Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: CrazyFantasyWriter    17/04/2013    3 recensioni
E' una vera e propria rivisitazione dell'ultimo capitolo della saga di Harry Potter. Cosa sarebbe successo se invece di intraprendere la ricerca degli Horcrux, il terzetto protagonista avesse concluso gli studi ad Hogwarts?
I personaggi di sempre circondati da nuovi professori-mangiamorte. Tanta azione, pericolo, bugie e verità svelate con un pizzico di amore in più.
Buona lettura!!!
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Un po' tutti | Coppie: Arthur/Molly, Bill/Fleur, Harry/Ginny, Luna/Neville, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VII libro alternativo
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ormai erano i primi due giorni di lezioni erano passati, ma la professoressa McGrannitt non aveva ancora pubblicato l'avviso sui corsi ed Hermione diventava sempre più tesa e insopportabile. Lei e Ron non riuscivano mai a stare soli per qualche minuto, di conseguenza anche Ron non era sereno.

“Cerca di stare con lei quando la Sala Comune è libera, magari la sera” provò a consigliargli Harry, ma lui rispondeva che lei era sempre stanca per le nuove responsabilità da Capo Scuola.

“Allora cerca di incontrarla nelle ora buche...”

E' una parola!” disse fra sè Ron, ripensando alla frase dell'amico mentre si faceva strada fra i corridoi cercando di raggiungere la sua ragazza davanti alla classe di Antiche Rune.

Arrivato davanti all'aula ricevette l'ennesimo due di picche:

“Scusami Ronald, devo andare dalla McGrannitt, è per quella cosa dei corsi...” e così dicendo scappò via, correndo verso l'ufficio della professoressa lasciando Ron immobile a guardarla andare via.

* * *

TOC TOC

“Avanti!” rispose la voce familiare della donna, da dentro l'ufficio.

“Buongiorno”

“Ah, Granger, sei tu” disse alzando il capo da una pila di scartoffie per poi continuare a scrivere e leggere.

“Mi è stato detto che mi cercava per la questione dei corsi”

“Esattamente, ho finito di assemblare le classi prima del previsto. Ecco qui!” e porse alla ragazza un foglio di pergamena con l'elenco dei ragazzi ai rispettivi corsi.

“Grazie, c'è altro? Devo solo appenderlo nella nostra Sala Comune vero?”

“Si, solamente questo. Ah già che ci sei, potresti anche appendere questo? E' per gli allenamenti di Quidditch, mi sono dimenticata di chiamare Potter”

“Se vuole lo chiamo io, ha un ora buca proprio adesso se non sbaglio...”

“No, non fa niente, leggerà degli allenamenti come gli altri.”

“Allora arrivederci...” disse Hermione avviandosi verso la porta.

“Granger? Ancora una cosa” disse la vicepreside con tono preoccupato.

“Mi dica...” rispose Hermione preoccupandosi a sua volta.

“Avete avuto la prima lezione con il professor Carrow, com'è andata?”

La ragazza non sapeva cosa rispondere. Dire la verità avrebbe significato confessare che un proprio compagno aveva attaccato un docente, ma mentendo c'era il rischio che alla vicepreside venisse riferito tutto dallo stesso Carrow, così la ragazza optò per la verità.

“Il signor Finnagan non avrebbe dovuto ribellarsi” sentenziò la McGrannitt alla fine del racconto.

“Lo so e anche lui ne è consapevole”

“Si, ma ciò non toglie il fatto che sia stato cruciato...”

“Non è illegale?” chiese Hermione, conoscendo benissimo la risposta.

“Certo che lo è, ma dopo quello che è successo l'anno scorso noi non abbiamo più alcuna autorità verso gli altri insegnati. Comunque proverò a parlarne con il preside. Ora vai, o farai tardi alla prossima lezione”

“Salve” salutò ancora la ragazza questa volta uscendo davvero dall'ufficio.

* * *

Tornando da Pozioni Harry, Ron e gli altri Grifondoro trovarono gli elenchi dei corsi ad attenderli nella bacheca della Sala Comune.

“Pensavo ci mettessero di più a pubblicarli” disse Harry avvicinandosi alla bacheca.

“Meglio così no? Vediamo con chi siamo...”

“Non ci credo, Neville?!” disse Harry con un tono tra lo stupito e il divertito.

“Wow! Non avrei mai pensato volesse diventare un Auror, non ci ha detto niente! Credevo gli interessasse l'Erbologia...” disse Ron continuando a scorrere l'elenco dei nomi cercando qualcuno di conosciuto.“No, conosciamo solo lui...” concluse una volta terminato l'elenco.

“Guarda Ron, la prima lezione è sabato alle tre del pomeriggio.”

“Cavolo... sabato non è il giorno della prima riunione dell'E.S.?” chiese Ron una volta lontani dalla folla che circondava la bacheca degli annunci.

“Si, ma non possiamo permetterci di rimandare, sarà dura reggere fino all'una del mattino, ma il giorno dopo è domenica!”

“Non hai letto gli orari degli allenamenti?! Il primo è proprio domenica pomeriggio...”

“Ok ho capito, altro che ore buche, se quest'anno avremo tempo per dormire sarebbe fantastico!” disse Harry concludendo la conversazione per l'arrivo di Ginny.

“Ciao!” salutò lei con il solito sguardo radioso.

“Ciao” risposero in coro i ragazzi.

“Harry, ti andrebbe di uscire un secondo?”

E senza farselo ripetere due volte, il Prescelto seguì Ginny fuori dal ritratto, senza prima dimenticarsi di lanciare uno sguardo di scuse all'amico.

Senza parlare Ginny iniziò a salire velocemente le scale.

“Dove vuoi andare?” chiese il ragazzo, ma lei continuò a camminare senza dare spiegazioni.

Salirono al piano superiore e presero il corridoio a destra passando davanti ad alcune aule vuote, poi risalirono un altro paio di rampe di scale, e solamente quando arrivarono a destinazione, Harry capì di essere nel corridoio del sesto piano.

Sempre senza proferire parola Ginny camminò tre volte davanti alla parete, oltre la quale si nascondeva la Stanza delle Necessità, poi la parete si aprì facendo apparire un elegante porta in legno.

“Accomodati!” disse radiosa la ragazza indicando l'entrata ad Harry.

Senza sapere ciò che lo attendeva, il ragazzo spinse la maniglia.

Lo accolse una stanza, molto simile al dormitorio dei Grifondoro, ma molto più piccolo e riservato. C'era un letto matrimoniale, ai lati del quale erano posti due comodini dello stesso legno della porta d'accesso. Le pareti erano tinteggiate di un leggero color crema, che conferiva alla stanza una luminosità incredibile considerando che c'erano solamente due piccole finestre al fondo della sala.

“Questa Stanza è fantastica, basta passarci davanti e pensare a ciò che si vuole che immediatamente lei esaudisce il tuo desiderio” disse Ginny prendendo per mano Harry.

“Si, è davvero bella...”

“Credevo, che visto il programma della settimana non avremmo passato molto tempo insieme. E poco fa mentre passavo di qui tornando da Trasfigurazione ho provato a pensare a un posto dove nasconderci da tutto e da tutti per stare un po' soli, così la Stanza si è aperta...”

“Sei magnifica...” disse Harry lasciando la mano della ragazza per mettergli le mani sulle spalle.

“E' una cosa da niente... magari potremo venire a dormire qui” propose lei senza staccare gli occhi color nocciola da quelli verdi di lui.

“Si, magari...”rispose Harry e senza accorgersene, come se fosse stato un gesto naturale affondò il suo viso fra i capelli lunghi e rossi di lei. Inspirò forte, riempiendosi le narici del profumo di fiori freschi e, sempre con quel profumo nel naso, premette le proprie labbra su quelle morbide della ragazza.

“Vorrei stare per sempre qui con te” confesso la ragazza scostando il viso da quello di Harry.

“Anch'io, sul serio. Ma non c'è tempo, abbiamo un sacco di cose da fare...”

“Mmmm... Non possiamo stare qui ancora un pochino?” chiese lei con un tono mieloso che non le si addiceva per niente.

“Va bene...” concesse lui, “Ma sono stanchissimo, quindi corichiamoci un po' sul letto”

E senza esitare Ginny si coricò nel morbido letto della Stanza appoggiando il capo sul petto di Harry.

Stettero immobili per qualche minuto, Harry pensava a quanto era bella e delicata ma anche determinata Ginny. Pensava hai suoi occhi color nocciola, dentro ai quali si sarebbe potuto perdere, alle sue mani magre che aveva stretto poco prima, alla sua pelle candida e alle lentiggini sparse sul naso e sulle gote. Al contrario, Ginny stava ad occhi chiusi, non pensava a nulla, con il capo sul petto del ragazzo che amava più di qualunque altra cosa al mondo, ascoltava i respiri di lui, sentiva l'aria salire e scendere, cullandola dolcemente. Nulla la poteva preoccupare, con lui era al sicuro, ne era certa, niente e nessuno le avrebbe vietato di passare un po' di tempo con il suo fidanzato: né un corso per Auror né gli allenamenti di Quidditch né i suoi esami né Lord Voldemort.

Con questi pensieri per la testa, senza nemmeno rendersene conto Ginny si addormentò.

“Ginny, Ginny svegliati” le sussurrò dolcemente in un orecchio Harry, che aveva sentito solo in quel momento il peso della ragazza gravarle addosso.

“Si?” chiese lei ancora assonnata alzando il capo per guardare il ragazzo in volto.

“E' tardissimo!” esclamò lui cercando di farle rendere conto che era pomeriggio inoltrato, loro erano nella Stanza delle Necessità e poco dopo avrebbero avuto lezione tutti e due.

“O santo cielo! Scusami, mi sono addormentata, è tutta colpa mia, non dovevamo venire qui...”

“No, no, Ginny. Non fare la drammatica e non agitarti. Ora torniamo in Sala Comune, prendiamo i libri che ci servono e andiamo a lezione, tu cos'hai?”

“Eeeeh... Storia della Magia...!” disse lei dandosi una leggera botta con la mano sulla fronte.

“Ok, io ho Trasfigurazione, sono tutte e due in aule molto lontane dal dormitorio, ma dovremo farcela... Mancano dieci minuti, muoviamoci”

Corsero a perdifiato per i corridoi della scuola, e quando finalmente riuscirono a raggiungere la Sala Comune, attraversarono il ritratto e si catapultarono nei rispettivi dormitori. Presi i libri e il necessario per le lezioni passarono nuovamente dal ritratto e prima di proseguire per strade diverse Harry guardò l'orologio e scoppiò a ridere.

“Che hai da ridere?! Siamo in super ritardo e tu ridi?!” sbraitò Ginny con i cipiglio che Harry aveva visto tante volte sul volto della signora Weasley.

Il ragazzo provò a parlare ma al posto delle parole gli uscì un altra risata.

“Dai! Non c'è tempo!” lo scosse Ginny, e lui si decise a parlare.

“Perdonami, è che abbiamo corso per arrivare in tempo, ma siamo già in ritardo lo stesso e molto ... Non ha senso fare di fretta per arrivare a metà lezione, non ci faranno mai entrare in classe”

“E tu ridi?!”

“Si, io rido, perchè poco fa credevo di non riuscire più ad avere un momento libro, e invece, non andando a lezione posso passare del tempo con la mia ragazza” sentenziò Harry aumentando il tono di voce alle ultime parole.

“Sssssh...Vuoi che lo sappiano tutti?” lo zittì Ginny iniziando a ridere a sua volta.

“E tu perchè ridi?” chiese allora il Prescelto.

“Perchè sei proprio uno scemo...” rispose lei con il sorriso sulle labbra vedendo l'espressione arrabbiata che stava simulando Harry.

“Non ha tutti i torti, ragazzo...” intervenì un uomo con panciotto e papillon parlando da un quadro vicino alla coppia.

Sia Harry che Ginny si voltarono per vedere chi avesse parlato e trovandosi davanti il buffo personaggio scoppiarono a ridere e decisero di tornare in Sala Comune.

* * *

Passarono tutto il tempo nella Sala deserta poiché tutti gli alunni avevano lezione a quell'ora. Parlarono di Quidditch, non era un grande argomento per parlare con la propria ragazza, ma era stata lei a introdurre il discorso ed Harry era contento di parlare degli allenamenti con qualcuno.

“Fortunatamente non bisogna rifare la squadra, non avrei sopportato un altra lezione con quell'idiota di McLaggen...” commentò il ragazzo sfogliando il calendario delle partite.

“E io non sopporterei di giocare con lui. Alla sua unica partita ha iniziato a prendere le mazze e a colpire i bolidi lasciando scoperti gli anelli...”

“Non me lo ricordare... Dobbiamo vincere di nuovo la Coppa quest'anno, ma credo che sarà più semplice che gli anni passati”

“E perchè ne sei così sicuro? Ho sentito che la nuova squadra dei Tassorosso è davvero forte!”

“Perchè abbiamo una Cacciatrice fantastica che gioca sempre meglio” disse Harry alludendo alla sua interlocutrice.

“Ah si?” chiese Ginny fingendo un tono curioso, “E chi sarebbe, la conosco?”

“No, no” si affretto a dire lui, “E' un antipatica...” continuò il ragazzo, senza staccare gli occhi dal foglio di pergamena.

“Capisco, penso la stessa cosa del nostro Capitano...”

“Del nostro Capitano?”

“Si, proprio il Capitano, a volte è perfino peggio di McLaggen... Non vola neanche bene...”

“Ah no?” chiese Harry lasciando il foglio di pergamena che aveva in mano e gettandosi sulla sua ragazza che da seduta sul divano si ritrovò sdraiata e ansimante a causa del solletico che Harry le stava facendo.

“Basta, basta, tregua!” supplicò lei senza smettere di ridere.

“Cos'è che hai detto del Capitano? Cos'è che hai detto?” chiese Harry continuando a scherzare senza smettere di fare il solletico alla fidanzata quasi senza fiato.

“Non ce la faccio più... Smettila!” continuò lei, ma il ragazzo non si fermò passando dal collo alla pancia, fino ad arrivare ai fianchi.

“Ancora un po'... Devi essere punita per ciò che hai detto sul Capitano...”

“No, no, aiuto...” e si mise nuovamente a ridere.

“Hem, hem...” qualcuno si schiarì la gola: non erano più soli.

Sia Harry che Ginny si misero seduti e cessarono immediatamente di ridere, arrossendo tutti e due.

Davanti a loro c'erano Hermione e Ron, anche loro rossi in volto. Il silenzio piombò fra i ragazzi, poi Hermione disse:

“Io... ho dimenticato un libro nell'aula di Trasfigurazione, vado a prenderlo” e così riuscì a salvarsi da quell'imbarazzante situazione.

“Scusate, io...” e senza concludere la frase anche Ginny li lasciò correndo verso il dormitorio delle ragazze.

Harry e Ron erano soli, la Sala ancora vuota.

“Ora ho capito perchè non sei venuto a lezione” disse freddamente il rosso senza guardare l'amico negli occhi.

“Non è come credi... Noi eravamo insiemi, è vero, ma prima! Poi abbiamo visto che era tardi e siamo venuti a prendere i libri, solo che avendo già perso metà lezione abbiamo pensato che i professori non ci avrebbero fatto entrare in classe e...”

“Comodo, davvero comodo così... Non la smetti proprio di approfittarne vero, Potter?”

“Cos'è che ti scoccia, che non ti ho fatto compagnia in classe?!” chiese Harry alterato, notando l'uso del cognome.

“Mi scoccia il fatto che sono entrato e vi ho visti qui, insieme, soli, sul divano!”

“Non stavamo facendo niente di male, credimi. Ci stavamo solo facendo il solletico... E poi sai che non farei mai niente qui, sotto gli occhi di tutti!”

“Si, hai ragione” disse Ron, aveva ancora un espressione dura, ma sembrava essersi calmato un po'.

“Non voglio litigare con te...”

“Certo” continuò il rosso con un sorriso che di allegro non aveva nulla, “Troppo tardi, avete superato il limite...”

Ron stava esagerando, ed Harry ne era consapevole, ma non riuscì a dire niente vedendo l'amico dirigersi verso il dormitorio, così decise di seguirlo.

Ron iniziò a sistemarsi il baule senza considerare l'altro Grifondoro presente nel dormitorio.

“Cosa credi che avrei fatto vedendo te ed Hermione insieme, a scherzare come facevamo io e Ginny?” chiese il Prescelto rompendo il silenzio e continuando a guardare l'amico che si piegava gli abiti e li disponeva in diverse pile sul letto.

“E' diverso, lei è mia sorella”

“E allora? Cosa cambia, Hermione è come se fosse la mia!”

Evidentemente questa frase doveva aver colpito Ron, perchè si decise, finalmente, a guardare il ragazzo negli occhi.

Aprì la bocca, come per dire qualcosa e poi la richiuse scuotendo la testa.

“Il mio rapporto con Ginny non cambierà solo perchè ha un fratello geloso, sappilo!” e concludendo il discorso, più arrabbiato che mai Harry scese le scale ed uscì dal ritratto lasciando la Sala Comune.

Iniziò a percorrere i corridoi pieni zeppi di studenti scongiurando di non incontrare la sua ragazza.

Com'è possibile che Ron, il mio migliore amico, non accetti il rapporto che ho con Ginny? Ho sempre saputo fosse un po' geloso... ma non fino a questo punto. Quando siamo stati insieme l'anno scorso non ha reagito così... Lei è sua sorella, ma non avrebbe dovuto reagire così, non abbiamo fatto niente di male. E ora cosa succederà fra me e lei? Dopo tutta la fatica che ho fatto per parlarle ancora non voglio che solo perchè ha un fratello geloso mi lasci... No, questo non posso permetterglielo, la nostra felicità non deve dipendere da quella di Ron...

“Ehi! Sta' attento!” esclamò la ragazza contro cui era andato addosso, perso nei suoi pensieri.

“Scus... Hermione!”

“Harry” disse lei ancora imbarazzata per aver visto la scena con Ginny.

“Vai da Ron?” chiese lui cercando di non sembrare arrabbiato.

“Perchè me lo chiedi?” ma lui non rispose.

“Avete litigato” sentenziò lei ottenendo come risposta un cenno del capo, “Dai vieni, qui non si piò parlare, c'è troppa confusione...”

Riusciti a sfuggire al fiume di studenti che attraversavano il corridoio, i due si appartarono nell'aula di Incantesimi, in quel momento vuota.

“Allora che ti ha detto?” chiese Hermione curiosa appoggiandosi alla cattedra del professore.

“Ha subito pensato facessimo qualcosa di male, poi ha detto che non gli piaceva il fatto che noi fossimo soli, in Sala Comune, sul divano”

“Lo immaginavo, anche con Dean aveva avuto una reazione simile”

“Simile?! Stai scherzando? Quando avevamo visto lui e Ginny insieme non gli ha neanche interrotti. Oggi invece, non ha nemmeno detto una parola a sua sorella e ci è mancato poco che non mi lanciasse una fattura!”

“Allora: primo non agitarti, secondo prova a metterti nei suoi panni. Ginny è sua sorella, vederla come fidanzata del suo migliore amico non dev'essere facile per lui.”

“E questo posso capirlo” disse Harry con un tono di voce più consono, “Ma il fatto è che pure tu e lui state insieme, eppure io non ho fatto niente per dimostrare la mia gelosia, nonostante, devo confessarlo, tengo moltissimo a te e vorrei che nessuno ti facesse soffrire. Non dico niente perchè mi fido di Ron e anche lui dovrebbe finalmente fidarsi di me.”

Hermione era arrossita notevolmente, non sapeva se fosse perchè il suo migliore amico sapeva della relazione con Ron o perchè le avesse detto che teneva moltissimo a lei, o forse per tutte e due le cose messe insieme.

“I-io... Non sapevo... Te l'ha detto Ron?”

“Si, la prima sera che abbiamo dormito qui, la Sala Comune era vuota, non preoccuparti”

“Tu invece, te l'ha detto Ron di me e Ginny? Figuriamoci se lui tiene per se qualcosa...”

“Non parlare di lui così, solo perchè avete litigato, e tra parentesi, non mi ha detto niente, si vede lontano un miglio che mi piacete l'un l'altra, inoltre da quando siete tornati da Grimmaul Place non fate altro che lanciarvi sguardi ogni volta che capita l'occasione”

Almeno su questo Ron è stato leale, ma ciò non toglie che abbia sbagliato ad arrabbiarsi in quel modo” pensò Harry aspettando che l'amica aggiungesse qualcos'altro.

“Ginny invece, cos'ha fatto? Non l'ho più vista”

“Lei è andata via subito dopo di te, non l'ho più vista neanche io” disse Harry diventando da arrabbiato a triste.

“Dovresti provare a parlarle, Ron sarà di certo arrabbiato anche con lei”

“Si, lo farò” rispose Harry sperando con tutto se stesso di non aver occasione di parlare con la ragazza troppo presto.

“Bene, ora vado, devo fare ancora un sacco di cose e non c'è tempo...” disse Hermione ripetendo il ritornello di quella strana giornata.

“Ciao” la salutò Harry.

“A dopo e mi raccomando, cerca di parlare con Ginny!” ribadì lei prima di lasciare definitivamente l'aula.

 

 

Nota:

Ciao a tutti! Sono stata velocissima a postare questo nuovo capitolo perchè  le idee mi venivano in mente come  niente, spero vi piaccia. Aspetto le vostre recensioni!

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: CrazyFantasyWriter