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Autore: Elthefirst    14/04/2013    2 recensioni
Dean è vittima di un incantesimo e torna bambino, Sam deve andare a trovare la strega che l'ha trasformato e affida Dean alle cure di un baby-sitter d'eccezione.
Riuscirà Cas a capire come funzionano i bambini?
Genere: Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Bob Singer aveva visto cose molto strane nel corso della sua vita.

Aveva visto fantasmi attaccare bambini innocenti, aveva visto demoni prendere il corpo di belle donne suadenti e aveva visto Dean morire e presentarsi quattro mesi dopo alla porta di casa sua.

Certo non si immaginava di vederlo varcare nuovamente la soglia di casa in quelle condizioni.

Era a lavorare nel suo ufficio in una calda giornata d’estate quando aveva sentito la porta di casa aprirsi e rivelare un preoccupato Sam Winchester.

Niente Dean, notò subito Bob.

Stava per chiedere se avesse avuto successo con quelle iscrizioni celtiche e se ne avesse scoperto l’autore, quando la porta si aprì completamente rivelando un bambino.

Non poteva avere più di quattro anni e se ne stava zitto a fissare Sam come fosse un gigante, troppo impaurito per toccarlo, ma troppo curioso per distogliere lo sguardo.

Ancora silenzio.

Bob stava per chiedere chi diamine fosse quel bimbo quando il suo schiarirsi la gola attirò lo sguardo del bambino e lo vide: quello era il piccolo Dean.

°*°*°*°*°*°*°*°*°*

“Ho bisogno di una mano Bobby,” ripeté per l’ennesima volta Sam.

“Questo l’ho capito, ma come diamine facciamo col piccolo?” chiese Bobby controllando che Dean fosse ancora sdraiato per terra a disegnare “la grande macchina nera che fa vroooooooom”.

I due uomini si guardarono cercando una soluzione. Alla fine Sam buttò l’aria fuori dal naso e ammise: “Non ne ho idea.”

“Non possiamo portarlo con noi per affrontare una strega, ma non possiamo nemmeno lasciarlo qui da solo: sarebbe pericoloso di normale, figurati con tutte le cose che ho in casa.” Sam annuì comprensivo.

Rimase altri cinque minuti in silenzio a fissare il muro alla ricerca di una soluzione fin quando Sam scattò in piedi e disse “Castiel”

*°*°*°*°*°*°*

“Non sono sicuro di aver capito cosa volete che faccia.”

Sam era esasperato, voleva disperatamente andare a cercare quella strega e Castiel non era d’aiuto guardandolo perplesso, come se non capisse nemmeno cosa ci facesse lui lì.

“Ascolta, “ si intromise esasperato Bob, “mettiamola così, stai solo attento che Dean non si faccia male e, se dovessimo fare troppo tardi,  chiama questo numero e chiedi di una pizza a questo indirizzo.”

Castiel sembrò capire questo, ma improvvisamente il volto tranquillo si trasformò in una maschera di preoccupazione: “devo indugiare in atti carnali con l’uomo della pizza?”

Sam avrebbe davvero voluto non scoppiare a ridere, ma Bob era paonazzo e Castiel sembrava sinceramente preoccupato dalla cosa.

*°*°*°*°*°*°*°*°*

“Chi sei tu? Dove è andato il ragazzo gigante e il nonno brontolone?” Ogni parole suonava diversa detta dai bambini, sembrava quasi uno straniero con una strana pronuncia arrotondata, come se la lingua fosse troppo grande per la sua bocca.

Castiel non aveva mai avuto veramente a che fare con i bambini. Li aveva osservati, ma era sempre stato refrattario all’idea di interagire con loro.

“Sono Castiel, Dean.” Il bambino storse il naso. “Castle?” ripeté il bambino.

“Castiel!” disse nuovamente scandendo meglio le parole.

“Catiel” provò ancora il bimbo.

Castiel corrugò le sopracciglia, era davvero così complesso per quel bambino ripetere il suo nome.

Dean, pensò, questo bambino è Dean.

“Cas è ok?” Chiese rassegnato il bambino. Castiel si sentì sorridere contro la sua volontà.

*°*°*°*°*°*°*°*

I bambini, aveva scoperto Castiel, erano esseri rumorosi.

Quando il signore delle pizze portò la cena, fortunatamente reclamando solo del denaro, Dean si tuffò sul cibo sporcandosi completamente e sporcando anche tutto ciò che lo circondava, Castiel compreso.

Il piccolo si era finalmente calmato e Castiel si era seduto sul divano a ripensare a ciò che aveva appreso sui bambini umani. Si riscosse dai propri pensieri quando sentì strattonare la manica dell’impermeabile.

“Cas, l’orologio è così,” e imitò le lancette con le dita. “devo fare nanna.”

Cas sentì qualcosa di strano nel petto. Che il corpo umano che indossava avesse dei problemi?

“Cas,” lo richiamo sempre strattonando un po’ la manica che ancora non aveva mai lasciato, “mi scappa pipi e ho sonno.”

Castiel era sinceramente perplesso, se desiderava orinare perché non andava al bagno?

Si rese presto conto che forse era un problema di statura, ma come fare? Non gli risultava che Bob avesse dei servizi delle dimensioni adatte ad un bambino.

*°*°*°*°*°*°*

“Non sarebbe meglio se tu mantenessi una posizione seduta col mio supporto?” Chiese Castiel.

Il bambino non sembrava aver capito esattamente, ma comunque abbastanza da imbronciarsi e puntare i piedi.

“Ho paura che cado!” disse puntando con un ditino il water. Cas sospirò ma fece come aveva proposto il bambino. Lo aiutò a tenere sollevata l’enorme maglia degli ACDC che doveva essere ciò che Dean indossava al momento della trasformazione, poi lo prese sotto le ascelle sollevandolo all’altezza giusta.

La cosa non andò a finire come sperato.

*°*°*°*°*°*°*°*

“Non voglio farlo il bagno!” Castiel esalò un lungo sospiro.

“Sto esaurendo la pazienza Dean Winchester,” cominciò in tono decisamente troppo cupo per un bambino, ma come poteva saperlo lui.

“Cas,” disse il bambino finalmente nell’acqua immobile come in attesa di qualcosa, Castiel non capiva cosa.

“mi devi lavare!”

Castiel non era sicuro di cosa pensare dei bambini.

*°*°*°*°*°*°*°*

Dean era nuovamente avvolto da una maglietta. Non era stato facile trovare la maglia adatta, a quanto pare i bambini non amano i teschi. Ne aveva trovata una bianca alla fine, ma sospettava come fosse di Sam.

Come con la maglia degli ACDC anche questa lo copriva come un vestito e anche con questa una delle spalle del bambino rimaneva scoperta. Insistette per indossare le mutande. Era ridicolo con quei boxer che gli coprivano quasi tutte le gambe. Per farli rimanere su Castiel aveva dovuto fare un grosso nodo sul fianco destro del bambino, ma lui sembrava solo eccitato all’idea di portare le mutande “dei grandi”.

*°*°*°*°*°*°*

“Cas, dov’è il mio babbo?”

Castiel non sapeva davvero cosa rispondere, si limitò a sedersi sul bordo del divano dove il piccolo era sdraiato. Non aveva visto coperte e il suo impermeabile era l’unica cosa che avesse trovato.

“E Sammy, sta bene Sammy, vero?” Castiel questa volta annuì, non era una bugia, Sam stava bene.

“Cas, tu credi agli angeli?” Castiel lo fissò sgranando gli occhi. I bambini erano davvero complicati.

“La mia mamma è volata in cielo, insieme agli angeli.” Castiel sapeva come gli uomini immaginassero gli angeli e sorride ad immaginare la mamma di Dean camminare per un mondo di soffici nuvole con celestiali essere alati in pace col mondo, non dei guerrieri la cui voce è come un grido disperato per gli umani.

“Babbo ha detto che anche quando lui non c’è lei mi guarda da lassù.” Sorrise il bimbo ormai praticamente addormentato.

Castiel non sapeva quando si fossero avvicinati, ma ormai la testa di Dean era sulle due gambe e la sua mano destra era chiusa in un pugno mentre l’altra stringeva un dito di Castiel.

Castiel accarezzò a lungo i capelli di Dean. I bambini umani erano davvero belli.

*°*°*°*°*°*°*°*

Era tarda notte quando Castiel sentì qualcosa muoversi sulle sue gambe. In pochi istanti il corpicino addormentato si illuminò, quando la luce andò via Dean Winchester dormiva ancora sulle due gambe, solo che ora non era più un bambino. Castiel avrebbe dovuto tentare di andarsene o svegliarlo immediatamente, ma preferì continuare ad accarezzargli i capelli.

*°*°*°*°*°*°*°

Il sole era appena sorto quando Sam e Bobby ritornarono dalla caccia stanchi e soddisfatti.

Passarono accanto al divano, felici di vedere Dean finalmente adulto ed ignorarono sia il cappotto appoggiato sulle sue spalle, sia la mano dell’angelo sulla fronte. Andarono a dormire col sorriso sulle labbra per una volta.

*°*°*°*°*°*°*°*°*

Il sole era alto nel cielo quando Dean si svegliò. Una mano era appoggiata sulla sua fronte in maniera confortante e la sua testa era appoggiata su qualcosa di morbido, ma decisamente non un cuscino. La sua mano sinistra era chiusa intorno ad un dito.

Aprì gli occhi sentendosi come se avesse dormito tre giorni e, guardando in alto, vide il solito volto stralunato di Cas. Stava per fare una battuta quando realizzò in che posizione si trovava.

“CAS, MA CHE CAZ…”

Fine

  
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