Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: Haruakira    16/04/2013    3 recensioni
Estratto: "Quando vide una testa bionda soffocò un urlo tra i denti facendo girare la padrona del locale verso di sè. Il primo istinto fu quello di nascondersi dietro il bancone e strisciare fino alla porta di servizio per scappare a gambe levate, le pizzicavano un poco gli occhi. Quando il ragazzo si girò e potè vedere il suo viso tirò un sospiro di sollievo, si toccò il cuore che pareva scoppiarle nel petto e si andò a nascondere in un angolino a ridere e a piangere insieme"
(N.B. Accenni shonen-ai Milo/Camus.)
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gemini Kanon, Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
4 running away
Eiri lo guardò mordendosi l' interno della bocca. Si diede mentalmente della scema, della pazza e dell' idiota per quello che stava per fare.
Ma forse aveva ragione Irene. Kanon non era Dimitri.
-Ok- disse alla fine.
Kanon sorrise:- Bene. Quando ci vediamo?
Eiri guardò l' orologio che aveva al polso sinistro:- Ora?- propose- è ora di mangiare.
Kanon annuì:- Prima di me non ne vuoi sapere nemmeno morta e ora non vedi l' ora di avere un appuntamento- la prese in giro.
La ragazza si stupì. Quell' uomo era anche divertente. Si domandò se avesse qualche difettuccio. Nonostante questo non potè fare a meno di sciogliersi di più.
-Ma sentitelo- rispose- Voglio solo scroccarti da mangiare. Paghi tu no?
-E io che pensavo che ad invitarmi fossi stata tu.
-Ah sì? Allora ci deve essere stato un equivoco di fondo.
Kanon seguiva la ragazza camminare verso il centro:- Dove andiamo?
-In un posto molto chic.
-Argh- il saint gemette augurandosi che quel posto non fosse eccessivamente chic per le sue povere tasche. Alla fine arrivarono di fronte ad una panineria piena di ragazzi.
Eiri fece un ampio gesto col braccio:- Ti presento il "Tomato rosso". Qui fanno i panini migliori della Grecia intera.- Eiri gli fece cenno di seguirla. Qualche minuto dopo erano seduti ad un tavolino all' aperto a mangiare patatine e panini e a bere aranciata.
-Non è roba molto salutare- fece Kanon guardando il suo panino. La mangi spesso?
Eiri si fermò con una patatina fritta a mezz' aria:- Non sei uno di quei tipi fissati col fisico vero?- si assicurò.
-Non proprio ma ecco... non sono abituato a mangiare queste cose.
-Quando andavo al liceo il sabato mangiavo fuori con gli amici- spiegò Eiri- pizza o panini. Cose così. Non ti saprei spiegare ma... bho... mi dà una bella sensazione venire qui.
-Io non ho mai fatto questo genere di cose- disse Kanon
Eiri sgranò gli occhi:- E' assolutamente impossibile. Tutti gli adolescenti vivono mangiando schifezze, per lo meno il sabato sera.
Percepì l' atmosfera farsi seria all' improvviso, Kanon taceva e la fissava serio. Abbassò subito gli occhi sul tavolo, forse aveva parlato troppo, si stava immischiando in cose che non la riguardavano.
Era evidente che la conversazione non stava procedendo nel modo migliore, si erano come arenati.
-Va bene dai- fece allora lei abbozzando un sorriso di scuse- ti ho fatto conoscere un bel posto no?
Kanon annuì rilassato allungando la propria mano verso la vaschetta con le patatine:- Potremmo venirci il sabato sera allora- le disse ridacchiando.
Eiri sorrise con lo sguardo addolcito puntato sulla piazza. Sarebbe stato bello, sì.

Alla fine erano stati seduti al tavolino per più di un' ora. Eiri, una volta che si scioglieva, parlava parecchio. Kanon si chiese quante cose potessero frullare in quella sua testolina. Chiedeva sempre, in maniera quasi innocente. Era curiosa.
Era partita dal suo segno zodiacale per cercare di capire se potessero essere compatibili.
Non appena Kanon aveva terminato di dire "Gemelli" Eiri strinse i denti facendo una faccia afflitta.
-Che c' è?- aveva chiesto stupito lui- che hai contro i gemelli?
-Niente. E' solo che secondo me quelli dei gemelli non la raccontano mai giusta. Hanno una doppia faccia. Senza offesa, eh. Non è che io ti conosca e intenda dire...- aveva iniziato balbettando- cioè, intendo che le esperienze che ho avuto con la gente di quel segno non sono state proprio idilliache.
-Va bene, va bene. Ho capito l' antifona- la liquidò Kanon. La cosa che lo infastidiva è che si sentiva punto sul vivo. Eiri aveva ragione, inconsapevolmente gli aveva buttato in faccia la verità, in maniera piuttosto semplice e sconclusionata tra l' altro, e questo non riusciva ad accettarlo. Persino con lei si sarebbe comportato da ipocrita, lo sapeva perfettamente. Le avrebbe mentito, era ovvio. La stava frequentando per capriccio, perchè aveva voglia di assaggiare la normalità degli uomini comuni. Di lei questo la incuriosiva, il suo essere dannatamente normale, una tra tanti, una che di divino non aveva assolutamente nulla e di spirito guerriro, poi, nemmeno a parlarne.
Non sacerdotessa, non guerriera, non amazzone dalle cosce dure e dal fisico asciutto -e sensuale, dei!- scolpito dalle fatiche e dalle innumerevoli lotte.
Non dea superba e potente e neppure candida e virginale da salvare o da combattere.
Si chiese come fossero le cosce di Eiri, la sua pancia, le sue braccia. Se fosse un' amante sottomessa oppure focosa. Kanon sorrise, prima o poi lo avrebbe scoperto, per ora si accontentava di esplorarla con semplici parole che innocue lambivano l' aria tra l' oro.
Di certo Eiri odorava di buono, di ciambelle zuccherate e sapone, odori semplici e genuini, ordinari addirittura, un po' come lei.
Tuttavia si sentì piuttosto in colpa. Era come se in qualunque cosa facesse non poteva - e forse non voleva- liberarsi della natura del segno a cui era legato. Perchè in fondo la natura dei gemelli era la sua stessa natura, la sua indole più intrinseca.  Portato per vocazione all' inganno e alla menzogna.
Sospirò:- E tu di che segno sei?
-Sono del Toro.
-Del toro- ripetè Kanon. Gli venne in mente Aldebaran, un omaccione testardo come pochi ma fondamentalmente buono e pacifico.
Kanon la fissò.
-Non guardarmi così- si agitò Eiri- mi imbarazzi.
Candida, pensò.
-Secondo te Toro e Gemelli potrebbero andare d' accordo?- le chiese
Eiri fece spallucce:- In realtà anche se i segni zodiacali hanno un certo fascino non possiamo basare le relazioni che abbiamo con la gente solo su queste cose. Poi ogni persona è diversa, il suo segno c' entra poco. Io ci scherzo su e ammetto anche che mi piace leggere l' oroscopo sul giornale, spulciare le caratteristiche dei segni e cose così per vedere quanta rispondenza abbiano con la realtà. Ma alla fine mi fermo lì, è solo semplice curiosità. Ecco perchè ti ho chiesto qual' è il tuo segno- aveva fatto un ampio sorriso- ora se vuoi puoi dirmi il tuo gruppo sanguigno, quanto sei alto, qual' è il tuo colore preferito e il tuo piatto preferito, i tuoi hobby e che lavoro fai.
Kanon aveva strabuzzato gli occhi. Era un interrogatorio!
Eiri si era messa a ridere:- Sto scherzando!
Quasi...

Erano passati quasi due mesi. Kanon era un cliente abbastanza assiduo del "Le chat Noir" benchè non potesse recarvisi ogni giorno perchè lentamente la vita al Grande Tempio era ritornata alla normalità. Certe missioni lo tenevano lontano da casa anche per giorni interi.
Aveva detto ad Eiri di essere una guardia del corpo. Di Saori Kido.
-Presente la miliardaria? Lei.
Eiri aveva strabuzzato gli occhi:- Pensa che gran pezzo di casa che deve avere!- aveva detto.
Sam, che passava accanto a loro si era fermata col vassoio vuoto a mezz' aria:- Quella vestita come una bomboniera?!- aveva urlato- Madame! Madame!- la proprietaria del locale si era girata in direzione della rossa, stessa cosa aveva fatto la sparuta clientela- ma l' ha sentito?
-Cosa ho sentito?
-Kanon qui è il body guard della Kido- aveva spiegato col forte accento scozzese.
-La miliardaria?!
-Lei.
Kanon si mise una mano sulla fronte. Avrebbe dovuto inventarsi qualche altra frottola. Aveva esagerato. Aiolia lo stava osservando con aria di rimprovero mentre Milo sghignazzava impunemente.
Non osava immaginare cosa sarebbe accaduto se Saga fosse venuto a saperlo.
Eiri e Sam erano appoggiate al bancone, la seconda mollò il vassoio sporgendosi verso Kanon:- Che tipo è?- aveva domandato allargando la bocca in un ghigno smaliziato.
-E'... è- Kanon guardò di sfuggita Eiri ascoltare in silenzio. Si maledisse per l' ennesima volta e tossì rumorosamente. Bè non era poi tanto difficile dare una descrizione di Atena!
-E' una donna in apparenza distante, almeno all' inizio ma poi ti regala praticamente il cuore. E' gentile, generosa e comprensiva.- tacque qualche secondo- Buona. Buona davvero
Eiri si morse il labbro, lo faceva spesso, soprattutto quando era nervosa o imbarazzata e Kanon questo lo sapeva. Aveva imparato molte cose su di lei, talmente tante che quasi se ne stupì.
-Ne parli come se fosse un angelo o una dea- disse seria.
Il ragazzo si chiese cosa le passasse per la testa. Gelosia? Non poteva essere gelosa di Atena! Era la sua dea!
Momento, Eiri mica lo sapeva e anche se lo avesse saputo probabilmente non sarebbe cambiato un granchè.
Ad esempio era venuto a sapere -da Milo che a sua volta lo aveva saputo da Aphrodite che a sua volta ancora lo aveva saputo da Shura a cui lo aveva detto direttamente Shyriu- che la giovane Shun Rei covava un po' di gelosia nei confronti della dea. Non lo avrebbe mai detto.
-No- si discolpò- è che mi ha aiutato veramente tanto, tutto qui. Le sono riconoscente.
-Perch...-Sam bloccò la propria domanda sul nascere, Eiri le stava letteralmente arpionando il braccio. Ecco, forse quella era una domanda un po' troppo personale, peccato che la rossa avesse un concetto tutto suo di cose come privacy, intimità e compagnia bella.
-Ma non ce l' ha un fidanzato?- chiese la signora Maniatis smettendo per un attimo di sferruzzare.
Atena fidanzata? Ma stiamo scherzando? E' una dea vergine, per Zeus!
Kanon ignorò il prorpio rumoroso pensiero e cercò di dissimulare lo stupore:- Mha, non saprei- fece vago
-Non ce lo vuoi dire!- disse la Madame battendo il pugno accanto al registratore di cassa.
-Ma lo volete lasciare in pace questo povero Cristo?- intervenne Giorgos Papadoupolos pulendosi le mani sulla tuta da meccanico e squadrando la moglie- e tu, Antoniette, comprati qualche rivista come fai sempre invece di torturare il primo disgraziato che passa.
-Sei una lagnia Giorgios!- affermò la moglie- se non ti interessa torna alle tue macchine scassate, no?
-Tch- l' uomo si sfiorò i baffetti bianchi sporcandoli un po'- fammi un caffè piuttosto. E fallo buono.
La donna si alzò dirigendosi vero il bancone:- Lo faccio come viene- ribattè
-Io e Camus un giorno saremo così felici- sussurrò Milo ai due amici
-Ma se litigano tutto il giorno!- sbottò Aiolia
-Non capisci niente.
Anche Kanon aveva annuito, era evidente che quei due si amavano e persino si divertissero a stuzzicarsi a quel modo. Poi si voltò verso Milo domandandosi se quella sua affermazione fosse davvero seria o fosse piuttosto consapevole di quanto era impossibile e irrealizzabile.
Eiri si era allontanata per lavare alcuni bicchieri, Sam era rimasta lì con loro, poi aveva tirato Kanon per la manica chiedendo:- Veramente non hai qualche pettegolezzo sulla Kido?
-No.- rispose secco- tu invece non hai niente da fare?
Antoniette intanto diede la tazza col caffè al marito:- Due cucchiaini di zucchero- mormorò mescolandoglielo, poi afferrò un muffin e lo pose accanto alla tazza.
Giorgios le sfiorò una mano col dito:- Mi conosci bene eh?
La donna annuì:- Sono anni che ti sopporto, vecchio mio. Il caffè lo vuoi ben zuccherato e dopo ti piace mangiarti un dolcetto- gli strizzò la guancia scura e rise.
Giorgios si voltò verso i saints:- Ragazzi, lo vedete come sono fortunato? Me la sarei dovuta sposare prima.
-Ecco, ammettilo. Diglielo anche tu che non bisogna perder tempo. Tipo tu, Sam, che aspetti a trovarti un bel giovanotto?- si rivolse a Milo e ad Aiolia- voi due! Non vi piace Sam?
Aiolia divenne rosso come un peperone incapace di proferire parola, Milo rise affermando:- Io passo, sono già impegnato.
-E tu Aiolia?- lo stuzzicò Kanon
-No... non è che sia brutta, cioè... è... oh insomma, la smetti? Anche io sono fidanzato!
-E ti pareva- sospirò Sam- i migliori partiti sono tutti già belli che presi- puntò lo sguardo sulla porta a vetri vedendo comparire una figura baldanzosa- e in giro rimangono solo i cretini- borbottò riprendendo il vassoio dal tavolo.
Death Mask diede un' occhiata ai parigrado e si sedette sullo sgabello vuoto accanto a Kanon:- Fammi un caffè- disse rivolto a Sam.
-'sto stronzo- sussurrò la ragazza voltandosi verso la macchinetta. Si vedeva che il saluto era un optional troppo costoso.
-E voi che diavolo ci fate qua?- domandò il cavaliere del Cancro- tch, sempre a perder tempo.
-Ha parlato il gran lavoratore- disse Aiolia.
-Kanon!- chiamò Antoniette con voce imperiosa- che hai intenzione di fare con Eiri, eh? Te la sposi o no?
Il saint di Gemini sputò il cappuccino che aveva appena bevuto, prese un tovagliolo affrettandosi a ripulire e trascinandosi dietro le parole. Milo e Death Mask erano scoppiati a ridere impunemente, Aiolia, scioccato, si ripromise di non mettere più piede in quel locale, soprattutto se S. Valentino era alle porte.
-Mi sembra... un po'...- stava dicendo Kanon. Non aveva nemmeno finito di parlare che il "No" secco e allarmato di Eiri lo aveva interrotto-... prematuro- sussurrò il ragazzo guardandola a occhi spalancati.
-Cioè- aveva iniziato la ragazza con foga- come dice lui. Nel senso, è presto e poi ci dobbiamo conoscere. E poi neanche stiamo insieme!- aveva detto con tono stridulo per poi guardarsi intorno consapevole della pessima figura. Tossicchiò:- Scusate, mi sono fatta prendere.
-Io uno così me lo sposerei al volo- concluse l' anziana Maniatis.

Il Mercoledì Kanon ed Eiri andavano al cinema, il sabato sera giravano per Rodorio o andavano in qualche paese vicino e mangiavano alla panineria. Niente discoteche e cose del genere. Milo aveva provato a convincerli e un paio di volte c' era anche riuscito ma nè a lei e nè a Kanon, almeno in quel determinato periodo, andavano granchè a genio.
-Le discoteche sono il terreno di caccia ideale- aveva spiegato Milo ubriaco, una notte, mentre si trascinava e veniva trascinato da Kanon lungo le scale del Grande Tempio- nemmeno Camus ci viene mai. Mai. Maledizione! Se vuoi la normalità, Kanon, devi andare in discoteca- aveva biascicato.
-Per ora no. Non mi interessa la caccia, sto bene così. Mi piace la vita da accasato- sorrise. Ed era vero, gli piaceva quella tranquillità placida e quotidiana priva di turbamenti. In quel momento passare da un' avventura all' altra lo riteneva troppo impegnativo, paradossalmente. Non essere certo di avere qualcuno accanto, qualcuno da conoscere bene, provare emozioni e brividi troppo forti, l' eccitazione della caccia e della seduzione... tutto troppo movimentato.
E nella sua vita di movimento ce ne era stato fin troppo, aveva bisogno di fermarsi ed Eiri rappresentava una sosta piuttosto gradevole.
-Milo- si voltò poi verso l' amico che stava dicendo cose senza senso- mi spieghi che diavolo di problema avete tu e Aquarius?
Lo Scorpione dorato si dimenò liberandosi dalla presa dell' amico che lo sorreggeva e sedendosi con un tonfo sulle gradinate. Aveva aggrottato le sopracciglia assumendo l' espressione di un bimbo imbronciato. Scosse un po' la bottiglia semivuota che teneva in mano perdendosi nel liquido odoroso:- Se mi mettessi a piangere come una ragazzina, ora, sarebbe poco dignitoso?- chiese.
-Non so. Forse. Dipende più che altro- Kanon si accovacciò al suo fianco.
Milo alzò gli occhi sul cielo notturno pieno di stelle:- La guerra ha cambiato tutto, Kanon. Siamo lontani. Camus non riesce ad accettare il fatto di avermi ingannato e forse non mi perdona tutti gli insulti, legittimi, che gli ho tirato dietro- rise amaramente- e io non mi perdono il fatto che l' avrei voluto uccidere con le mie stesse mani. Lo avrei ammazzato per davvero, ne avevo proprio voglia- ringhiò- Non perdoniamo noi stessi. Come possiamo pensare di guardarci in faccia? I dolci, le torte e tentativo disperato di costruire la parvenza di un fottuto passato non servono a niente. Me lo sento.- si girò verso l' amico- per la prima volta ho desiderato di non essera mai stato un cavaliere. Questo compito mi sta chiedendo troppi sacrifici.
Il ragazzo si alzò barcollando, poi Kanon fece altrettanto. Non sapeva che dire. Tutto il discorso di Milo lo aveva spiazzato lasciandolo senza parole, congelandolo sul posto.
Il loro compito poteva essere davvero ingrato, su questo aveva ragione.
E non seppe spiegarsi perchè, ma si sentiva in colpa. In fondo non era stato lui il responsabile della guerra contro Ade.
Ma di tutto il resto sì, sembrò gridargli una vocina cattiva.
Al tempo stesso condivideva il dolore di Milo, se ne sentiva investito.
-Andiamo- gli disse- si sistemerà tutto. Parla con Camus a cuore aperto se non lo hai fatto e regalagli un' altra bella torta.
-Magari provo a farla io questa volta- sorrise Milo.
-Spero che non si senta male
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: Haruakira