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Autore: IsaLim    18/04/2013    1 recensioni
Immaginate che la maledizione abbia avuto un effetto totalmente diverso, immaginate che abbia riportato tutti indietro nel tempo, come vi sembra? scopritelo ;D
un'altra storia incentrata sul Rumbelle , ma questa volta da adolescenti, raccontata dal punto di vista di quel ragazzo problematico che era Rumpel.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Quella mattina passata nell’ufficio della preside solo perché aveva “insultato” la figlia del sindaco non gli andava proprio giù. Sarebbe dovuto andare in biblioteca appena finite le lezioni, con Jeff, non che gli importava di saltare un’ora di studio collettivo, ma perché in biblioteca c’era quella ragazza della 4° B che continuava a chiedere di sedersi accanto a lui sul pullman. Ma che ancora non gli aveva rivolto la parola.
Proprio la figlia del sindaco doveva avere in classe! Una strega oltre tutto, con quei capelli neri e gli occhiali da sofisticata. Pure Regina l’avevano chiamata, così che si montasse la testa già a due mesi!
 
Abbozzò la ramanzina a testa bassa e con un “mi scusi non sapevo fosse la figlia del sindaco” si dileguò da quell’ufficio per correre da Jeff, sperando non se ne fosse già andato… andatA…
“guarda che non puoi entrare perché ora la chiudiamo, torna dopo le 2”
“la biblioteca della scuola chiude?”
“si ragazzo, chiude per due ore, ancora non l’hai capito?! il tuo amico ti ha aspettato fin’ora, ma se n’è andato, se ti sbrighi…”
“si si va bene”
Stupido bidello.
Girandosi di scatto per andarsene prese una capocciata sul naso.
“oh scusa”
“oddio scusami! Ti ho fatto male?”
La guardò senza rispondere, era lei. Avrà pure pensato fosse stupido, non le aveva risposto, si era limitato a seguirla con lo sguardo, mentre saliva l’ultimo gradino a testa bassa per poi chiedere al bidello se le avesse potuto aprire la biblioteca perché aveva dimenticato li la sua borsa.
Che idiota.
Mise le cuffiette, scese le scale ed uscì dalla scuola. Doveva pure tornare a piedi che seccatura.
 
 
“HEY!!!

… scusa ma sei sordo?”
“eh?”
Non era sordo, certo l’aveva sentita.
“forse dovresti tenere la musica più bassa…”
Non rispose, non sapeva cosa rispondere, perché stesse parlando con lui. Seguitò a camminare, con lei che lo seguiva.
“non ci sono pullman a quest’ora, non dovresti offrirti per accompagnarmi a casa?”
“dovrei?”
“bhè si… abito solo una fermata prima la tua… so che lo sai…”
“allora ti accompagno”
Fece un piccolo sorriso
“wow, grazie!
Sono Isabella comunque…”
 Gli sorrise di nuovo, porse la mano e lo guardò, aspettando una qualche risposta. Poi gli prese la mano.
“piacere… ???”
“Rum”
“Rum!! hai un nome anche tu allora!”
Questa volta fu lui a sorriderle, un po’ per l’imbarazzo e la timidezza, un po’ perché l’aveva colto di sorpresa, non pensava fosse così estroversa. Anzi credeva fosse simile a lui, un po’ solitaria, un po’ problematica, per questo probabilmente aveva subito catturato la sua attenzione.
“perché sei rimasto a scuola per così tanto tempo? Non sei venuto in biblioteca”
Aveva notato che andava sempre in biblioteca! Forse aveva notato anche che la guardava non poco spesso mentre era li…
“sono stato dalla preside”
“la preside!!? Cosa hai combinato?”
Il tono scherzoso che aveva lo mise a suo agio. Sembrava fossero anni che si conoscevano.
“ho detto a Regina che doveva smetterla di fare la zoccola con i prof”
Ne seguì una risata forte e sincera, che lo sorprese, ma che lo mise di buon umore.
“davvero? Ahah ma come ti è venuto in mente? Sai quella com’è fatta!”
“si ma se lo meritava”
“ahah già, ne sono sicura!”
 
Si era accorto che avevano già superato da un po’ la fermata di Isabella, quando gli avrebbe detto di essere arrivata a casa?
“ma dov’è che abiti? la tua fermata l’abbiamo superata da un pezzo…”
“poco più giù…”
“ah”
“cosa c’è? Vuoi proseguire da solo?”
“NO NO! Mi chiedevo solo se ti fossi dimenticata”
La vide sorridere ancora.
“ecco, sono arrivata, se ti interessa saperlo è quella casa giallina, li…”
“…”
“… Devo andare mio padre mi starà aspettando per il pranzo…”
“si”
Si era anche dimenticato di avvertire sua madre del ritardo… bene gli sarebbe aspettata la solita ramanzina…
“sai se ti va ogni tanto possiamo fare qualche passeggiata… come oggi”
Ora sembrava timida, non aveva alzato lo sguardo a cercare il suo, non prima di aver finito la frase per lo meno. Poi lo guardò aspettando la sua risposta.
Fece solo un minuscolo cenno con la testa per dire si.
“solo se ti va, ovvio!”
“SI! … si, certo, a domani!”
“a domani”
 
---
 
Entrò in casa con un sorriso ebete stampato in viso
“non preoccuparti se arrivi tardi, non avvisare tua madre! tanto il pranzo lo preparo solo per me”
Il solito tono sarcastico e da vittima. Se l’aspettava.
“scusami non ci ho pensato, stavo dalla preside”
“dalla preside? Ed entri con quel sorriso stupido in faccia?”
“non è successo niente, tranquilla”
“vabè, siediti, la pasta la mangi fredda”
Che seccatura.
“allora cos’è che ti faceva tanto ridere?”
“non stavo ridendo”
“va bene, ok, non dirmelo. Dopo ricordati di chiamare quel tuo amico, che ti ha cercato poco fa”
“no, tanto dopo esco a fare un giro con lui”
“fai un po’ come ti pare”
 
Sapeva di aver fatto girare le scatole a sua madre un’altra volta, ma non poteva essere altro che felice, e non vedeva l’ora di vedere la faccia di Jeff quando gli avrebbe raccontato che “la ragazza con il bel sedere” gli aveva chiesto di uscire. E ora aveva perfino un nome. Finì il pranzo al volo e corse verso la porta.
“grazie mille mamma”
Notò lo stupore sul viso della madre dopo quella risposta, dovuto forse per il tono stupido e scherzoso che gli aveva dato, o forse dal fatto che era la prima volta dopo essersi trasferiti che scherzava con lei. Impagabile il sorriso che gli fece. Aveva dimenticato quanto gli piacesse il sorriso di sua madre, raro e sincero.
 
---
 
 Aspettava Jeff appoggiato sul muro fuori casa sua. Doveva prepararsi, peggio di una donna. La bella giornata che era fino a pochi minuti prima si stava coprendo di nuvole e aveva paura avrebbe iniziato a piovere da un momento all’altro e non sarebbero potuti andare al giardino come al solito, sdraiarsi sul prato e parlare. Questa volta lui aveva qualcosa da raccontare. Qualcosa che l’avrebbe lasciato a bocca aperta.
Sentì il portone chiudersi. Finalmente!
“Finito di truccarti?”
“hey stavo mettendo a posto la camera, se no poi a mia madre te la sopportavi te, e poi cos’è tutta questa simpatia!”
Probabilmente aveva speso più tempo a scegliere il cappello che a riordinare la camera.
 
Avevano malapena fatto quattro passi che Jeff aveva già attaccato con la sua parlantina, gli disse di quanto avesse fatto la grossa Regina perché l’aveva spedito in presidenza, disse quello che avevano studiato in biblioteca, disse che  “la ragazza col bel sedere” era anche oggi li in biblioteca.
 “l’ho accompagnata a casa”
Gli pesarono quei pochi secondi di silenzio che seguirono, non ci era abituato, non con Jeff… che per la prima volta se ne stava li a guardarlo incredulo.
“cosa?”
“l’ho…”
“L’HAI ACCOMPAGNATA A CASA?”
“si”
“Ma scherzi?”
“no, quando sono uscito l’ho incontrata che rientrava in biblioteca a prendere la borsa, poi mi ha chiesto di tornare a casa con lei”
“non ci credo! e che vi siete detti nel tragitto!?
“niente di che.. mi ha detto che si chiama Isabella, che odia Regina e che vorrebbe uscire ancora”
“’NIENTE DI CHEEE’? Ti ha chiesto di uscire ancora!! Svegliati Rum!!”
“LO SO, lo so!!”
Jeff rideva e gli dava gli spintoni e i pugni sulle spalle. Era il modo per fargli capire che era felice per lui e forse per svegliarlo un po’.
Aveva iniziato a piovere. E pure di brutto!
Dopo un po’ di tempo passato al bar tornarono a casa.
 
---
 
Passò avanti casa di Isabella nella strada verso casa, sperava di poterla vedere, di poterla salutare. Ora si rimproverava di non averle chiesto il numero di telefono, le avrebbe potuto mandare un messaggio, sapere cosa faceva, mettersi d’accordo per uscire. Intanto si era bagnato tutto. In effetti era meglio se non lo vedesse in quello stato bagnato fradicio. Si sbrigò ad andarsene da li.
 
---
 
Arrivato a casa vide una macchina parcheggiata avanti l’entrata. Era la sua macchina. Sarebbe voluto rimanere li fuori ad aspettare che se ne andasse, non voleva vederlo, non l’avrebbe voluto rivedere mai più! ma poi pensava a sua madre, non poteva lasciarla da sola con lui.
Aprì la porta, li sentiva parlare nell’altra stanza. Sentiva sua madre che diceva che andava tutto bene, che anche lui si trovava bene a scuola, che aveva perfino stretto già amicizia con un ragazzo della sua classe.
Perché gli diceva queste cose? Non se lo meritava di sapere della sua vita. Sperava che sua madre gli voleva solo far capire come stavano bene senza di lui. Che era tornato a fare?
 
Sembravano non essersi accorti che fosse entrato in casa, almeno fino a che non cadde il giubbetto che aveva appoggiato sul termosifone per farlo asciugare. Il rumore attirò l’attenzione del padre.
“Rum!”
“…”
“cos’hai fatto sei tutto bagnato!”
“piove”
Arrivò anche la madre con un asciugamano, sapeva che non aveva preso l’ombrello, sapeva che sarebbe tornato a casa fradicio. Glielo strofinò in testa per asciugargli i capelli.
“non muoverti da li che mi sgoccioli per tutta casa”
“che è venuto a fare?”
Lo disse ad alta voce, così che potesse sentirlo, senza doversi per forza rivolgersi a lui. Non voleva parlare a suo padre, non lo voleva guardare in faccia, non voleva che fosse li. Sua madre non rispose, andò a prendergli le ciabatte in silenzio, con il viso cupo.
Sentiva il peso dello sguardo di suo padre, stupito da quella domanda così fredda.
“sei proprio cambiato”
“no, è che ora mi rendo conto di quello che sei”
Mise le ciabatte e andò in camera a cambiarsi. Salì le scale, solo a metà, per poter ascoltare cosa diceva sua madre.
“ha ragione…”
“eh?”
“cosa sei venuto a fare?”
Seguì il rumore della porta che sbatteva pesantemente. Se n’era andato di nuovo, sperava per sempre questa volta.
Scese le scale in silenzio. Sua madre era rimasta li, immobile, avanti la porta.
“svegliati mamma! Sei stata grande!!”
Non disse niente, si avvicinò e la abbracciò.
 
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SPAZIO AUTRICE:
Finito il secondo capitolo =D non vi abituate troppo alla velocità, per il terzo ci vorrà un pochino di più xD
Mmmmm non credo di avere niente da dire, solo GRAZIE MILLE A TUTTI per il vostro tempo =D spero che vi piaccia! E grazie millissime a chiunque ha recensito e a chiunque recensirà ;D vi adoro, siete l’ispirazione per continuare =D
Credo che l’unico chiarimento che devo fare sia sull’identità di Isabella! Ovviamente è Belle =D AH e dal primo capitolo a questo sono passati più o meno due mesetti =D
Un bacio a tutti!!
  
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