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Autore: Polloistheway    16/04/2013    3 recensioni
E se Melanie e Wanda non fossero nello stesso corpo? Se Melanie non si fosse buttata dal vano di quell'ascensore? Se la frase “Ci hai trovate” pronunciata a stento nel deserto fosse relativa a due corpi distinti? Se Wanda diventasse la migliore amica di Melanie salvandola dalle grinfie dei Cercatori per caso? I libri servono a far immaginare un mondo diverso alla gente. Perché non provare a inventare una storia diversa, un mondo diverso?
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fallen

Run for cover 
My sense of fear is running thin 
Undercover 
Just like a candle in the wind 

Tell everybody, tell everybody 
Brothers, sisters, the ending is coming 

Ohhhhh 
We are fallen, we are fallen 
Ohhhhh 
We are fallen, we are fallen 
Now we're just gonna ride it out.

Ho fallito.
È buio. Non vedo niente. Non vedo i miei piedi. Non vedo le mani protese in avanti. Corro alla cieca, mi sforzo di ascoltare i passi di chi mi insegue, sento il cuore rimbombare nelle orecchie.
Fa freddo. Conta poco, ormai, ma sto male. Ho tanto freddo.
Mi sono persa... ci siamo persi. È finita.
Sono alle mie spalle, vicini e rumorosi. Quanti passi sento! Sono sola. Ho fallito.
I Cercatori mi chiamano. Il suono delle loro voci mi stringe lo stomaco. Sto per vomitare.
«Va tutto bene, tutto bene» dice una di loro, mentendo, cercando di calmarmi, di farmi rallentare. Il respiro affannoso le spezza la voce.
«Stai attenta!» le urla un compagno.
«Non farti male» raccomanda un terzo. Una voce profonda piena di premura.
Premura!
«Per favore» urlano. «Lì davanti è pericoloso!»
Il pericolo è dietro! Grido dentro di me. Ma capisco cosa intendono.
Un debole rivolo di luce, che arriva da chissà dove, splende in fondo al corridoio.
Non c'è una parete né una porta chiusa, o un vicolo cieco che mi aspetto e temo. È un buco nero.
Il vano di un ascensore. Abbandonato, vuoto e inagibile, come questo palazzo. Un tempo rifugio, oggi tomba.
«Per favore!» le urla sono più disperate.
Mi viene da ridere, quando capisco di essere troppo veloce per loro.
Li immagino allungare le mani, che per pochi centimetri non riescono ad afferrarmi.

Sto per raggiungere il vuoto quando uno scatto di lucidità mi prende.
Dove c'è un ascensore ci sono anche le scale. Penso mentre svolto a destra.
Come previsto ci sono degli scalini che percorro a due a due continuando a correre.
Esco sopra un tetto piatto con la fatica che mi taglia il respiro.
Sto per cedere.
Mi impongo di continuare ad avanzare e alla fine del tetto.
Un barlume di speranza illumina la mia vista: il tetto dell'edificio affianco a quello su cui mi trovo è molto vicino.
Se non ce la faccio a saltare abbastanza almeno non mi prenderanno... viva.
Prendo la rincorsa e spicco un balzo.
Riesco a malapena ad attaccarmi alla grondaia e slancio le gambe che entrano nella finestra aperta sotto di me.
Appena dentro mi guardo attentamente intorno per trovare un nascondiglio.
Alzo lo sguardo su un mobile e noto sopra di esso una botola seminascosta.
Salgo velocemente e mi ci infilo dentro.
Accosto il coperchio e mi allontano quel tanto che basta a nascondere al buio la mia presenza.
Chiudo gli occhi cercando di respirare normalmente, quando una mano si posa sulla mia spalla.
Sussulto e alzo i pugni girandomi verso questa nuova minaccia.
Una ragazza minuta si trova al centro della mia visuale.
Lei mi fece segno di tacere e mi trascinò fino ad un baule in mezzo alla piccola stanza.
«Chi sei? Vuoi uccidermi? Non te lo lascerò fare!» sibilai strattonando la mano via dalla sua stretta.
«Tu sei umana giusto?» sembrava più un'affermazione che una domanda, ma risposi affermativamente.
«Io sono Viandante. Ti prego non scappare! Aspetta che li distragga e ti spiegherò perché mi trovo qui. Non ho intenzione di fare un'inserzione su di te!» sospirò quando vide che mi irrigidivo.
«Nasconditi lì dentro e non muoverti!» mi ordina indicando il baule. Scivola via e scende facendomi l'occhiolino.
Inizio a infilarmi dentro il mobile appena la sua testa è nascosta alla mia vista.
Davvero mi sto fidando di un alieno?
Ormai non hai niente a perdere” mi comunica una vocetta fastidiosa nella mia testa.
Ho tanto da perder, invece! Jamie... Jared. No! Non posso farmi catturare!
Mentre cerco di far tacere la mia mente le mie orecchie captano l'entrata dei Cercatori nell'appartamento di sotto.
«Buonasera Cercatori» dice la voce dolce dell'aliena della soffitta.
«Buonasera signorina...?» inizia una voce maschile.«Viandante»
«Viandante, certo. Stiamo cercando una fuggitiva. Volevamo sapere se l'ha vista passare di qui o se ha sentito rumori sospetti in appartamenti vicino al vostro» spiega la donna che avevo sentito
prima.

«Ehm... quando? Questa sera? Oppure nei giorni passati?» chiede cercando di mentire la ragazza.
«Questa sera. Ha sentito o visto alcunché?» domanda un'altra voce femminile.
«No. Almeno non penso. Davvero non credo! È da molto che vivo qui sola e c'è molto silenzio. Non ho sentito e visto assolutamente niente» la sua voce è incerta, ma sembra che i Cercatori non se ne accorgano.
Tiro un sospiro di sollievo. La mia prima impressione di quella ragazza dal viso dolce sembra giusta.
Pochi minuti dopo la vedo tornare sopra dove mi trovo io ed esco.
Il suo sorriso illumina la stanza
«Ora ti fidi di me?» chiede.
Annuisco ancora una volta.
«Grazie» mormoro con le lacrime agli occhi.
«Ti ho promesso una spiegazione ma penso che tu sia un po' stremata. Che ne dici se ti spiego tutto domani? Ora dovresti dormire.» propone passandomi un cuscino e una coperta.
La ringrazio nuovamente e mi accoccolo sul pavimento.
Un cuscino... che bella sensazione. Peso mentre la sfinimento del viaggio e della corsa iniziano a farsi sentire veramente.
Chiudo gli occhi e l'ultima immagine che mi si presenta nella testa è quella del ragazzo che amo.
Un rettangolo spigoloso, la sagoma delle ossa in evidenza sotto la pelle. Il colore era marrone chiaro, dorato. I capelli erano poco più scuri della pelle, accesi da qualche ciocca paglierina, e
coprivano soltanto la testa e le sopracciglia. Le iridi erano più scure dei capelli, ma altrettanto luminose. Sul contorno degli occhi c'erano piccole rughe, tipiche dei momenti in cui sorrideva.

Jared.

OOOOOOOOOOH YES!
Questo prologo è orrendo, ma amo alla
follia questo libro e dopo la nona volta che lo leggo ho 
deciso di postare una ff su L'Ospite.
Avete visto il film? Io sì e stavo piangendo quando
è finito.
Passando alle cose serie... lascereste un piccolo 
commento? Vi preeeeeeego!
Ora smammo perchè sto diventando fastidiosa :)
Ciao!

 

  
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