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Autore: ISI    03/11/2007    4 recensioni
"-Dovresti prenderti qualche giorno di riposo, Nick...- gli disse -sei così stressato che ti tremano le mani... non dovrei dirtelo, anche perché Grissom mi ha detto di non farlo, però siamo tutti un po’ preoccupati per te... anche quando indaghi sembri essere in coma...- Nick lo guardò stupito e si chiese come si possa prestare attenzione ad un cadavere quando lavori con una delizia del genere."
Questa fanfiction è una yaoi tra Nick e Greg, i miei personaggi preferiti di CSI... non ho mai scritto su loro due, quindi siate clementi e... buona lettura!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Greg Sanders, Nick Stokes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NickxGreg

NickxGreg

Capitolo I

La cravatta

 

Greg si tolse la maglietta e la gettò nell’armadietto.

Non si era minimamente accorto di essere in ritardo, tanto era stato preso dal suo nuovo caso, e l’udienza dell’ultimo che aveva risolto, e alla quale doveva partecipare come testimone, sarebbe cominciata tra poco meno di un’ora.

Per fortuna, nel suo armadietto c’era sempre un abito di ricambio. Da quando era entrato a far parte della Csi, infatti, era solito vestire in giacca e cravatta, alle volte anche sulla scena del crimine. Non era certo la sua tenuta preferita, però ci si vedeva abbastanza bene e persino Sara gli aveva fatto i complimenti per la sua eleganza.

Velocemente si infilò la camicia, ne raddrizzò il colletto e tentò di abbottonarsi i polsini, senza riuscirvi. In preda alla fretta lasciò i polsini della camicia aperti e si sfilò i jeans gettando anch’essi nell’armadietto.

-Ciao...- disse qualcuno alle sue spalle. Costringendolo a voltarsi.

-Ah, ciao Nick.- rispose il ragazzo all’uomo che dopo aver esaminato una scena del crimine nel bel mezzo del bollente deserto del Nevada, era appena uscito dalla doccia, accanto agli spogliatoi.

Nick osservò Greg per un secondo e sentì uno strano calore invadergli il basso ventre. Subito distolse lo sguardo e si maledì per la sua debolezza. Aveva accettato il fatto, anche se con molta fatica di essere gay, ma non poteva proprio sopportare questa sua debolezza nei confronti di quel ragazzino. Ogni volta che gli parlava non riusciva a guardarlo negli occhi e ogni volta che Grissom lo faceva indagare con lui non sapeva se essere felice, perché aveva l’opportunità di stargli accanto, o se disperarsi, perché pur standogli accanto non poteva far niente, se non seguirlo come un cagnolino fedele, fissarlo mentre raccoglieva le prove e pensare quanto fosse sexy in giacca e cravatta.

Mille e mille volte si era chiesto come aveva potuto, quell’ex topo di laboratorio, piegarlo a quella venerazione che senza sapere Greg gli imponeva e a cui lui non poteva far altro che piegarsi.

Si conosceva troppo bene e sapeva per certo che non avrebbe confessato nulla di quello che pensava e provava a Greg, non ne aveva il coraggio e non ne avrebbe mai avuto.

-Nick?- lo chiamò Greg, distogliendolo dai suoi pensieri e l’uomo seduto di spalle al ragazzo si fece coraggio e si girò verso di lui, senza riuscire, neppure stavolta a guardarlo in faccia.

-Si?- rispose quindi con finta nonchalance.

-Mi allacci i polsini?- disse porgendogli i polsi.

Le mani di Nick tremarono nel fare ciò che gli era stato chiesto e ciò non sfuggì al ragazzo.

-Dovresti prenderti qualche giorno di riposo, Nick...- gli disse -sei così stressato che ti tremano le mani...non doveri dirtelo, anche perché Grissom mi ha detto di non farlo, però siamo tutti un po’ preoccupati per te...quando anche quando indaghi sembri essere in coma...- Nick lo guardò stupito e si chiese come si possa prestare attenzione ad un cadavere quando lavori con una delizia del genere.

-Hai ragione...- fece Nick -dovrei davvero prendermi una vacanza...- e si alzò per cambiarsi.

Greg torno davanti al suo armadietto, si mise la cravatta e se la sistemò meglio che potè. Nick non potè più resistere.

-Hai messo male la cravatta...- gli disse e da dietro gli cinse il corpo con le braccia con la scusa di sistemargli la cravatta.

-Nick?- mormorò il ragazzo leggermente preoccupato, ma l’uomo non l’ascoltò. Lasciò perdere la cravatta, pretesto per il quale gli si era potuto avvicinare, e si concentrò sull’inebriante profumo emanato dalla pelle della creatura angelica che aveva tra le braccia.

-Ripetilo...- sussurrò Nick rafforzando la presa, perché il suo oggetto del desiderio non fuggisse -ripetilo, ti prego...è così bello quando dici il mio nome!-

  
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