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Autore: suzako    05/11/2007    8 recensioni
[ The need to hold still ]
<< Avanti, Sakura-chan, Vieni fuori. Ehi, ci sei? Andiamo, stronza, lo sai che devo farti a pezzi >>
[ Sasuke x Ino ] [ Naruto x Sakura ]
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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The Cruellesth Month

 

[ Every act of love is separateness ]

 

 

L’Ichiraku Ramen era meno affollato del solito, quel giorno, e Sakura non poté far altro che ringraziare mentalmente qualsiasi divinità avesse provveduto a quella condizione: un po’ di quiete era il minimo, se voleva tirar fuori qualcosa dal ragazzo seduto di fianco a lei.
Nonostante si fosse già preparata mentalmente a un’attesa di svariate tazze di ramen e altrettante chiacchiere sconclusionate prima di riuscire ad attirare minimamente l’attenzione di Naruto, la kunoichi dovette ricredersi. Dopo aver ordinato una doppia porzione di miso ramen e averla divorata con la solita velocità, benché con meno entusiasmo, aveva posato le bacchette di fronte alla ciotola vuota e si era limitato ad attendere, evidentemente poco a suo agio.

 
<< Naruto? Va tutto bene? >>, domandò cauta la ragazza, guardandolo con aria perplessa.

 
<< Uh, certamente Sakura-chan. Tutto a posto. >>, rispose lui, esitante, senza ricambiare lo sguardo.

 
“E io dovrei crederci?”, pensò lei, tutto meno che convinta. Aveva aspettato molto quel momento, ma adesso che si trovava nella situazione perfetta, non sapeva come iniziare il discorso.

<< Senti – incominciò quietamente, dopo qualche secondo d’incertezza – lo sai perché ho insistito tanto a volerti trascinare qui. Io capisco che tu non voglia parlarne, davvero, però io ho bisogno di sapere cos’è successo, capisci? Qualsiasi cosa sia accaduta, pensi di… Di riuscire a parlarmene? >>, e si voltò a guardarlo con apprensione evidente.

Naruto la fissò per un istante negli occhi, ma distolse subito lo sguardo, accennando un sorriso poco convinto.

<< Sì, io capisco. Beh, in effetti hai il diritto di sapere, come membro del Team seven! Il fatto è, che è un po’ difficile da spiegare, visto che non mi ricordo molto bene. In effetti ho una certa confusione in testa. >>

Sakura non disse niente, ma nella piega delle labbra era facile leggere una certa delusione.

<< Senti, perché non chiedi a Sasuke? Lui sicuramente… >>

Un secondo dopo averlo detto, Naruto capì di aver fatto la mossa sbagliata.

L’espressione di Sakura, che già non era raggiante, cadde completamente, mentre i pugni si strinsero sulla stoffa del vestito, e qualche ciocca di capelli cadde a coprirle il volto.

<< No, è meglio di no. Non credo che Sasuke-kun sarebbe entusiasta all’idea di parlarmene. – una risata amare le uscì dalle labbra – come se tu invece volessi, poi. Che stupida… >>

Questa volta fu Naruto a non sapere cosa dire.

<< Se non hai intenzione di farlo, se per te è così difficile, io capisco. Solo dimmelo, e ti lascerò in pace, ok? >>, mormorò la ragazza, sforzandosi di fare un sorriso.

Lui scosse la testa, e si lasciò sfuggire un suono buffo, tra una risata e un singhiozzo.

<< Ehi, ehi, non ho appena detto che in quanto parte del Team seven devi saperlo? Beh, se il Teme non ha intenzione di fare lo sforzo, ci penserò io… >>

Sakura lo guardò, sorpresa. Un piccolo sorriso, questa volta spontaneo, le piegò le labbra.

<< Io… Grazie, Naruto. >>


 

* * *

<
< Hai intenzione di stare lì ancora per molto? >>

Ino sussultò, colta decisamente di sorpresa: si voltò, e per il suo estremo imbarazzo vide che Sasuke Uchiha si trovava a pochi metri da lei, la solita espressione di pura indifferenza stampata sul volto. Ci volle tutto il suo autocontrollo per non arrossire.
E in effetti, farsi prendere alla sprovvista come uno studente dell’accademia, e per di più proprio di fronte a casa sua…Non riusciva a immaginare di peggio. Avrebbe voluto sprofondare.

<< Se ti do così fastidio me ne vado. >>, borbottò, cercando di minimizzare.

Com’era prevedibile, Sasuke non disse nulla, ma lei non si mosse.

<< Yamanaka >>

<< Beh? Non mi chiami più per nome? >>, mormorò lei, con un sorriso triste.

Lo shinobi la guardò per qualche secondo, una luce indecifrabile negli occhi, prima di parlare di nuovo: << Cosa ci fai qui, Ino? >>

<< Volevo parlarti. >>, rispose semplicemente.

Aggrottò le sorpracciglia, confuso.

<< Cos’è successo? >>

Ino lo guardò con una sorta di curiosità nello sguardo, prima di lasciarsi andare a una risata: << Ma devi sempre pensare che al peggio, eh?! No, non ho nessun buon motivo per disturbarti, se è questo che intendi. Volevo semplicemente vederti. >>

<< Ah. >>

Stettero così, uno di fronte all’altro, chiusi in silenzio impacciato, senza sapere bene cosa dire o fare. Lui era stanco, esausto per l’allenamento appena concluso, avrebbe voluto soltanto salire nel suo appartamento e buttarsi sul letto. Eppure, per qualche motivo, non riusciva a dire quelle tre semplici parole che l’avrebbe reso libero dalla fastidiosa presenza della kunoichi.

Non ci riusciva o non voleva?

Lei era preoccupata e confusa, e questo le impediva di pensare razionalmente: era andata là senza un’idea precisa nella testa, non pensava neanche di incontrarlo, forse neanche voleva farlo.

E allora perché era andata lì?

<< Sei stato ad allenarti? >>, domandò dopo un poco, per tentare di smuovere quella situazione imbarazzante per entrambi.

<< Sì. Con Naruto, Sakura e Kakashi. >>

<< Ah. Il tuo Team, certo… Ovviamente. >>, mormorò Ino con voce debolmente, improvvisamente distante.

In qualche modo, Sasuke capì di aver detto qualcosa di terribilmente sbagliato.

<< Tu, ecco… - incominciò a borbottare con tono sommesso – Tu vieni qui spesso, per caso? >>, aveva un’espressione perplessa in volto, e questa volta, Ino non riuscì a dissimulare il rossore che le colorò il volto.

<< Perché me lo chiedi? >>, replicò mentre una sgradevole sensazione le attanagliava lo stomaco.

Sasuke non aggiunse nulla, il che voleva dire, rispondi e basta.
Visto che ormai non aveva più un briciolo di dignità, e non vedeva cosa ci fosse da perdere, la kunoichi pensò bene di lasciar perdere qualsiasi scusa e parlare chiaramente.

<< Sì, a dir il vero sì. >>, ammise, guardandolo di sottecchi per studiare la sua reazione.

Sasuke dette segno di aver udito, ma non mostrò alcuna emozione.

<< Ma come… Come hai fatto a, ecco, uhm… Ad accorgertene? >>

Lui fece un gesto vago con la mano, come a indicare l’ aria.

Ino inarcò un sopracciglio, confusa.

<< L’odore. >>, borbottò infine il ragazzo, incrociando le braccia al petto.

Dalla sorpresa, l’espressione della kunoichi passò al fastidio.

<< L’odore?! >>, replicò con una smorfia.

<< Insomma, il profumo. >>, ribatté Sasuke seccamente, sul punto di spazientirsi.

<< Il… Oh! >>, si lasciò sfuggire lei, capendo cosa intendesse dire.

Era diventata un’abitudine tale, quando era a casa, che non ci faceva praticamente più caso: metteva sempre qualche goccia di un profumo che le aveva lasciato sua madre, ormai era come una seconda pelle, per lei. Ma non avrebbe mai pensato che a causa di quello… Era stata decisamente stupida.

<< Beh, allora… Insomma, mi dispiace per l’inconveniente, io… >>, incominciò a mugugnare, cercando disperatamente di trovare qualche giro di parole che potesse salvarla da quella situazione.

Le bastava ripensare a tutte le volte che, effettivamente, era passata sotto quella parta, e si era fermata proprio lì, alzando lo sguardo, magari sperando di scorgere un’ombra dietro le finestre appannate. Si sentì doppiamente stupida, e si pentì del proprio comportamento: cosa le era saltato in testa?

<< Non importa. >>

Quelle due semplici parole, pronunciate da Sasuke con la solita noncuranza, bastarono ad offrirle un appiglio per scampare a quella situazione.

<< Oh. Beh, allora… Adesso sarà il caso che me ne vada. Sarai stanco, no? >>

<< Sì. >>

Lui era praticamente arrivato alla scala di servizio, quando sentì di nuovo la sua voce, un mormorio basso e nervoso, talmente veloce che fu difficile captarne le parole.

<< Domani partirò per la sabbia. Una missione. >>

Si bloccò immediatamente, voltandosi.

<< Una missione? Per quanto tempo? >>

Quasi sorpresa dal suo interessamento, Ino riuscì a rispondere solo dopo un attimo: << Una settimana. Non di più. >>

<< Capisco. >>, rispose lui distrattamente, tornando all’usuale indifferenza.

Ino lo guardò ancora un istante di sottecchi, per poi indietreggiare di qualche passo.

<< I-Io-

<< Anche noi partiremo domani. >>

<< Una… Una missione? >>

<< Sì. >>

<< Oh. >>

Pausa.

<< Buona fortuna, allora. >>

Sasuke annuì appena, ma per i suoi standard questo era più che sufficiente.

<< Allora ci vediamo, Sasuke. E… E scusami per il disturbo! Alla prossima! >>, prima che lui potesse rispondere, lei era già sparita nella distanza.

 

* * *

 
<< E’ stata colpa mia. >>

Naruto era lì, di fianco a lei, eppure la sua voce sembrava provenire da miglia e miglia di distanza. Sakura fissava la tazza semivuota di ramen posta davanti a lei, senza realmente vederla. Teneva le mani appoggiate in grembo, e la sua espressione era indecifrabile.

<< Mi dispiace. >>

Prese un profondo respiro, cercando di ricomporsi: << No, non scusarti. Non sei stato tu, non solo, sicuramente… Voi due siete proprio i soliti idioti, eh? >>, mormorò piegando le labbra in una smorfia che avrebbe voluto essere un sorriso, ma risultò solo un’espressione abbattuta.

<< Sakura-chan… >>

<< Io non mi ero mai accorta di nulla, sai? Non mi ero mai accorta che tu e Sasuke steste così. Forse non sono in grado di capirvi come pensavo, o magari non riesco a vedere i problemi perché non voglio. Vorrei tanto che non ci fossero, però… >>, la sua voce incominciò a tremare, e Sakura dovette fermarsi. Serrò gli occhi per fermare il bruciore, prima di andare avanti.

<< …La verità è che tutta va sempre peggio, e io non riesco mai a fare niente. Come posso aiutare gli altri se non riesco neanche a vedere le difficoltà della gente che mi sta attorno? Sono un disastro, e so solo piangermi addosso, a quanto pare. >>, mormorò alla fine, realizzando dove le parole l’avessero portata.

Si pentì immediatamente di aver parlato così, di aver mostrato le proprio debolezze. Con un sospiro di frustrazione, appoggiò i gomiti al bancone dell’Ichiraku, coprendosi il volto con le mani.

Naruto si limitò a stare lì di fianco a lei, senza dire niente.
Dopo qualche secondo Sakura si ritirò su, strofinandosi con forza gli occhi.

<< Posso… Posso chiederti un’ultima cosa? >>

Lui non rispose.

<< Se io non ti avessi chiesto, se non avessi insistito così, tu me ne avresti parlato? Mi avresti raccontato cos’era successo, di tua volontà? >>, mormorò lei, guardandolo dritto in volto, e Naruto questa volta non riuscì a distogliere lo sguardo da quegli occhi verdi.

Avrebbe voluto dire “sì, Sakura-chan”, e aprì la bocca per farlo, ma nessun suono volle uscire. Lei non aggiunse altro, distogliendo lo sguardo.

<< Come immaginavo. - disse fra sé e sé, con un sorriso amaro – grazie di tutto, Naruto. Credo che andrò, dopotutto domani ci aspetta una missione importante. >>

Anche dopo che lei se ne fu andata, il ragazzo non si mosse.

 

* * *

 
<< Sapevo che l’avrei trovata qui, sensei. >>

Kakashi Hatake, in piedi di fronte al monumento ai caduti di Konoha, non dette il minimo segno di aver udito le parole della sua allieva, che si avvicinava lentamente, mentre lui ancora le dava le spalle, immobile. La kunoichi non insistette, limitandosi a scorrere lo sguardo sui nomi incisi sulla lapide, cercando di non abbassare troppo gli occhi, cercando di non ricordare.

<< La tua presenza qui invece è una novità, Sakura. Qual’è il problema? >>

<< Dev’esserci per forza un problema? >>

<< Ce ne è sempre uno. >>

La sua risata suonò terribilmente vuota e stanca, ma lei non se ne preoccupò.

<< E’ vero. Qualsiasi cosa facciamo, le cose non vanno mai per il verso giusto. >>

Il jounin non rispose.

<< Perché questa missione, così all’improvviso? Che cosa significa? >>

<< I dettagli li avrete domani mattina. >>

<< E’ di livello massimo! Ne abbiamo affrontate solo altre due! Una cosa del genere normalmente richiede un minimo di preparazione! >>

<< Abbiamo convenuto nel farlo, e abbiamo i nostri buoni motivi. >>

<< Ma quali motivi? E poi, voi chi? Voi…? >>, la ragazza si interruppe, spalancando gli occhi come colta da una rivelazione improvvisa.

<< L’altro ieri, nell’ufficio dell’Hokage, insieme a Yamato-taichou… E’ di questo che stavate parlando, vero? >>

<< Sì. Era di quello. >>

<< Ma cosa significa, una decisione così affrettata? E poi, giusto dopo quello che è successo fra Sasuke-kun e Naruto, non-

Si bloccò nuovamente, e questa volta i suoi occhi mostrarono confusione, ma anche paura.

<< Non… Non può essere che… >>

Kakashi non disse nulla.

Sakura si morse un labbro, cercando di calmarsi e raccogliere i pensieri.

<< Che cosa… Che cosa avete pianificato? Cos’è questo, una specie di test? E’ per vedere se Sasuke e Naruto sono ancora buoni per le missioni sporche? Volete controllare che siano abbastanza sani di mente, o dovrete rinchiuderli in gabbia?! Cosa sta succedendo, cosa diamine sta succedendo? >>

Sakura terminò la frase quasi urlando: era rossa in viso, e i suoi occhi esprimevano tutta la rabbia e la preoccupazione che non era riuscita a celare. Passarono alcuni secondi privi di risposta, durante i quali continuò a fissare con dolorosa insistenza il suo ex-sensei, pronta a insistere anche tutta la notte, pur di ricevere le risposte di cui aveva bisogno.

Finalmente, Kakashi si voltò a guardarla (e nei suoi occhi non c’era rabbia o nervosismo, non c’era niente, solo quella nota sottile quasi impercettibile, quella tristezza sempre celata che non sembrava abbandonarlo mai) e finalmente parlò.

<< Sakura, non c’è nessuna congettura ordita nei vostri confronti, niente del genere. Quella che successo ieri notte, è più grave di quanto abbiamo voluto farvi credere, questo sì. Ed è per questo, che a parte noi, Tsunade e Yamato, nessuno sa nulla. >>

La kunoichi non riuscì a mascherare la sorpresa: << Cos… Perché? >>

<< Il concilio avrebbe sicuramente preso provvedimenti. Ci sono forze… Ci sono cose che appartengono al passato, e non andrebbero risvegliate. Il sigillo di Orochimaru, come la Volpe a nove code, sono ancora argomenti delicati, nonostante tutto il tempo passato. La gente non vuole più sentirne parlare, perché ricorda i tempi in cui nessuno era al sicuro. >>

<< Quindi, questa missione…? >>

<< Puoi considerarla una prova, sì. >>, concluse Kakashi con uno dei suoi sorrisi pressoché invisibili, ma comunque innegabilmente reali.

La kunoichi riuscì a tirare un sospiro di sollievo, ma c’era ancora qualcosa che non capiva, che non quadrava perfettamente.

<< Eppure… Naruto, nelle condizioni in cui è, affrontare una missione di quel tipo… Mi sembra insensato. No, no non riesco proprio a capire. >>, terminò scuotendo la testa.

<< Io partirò con voi, poi ci raggiungerà anche Yamato. Puoi stare tranquilla, la situazione è sotto controllo. >>

Sakura si sentì un poco rincuorata, e neanche si accorse che in realtà non aveva ricevuto risposta alla sua domanda. Non riuscì comunque a calmare completamente la propria ansia: << E se le cose non dovesse andare bene? E se invece-

Il jounin le posò una mano sulla spalla: << Sakura. Smettila di tormentarti in questo modo. Io ho fiducia in Naruto, e anche in Sasuke. Andrà bene, vedrai. >>

La ragazza abbassò lo sguardo, annuendo appena.

<< Sì. Sì, sicuramente sarà così. >>, mormorò in tono appena udibile.

Kakashi lasciò andare la sua spalla e fece un ultimo, breve sorriso, come a confermare ciò che aveva appena detto.

<< Grazie di tutto, sensei. >>, disse lei con un inchino.

<< Non sono più il vostro sensei. >>

Sakura accennò un breve sorriso.

<< Lo so. >>

Kakashi guardò la sua allieva allontanarsi nuovamente, e i suoi occhi tornarono alla superficie liscia della pietra, fissandola senza guardarla realmente.

Andrò tutto bene…

                                               Io ho fiducia in loro.

                                                                                         Non c’è nulla di cui preoccuparsi.

         E’ solo una prova.

 

<< Già… Certo. >>

Gli sarebbe piaciuto riuscire a crederci lui stesso.

 

Cosa volete fargli?

 

* * *

 

La mattina dopo, alle sei il sole era già sorto da un pezzo, nonostante la luce non fosse ancora forte, e il sole apparisse filtrato da una nebbia leggera. Sasuke si incamminò senza alcuna fretta verso l’uscita della città, sapendo che qualcuno sarebbe comunque arrivato in ritardo.
Com’era prevedibile, una volta arrivato scorse solo Naruto e Sakura, seduto a terra in perfetto silenzio. Nessuno di loro tre sembrava aver passato una notte particolarmente tranquilla.

<< ‘giorno, Sasuke-kun. >>, mormorò Sakura alzando appena lo sguardo, mentre Naruto si limitò a un cenno del capo, al quale Sasuke rispose svogliatamente.

Si appoggiò al muro della torre di guardia. Gli Ambu, a pochi metri da loro, fissavano la distanza con gli occhi ciechi delle maschere, immobili come statue.
Passarono i minuti senza che nessuno di loro parlasse.

Sasuke forse se ne accorse, ma non volle rifletterci troppo, perché dopotutto la voce squillante di Naruto e gli strilli di Sakura gli causavano sempre un brutto mal di testa, soprattutto di prima mattina. Quindi, meglio così. Però era strano.
Naruto non ci fece caso, o meglio, non riuscì a farci caso: per lui non c’era quel pesante silenzio, ma un continuo, snervante sibilare nella testa, e sapeva perfettamente a chi appartenesse. Poi c’era quel dolore sordo, una specie di pulsare in prossimità dell’occhio destro (l’occhio che non c’era, non c’era più), e quindi non avrebbe dovuto preoccuparsene. Però era strano.
Sakura il silenzio lo sentiva perfettamente, e le rimbombava nelle orecchie come il più fastidioso dei frastuoni. Ma non vedeva perché dovesse essere lei a romperlo, sempre lei, lei che non riusciva a capire, lei che continuava a rimanere un po’ indietro. Le piaceva fare finta che non le importasse, davvero, quando invece capiva perfettamente che era strano, e c’era qualcosa che non andava.

<< Vi trovo più tranquilli del solito, oggi. >>

I membri dell’ex- Team Seven si voltarono all’unisono verso la voce del loro sensei, che apparve passeggiando tranquillamente proprio dall’uscita del Villaggio della Foglia, come se stesse rientrando solo in quel momento.

<< Sei in ritardo, sensei. >>, mormorò Sakura aggrottando le sopracciglia, perché questa volta, un motivo doveva esserci.

<< Lo so. Ma vedete, l’alba nella foresta è così bella... >>

I tre ragazzi si scambiarono occhiate perplesse, come a dire, di questo se ne riparlerà dopo. Come se potessero sperare di tirare fuori qualcosa dall’enigmatico sensei.

<< Beh, cosa state aspettando? Forza, in marcia. >>

La foresta era silenziosa quanto loro, ogni passo risuonava sugli arbusti secchi e sul fogliame sparso. Si muovevano velocemente, scattando fra gli alberi.

Avanzavano ormai da parecchie ore, quando Kakashi ruppe brevemente il silenzio.

<< Se riuscite a tenere questo ritmo, per sera dovremmo arrivare al villaggio del suono. >>

Per quanto fosse impossibile, Sasuke ebbe quasi l’impressione di aver sentito i suoi compagni irrigidirsi.

Il villaggio del Suono. Sapevano bene che significato avesse per lui, come lui non ignorava ciò che significava per loro. Era il passato. Il passato che avrebbero voluto cancellare.
Dopo la morte di Ororchimaru, Otoagure era rimasta priva di un capo politico. In realtà il Sannin non si era mai particolarmente preoccupato dell’amministrazione del paese che aveva fondato, troppo occupato a inseguire le sue follie: dopo il suo decesso però, la situazione era precipitata nel caos. Le grandi nazioni aveva voluto fare niente, e il Suono era ben presto diventato un covo di assassini e ninja fuggitivi, dove regnava l’anarchia più completa. Nessuno sapeva con certezza cosa stesse accadendo laggiù, poiché le comunicazioni ufficiali si era interrotte molto tempo prima. Nessuno degli Ambu mandati in avanscoperta era mai tornato indietro.

Era quasi pomeriggio, quando si fermarono a fare una pausa.

Dopo aver consumato velocemente un pasto, si sedettero al riparo di alcuni alberi, ancora una volta in silenzio, ma questa volta per l’assenza di fiato.

<< E’ il caso che vi comunichi i dettagli della missione – incominciò subito Kakashi, senza perdere tempo – e vi avverto che non sarà facile. >>

I tre jounin rimasero in attesa, tesi.

<< Come tutti voi dovreste sapere, eccezion fatta forse per Naruto, il villaggio del Fulmine confina con quello Suono. Ancora, anche se a grandi linee, dovreste ben sapere quale sia la situazione laggiù. E’ da molto che il nostro Hokage e il Raikage non hanno una comunicazione ufficiale: questo perché quest’ultimo, da qualche tempo, si rifiuta di concederci l’onore di una sua visita. E la cosa ha allarmato il consiglio, visti anche i precedenti di Kumokagure. >>

Durante la Grande Guerra dei Ninja, Foglia e Tuono avevano combattuto fra loro.

<< Si teme un’alleanza fra il Fulmine e il Suono volta a destabilizzare i trattati di pace? >>

<< Esattamente, Sakura. >>

La kunoichi non sembrò felice di avere conferma dei propri sospetti, e si limitò a stringere le labbra.

<< Il nostro compito sarà quello di passare attraverso il Suono inosservati, per poi arrivare a Kumokagure sempre sotto copertura. Nessuno deve sapere che siamo lì. >>

Questa volta fu Sasuke ad intervenire.

<< Ma il consiglio di Konoha ne è a conoscenza, vero? >>

Silenzio.

<< …Avremmo dovuto immaginarlo. >>

<< Oh, cazzo. >>, biascicò Sakura, abbassando la testa.

<< Cosa significa? >>, borbottò Naruto, che aveva seguito distrattamente tutto il discorso.

<< Significa – sibilò Sakura – che non è una missione ufficializzata. Non è affatto una missione, a dire il vero: nessuno sa che siamo qui, e se dovessimo avere bisogno di una copertura, non verrebbe mandato nessuno! Significa che quando torneremo a Konoha e scopriranno qualsiasi cosa dovremo fare nel Fulmine, verremo denunciati per atti illegali come ninja dal consiglio, ecco cosa! Neanche Tsunade-sama…! >>

<< L’Hokage ci coprirà, invece. – intervenne tranquillamente Kakashi – l’ha già fatto, a dir il vero: ufficialmente, questo è un allenamento organizzato da me con la previa autorizzazione per assicurarmi che le vostre capacità in quanto Jounin siamo effettive. >>

Nessuno disse niente.

<< Anche se questo ci darà solo due giorni. Quando non ci vedranno tornare, probabilmente qualcuno capirà. >>

<< Ecco perché Yamato-taichou non è partito con noi… >>, sussurrò Sakura, portandosi una mano al volto.

<< Sì, è per questo. >>

<< Fantastico. Davvero fantastico. >>, mugugnò Naruto.

<< La situazione potrà sembrarvi spiacevole, ma vi assicuro che è l’ultima cosa di cui mi preoccuperei, al momento. Se riusciremo a completare la missione, andrà tutto bene. >>

<< E se invece non dovessimo riuscirci? >>, domandò Sakura in un soffio.

<< Oh, in quel caso il Consiglio degli Anziani sarebbe l’ultimo dei nostri pensieri. >>, rispose con aria noncurante Kakashi, con un sorriso che li rassicurò affatto.

<< Adesso si che ci sentiamo tutti più tranquilli. >>, sospirò Naruto con una nota di sarcasmo.

<< Ne sono oltremodo felice. Ora, passando alla parte seria… >>

 

* * *

 

<< Yamanaka!! Da questa parte, presto! >>

Nella confusione, Ino riuscì a distinguere una voce femminile chiamare il suo nome. Voltò appena la testa, per cercare di individuarne il proprietario, ma nella folla fu impossibile distinguere alcunché. Invece, si concentrò sulle sue mani: aumentò la pressione del chakra, cercando di cicatrizzare il moncherino dell’uomo sdraiato a terra: con un ultimo sforzo, riuscì a fermare l’emorragia, e lasciò terminare il lavoro a un’apprendista, mentre correva verso la direzione opposta.

<< Arrivo! >>, gridò con la poca voce che le rimaneva.

Arrivò all’entrata dell’ospedale, e ciò che vide la fece impallidire. Fu solo la stanchezza che le impedì di lasciarsi sfuggire un grido d’orrore.

<< Oh… Oh, dio. >>

Un gruppo di ninja avanzava aveva appena fatto il suo ingresso: due uomini portati in barella presentavano ustioni sul 70% del corpo, a giudicare a vista d’occhio: i volto erano deformi e irriconoscibili, l’odore della carne bruciata fortissimo. Gli altri due, una ragazza e un ragazzo, non riuscivano neanche a reggersi in piedi, sorretti da i compagni messi un po’ meglio di loro: erano retti di peso, e a giudicare da come le gambe poggiavano prive di forza al suolo, i collegamenti neuronali dovevano essere stati completamente recisi dalla vita in giù. Avevano gli occhi spalancati e fissi, ma non erano coscienti: più probabile che si trovassero in stato di shock.

<< Delle barelle… - Ino si accorse un momento dopo di aver appena sussurrato – Tamaki! Nagino! Qui, subito, con due barelle! >>

L’inferno doveva essere un posto del genere.

Quando aveva accettato (o meglio, era stata costretta ad accettare) quella missione, non avrebbe mai immaginato nulla del genere. Che Sunakagure avesse bisogno di ninja medici, non era una novità: il villaggio della Sabbia, nonostante avesse aperto un’accademia per le Arti Mediche, rimaneva cristallizzata sull’offensiva. I ninja di quelle terre aspre e solitarie desideravano combattere, non perdere tempo su libri di anatomia ed erbe medicinali.

L’avevano mandata lì insieme ad una squadra di altri quattro ninja medici. Il capo spedizione era della casata degli Hyuuga, e anche la piccola Hanabi aveva insistito per venire. Pochi minuti prima l’aveva incontrata di sfuggita per i corridoi del grande ospedale: il volto era pallido e le mani sporche di sangue, gli occhi spaventati, ma comunque fermi, decisi. Era terrorizzata, ma questo non le impediva di combattere e sforzare al massimo le sue capacità.

Non sapevano ancora perfettamente cose fosse successo, ma era evidente che ci fosse stato un attacco a sorpresa. I ninja che erano stati attaccati erano quelli alle porte della città: nessuno era stato in grado di riconoscere gli offensori. Il Kazekage si trovava proprio in quel momento in colloquio privato con lo Tsuchikage, ed era risultato subito chiaro l’intento provocatorio dell’azione.

<< Nagito, cerca di estrarre il veleno, io penserò all’emorraggia, e-

Nagito Hikaru le posò una mano incrostata di sangue sul braccio, con fermezza, come a voler fermare i suoi movimenti. Lei si bloccò.

<< Yamanaka… >>

Ino non trovò la forza di alzare gli occhi e guardarla in faccia.

<< E’ morto. >>

La situazione tornò sotto controllo solo a sera.

I feriti erano stato sistemati nelle stanze dell’ospedale, sorvegliati costantemente e tenuti sotto monitoraggio. Alcuni volontari si preoccupavano di identificare i morti e garantire loro una sepoltura perlomeno decente. Nonostante le urla e la paura, Ino non ricordava di aver visto una sola persona versare una lacrima.
Si lasciò cadere, esausta, su una delle scomode sedie di una sala d’aspetto completamente vuota. Le girava la testa, si sentiva tremare le gambe e le costava uno sforzo enorme mantenere gli occhi aperti, ma sapeva di non poter assolutamente dormire. In caso di emergenza, ci sarebbe stato bisogno del suo aiuto.

Facendo mente locale su ciò che era accaduto in quella giornata, le venne quasi da ridere riflettendo su qual’era stata la sua maggiore preoccupazione, nell’apprendere di dover andare a Suna.
Shikamaru: durante quelle ore, non aveva pensato a lui neanche una volta.
Ma non poté fare a meno di richiamare alla mente i contorni del suo volto, ancora così vividi nella memoria, mentre Temari della Sabbia faceva il suo ingresso in quella stanza.

 

* * *

 

<< Quindi dobbiamo semplicemente assicurarci che ‘sti tipi non stiano pianificando nulla di losco e poi tornarcene tranquillamente a Konoha, no? Troppo facile. >>

Sakura, Sasuke e Kakashi si voltarono a fissare il ninja, decisamente perplessi.

<< Dobe, quanto invidio il tuo semplice circuito mentale. >>, borbottò Sasuke, alzando gli occhi al cielo.

<< Ottima capacità di sintesi, Naruto. Più o meno è così. >>

<< E in caso stessere invece pianificando qualcosa? Cosa dovremmo fare? >>

Per un attimo, l’aria sembrò gelarsi intorno a loro. Gli occhi dei tre ragazzi era fissi sulla figura del loro sensei, che se ne stava tranquillamente appoggiato con la schiena ad un albero, gli occhi bassi e le braccia incrociate. Quasi poteva sentire il suo ghigno.

<< Nulla. Non siamo autorizzati a prendere iniziate di alcun tipo. Dovremmo solo tornare al Villaggio molto in fretta, e riportare quanti più dettagli è possibile. >>

Sasuke e Sakura si scambiarono un’occhiata. Entrambi celavano la stessa perplessità e preoccupazione, che Naruto, troppo impegnato a intimare alla maledetta Volpe di stare zitta una volta per tutte (e l’occhio, no, non c’era nessun occhio, ma pulsava continuavaapulsare) mentre il dolore alla testa gli impediva di focalizzare l’ambiente come di dovere.

I suoi compagni di squadra continuarono a discutere un altro po’, ma le loro voci erano distanti e ovattate, e non capiva perché avrebbero dovuto fare tutte quelle domande, a lui bastava combattere, doveva combattere, sapeva che quella era l’unica cosa che potesse aiutarlo, qualsiasi cosa purché dannazionestaizittostaizittosmettila.

 << Naruto? >>

Il ragazzo spalancò gli occhi, guardandosi intorno confuso, come se fino a quel momento non fosse stato lì. Finalmente riuscì a inquadrare Sakura, che lo fissava con una certa curiosità mista a preoccupazione.

<< Uhn… Cosa c’è? >>, disse bruscamente, tirandosi in piedi.

<< Stiamo andando. >>, fu la risposta secca della kunoichi.

  

* * *

 
<< Yamanaka, giusto? >>

Temari non aveva mostrato particolare sorpresa nel vederla lì, né si era lasciata andare a convenevoli. A pensarci bene, essendo sorella del Kazekage, doveva già essere stata informata del suo arrivo. Quindi, anche lui sicuramente…

<< Sì. Puoi chiamarmi Ino, Temari-san. >>

La kunoichi annuì appena, senza neanche tentare di sorridere. Si sedette su una panca posta di fronte a lei e chiuse gli occhi, rimanendo ferma e in perfetto silenzio.
Ino non riuscì a nascondere il nervosismo, e passò i minuti seguenti muovendosi sul sedile improvvisamente scomodo, e lanciando occhiate di sottecchi alla ragazza. Le sarebbe piaciuto ostentare la stessa indifferenza, ma la cosa le riusciva impossibile.

Con un sospiro di frustrazione, cercò di concentrarsi su qualcos’altro, ma appena chiudeva gli occhi, il sangue, le ferite e l’odore della carne bruciata la facevano sussultare. Si guardò le mani, che erano ancora sporche di sangue ormai secco, e solo in quel momento si accorse di non essersi neanche sciacquata una volta.

<< Temari-san – inaspettatamente, a parlare fu proprio la sua voce – è stato scoperto cosa sia successo? Chi ha mandato l’attacco? >>

La kunoichi spalancò gli occhi fissandola dritta in volto, mentre i suoi lineamenti si irrigidirono visibilmente.

<< Queste – mormorò quietamente, ma con voce gelida – queste sono questioni private che riguardano Sunakagure. In quanto ninja di Konoha, non avete alcun diritti di sapere dei nostri affari interni. >>

Ino rimase sorpresa dalla risposta brusca, ma la stanchezza le impedì di reagire o arrabbiarsi, come avrebbe fatto altrimenti.

<< Noi di Konoha – ribatté stizzita – abbiamo lavorato tutto il giorno al vostro fianco salvando i vostri ninja come fossero stai nostri compagni, e questo penso mi dia perlomeno il diritto a una domanda! >>

Temari ascoltò impassibile il suo sfogo, prima di lasciarsi sfuggire uno sbuffo.

<< Sempre pronti a scaldarvi, voi della Foglia. >>

<< Già… >>, assentì passivamente lei.

Le due ragazze si scambiarono una smorfia, una specie di sorriso divertito. Per entrambe era come guardare uno specchio al contrario: erano uno l’opposto dell’altra, ma in quel momento i loro volti mostravano gli stessi segni della stanchezza e della preoccupazione, per il medesimo motivo.

Passarono alcuni secondi. Temari la guardava, come in atteggiamento di attesa.

<< Temari… Vorrei parlare con Shikamaru. >>

Ancora una volta, Ino non poté credere che fosse stata proprio lei a dire quelle parole.

Ma Temari, inaspettatamente, non smise di sorridere.


<< Sì. >>

 

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Un capitolo straordinariamente lungo necessita di note straordinariamente lunghe.
In realtà so che nessuno ne sente l'impellente bisogno, ma comunque lasciatemi blaterare un po', suvvia ù_ù sarà che sono appena tornata da Lucca Comics, ma mi sento leggermente su di giri... Tranquilli, non ho intenzione di farvi un sermone su quanto fantastica fosse la fiera (anche se sarebbe terribilmente divertente) mi limiterò invece a qualche precisazione tecnica.

Il capitolo è probabilmente strapieno di imprecisioni, e anche dal punto di vista stilistico avrei potuto essere più pignola, ma è da talmente tanto che l'ho pronto, ed è talmente tanto che volevo pubblicarlo che non ho saputo resistere.

Forse qualcuno avrà notato la questione: Naruto, Sakura e Sasuke già jounin, nonostante non ancora ventenni, il che è peculiare, visto che i jounin più giovani che vediamo di solito non hanno meno di 24 anni (casi speciali a parte, come Kakashi e Itachi) ma tenendo presente che all'età di 16 anni, punto attuale del manga, tutti loro hanno raggiunto i rispettivi maestri, credo sia plausibile. Ok, nessuno me l'aveva chiesto, ma ci tenevo a dirlo.

L'incontro tra Temari e Ino. Sarebbe stato molto più logico mettere una scazzottata al femminile, visto il carattere dei personaggi, però sinceramente lo trovo decisamente banale, oltre che triste: entrambe perderebbero completamente la dignità, nel battersi per lo stesso uomo <.< quindi ho optato per qualcosa di meno ovvio, anche se forse un po' sforzato. Ditemi voi che ne pensate.

Per chi si fosse aspettato chissà cosa riguardo a "l'appuntamento" tra Sakura e Naruto, avrà visto che le cose non sono esattamente rose e fiori, anzi. Ho calcato molto la mano sull'angst, ma dopotutto, ve l'avevo detto.

Un ultima nota prima di qualche anticipazione: ci tengo a questo capitolo, in caso non si fosse notato. Quindi non sapete quanto mi farebbe piacere ricevere recensioni articolate e costruttive, davvero. Anche la minima cazzata che vi venga in mente... ditela.
E vi ringrazio tanto, tantissimo per aver recensito: la storia è rimasta ferma scandalosamente a lungo, ma ho visto che molte persone non hanno mollato^^ Grazie mille!

Adesso, qualche anticipazione.

- Ritorno di Shikamaru. Ebbene sì, vedremo un ritorno in scena.

- La missione del Team 7. Ci sarà parecchia azione, e un'altra new entry.

- Angst. Oh, dio, quanta angst.


Credo proprio di aver detto abbastanza


suzako

  
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