuando a sentirla opporre resistenza, decise di allontanarsi e risedersi al proprio posto.
Un coro di disapprovazione si levò intorno a loro e Susi, rossa in volta, si risistemò i capelli con le mani, come se non fosse successo nulla. Con nonchalance, riprese a medicare Nick.
“Sei un esibizionista…” mormorò lei e il ragazzo rise lievemente.
Susi notò come Nick rimase in silenzio per qualche istante, e vedendolo morsicarsi il labbro inferiore gli chiese con sarcasmo “C’è qualche problema che ti affligge?”.
Non fu assolutamente preparata alla risposta che ricevette.
“Voglio che non vai più a quel cazzo di corso…”.
 
“Il mio cuore si spezzò, e penso che tutto lo spogliatoio lo sentì, perché calò il silenzio totale… ma potevo fare solamente una cosa, se questo voleva dire vederlo felice…”
 
“Va bene…” sussurrò Susi sentendo le lacrime crescere.
Porre fine a quel corso, significava dire addio al sogno di una vita, ma se Nick glielo chiedeva, allora era disposta a farlo. Non voleva dargli ulteriori dispiaceri o preoccupazioni e dopotutto, lui non le aveva mai chiesto niente, quindi era il minimo che potesse fare…
Sorpreso nel sentire quella risposta, Nick restò parecchi secondi incapace di rispondere e poi, passandole le braccia intorno alla vita, la ringraziò, posando il viso ormai ripulito sul grembo della ragazza la sentì sospirare. Lo sapeva che quello che le aveva chiesto era davvero tanto, ma mai si sarebbe aspettato che lei accettasse.
Alzandosi, le baciò la fronte. “Vado a farmi la doccia…”. Prendendo il suo asciugamano, lasciò Susi ad osservarlo mentre si allontanava. Fermandosi sulla soglia della porta, il ragazzo si voltò nuovamente verso di lei. “Domani mattina usciamo e ti compro un altro cappottino…” sussurrò mortificato.
A quelle parole, confusa, abbassò lo sguardo e vide il suo splendido cappottino bianco coperto di macchie di sangue. A quel punto, amare lacrime le offuscarono la vista e girandosi su sé stessa, uscì marciando dallo spogliatoio, senza degnare nessuno di uno sguardo…
 
Ad attenderla fuori dalla porta, vi era il gruppo quasi completo di amici. Susi notò immediatamente l’assenza di Alex.
“Perché piangi?” domandò Kia preoccupata vedendola singhiozzare. Lasciandosi prendere tra le braccia, Susi pianse. “Mi ha chiesto di lasciare il corso d’arte…”. Tutti gli amici presenti si guardarono in faccia. Immediatamente, i ragazzi, con la scusa di tornare in palestra a giocare, si volatilizzarono nel nulla.
“Che bastardo, eppure sa bene cosa vuol dire per te quel corso!” disse subito Kia, ma Villy la fermò. “E’ geloso… ha agito d’impulso, perché non vuole perderla, non puoi biasimarlo Kia…”. “Cosa gli hai detto?” chiese Steph dandole un fazzoletto. Soffiandosi il naso ed asciugandosi gli occhi, facendo attenzione che il mascara non colasse, si ritrovò ad annuire. “Non avevo scelta…”. Le altre tre tacquero, ma subito Susi, mugugnò qualcosa di incomprensibile.
“Che ha detto?” domandò Kia guardando Steph. Villy scosse la testa.
“Ha detto di guardare il suo povero cappottino bianco…” e le tre ragazze abbassarono lo sguardo su quello che era stato un candido cappotto avorio, ed ora era a pois per via delle chiazze di sangue lasciate dalle ferite di Nick.
“Cosa succede?” chiese proprio il ragazzo spuntando dal nulla.
“Parli del diavolo…” borbottò Kia, ma osservando il viso conciato e pieno di ferite, gonfiature e lividi di Nick, si morsicò la lingua.
“Piange per il cappottino bianco…” mentì Villy. Steph e Kia la guardarono come se avesse tre teste. Non l’avevano mai e poi mai sentita mentire.
 
“C’è una prima volta per tutto…”.
 
Nick preoccupato, lasciò cadere il borsone e si diresse di corsa verso Susi. “Ti ho già detto che domani ne compriamo un altro, piccola. Te ne regalo due, ma ti prego Susi, non voglio vederti piangere…”. Asciugandosi ancora il naso con il fazzoletto, Susi annuì e tentò di calmarsi, mascherando il suo vero problema. Prendendo per mano Nick, salutò le sue amiche e lentamente iniziò a dirigersi verso l’uscita dell’impianto sportivo. Dopo qualche passo, però, il ragazzo, passandole un braccio intorno alle spalle, si appoggiò lievemente a lei in cerca di aiuto.
“Ti fa male, ammettilo!” borbottò Susi tentando di sorreggerlo come meglio poteva.
“No… voglio solo abbracciarti…” replicò lui baciandole la testa.
“Bugiardo!” esclamò lei.
Arrivati alla macchina, Nick, stranamente non oppose resistenza quando Susi gli domandò le chiavi. Salendo al posto del passeggero, lui si allacciò la cintura e voltandosi lievemente verso la portiera, chiuse immediatamente gli occhi.
Susi prima di uscire dal parcheggio, gli lanciò una veloce occhiata ed un sospiro, misto tra delusione e preoccupazione, le sfuggì dalle labbra. Sfiorandogli la mano con la propria, si accorse come il ragazzo era già addormentato.
Sostenere una scazzottata come quella doveva avergli portato via non solo forze fisiche, ma anche mentali, stressandolo così il doppio di quello che avrebbe fatto una normalissima partita di basket. Silenziosamente, si riavviò verso casa, pensando a quello che era successo pochi attimi prima. Tutto non stava andando bene. Tutto stava prendendo una piega che a lei non piaceva.
 
Sentendosi scuotere lievemente, Nick aprì gli occhi solo per essere accolto dall’immagine si Susi che tentava di svegliarlo il più dolcemente possibile.
“Vieni Nick, saliamo… almeno puoi andare a letto…”. Il ragazzo provò a muoversi, ma il dolore delle ferite, sembrava accentuato.
“Nick, vuoi farti aiutare?” domandò lei seccata mettendosi le mani sui fianchi.
Abbandonandosi sfinito nel sedile, Nick annuì e si fece aiutare per uscire dalla macchina, passando un braccio intorno al corpo più piccolo di Susi, che tentava di dargli una mano per fargli sentire il minor dolore possibile. Chiudendo la portiera e la serratura dell’auto la ragazza si voltò ancora verso di lui e passandogli un braccio intorno alla schiena, lentamente si avviò sostenendolo al meglio verso l’ascensore del palazzo.
Susi, mentre lo sorreggeva, sentiva chiaramente i suoi occhi puntati addosso, ma, in tutta franchezza, non aveva molta voglia di parlargli. Nick, però, non pareva della stessa idea e così, rallentando il passo, la costrinse a fermarsi. “Ho cambiato idea sul corso Susi…” iniziò lui e notò  immediatamente un’espressione di stupore dipingersi sul suo viso.
“Ma…” iniziò lei, ma il ragazzo la fermò.
“Lo so che non piangevi per il cappottino bianco, e non voglio esser io la causa che ti spinge ad abbandonare una cosa che adori. Senza contare che tu non me lo chiederesti mai… Non voglio farti soffrire, sono stato egoista, ma sono geloso da morire! Ho agito d’impulso ed infatti, adesso, sono qui a tentare di rimediare al mio errore. Ti ho guardato in faccia ed ho capito subito che qualcosa non andava… ti ho letto negli occhi che mentivi… e non voglio che questo succeda. Adesso sei riuscita ad aprirti con me, se io mi comporto così, rischio di ferirti… Se io ti faccio incazzare, ti chiedo di fare qualcosa che tu non vuoi, devi avere le palle di dirmi di no! Devi pestare il piede contro di me… facendo così, mi aiuti a sapere se mi comporto nel modo giusto… Perché mi hai detto di sì prima, quando invece avresti voluto urlarmi in faccia di no?” sussurrò lui.
“Perché ti amo Nick… voglio vederti felice…” replicò con semplicità Susi, ed alzando una mano del ragazzo nella sua, notò come anche questa era piena di tagli e graffi. Portandosela alle labbra, iniziò a baciare lievemente le ferite. Un brivido di sollievo, percorse Nick, che restando in silenzio ad osservarla mentre si occupava delle sue ferite, si ritrovò ad implorare.
“Ti prego solo di non scegliere lui…”.
A quelle parole, Susi, alzò i suoi occhi fissando quelli di Nick “La mia scelta sei solo tu…”. Prendendogli il viso tra le mani, si alzò in punta di piedi ed iniziò a baciare ogni singolo taglio e livido che violavano quella meraviglia.
Il bruciore che invase Nick quando le labbra di Susi lo toccarono, ben presto svanì ed i mugugnii di dolore, ben presto lasciarono il posto a sospiri di piacere. Sapere che lei era lì, pronta a prendersi cura di lui, anche in un momento in cui esprimeva tutta la sua debolezza, fu abbastanza per fargli dimenticare tutte le sue preoccupazioni.
“Non fare così Susi… mi stai eccitando da matti…” borbottò Nick ridendo. “Non sono proprio in forma per fare gli approccioni…”.
Ridendo Susi lo lasciò andare, e ripassandosi il suo braccio intorno alla vita, entrò in ascensore. “Vorrà dire che stasera faccio tutto io!” replicò ammiccando lei e rise a sua volta vedendo Nick arrossire.
Il ragazzo le passò un braccio intorno alle spalle e nonostante i dolori al torace, accettò l’abbraccio che Susi gli restituì.
“Ti amo piccola…” parlottò lui baciandole la testa.
“Ti amo anche io…” rispose lei per la prima volta e sentì chiaramente, attraverso la sottile felpa blu che indossava il ragazzo, come i battiti del cuore di Nick aumentarono notevolmente.
“E’ bello dirtelo…” ammise Susi e lui replicò “Ed è bellissimo sentirtelo dire…”.
Quando le porte dell’ascensore si aprirono, entrambi uscirono, sollevati per il fatto di essere riusciti a superare questo primo momento che aveva causato loro tanti stupidi e inutili, problemi.
 
“Tutto è bene quel che finisce bene…”.
   
 
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