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Autore: EdSheeran_ObsessED    17/04/2013    1 recensioni
Insicura. Timida. Fredda. Questa è Cate, una quindicenne che ha un pessimo rapporto con il suo corpo e con sua madre. L'unico a conoscerla a fondo è Peter,il suo migliore amico. Ma ciò che Peter non sa è che Cate gli nasconde un terribile segreto. Che scoprirà solo dopo cinque anni...
Volevo informare il lettore che il personaggio di Peter è ispirato al cantante britannico Ed Sheeran. Per cui la mia storia è dedicata a lui.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 18
Cate e Peter erano molto presi dalla loro relazione, e dal bimbo che presto avrebbero avuto. I mesi passarono in fretta e di punto in bianco mancavano solo sette giorni al loro matrimonio. 
Peter aveva lasciato carta bianca a Cate, poteva organizzare come voleva, Cate a sua volta lasciò carta bianca a Mallorie. 
Mallorie andava e tornava dall’America, dove aveva lasciato in sospeso il suo lavoro, e incustodito l’appartamento.
Il matrimonio si sarebbe celebrato a New Forest dove abitavano i genitori di Peter. Mallorie avrebbe voluto fare le cose in grande, ma Cate insisté affinchè non diventasse pacchiano. La chiesa era abbastanza grande con le pareti gialle e molti dei più famosi affreschi. In chiesa erano stati invitati solo i parenti più stretti e qualche giornalista. Il ricevimento invece si sarebbe avuto in un ristorante immerso nel bosco. Cate adorava lo scenario che Mallorie aveva scelto, lo preferiva al mare. Odiava il mare, così misterioso e violento. La montagna invece era un posto così rilassante e fresco per lei. 
Cate ormai era incinta da cinque mesi, la sua pancia però non era tanto grande, era solo un piccolo rigonfiamento. 
“Ma sei sicura che non lo vuoi sapere?” le chiedeva sempre Peter accarezzandole il pancione.
“Sarà una sorpresa, il sesso non ci importa, importa che è nostro.” gli rispondeva Cate.
Il vestito da sposa era sempre stato un grande problema. La pancia di Cate cresceva giorno dopo giorno e ogni due settimane doveva cambiare le misure del girovita.
Era il 14 Maggio, il giorno del loro matrimonio.
“Cate sveglia è il grande giorno!” disse Mallorie entrando in camera di Cate. Lei con la mano si coprì il viso. Non aveva dormito molto, era agitata quando si era messa a letto. Poi all’improvviso realizzò che ormai era scaduto il tempo, che quello era il giorno tanto atteso in cui la sua vita prendeva una svolta, una svolta decisiva. Ora tutto ciò che faceva lo faceva per sé e per Peter, l’uomo che aveva scelto di amare fino alla fine.
Si alzò di scatto. Mallorie le sorrise per cercare di tranquillizzarla, ma in realtà era molto emozionata anche lei. Sarebbe stata la testimone di Cate. 
“Che aspetto orribile.” le disse ridendo. 
“Così di certo non sei d’aiuto.” rispose Cate mettendosi una mano tra i capelli. 
Mentre Cate e Mallorie si preparavano a casa sua, Peter dormiva ancora. Era a casa dei suoi genitori. 
“Peter sei pronto?” urlò Imogen dal piano terra. Sembrava di essere ritornati ai tempi della scuola. 
Peter si mise una mano in faccia e lentamente si alzò. Spalancò gli occhi. Il letto era ricoperto di birre e cartacce. La sera prima se l’era spassata alla grande con alcuni suoi colleghi e cantanti. Peter poi aveva il gomito facile e si ubriacava molto spesso, tipico degli Irlandesi. Si alzò dal letto e si affacciò dalle scale. 
“Datemi ancora un po’!” urlò alla madre. 
Corse sotto la doccia, era fredda e con un getto d’acqua passò tutta la sbronza. Nell’armadio stava appeso lo smoking nero e la cravatta arancione che aveva scelto perché l’arancione era il suo colore preferito, ed era il colore dei suoi capelli. Se li infilò di corsa, si allacciò la cravatta e solo quando diede uno sguardo veloce nello specchio realizzò che il momento era arrivato. 
La chiesa era piena quando Peter arrivò. Fuori i giornalisti stavano appostati per poter scattare foto dello sposo e principalmente della sposa. 
I parenti più stretti stavano in prima fila, la madre di Peter già piangeva per la gioia. Rosie invece rimaneva impassibile, immobile, ma dentro era ansiosa anche lei e molto fiera della figlia, forse per la prima volta dopo quasi dieci anni. 
Peter attraversò la chiesa che profumava di fiori freschi e si mise affianco al prete ad aspettare. Entrò anche Mallorie e si mise in piedi alla sinistra di Peter. 
I violini iniziarono a suonare e una mini bianca sostò davanti alla chiesa. I giornalisti crearono una gran confusione con i flash delle macchine fotografiche. Peter si sforzava di vedere Cate, ma il flash e la folla non gli permettevano di vedere aldilà della porta della chiesa. E poi all’improvviso eccola, Cate tenendo sotto braccio John, il padre di Peter faceva il suo ingresso. 
Il suo vestito era bellissimo e molto semplice, le calzava a pennello. 
Era bianco ovviamente, di seta, e scendeva aderente sulle curve di Cate evidenziandole tutte le forme, anche il piccolo pancino che sporgeva. Dietro invece era più complesso: le spalle erano scoperte e il vestito aveva una lunga spaccatura lungo tutta la schiena. Lo strascico non era troppo lungo e c’erano ricamati in pizzo delle rose di un verde chiaro. Cate aveva voluto aggiungere un tocco di colore al vestito. Le ciocche che di solito le andavano davanti agli occhi le portava raccolte, mentre sulle spalle le cadevano boccoli rossi che spiccavano sul bianco del vestito e della sua pelle. 
“è un angelo?” chiese Peter al prete guardando estasiato Cate attraversare la chiesa. 
Il prete rise. John lasciò Cate all’altare e andò a sedersi affianco alla moglie. Cate diede uno sguardo veloce ed emozionato a Mallorie che soddisfatta del vestito la guardava sorridendo. Poi guardò Peter che le prese la mano e gliela strinse. 
“Ci siamo” pensò Cate facendo un respiro profondo. Era uno dei momenti più emozionanti della sua vita, il secondo sarebbe stata la nascita del loro bambino. Per tutta la messa Cate non faceva altro che distrarsi e perdersi nei suoi pensieri. Si chiedeva se la cosa sarebbe durata, se meritava di essere la moglie di Peter. In cuor suo sapeva di si e questo la tranquillizzava molto. 
“Peter Miller vuoi tu prendere la qui presente Cate Armstrong come tua legittima sposa e amarla ed onorarla finchè morte non vi separi?” chiese il prete.
“Lo voglio” rispose lui stringendo la mano di Cate e sentendo l’oro freddo dell’anello sotto il palmo della mano.
“E tu Cate Armstrong, vuoi prendere il qui presente Peter Miller come tuo legittimo sposo e amarlo ed onorarlo finchè morte non vi separi?” 
Cate si immobilizzò. Lo voleva davvero? Il solo porsi questa domanda la spaventava, insomma era lì, tutto era stato organizzato, ormai doveva essere ovvio che volesse sposarlo. Ecco di nuovo la sua paura di tutto, odiava le domande le facevano sorgere sempre tremila dubbi e dilemmi. 
Guardò Peter che le sorrideva, non era spaventato di questa sua pausa, perché la conosceva, sapeva che le domande la mettevano sempre in difficoltà, ma che alla fine sceglieva sempre la soluzione migliore per lei.
“Lo voglio” disse Cate stringendogli la mano. Peter in un certo senso era anche lui sollevato della risposta.
“Vi dichiaro Signore e Signora Miller, lo sposo può baciare la sposa.”. Peter le prese il viso tra le mani e le diede un bacio dolce e leggero. E furono sposati. 
Il ricevimento fu molto piacevole. Il ristorante era immerso nel bosco. I tavoli erano stati sistemati sotto grandi pini che rilasciavano un profumo fresco. Sui tavoli stavano delle rose rosse, le sedie invece erano bianche con dei grandi fiocchi fatti di seta verde. C’era uno spazio per l’orchestra, e i tavoli erano tutti per quattro, tranne quello di Cate e Peter che invece era per sei. Con loro sedevano anche John, Imogen, Rosie e Mallorie. 
Cate ovviamente fu assalita dagli ospiti. Chi si congratulava per il vestito, chi per come era stato addobbato il tutto. 
Qualcun altro invece si avvicinava al pancino di Cate e carezzandolo chiedeva “è maschio o femmina?”. Cate ogni volta con molta pazienza doveva spiegare che a lei e Peter non interessava il sesso, solo che fosse sano. 
La giornata volò via. Gli ospiti non se n’erano ancora andati che arrivò un taxi con un grande fiocco bianco sul parabrezza. Cate e Peter guardarono Mallorie, era sicuramente opera sua. 
“Buon viaggio sposini!” disse lei sorridendo.
“Che?” chiese Cate incredula.
“Non potevo non fare le cose in grande, per questo ho fatto imbarcare i vostri bagagli e vi ho organizzato un viaggio alle Ko Phi-Phi Islands, in Thailandia.”. 
Sul volto di Peter e Cate comparve un sorriso a trentadue denti, i loro occhi iniziarono a brillare per la gioia. Cate corse, alzando il vestito per non inciampare, verso Mallorie e l’abbracciò. 
Anche Peter le si avvicinò e l’abbracciò. Mallorie non si sorprese più di tanto, Peter restava sempre il suo idolo e cantante preferito, ma ormai si era abituata a considerarlo come un amico. 
“Adesso andate.” disse lei con le lacrime agli occhi. 
Peter e Cate entrarono in taxi verso l’aeroporto mentre i parenti li salutavano in lontananza. Sembrava proprio come nelle favole.
Il viaggio durò 14 ore di volo. Il volo era in prima classe, Peter e Cate si presero un momento per sé, per realizzare che adesso erano sposati. 
“Quindi tu sei mio marito?” disse Cate ridendo 
“E tu sei la mia bellissima moglie, signora Miller.”
“Signora Miller” disse Cate “Te lo saresti mai immaginato?” 
“Tutto questo intendi?” 
“Che io e te, dopo una tragedia come quella accaduta alla festa, ci saremmo rincontrati e innamorati e che tu fossi andato in coma e io rimasta incinta e che poi alla fine di tanta sofferenza ci saremmo sposati?!” 
Peter pensò due minuti. “Nella vita le cose brutte capitano sempre, quindi diciamo che quelle un po’ me le sarei aspettate, ma di sposarti no, per niente. Quando ti guardavo da piccolo pensavo che non ti sarei mai potuto piacere, quindi mi accontentai di esserti amico.” 
“Certo!” disse Cate ridendo “Però ti sei fidanzato con tutte quelle ragazze, e che mi dici di Alice?” 
“Bisogna pur andare avanti no?” disse Peter gesticolando. 
“E poi percè non mi saresti dovuto piacere?” chiese Cate.
“Ma dai! Secondo te a una bella come te sarebbe mai potuto interessare uno come me con gli occhialoni, che non ci sentiva bene da un orecchio e estremamente timido?”
“Quanta poca autostima” rispose Cate baciandolo “Io dico di si” disse sorridendo mentre gli dava un altro bacio. 
Il viaggio passò in fretta, il servizio della prima classe era molto confortevole. Peter e Cate scesero dall’aereo. Un furgoncino li portò al loro Resort. Un facchino gli salì le valigie. La loro camera era bellissima. Un letto enorme ricoperto di veli bianche guardava verso il balcone. Sul letto stavano sculture fatte con gli asciugamani, cioccolatini di benvenuto e il menù del servizio in camera. Cate aprì la porta finestra e guardò fuori. Davanti a lei l’oceano si estendeva bellissimo, azzurrissimo. L’acqua era calma, perfetta paradisiaca. Se avesse saputo che il mare non era sempre cupo e agitato come in Inghilterra forse non ne avrebbe avuto un grande timore. 
Peter da dietro le avvolse le braccia intorno alla vita e insieme guardarono quel paradiso che si estendeva davanti ai loro occhi. 
  
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