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Autore: Panino2000    18/04/2013    1 recensioni
Fra la campagna ed il paese c'è Via Biline, una strada apparentemente tranquilla, ma dalla brutta fama. Infatti, la gente che vi abita, dopo il tramonto è solita barricarsi nella propria abitazione, per paura che possa succedere qualcosa di non gradito, come essere assaliti da alcuni spiriti.
Nessuno sa cosa si celi veramente dietro quella spaventosa strada. Tre ragazzini, amici di un insolito abitante di quella via, decidono di scoprire cosa nasconde quel malefico viale e capiranno che qualcosa di veramente terribile sta per accadere.
Genere: Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 4
L'uomo in nero

 

Questo capitolo è davvero da non
perdere per chi ha intenzione di leggere
la mia storia: infatti vengono presentati 
un luogo e una persona fondamentali
anche in seguito.
Spero vi piaccia! :-)


Quello stesso giorno Emily e Luigi si incontrarono verso le sei di sera per la grande impresa: andare in Via Biline di notte!
Alle sei e un quarto tutti i preparat
ivi erano stati effettuati: Luigi aveva portato un piccolo zaino nel quale erano stati inseriti una torcia elettrica, un coltellino svizzero e un berretto.
Fuori il cielo era color carbone e coperto di nubi anch’esse nero pece. I due ragazzini avanzarono tranquilli per tutta la via in cui abitavano, ma appena raggiunsero quel piccolo vicolo che li conduceva direttamente nella parte centrale della strada misteriosa, avanzarono cauti finché non entrarono nella vera e propria Via Biline.                                                                        
Il viale era completamente buio, eccetto una piccola traversa illuminata da una fila di lampioni, per la metà spenti, che conduceva alle tristemente famose “Colline stile liberty”.
“Chissà se Max abita davvero qua.” disse Luigi                                                                             
In quel momento una piccola luce in fondo alla via laterale si accese e i due sussultarono.
“Cosa vuoi che sia!” riprese il ragazzino, nascondendo la paura che gli fremeva nel corpo.
“Sì, dai, cosa vuoi che sia, andiamo in quella traversa” rispose Emily, cercando di nascondere un tremolio di denti.
I ragazzini avanzarono lentamente fin quando non si sentì sbattere una finestra; un nuovo sussulto attraversò tutte le loro membra.
“Cosa vuoi che sia!” ripeté in tono forzatamente calmo Luigi.
I due proseguirono ancora più cautamente ma appena raggiunto il centro della strada si sentì qualcosa di metallico cadere. I due si voltarono, ma non videro nulla.
“Cosa vuoi che sia!” riaffermò per la terza volta Luigi, in un tono che nascondeva un deciso spavento.
Gli spaventati ragazzini avanzarono ancora, ma appena raggiunto il primo lampione acceso si fermarono davanti ad un’ombra, nascosta dietro al palo della luce. Improvvisamente apparve una terribile figura che doveva avere circa quarant’anni, completamente vestita di nero, in frac, con una lunga coda di rondine che le toccava i piedi, dei pantaloni di seta rigata, dei mocassini cuciti in cuoio, un bastone da passeggio in legno decorato d’oro stile Ottocento e un cappello a cilindro con un’ampia visiera tutt’intorno, anch’esso completamente nero.
I due ragazzini si fermarono terrorizzati davanti a quella figura imponente. Nessuno disse nulla per qualche interminabile secondo, poi l’uomo in nero cominciò per primo a parlare:”Attenzione, sta arrivando!”
Prima che i due ragazzi sbalorditi e spaventati potessero rispondergli egli si diresse verso le “Colline stile liberty”, diventando prima sbiadito, poi semitrasparente, quindi evanescente, finché non raggiunse il cantiere abbandonato, dove scomparve completamente, proprio come un fantasma.
I due poveri sfortunati, senza pensare alle parole della strana creatura e senza nascondere il proprio terrore, corsero a perdifiato attraversando tutta Via Biline, tutto il vicolo percorso all’andata e tutta la via dove abitavano, fino a chiudersi terrorizzati nelle proprie case.
Mentre ai due ragazzini accadeva ciò, a casa Kermes la madre delle due sorelle era disperata per quanto successo a sua figlia malata.
Quando Zoe andò a dormire, cadde subito nel sonno. Dopo circa mezz’ora si svegliò di soprassalto e guardò l’orologio: segnava le undici e un quarto. Pensò di tornare a dormire, ma la colpì un particolare: la finestra della sua camera da letto era aperta: Qualcuno era entrato!
Alla ragazzina venne una paura tremenda; si infilò sotto le coperte, ma sentì un freddo tocco ai piedi.
Terrorizzata, uscì da sotto le lenzuola e si trovò davanti una figura evanescente, trasparente che la fissava; la giovane credette di sognare, comunque urlò di paura.
La figura trasparente la tranquillizzò, ma aveva una voce ansiosa:”Non ti preoccupare, sono solo un fantasma. Tu l’altro ieri hai suonato il campanello di casa mia, si capisce da quel segno sul dito; sono qui per chiederti se hai preso tu la chiave della mia abitazione.”
Zoe era ancora molto spaventata, ma rispose comunque:”No, non l’ho presa io, non so nemmeno di cosa stia parlando. Scusi, una curiosità, ma lei è quella persona che abita al numero 60 di Via Biline?”
Il fantasma disse:”Sì, sono io. Ma stai tranquilla, se hai sentito degli spari, sarà nostro figlio; lui è bravo nel tiro a volo. Quel giorno, quando hai suonato al campanello di casa mia, c’era qualcun altro con te?”
“S-sì, Luigi ed Emily, s-sono mi-miei amici. C’è mia sorella che dorme qui accanto e Luigi abita di fronte a me.”
“Grazie, dormi bene!”disse il fantasma e scomparve.
Zoe si guardò il dito e vide che le bollicine bianche erano quasi completamente scomparse.
  
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