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Autore: Bale    15/04/2013    2 recensioni
"E’ incredibile. Sono passati talmente tanti anni che quasi avevo rimosso dalla mia mente la storia con lui. Eppure sembra non essere passato nemmeno un giorno. Ci comportiamo normalmente, come sempre. Come allora"
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Sono a casa. Finalmente a casa. Il mio rifugio.

Sono scappata via dalla Torre, da Edoardo. Non gli ho dato il tempo di raggiungermi, di parlare. Perché mi ha illusa in questo modo?

Raggiungo la cucina e prendo un sorso d’acqua. Ho il fiatone, non mi sento più le gambe. Sono letteralmente sfinita, dentro e fuori. Vorrei piangere, urlare. Mi sento un’idiota, ancora peggio di poco fa.

Guardo il bicchiere vuoto e inizio a pensare di essere davvero una stupida. Forse è tutta colpa mia. Ho frainteso le sue intenzioni, travisato le sue parole. Ma quale intenzione può avere un uomo che ti porta a cena fuori e poi sulla Torre pur di passare un po’ di tempo con te? Ho creduto che fosse ancora innamorato. L’ho sperato.

Ripenso a quando ero adolescente e scuoto la testa disgustata. Ero piccola, un po’ bruttina. Ero imbranata, un vero e proprio disastro. No, non avrebbe mai potuto essere ancora innamorato di me, anzi credo che quando l’ho lasciato si sia quasi sentito sollevato. E’ per questo che non ha reagito. Lui voleva che io lo lasciassi.

Sento il cuore esplodere, gli occhi bruciare. Raccolgo il telefono e chiamo Valeria.

-Pronto?-   mi risponde con tono quasi preoccupato.

-Ciao Vale-   la voce mi tradisce, è incrinata dalla rabbia e dalla disperazione.

-Paola?-   sembra quasi stupita di sentirmi   -Che succede?-

-Ho rivisto Edoardo-  

Sono diretta come un treno, non ho tempo per girarci intorno e soprattutto non ho molta voglia di farlo.

Valeria rimane in silenzio per qualche istante, poi la sento dire qualcosa a suo marito. Sta sicuramente andando in camera da letto per poter parlare più tranquillamente.

-Dove?-   mi chiede dopo qualche minuto di silenzio.

-E’ qui a Siena. Aprirà un ristorante-

Lei sospira. Non sa cosa dire, lo sento.

-Tesoro, so quanto hai rimpianto la fine della tua storia con lui. So quanto ci hai sofferto-

Sospira ancora. Sembra in cerca delle parole giuste, delle parole adatte al mio stato d’animo.

-Ora siete adulti, potete parlare apertamente. Potete chiarire. Perché ti fa così male averlo rivisto?-

Non riesco a trattenere un singhiozzo. Devo raccontarle tutto e non sono sicura di averne la forza.

-Rivederlo non mi ha fatto male-   comincio   -Siamo andati a cena ieri sera e oggi è venuto a prendermi a lavoro-

-Oh-   esclama lei quasi interdetta   -E allora?-

-Sta per sposarsi-

Ancora una volta preferisco non usare mezzi termini. La sento quasi trasalire dall’altro capo del telefono.

-Allora perché ti ha portata a cena? Perché è uscito con te?-

Si sta ponendo le mie stesse domande, domande che credo non troveranno mai risposta.

Scuoto la testa e lascio scendere qualche lacrima sul mio viso freddo.

-Tu che cosa gli hai detto?-    mi chiede dopo un po’.

-Sono scappata via-

Sta sgranando gli occhi, lo percepisco. Valeria è sempre stata più forte di me, non sarebbe mai fuggita via davanti ad una situazione del genere. Non sarebbe mai fuggita via dinanzi a nessuna situazione. Ha sempre affrontato a testa alta tutto ciò che le capitava e ne è sempre uscita vincitrice.

-Perché non ci parli?-   mi suggerisce.

-E cosa dovrei dirgli?-   sbotto adirata   -Lui è libero di sposarsi con chi vuole, non deve mica dare spiegazioni ad una persona che non vede da dodici anni-

-Certo che te le deve! Ti ha portata a cena fuori, Paola!-   mi urla indignata   -Tu hai bisogno di sapere che cosa ha significato per lui. Perché diavolo l’ha fatto?-

-Non mi interessa-

-Ti interessa eccome!-

Segue il silenzio più assoluto, più assordante. Vorrei essere una foglia per essere trasportata via dal vento.

-O ingoi il rospo e vai avanti, cosa di cui non ti ritengo in grado visto il tuo particolare carattere, o ci parli-   conclude amareggiata.

Ha ragione. Ci starei male fino ad impazzire. Devo chiarire o non vivrò più.

Valeria ha sempre ragione. Mi conosce più di chiunque altro, più di quanto io non conosca me stessa.

Inizio a respirare pesantemente. Non reggo la situazione, non ce la faccio.

Perché mi è capitato questo? Ero così tranquilla, vivevo una vita normale, soddisfacente. Perché quel giorno l’ho trovato in quel bar, nel mio bar?

Il destino sta forse cercando di dirmi qualcosa?

Scuoto la testa. No, non esiste il destino.

-Sai qual è il mio più grande rimpianto con Edoardo?-   chiedo all’improvviso stringendo forte la cornetta.

-Il modo in cui vi siete lasciati, lo so-

Scuoto la testa.

-Oltre a quello-

-Quale?-   mi chiede stupita.

Sospiro. Non l’ho mai detto a nessuno, non l’ho mai ammesso neanche con me stessa, ma ora finalmente ci sono arrivata. Mi è bastato rivederlo dopo dodici anni, da adulta, per capirlo.

-Avrei voluto fare l’amore con lui-   dico tutto d’un fiato   -Avrei voluto che la mia prima volta fosse stata con lui-

Valeria tace. Sento che sta sorridendo. Un sorriso tenero, materno. Lei è sempre stata anche un po’ una mamma per me, oltre alla migliore amica che potessi desiderare.

Alla fine ci salutiamo ed io metto giù il telefono come un automa. Mille emozioni sono esplose nel mio cuore.

Raggiungo il divano in silenzio. Mi stendo lì al buio e ripenso a quella maledetta ragazza, quella che ci ha fatti lasciare.

Già, ci siamo lasciati per colpa della prima sciacquetta che passava. Si conoscevano a malapena, si erano visti non più di due volte. Gli disse che mi aveva vista al mare con un ragazzo. Era vero, ma semplicemente quel ragazzo era mio fratello.

Stavamo insieme già da più di un anno, ma lui preferì credere a lei piuttosto che a me. Lo lasciai, naturalmente. Non aveva fiducia in me, non aveva senso rimanere insieme. Lui non ha mosso un dito.

Mi ha guardata allontanarmi con lo sguardo triste, quello al quale non ero mai riuscita a resistere prima di allora. Sono sicura che volesse dirmi mille cose, ma non saprò mai quali erano. Non h parlato, non ha aperto bocca. Si è limitato a guardarmi.

Un conato mi sale fino in gola costringendomi a mettermi seduta.

E se fosse lei la sposa?



   
 
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