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Autore: Roblol    15/04/2013    1 recensioni
La storia è ambientata nei nostri giorni e parla di un ragazzo di 16 anni che si butta nel mondo della musica rock senza avere una minima idea del mondo che c' è dietro il genere in questione. Nell' arco di tre anni il protagonista vivrà avventure divertenti e spiacevoli con la sua rock band che lo porteranno a crescere artisticamente sempre di più. In parallelo vivrà la sua difficile vita privata tra amici, ragazze, scuola e famiglia che influenzerà la sua carriera musicale. Un tragico evento però lo porterà ad avere una visione completamente diversa della vita e comincerà ad uscire fuori il vero artista, il vero rocker, il vero cantante che inizialmente era sepolto dentro di lui. Una storia di intrighi, amori, passioni e molto altro.
Genere: Commedia, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Gli ultimi giorni furono davvero disastrosi. Claudio con Manu era sempre più distaccato, probabilmente per il fatto che i genitori e il fratello lo sfottevano troppo. Fatto sta che Manu veniva sempre da me a piangere e a chiedermi il motivo del suo comportamento ma sarò sincero, non lo sapevo neanche io con certezza.
Intanto girava la voce nel viale che io ero stato la causa della scossa delle ragazze, soprattutto di Manu. La madre era molto possessiva con lei e prima di allora, Manu non le aveva mai risposto male. Purtroppo un giorno capitò in litigio tra lei e la madre e Manu, sembrava quasi soddisfatta di aver risposto male come, infondo, non aveva mai fatto.
Probabilmente si era lasciata affascinare dal mio carattere un pò da strada, pieno di orgoglio che ha inluenzato il suo essere.
La madre però non fu mai cattiva con me a differenza del padre che mi guardava sempre come se mi volesse morto. Una mia impressione? Assolutamente no. Lo sentì con le mie orecchie parlare male di me con qualcuno, ma questo, mi riempì ancora di più di autostima perchè, ineffetti, avevo risvegliato la vera Manu soffocata dentro essa. Ormai litigava spesso con il padre e con la madre e più accadeva, più si avvicinava a me. Eravamo completamente diventati migliori amici.
Lo stesso fu per Giuly. Lei era sempre la più timida, la più impacciata ma lo stare con me la svegliò. Cominciò anche lei a non ubbidire più al padre e spesso e volentieri, commentava ad alta voce quando c' erano dei ragazzi sulla spiaggia di suo gradimento, a volte anche in modo volgare.
Vale a volte pensavo che mi odiasse. Quell' estate credo che non si divertì particolarmente, dato che le sue amiche erano impegnate a fare felici me e Claudio. Molto spesso le venivano le crisi di nervi tanto che le diedi il soprannome di elctragirl e questo, la mandava ancora di più su di giri. Io la trovavo cmq simpatica.
L' unica che rimase uguale fu Angela. Lei era simile a me, famiglia normale, carattere da strada e orgogliosa, in parte, di alcuni suoi aspetti, ciò nonostante anche lei a volte aveva le sue crisi, infonodo era una femmina.
La voce che fui io ad essere la causa di questi cambiamenti arrivò alle orecchie della madre di Mary e questo cambiò le cose. Venne il giorno dell' ultima tristissima sera. Tutti noi ci stavamo preparando ai saluti e cercammo di goderci quegli attimi nel modo migliore possibile. Il divertimento durò poco però. Mentre io e Mary ci stavamo per dare gli ultimi saluti la madre di Mary uscì dalla villa e obbligò la figlia a rientrare gridando in modo quasi incompensibile " Mary torna dentro. è tardi ", erano appena le nove e mezza di sera.
La madre continuò " Mary rientra o mi arrabbio " e Mary cercando di prenderla in giro disse " si ora vengo ". La madre però non ci cascò e si avvicinò verso di noi prendendo per il braccio Mary. " Lasciami stare, cosa vuoi? " e la madre cercando di trovare una scusa disse " è tardi devi rientrare " e lei irritata " non è tardi ti prego, perchè fai così? ".
Tutti cercarono di convincere sua madre a lasciarla dicendo " Dai è l' ultima sera, poi non si vedranno più " ma quelle parole la madre neanche le sentiva.
Io ero arrabbiato ma non potevo fare niente, avrei peggiorato solo le cose e, probabilmente, i miei zii ci sarebbero andati di mezzo. La madre la tirò dentro la villa, chiuse il cancello ed entrarono nella casa.
Mi avvicinai al cancello sperando in una sua pazzia e così fu. Lei uscì di casa e si avvicinò al cancello che era l' unica cosa che ci divideva. Tra le sbarre del cancello ci baciammo e quello, fu il bacio più bello che ci demmo da sempre, anche se durò poco. Mi salutò e tornò dentro.
Quando vidi chiudersi la porta mi girai, appoggiai la schiena al cancello e scivolai giù fino a sedermi sull' asfalto. Tutti intorno cercarono di consolarmi dicendo " dai vedrai che la rivedrai presto "  e io " avanti siate reali, lei è di Fasano, io di Torre a mare, ci separano anni luce, come potrei rivederla? ". Manu mi abbracciò e cercò di tirarmi su invogliadomi a venire a dormire da lei, nella sua villa. L' idea era alettante ma suo padre molto meno, non avrebbe mai funzionato. Tutti salutarono me e Claudio quasi piangendo, persino Vale, rimasta affascinata dalla passione che avvolgeva me e Mary, mi salutò con molto dispiacere. Io dissi a tutti " ragazze voi siete riuscite a farmi stare bene, a farmi provare quell' affetto che prima ignoravo totalmente, non me ne andrò per sempre, tornerò, e per dimostrarvi che non mento vi do i miei bracciali ". Diedi dei bracciali che avevo da molto a tutte loro, con la promessa che sarei tornato a riprenderli. " ci vediamo presto " e ci salutammo forse per l' ultima volta. Le ragazze abitavano tutte lontano da me quindi rivedere loro d' inverno, sarebbe stato impossibile.
Io e mio cugino prendemmo le biciclette e cominciammo a pedalare. Durante il tragitto buio e fresco d' estate, mi chiese " tutto ok? " e io" si certo e tu? " e lui " certo, tutto tranquillo ". Dette quelle frasi non accennammo altro. Sembravamo due ciclisti arrivati ultimi al giro d' Italia. Il tragitto quella sera non finiva mai e più pedalavo, più mi sentivo stanco e ogni momento era buono per pensare all' ultimo bacio che mi diede Mary ma soprattutto, non mi toglievo dalla testa il suo viso rattristato così dolce.
Affaticati arrivammo nella nostra villa e ci mettemmo a dormire in quei letti per l' ultima volta.
Prima che mi addormentai mi arrivò un messaggio, era Mary. Quando cliccai per aprirlo, il caricamento fù un pò lungo come se mi avesse scritto molte cose e infatti, mi aveva scritto tutto il testo della canzone di Tiziano Ferro che gli dedicai, " indietro ", e alla fine del testo aggiunse un " ti amo ". Quel suo messaggio mi diede un pò di tranquillità, e così chiusi gli occhi.

( Caro zio, ricordare tutto questo ora, sinceramente mi fa ridere. Certo a Mary devo molto ma davvero sono stato capace quasi di morire per una ragazza? Al solo pensiero mi viene il vomito. Se tornassi indetro non nego che mi rimetterei con Mary ma la madre, la manderei volentieri a fare in culo, e non solo lei.
Vedere come è diventata ora Mary un pò mi rattrista, non è più la ragazza di cui mi innamorai. Lei era così innocente, dolce, ingenua, era la mia dolce bambina come dicono i Guns. Ora ha quello che voleva e spero sia contenta.
Con affetto, il tuo Cafù )

Tornai a casa triste e sconsolato. Mia madre mi vide e ironicamente mi disse " ma sei mi figlio? " e io " ciao mamma, scusami ma non è proprio aria ". Mio fratello piccolo, Andry, la mascotte della nostre famiglia, fu molto felice di vedermi perchè io ero il suo compagno di giochi. Forse fu l' unico che al ritorno mi mise un pò di allegria. Mio padre, Mic, come al solito scherzando, mi disse " vuoi che ti compriamo una villa per stare li? " e io feci una risata finta. Mi chiusi nella mia camera, presi il cellulare e chiamai Mary; " Pronto! ", io risposi " Ehi, come stai? " e lei disse " tu che dici? " e io, " mi manchi tanto " e lei con la voce un pò tremante mi rispose " ti devo parlare, però di persona " io un pò sorpreso le dissi " come di persona sai che non potrò venire " e lei mi fermò subito dicendomi " Elly deve festeggiare il suo compleanno qui, quindi ci vedremo". Elly è la sorella piccola di Claudio, la mia adorata cuginetta, una bambina stupenda, molto intelligente.
Fui felice della notizia che mi diede Mary, ma ero un pò preoccupato su quello che doveva dirmi. Cominciai a tirare i giorni e presto arrivò il compleanno di Elly. Con la mia famiglia raggiungemmo Torre canne. Appena imbocammo il famoso viale, scesi dall' auto e subito un ondata di ragazze mi assalì. Tutte erano felicissime di vedermi e me lo dimostrarono abbastanza avidamente. " Dov' è Mary? " chiesi a Manu, che aveva il sorriso che le arrivava sino alle tempie, e mi rispose " è infono al viale, vai, ti aspetta! ".
La trovai seduta su un marciapiede con una strana espressione. Mi avvicinai per baciarla ma girò il capo all' ultimo, e le presi la guancia. " c' è qualcosa che non va? " chiesi io e lei " si, ma non sei tu, sono io " e io impaziente le dissi " dimmi " e lei rispose " vedi, ho pensato molto e mi dispiace tanto, ma non posso stare così male a 14 anni e soprattutto non voglio vietarmi di andare a divertirmi per te, forse è meglio che la finiamo qui " e io molto arrabbiato le dissi " se mi stai lasciando solo perchè non puoi divertirti sappi che stai sbagliando, stai dando un immagine bruttissima di te in questo momento " e lei sorpresa mi chiese " cosa stai insinuando? " " che sei una puttana! ecco! ".
A quel mio insulto lei rimase senza parole e scappò via piangendo. Non so se era quello che voletti fare ma lo feci,glielo dissi e non ebbi torto. Il motivo era sul serio che voleva divertirsi perchè quando me ne andai, scoprì che lei uscì con il fratello e baciò un ragazzo. Lei tutta timida com' era. Cambiai anche Mary da cima a fondo e la cosa non mi piaceva affatto.
Tornai dove stavano le altre e l' unica che sospettava dell' accaduto fu Giuly, che sapeva già di quello che Mary doveva parlarmi. Non passai una bella serata e chi mi toccava, rischiava di perdere la mano. Manu cercò di consolarmi e di farmi ragionare, cercando di convincermi a fare pace con Mary e rimanere amici. La cosa era impossibile, la odiavo così tanto in quel momento che avrei potuto ucciderla, perciò, me ne stetti per i fatti miei tutta la sera.



  
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