“Belle, non
così, piegati un po' di
più, guarda dritta nell'obbiettivo. No, non così,
alza il viso,
mostrati fiera. No, ancora non ci siamo, piegati ancora ,
più in
avanti. No, quel sorriso non va bene, sembra finto. E santo cielo,
copriti quelle occhiaie! Un po' più di trucco andiamo, un
faccino
acqua e sapone ormai non vende più, lo sanno tutti. E tutti
sanno
anche che non sei così innocente come sembri, quindi evita
di
portare quella maschera”
A quell'ultima insinuazione, la ragazza
scattò in piedi, indossò un accappatoio e
legò i capelli. Senza
dire una parola, abbandonò il set dirigendosi verso il
proprio
camerino.
“Abbassa la cresta ragazzina, qui
nessuno ha voglia di lavorare con persone lunatiche: non sei al
centro del mondo, sai? Ci sono ragazze più belle e
decisamente più
disponibili di te” le urlò dietro Paul.
Belle strinse un pugno ed il suo
sguardo indugiò per un istante sul volto contratto di Harry:
gli
passò accanto ed accarezzò dolcemente il suo
braccio, scuotendo
debolmente la testa.
“Non ne vale la pena” sussurrò
prima di varcare la soglia.
Raggiunse il camerino in fretta, senza
guardarsi alle spalle: dopo qualche secondo il secco suono di
qualcuno che batteva contro il legno della porta la riscosse da
quello stato di torpore in cui era precipitata.
“Posso entrare?” la voce dolce e
familiare di Harry le fece spalancare gli occhi.
“Prego” mormorò alzando appena lo
sguardo giusto per notare il sorriso di Harry fare capolino dalla
porta: nonostante stesse cercando di fingersi tranquillo nel suo la
ragazza poteva notare la sua preoccupazione.
Belle sospirò e tornò a fissare il
piano del camerino stringendo convulsamente un fazzolettino.
In silenzio, Harry si avvicinò e si
sedette al suo fianco, per poi togliere gentilmente tra le mani il
pezzo di carta.
Dolcemente le pose una mano sotto il
mento costringendola a guardarsi allo specchio: la matita nera della
rima inferiore si era sbaffata, ora sotto i suoi occhi comparivano
due occhiaie nere.
Senza dire una parola, afferrò il suo mento
costringendola a voltarsi: lentamente e con gesti delicati ma esperti
iniziò a toglierle il trucco.
“Sei forte, Belle. Non lasciare che
Paul l'abbia finta, non permettergli di avere questo potere su di
te”
le sussurrò all'orecchio una volta ripulito il viso, per poi
alzarsi
ed allontanarsi lasciandola da sola.
La ragazza espirò copiosamente non
appena Harry si chiuse la porta alle spalle: non si era accorta di
aver trattenuto il respiro mentre lui – così
dannatamente vicino –
si prendeva cura di lei.
Con una mano si sfiorò lo zigomo:
arrossì lievemente non appena ricordò il calore
della mano di lui,
aveva sentito il suo battito leggermente accelerato attraverso i
polpastrelli delle dita.
Si ritoccò il trucco in fretta, i suoi
gesti erano precisi, esperti: tornò sul set poco dopo,
pronta a ciò
che la aspettava: non aveva paura di Paul, in qualche modo a lei
sconosciuto sapeva di non essere sola.
“Oh, la principessina è tornata –
esclamò Paul vedendole varcare la soglia per poi afferrarle
il
braccio e stringerlo con forza – vedi di fare le cose come si
deve,
stronza”
Belle non ebbe nemmeno il tempo di
reagire, prima che un'altra mano s'impossessasse del suo braccio
gentilmente, allontanando con forza l'altro.
“Vedi di non provocarmi, Paul. Ha già
passato il limite una volta, e non ho alcun problema a tirarti un bel
pugno in faccia. Anzi, a dire la verità, non vedo
perché non dovrei
non farlo adesso” commentò prima di lasciare il
braccio della
ragazza facendola allontanare con una piccola spinta, prima di
colpire con un gancio lo stomaco di Paul, che boccheggiò un
paio di
volte nel tentativo di riuscire ad arieggiare i polmoni.
Belle sbattè un paio di volte le
palpebre incredula ed aprì la bocca nel tentativo di dire
qualcosa,
ma non trovando niente di adatto all'occasione la richiuse dopo
qualche istante.
Lia, ignara dei retroscena, non trovò
niente di meglio da fare se non porsi tra i due e trattenere Harry
dal tirare un altro pugno al proprio superiore.
“Calmate i bollenti spiriti ragazzi –
commentò rivolgendo uno sguardo truce ad entrambi prima di
ammonire
Harry – lo sai che i modi di Paul non sono proprio dei
migliori, ma
non mi sembra questo il modo di discuterne come persone
civili!”
A quel punto, la lingua di Belle parve
sciogliersi come neve al sole.
“A me invece sembra il modo – urlò
trattenendo le lacrime – quello stronzo deve pagarla, per
quello
che ha fatto. Quel bastardo ha provato a violentarmi!”
esclamò con
foga prima di lasciarsi cadere in un pianto liberatorio.
Lia immediatamente lasciò andare
Harry, che invece di precipitarsi a tirare un altro pugno a Paul si
avvicinò alla ragazza, stringendola con forza contro il
proprio
petto.
Non c'era niente da dire, non in quel
momento.
L'unica cosa da fare, era chiamare la
polizia, e cercare di trovare una prova per incastrare Paul.
Belle alzò lo sguardo: il respiro di
Harry le accarezzava le guance. Sapeva di non essere sola, sapeva che
avrebbe sempre avuto un appoggio, non importava cosa succedesse,
avrebbe sempre trovato la forza di rialzarsi.
Salve!
Scusate, sono in ritardo ed aggiorno di fretta, volevo solo dirvi che
settimana prossima avrete il nuovo capitolo - siamo alla fine, ne
mancano solo 5, quindi tranquilli.
Boh, non ho molto altro da dire, se non che mi dispiace abbandonare
Belle, mi ero affezionata al personaggio, povera cara.