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Autore: Aleran    15/04/2013    3 recensioni
Philofobia: paura di amare.
È questo che accompagna Amy Jonas Windsnap nella sua vita.
Amy conosce Jamie a una gara di galoppo, e i due diventano amici a tal punto da considerarsi fratelli. Successivamente Jamie le presenta i suoi amici, e da lì Amy non sarà più la stessa.
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AMY & JAMIE: «Sai Jamie, mi hai scombussolato, mi fido di te nonostante io sia un tipo estremamente schivo. Vedi di farmi durare questa fiducia» sibilò Amy un po' arrabbiata con sé stessa perchè non era stata capace di mandarlo via [...]
AMY & JAYMI: «Ciao, Jaymi!» esclamò cercando di apparire più sicura di sé stessa possibile.
Sventolò in aria il braccio e si alzò dal suo posto preferito.
«Salve principessa!» fece di rimando il ragazzo, uscendo dall'abitacolo della vettura. [...]
AMY & JOSH: «Me ne sto rendendo conto. Comunque basta, è Jamie mio fratello, non sei tu» sussurrò Amy.
«Ma puoi averli due fratelli» ribatté Josh abbracciandola. [...]
AMY & GEORGE: «Ah no? E dove pensi di restare?» indagò Amy.
«Qui» rispose l'altro, sempre con un'aria menefreghista.
«Certo, e come no, al limite te ne vai fuori».
«Cosa hai paura che potrei fare?».
«Ho paura che potresti avvelenarmi l'aria» [...]
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Continua....
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: George Shelley, Jaymi Hensley, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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By The Window
 
Amy non poteva che essere soddisfatta e orgogliosa di sè stessa quando leggeva l'articolo in prima pagina sul giornale. 
"Il Margareth Garden vinto da Amy Jonas Windsnap", poi "il circuito da corsa al galoppo del Margareth Garden è stato vinto dalla fantina Amy Jonas Windsnap". Le dava fastidio però che avessero messo anche il suo indirizzo sul giornale senza le sue autorizzazioni, Amy era una tipa riservata e schiva, non aveva nemmeno rilasciato un'intervista. 
«Scendi Amy, è pronto il pranzo!» esclamò Abel. 
«Arrivo» sbuffò Amy. 
Non aveva molta fame, aveva fatto colazione tardi, però appoggiò il giornale sul comodino e scese. 
«Hai intenzione di rimanere in pigiama tutto il giorno?» chiese sarcasticamente e dolcemente Kyle. 
«Perchè no» rispose Amy scrollando le spalle.  
Si sedette svogliatamente sulla sedia a capotavola e prese il cellulare per inviare un messaggio all'amica Jane. Scorse la rubrica finché non arrivò alla "J" e per sbaglio scelse "Jamie Hamblett" al posto di "Jany". Quel maledetto numero la perseguitava! Selezionò "elimina", ma quando apparì la domanda "confermi?" selezionò "no". Qualcosa la bloccava. Jamie era un tipo invadente, con le mani lunghe, fastidioso ma... Ma era affascinante, si, molto affascinante. Posò il cellulare sul tavolino e cominciò a mangiare la sua porzione di pasta. 
«Allora, come si chiama?» domandò Abel. 
«Si chiama chi?» replicò Amy. 
«La persona a cui stai pensando e che ami» spiegò Abel. 
«Jamie?» chiese Amy senza ragionare. 
«Ah, quindi anche tu sei dell'altra sponda, sei innamorata di una ragazza!» esclamò Kyle. 
«Ma no, Jamie Hamblett è solo uno stupido cretino che ho incontrato ieri, è un maschio e non mi piace» replicò Amy. 
Successivamente si alzò e tornò in camera, armata di cellulare, così cominciò a messaggiare con Jane, tralasciando l'argomento "Jamie". 
«Noi andiamo a fare un giro, Amy, vuoi venire?» le propose Abel. 
«No grazie, a dopo!» esclamò lei. 
Aveva voglia di farsi una doccia, se i suoi padri non c'erano, meglio. Con il passare degli anni aveva acquisito il senso del pudore, farsi vedere nuda o in accappatoio dai suoi genitori la imbarazzava non poco. 
Jane la salutò perché doveva andare alla lezione di pianoforte, Amy si mise a dormire fino alle sette di sera e poi si decise a farsi una cena. I "giretti" dei suoi genitori duravano solitamente tutta la sera. 
Si preparò un panino e si mise a mangiarlo seduta sul divano davanti alla televisione che trasmetteva un programma sulla corsa da lei vinta. Si vedevano le immagini e i video di lei e Astor che galoppavano, con Qatar e Jamie dietro. 
Finito il panino, la ragazza decise di fare quella benamatissima doccia. Andò in bagno e si spogliò, abbandonati i vestiti in un angolo aprì il getto d'acqua e entrò nella doccia. 
Si appoggiò sul muro mentre l'acqua le scorreva addosso, riscaldandola, e pensò. Le sue docce duravano circa venti minuti, un quarto d'ora in cui pensava e rifletteva sulla sua vita e cinque minuti in cui si insaponava e si sciacquava velocemente. Strizzò i capelli e si mise l'accappatoio, poi si fece un turbante con un asciugamano rosa. Annoiata, prese il cellulare e cercò qualcuno a cui rompere le scatole. Si fece coraggio e scrisse a Jamie: "Ciao mister sonofigosoloio, sono la vincitrice della gara di ieri". Banale, si,ma non troppo difficile da digitare. Mentre aspettava la risposta si vestì con una maglietta larga e dei leggins e si tolse il turbante. 
«Siamo tornati!» esclamarono i suoi padri da sotto. 
Gli urlò una risposta e continuò a sgrullarsi i capelli. 
Bip. 
 
Da: Jamie 
"Lo so, affacciati un attimo. Ah, e ricordati di chiudere le tende quando ti spogli per fare la doccia, il ragazzofigosololui XX" 
 
No, non poteva essere vero. Cioè, Jamie l'aveva vista nuda? Si affacciò e lo vide, appoggiato al cofano di una macchina, che sorrideva. 
«Ciao, campionessa» la salutò lui. 
«Fanculo, Hamblett» urlò Amy arrossendo. 
«Ok, ci vado, ma prima scendi» disse cauto. 
«Eh perchè?» chiese la ragazza incrociando le braccia al petto. 
«Perchè sennò salgo io». 
«Ma che sei, uno stalker?» sbuffò la bionda chiudendo la finestra e scendendo di sotto. Non aveva intenzione di aprire, solo di stare con i suoi.
  «Ciao di nuovo, allora» la risalutò Jamie. 
I suoi l'avevano fatto entrare. 
«Ciao di nuovo» Amy suo malgrado sorrise «adesso saliamo». 
Amy si affrettò a salire con Jamie dietro e si chiuse la porta della camera alle spalle, non voleva che lui parlasse coi suoi genitori e scoprisse la sua storia. Jamie le scostò i capelli dal viso e se li rigirò un po' tra le dita. 
«Hai i capelli fradici, asciugateli o ti prenderà un colpo» osservò il ragazzo.  
«Jamie ma... Davvero mi hai... Visto... Nuda?» domandò la bionda. 
«Umh... Solo da qui in su» Jamie fece una linea poco sopra alla vita e poi ridacchiò. 
«Mi spieghi cos'hai da ridere? È imbarazzante» lo riprese Amy balbettando. 
«Non dovresti imbarazzarti, sei messa bene». 
Amy arrossì se possibile ancora di più, mentre la paura le cresceva dentro e era pronta a urlare con tutto il suo fiato. 
«Ripeto, ma che sei, uno stalker o cosa?». 
«No, solo un ragazzo. Ma stai tranquilla, non mi interessi, solo che mi piace avere finte sorelle». 
«E perchè io dovrei essere tua finta sorella se ti conosco a malapena? Poi ieri non mi sembravo solo una sorella... Almeno il tuo gesto mi ha fatto capire altro a cui non sono minimamente interessata» si riferiva a quando Jamie le aveva passato la mano sul sedere. 
«Perchè sei carina, piccola, indifesa, adorabile...». 
«Eh?!? Io piccola e indifesa? Ho sedici anni e quasi diciassette... So difendermi da sola e...» Amy faticò a tenere basso il tono di voce. 
«Beh io ho ventiquattro anni» la interruppe Jamie. 
«Cosa?!? Io sono in camera con un ragazzo di ventiquattro anni?!?» urlò a voce più bassa possibile la ragazza. 
«Rilassati Amy, non ti toccherò, promesso». 
«Non capisco perchè tu voglia stare con me se non mi vuoi né toccare né approfittarti di me». 
«Per i motivi che ho detto prima e poi perchè sei quasi l'unica ragazza che va a cavallo che conosco». 
«Sai Jamie, mi hai scombussolato, mi fido di te nonostante io sia un tipo estremamente schivo. Vedi di farmi durare questa fiducia» sibilò Amy un po' arrabbiata con sé stessa perchè non era stata capace di mandarlo via sebbene pensasse sempre che fosse un tipo invadente, dalle mani lunghe, fastidioso e persino stalkerizzato. Continuava a odiarlo ma la attraeva. Certo, era sicura di non provare niente di simile alla cotta per lui, eppure quando il suo sorrisetto furbo da schiaffi si trasformava in quel taglio sincero lei si sentiva protetta. La sua solita cattiva abitudine di fidarsi troppo degli altri. 
«Non ti torcerò un capello, promesso» giurò lui incrociando le dita davanti alle labbra. 
La ragazza lo squadrò poco convinta finché non incurvò la bocca in un sorriso un po' forzato. 
«Beh, ora devo asciugarmi i capelli» gli disse prendendo il phon e attaccando la spina. Si asciugò la chioma abbastanza in fretta, mentre Jamie la guardava distrattamente. Era vero, il ragazzo non provava niente per Amy e non voleva minimamente toccarla, però quell'aria da ragazza timida e indifesa l'aveva fatto affezionare alla biondina. Inoltre lui era sicuro che ai suoi migliori amici più giovani sarebbe piaciuta la ragazza, era bella con tutta la sua naturalezza, e poteva affermare per pura esperienza che il suo corpo era molto... Sexy e... Pieno, ecco. 
«Io vado, Amy» le disse. 
«Ah... Beh, è stato un piacere, ci risentiamo» Amy posò il phon sul ripiano del lavandino e scese seguita da Jamie. 
«Err... Comunque lui è mio padre Kyle e questo è mio zio Abel» fece la ragazza indicando i genitori. Fece uno sguardo supplichevole ai due adulti e Abel capì che le doveva reggere il gioco, così affermò di essere lo zio. Si porsero la mano e poi Jamie andò verso l'uscita.
«Ciao bionda, avrai di nuovo a che fare con me» le sussurrò il ragazzo già sullo stipite della porta. 
«Ciao ragazzo figosololui» replicò scherzando Amy, poi si chiuse la porta alle spalle. 
Stava per tornare di sopra, tranquilla in camera sua, ma i suoi la richiamarono. Scocciata andò in cucina per sentire quello che dovevano dirle. 
«Non c'è qualcosa che dovremmo sapere? Cioè, almeno sembra carino» cominciò Kyle facendole l'occhiolino. 
Inizialmente la figlia non reagì, ma poi si alterò per le loro insinuazioni e la loro ficcanasagine. 
«Jamie non è il mio ragazzo, lo conosco da pochissimo e non mi piace, io non piaccio a lui, lui ha solo detto che guardandomi gli si è svegliato un lato da fratello geloso e vuole proteggermi, dopo ha detto che sono l'unica ragazza che va a cavallo che conosce... Poi ha ventiquattro anni!» quasi urlò la bionda tralasciando i suoi pensieri sul soggetto della discussione, poi girò sui tacchi e tornò in camera a non fare niente. Non fare niente, le piaceva non fare niente. La rilassava. Se poi aveva il cellulare con cui giocare, ancora meglio.
Stava giocando a Ruzzle contro Jane quando le arrivò un messaggio. Finì la partita (vincendo) e andò tra i messaggi ricevuti, era Jamie. 
"Ehi Bionda, sei pronta per uscire sabato con me e i miei amici?" era il testo.
Amy voleva andare alla festa, ne era sicura, però aveva anche un po' paura. 
"Solo se posso portare una mia amica però! Non mi fido troppo" rispose. 
"Certo, porta tutte le amiche che vuoi" scrisse Jamie.
"Ok, grazie, allora a sabato!" 
"Di niente, a sabato!" 
La ragazza scrisse a Jane di andare da lei la mattina successiva e si mise il pigiama, essendo stanca si addormentò prestissimo. 
 
---------AUTRICE 
Ciao a tutti! Ecco il secondo capitolo
Ringrazio di nuovo chi ha recensito o messo tra le preferite/seguite/ricordate questa storia, ma anche solo chi l'ha letta
Mi piacerebbe ricevere commenti negativi o positivi, se vi va scrivetemi qualcosa, ve ne sarei infinitamente grata... 
Spesso alcuni autori commentano il proprio capitolo a grandi linee, ma io non l'ho mai fatto perchè il compito spetta a voi :3 
A presto! 
Ale
  
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