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Autore: Osage_No_Onna    14/04/2013    6 recensioni
[STORIA SOSPESA A TEMPO INDETERMINATO, PASSIBILE DI CANCELLAZIONE]
Buonsalve Folk. Mi sento tutta agitata: questa è la quattordicesima storia che pubblico qui ed ho già esperienza, ma... se vomitaste nel leggerla, capirei perfettamente.
Passando alla trama: Hoshiko Kazama, una ragazza delle superiori definita "strana", prodigio del pattinaggio e della ginnastica artistica, che non ha ricordi, viene posseduta dalla musica e piange sangue, ma si consola guardando il cielo insieme al suo spirito, Ayumi.
Jin Takeuchi, voce maschile –ma non troppo- del gruppo HFive, dal comportamento calmo e strafottente.
Kyndrha, misteriosa e serissima Sacerdotessa Victrix che salva gli spiriti del mondo.
Un Deck specialissimo, chiamato Deck Galattico.
Un Numero ancora più speciale: 108 Guerriero Stellare Tamburino dei Sogni.
La Musica del Cuore.
Eleanor e Jack Knight, madre e figlio che vedono gli spiriti e visualizzano il passato delle persone.
La sorte dell' Universo o, forse, di più Universi.
Una storia di dolore e di speranza, di ponti abbattuti alle spalle e di strade da ritrovare.
Dedicata ad Asutoraru e alla mia migliore amica CrazyGirl_98 che mi ha "gentilmente minacciato" di metterla.
Si ringrazia Riyu Saotome per i disegni della Corte Astrale!
Grazie a tutte! ^_^
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Asutoraru /Astral, Nuovo personaggio, Sorpresa, Yuma/Yuma
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Primo Capitolo

Avvolta dal mistero

 
P.O.V Hoshiko
Avevamo appena finito la colazione e stavamo uscendo dalla nostra stanza.
Non ero scontenta né spaventata quel giorno, anzi ero calma. Era il cinque di aprile, il giorno della gara di ginnastica artistica comparata contro la nostra scuola rivale, la Heartland Senior. Quelle della Heartland sono toste, avevano vinto quella gara per cinque anni filati, ma quella volta ero sicura che avremmo vinto noi. Mi ero allenata come una pazza per quell’ evento, avevo pianificato una coreografia pazzesca su cui avevo sudato per più di un mese, rinunciando alle numerose paghe da domestica e quindi infliggendo alle mia finanze un notevole tracollo. Ma chi se ne frega. Mi sarei rifatta in seguito, cosa che poi non ho fatto perché impegnata in un’ avventura. Hitomi sudava freddo, eppure non si vedeva: i suoi vestiti erano perfettamente lindi e stirati. Kriemhild, al contrario, anfibi blu di pelle, orecchino a forma di fulmine e divisa strappata per scelta, era baldanzosa e supertranquilla: lei non era iscritta al corso obbligatorio di ginnastica artistica della nostra scuola, la Kyuriko High School (abbreviata KHS), semplicemente perché si era trasferita ad Heartland City dalla Germania ed era entrata alla Kyuriko a novembre.
E poi lei non è certo il tipo da fiocchetti, rosa, tutine aderenti e scarpette da ballo.
Oh no.
Nel frattempo eravamo scese, avvolte in delle tute azzurro-viola forniteci gentilmente dalla scuola, calze aderentissime bianche (che in una giornata afosa ci stanno più o meno quanto il cavolo a merenda) e ballerine rosa carne. Mi dispiace dirlo, ma noi ginnaste della Kyuriko non siamo un granché, a partire dalla numero 93 Honeyblossom Shizuki.
Sulla Shizuki avrei da raccontarne di tutti i colori, ma, dato che non mi va di rovinarmi il buon umore (e la digestione) parlando una figlia di papà acida e insopportabile che si crede la migliore ma in realtà vale meno di uno zero, lasciamo perdere.
Nei nostri spogliatoi, un casino incredibile: ragazze che parlano, urlano, strillano, ridono come pazze indemoniate o piangono, vestiti dappertutto, borsoni aperti, chiusi o semichiusi e accessori appartenenti ad ogni sport possibile e immaginabile. Già, perché per la KHS ginnastica artistica comparata, in parole povere,vuol dire ginnastica artistica più un altro sport a piacere da abbinare. Io avevo scelto il pattinaggio artistico e Hitomi la danza giapponese. Kriemhild aveva comprato un pacchetto di patatine e una confezione di popcorn extralarge e si era diretta verso gli spalti destinata agli spettatori insieme a Shinnosuke Yamanouchi, un tipo dagli occhi bicolore e i capelli color pece con un ciuffo sparato in alto (orrendo) fissato con il Duel Monster. L’ avevo vista proprio divertita, aveva annunciato: “Ci sarà da spappolarsi dalle risate!”
Cosa non molto consolante, ma vera. Purtroppo era così.
Mi infilai i copripattini e i pattini, mi misi una rosa blu di crespo tra i capelli (prigionieri di uno chignon e di duemila chili di lacca per capelli tenuta extraforte) appuntandola quanto più saldamente possibile e misi i paralame sulle lame dei miei pattini.
“Le atlete del primo anno sono pregate di scendere in pista. Ripeto: le atlete del primo anno sono pregate di scendere in pista.”
Dannata annunciatrice-voce-meccanica e dannatissimo annuncio.
Sospirando, io e Hitomi uscimmo dagli spogliatoi e da allora il mondo esterno, per noi, cessò di esistere. 

***

 

Aprile, nell’ emisfero boreale, è un mese primaverile: questo valeva anche per Heartland City, nel pieno di un’ amena e forse troppo calda primavera. I cespugli erano verdi e rigogliosi, i fiori alzavano le loro corolle al cielo limpido, azzurro e terso, gli uccelli cinguettavano spensierate e farfalle multicolore volteggiavano leggere dappertutto.
Insomma, una giornata perfetta, se non fosse per un ragazzo tredicenne dai capelli neri e gli occhi di un colore rosso-cremisi che continuava a gridare:“Ma insomma, nessuno vuole duellare con meeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee?” disturbando la quiete primaverile.
“Sta’ calmo, Yuma: se urli così forte così disturbi le persone.”lo rimproverò uno spirito fluttuante semievanescente dalla pelle azzurra, gli occhi bicolore e dai lunghi orecchini che pendevano dalle orecchie a punta.
Sta’ calmo”ripeté Yuma, il ragazzo, scimmiottando lo spirito azzurro che solo lui poteva vedere. “Astral, io ho bisogno di duellare! Oggi ho l’ energia al massimo e se non duello mi deprimerò! Ed oggi è una giornata perfetta!”si lamentò poi.
Astral, lo spirito, non ribatté: provare a far ragionare Yuma Tsukumo quando aveva l’ energia al massimo a volte era come mescolare acqua e olio, ossia un esperimento fallito in partenza. Stava per sospirare e piegare la testa di lato, quando fu attratto da un lungo susseguirsi di grida ed esclamazioni entusiastiche provenienti da quello che aveva tutta l’ aria di sembrare uno stadio al coperto: lui e il suo amico umano si erano spinti ben oltre i “soliti confini”, delimitati dalla scuola e dal porto. In quel momento si trovavano in un delizioso giardinetto pubblico brulicante di famiglie con bambini piccoli, ma anche di ragazzi. Peccato che nessuno di essi avesse un deck di carte a portata di mano.
“Yuma, hai sentito quelle voci? Cosa sta succedendo?”chiese Astral curioso al ragazzo, che cercava disperatamente un duellante con cui poter intraprendere un duello “all’ ultima carta”.
Nel sentire lo spirito Yuma si fermò, girò la testa verso lo stadio e poi rispose: “Non ne ho la più pallida idea. Vogliamo andare a vedere? Magari lì troviamo qualcuno con un deck di carte!”propose poi illuminandosi tutto.
Astral acconsentì e ed entrambi si avviarono –l’ uno correndo, l’ altro fluttuando in orizzontale- verso la grande struttura coperta. Si ritrovarono in un palazzetto, anch’ esso gremito di persone, in cui due squadre femminili di diverse scuole si stavano sfidando in una gara. La prima squadra era composta da ragazze con un fisico a dir poco perfetto in body rosso rubino, calze bianche e scarpette color carne, dritte e alte come dei pali e con un sorriso a trentadue denti stampato sul volto che dava loro un’ aria abbastanza presuntuosa. Nella seconda, invece, le ragazze portavano un body azzurro e violetto con una gonnella che arrivava a mezza coscia e molte erano decisamente agitate: a volti sorridenti si alternavano altri che sembravano sull’ orlo di una crisi isterica ed altri ancora indifferenti, scocciati o addirittura in lacrime.
“Gara di ginnastica artistica comparata fra la Kyuriko High School e la Heartland Senior.”lesse Yuma su uno striscione sollevato a mezz’ aria che sovrastava un’ impalcatura in legno. “Non poteva andarmi peggio, figuriamoci se tra queste persone ci sono dei duellanti!”si lamentò con una vocetta da bambino piccolo.
Prima che potesse andarsene comparve a mezz’ aria l’ immagine di un presentatore dagli occhi grigi e una strana acconciatura color blu elettrico, avvolto in un vestito da pinguino, che annunciò con un sorriso smagliante: “Bene, signore e signori! L’ esibizione della candidata numero ottantasette si è conclusa con un verdetto impietoso: 4.5, 3.9 e 4.0! La Kyuriko High School non avrà speranze se continuerà con questo andazzo, ma tutto può accadere! Ed adesso godiamoci l’ esibizione della candidata numero ottantotto, Kazama Hoshiko!”
La “candidata numero ottantotto” si avviò nel centro di un distesa ghiacciata che doveva essere stata preparata apposta per la sua esibizione, dato che questa ragazza, dall’ altezza considerevole, portava dei pattini da ghiaccio bianchissimi ai piedi e reggeva in mano un nastro color blu oltremare. Arrivatavi, partì una canzone dal ritmo vivace, che somigliava molto ad una danza tribale: la ginnasta si mosse. Tutti restarono a guardarla con il fiato sospeso: aveva una grazia, un’ eleganza, una coordinazione e una flessibilità davvero sorprendenti, grazie alle quali riusciva ad eseguire senza il minimo sforzo anche figure difficilissime e salti che prevedevano ben due giri in aria senza cadere, il tutto facendo volteggiare il nastro in aria e con un sorriso smagliante sul volto. I giudici erano a dir poco estasiati; le atlete della sua squadra stringevano i pugni in aria e alzavano i pollici in su; quelle della squadra avversaria impietrirono e il pubblico applaudiva entusiasta. Perfino Astral e Yuma rimasero a guardarla, soprattutto lo spirito che la fissava con i due occhi, uno dorato e l’ altro bianco, sgranati dallo stupore.
La ragazza terminò l’esibizione con alcuni passi a centro pista e poi scivolò con leggiadria verso la balaustra, dove fu accolta dalle compagne entusiaste. Subito dopo riapparve la faccia del Presentatore Pinguino, che disse, sempre con quel sorriso a trentadue denti che dava sui nervi: “Oh-oh! Per la prima volta, la KHS dà prova di mass… ehm, allevare anche veri talenti. Kazama Hoshiko, con la sua esibizione, ha ottenuto il punteggio di 7.9, 8.0 e 8.5, superando così persino il punteggio di Jasmine Damon della Heartland Senior! La situazione si sta ribaltando, signore e signori, come andrà a finire? Ed adesso, ripercorriamo i momenti migliori dell’ esibizione della signorina Kazama!”
Mentre sullo schermo si susseguivano le immagini dell’ esibizione, scatenando così una tempesta di commenti, Yuma e Astral si avviarono verso l’ uscita sgomitando tra la folta massa di persone che stava praticamente incollata. Facendo ciò si imbatterono in un terzetto di persone che portavano all’ occhio i Duel Gazers: il primo era un ragazzo bassino con i corti capelli color pece, un occhio blu ed uno marrone e le braccia muscolose, che indossava un jeans blu indaco, una maglia a mezze maniche verde e delle scarpe da ginnastica nere e viola. Sembrava allegro e vivace ed aveva un tatuaggio a forma di chiave di violino sul braccio. La seconda portava una divisa azzurra bordata di bianco piena di sgualciture e strappi, tre orecchini, di cui uno a forma di saetta, su un orecchio solo e un braccialetto con le borchie al polso. Era una ragazza di media statura dai corti capelli castani disordinati e gli occhi dello stesso colore, che calzava un paio di anfibi di cuoio blu. Aveva un’ aria a dir poco scanzonata e non faceva che ridere facendo battute a sproposito. La terza, un’ altra ragazza, dalla pelle quasi bianca, aveva dei lunghi capelli ricci di un colore fra il lilla e il violetto e grandi occhi azzurri, quasi cerulei. Aveva indosso il body della Kyuriko ed aveva appuntato al petto un cartellino con il numero “95”. Sorrideva ed annuiva con la testa, seguendo la conversazione –un po’ troppo “volgare”- con lodevole stoicismo. Teneva le mani compostamente unite e, causa la statura eretta e il mento rialzato che la caratterizzavano, dava l’ impressione di provenire da una famiglia nobile.
“Salve ragazzi!”li salutò allegramente Yuma. “Siete duellanti anche voi?”
“Non proprio”rispose la ragazza dagli occhi azzurri. “Tra noi è Shinnosuke ad avere la passione per i duelli, noi invece lo stiamo a guardare, di tanto in tanto. A proposito, io sono Hitomi Watanabe, piacere di conoscerti.”concluse porgendo la mano pallida  al ragazzo, che la strinse vigorosamente.
“Io mi chiamo Yuma Tsukumo e sono qui per duellare.”rispose il ragazzo dagli occhi cremisi.
“Fratello, forse non sei nel posto più adatto per duellare, ma il qui presente Shinnosuke Yamanouchi non si tira mai indietro quando viene sfidato!”intervenì allegra la ragazza con il bracciale borchiato. “E, dal canto mio, vorrei imparare a farlo anch’ io. Mi chiamo Kriemhild Grietchen, sono tedesca ma mi sono trasferita qui da qualche mese. Heartland City è una favola!”
“Piacere Yuma”intervenì Shinnosuke prendendo la parola. “Se, da quanto ho capito, vuoi duellare, allora io accetto la tua proposta. Ma devi sapere che io duello solo a ritmo di musica. Quindi devo andare a chiamare Hoshiko, la mia cantante da duello.”
“D’ accordo”acconsentì Yuma, che era abituato alle stravaganze dei vari giocatori di Duel Monsters.
Il ragazzo dai capelli color pece si avviò verso delle scale, che salì di getto e dalle quali scese due minuti dopo insieme ad una ragazza che presentò come “Hoshiko Kazama, la migliore ginnasta del mondo nonché enfant prodige del canto.”.
Era una ragazza decisamente alta per i suoi quindici anni e la sua altezza la faceva sembrare molto più adulta. I capelli neri come l' ebano, a giudicare dallo spessore dello chignon che le troneggiava sulla testa, dovevano essere davvero lunghi e le ricadevano sulla fronte in sei ciocche simmetriche tinte di marrone, azzurro e blu; portava una molletta con una stella alpina appuntata, mentre i suoi grandi occhi verdi, pur essendo espressivi, sapevano anche essere terribilmente vitrei. Le dita delle mani erano lunghe, snodate e flessibili come quelle di un pianista. Era davvero magra ed aveva arti molto lunghi, inoltre aveva la pelle di un colorito davvero pallido. Aveva indosso una divisa composta da una maglia azzurra bordata di blu con le maniche a palloncino e la gonna, che le arrivava sopra al ginocchio, era in tinta e forse troppo stretta sulla pancia. Ai piedi calzava dei sandaletti bianchi con il tacco basso. Il suo sguardo e tutti i suoi gesti recavano i segni di un grande dolore e una vita passata in solitudine.
Si presentò con un “Salve” ed un inchino rispettoso, poi andò a prendere una cassa che posizionò in un giardinetto fiorito, il luogo stabilito per il duello tra Yuma e Shinnosuke.
Astral la osservava con curiosità: quella ragazza aveva un modo di fare diverso rispetto a Yuma e gli altri ragazzi, sembrava più timida, più triste e segnata da parecchie sofferenze. Senza contare che, non appena un estraneo le rivolgeva la parola, arrossiva, dava una risposta breve e concisa e poi ritornava a farsi gli affari propri: doveva essere davvero molto riservata ed arrendevole, considerò lo spirito guardandola salire in piedi sulla cassa e cominciare a cantare.
Tutto il duello, agli occhi dello spirito e della ragazza, che aveva una voce a dir poco fenomenale, melodiosa e potente, si susseguì al ritmo di una canzone che Shinnosuke aveva indicato con il titolo di “Dynamite Heaven”, ma in un modo così confusionale che a stento ci si ricordava delle carte messe in gioco.

***

 
 
“Hai visto Astral?”chiese allegramente Yuma allo spirito semievanescente che fluttuava accanto a lui e lo guardava serissimo.”Anche oggi ho sconfitto tutti i miei avversari! È impossibile battere Yuma Tsukumo quando ha l’ energia al massimo!”esclamò poi entusiasta afferrando il ciondolo che aveva al collo, la Chiave dell’ Imperatore.
“Guarda che oggi hai duellato soltanto con tre persone.”gli fece notare lo spirito. “E, nonostante tu l’ abbia migliorata, la tua tecnica è ancora scadente. Devi ancora migliorare, e molto.”
In quel momento si trovavano sul ponte di Heartland City che affacciava sul mare e proprio lì videro passare una ragazza dai lunghi capelli neri legati in una coda bassa, gli occhi verdi come smeraldi ed un grazioso vestito azzurro, coperto in parte da un copri-spalle in cotone bianco: Hoshiko, la ragazza dell’ esibizione.
Aveva un’ aria terribilmente triste ed era così impegnata a conversare al cellulare che non si accorse neanche di aver sfiorato il piede di Astral, che si voltò immediatamente a guardarla con uno sguardo a metà tra lo spaventato e il curioso.
Anche lei si fermò a guardarlo girando la testa e il suo sguardo, a tratti spento, in quel momento era come una triste richiesta di aiuto e di pietà. Non c’ era dubbio che riuscisse a vedere lo spirito, tant’ è vero che rimase ferma per un bel po’ a scrutarlo, sempre con quel suo sguardo che spezzava il cuore, ma poi si rigirò e riprese a parlare.
“No, Hiroyuki… ti pare, è ovvio che non mancherò all’ appuntamento di domani, ma ho anche un impegno… Sì, allo stadio, una vera seccatura…Certe volte mi chiedo come faccia a vivere così. Non fossi nata, probabilmente sarebbe stato meglio… cosa? No, non sto scrivendo e credo che non scriverò per almeno un paio di giorni. Ho, per così dire, appeso la mia cetra. Una come me, poi, non dovrebbe neanche farsi notare in questo modo.”
E mentre la snella figura della quindicenne si allontanava per poi svanire all’ orizzonte come una stella che si spegne, Astral rimase sospeso a mezz’ aria, basito. Cosa significavano quelle parole? Come mai la ragazza diceva che avrebbe fatto meglio a non venire al mondo? Cosa aveva combinato di così tremendo? Cosa voleva dire “ho appeso la mia cetra”? Perché non doveva farsi notare “in quel modo”?
Sapeva che non avrebbe dovuto ascoltare la conversazione telefonica tra la ragazza e il suo interlocutore, ma l’ aveva fatto senza volerlo e quei pochi brandelli di frasi che aveva colto erano avvolti dal mistero, proprio come colei che le aveva pronunciate.
Abbassò il mento e cominciò a riflettere.
“Ehi, Astral, ti sei perso per strada?”lo richiamò Yuma canzonandolo.
“Io… arrivo subito, Yuma.”rispose lo spirito ancora scossa, per poi cominciare a fluttuare dietro al suo amico.
Cercò di non pensarci, ma le parole di Hoshiko Kazama, la ragazza che aveva vinto la gara di ginnastica artistica comparata al palazzetto e che aveva accompagnato il duello tra il suo amico Yuma e lo sfidante Shinnosuke cantando, colei che, a ragione, era stata soprannominata “Lonely Heart”, continuavano a ronzargli nella mente.
E, chissà per quale motivo, gli facevano pensare che una nuova avventura, di lì a poco, avrebbe avuto inizio.
  

Angolo dell' Autrice
Ok, questo senza dubbio è il primo capitolo più lungo che io abba mai scritto... ed anche il peggiore. Tra poco finirò in depressione. Voi lettori(?) cosa ne pensate? Datemi un parere e, se lo trovate vomitevole (cosa sicura al 99,9%)... ehi, io nell' introduzione vi avevo avvisato, eh!
No, seriamente, mi sembra "tagliato via", ma non c'è da fidarsi quando scrivo qualcosa tutto di un fiato! Tralasciando la mia paranoia da rompiballe professionista, volevo ringraziare
NiceGirl_98, Crow Feather, Riyu Saotome e la mia cara amica Asutoraru (Asu per gli amici) che hanno recensito il prologo di questa storia. Ancora un grazie alle stesse Crow e Asu che l' hanno messa tra le preferite: ragazze, spero di non deludervi!
Inoltre volevo avvisare che, molto probabilmente, gli aggiornamenti saranno lenti... e non è finita qui, dato che a breve posterò un disegno della suddetta Hoshiko Kazama fatto da me.
Ok, smetto di parlare e lascio a voi la parola... abbiate pietà di me, ok?
See you!
-Puff
  
       


   
 
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