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Autore: Dridri96    15/04/2013    3 recensioni
«è in ogni cosa, ma niente è adatto a lui.
Se lo incontri è la fine,
se lo sconfiggi è un nuovo inizio.»
La città è impazzita, nulla è come prima. Kyra è l'unica che può evitare la catastrofe, ma il tempo scarseggia. Avrà abbastanza forza e coraggio da non cadere nell'oblio?
Genere: Avventura, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Capitolo 17






Quando mi raggiunge sono così spaventata che sono pronta a colpirlo. Ho troppa paura per ragionare. Ma quando me lo ritrovo davanti, lo vedo. Non è lui. È la scia della cattiveria dell’ombra a farlo agire in modo così violento.
Lancio via il coltello prima di colpirlo e schivo un colpo.
Alex cade di pancia, così gli salgo la schiena sopra e gli blocco le braccia.
«Alex, fermati, non sei in te», sussurro al suo orecchio. Lui si dimena sempre di meno, fino a fermarsi senza forze.

A quel punto mi alzo e lascio che lui faccia lo stesso. Il suo sguardo cade inevitabilmente sul coltello.
La sua espressione si fa confusa e dubbiosa. Poi osserva le mie mani e quando i suoi occhi raggiungono il mio viso indietreggia spaventato.
«No, non mi hai ferita col coltello», spiego, portando una mano alle mie ferite. Devo dire che Alex ne ha di esperienza in pestaggi per riuscire a tirare dei colpi del genere.
«Oddio», sussurra, raggiungendomi e posando le dita prima sulla botta che ho in fronte e poi sul taglio che ho sulle labbra. «Mi dispiace», aggiunge, e so che dice sul serio. Non aveva intenzione di farmi del male e capisco che si sente disgustato da se stesso.
«Tranquillo, non è che io sia stata ferma», ammetto, toccando il rigonfiamento che ha sulla guancia. Non se ne era ancora accorto.

Senza dire una parola ci dirigiamo verso lo zainetto, ci sediamo, e mangiamo qualcosa: picchiarci ci ha davvero tolto le nostre ultime energie, le abbiamo sprecate per aggredirci senza motivo.
«Non volevo farti del male, credimi», ripete poco dopo. Praticamente non ha mai staccato lo sguardo dalle mie ferite.
«Lo so, tranquillo, non è colpa tua», dico costringendomi a sorridergli per tranquillizzarlo. Anche se non era colpa sua, devo ammettere che un po’ arrabbiata in effetti lo sono, ma non voglio litigare per un motivo così stupido. Dopotutto non era in sé, e credo si odi già abbastanza per quello che mi ha fatto. È strano pensare a quante volte ha massacrato qualche povero ragazzino indifeso senza sentirsi in colpa, mentre adesso, guardandolo così in collera con se stesso, sembra una persona dolce, pacifica.

Finiamo di mangiare in silenzio. Son successe così tante cose nel giro di poche ore che abbiamo entrambi bisogno di un po’ di tranquillità.
Sono sicura che ora non c’è più l’ombra in giro. Il demone deve aver richiamato la sua anima a sé, dopo aver attaccato me e Alex, o meglio, me tramite Alex.
Cosa possiamo fare ora? Finalmente avevamo un piano e abbiamo mandato tutto a monte.
I contatti con l’ombra ora come ora sarebbero troppo rischiosi per Alex: a quanto pare il demone ha capito come funzionano.
Mi sento così demoralizzata. Eravamo così vicini alla soluzione, e ora siamo così lontani che non penso di avere qualche possibilità di vincere.
Alex interrompe i miei pensieri, e sono felice che l’abbia fatto.

«Dovremmo mettere del ghiaccio su quei tagli, che ne dici? Sono sicuro che al ristorante ce ne sia». Annuisco e mi alzo in piedi, ma non appena rivolgo lo sguardo verso la città sento le urla e l’ansia provenire da quella parte. Il demone è tornato all’azione.
Alex mi guarda dubbioso, indeciso su cosa sia meglio fare. Riesco a vedere la sua frustrazione, la sua delusione, la sua rabbia per aver fallito. Stringe le mani a pugno e abbassa lo sguardo, come se non potesse sopportare per un solo istante di più quella vista. Chiude gli occhi. Non sopporta nemmeno il suono che proviene dal paese: le urla, le grida, la distruzione.
Per entrambi è importante distruggere l’ombra, ma credo che per lui sia qualcosa che va oltre salvare tutta quella povera gente: significa vendicare i suoi genitori e combattere contro il suo passato, che lo tormenta da quando il demone gli ha mostrato i suoi errori per quelli che erano.
«Non credo ci convenga rischiare così tanto», ammetto, toccando le mie ferite. Dal labbro esce ancora del sangue, ma non mi sembra nulla di grave.
La pancia mi fa male, ma dopotutto del ghiaccio non servirebbe a nulla. L’unica cosa che posso fare è riposare.

Ci mancava solo questa. Come se non fossimo stati già abbastanza deboli di nostro, dopo tutta la fatica e le energie sprecate per attuare il piano che, diciamocelo, ha fallito miseramente.
Vorrei solamente scappare e non tornare mai più. Raggiungere mio padre e iniziare una nuova vita, lontano da qua, lontano da tutto questo, e dimenticare. A questo punto lo farei, ma il demone potrebbe prendere sempre più potere e diffondere l’”epidemia” in altri paesi. Non posso rischiare che la situazione si ripeta, non sappiamo fino a dove si può spingere.
Mi sento così stanca, demoralizzata, sconfitta, stupida... L’unica persona che potrebbe tirarmi su di morale è mio padre, così prendo il cellulare e mi allontano da Alex.
Senza pensare a cosa dirgli, lo chiamo.

«Pronto Kyra! Tutto bene?», mio padre è preoccupato, e mi dispiace scoprire che non ne sono affatto sorpresa.
«Ciao papi, tutto bene, tu come stai?», cerco di non far sentire la mia stanchezza, ma non so se ci sono completamente riuscita.
«Tutto ok. Hai bisogno di qualcosa?», domanda, ancora con voce tesa.
«No, volevo solo sentirti», rispondo sorridendo, come se lui potesse vedermi. Lui prende un attimo di pausa e posso immaginarlo fare la stessa cosa.
«Mi fa piacere sentirti. Come siete messi con l’ombra?», la sua voce è diversa, sembra quasi più leggera.
«Ecco, potrebbe andare meglio. Abbiamo avuto un piccolo inconveniente».
«Quanto piccolo?», chiede diffidente. Lui sì che mi conosce davvero.
«Enorme», ammetto a quel punto. Lo sento ridere e non potrei essere più felice. D’altronde non ci resta altro da fare ormai. Le cose andranno come andranno, non possiamo contare su un lieto fine sicuro.
«Cos’avete combinato?» e così gli racconto tutto: il nostro piano geniale, il rapporto tra Alex e l’ombra, la lotta sui prati e, alla fine, il fallimento. Tralascio lo scontro tra me e il mio alleato, questo lo farebbe preoccupare ulteriormente visto che, per quanto ne sa, Alex è l’unica persona su cui può contare affinché io sia protetta.

Ora ricordo che Alex, poco fa, prima che cominciassimo a lottare, si era disperato per qualcosa a me sconosciuto. Sarà una notizia orribile, mi basta rivolgergli uno sguardo per capirlo: è seduto sotto un albero, ogni tanto mi spia e ascolta la mia conversazione. Ha gli occhi lucidi e nonostante stia cercando di sembrare forte e sicuro, ogni tanto si stringe a se stesso o si asciuga una lacrima invisibile.
Mio padre intanto mi sta dicendo di essere forte e che, nel caso volessi scappare, lui sarebbe pronto a venirmi a prendere.

«Ora devo andare papà», sussurro, con lo sguardo ancora rivolto verso Alex. Mio padre sospira. È riuscito a percepire la mia tensione.
«Ok. Ci sentiamo presto, vero?», chiede insicuro, sperando in una risposta affermativa.
«Ti chiamerò il prima possibile, molto presto», rispondo cercando di essere allegra e convincente, ma davvero non ce la faccio. Ho un terribile presentimento che mi chiude la gola e mi attanaglia lo stomaco. Non mi piace l’atteggiamento di Alex. Non riesco a smettere di guardarlo: cosa può aver saputo di così orribile?
«Bene. Ciao Kyra, stai attenta», aggiunge da bravo padre premuroso.
«Come sempre. Ti voglio bene papà», rispondo, ma non riesco ad aggiungere altro: ho le lacrime agli occhi e immagino che per lui sia lo stesso. Infatti, con voce tremante, conclude la chiamata:
«Anche io, te ne vorrò sempre».

È arrivato il momento di scoprire la verità, qualunque essa sia.
Mi avvicino ad Alex e gli domando di spiegarmi cos’ha visto poco fa.
Il suo sguardo si fa buio e triste. Sembrava essersi dimenticato di ciò, o per lo meno aveva allontanato quel pensiero perché poco piacevole, per affrontarne altri, a quanto pare ancora più pesanti.
Vorrei tapparmi le orecchie per non sentire l’ennesima brutta notizia, ma non è così che troveremo una soluzione. Sempre che ce ne sia una. Così mi preparo psicologicamente e apro bene le orecchie.
«L’ombra mi ha detto come distruggerla». Il mio cuore si gonfia di felicità. Allora perché è così triste? Ce la faremo, ora abbiamo la soluzione! Come ha potuto commettere un errore così stupido come suggerirci il modo per ucciderla?
Poi capisco: se Alex era così preoccupato, vuol dire che la sua distruzione non sarà piacevole nemmeno per noi.
«E...?», domando, sentendo il nodo in gola stringersi ancora di più.

«Uno di noi deve morire, Kyra».


Angolo Autrice_

Ciaaaao :D *Saluta disinvolta schivando le pietre che le tirano*
Lo so, è un finale che immagino scateni gli insulti peggiori da parte vostra, ma sappiate che vi voglio bene :3
Dopotutto se non faccio un finale del genere non sono io, quindi... :D 
Questo capitolo è breve, me ne rendo conto, ma pensavo fosse giusto lasciare un capitolo di "tregua" per prepararvi al finale (già, ancora 3 capitoli e ciao ciao Madness ç___ç)
Dal prossimo capitolo sarà azione, azione, AZIONE, quindi volevo farlo finire con un po' di suspance senza far accadere nulla di concreto :)
Che dire, vi lascio ai miei amati spoiler (se non lo avevate notato, ci sto prendendo parecchio gusto u.u) 
Al prossimo capitolo, VI ADORO :3 


SPOILER 

Alex e Kyra tornano in baita per potersi rilassare e decidere con calma chi sarà a sacrificarsi. Il capitolo si concluderà con la decisione finale C: 

DriDri_

  
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