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Autore: Ladym    04/11/2007    3 recensioni
Perché possiamo anche non crederci, ma le favole sono tenaci: prima o poi, rispuntano fuori.

piccolo spoiler sul finale di DH
fanfiction scritta per il concorso "Le Mille e una Fic" indetto sul forum delle L&L
Genere: Generale, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Hermione Granger, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Disclaimer: I personaggi e alcune situazioni qui citati appartengono a JKRowling o a chi ne fa le veci.

Note: fanfiction scritta per il concorso "Mille e una fic" sul forum delle L&L, sulla traccia di Kit 05: [pioggia, Quidditch, Grattastinchi, una fotografia]


Favole

 

Sono passati ormai quatto anni, ma non sono ancora riuscita a varcare questa soglia. Non è per cattiveria, lo sai... è solo che non riesco ad accettare il fatto che tu te ne sia andata per sempre.

Qualche passo e mi ritrovo in questo piccolo cimitero babbano, sotto la pioggia che cade fitta e i goccioloni che scendono dagli alberi.

Guardo i fiori che tengo in mano e mi rendo conto solo ora che hanno il colore di quel gatto pulcioso a cui tu tenevi tanto. Tranquilla, Grattastinchi è ancora con me. Non so con cosa l'hai nutrito tutti questi anni, ma è ancora vivo. Ricordo ancora le parole con cui me l'hai donato: << Perché abbia ancora una padrona >>.

Sapevi che saresti morta, vero?

 

 

 

Finalmente.

Sorrido soddisfatta, anche se non c’è molto di cui essere felici. Ma ti ho trovata. Mi sorridi da una fotografia immobile, giovane come non ti ho mai conosciuta. Appoggio i fiori vicino alle tue date, una macchia allegra contro il biancore della lapide. La Hermione della fotografia resta indifferente a tutto e con un po’ di amarezza mi rendo conto che quella non sei tu, perché tu non sei mai stata indifferente a qualcosa: sempre vigile, sempre attiva.

Non so se puoi sentirmi, ma sappi che mi dispiace di non averti mai ringraziato adeguatamente per tutto quello che hai fatto per me, per tutto quello che mi hai insegnato. Mi hai trattata come tua figlia, mi hai educato con tutte le tue conoscenze. Io, figlia di babbani, ti devo la mia magia.

 

 

 

 

Ho messo Grattastichi a nanna, nel suo cesto. Si è addormentato subito. Ormai è vecchio anche lui, ha sempre bisogno di riposare. Nel sonno soffia ancora contro qualcuno; contro di me, probabilmente, come quel primo giorno. Quel primo giorno che io considero la mia rinascita.

Quel primo giorno in treno.

 

 

 

Sono in treno, ed è il mio primo viaggio da sola! I miei genitori, di solito così apprensivi, mi hanno lasciato andare perché in questi giorni sono preoccupati. Hanno ricevuto strane lettere, a mio nome, ricoperte di inchiostro verde. Lettere che dicono che sono una strega. Io non li capisco. Sono ormai grande per queste storie. Non ci credo mica più a queste favole!

Io sono in treno. Li ho visti farsi sempre più piccoli, alla stazione. Mi salutano. Sto andando dalla nonna. Lei mi aspetta, fra qualche ora.

Guardo fuori dal finestrino. Non so che fare, il treno è così noioso! Anche il paesaggio è noioso. Fuori piove, e il suono martellante delle gocce che battono sul vetro mi dà un po’ fastidio, ma non posso farci molto...

 

 

 

Mi sveglio a uno scossone del treno. Non sono più sola, c’è un’anziana signora con me. Con noi, il suo gatto. È strano. È grosso e arancione. Sta sdraiato nella sua cesta, ha il muso imbronciato e un po' schiacciato. Mi guarda male e ha occhi grandi e gialli. Mi soffia contro. Ho anche un po' paura... Ma la signora sembra gentile. Accarezza il cuscino a quadri verdi e bianchi e crede che sia il gatto. Forse è un po’ matta. Però sembra gentile.

Lo accarezza e dice, buono Grattastinchi. Buono che svegli la bambina.

Ha un sorriso ballerino, le rughe e i capelli riccissimi, grigi ma forti. Si è accorta di me, ma io guardo fuori, perché ha gli occhi dorati. Fuori piove ancora. E penso intensamente che sembra proprio una strega matta. Mi sorride e dice, Grattastinchi non è solo un gatto strano. Mi guarda come se custodisse un segreto. Anche il gatto mi guarda come se custodisse un segreto.

Ma io non rispondo, perché mamma mi ha sempre detto di non parlare con gli sconosciuti. Lei insiste. Dice che la posso chiamare Hermione, così non sono più una sconosciuta, dice.

E tu come ti chiami piccina, chiede.

Mi chiamo Lea signora, ho risposto, e non sono una bambina. Ho già undici anni!

Lei sorride e le brillano gli occhi. Il gatto pazzo ha smesso di agitarsi. Lei non accarezza più il cuscino ma cerca qualcosa nella sua borsetta. Lea, mi chiede. Vuoi un cioccolatino?

Tira fuori una bustina che non ho mai visto, verde con delle rane. C’è scritto in grande Cioccorana. Dev’essere un nuovo tipo. Mamma dice sempre che non devo accettare cibo dagli sconosciuti, ma ho fame e la signora sembra gentile. Lei me lo porge. Lo scarto un po’ titubante. Credo di sbagliarmi, ma l’ho sentito muoversi... All’interno c’è una rana di cioccolato, mi balza in mano ed io la guardo stupita. È molto realistica! E sembra davvero muoversi. Ma comincio a mangiarla, non mi sembra avvelenata. È anche buona, a dire il vero. Ma forse questo non lo dirò a mamma. Già è preoccupata per quello scherzo delle lettere... Lei sorride ancora quando la ringrazio educatamente. Dice, non è niente, è una vita che le mangio anche io! Ho cominciato proprio quando avevo la tua età. Un mio amico faceva  anche la collezione delle figurine, aggiunge.

Ha ragione. Nella cartina c'è anche una figurina, però non conosco la serie. Guardo l’immagine. C’è su il viso di un uomo. Ha gli occhiali tondi e i capelli neri in disordine. Sorride, ma ha una cicatrice a forma di saetta sulla fronte. Sotto c’è il nome: Harry Potter.

Mai sentito. Giro la figurina e leggo "Harry Potter, ex capo all’ufficio degli Auror. È  meglio conosciuto come Bambino Sopravvissuto, essendo scampato all’età di un anno alla peggiore delle Maledizioni senza perdono. È noto soprattutto per aver sconfitto molteplici volte il mago del male Voldemort, definitivamente vinto nel 1997. Da sempre, si dedica a uno dei suoi passatempi preferiti, il Quidditch, assieme alla moglie e ..."

Alzo lo sguardo stupita dai nomi. Lei si allunga sul sedile, per vedere chi ho trovato. Rigiro la figurina per mostrarglielo e.

L’uomo è sparito!, esclamo.

Lei ride, be', non puoi mica pretendere che se ne stia lì tutto il giorno.*

Io non capisco, ho detto.

Mi guarda comprensiva. Allunga una mano e con dolcezza mi accarezza la testa. Mi chiede:

 

La vuoi sentire una bella storia?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

* Questa scena si svolge anche in “Harry Potter e la Pietra Filosofale”, ma è Ron che pronuncia questa frase.

  
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