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Autore: LordWeavile94    16/04/2013    9 recensioni
L'avventura di due gemelli attraverso i piani di Sword Art Online, una storia parallela a quella di Kirito e Asuna. Lotte, Amicizie, Amori, Perdite, Tradimenti: un'avventura straordinaria, una lotta per la sopravvivenza.
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Bentornati, rieccomi qua pronto a continuare!
Prima di tutto, vorrei ringraziare coloro che hanno recensito o anche solo letto la storia, spero che vi sia piaciuta, finora!
Non vi tedio con tante parole, cominciamo subito con la storia...all’attacco!
 
 
Capitolo Primo: La prima Quest!
 
Il vento notturno soffiava su Starting City, nel mondo di SAO. Dall’alto del tetto di uno degli edifici guardavo la città, viva sotto di me. Sembrava quasi il mio paese, con i passanti, il vecchietto pervertito che faceva la sua passeggiata serale guardando le giovani donne, i ragazzi che uscivano da un locale, ubriachi, i negozianti che vendevano le merci anche a quell’ora.
Tutto mi ricordava la mia città. Tutto mi faceva sentire una tremenda nostalgia.
Sospirai, ripensando alle parole di Kayaba. Eravamo intrappolati in quel mondo. Solo alla fine del “gioco”, dopo il centesimo piano, saremmo potuti tornare indietro. E chi perdeva, moriva anche di là, nel mondo reale.
Avevo sentito che alcuni giocatori si erano suicidati, pensando che fosse tutto uno scherzo e una volta morti sarebbero tornati nel mondo reale. Chissà se era vero. Altri invece si erano messi subito all’avventura. Io e Bianca, invece, avevamo preferito ragionare sul da farsi un poco, prima di decidere.
Pensai a nostro padre, che probabilmente aveva già scoperto la nostra condizione. Chissà, magari degli Hacker erano già al lavoro per provare a liberarci. Forse avrebbero posto fine a questo incubo. Forse.
-Ehi Fra, tutto bene?- disse una voce.
Mi girai: una ragazza dai capelli corti e neri, occhi marroni, di fisico asciutto e agile mi salutava sorridendo. Le sorrisi debolmente, poi mi girai verso il cielo cosparso di stelle.
-Non lo so...- risposi. La mia gemella si sedette accanto a me, voltandosi anche lei a guardare le stelle. Restammo in silenzio così per un po’ di tempo, cercando di trovare qualcosa da dire.
-Senti- disse lei dopo un po’ –non arrendiamoci. È vero, qui rischiamo tanto, se perdessimo moriremmo davvero. Però hai mai visto, negli ultimi tre anni, la sottoscritta White morire in un gioco online?- continuò, con tono scherzoso. Mi scappò un sorriso.
-A parte le battute- disse poi, con tono più serio –finché siamo uniti, non ci possono battere. Finché io e te ci supporteremo a vicenda, non ci sarà mostro che possa vincere contro di noi.-
Mi prese per una spalla e mi guardò negli occhi –Promettimi che non ti arrenderai. Promettimi che torneremo a casa insieme, io e te. Promesso?- Alzò la mano e offrì il mignolo. Sembrava un qualcosa da bambini, ma il suo sguardo era serio. E quando faceva così, sapevo che avrebbe mantenuto la promessa a costo di qualsiasi cosa. Chiusi gli occhi un secondo e inspirai con forza. Li riaprii e avvolsi il mio mignolo intorno al suo.
-Promesso.-
 
Era giorno, nel campo di addestramento di Starting City. Lì i giocatori potevano prendere la mano con le armi, le Skill e i movimenti di gioco. Io e mia sorella ci eravamo diretti per prima cosa lì, in modo da poterci allenare.
Dopo il discorso di Kayaba, al nostro inventario erano state aggiunte alcune pozioni di cura, delle provviste e altri materiali indispensabili per la sopravvivenza.
-Va bene!- disse mia sorella, guardandomi. –È ora di scegliere che tipo di guerrieri diventare! Qui non c’è la magia, non ci sono nemmeno le classi. Quindi possiamo scegliere di combattere come vogliamo. Che strategia pensi dovremmo adottare, fratellone?- mi chiese. Di solito ero io a pensare alle strategie, quando giocavamo insieme. Lei aveva solitamente una volontà più forte della mia, ma spesso restavo io il più furbo.
Ci pensai su qualche secondo. –Be’, essendo una lotta per la sopravvivenza, le opzioni sono tre: o diventare così potenti da non aver tempo di subire danni, o avere difese così forti da non poter essere scalfiti, oppure essere così agili da non poter essere nemmeno colpiti.-
Mia sorella seguì con attenzione il mio ragionamento, poi annuì.
-Già...be’, non sono mai stata brava nel picchiare e basta, né sono brava nei ruoli di difesa totale...quindi...ma certo! Arrivo subito!- esclamò, per poi correre verso una bancarella, dove si potevano scambiare armi per altre, oppure comprarne di nuove. Dopo qualche minuto tornò.
-Eccomi!- disse, per poi far apparire il menù dell’inventario. Schiacciò un tasto e nelle sue mani comparve un grande arco.
-Che ne dici? È veloce, mi permette di attaccare da lontano, le Skill sono ottime sia per colpire con forza che per colpire con precisione, e tra un po’ di livelli potrò anche infliggere degli status alterati agli avversari, sembra!-
Sembrava molto entusiasta, ma qualcosa non mi piaceva, in tutto ciò.
-E se i nemici ti venissero vicino? Saresti totalmente in loro potere!- dissi. Lei ci ragionò su qualche secondo.
-Vero...allora, posso fare così!- Fece comparire di nuovo il menù dell’inventario, ci lavorò un po’ sopra, poi lo chiuse soddisfatta.
-Set armi due!- disse ad alta voce. Immediatamente l’arco scomparì per lasciare il posto ad una spada e uno scudo.
-In questo modo posso difendermi un poco, per poi allontanarmi e riprendere l’arco!- continuò.
Annuii. Sì, aveva senso.
-Tu invece, hai deciso?- mi chiese.
Cominciai a pensarci su. Non avevo proprio idea di cosa fare. Anche io non ero bravo nei ruoli totalmente sbilanciati su una statistica particolare, preferivo quelli misti.
Diedi uno sguardo alle Skill: magari avrei trovato qualcosa di interessante.
C’erano le classiche per arma a una mano e scudo, per armi a due mani, per archi, e così via. Oltre a queste ce ne erano anche alcune da “Domatore”, che sembrava permettessero di domare i mostri per farli combattere accanto a sé. Non era male, ma era molto restrittivo, permetteva solo di controllare alcuni tipi di mostri. C’era poi un’altra voce. “Combattimento senz’armi” diceva.
Incuriosito, provai ad aprirne il menù. Queste Skill potevano essere attivate avendo solo un’armatura leggera, senza armi o scudi. In compenso, però, aumentavano la Forza e la Velocità, così da poter attaccare più volte e con più forza base di un personaggio normale. Alcune permettevano anche di disarmare o di spezzare le armi e armature avversarie. Sembrava equilibrato. E poi, nel mondo reale facevo arti marziali...quindi, conoscevo già qualche tecnica.
-Va bene, ho deciso!- dissi –Scelgo il combattimento senz’armi!-
White mi guardò perplessa. –È utile? Pensavo fosse una scelta per chi vuole un gioco più difficile del normale!- Sorrisi e le spiegai velocemente cosa avevo scoperto. Alla fine annuì.
-Va bene, fai pure! Prenditi un tirapugni o qualcosa del genere, allora, io mi alleno con l’arco!-.
Annuii e corsi a una bancarella. Lì presi un paio di guanti d’arme: erano abbastanza scadenti, ma non potevo pretendere niente, dato che ero al primo livello.
Restammo nel campo per tutta la mattina, io a provare alcune Skill, mia sorella a prendere confidenza con l’arco. Alla fine, dopo aver mangiato, ci dirigemmo verso le porte della città.
L’avventura cominciava.
 
Le pianure, ampie e soleggiate, si perdevano all’orizzonte, verdi e scintillanti sotto i raggi del sole. O meglio, di quel simulatore di sole. Sembrava tutto così reale...il cielo, le nuvole, il prato, gli alberi, gli uccelli...eppure era tutto simulato. Era strano pensare che il mio vero corpo fosse seduto su una poltrona, che non si muovesse da ore e ore. Be’, non ci potevo fare niente, giusto? Meglio cominciare, invece che pensare a discorsi semi-filosofici.
Mi incamminai con mia sorella sulla prateria, cercando qualche mostro. Da un libro-guida che Kayaba aveva inserito nell’inventario, sembrava che i mostri più comuni fossero dei cinghiali, molto deboli. Potevano procurare anche della buona carne da mangiare durante il viaggio.
-Bene, andiamo!- dissi, incamminandomi. Mia sorella mi seguì, già in guardia.
Proseguimmo qualche minuto, ma sembrava tutto tranquillo. Che tutti i mostri fossero già stati abbattuti?
I miei pensieri furono interrotti da un grido.
-Aiuto! Aiuto!-
Mi voltai di scatto e vidi una donna adulta correre verso di noi, in lacrime, inseguita da uno dei famosi cinghiali. Sembrava inferocito.
Ad un certo punto la donna cadde a terra. Il cinghiale stava per raggiungerla.
Prima che potessi cominciare a correre, mia sorella corse davanti a me, l’arco già teso in mano. Puntò alla bestia. La freccia si colorò di verde un secondo prima che mia sorella scoccasse.
Il colpo centrò il cinghiale in pieno cuore, facendolo stramazzare a terra. La barra dell’esperienza si colorò di azzurro.
-Evvai, ce l'ho fatta!- disse White, esultando.
Io e mia sorella corremmo verso la donna. Io la aiutai a mettersi in piedi, mentre mia sorella recuperava la freccia dalla bestia morta.
-Stia tranquilla, signora, adesso è tutto finito.- dissi gentilmente.
Quella scoppiò a piangere, gridando forte e aggrappandosi alla mia divisa.
-N-no, non è tutto finito! M-mia figlia, è caduta nella loro tana, dove sta il loro capo. Che ne sarà di lei? Oh, la mia povera bambina!- gridò, per poi continuare a piangere.
Io e mia sorella ci guardammo. Poi davanti a me comparve un avviso di gioco:
“Quest: Un salvataggio disperato.
Accetti?”

Sotto c’erano due opzioni, sì o no.
-Certo che sì!- rispose subito mia sorella, infervorata. Ridacchiai e schiacciai “Sì”.
-Stia tranquilla signora, la sua bambina sarà salva in un attimo!- dissi con sicurezza.
La donna annuì, sempre piangendo –O-ok, vi aspetterò qua!- disse.
Sulla mappa comparve un punto luminoso, dove si trovava l’obiettivo della Quest. Io e mia sorella ci dirigemmo velocemente da quella parte, ignorando tutti gli altri mostri. Era probabile che non fosse una missione a tempo, ma mi sentivo come se quella bambina fosse davvero in pericolo. E così era anche per mia sorella.
Dopo un po’, finalmente arrivammo alla tana. Era solo una caverna scavata in una collinetta. Grida di paura e pianti riempivano l’aria, insieme ai grugniti delle bestie. Sembravano essercene solo due, messe a “guardia” dell’entrata.
Io e White ci guardammo, poi decidemmo velocemente un piano. Mi spostai dalla parte opposta rispetto a lei.
Dopo qualche secondo, la testa di una delle due sentinelle fu sfondata da una freccia rossa. Grugnì e cadde a terra, morta. L’altro cinghiale emise un verso allarmato e si diresse verso i cespugli nei quali era nascosta White, dandomi le spalle. Ne approfittai e, camminando con discrezione fuori dai cespugli, lo assalii caricando la mia Skill Pugnodiferro. La bestia cadde a terra, morta.
La barra dell’esperienza era ormai a metà. Non male, per il primo giorno.
-Bene!- dissi, mentre mia sorella usciva dai cespugli. –Bambina, puoi uscire! I cinghiali sono morti!- per tutta risposta, un ruggito risuonò nell’aria. Subito dopo dalla caverna corse fuori un altro cinghiale, grande il doppio rispetto agli altri, di colore blu scuro, gli occhi iniettati di sangue.
Maledizione, mi ero scordato del capo.
-White, prepara il tuo colpo migliore, io lo distraggo!- gridai sopra il ruggito della bestia.
Caricai il pugno e partii all’assalto.
Il cinghiale, vedendomi, mi caricò. Prima ancora che potessi colpirlo la sua testa mi centrò in pieno stomaco, mandandomi a terra. La mia barra della vita si era ridotta di un terzo. Altri due colpi ed ero fritto.
La bestia sbuffò e scalciò il terreno, pronta a caricarmi di nuovo. Mi rialzai, ansimando.
Subito dopo una freccia color del fuoco si conficcò nella sua pelle, ferendola. Gridò e si volse contro mia sorella, che stava già tendendo la corda dell’arco.
Il cinghiale caricò. Lei tirò la freccia, ma mancò il bersaglio. Un secondo dopo, la bestia gli era addosso. Mia sorella finì a terra, mentre il mostro si avvicinava, pronto a calpestarla.
Dovevo sbrigarmi. Corsi gridando verso il cinghiale, attirando la sua attenzione. Usai una Skill, Acrobazia, per saltare più in alto e in lungo di quanto avrei normalmente potuto, e atterrai dritto su di lui. Quello cominciò subito a ruggire e a scuotersi, per mandarmi a terra. Resistetti a stento. Strinsi i denti, poi caricai di nuovo un pugno. La colpii dritta sulla testa, tenendomi al suo pelo per non cadere. Quello, gridando per il dolore, si impennò, facendomi cadere.
Lo sentii grugnire: voleva schiacciarmi.
Ruggì.
Ma il ruggito si trasformò in un grugnito strozzato. Cadde a terra, sul fianco, senza vita, una freccia che gli spuntava dalla schiena.
Mi rialzai boccheggiante. La mia barra della vita era ridotta a metà.
-Grazie.- dissi a mia sorella, sospirando. Lei mi sorrise. –Grazie a te, sei tu che mi hai salvata.- rispose.
Ridacchiai e annuii. Notai poi che la barra dell’esperienza si era fatta dorata. Guardai il mio menù: ero salito di livello! Avevo guadagnato delle specie di “punti”, da spendere nelle mie caratteristiche. Quando decisi di assegnarli, una voce metallica mi avvisò che per far davvero valere i punti, dovevo anche allenarmi con le Skill e i combattimenti in generale. In effetti, era logico: nessuno guadagnava forza semplicemente sconfiggendo mostri.
-Ottimo!- disse White –Abbiamo anche guadagnato un livello! Vediamo di finire la Quest, ora!- Annuii, poi entrai nella caverna. Era piccola e spoglia. Era adornata solo dalle ossa di alcuni piccoli animali...e da una puzza tremenda. Trovammo la bambina rintanata in un angolino. Era piccola, con i capelli rossi e un sacco di lentiggini sul viso. Mia sorella le parlò gentilmente, e lei smise subito di piangere.
La portammo dalla madre, mentre lei rideva, correndo davanti a noi che la guardavamo, addolciti.
Le due si ricongiunsero con gioia: sembrava che non fossero solo delle simulazioni, ma delle persone vere. Da un occhio mi scappò una lacrima.
-Grazie- disse la donna –grazie! Se non fosse stato per voi, non oso immaginare cosa sarebbe successo alla mia bambina! Venite con me, vi darò una ricompensa!- Anche se noi rifiutammo, lei insistette, così la seguimmo a casa, dove ci donò un paio di pozioni di cura a testa e l’arco appartenuto a suo nonno. Inutile dire che mia sorella era entusiasta.
Salutammo la donna e la bambina con affetto, poi tornammo alla locanda dove avevamo soggiornato la notte prima.
 
Era ormai sera tarda, e io ero salito di nuovo sul tetto della locanda, a guardare le stelle. White era lì con me, vicina.
-Sai, sorellina...- dissi, ragionando sulle mie stesse parole, mentre le dicevo.
-Sì, fratellone?- chiese lei, guardandomi.
-Non mi è dispiaciuto salvare quella bambina. Mi sono sentito...vivo, come mai prima. È un po’ strano, no?- continuai, voltandomi a guardarla.
Lei mi sorrise, guardandomi di rimando.
Già...non siamo vivi, eppure...lo siamo. È molto strano...- disse, sollevando gli occhi verso la cappa oscura che ci sovrastava.
Così, mentre il mio pensiero vagava tra i miei genitori, il mondo reale e quella prigione che era SAO, le nostre mani si incontrarono, stringendosi a vicenda per farsi coraggio.
L’avventura era appena cominciata.
 
Ecco qua il capitolo! Questa volta sono riuscito a farlo un po’ più lungo...che ve ne pare?
Per la gemella del protagonista per ora uso entrambi i nomi, sia Bianca che White, è una cosa voluta, tranquilli! E anche per cercare di rendere l’iniziale “sospensione” tra i due mondi, all’inizio utilizzerò i nomi delle Skill, pian piano scompariranno. Ad ogni modo, vi è piaciuto? Avete critiche, avete notato errori o altro, volete dirmi qualcosa? Scrivetemelo pure, leggerò tutto con attenzione!
Rinnovo l’offerta di mandarmi i vostri personaggi, come ha fatto Umiko_chan, che inserirò nella storia al più presto possibile!
A presto! ^^
  
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