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Autore: Feiuccia    16/04/2013    5 recensioni
La vicenda ruota intorno a Uchiha Sasuke un normalissimo studente universitario e il cubista di una discoteca, Uzumaki Naruto. Sasuke una sera viene trascinato in discoteca dai suoi amici del liceo e fa l'incontro che gli avrebbe cambiato la vita. Un'idea che mi è venuta così, una sera mentre ero in discoteca con una mia amica. Non è propriamente una oneshot, diciamo più teaser ecco. Per il momento il finale aperto in attesa che mi venga in mente qualcosa per continuarla.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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La porta del bar si aprì e il campanello posto sopra allo stipite comunicò l’ingresso di un cliente.
«Sasuke!!! Proprio te stavo aspettando!» esclamò Naruto tutto entusiasta verso il ragazzo che era appena entrato. Fece il giro del bancone e gli si parò davanti con un sorriso a quarantotto denti. Sasuke indietreggiò trasecolato.
«Sei troppo vicino! Levati!»
«Hai impegni domani?»
«I-impegni?»
«Esatto! Devo andare a comprare qualcosa di nuovo per l’inverno ma andarci da solo non è molto divertente. Perciò volevo chiederti se ti va di accompagnarmi.»
«Non hai altra gente a cui chiedere?»
Per un attimo l’espressione di Naruto si fece triste, ma il ragazzo si riprese immediatamente.
«Dopo il liceo quei pochi di amici che avevo hanno lasciato la città per andare a studiare in facoltà distanti, non ci vediamo spesso.»
Sasuke si sentì imbarazzato per la triste uscita che aveva fatto e decise di accettare.
«Va bene. Ti accompagno. Ma solo per questa volta. Mi farà bene distrarmi dallo studio.»
«Ottimo!! Passi tu a prendermi. Questo è l’indirizzo, c’è anche il mio numero di cellullare. Non si sa mai. Io stacco alle sedici quindi puoi passare per le diciassette. Ti offrò il caffè! Grazie!»
Naruto ritornò di fretta dietro al bancone mentre Sasuke stralunato se ne stava ancora in piedi sulla porta con in mano il pezzo di carta dove l’altro aveva scritto tutte le informazioni.
«Tzè, neanche il tempo di rispondere mi ha dato. Ha fatto tutto lui» imprecò tra sé e sé.
 
L’indomani pomeriggio, Sasuke si prese tutto il tempo per prepararsi a dovere: si fece una lunga doccia, si rasò la barba, scelse con cura l’abbigliamento mentre contemporaneamente si sentiva come quelle  ragazzette innamorate che si preparano per il primo appuntamento. Una volta vestito, con un sospiro tra il rassegnato e il preoccupato prese le chiavi della macchina e andò a prendere Naruto.
Arrivati che furono in centro, i due ragazzi iniziarono ad entrare ed uscire dai negozi di abbigliamento, senza che Naruto riuscisse a trovare qualcosa che gli andasse a genio. Alla fine entrarono nel centro commerciale più grande della città: sette piani di marche d’abbigliamento e accessori vari.
In questi negozi Naruto finalmente trovò qualcosa di suo gusto e le borse in mano sua iniziarono a crescere. Sasuke non faceva altro che annuire o fare cenno negativo con la testa, a seconda dei vestiti che provava l’altro ragazzo.
Dopo un’ora di shopping, Naruto trascinò Sasuke dentro l’ennesimo negozio per comprarsi un bel giubbotto pesante per l’inverno. Ne vide molti e anche di carini, tuttavia la sua attenzione si posò su dei bellissimi giubbotti imbottiti, lunghi fino a metà coscia, con cappuccio orlato di pelo. Naruto ne prese uno e se lo provò constatando che era esattamente quello che andava cercando: pesante e caldo, quello che gli serviva. Con disinvoltura gettò un’occhiata al prezzo e gli venne quasi un infarto: lo sapeva che quella marca di giubbotto si aggirava su quella cifra li, ma vederla scritta gli fece venire i sudori freddi. Sospirando se lo levò e lo riappese insieme agli altri.
«Ti stava molto bene. Perché lo rimetti giù? Ce l’ho anche io e ti assicuro che tiene molto caldo.» disse Sasuke.
«Non lo metto in dubbio, però ¥92,000 ( pari a €709 n.d.a. ) per un giubbotto mi sembra eccessivo. Cioè i soldi per comprarlo ce li ho ma ne ho bisogno per altre cose, quindi non lo prendo. Mi accontenterò dell’altro che abbiamo visto prima: il modello è simile ma costa tanto di meno.»
Naruto andò alla cassa e pagò il giubbotto. Uscirono dal negozio che erano ormai le diciannove e mezza e lo stomaco del bel cubista iniziò a brontolare per la fame.
«Qua vicino c’è un posto dove fanno il ramen più buono della città. Ci vado fin da quando ero bambino. Ti va se ci facciamo un salto? Ti piace il ramen?»
«Diciamo che non è il mio cibo preferito, ma per una volta mi adeguerò» rispose Sasuke.
«Ottimo allora! Andiamo! C’ho una fame…»
 
I due ben presto arrivarono davanti ad una piccola locanda tipicamente giapponese in mezzo a due edifici. Naruto entrò di slancio seguito a ruota da Sasuke.
«Buonasera signor Ichiraku!!!»
«Oh buonasera Naruto! Vedo che sei in compagnia stasera!» lo salutò un simpatico signore dietro al bancone e Sasuke ne dedusse che fosse il padrone.
«Già! Vieni Sasuke! Sediamoci»
Si accomodarono su due sedie di fronte al bancone e ordinarono due ciotole di ramen. Mentre il signor Ichiraku cucinava gli spaghetti, si informò su come stesse Naruto e con voce da finto arrabbiato gli chiese come mai era passato così tanto tempo da quando era venuto. Il ragazzo rispose che tra i due lavori non aveva quasi tempo libero e che spesso alla sera non aveva la forza per uscire.
«Buonasera» salutò un ragazzo dai capelli rossi e occhi azzurri, entrando nel locale  accompagnato da una ragazza bionda e da un altro ragazzo,
«Ma tu sei Gaara!!!» esclamò Naruto alzandosi dalla sedia.
«Naruto!» esclamò sorpreso l’altro e si abbracciarono contenti.
«Come mai da queste parti?»
«Ho una riunione per una possibile collaborazione tra l’azienda di mio padre e una di questa città. Dato che sono il vice-presidente, rogne così mio padre me le scarica addosso.»
«Capisco! Beh sono contento di averti rivisto! A proposito ho cambiato numero di cellulare perché il telefono si è rotto e ho perso tutti i numeri. Mi ridaresti il tuo?»
«Certo. Ma prima facci sedere!»
I quattro si diressero in uno dei tavolini in fondo al locale, proprio mentre veniva servita il ramen di Naruto e Sasuke.
«Naruto. Il ramen è pronto» disse il cuoco e Naruto fece cenno che sarebbe arrivato subito.
Il signore guardò Naruto benevolo e poi si voltò verso Sasuke.
«Ragazzo mio, non so come tu ci sia riuscito, ma hai fatto ritornare il sorriso a Naruto»
«Di che sta parlando?» rispose Sasuke quasi soffocando col ramen.
«Erano due anni che non mi salutava con quel sorriso di oggi, quando entrava. Quindi grazie.»
Sasuke non rispose e osservò invece meditabondo il suo riflesso sul ramen. Naruto lo raggiunse e si sedette accanto lui pronto a mangiare il suo, di ramen.
«Senti Sasuke, visto che ormai è tardino, che ne dici se andassimo al cinema? Magari a vedere l’ultimo film di Iron Man»
«Non sono amante del genere…»
«E che palle! Non ti va mai a genio niente»
«Ma lasciami almeno finire, cazzo. Volevo dire che non mi piace il genere ma l’attore riesce a farmi piacere il film.»
«Allora è deciso! Si va al cinema!»
Finito che ebbero di cenare, Naruto salutò Gaara e i suoi due fratelli e insieme a Sasuke andarono al parcheggio per prendere la macchina e andare al cinema.
Al cinema presero i biglietti ed entrarono in sala.  Durante il film, ad un certo punto, Sasuke fu distratto da un lieve colpo sulla sua spalla: si voltò e alla luce del film vide Naruto che dormiva beatamente appoggiato a lui incurante di tutto. I muscoli di Sasuke si irrigidirono e per tutto il film non si rilassò neanche un minuto. Finito il film le luci si riaccesero e Naruto finalmente si svegliò.
«E’ già finito il primo tempo?»
«No, è proprio finito il film. Hai dormito tutto il tempo»
«Che?! E tu perché diavolo non mi hai svegliato!?»
«Perché volevo vedermi il film» mentì Sasuke, che invece non lo aveva svegliato per due motivi: il primo era che immaginava quanta stanchezza avesse addosso Naruto, e il secondo… Beh perché non ha quasi guardato il film neanche lui. La sua attenzione passava dal film al volto pacifico e rilassato di Naruto.
«Idiota!» lo rimbeccò Naruto offeso.
«Dai andiamo a casa, meglio che tu dorma su un letto.»
Sasuke riaccompagnò a casa Naruto e dopo averlo salutato andò anche lui a casa sua. Una volta a letto non riuscì a prendere sonno molto presto: le parole del venditore di ramen gli avevano messo la pulce nell’orecchio e pensò sul perché Naruto non avrebbe dovuto ridere. Ne dedusse che forse qualcosa era accaduto. Ed un po’ era curioso di sapere, ma non era intimo di Naruto, lo conosceva appena. Chiuse e gli occhi e rivisse l’intera giornata: le molteplici espressioni di Naruto si susseguirono una sull’altra e quella di lui che dormiva beatamente sulla spalla di Sasuke, accompagnò il ragazzo tra le braccia di Morfeo.
Il sabato sera di quella stessa settimana, la compagnia di Sasuke decise di tornare al Palm’s Beach. Arrivati nell’atrio della discoteca acquistarono il biglietto e si avviarono verso le piste. Lungo il breve tunnel che conduceva all’interno della discoteca, alle pareti erano appesi vari poster con gli ospiti in calendario per i prossimi giorni: c’era anche la locandina che pubblicizzava la serata a tema di quella sera, la Sexy Night. Stranamente nella testa di Sasuke suonò un campanello d’allarme ma decise di non farci troppo caso.
I ragazzi presero il primo giro di cocktail e scesero in pista. La musica decollò rapidamente e dopo alcune hit molto di voga in quel periodo, le luci si abbassarono e la musica scemò cambiando tonalità.
DIRTY DANCER
Dal buio uscì una cubista in abiti molto succinti e iniziò a ballare sensualmente e in modo provocante. Quando la canzone arrivò al culmine un faro illuminò Naruto a torso nudo e jeans strapppati. Tutte le ragazze presenti in sala urlarono di estasi. La ballerina ancheggiando raggiunse Naruto e iniziò a ballargli intorno strusciandosi su e giù. Fin qui tutto normale pensò Sasuke fino a quando anche Naruto prese a ballare con lei: la prese per la vita, attirò il bacino al suo e mimando affondi molto eloquenti iniziarono a ballare insieme.  Per tutta la sera la sala disco si tenne su questi livelli: i ballerini si diedero il cambio a intervalli regolari e Sasuke dovette subirsi un bel po’ di balletti etero fatti da Naruto.
A fine serata la compagnia decise di andare a casa ma Sasuke, dopo aver finto di essere salito in macchina attese che i suoi amici partissero, lui non fece lo stesso, ma attese che la discoteca chiudesse e che tutto il personale uscisse. Quando scorse Naruto, uscì e barcollando gli si fece vicino. Naruto sorpreso, compiaciuto e impaziente, gli andò incontro. Non fece neanche in tempo ad aprire bocca che Sasuke sbottò:
«Che cazzo hai fatto la dentro?!»
«Io, non so di che stai parlando Sasuke…» gli rispose Naruto confuso.
«Non sai di che cazzo sto parlando? Te le scopavi quasi quelle sul palco!»
Naruto non sapeva se mettersi a ridere o cosa.
«Sasuke, il tema della serata era Sexy Night, dovevamo fare una cosa simile. Io e le altre ragazze stavamo lavorando.»
«Oh vedo come quella stava “lavorando” : quella troietta si strusciava su di te!!!»
«Ehy Sasuke! Ora basta. Lo scherzo è bello quando dura poco. Noi ci stavamo guadagnando il pane. E se per mangiare devo fare cose così mi sta bene. Che cosa ne può sapere un cagacazzo come te---»
Naruto non finì la frase perché Sasuke lo prese per il bavero del giaccone e lo baciò sulla bocca. Naruto sentì chiaramente il sapore forte di alcol che l’altro aveva in bocca e quando Sasuke lo lasciò andare dopo attimi che sembrarono secoli, ansimando il moro gli disse col volto vicinissimo:
«Tu sei mio hai capito? Mio.» e gli puntò dritto negli occhi il suo sguardo lucido da ubriaco.
«Tu sei completamente ubriaco»
Prima di ricevere risposta, Naruto si vide cadere Sasuke tra le braccia.
«Ehy Sasuke! Ti senti bene?» chiese allarmato ma sentì solo un lieve russare provenire dal ragazzo addosso a lui.
«Com’è che si dice? In vino veritas vero Sasuke?»
«Usu-ranton-kai» farfugliò Sas’ke addormentato. Naruto rise sommessamente e passo il suo braccio sotto l’ascella di Sasuke, si portò l’altro sopra la sua spalla, accompagnò il ragazzo alla sua macchina. Lo sistemò sul sedile del passeggero e sedutosi al suo posto si trovò di fronte ad un problema: non sapeva dove il moro abitasse. Sospirando, con attenzione voltò leggermente Sasuke sul sedile e prelevò il portafogli dalla tasca dei jeans. Cercò la carta d’identità e rimessala a posto, avviò il motore e partì alla volta della casa del suo compagno di viaggio.
Durante il tragitto all’improvviso Sasuke si svegliò di colpo spaventando Naruto.
«Ferma la macchina!»
Naruto accostò sul ciglio della strada e l’altro fece appena ad aprire la portiera dell’auto che vomitò anche l’anima. Naruto prese un fazzoletto dal porta documenti sotto al bracciolo.
«Fazzoletto.»
Sasuke lo prese si pulì la bocca e si risistemò sul sedile, troppo distrutto per dire o fare alcunchè.
Naruto riprese a guidare e quando arrivò nella villetta del quartiere residenziale per famiglie agiate fermò la macchina. Osservò la casa attentamente: nessuna luce era accesa quindi Naruto meditò se fosse il caso di disturbare gente che non conosceva, alle quattro e mezza del mattino, per restituirgli il figlio ubriaco.
Sospirò, riavviò il motore e si diresse verso casa sua.
 
Una forte luce ferì gli occhi di Sasuke quando li riaprì l’indomani mattina. Fu subito colpito da un mal di testa lancinante che sembrava che gli spaccasse il cranio in due: si mise a sedere sul letto tenendosi la testa fra le mani. Ispezionò la stanza e l’attenzione gli cadette su un bicchiere pieno d’acqua sul comodino. Immediatamente lo prese e lo scolò tutto d’un sorso. Si riprese un po’ e si accorse dell’aroma del caffè che c’era nell’aria. Si alzò dal letto e si rese conto di avere ancora addosso i vestiti della sera prima ad eccezione dei calzini e del maglione, che trovò posati su una sedia. Cercò di far mente locale ma non si ricordava nulla: aveva il vuoto in testa. Uscì dalla camera e percorrendo un corridoio luminoso arrivò davanti ad una porta socchiusa dove da dietro ad essa usciva un fischiettare. Sasuke aprì la porta e si ritrovò Naruto voltato di schiena che si affaccendava sui fornelli. Il ragazzo quando sentì aprirsi la porta si voltò e sorrise a Sasuke,
«Ben alzato Sasuke? Non ti chiedo se hai dormito bene, ma se stai un po’ meglio. Tu hi preparato un po’ di caffè. Ti farà bene.»
«Si un po’ va meglio. Com’è che sono a casa tua?»
«Stanotte eri ubriaco fradicio e visto che non mi sembrava il caso di portati a casa in quelle condizioni e disturbare la tua famiglia. Così ti ho portato a casa mia. Non fare quella faccia! Io ho dormito sul divano.»
«Mi hai messo a  dormire lercio com’ero nel letto?»
«Le lenzuola andavano cambiate comunque.»
«…»
Sasuke si sedette al tavolo e bevve dalla tazzina che Naruto gli aveva messo davanti. Mentre l’altro sistemava la cucina, Sasuke si prese la briga di osservarlo bene.
«Naruto ascolta…»
«Dimmi.»
«L’altra sera il tipo del ramen mi ha detto delle cose… Che mi hanno fatto pensare…»
«A cosa?» chiese Naruto improvvisamente serio.
«Se posso sapere… Cosa è successo due anni fa?»
Naruto si sedette di fronte a Sasuke, guardandolo negli occhi.
«Hai mai sentito parlare degli Uzumaki?»
«La famiglia di imprenditori si. Li ho sentiti nominare. Sono stati vittima di un terribile incidente…»
«Il mio cognome è Uzumaki: Uzumaki Naruto. Mio padre, il presidente dell’azienda e mia madre morirono in quell’incidente. Sopravvissi solo io.»
Sasuke sbarrò gli occhi.
«Io non… Scusa…»
«Tranquillo. Da allora l’azienda è gestita dal mio padrino che era vicepresidente e mi tiene pronto il posto per un giorno. Quando sarò pronto. Io rimango tutt’ora il maggior azionista della società.»
Sasuke tacque senza dire nulla. Quello che aveva saputo lo aveva sconvolto: mai avrebbe immaginato un simile passato nella vita di Naruto.
«Via quel broncio Sasuke. Non sono tipo che mi lascio abbattere. Certo mi mancano ma mi hanno riempito del loro amore» si portò una mano al petto «sono come due soli per me. Il loro ricordo mi sprona ad andare avanti.» e gli rivolse il suo tipico sorriso.
«Io ora sarà meglio che vada, mio fratello mi darà per disperso» disse Sasuke.
«Hai un fratello?»
«Si più grande di me.»
«Come fai con l’auto che hai lasciato al parcheggio della discoteca?»
«Mi farò portare a prenderla da mio fratello questo pomeriggio.»
«Ok allora. Ti accompagno a casa.»
Sasuke prese i suoi vestiti dalla camera da letto e si fece riaccompagnare a casa. Sceso dalla macchinasi voltò verso Naruto come per dire qualcosa, ma non seppe cosa.
«Sasuke sai una cosa?»
«Cosa?»
«Dovresti ubriacarti più spesso.» e scoppiò a ridere.
«Che-che cosa ho fatto?» chiese terrorizzato Sasuke.
«Ohhh nulla di grave tranquillo. Beh ci vediamo. Buona giornata.»
Sasuke chiuse la portiera e Naruto ripartì sparendo quasi subito all’orizzonte. Con un sospiro Sasuke suonò il campanello di casa e mentre iniziò a percorrere il vialetto d’ingresso si preparò psicologicamente alla lavata di capo che suo fratello Itachi gli avrebbe fatto di li a pochi attimi.

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Ciao a tutti!! Scusate se ci ho messo così tanto tempo ma in questo periodo ho cambiato lavoro e quindi dovevo riabituarmi ai ritmi di quello nuovo ( che avevo già fatto due anni fa ). Comunque il capitolo è pronto. Spero vi diverta come quello con Ayumi xD
 

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