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Autore: game over_    17/04/2013    5 recensioni
Tratto dalla storia:
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Mi sentii osservato, e non mi impegnai nemmeno a girare la testa, sapevo che lei aveva visto.
-Perchè non mi odi?- mormorai, continuando a guardare quel corpo ormai morto davanti ai miei occhi.
Lei era immobile, a pochi passi da me.
Aveva la possibilità di scappare eppure non lo faceva.
-Non ci riesco.- la sentii avanzare di qualche passo, incerta.
Aveva provato il mio repentino cambio di umore sulla sua pelle, e non volevo farle ancora del male.
Non di nuovo.
-Devi odiarmi.- mi morsi il labbro, stringendo i pugni lungo i fianchi. -Devi farlo perchè solo così ti salverai!- urlai, sicuro che in quel vicolo buio e desolato non mi avrebbe sentito nessuno.
Anche se, il pensiero di essere sentito da qualcuno non mi importava per niente.
-No!- non urlò, era una supplica. Si avvicinò sfiorandomi il braccio.
Si posizionò davanti a me e fui attratto come una calamita a puntare i miei occhi nei suoi.
-Sei tu la mia salvezza.-
Ed era così ridicola quella frase, che per un momento credetti mi stesse prendendo in giro.
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[Fanfiction,Sovrannaturale,Fantasy,Fluff.*
Zayn troverà la pace proprio quando tutto si farà difficile.]
Genere: Fantasy, Fluff, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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can you image that love so strong?
Three
 
 



Ero perfettamente sveglia, riuscivo a sentire tutti i rumori e gli odori che mi circondavano.
Sentivo la morbidezza del cuscino e del materasso sul quale ero sdraiata, i miei piedi si strofinavano tra di loro, toccando con la punta delle dita il lenzuolo ai margini del letto, le mie mani vicine al petto combacviavano.
La luce che entrava dalla fnestra era fastidiosa e stentavo a tenere bene gli occhi chiusi, ma non riuscivo a trovare la forza per alzarmi.
Mi sentivo stanca, come se avessi portato un grande peso sulle spalle tutta la sera precedente.
Già, la sera precedente.
Cos'era successo?
Ricordavo che Zayn mi aveva portata a casa, sbattuta contro il muro e ricattata, e poi mi aveva prestato i suoi vestiti.
Rcordavo che mi ero addormentata nell'angolo del letto, cullata dal silenzio di quel quartiere.
Solo questo.
L'effetto della sbronza era durato poco.
Non feci in tempo a formulare altro pensiero, poichè il rumore della maniglia della porta e la luce intensa che entrava da essa mi portarono a girarmi dall'altro lato e a strizzare gli occhi.
Dei passi sulla moquette mi fecero pensare che Zayn fosse scalzo, e che si stava dirigendo alla mia destra. 
-Abbassa la voce, e calmati.- lo sentii pronunciare le parole lentamente.
La sua voce roca risuonava nella stanza.
-Ripetimi bene cosa è successo.- 
Sentivo un'altra voce, più acuta e agitata provenire dalla persona con la quale stava parlando.
Aprii gli occhi, facendo rapidamente il giro di quella parte di stanza che riuscivo a vedere girata in quella posizione.
Zayn mi dava le spalle, guardandosi allo specchio a parete che aveva di fronte.
I suoi muscoli si reggevano sotto il tessuto della maglia a maniche corte, e il braccio destro era sollevato mentre la sua mano si accarezzava i capelli.
-Fantastico, e ti hanno scoperto?- il suo tono di voce era cambiato. Quasi nervoso.
Chiunque stesse dall'altra parte del telefono lo strava facendo imbestialire, poichè la presa sul telefono aumentò.
Ebbi l'impressione che da un momento all'altro quel aggeggio si sarebbe ridotto in mille pezzi, per la ferocia con la quale lo stava stringendo.
I miei occhi si posarono sullo specchio, osservando il suo viso in un espressione arrabbiata, ma che tentava di tenere la calma.
Si strinse il ciuffo disordinato tra le dita e sospirò dal naso. -Non fare mai più cos..- i suoi occhi si puntarono su di me, guardandomi dallo specchio, e sapevo che era troppo tardi per chiudere gli occhi e fingere di dormire. -Devo andare.- ed attaccò.
Il telefono venne adagiato sul comò sotto lo specchio, e Zayn si girò a guardarmi.
-Sai che è maleducazione spiare la gente?- mi domandò retoricamente, avvicinandosi al bordo del letto.
Mi sollevai mettendomi seduta, deglutii.
I suoi occhi erano luminosi, sembrava che avesse pianto.
Ma ero sicura che non era così.
-Non ti ho spiato, stavo dormendo.- replicai giocando con il lenzuolo.
Sollevò le sopracciglia. -E hai l'abilità di dormire ad occhi aperti,Jamila?-
Posai lo sguardo su du lui. -Mi hai svegliata..-
Alzò le mani come per discolparsi, e si ritirò nel bagno adiacente alla stanza.
Tirai un sospiro di sollievo. Il suo sguardo mi metteva a nudo, era opprimente, era come se volesse e potesse leggere nei miei pensieri.
Ma era così maledettamente bello.
Mi alzai dal letto, sentendo subito un senso di nausea prendermi lo stomaco e la gola.
Pregai mentalmente di non vomitare in camera, o in qualsiasi altra parte della casa.
Con uno sforzo arrivai fin sotto le scale e mi guardai in giro.
C'era un enorme salone decorato con due divani e una televisione grande a parete. 
Subito accanto alle scale sulle quali ero, trovai una porta scorrevole, che probabilmente doveva essere la cucina.
L'aprii lentamente, non sapendo cosa aspettarmi e sopratutto, sentendomi una ladra.
Era casa di Zayn, non avrei dovuto vagare per le camere e guardare tra le sue cose, ma la curiosità era tanta.
C'era un lungo ripiano cucina in marmo ed un frigorifero color ghiaccio. Un piccolo tavolo e vari mobili e credenze.
Mi guardai attorno per un po' pensando a cher lavoro potesse fare per ottenere tutti quelle meraviglie.
La sua casa sembrava così costosa, che avevo paura che il tocco dei miei piedi sul pavimento avesse potuto sfondarlo.
Sentii una scia alla mia sinistra e di scatto mi spostai, tenendo il respiro.
Un forte odore di dopobarba mi invase il cervello, facendomi portare lo sguardo sulle guance di Zayn.
Erano decisamente più pulite.
-Cosa ti serve?- lo vidi aprire il frigorifero, ed estrarre una brocca di latte e delle uova.
Posò il latte sul tavolo e si destreggiò con le uova nella pentola, cuocendole.
Il rumore delle uova che friggevano mi portò alla realtà.
Si girò verso di me. I suoi occhi mi guardavano in attesa di una risposta. -Siediti.- ordinò indicando il tavolo.
Feci come aveva detto, la sedia era fredda e il pantaloncino stretto alla vita lasciava che le mie cosce toccassero il materiale della sedia.
-Ti piace il caffè?- 
-Sì.- risposi.
Le sue mani si muovevano per la cucina, e le sue gambe lunghe passeggiavano sul tappetino sotto il ripiano.
Restai in silenzio, a guardarlo lavorare.
Era così strano essere a casa sua e aspettarlo prepararmi qualcosa da mangiare.
Avrei voluto muovermi io, avrei voluto fare qualcosa. 
Così, non riuscendo a star ferma, parlai. -Posso fare qualcosa?- non era tanto una proposta d'aiuto, era più una supplica di darmi qualcosa da fare.
Lo sentii ridacchiare. -Sei capace di cucinare del bacon?-
Mi alzai e lo affiancai. -Dov'è la pentola..Ah eccola.- Mi sollevai sulle punte, alzando le mani per afferrarne una dal mobile.
Lo sentii ridere. -Sei così bassa.- 
Sbuffai continuando a muovere le dita cercando di afferrare il manico, ma sembrava inutile.
-Aiutami!- dissi, in difficoltà.
Il suo sorriso si allargò. -Chiedimelo.-
Roteai gli occhi al cielo, esasperata. -Zayn aiutami e basta!-
Cominciavo a spazientirmi, e questo gli suscitava ilarità poichè non la smetteva di ridere.
-Chiedimelo, ti ho detto.- sentivo il suono del suo sorriso strafottente. 
Avevo voglia di picchiarlo.
Mi rimisi con i pieidi per terra e mi voltai a guardarlo.
Era a una spanna dal mio viso, ed era così alto che dovevo alzare il mento per guardarlo. 
Sorrideva, mostrando una fila di denti bianchi invidiabili.
Sbuffai. -Mi prendi la pentola,perfavore?- sembravo una bambina per il tono che stavo usando, ma non m'importava.
Si passò la lingua fra le labbra, inumidendole e rendendole più lucenti. 
Si avvicinò ancora di più a me, posando una mano dietro la mia schiena per evitare che io cadessi, e i suoi occhi erano incollati ai miei, magneticamente.
Il suo neso sfiorava il mio, e riuscivo a sentire il calore caldo del suo respiìro toccare le mie labbra.
Era una sensazione estasiante, tanto che non riuscii a non chiudere gli occhi per qualche attimo, per poi riaprirli e trovarlo di nuovo pericolosamente vicino a me.
Talmente tanto presa da Zayn, che non mi accorsi della sua mano scendere sempre più giù sulla mia schiena, fino a toccare il contorno dei pantaloncini.
Mi staccai improvvisamente, quasi cadendo per terra e recuperai quel poco di dignità che mi restava afferrando la padella che era stata posta sul ripiano della cucina.
La posai sul fornello, guardando la fiamma accendersi e riscalzare la padella.
Zayn non sembrava essersi scomposto, poichè si posizionò accanto a me, per controllare le sue uova ed il suo caffè.
Lo superai afferrando il bacon, aprii il contenitore e posizionai le striscette sulla pentola.
-Dov'è Louis?- domandai, ricordandomi che in quel momento sarei dovuta stare a casa mia, nel letto a studiare, e non a casa di un perfetto sconosciuto a cucinare.
-Non lo so, in realtà.Srebbe dovuto venire a prenderti..- posò lo sguardo sull'orologio. -Un ora fa.-
Annuii.
L'odore del bacon che si cuoceva, mischiato a quello delle uova che Zayn stava condendo, era eccitante.
-Avanti vieni.- mi tolse la pentola dalle mani posò il bacon nel piatto con le uova e mise tutto a tavola, compreso il caffè.
Si sedette a capotavola, incitandomi a prendere posto difronte a lui.
Cominciai a mangiare in silenzio, avevo davvero fame, ma lui sembrava fare tutto con estrema calma come se mangiare fosse l'ultimo dei suoi problemi.
-Come hai conosciuto Alyse?- sentivo la sua voce tremare al nome di lei, e anche il mio cuore si restrinse.
Il rumore della forchetta che pichiettava sul piatto faceva da sottofondo alle mie parole. -Ci conosciamo da molto.. non lo so di preciso.-
-Non mi ha mai parlato di te.- era pungente, diverso da pochi minuti fa.
Sembrava che cercasse di allontanarmi da lei. Gli dava fastidio che la andassi a trovare?
-Ci vedevamo si e no due volte a settimana, negli ultimi mesi. Ero partita per la Florida.- 
Sentivo i suoi occhi puntati su di me, mi bruciavano le spalle e la testa. Mi stava controllando, studiando ogni mia mossa.
La suoneria del suo cellulare mo portò ad alzare gli occhi.
Con uno scatto era già in salotto.
Mi attaccai alla spallina della sedia con gli occhi strabuzzati. 
-Che cazzo di fien hai fatto?!- stava urlando.
Mi alzai, camminando a piedi nudi sul marmo e arrivando alla porta della cucina che portava al corridoio.
Camminai un alrto po',trovandomi davanti al salotto.
Mi dava le spalle, come nella stanza da letto.
-E' qui.- si girò, con il telefono in mano e gli occhi su di me. 
Non era sorpreso, mi aveva sentita arrivare.
Mi guardò gratandosi il mento.
Inclinai la testa, cercando di capire con chi parlasse.
-Louis, tranquillizzati. E' qui, adesso te la passo.- 
Mi porse il telefono, che con riluttanza afferrai.
-Louis?- guardai Zayn con le sopracciglia leggermente curvate. 
-Jamila!- lo sentii sospirare.
-Come ti ha trattata Zayn? Ti ha toccata? E' stato gentile? Oddio quanto mi dispiace dio averti lasciata sol..-
Lo interruppi bruscamente, andando avanti di qualche passo. -Calmati Lou! E' stato..- guardai Zayn di sottecchi, cercando di non farmi scoprire. -sincero.-
Non si poteva certamente dire che la sua sfuriata fosse stata gentile.
O che quella mattina fosse stato un galat'uomo.
-Sincero? Che vuol dire?-
-Perchè non sono a casa, con te, piuttosto?- domandai, e senza accorgermente mo trovai a fare il giro del divano. 
Mi piaceva la sensazione dei piedi nudi che toccavano la moquette.
Lo sentii ridere nervosamente. -Storia buffa. Ecco, ieri sera ho bevuto un po' troppo..e adesso sono, hum.. in Irlanda.-
Mi sembrava di aver sentito male, all'inizio, ma quando il moro pronunciò il nome di un paesino dell'isola, strabuzzai gli occhi.
-In Irlanda? Louis sei andato in Irlanda?-
Mi passai una mano tra i capelli nervosa. Com'era possibile che ogni volta che gli chiedevo un favore, qualcosa andava storto?
-Sì..senti Je, devo chiederti di restare da Zayn, finchè non torno.-
Strabuzzai gli occhi e mi passai una mano sulla fronte. -Louis, posso stare a casa da sola.- 
Una grande e fredda mano mi toccòp il braccio facendomi sobbalzare. Mi voltai a guardare quello che mi stava proponendo Zayn.
Azionai il vivavoce, e la voce di Louis risuonò in tutta la casa. -No, non puoi. Ascolta Je, fallo per me. Ok? Prometto che tornerò presto. Devo solo ritrovare il portafogli...-
-Il portafogli? Hai perso, o ti sei fatto rubare il portafogli?!- urlai.
Era inimmaginabile la sua sbadatezza. Era così distratto,sempre.
-L'ho perso..- sosprai, mugulando e sedendomi sul divano afflitta. -Mi prometti che resterai da Zayn, e farai tutto ciò che ti chiederà senza obbiettare?-
Guardai Zayn, in piedi davanti a me. Dal suo sguardo attento capii che mi stava guardando da un bel po' di tempo, e che probabilmente lo irritava il fatto che dovessi occupare casa sua per un po'.
-D'accordo.- dissi solamente, guardando i suoi occhi.
Avevano un colore strano, cangiante.
-Okay, grazie. Ci sentiamo presto piccola, un bacio.- E la chiamata terminò.
Ero ancora lì seduta a guardarlo dall'alto.
I capelli erano ordinatamente disordinati, le sue labbra erano socchiuse, e i suoi bellissimi occhi erano puntati su di me.
Lo guardai sedersi accanto a me, con indifferenza accendere la tv. -Cosa ha detto?- il suo accento era strano, ma mi piaceva.
-Hai sentito cosa ha detto.- risposi, distogliendo lo sguardo.
Le pareti erano tappezzate di foto, o meglio, di cornici e fotografie.
In alcuni punti della casa c'erano solo le cornici, senza alcuna traccia di fotografia, in altre, c'erano bellissime foto artistiche che ritraevano diversi paesaggi.
Mi voltai a guardarlo, trovandolo pensieroso a guardare un punto indefinito della casa.
Si passò la lingua sulle labbra, poi si alzò. -Devo andare in ospedale.- 
Lo osservai dirigersi verso le scale, e alzandomi di fretta lo seguii. -A fare cosa?-
E mi pentii per averlo detto. 
Avevo paura in una sua reazione esagerata, o in una sgridata. Ma nessuna delle mie due ipotesi si avverò.
Bensì Zayn continuò a salire le scale, e come se gli avessi chiesto cosa ci fosse da mangiare a cena mi rispose -A trovare Alyse.-
Sembrava che si fosse abituato al fatto che la sua ragazza fosse tenuta in vita da una macchina.
E la cosa mi faceva rabbrividire.
-Oh..- mi fermai su un gradino, vedendolo arrivare fino in cima alle scale. -Quando tornerai?- domandai, alzando un po' il tono di voce.
-Ti interessa davvero?- entrò in stanza con passi veloci.
Rimasi spiazzata. 
Non avevo voglia di restare a casa da sola, a guardare un film o ad annoiarmi con il cellulare. 
-Beh.. se non ci sei mi annoio, e..- in quell'istante lo vidi uscire dalla stanza, con un jeans in dosso e una maglia bianca con un giacchino nero.
Come aveva fatto ad essere così veloce?
-Non devi uscire di casa, intesi?- la sua voce era dura, ghiacciata e distaccata.
Entrò nel bagno e si aggiustò un po' i capelli con del gel.
-Perchè no?-
-Ricordi cosa ha detto Louis?- domandòl retoricamente.
Mi passò accanto, scendendo di nuovo le scale e fiondandosi in cucina.
Lo seguii. -Sì ma..-
Mi afferrò per un braccio e mi avvicinò a se. Il respiro mi morì in gola non appena i nostri occhi si incrociarono. Era spaventoso il modo severo con il quale mi stava guardando.
-Non devi uscire da questa casa, mi hai capito?-
Annuii e mi lasciò andare, prendendo il cellulare e il portafogli.
Lo seguii con lo sguardo fino alla porta. Prese le chiavi sul davanzale, ed uscì di casa, lasciandomi da sola a combattere la noia.





zayns corner.


Buonasera!
Lo so, lo so, è passato mezzo secolo da quando ho aggiornato, ma non ho avuto proprio tempo! o:
Beh, mi sono fatta perdonare con questo capitolo, che ho deciso di scrivere dal puntop di vista di Jamila. :'3
Per quanto riguarda il cambiamento di punto di vista(pov), non ho intenzione di cambiarlo più volte in un capitolo, come ho fatto precedentemente. 
Dipende dal capitolo, di cosa si parla e di quale pensiero dobbiamo parlare :*

Vi avviso da adesso che i prossimi capitoli saranno movimentati, e carastrofici HAHAHA
Non vedo l'ora di leggere le vostre recensioni.
khfijds
un bacione a tutte voi, vi mao tanto.
#G





 
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