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Autore: Osage_No_Onna    06/04/2013    6 recensioni
[STORIA SOSPESA A TEMPO INDETERMINATO, PASSIBILE DI CANCELLAZIONE]
Buonsalve Folk. Mi sento tutta agitata: questa è la quattordicesima storia che pubblico qui ed ho già esperienza, ma... se vomitaste nel leggerla, capirei perfettamente.
Passando alla trama: Hoshiko Kazama, una ragazza delle superiori definita "strana", prodigio del pattinaggio e della ginnastica artistica, che non ha ricordi, viene posseduta dalla musica e piange sangue, ma si consola guardando il cielo insieme al suo spirito, Ayumi.
Jin Takeuchi, voce maschile –ma non troppo- del gruppo HFive, dal comportamento calmo e strafottente.
Kyndrha, misteriosa e serissima Sacerdotessa Victrix che salva gli spiriti del mondo.
Un Deck specialissimo, chiamato Deck Galattico.
Un Numero ancora più speciale: 108 Guerriero Stellare Tamburino dei Sogni.
La Musica del Cuore.
Eleanor e Jack Knight, madre e figlio che vedono gli spiriti e visualizzano il passato delle persone.
La sorte dell' Universo o, forse, di più Universi.
Una storia di dolore e di speranza, di ponti abbattuti alle spalle e di strade da ritrovare.
Dedicata ad Asutoraru e alla mia migliore amica CrazyGirl_98 che mi ha "gentilmente minacciato" di metterla.
Si ringrazia Riyu Saotome per i disegni della Corte Astrale!
Grazie a tutte! ^_^
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Asutoraru /Astral, Nuovo personaggio, Sorpresa, Yuma/Yuma
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Like a rose thrown into a violent breeze
 Prologo
-Tutti i colori dell’ Iride-

 
Era sospesa in aria, meravigliata.
Tutto ciò che riusciva a vedere era una…galassia a spirale, era così che si chiamava, non è vero, nonno Tsumugu? Una galassia a spirale, certo, illuminata da una luce chiarissima e  tutta colorata: rosso, arancio, rosa, azzurro, indaco, violetto…tutti i colori dell’ Iride. Sì, le piaceva molto quell’ espressione. Non male per una bambinetta di otto anni, come dicevano spesso gli amici dei nonni.
Fluttuava, non si sapeva spiegare come, ed era sorpresa sì, ma anche un po’ impaurita. Come ci era arrivata lì? Prima non era su un prato?
Non ricordava più niente.
“Ehi, piccina, come ci sei arrivata qui?”
La piccola si volta. Una donna, meravigliata e preoccupata, la guarda con dei magnifici occhi dorati. Ha la pelle semi-evanescente, ma azzurra, con alcuni segni color verde acqua sul viso, la bocca semichiusa. I suoi capelli hanno lo stesso colore della pelle e scendono lunghi e morbidi come il tendaggio di un palco. Porta un vestito immenso e leggerissimo, color oltremare, una corona in testa con alcuni fiorellini di stoffa pendenti. I piedi, che sembrano senza dita, sono nudi. Evidentemente è perche fluttua, proprio come lei.
“Sirio?”chiama lo spirito evanescente battendo le mani, la voce somigliante a quella di mille cantanti liriche che cantano all’ unisono.
Un altro spirito fluttuante, ma questo ha gli occhi color argento e una strana acconciatura retrò. Porta una giacca bianca e dorata e un pantalone largo. Si inchina davanti alla donna con un: “Ha chiamato, mia signora?”ossequioso.
“Sai come ci è arrivata qui questa piccola umana?”chiede la donna blu con la voce preoccupata, tenendo la bambina per mano.
Lo spirito che la donna ha chiamato Sirio scuote la testa, poi si avvicina alla “piccola umana” e le chiede: “Come ti chiami, tesoro?”
Beh, perlomeno sembra gentile. Ma la bambina ha un po’ paura: non degli spiriti, che in fondo le somigliano. Lei è dispersa, lontano da casa, in un mondo che non ha mai visto e senza i suoi nonni. Come farà ora?
Risponde semplicemente: “Kazama Hoshiko” e si inchina, tenendo stretti i lembi del vestito, proprio come le è stato insegnato.
“Bene, Hoshiko, dimmi una cosa: tu hai paura di noi?”chiede Sirio apprensivo.
“No. Perché dovrei?”chiede, in un impeto di sincerità, la bambina stupita. “In fondo voi siete come me, siamo uguali. Non è il colore della pelle che fa la differenza.”
Sirio si abbassa alla sua altezza piegandosi –non troppo- sulle ginocchia: Hoshiko è sempre stata la più alta della sua classe e a soli otto anni misura un metro e quarantotto.
La bambina nota che quello spirito ha degli occhi un po’ obliqui ed ha dei vestiti, di foggia antica, che prima non era riuscita a vedere, color porpora con i bordi bianchi: porta una maglia dalle maniche “a palloncino” chiusa da alcuni bottoni che sembrano fatti di perle, coperta dalla giacca bianca che termina con due code, proprio come un frac. Anche il pantalone termina a palloncino, che buffo, pensa la bambina divertita.
“Allora ascolta, Hoshiko: come mai sei riuscita ad entrare nel Mondo Astrale?”
Il Mondo Astrale? Era così che si chiamava allora la galassia a spirale? Hoshiko non si sapeva spiegare il perché, ma aveva la sensazione che quel luogo bellissimo e quegli spiriti eterei non li avrebbe dimenticati per un bel pezzo. E poi “Mondo Astrale”… perché le suonava familiare? Oh sì, lei adorava le stelle: passava le notti senza dormire pur di poter guardarle e poter vedere il loro movimento –che poi era solo apparente- ogni giorno. Era diventata così esperta che sapeva i nomi delle costellazioni meglio degli alunni di una quinta superiore, suscitando così l’ ammirazione del nonno, che era un famoso astronomo.
“Astrale”, che pure con le stelle ci aveva a che fare, non l’ aveva sentito da nessuna parte… però, dentro di sé, sapeva che quella parola le riportava alla mente qualcosa.
Ma cosa?
“…Piccola Hoshiko, mi hai sentito?”chiede Sirio preoccupato incrociando le braccia e chinandosi ancora di più verso la piccola dai capelli corvini.
“Oh, sì, certo… io non me lo ricordo proprio bene come ci sono arrivata qui signore, però mi ricordo che c’ erano tanti uomini vestiti tutti di nero e una specie di spirale come questa, però tutta dorata. Io avevo paura, perché uno degli uomini neri si stava avvicinando verso di me e quindi sono corsa verso la spirale e… mi sono ritrovata qui.”
La donna dalla corona in testa e dagli occhi dorati sospira e dice, con una nota di rabbia nella voce:“Quei dannati Viri Nigri. Hanno provato ad aprire un portale per il nostro mondo e ci sono riusciti, scaraventandoci dentro una loro vittima. La Victrix Artemis mi aveva avvisata, ma io non ho fatto abbastanza per proteggere il mio popolo.”
Poi, rivolgendosi alla bambina: “Mi dispiace tanto, piccolina. Noi non volevamo. Mi dispiace davvero tanto.”
“Oh, non fa niente.”risponde l’ interlocutrice allegra. “Ma come posso ritornare a casa?”domanda poi preoccupata. “Prima che io arrivassi qui c’ è stata una situazione difficile per me ed i miei nonni signori, quegli uomini cattivi cercavano qualcosa da noi, ma io davvero non so che cosa, e mi sono allontanata da casa mia! Ora ho paura di non riuscire più a tornare in montagna… vi prego, potete dirmi come posso tornare sul Prato Piumato, ad Heartland City?”
La donna fa cenno di sì con la testa a Sirio, che chiude gli occhi e comincia a fare strani gesti con la mano trasparente, concentratissimo.
Hoshiko sgrana gli occhi e segue con lo sguardo i movimenti di Sirio, così anche lei sembra danzare lievemente nell’ aria: sembrano tracciare cerchi, linee curve, rette, volute, ghirigori.
Ed ecco che appare una specie di tunnel purpureo, ma quadrato, tutto luminoso.
La piccola è abbagliata.
“Ecco, cara Hoshiko.”fa Sirio contento –o almeno così sembra alla piccola- “Percorri questo tunnel, vedrai che ti riporterà dritto a casa tua.”
Hoshiko si tuffa contenta nella luce porporina, ma sembra ripensarci un attimo e si gira verso la regina e Sirio, i grandi occhi verdi dubbiosi e sgranati.
“Ci devi chiedere qualcosa, Kazama Hoshiko?”chiede la donna gentile con voce di canto.
“Ma voi fate delle magie? E, se non sono troppo indiscreta… chi sono le Victrix?”chiede la bambina pronunciando con un po’ di difficoltà la parola latina.
La regina sembra pensarci su un attimo e si porta l’ indice e il pollice al mento.
“Non possiamo rispondere direttamente e, in quanto alle Victrix, sappi che tu, un giorno, probabilmente lo diventerai.”risponde accomodante.
“Davvero?”Gli occhi della bambina, dallo stupore, diventano sempre più grandi. “Posso chiederle anche il suo nome, Maestà?”chiede ancora con una piccola riverenza.
Sirio si irrigidisce, perché i modi della bambina non sono perfettamente conformi all’ etichetta: è uno scrupoloso e sempre preciso, lui. Ma la regnante sorride gentile e risponde: “Ma certo, io sono Lyra. E adesso va’, cara, i tuoi saranno in pensiero per te!”
La figuretta di Hoshiko, avvolta in delizioso vestitino azzurro dalla linea semplice, in un paio di calzettoni a righe grigie e blu lavorati a maglia e in degli stivaletti di cuoio scamosciati, fa un ultimo inchino e poi fugge via, con una risata cristallina.
All’ improvviso è tutto buio.
Le stelle sul monte CrystalDrop sembrano sorriderle benevole.
“HOSHIKO!”
Quella è nonna Sakura, una dolce signora anziana che si ostina a voler portare i lunghi capelli chiusi una lunga treccia. In quel momento corre trafelata verso la bambina e porta un vestito a fiorelloni coperto da un grembiule bianco. Ai piedi, ciabatte da uomo di cuoio, rubate al marito.
“Nonna!”esclama contenta la bambina mettendosi a correre a sua volta, con le braccia aperte.
Le due si incontrano felici e si abbracciano con tenerezza, come se non si vedessero da chissà quanto tempo. E invece dalla presunta scomparsa di Hoshiko sono passate un paio d’ ore. Dagli occhi di nonna Sakura scendono persino delle calde lacrime di gioia.
“Mi sono preoccupata molto per te, piccola mia. Stai bene?”chiede Sakura Hoshina, alla quale 65 anni non impediscono di essere persino più forte e robusta della nipotina, che pure magrissima non è.
“Sì, nonnina, io sto bene. E voi? Quei cattivoni se ne sono andati?”risponde la piccolina preoccupata.
“Grazie al cielo sì, tesoro. Non hanno trovato quello che cercavano. O, per meglio dire, colei che cercavano. Quei farabutti cercavano la tua mamma.”
“Ma lei non può essere catturata da loro!”
“Lo so, sono degli stupidi… loro non lo avevano saputo quello che è successo alla povera signora Hayashibara, che il cielo la protegga.”
“Nonna… tu pensi che stia bene?”
“Certo, tesoro, lei sta bene ed è orgogliosa di te.”
Le due figure femminili si allontanano svanendo all’ orizzonte.
E non c’è più nessuno che turba il silenzio e la pace della notte, a parte il frinire dei grilli.
 

Angolo dell' Autrice (con lo stomaco in subbuglio)
PUFF: Ok, no. Ditemi che non l' ho fatto. Sì, l' ho fatto... PERCHÉÉÉÉÉÉÉÉ?
-NICE: Semplice, perché ti ho minacciata! ;) lol
Va bene, lo ammetto: ce l' ho fatta a pubblicare questa storia, dopo tanto tempo dal termine del prologo... che marciva negletto nella mia penna USB!
Dato che è la prima volta che pubblico una storia a rating giallo e scrivo per questo fandom saranno bene accetti consigli e critiche su questa storia un po' (*Mod.EufemismoON*) penosa. Conto sul vosto appoggio, lettori(?)!
Spero non ci siano problemi con l' uso del tempo dei verbi... passo dal passato al presente senza preavviso! .-.
Va bene, smetto di lamentarvi e lascio a voi la parola.
See you!
-Puff


   
 
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