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Autore: MartaJonas    14/04/2013    6 recensioni
Nessuno dei due ragazzi sapeva che era appena cominciato a piovere e due piccole gocce d’acqua erano cadute nell’oceano.
Quanto poteva essere grande l’Oceano Atlantico? Quello stesso oceano che li separava dalla terra in cui si sarebbero trovati neanche un mese dopo.
Eppure quelle gocce erano cadute vicine, e i cerchi formatosi al contatto con l’acqua agitata si stavano allargando, e si sarebbero incontrati.
A cosa portano due cerchi d’acqua che si scontrano? che si incontrano? A tanto, a poco e a tutto. Tutto ciò può portare a nulla, e a tutto nello stesso momento.
Si tratta di incontri, si tratta di scontri, si tratta di impatti.
Quanto può compromettere uno scontro, o un’incontro in una vita? Quanto due mesi possono cambiarla?E se ci fossero tanti incontri in una volta soltanto? Se il significato di “vita” venisse messo in discussione? Se tutto quello che si pensava fosse fondamentale, non assumesse più significato?E se tutto, da un momento all’altro, a causa di due gocce cadute fin troppo vicine, cambiasse?
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Joe Jonas, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Chapter 26

 
She walks away


 

 
 
Quando Claire caricò l’ultima sacca sul pulmino non era ancora riuscita ad accettare il fatto che se ne stavano andando. Non poteva lasciare Maun. Non poteva davvero tornare alla sua vita reale. Sarebbe stato troppo doloroso.
Guardò Joseph al suo fianco prima di entrare nell’area ricreativa per salutare tutti. Sarebbero andati via insieme, stesso pulmino, stesso aereo, stessa città.
Quando aprirono la porta e si ritrovarono davanti quella grande sala già salirono a entrambi la lacrime agli occhi.
Claire poggiò la mano sulla spalla di Falala, la quale si girò e la guardò.
-Noi dobbiamo andare – disse la ragazza alla donna, che senza farselo dire due volte la abbracciò calorosamente. Scoppiarono a piangere entrambe.
-Tornerò al più presto Falala, torno presto, promesso. – disse alla donna che sciolse l’abbraccio.
-Io sarò qui tesoro. – disse guardandola, poi abbassò la voce per dire – e dacci dentro con il cantante, va bene? – le sussurrò facendole un occhiolino e facendola ridere di gusto.
-Va bene – rispose la ragazza.
Nel frattempo Joe salutò Dinari e Asad, che poi abbracciarono anche Claire. I bambini dell’istituto salutarono i due ragazzi con tanto affetto, abbracciandoli e dicendo loro di tornare presto e che sarebbero mancanti loro tanto. Erano tutti così affettuosi, così belli, che fosse stato per Claire e Joseph non sarebbero mai andati via.
Bambini e personale li avevano salutati, mancava soltanto uno all’appello.
-Dov’è Ike? – chiese Claire a Falala, che indicò il piccolo seduto in un angolo che colorava il suo disegno.
-Gli ho detto di venire, ma non ha voluto ascoltarmi – rispose la donna.
La ragazza fece cenno a Joe di seguirla. Joseph capì e si inginocchiò a destra della sedia in cui era seduto il piccolo, e Claire a sinistra.
-Che stai disegnando piccolo?- chiese la ragazza al bimbo che non rispose.
Il suo disegno era semplice, nulla di speciale. Sembravano due genitori, quindi un uomo e una donna, con un mezzo un bambino a cui davano la mano. Quella era semplicemente una famiglia felice, alla luce di un caldo sole con tanto di occhi e bocca.
-Ma lo sai che è davvero bello questo disegno, Ike? – disse il ragazzo. – Sul serio, potresti diventare un grande artista.
Ike accennò una risata.
Nel suo disegno il bimbo aveva il colore della pelle scuro, mentre quelli che sembravano essere i genitori avevano la pelle bianca. Per un attimo Claire sospettò davvero che si trattasse di quel che stava pensando.
-Questo chi è, Ike? Sei tu? – disse la ragazza indicando la figura in mezzo. Il piccolo annuì concentrato a finire di colorare il cielo di azzurro.
-E questa bella ragazza qui? Chi è? – chiese Joseph indicando la figura femminile. Il ragazzo aveva capito che stava pensando Claire.
-Claire. – sorrise il piccolo soddisfatto, poi indicò l’ultimo personaggio del suo disegno, e rivolgendosi sempre a Joe disse – e questo sei tu. Il disegno è per voi, così vi ricordate di me.
Le lacrime scesero dalle guance di Claire e di Joseph quasi nello stesso istante.
-È bellissimo Ike! – disse la ragazza prendendo in mano il regalo e abbracciando il bimbo mentre continuava a piangere.
-Sul serio, Ike. È davvero fantastico – rispose il ragazzo e abbracciò a sua volta il bambino. – Ma noi non ci dimenticheremo dai di te, piccolino.
-Mai – ribadì la ragazza.
-Non voglio che andate via – disse Ike, e Claire non riuscì a trattenere le lacrime.
-Dobbiamo, ma torneremo presto. – promise Joe.
-Promesso – aggiunse la ragazza.
Il bambino abbracciò i due ragazzi ancora una volta prima di lasciare andare i due, e con loro anche una parte di sé. Quel’ometto aveva già vissuto troppi addii nella sua breve vita.
Quando i due ragazzi uscirono dall’area ricreativa, con il loro disegno in mano, si sentirono come se avessero lasciato dietro di loro una parte della loro vita, come se una parte di loro sarebbe rimasta lì per sempre. Prima di salire sul pulmino Claire si girò a guardare il piccolo pozzo in cui era accaduto tutto e pregò per Asabi prima di andare via. Ogni volta che ripensava a quel giorno continuava a sentirsi in colpa, e non aver evitato di pensalo in quei giorni l’aveva quasi fatta stare male di più.
Una volta sul mezzo di trasporto Joe le prese la mano e le sorrise, lei rispose allo stesso modo, e si avvicinò a lui.
-Ora staremo insieme? Niente compromessi? Niente segreti? Niente di niente? – chiese la ragazza.
-Niente di niente. Solo noi due. – rispose il ragazzo portandosi la mano di lei e alla bocca e baciandola dolcemente.
Passando poi dalla mano, alla bocca della ragazza.
-Promesso? – chiese Claire.
-Promesso. – rispose il moro dandole un altro bacio sulle labbra con tutta la dolcezza del mondo.
 
*
 
Avevano passato ore ed ore dentro quell’aereo, dopo aver fatto scalo più volte, prima a Città del Capo, poi a Parigi e infine a New York, stavano finalmente atterrando a Los Angeles.
Claire si sentiva vuota ora che stava per tornare alla sua vita reale, si sentiva inutile, piccola, insignificante. Spostò il suo sguardo dal finestrina al ragazzo accanto e lei: l’unica cosa che la manteneva in vita in quel momento era Joseph.
Il ricordo di Asabi la tormentava, e le faceva mettere in dubbio quella che doveva essere la scelta del suo lavoro, il pensiero che sarebbe potuto accadere qualcosa di male a Ike non riusciva a farla dormire, e l’unica cosa positiva in tutto quello era Joe.
Non sapeva se lui si rendesse davvero conto di quanto, nonostante tutto, fosse estremamente fondamentale per lei.
Dall’annuncio all’atterraggio non passò poi così tanto tempo, anzi fu tutto abbastanza veloce, e in un momento si ritrovò nella sua calda, affollata, veloce Los Angeles.
Presero i loro bagagli, e uscirono fuori dal terminal. Claire aveva dimenticato un piccolo dettaglio però, che forse poi così insignificante non era: Joe era una popstar.
Un gran numero di paparazzi si affollò davanti a loro, e la ragazza quasi non ebbe paura.
-Joe! – disse un ragazzo alzando una mano a pochi metri di distanza da lui, probabilmente era un suo fratello.
-Joe, amore! – esclamò subito dopo una ragazza affianco a quest’ultimo. A Claire si gelò il sangue nelle vene.
-Torno subito, aspettami qui, Claire, ok? – disse il ragazzo, la giovane annuì senza davvero capire cosa stesse accadendo, con una sola idea in testa.
Joseph si avvicinò ai due, con a seguito il gruppo di paparazzi che non facevano altro che scattare foto, strinse la mano al ragazzo che gli sorrise felice.
Claire non avrebbe mai immaginato che un cuore spezzato facesse così rumore, quando lo sentì rompersi in mille pezzi nel suo petto nel momento in cui le labbra di Joseph si poggiarono su quelle di quella ragazza, che era ovvio ormai che fosse Megan.
Quando Joseph si girò a guardare verso di Claire, ormai era troppo tardi, lei era già andata via, forse, questa volta, per sempre. 










Perdonatemi. 
Vi prego perdonatemi. La scuola mi distrugge, e l'ispirazione si fa vedere una volta ogni mille anni. Scusate davvero per il ritardo enorme ç.ç
Lo so, ho subito ripreso il vizio di far finire male il capitolo ahahaha
Comunque, fatemi sapere che ne pensate, ok?
Un bacione enorme a tutte, 
Marta 

ps: Se volete, come vi ho accennato l'altra volta, ho scrito una mini FF in tre capitoli, che ora ho finito. Mi piacerebbe davvero un vostro parere!
Ora me ne vado sul serio! ahahah *scappa via*

  
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