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Autore: Corinne_Tizy    06/11/2007    2 recensioni
La storia inizia esattamente da dove terminava la settima serie di Buffy. Unica variante, Anya non è morta. All'improvviso accade un evento particolare, l'amuleto che Spike indossava nella bocca dell'inferno, spunta fuori dal centro del cratere, e Buffy si ritrova a tenere fra le braccia un bel bimbo biondo che sembra essere uscito proprio dallo stesso amuleto. Il bimbo è avvolto nello spolverino di Spike, dunque potrebbe essere lui. Lo è? Se leggerete questa storia lo scoprirete, e scoprirete le avventure che il piccolino dovrà affrontare.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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baby 19 Capitolo diciannove: Risvegli ( parte seconda )


Angel, stava misurando a lunghi passi la sala d’aspetto, del reparto di riabilitazione. La mente era un subbuglio di emozioni, immagini, ricordi e speranze, che aveva creduto perdute per sempre. Si, speranze. Non quella di poter tornare umano, no quella era ormai scomparsa, ma non gli faceva più tanto male, non dopo quello a cui era stato spettatore.

Quella luce, che aveva avvolto Cordelia, che aveva sentito su di se, entrargli in profondità, riscaldandolo e purificandolo, quella luce ora capiva che era ben più, della semplice emanazione dell’amuleto. Lì per lì non ne era stato cosciente, non aveva compreso, tanto il tutto era stato repentino e scioccante.

Ma ora, dopo aver passato diverse ore a rimuginare, in attesa di poter far visita a Cordy, ora capiva. L’amuleto era stato solo il tramite, se il suo potere di purificazione aveva potuto funzionare, era perché vi era dietro una forza ben più grande, che aveva indirizzato il potere su Cordelia. Lui l’aveva intravista, anche se solo per un millesimo di secondo, prima di dover chiudere gli occhi, abbagliato dalla sua luce. L’aveva vista…l’anima…l’anima di Spike.

Ora ne era sicuro, non poteva essere niente altro. Quella immagine era stampata nella sua mente, quella figura eterea e luminosissima, che si era come innalzata sopra il piccolo, facendo un sorriso di una purezza infinita.

La vera essenza di Spike.

Ma come poteva essere possibile?

Quello che aveva visto, contrastava completamente con l’immagine che lui aveva sempre avuto del suo gran childe. Beh a dirla tutta, negli ultimi due giorni, quell’immagine era già cambiata. Baby Spike era veramente un bimbo adorabile, decisamente più in sintonia con quanto aveva visto.

Era dunque questa, la vera natura del campione? Il cuore di un demone e l’anima di un bambino?

In fondo era questo che Spike era sempre stato, un bambinone, ingenuo, semplice, e perché no, puro.

E se le cose stavano così, lui poteva considerarsi ancora tale?

No, ora se ne rendeva conto. Sia come umano e come demone, lui non aveva mai posseduto quella purezza. Spike uccideva, ma senza malignità, senza farsi complicati percorsi mentali, non come lui, come Angelus, che aveva adorato torturare le sue vittime in tutti i modi possibili e immaginabili.

E quel sorriso, che gli aveva visto fare…che significava? Forse che un po’ aveva purificato anche lui? In effetti ora si sentiva più libero, il demone dentro di sé, era ancora rintanato, tremante. Lo sentiva, sentiva la sua paura, e questo gli donava un piacere sottile, una volta tanto non era l’anima a temere, ma il demone.

Provava una immensa gratitudine per Spike, per avergli restituito almeno una parte delle sue speranze. Gli aveva restituito Cordelia, ed era certo che presto avrebbe risolto anche le altre cose. Si, ora sentiva di poter fare completamente affidamento su di lui, era lui il vero campione.

Un leggero tossicchiare alle sue spalle, lo distolse dai suoi pensieri, facendolo riscuotere e girarsi.

<< Ehmm…signore… >> la voce del medico era leggermente intimorita, quando gli si rivolse, forse per colpa di come l’aveva quasi aggredito alcune ore prima. << La signorina Chase, è stata sottoposta a tutti gli esami di routine, ed ora riposa tranquilla nel suo letto in reparto…Fra un paio di minuti potrà vederla >> aggiunse frettolosamente alla fine, tanto per essere sicuro di non essere assalito un'altra volta.

<< Grazie. >> gli rispose Angel, cercando di fare il suo sorriso più gentile. << Ma…mi dica…è tutto a posto? Che dicono gli esami? >> chiese con voce leggermente ansiosa, cercando però, di continuare a sorridere.

<< Oh…si gli esami sono andati tutti bene, anche se è un po’ strano… >> rispose il dottore pensieroso.

<< Cosa è strano? >> chiese subito Angel alzando leggermente la voce, preoccupato. << Scusi. >> aggiunse quando vide che il medico si ritraeva come spaventato. << La prego mi scusi…è solo che sono un po’ teso…ma la prego, mi dica di più! >>

<< Beh… >> iniziò il dottore, che deglutiva nervosamente, quel tizio lo rendeva alquanto inquieto. << …vede…di solito…quando un coma si protrae per qualche giorno…ci sono sempre degli effetti al risveglio…difficoltà nel parlare, nei movimenti. Il cervello è un organo complesso…ha bisogno di tempo per recuperare…invece… >> si interruppe un attimo, cercando le parole giuste per continuare. << …invece con la signorina Chase, questi problemi non si sono presentati…ma per onestà, le dico che non è detto che in futuro, non si presenti qualcosa, forse di lieve importanza…ma che comunque dovrebbe risolversi in fretta e senza problemi. La terremo sotto controllo per un po’ e vedremo. Per il momento la paziente è perfettamente cosciente ed ha il controllo di tutte le sue funzioni. Bene ora la lascio, fra poco dovrebbe venire l’infermiera ad avvisarla che può andare a farle visita. >> concluse affrettatamente, allontanandosi, non se la sentiva proprio di rimanere vicino a quello strano individuo, che lo intimoriva con il suo sguardo profondo.

Angel, ricadde su una poltroncina, sospirando esausto e fremente al tempo stesso. Due minuti…fra soli due minuti avrebbe potuto vederla, sentì lacrime di gioia salirgli agli occhi, li strinse per impedire che uscissero, mentre dalle labbra, esalava sospirando un << Grazie, Spike. >>

******************

Nello stesso tempo, nello studio di Fred, baby Spike riapriva gli occhi e faceva un dolce sorriso alla sua amata cacciatrice.

<< Bu! >> esclamò salutandola, e facendole battere il cuore con forza.

Vedere però quegli occhi di giada, riempirsi di lacrime, mentre le sue dolci labbra tremavano cercando di restituire il sorriso, gli strinsero il cuore. Odiava vederla piangere, sempre, indipendentemente da quale fosse la causa.

<< Bu? >> fece baby Spike, tirandosi su seduto e piegando leggermente la testolina da una parte e guardandola preoccupato.

Honey, che succede? Perché piangi?

E Buffy senza volere si ritrovò a ridacchiare fra le lacrime. Il suo Spike, eccolo era lì. In quei piccoli gesti che lui faceva, sia che fosse un bimbo che un adulto. Il modo di piegare la testa per guardarla, l’espressione degli occhi, lui era tornato, ancora una volta era tornato da lei.

Si lanciò verso di lui e lo attirò fra le sue braccia, stringendolo con tutta la forza e la delicatezza che poteva, sentendo impellente il bisogno di poterlo toccare, di accertarsi che fosse veramente lì con lei. Di cullarlo teneramente, di sommergerlo di baci, di sentire la sua mano, anche se piccina, posarsi sulla guancia, cercando di asciugarle le lacrime che la rigavano.

<< Va tutto bene…non farci caso…è che sono felice… >> singhiozzò baciandogli la testolina riccioluta, mentre cercava di riprendere il controllo, ma senza ottenere grandi risultati.

<< Bu mia, no angere… >> farfugliò baby Spike, cercando di far fermare quel fiume di lacrime che gli faceva male al cuoricino vedere.

Willow, che si era affacciata in quel momento alla porta per sapere se c’erano novità, si commosse vedendo quella scena così toccante. Se mai aveva avuto dei dubbi, sui sentimenti che quei due provavano l’uno per l’altra, ora erano scomparsi, sempre che fossero mai esistiti.

Chiudendo gli occhi si concentrò, forse la cosa migliore era quella di metterli in contatto. E di nuovo il pensiero le corse a Tara, “Un giorno ti ritroverò amore mio, te lo giuro!”, pensò, prima che le giungesse il pensiero di Spike che si affrettò subito ad inviare a Buffy.

Buffy, amore mio, che succede? Ti prego piccola dimmi cosa ti fa piangere. Lo sai che non voglio vederti così, soprattutto non per me.

Buffy ansimò, quando la voce chiara di Spike, la raggiunse, inondandole la mente. Voltandosi leggermente, vide con la coda dell’occhio, Willow, che si trovava appoggiata allo stipite della porta, gli occhi chiusi la fronte aggrottata. Sorridendo, si voltò di nuovo verso baby Spike, e questa volta le labbra non tremarono, ma si stesero dolcemente.

<< Ho avuto tanta paura Spike…tu sei stato male e poi sembrava che non ti volessi più svegliare…ed io…io non sapevo cosa fare…ed ora che sei sveglio, sono così felice che… >> cercò di spiegargli mentalmente, come si era sentita, come si sentiva anche adesso.

Baby Spike rimase un momento come pensieroso e leggermente imbronciato. Quello che lei aveva appena detto, gli stava scaldando il cuore, ma al contempo, gli aveva fatto ricordare il sogno che aveva avuto. Sua madre. Il pensiero che Buffy potesse soffrire per la sua perdita, come aveva appena visto sua madre fare, non era piacevole. Lui stesso conosceva bene quella sofferenza, che ti lacerava dentro, quando perdi la persona che ami con tutto tè stesso. Baby Spike fece un sospirone, mentre le dava mentalmente una risposta.

Io non ti lascerò mai, Buffy. Te lo prometto! Io sono qui, piccola…e sono qui per rimanere, ormai non ho più dubbi su questo, il mio destino è legato al tuo. Tu sei il mio raggio di sole, che mi ha condotto fuori dalle tenebre, tracciando per me il cammino. Sarei veramente un emerito idiota, se ti lasciassi andare, proprio ora che ti ho raggiunto. Fidati di me, passerotto…

<< Sai Spike? Avresti dovuto fare il poeta…non so come fai, ma riesci sempre a trovare le parole giuste per farmi stare bene. >> gli rispose sorridendo Buffy, che ormai si era ripresa completamente. Rimase però leggermente confusa dall’espressione strana sul volto del piccolo, era un misto di gioia e di vergogna. Era persino arrossito.

<< Che c’è? Che ho detto? >> gli chiese perplessa, pensando che quella reazione fosse dovuta alle sue parole, e non sbagliava.

Niente Buffy…è solo roba vecchia…vecchie ferite, che tu hai appena guarito. Ma piuttosto dimmi…ti fidi di me?

Baby Spike, aveva adesso sul volto un espressione tesa e ansiosa, mentre aspettava nervoso la risposta di lei. Solo una volta le aveva sentito dire quelle parole, le aveva sentite vere, sincere e gli erano state di immenso aiuto per scacciare le tenebre che ancora avvolgevano il suo cuore. Erano state quelle parole il suo raggio di sole, ed ora aveva bisogno di sentirle di nuovo.

<< Sempre! >>

La risposta gli giunse chiara e netta nella mente, riscaldandolo ancora una volta e facendo fare al piccolo un sorriso splendente, mentre si perdeva nello sguardo della sua amata cacciatrice.

<< Ora però, voglio sapere cosa è successo. Lì all’ospedale e anche dopo, perché non ti svegliavi? >> la voce decisa di Buffy lo raggiunse ancora, facendogli quasi fare una risatina gioiosa. La sua cacciatrice che non si smentiva mai, sempre dritta al punto, il suo diavolo di donna.

Uhmm…dunque…è successo che…

********************

Mentre Baby Spike, spiegava a Buffy cosa gli era successo e dei sogni che aveva fatto, ripercorrendo una piccola parte della sua vita, Angel, si stava strusciando le mani sudate sui pantaloni, prima di farsi forza ed entrare nella camera in cui era ricoverata Cordelia.

Spingendo emozionato la porta, deglutì con forza per cercare di mantenere il controllo. Gli occhi bassi, che seguivano un percorso sul pavimento fino al letto, per poi risalire lentamente. Le lenzuola e le coperte, che delineavano il corpo che vi era sotto. Poteva chiaramente vedere le forme delle gambe e dei piedi, e il suo sguardo continuò a risalire lentamente.

Le mani, intrecciate e posate sopra le coperte e il grembo, le braccia ed il busto, ed infine il volto. E sentì come se il suo cuore avesse preso a battere come impazzito. Lei era seduta con la schiena comodamente appoggiata a dei cuscini, ed i suoi occhi scuri, erano fissi su di lui, splendenti di lacrime.

<< Angel… >> sussurrò Cordelia, allungando un braccio per invitarlo ad avvicinarsi.

Questo fu troppo per lui, si lanciò verso di lei, abbracciandola con forza, carezzandole i capelli e posandole leggeri baci ovunque riuscisse a raggiungerla. La sentiva sussultare fra le sue braccia, scossa da calmi singhiozzi, mentre pronunciava parole smozzicate << Perdonami…non ero io…non ero io… >> continuava a ripetere.

<< Lo so, lo so. >> continuava invece a rispondergli lui, cercando di calmarla.

Qualche minuto più tardi, quando Cordelia si fu un po’ calmata, schiarendosi la voce e asciugandosi le lacrime, riuscì a dire in modo più chiaro: << Era come se fossi divisa a metà…mi vedevo fare e dire cose, e non riuscivo ad impedirmelo…era come se fossi bloccata, da una forza che mi sovrastava…che mi divorava da dentro…e alla fine le tenebre mi avevano quasi completamente avvolta e…e poi ho visto una luce…qualcuno o qualcosa non so…mi ha afferrata, ma io ero stanca…tanto stanca…ma quando ha detto che tu avevi bisogno di me io…io ho cercato con le ultime forze che mi rimanevano di afferrare quella luce…e poi mi sono svegliata e attorno a me, c’erano tante persone…ed io volevo solo vedere te… >> concluse appoggiando la testa sul torace di Angel, che la strinse, sconvolto lui stesso dalle emozioni, che le sue parole avevano suscitato.

<< Cos’è stato Angel? >> chiese Cordelia, tirandosi leggermente indietro per guardarlo negli occhi. << Sei stato tu a risvegliarmi? >> chiese ancora, spiegando la sua domanda precedente.

Angel scosse la testa, mentre cercava di riprendere il controllo. << Avrei voluto…avrei voluto poter essere io a salvarti…ma non sono stato io…è stato Spike. >> le rivelò, mentre le posava un bacio sulla fronte, per poi guardare come lei allargava gli occhi sorpresa.

<< Spike? Ma…come? >>

<< E’ lungo e difficile da spiegare Cordelia, ma il succo della faccenda è che, lui, lui solo è il vero campione…non sono io. Lui è il vampiro con l’anima della profezia, è Spike. Ci eravamo sbagliati…non sono io. >> le disse calmo, aspettandosi una pronta risposta, e quando vide che stava per arrivare, le posò un dito sulle labbra per fermarla. << Non mi importa Cordy…non più. Lui ti ha riportata da me e questo mi basta. >> le sussurrò sulle labbra prima di posarvi quel bacio che troppe volte avevano rimandato di darsi.

“Ora perderò di certo l’anima” pensò Angel, con un brivido di paura, che però scomparve subito, non appena il respiro caldo di lei, entrò nella sua bocca. In quel momento il mondo smise di girare, ed il tempo sembrò fermarsi, mentre entrambi si perdevano in quel dolce bacio. Felicità, un immensa felicità lo stava sommergendo incatenando a quelle labbra che sapevano di paradiso.

Tirandosi indietro qualche istante dopo ( ma per loro era sembrata un eternità ), si ritrovò a ridere come non gli accadeva di fare più da tempo, una risata completamente gioiosa. Si interruppe solo quando vide che Cordelia lo guardava perplessa.

<< Ho appena avuto un istante di felicità, no che dico, sono ancora immensamente felice…e la mia anima è ancora qui… >> le disse eccitato, prendendole una mano e posandosela sul petto. << …e sai…non so come…ma sento che ci rimarrà! >> aggiunse, sorridendo ai grandi occhi spalancati di lei.

Un infermiera, un paio di minuti dopo, si affacciò alla porta, per invitare il visitatore ad uscire, il tempo della visita era scaduto. Vedendo però quei due teneramente abbracciati, che si baciavano, non ebbe la forza di disturbarli e si ritirò silenziosamente. Camminando poi per il corridoio, si sorprese a sorridere trasognata. Quello che aveva appena visto era così romantico. La bella addormentata, che si svegliava dal suo sonno e trovava il suo bel principe, che la baciava. Era proprio come una favola.

Sempre sorridendo, si avviò a svolgere le sue funzioni. Una volta tanto, avrebbe violato le regole e lasciato a quei due il tempo di cui avevano bisogno. In fondo che male poteva fare un bacio? Nessuno.

E infatti nessun male, venne da quel bacio.
  
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