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Autore: Puerto Rican Jane    18/04/2013    4 recensioni
Marzo 1967, New Jersey. Una giovane ragazza con problemi economici e familiari, in cerca di un amore per ribellarsi. Un ragazzo con un grande sogno da realizzare. Entrambi accumunati dalla voglia di scappare dalla città di perdenti in cui vivono.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 7 (CANDY’S ROOM)
 
-Bruce…-
Mary riusciva a dire solo quella parola al momento. Nella sua testa ogni altro pensiero era scomparso al di fuori di quell’unico nome.
-Bruce…-
Più lo ripeteva, più si rendeva conto di quanto fosse importante per lei. Più quel nome rimbombava nella sua testa, più capiva che era proprio lui ciò che le era mancato, il suo completamento. Comprendeva solo ora che ciò di cui aveva bisogno erano la sua voce calda e profonda, le sue mani forti che però sapevano accarezzarla così dolcemente, la sua bocca sorridente sulla sua, i suoi occhi scuri posati sul suo corpo, i suoi capelli ricci, bruni e disordinati nei quali affondare le mani, la sua pelle abbronzata sulla sua, le sue dolci labbra che le percorrevano il corpo. Le bastava solo Bruce e il suo amore. E solo ora lo capiva. Ma adesso che lo sapeva non l’avrebbe lasciato andare. Era suo e solo suo.
Era a questo che Mary pensava mentre il suo corpo ansimante si contorceva di piacere sotto quello di Bruce, con le mani aggrappate alla sua schiena. Infine lui si adagiò al suo fianco nel letto e, cingendola i fianchi con entrambe le braccia, l’attirò a sé.
-Sei tutto sudato!- protestò Mary, ridendo, scostandogli una ciocca di capelli dal viso imperlato di sudore.
-Perché, non ti piace?- chiese lui con aria di sfida.
-No, anzi, sei molto più sexy così- sussurrò Mary sorridendo e, lasciandogli un fugace bacio all’angolo della bocca, passò anche l’altra mano fra i suoi capelli. Lui la guardò fisso per qualche minuto, contemplandola con un’aria strana negli occhi.
-Perché mi guardi in quel modo?-
-Niente, mi stavo solo chiedendo come ha fatto una creatura angelica come te ad accettare un idiota come me-
-Come ho fatto? Perché tu sei quello che ho sempre cercato in me, ma non ho mai trovato. Sei così libero, non te ne importa del giudizio degli altri e delle regole, non ti poni limiti, segui i tuoi sogni e cerchi di realizzarli, se vuoi una cosa la ottieni… E poi, conta molto anche il fatto che tu sia terribilmente affascinante- aggiunse ridacchiando.
-Uhm, affascinante dici? Io avrei detto sexy e provocante- disse ridendo.
Quella risata. Quel sorriso. Com’era dannatamente bello quando sorrideva e quelle due adorabili fossette gli comparivano tra le guance. Mary lo guardava incantata, chiedendosi come aveva fatto a non accorgersi prima di lui.
-In effetti mi stavo chiedendo la stessa cosa: come ho fatto a non cadere prima ai tuoi piedi?- si chiese Bruce dopo che Mary gli ebbe esposto a voce il suo ultimo pensiero.
-Come ho fatto a sopravvivere al tuo fascino da “brava ragazza”? Mi piacerebbe averti conosciuta prima, avremmo avuto più tempo per conoscerci, per stare insieme… Accidenti, come ho fatto a non notare subito una bionda attraente con un fisico e un sedere da urlo come te?- continuò lui scherzando, accarezzandole i morbidi capelli.
-Devo dare ragione a mio padre e ammettere di essere un mezzo coglione…- e concluse la frase con una sonora risata. Continuarono a parlare per molto fino a quando Mary, esausta, non crollò addormentata sul petto di Bruce. Quando si risvegliò, lui si stava rivestendo, intento ad armeggiare con la cintura dei pantaloni. Doveva essersi alzato da poco anche lui, dato che doveva ancora infilarsi la maglietta. Anche Mary cominciò a rivestirsi cercando fra il pavimento i vestiti che poco prima aveva tolto con tanta irruenza. Quando qualche ora prima Bruce era arrivato, aveva parcheggiato l’auto non molto distante dalla casa di Mary; lei lo aveva fatto subito entrare e, dopo essersi detti poche parole, Bruce aveva cominciato a baciarla senza fermarsi, facendo incontrare prepotentemente la sua lingua con quella di Mary; avevano salito le scale senza mai staccarsi, fino a che non avevano raggiunto la sua camera, che ora Bruce stava guardando.
-Così è qui che portavi i tuoi amanti prima di conoscere me?- le chiese sogghignando, e vedendo che si era alzata la accolse con un dolce bacio.
-No, non ci avevo mai portato nessuno. L’ultimo fidanzatino risale ai tempi delle elementari: un’entusiasmante storia durata due giorni. Gli unici rapporti con i ragazzi che ho avuto da allora sono stati qualche bacio occasionale per il gioco della bottiglia…- disse Mary arrossendo. Certo, aveva avuto anche lei qualche pretendente, ma non aveva mai accettato nessuna proposta. Fino ad allora era stata troppo affezionata alla sua libertà e indipendenza. Ma adesso era diverso: non si era mai sentita così legata e attratta da un ragazzo fino a quel momento.
-Oh, la piccola Mary fa strage di cuori! Sono fiero di me, di tutti i ragazzi che ti hanno fatto la corte, io sono l’unico che è riuscito a conquistarti!- Mary sorrise, divertita dalle sue parole.
-Sono quasi le otto, fra un po’ i tuoi tornano: è meglio che vada, non vorrei metterti nei guai piccola…-
-Non puoi stare ancora un po’?-
-Lo sai che vorrei chiudermi con te in questa camera per sempre, ma se ci scoprono siamo fottuti-
-Allora salutami come si deve- disse Mary maliziosamente. Bruce si avvicinò con quel suo sguardo passionale e, sollevandola da terra, la baciò con trasporto, tenendola stretta fra le sue braccia.
-Ti amo così tanto-
Le parole sussurrate da Bruce arrivarono dritte al cuore di Mary, facendole scordare ogni altra cosa, a parte il fatto che in quel momento esistevano solo lui e lei, stretta fra le sue braccia.
 
 
 
 
Buondì gente!
Lo so, lo so, sono imperdonabile: è da una vita che non aggiorno e quando finalmente lo faccio vi lascio questo frammento sdolcinato (va bene lo ammetto sono una romanticona! Lo vedrete anche dal prossimo capitolo che, se Dio vuole, metterò presto!). Sembra un capitolo un po’ stupido, infatti è un capitolo di collegamento, ma volevo mettere in luce i sentimenti di Mary e Bruce. Però preparatevi, perché dal prossimo ci sarà una bella svolta!
P.S.1: Grazie “Sun_” !!!! Non hai idea di quanto mi ha fatto piacere leggere la tua recensione! Spero che scrivendo questa storia riuscirò anche a “convertire” sempre più persone al rock’n’roll e, soprattutto, a Bruce Springsteen! Ringrazio anche tutti i lettori “silenziosi”: se vi va lasciate un commento, mi fa sempre molto piacere!

P.S.2: Per chi conosce già le canzoni del Boss si sarà accorto che ho attinto molto dalle sue canzoni: innanzitutto il nome di Mary, che si ripresenta un sacco di volte nei suoi testi: mi sono sempre chiesta se questa famosa Mary,soprattutto quella delle canzoni “The river” e “Thunder road”, abbia mai fatto parte della vita di Bruce, ed è per questo che ne ho creata una io; inoltre molte frasi sono citazioni di alcune sue canzoni (“L’unica amante di cui avrò mai bisogno è la tua soffice dolce, piccola lingua di bambina” da “Rosalita; “È una città piena di perdenti, me ne sto andando da qui per vincere” da “Thunder road”).  Oltretutto anche la storia che c’è nel capitolo 1 (riguardante il suo rapporto con il padre, quando ha chiamato il barbiere mentre lui era relegato a letto, le sue considerazioni sulla guerra in Vietnam) è tutta vera, tratta dal concerto del 1985 a Los Angeles.
 
Se volete questi sono i link delle canzoni:


Rosalita: https://www.youtube.com/watch?v=XXWVSussrt0
Thunder road: https://www.youtube.com/watch?v=RMB3M43AEpc
The river (con racconto iniziale): https://www.youtube.com/watch?v=gg3DleXrT-o
  
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