Anime & Manga > Slam Dunk
Segui la storia  |       
Autore: Bella07    07/11/2007    6 recensioni
Per la prima volta sto provando un sentimento strano... che pervade tutto il mio corpo e mi domina completamente. Come ho fatto... come ho fatto, fino a questo momento, a stare tranquilla stando accanto a lui...?? Ora... la sua vicinanza non mi fa neanche respirare... Il solo stargli vicino mi fa battere il cuore a livelli esorbitanti... ... la sua voce, il suo viso perfetto, le sue espressioni, i suoi capelli corvini, gli occhi blu, il suo modo di parlare... mi sento come cullata da una dolce musica, come se non volessi altro al mondo all’infuori di lui...
Genere: Introspettivo, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Kaede Rukawa
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Wecome To PageBreeze

Allora, prima di cominciare con il 2° capitolo, vorrei prima ringraziare le persone che hanno recensito, ovvero:

Ammy, Angel07 e Lucilla_Bella (la mia musa ispiratrice, ovviamente ^@^ mucho love tutto per te ^^)

 

Ovviamente dedico tutto questo al Kaede Rukawa della mia vita reale... Favetto mio, ti adoro, lo sai.

 

Vabbeh, basta cazzeggiare. Anche questo capitolo è stato scritto senza alcun fine di lucro e senza la minima volontà di offendere nessuno.

Un favore... se il volpino dovesse sembrare OOC, non fatevi scrupoli nel farmelo notare. ^^

 

Buona lettura... oggi è pure il mio compleanno quindi siate crudeli mi raccomando. ^^'

 

 

2° CAPITOLO

REAZIONI IMPREVISTE

 

 

XXXXXXX

 

 

Guardo la mia immagine riflessa allo specchio. Sono appena stata fuori a fumare e il tempo di merda mi ha demoralizzato non poco. Mi do un’ultima sistemata ai lunghi capelli corvini ed esco dal bagno della scuola. Sbuffo. Non ho la minima voglia di andare in classe e sorbirmi l’ora di chimica. Camminando pigramente, decido di andarmi a prendere una lattina di coca cola al distributore...

 

Raggiungo la macchinetta e conto i spiccioli.

 

All’improvviso sento un brivido dietro la schiena. Percepisco una presenza dietro di me che mi fa rabbrividire e un’ombra enorme mi sovrasta alle spalle. Mi volto lentamente e mi trovo a 2 centimetri dal petto di un ragazzo mooolto alto. Alzo lo sguardo e mi ritrovo Rukawa che mi guarda con quella fastidiosa espressione da rincoglionito. Nonostante i brividi che mi provoca la sua vicinanza, mantengo la solita indifferenza e sorrido sardonica.

 

“Chi si rivede... prendi qualcosa?” gli chiedo con freddezza.

“Sono senza soldi.”

“Ah. Allora non credo ti serva a tanto stare qui, sfortunatamente queste macchinette infernali non sono gratis.” lui non si scompone minimamente e resta a fissarmi con quella sua tipica faccia da ebete.

 

Noto, con sorpresa, che un prof infondo all’atrio ci guarda con la bocca spalancata, incredulo lui stesso di vedere Kaede Rukawa rivolgere la parola ad una qualunque forma di vita e, per di più, femminile. Mi guarda come se volesse dirmi: «Cazzo, approfittane, quando ti ricapita!!» cerco di non farci caso e torno a guardare il bel tenebroso...

 

“Ok, ho capito...” mi volto verso la macchinetta, inserisco i soldi e seleziono un caffè. Aspetto che esca il bicchiere e glielo porgo. Lui lo prende e alza un sopracciglio perplesso...

“Così almeno ti svegli un po’. Ti vedo abbastanza rincoglionito oggi, coso.” inserisco altre monetine e seleziono la mia coca cola. Una volta prese, giro i tacchi e me ne vado, lasciandolo lì impalato come un cretino.

 

Mi avvio verso la terrazza e mi appresto a salire la rampa di scale mentre il bel tenebroso mi segue senza spiccicare la minima sillaba.

“Ma non dovresti tornartene in classe?!” gli dico precedendolo di qualche gradino.

“Potrei farti la stessa domanda.” hm... astuto il ragazzo, più di quanto credessi. Quel carciofo sta anche rallentando di proposito per guardarmi sotto la gonna... che porcello!

“Perché mi segui?”

“Vai nella mia stessa direzione.” devo ammettere che non è poi così stupido come credevo.

 

 

 

Mi appoggio di spalle alla ringhiera e mi accendo la solita Marlboro rossa. Lui è davanti a me, appoggiato di schiena al muro con il bicchiere di caffè ancora in mano. Faccio finta di non calcolarlo minimamente e, guardandolo ogni tanto di straforo, mi accorgo che mi fissa.

 

“Perché mi fissi?” colto in flagrante, volta violentemente lo sguardo e, preso dall’agitazione, beve il contenuto ancora bollente del bicchiere per poi sputarlo indelicatamente. Tira fuori la lingua dolorante in un gesto davvero buffo.

“Dovresti fare attenzione, se ti si scottasse la lingua sarebbe un dramma...” scherzo ironica non resistendo alla tentazione di prenderlo in giro.

“Tzk...” mi sta praticamente fulminando. Sogghigno divertita e, in quello stesso momento, la suoneria del mio cellulare mi avverte che è appena arrivato un messaggio. Tiro fuori il mio Nokia dell’ultima generazione e leggo l’sms. È Faye...

 

«Ma dove sei finita? Il prof ti sta cercando per tutta la scuola. Torna in classe o ti farai sospendere! Baci Baci»

 

“Maledizione...” borbotto tra me facendo scorrere il messaggio. MUORI CHIMICA!! Faccio per rimettermi il cellulare in tasca ma, in quello stesso istante, mi viene strappato di mano con un gesto fulmineo.

 

“Ehi, ridammi il cellulare!!” cerco di riprendermelo, ma lui indietreggia di qualche passo, poi protende una mano davanti al mio viso in segno di «Stop». Mi fermo, portandomi le mani sui fianchi... “Si può sapere che diavolo ti è preso adesso?”

 

Cazzo adesso noterà quello scempio di foto! Dannata Faye che me l’ha fatta mettere come sfondo! Ecco, l’ha notata dannazione... alza un sopracciglio e avvicina maggiormente il telefono agli occhi per guardare meglio... merda!

 

Non c’è mica bisogno di fare quella faccia, cazzo!! Quella dannata foto è stata fatta 2 settimane fa nel bagno della scuola: praticamente ci sono io ammiccante con le trecce, in una posa decisamente provocante, con la camicia sbottonatissima per mostrare il tatuaggio che mi sono fatta tatuare un mesetto fa sul seno sinistro.

 

Uno scatto che mi ha fatto Faye durante un ora di buco in cui non avevamo un cazzo di meglio da fare.

 

“Smettila di guardare, idiota!” lui sobbalza e scuote la testa. Poi comincia a comporre un numero... “Ehi coso, che cazzo fai?! Non vorrai mica chiamare a scrocco!?” cerco di avvicinarmi, ma lui protende nuovamente la mano in avanti per tenermi a distanza.

“Vuoi stare un attimo zitta.” mi ammonisce corrucciando le sopracciglia. Composto il numero, si porta il cellulare all’orecchio. Deve essere stato uno squillo vista la rapidità con cui ha riattaccato.

 

Terminata la chiamata, mi restituisce il cellulare. Lo guardo perplessa...

“Ora ho il tuo numero e tu hai il mio.”

“Tutto questo casino per prenderti il mio numero?! Non era più semplice chiederlo?!” gli dico alzando un sopracciglio.

“Me l’avresti dato?” mi ha fregato. Questo tipo, anche se non sembra, è parecchio sveglio. Detto questo, gira i tacchi e se ne va... e, stavolta, è lui che lascia me a brancolare come una cretina.

 

Non mi aspettavo questa mossa, lo devo ammettere... stavolta mi ha davvero spiazzato. Più passa il tempo e più mi rendo conto che Kaede Rukawa non è come tutti i ragazzi che ho avuto in passato.

 

No, lui è decisamente diverso... è un’altra categoria.

 

XXXXXXX

IL GIORNO DOPO

 

 

Sono arrivata giusto in tempo, me la stavo quasi facendo sotto. Esco dalla cabina del bagno e mi sciacquo le mani sotto il getto d’acqua del lavandino. Mi sistemo i capelli, oggi eccezionalmente legati in due trecce che porto in avanti. Mi do un’ultima occhiata e apro la porta per uscire. Quasi sobbalzo quando mi trovo davanti Rukawa appoggiato allo stipite con le braccia incrociate al petto. Ha un’aria strana...

 

“Ehi, hai sbagliato bagno, quello dei maschietti è dall’altra par...” non mi da neanche il tempo di finire la frase che mi spinge dentro, chiude la porta e mi sbatte indelicatamente contro il muro. Ma che diavolo gli è preso??

 

Mi ritrovo bloccata tra lui e la parete, decisamente impossibilitata a muovermi. Mi guarda con uno sguardo indescrivibile... sto facendo una fatica enorme per mantenere la calma. E chi se l’aspettava una reazione simile?!

 

È molto più rude e passionale di quanto credessi...

 

Fortunatamente posso vantare un autocontrollo invidiabile che credo non abbia nessun’altro, così impongo alla mia mente di darsi un contegno e riacquisto la lucidità necessaria per razionalizzare la situazione. Mi rilasso sotto la sua presa...

 

Lo stronzetto vuole giocare?? Ok gioia, giochiamocela.

 

Da bastarda, mi alzo sulle punte avvicinando pericolosamente il viso al suo. Lui non si scompone minimamente nonostante lo senta irrigidirsi.

 

Mi fermo ad un soffio dalle sue labbra... sento il suo respiro veloce.

 

Cede quasi subito, provando a colmare la distanza tra la sua e la mia bocca... mi allontano un istante prima del contatto e, liberandomi dal suo blocco, lo allontano da me. È allibito... il suo orgoglio, stavolta, è stato pericolosamente intaccato.

 

Lo so gioia, ma una donna deve farsi desiderare... e anche se ho una voglia matta di strapparti i vestiti di dosso, devo pazientare ancora un po’.

 

Lo guardo con la solita freddezza. Mi do una sistemata veloce e gli rivolgo uno sguardo glaciale...

 

“Non è così che mi farai innamorare di te...” gli dico con una strafottenza che gli fa stringere le mani in pugni tanto serrati da rendere visibili le nocche sotto il sottile strato di pelle. Rosica Kaeduccio che ti fa solo bene. “E guarda che continui a non piacermi.” concludo, uscendo dal bagno come se nulla fosse accaduto. Stavolta credo di avergli dato la stoccata che si ricorderà per il resto dell’adolescenza.

 

Ho appena incrinato la sua sicurezza... l’ascesa dal trono di onnipotente è dolorosa, lo so Kaeduccio, posso capirti.

 

Adesso è come tutte le persone normali, né più e né meno... ora che è ritornato con i piedi per terra, ha capito cosa significa non essere il centro dell’universo ma esserne solo una piccola e marginale parte.

 

Sentirsi rifiutato non sarà stato il massimo neanche per lui... per un uomo credo non ci sia niente di più avvilente.

Ma Kaede Rukawa non è il tipo da fermarsi davanti ad un rifiuto, per quanto sia stato umiliante, anzi... questo lo spingerà ad un attacco ancora più serrato. Ora che comincia a dubitare della sua virilità farà di tutto per riacquistare le sicurezze che ha perso.

 

I belli e dannati, infondo, sono tutti i uguali... appena qualcuno minaccia il loro orgoglio maschile diventano vulnerabili e prevedibili.

 

Il mio compito è solo quello di mettere benzina sul fuoco... più scappo e più lui mi verrà a cercare. I ragazzi con le manie di onnipotenza come lui impazziscono per ottenere una cosa che non possono avere.

 

Adesso dipende tutto dalle carte che il bel tenebroso deciderà di giocare... il bello inizia solo adesso.

 

XXXXXXX

 

Quel giorno stesso in cui Kaede mi ha quasi baciato, mi sono anche presa una sonora sospensione. In breve è successo che, rientrata in classe, mi sono addormentata sul banco come faccio sempre, e sottolineo sempre. Ma quel giorno al prof giravano particolarmente e ha avuto la brillantissima idea di svegliarmi sbattendomi ripetutamente il libro di testo sulla testa... pessima mossa, è un consiglio che do a tutti: se amate la vita non osate disturbarmi o ve la distruggo in un secondo.

 

E quel sorcio del prof non era di certo escluso... con molta tranquillità mi sono alzata, l’ho squadrato, ho preso la mia sedia e gliel’ho rotta su un piede. L’hanno portato in infermeria e la sospensione è scattata in automatico.

 

Da quel giorno non ho più visto Rukawa.

Poveretto... si starà mangiando i gomiti in questo momento, non vorrei essere nei suoi panni. Anzi... nei suoi panni vorrei esserci eccome...

 

 

 

Prima che me ne rendessi conto, erano già arrivate le vacanze natalizie.

 

Non avendo praticamente più nessun contatto con la donna che da anni non considero più mia madre, ho trascorso le vacanze prevalentemente da sola. Il giorno di Natale, Faye mi ha invitato a pranzo a casa sua e sono stata con lei e la sua famiglia per tutta la giornata.

 

Prima di quest’anno, non avevo mai festeggiato o trascorso in compagnia il Natale... o, perlomeno, lo avevo sempre fatto da sola.

 

Non avendo mai avuto una vera famiglia, per me quell’occasione è stata qualcosa di totalmente nuovo... non ero abituata a quelle situazioni e a quel calore così familiare.

Inizialmente ero molto tesa e insolitamente a disagio. Probabilmente perché mi sentivo di troppo e mi sembrava di violare quell’intimità in cui io non c’entravo assolutamente niente. Poi sono riuscita a sciogliermi, Faye e i suoi numerosi fratelli hanno saputo mettermi a mio agio e, alla fine, sono stata anche molto bene.

 

 

Oggi è il primo di Gennaio. Ieri sono andata a festeggiare il Capodanno in un locale con Faye e con un paio di vecchi amici del Ryonan e delle medie. C’era anche Sendoh... il solito schianto. Nonostante i trascorsi, siamo rimasti molto amici.

 

Forse lui è l’unico rimpianto che ho della mia breve esperienza al Ryonan. Siamo stati insieme per un paio di mesi, poi sono stata espulsa e non mi sono più fatta sentire. Mi ha cercato per parecchio tempo e quando ci siamo rivisti, giustamente, ha preteso delle spiegazioni. Gli dissi che semplicemente mi ero stancata e l’ho lasciato senza tanti giri di parole.

 

Il motivo non era proprio quello. Insomma, Akira è bellissimo, ha un fisico perfetto, è bravo a letto... è il meglio che si possa desiderare.

 

Ma il suo carattere era completamente differente dal mio... eravamo incompatibili praticamente su tutto tranne che sul sesso. Io sono una ribelle vanitosa che ama solo ed esclusivamente se stessa, attaccabrighe per natura... io i guai se non li trovo me li vado a cercare.

 

Lui invece è un ragazzo d’oro, tranquillo, dolce, buono con tutti e molto accondiscendente. È vero, mi ricopriva di attenzioni, ma non si arrabbiava mai con me, nonostante io gliene facessi di tutti i colori.

 

Era follemente innamorato e sono convinta di averlo ferito non poco. Il fatto è che le differenze tra noi erano incolmabili... credo sia stato un bene per entrambi che abbia deciso di lasciarlo. Sono convinta che non riuscire a vivere pianamente una relazione sia un dolore molto più grande della fine di una storia che, in ogni caso, non sarebbe mai stata di lunga durata.

Akira è troppo candido per una ragazzaccia come me, non è il tipo di ragazzo che può starmi dietro...

 

Per essere chiara, io cerco un ragazzo coi contro coglioni.

 

 

 

Ho un sonno allucinante... quasi mi si chiudono gli occhi. Sono rientrata alle 11 di mattina e ho dormito praticamente due ore... il bello di vivere soli è che puoi fare tardi e nessuno ti rompe i coglioni. Sono uscita subito dopo pranzo, sono andata a trovare Faye e poi sono venuta qui al parco.

 

Sono seduta su una panchina a fumare e guardo il cielo completamente grigio... c’è odore di neve nell’aria.

 

Cazzo, fa un freddo cane! Indosso un paio di jeans neri aderenti, stivali con tacco da 11, maglione nero a collo alto e un Canadese rosso. Odio cordialmente l’inverno...per un’esibizionista accanita come me, essere costretta a coprirmi tanto, è un vero e proprio incubo.

 

Ho come l’impressione che oggi sia un giorno particolare, ma non riesco proprio a ricordarne il motivo... purtroppo i miei sbalzi di memoria ultimamente sono diventati molto più frequenti. Mah... forse dovrei cominciare seriamente a prendere in considerazione l’ipotesi di andare a farmi visitare da uno specialista.

 

Mi arriva un messaggio. Prendo il cellulare e leggo il nome... è Kira. Probabilmente mi fa gli auguri di capodanno in ritardo, visto che è in vacanza in America e lì sono indietro di qualche ora. Lo leggo...

 

«Tanti auguri amore!! Mi manchi tantissimo, non vedo l’ora di tornare per rivederti! Mi dispiace proprio di non essere lì con voi, oggi è anche il complix di Rukawa, se lo festeggia giuro che mi butto dal ponte di Brooklyn! Ora vado, ciao tesoro, bacioni!» la solita pazza. Scrivo velocemente e invio la risposta.

 

Il compleanno di Rukawa... allora le mie sensazioni era esatte.

 

Potrei fare uno strappo alla regola e mandargli un messaggio... che sarà mai, magari gli farà piacere. Ma sì, chissene frega, infondo è dal giorno della mia sospensione che non lo vedo e non lo sento.

 

Prendo il cellulare e vado nella sezioni messaggi. Neanche il tempo di iniziare a scrivere che l’arrivo di un nuovo sms mi precede. Lo leggo...

 

«Ci vediamo?»

 

Telepatia! Devo dire che mi ha spiazzato... ad essere sincera, non mi aspettavo neanche questa mossa. Questo significa veloce rivisitazione della tattica. Ma sì, infondo non ho un cazzo da fare, sarà una scusa come un’altra per passare il tempo. E poi... non so perché ma ho davvero voglia di vederlo.

 

«Dove?»

 

«A scuola tra mezz’ora.»

 

Monosillabico anche nei messaggi non c’è che dire... è uno che non spreca parole neanche per scrivere. Come ha detto... a scuola? Ma con tanti posti proprio nel luogo che odio di più al mondo?! Che palle... mi tocca andare in quella galera anche durante le vacanze. Vabbeh, evito sottigliezze inutili e rispondo...

 

«Ok, a tra poco.»

 

 

Arrivo svogliata davanti scuola e noto con grande stupore che lui è già arrivato. Wow... puntuale come le tasse.

 

È appoggiato con la schiena al muro di cinta, braccia incrociate e testa bassa. Sicuramente sta dormendo... forse mi aspetta da molto.

Probabilmente quando mi ha mandato il messaggio era già qui.

 

Mi avvicino e gli picchietto un dito sulla spalla. Lui sobbalza facendomi quasi venire un principio d’infarto. Alza la testa e sbatte le ciglia più volte per focalizzare l’ambiente.

 

Che cazzo di faccia ha?! Sembra appena uscito da Woodstock!

 

“Ciao...”

“Come mai hai voluto vedermi?” gli chiedo con voce atona. Oggi ha uno sguardo strano...

“Così.”

“Non potremo andare in un posto più caldo, mi sto congelando!” mi guarda ancora un po’ insonnolito, poi si gratta la testa corvina e con un cenno mi fa segno di seguirlo.

 

Entriamo da un cancelletto laterale e percorriamo il cortile della scuola. Vorrei capire che cosa cazzo ha intenzione di fare. Non so se l’abbia notato ma siamo sotto Natale e le scuole sono chiuse...

 

“Ma dove stiamo andando? Se nel caso non te fossi accorto, la scuola è chiusa...”

“Lo vedo, non sono idiota.”

“Beh... su questo avrei i miei dubbi se permetti.”

 

Arriviamo davanti all’ingresso, ovviamente chiuso, e si affaccia per vedere aldilà del vetro.

“Non c’è nessuno.”

“Ma dai, non dire... =___= che scoperta grandiosa, dopo questa grande intuizione ti faranno un monumento all’intelligenza!” lo prendo in giro rimediando solo un’occhiataccia omicida. Sembra senza idee, probabilmente era davvero convinto di trovare la scuola aperta per i suoi comodi. Si gratta la testa pensieroso con quella solita faccia da ameba che mi fa venire il nervoso.

“E adesso che facciamo, genio!?” rimarco l’ultima parola tanto per farlo incazzare. Lui si mette le mani in tasca e si allontana...

“Andiamo in palestra.” dice senza scomporsi, intimandomi di seguirlo. Lo seguo rassegnata e percorriamo il vialetto che conduce in palestra.

“Oh genio, ma sai non vorrei sbagliarmi, ma credo di poter dire con assoluta certezza che sarà chiusa anche quella!” puntualizzo saccente, ma lui non mi fila minimamente e continua a camminarmi avanti.

 

Arriviamo davanti al portone della palestra chiuso, ovviamente, da un lucchetto grande quanto la mia testa. Ma l’idiota non ne sembra per niente preoccupato.

 

“Fantastico!! Che grande idea, sei veramente un genio!! Guarda, la tua genialità quasi mi commuove, non c’è che dire!!”

“Guarda e impara.” si limita a dirmi prima di cominciare a smanettare con il lucchetto.

“Non avrai mica intenzione di farlo davvero?!” non si degna neanche di rispondermi e lo traduco, purtroppo, come un si. Ecco... ci mancava solo che si mettesse a scassinare i lucchetti, impedito e rimbambito com’è ci metterà una vita. Morirò congelata alla giovane età di 16 anni...

 

Sto congelando... saltello sul posto infreddolita e mi stringo inutilmente nel giubbotto che non mi riscalda come dovrebbe. Dovevo vestirmi di più maledizione.

 

“Cazzo che freddo... ma chi me l’ha fatto fare di darti retta!? Fa un freddo porco!!”

“Sta zitta un attimo.” finalmente riesce a forzare il lucchetto e apre la grande porta della palestra.

 

Ma che è successo qua dentro??

 

Dire che c’è il caos totale sarebbe un eufemismo. Ci sono scatoloni accatastati ovunque, banchi e cattedre, sedie, materassi per il salto in alto, bilancieri, attrezzi, carrelli con i palloni di ogni sport... di tutto!

 

“Ma che cazzo è successo?? Stanno aprendo un centro profughi??” cammino a fatica oltrepassando i vari scatoloni.

“No, sistemano per il nuovo anno.” dice sbirciando in uno scatolone in cui ci sono contenute addirittura le coperte e i materiali per l’infermeria.

“Maledizione, non riesco a fare un passo senza urtare qualcosa...” mi lamento innervosita sbattendo ovunque mi giri. “Merda... vado a fumare una sigaretta prima che mi rompa l’osso del collo.”

 

Non so come, riesco a raggiungere miracolosamente illesa, il portone da cui eravamo entrati. Fuori è già buio e i flebili bagliori dei lampioni illuminano i cortili di una luce pallida e diafana. Mi piacciono queste atmosfere...

 

Accendo la sigaretta e fumo tranquilla. Lui è dentro che tenta di disincastrare il suo giubbotto firmato impigliato ai ferri di un bilanciere. Ci sta mettendo troppa forza, adesso lo strappa...

 

STRACK

 

Ecco appunto... non c’è davvero limite alla deficienza umana. -___- Continuo a guardarlo curiosa, incrociando le braccia al petto. Oltrepassa vari scatoloni, gliene sfugge uno e ci sbatte in pieno il ginocchio, ihihih... gli esce una bestemmia da far crollare i Santi in Paradiso. Non riesco a trattenermi e scoppio ridere. Ovviamente mi fulmina con uno sguardo di morte mentre, poveretto, si massaggia il ginocchio contuso.

 

Decide di porre fine alle sue torture e si siede sulla panca di un bilanciere.

 

“La smetti di ridere.” mi dice alquanto infastidito dalla mia risata pazzoide.

“Si certo...” ringrazio il mio invidiabile autocontrollo che mi permette di non rovesciarmi a terra in posizione fetale a ridere come una iena!

“Hai finito...?!” mi chiede riferendosi alla sigaretta.

“Ho appena cominciato...” rispondo cercando di non scoppiargli a ridere in faccia. Ma ho ancora in testa la comicità della scena di poco prima e, stavolta, neanche simulare un attacco d’asma acuto mi aiuta a non scoppiare a ridere come una bertuccia!

“Le persone che ridono da sole sono pazze.” cos’era un insulto?! Ma che fa, adesso si mette anche a fare il predicatore??

“Vaffanculo.” -___- gli alzo il dito medio e lo fulmino con il famoso Sguardo che Uccide che mi è stato gelosamente insegnato dal sempai Sakuragi! Lui mugugna qualcosa che interpreto come un «idiota» e si sdraia sulla panca su cui è seduto. Non vorrà mica mettersi a dormire?!

 

Ah no... comincia a fare... gli addominali?? Il freddo non deve fare molto bene a questo ragazzo... =___=

 

Ma, nonostante questo, la sua sensualità tenebrosa è come una calamita... è lì, su quella panca... e io vorrei farmelo su quella cazzo di panca!! E poi in quella posizione di resa... se gli saltassi addosso non potrebbe neanche opporsi... basta, devo darmi un contegno!

 

Respiro profondamente e chiamo in soccorso il mio infallibile self control. Cazzo... distolgo lo sguardo e torno a guardare fuori. Spalanco gli occhi. No, non ci credo... sta...

 

“Nevica... Guarda coso, sta nevicando!!” squittisco emozionata, contemplando i candidi fiocchi di neve danzare come eterei cristalli. Ho sempre avuto un debole per la neve...

 

Kaede distoglie momentaneamente l’attenzione e rivolge un’occhiata all’esterno. Osserva con aria annoiata i batuffoli di neve che cadono leggeri verso terra.

 

“Hn...” senza dire una parola, riprende la sua serie di piegamenti dopo che si era interrotto per assecondare la mia richiesta.

“Che entusiasmo, dovessi morire di felicità! Mio Dio, ma come fai a goderti la vita...” lo prendo in giro tornando a guardare fuori.

 

Adoro la neve... la osservo incantata posarsi sui tetti delle case, sugli alberi nel cortile antistante, sulle panchine, sui lampioni... ammiro quella magnifica pioggia di cristalli imbiancare la città. È un’atmosfera magica che mi scalda l’anima ogni volta....

 

Sospiro... decido di chiudere la porta per tornare dentro, ma una mano blocca l’anta prima che possa farlo. Mi volto e vedo Rukawa guardare fuori cercando di sembrare interessato. Tanto lo so che non gliene può fregare di meno...

 

“Non mi piace la neve... mi mette tristezza.” la sua voce è strana... oggi è così diverso dal solito, chissà che ha.

“Ho sentito in giro che oggi è il tuo compleanno. Auguri.” gli dico tentando di rallegrare l’atmosfera.

“Hn.” ........ tutto qui?? Ma brutto stronzo, come osi!? Gli faccio gli auguri e neanche mi ringrazia?? Dovrebbe commuoversi e sentirsi onorato del mio raro gesto di gentilezza! E invece mi snobba!! E io che mi stavo preoccupando per lui, tz... maledetto volpastro!

“Invece di andartene in giro a far prendere freddo a quei 2 neuroni schizzati che ti vegetano nel cervello, perché non sei a casa a festeggiare come tutte le persone normali?!” lo provoco con malizia mostrandomi, forse, troppa aggressiva.

 

Lui non batte ciglio. È immobile, impassibile, come se la mia affermazione gli fosse letteralmente scivolata addosso. Che tipo assurdo... io avrei dato in escandescenza se fossi stata al suo posto. Perché oggi è così dannatamente tranquillo?! Non c’è neanche gusto a provocarlo, cazzo.

 

“E chi ti dice che io sia come tutte le persone normali.” interviene all’improvviso con voce spenta, colmando quel silenzio che era crollato su di noi.

 

Lo guardo con la coda dell’occhio... ha un’aria molto triste. Nonostante la totale inespressività del suo viso, i suoi occhi sono spenti... così com’è vuoto il suo sguardo che si perde a guardare senza vedere i candidi fiocchi di neve.

 

“Mi dici una cosa Rukawa...”

“Kaede.” mi corregge continuando a fissare un punto indefinito. Non gli chiedo nemmeno perché mi permetta di chiamarlo per nome...

“...Kaede mi dici la verità... perché hai voluto vedermi?” il mio tono è insolitamente dolce. Solito eccesso di gentilezza... ma ora come ora non riesco proprio ad evitarlo.

“Non mi andava di stare solo.” la sua espressione fredda non tradisce il minimo cambiamento. Rimane totalmente impassibile nonostante riesca a percepire chiaramente un tremito nella sua voce.

 

Lui solo? Ma dai... non riesco neanche ad immaginare come possa essere anche lontanamente solo un ragazzo come Kaede Rukawa. Sì insomma, lui può avere tutto: è bello, bravo nello sport, sexy... come può essere sola una persona così? Non riesco a spiegarmelo... e comunque non è questo il punto. Sto cominciando a provare un’insolita sensazione di disagio che non mi piace per niente.

 

“E perché hai chiamato me? Ti mancavo per caso?” scherzo fingendomi tranquilla. Ho un brutto presentimento... nei sui occhi comincia a brillare una luce che non gli ho mai visto. Non so cosa aspettarmi dalla sua risposta, sempre che me ne dia una ovvio.

 

La sua totale inespressività di certo non mia aiuta a capire cosa gli passi per la testa. Si sta dimostrando molto meno prevedibile di quanto avessi preventivato in partenza.

 

“Perché non avevo nessun’altro da chiamare.”

 

Non ne conosco il motivo, ma sento il mio cuore stringersi in una morsa...

 

 

Fine 1°Capitolo

 

 

Come ho già detto, questa storia è parzialmente autobiografica, quindi la maggior parte dei fatti raccontati sono accaduti veramente. Incredibile ma vero, l’episodio del prof e della sedia mi è realmente accaduto, con l'unica differenza che io l’ho scaraventata al muro... non che abbia fatto la minima differenza, perché mi hanno comunque dato 3 settimane di sospensione, grandissimi cornuti. -___-

 

Il terzo capitolo devo dire che è a buon punto, ma ho avuto il blocco dello scrittore proprio sul finale, quindi non so quando tornerà l’ispirazione che mi permetterà di finirlo. Ma pazientate, pargoli, pazientante e verrete ripagati! Sono indecisa se inserire una lemon (non esagerata perché, purtroppo, il rating è arancione T___T...) quindi consigliatemi voi. Aspetto i vostri pareri e i vostri consigli, Peace and Love!

 

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Slam Dunk / Vai alla pagina dell'autore: Bella07