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Autore: Ria-chan    18/04/2013    5 recensioni
Traduzione personalizzata di una storia presente su AFF.
"Donghae e EunHyuk si trovano a dover andare in Giappone per promuovere il loro singolo e la nascita della Sub-Unità EunHae.
Sono soli.
Sono insieme.
E, ovviamente, per l'uno non sarà così facile come per l'altro... non ovviamente all'inizio..."
---EUNHAE--- E accenni KyuMin ---
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Choi Siwon, Donghae, Eunhyuk, Kyuhyun, Sungmin
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sono un disastro.
A quante delle vostre splendide recensioni non ho ancora risposto?
Quante storie ho in corso che non aggiorno regolamente?
TT__TT
Maledizione!
Sono così stanca, ultimamente, che la sera sono così uno straccio da non riuscire neanche a leggerle, le vostre splendide storie! Figurarsi commentare o rispondere T_T
Eppure, non appena questo momentaccio passerà, recupererò tutto, promesso.
Per ora, il solo modo per farmi perdonare è completare almeno questa traduzione che mi sto portando avanti da secoli T_T e che, in realtà, non avrebbe rischiesto più di una settimana per completarla.
Scusatemi.
Davvero.
Ancora 4 capitoli e sarà finita.
E, se ce la faccio, vorrei provare almeno a completarla per fine mese.
Non prometto nulla ma ci proverò seriamente, davvero, di modo che dopo io possa tornare a concentrarmi sulle storie in corso e non pubblicate che sono davvero infinite T_T
Ok, mi sono lagnata abbastanza.
Scusatemi.
Buona lettura, carissime.


NOTE: 
1) In Blu i pensieri di Hae
2) In Rosso quelli di Hyuk


Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, e se così fosse Hyukkie sarebbe il mio tenero peluche da letto invece di appartanere a mister Fishy che farebbe anche lui bella mostra di sè sul mio mobile delle carinerie.
La storia invece appartiene a Arthiekka86: idee e trama sono sue!


When Donghae Couldn't Stand It Anymore

Capitolo 5

-Perché non riesci a prenderti cura di te, Donghae-ssi?-
 
Il manager guardò il ragazzo negli occhi, intensamente: era ovviamente preoccupato ma, purtroppo, oltre che agire con tempestività per evitare ulteriori danni, non poteva fare. E Donghae lo sapeva, e se ne sentiva anche in colpa.
 
-Mi dispiace, hyung.-
 
-Ti ho detto di prendere le vitamine ogni volta che hai anche il più piccolo sentore di malessere, no? Perché non le hai prese questa volta? Magari avrebbero attenuato il malore.-
 
Riprese il manager, questa volta con maggior dolcezza nella voce.
 
-Le ho dimenticate.-
 
Rispose Donghae.
Ed il manager sospirò rassegnato, e poi alzò lo sguardo su EunHyuk che era seduto ai piedi del letto, con le spalle verso il muro e lo sguardo perso nel vuoto:
 
-Anche tu dovresti prenderti cura di lui, Eunhyuk-ssi.-
 
Già, come se non lo sapesse.
Come se non sapesse che era stato un totale idiota nel non dare peso a quei primi starnuti che avevano attirato la sua attenzione.
Certo che sapeva che doveva occuparsi anche lui di Donghae ma… ma Donghae non era un più un bambino, per cui…
Eunhyuk si voltò verso il manager e, con sguardo colpevole, lo guardò in viso: no, non c’erano scusanti, lui non si era preso affatto bene cura di Donghae.
Lo sapeva.
E ormai non poteva farci niente.
Donghae, dal canto suo, se ne stava in silenzio giocherellando con le dita, intrecciandole e torturandole per poi posarsele mollemente in grembo: la testa gli faceva ancora male ed ogni tanto starnutiva ma, più di tutto, il peso della situazione non lo aiutava affatto.
I suoi occhi, infatti, erano fissi nel vuoto da ormai qualche minuto ma, guardandolo attentamente, era ovvio che qualcosa nella sua mente –a parte il dolore- lo preoccupava più di tutto il resto.
 
-C’è qualcosa che ti preoccupa? Che ti ha fa’ star male in questo modo? Parlamene, Donghae-ssi.-
 
Chiese prontamente il manager guardando il viso teso del suo dongsaeng, e Donghae immediatamente guardò di riflesso Eunhyuk e da lui ricevette la stesso sguardo veloce ed allarmato: entrambi mossero solo leggermente, quasi impercettibilmente, la testa in direzione l’uno dell’altro ma i loro sguardi si incontrarono completamente:
Non poteva essere.
Non poteva essere che il suo malore fosse dovuto interamente a quanto accaduto la notte scorsa.
Donghae si sentiva male ancor prima di confessare i suoi sentimenti verso Eunhyuk.
Non poteva essere colpa sua.
 
Forse.
 
-No, hyung, sono solo un po’ stanco.-
 
Rispose infine Donghae, sospirando pesantemente.
Ed anche il manager sospirò rassegnato. Quasi più frustrato che altro:
 
-Abbiamo degli impegni tra 5 ore. Per allora la tua febbre deve essere migliorata, okay?-
 
La sua voce rimase dolce poiché entrambi sapevano bene che non era intenzione del maggiore sgridarlo ma che il contratto firmato prevedeva la sua presenza, –come quella di Eunhyuk- senza alcuna sorta di scusanti, e quindi Donghae non poteva tirarsi indietro neanche in quelle condizioni, purtroppo.
Ecco perché, infatti, il ragazzo annuì e seguì con lo sguardo il manager finché non uscì dalla camera annunciando che avrebbe provveduto a comprare la colazione e le medicine necessarie per curare la sua febbre, lasciandolo solo con Eunhyuk ed il silenzio presente nella camera.
 
Eunhyuk e Donghae rimasero fermi nelle loro posizioni, appesantiti dal silenzio che gravava su di loro.
Le loro menti assenti, occupate da un vorticare di pensieri che richiamava tutta la loto attenzione:
 
Forse Eunhyuk è arrabbiato con me per ciò che ho detto la scorsa notte.
 
Forse Donghae è arrabbiato con me perché non ho neanche risposto alle sue parole, la scorsa notte.
 
-Torno in camera mia.-
 
Donghae fu il primo a rompere quell’imbarazzante silenzio e, alzandosi troppo velocemente dal letto per posare i piedi a terra, fu colpito da una nuova fitta alla testa che lo destabilizzò facendolo ricadere all’indietro.
 
-Ya!-
 
Eunhyuk, spaventato, si protese immediatamente in avanti per afferrare il compagno prima che potesse cadere e magari sbattere le testa contro il muro alle spalle del letto, stringendolo alla vita prima di aiutarlo nuovamente a risedersi sul bordo del materasso e ridistendervisi sopra.
 
-Rimani qui, testardo.-
 
Non poteva farci nulla, Eunhyuk, se era così preoccupato per lui.
E si sentiva colpevole nella stessa quantità, più che altro.
Donghae si lasciò condurre sul letto con le mani ancora ai lati della testa, quasi cercando di attenuare in parte il dolore ma poco dopo, non appena riuscì a trovare un precario equilibrio tra le fitte e la pace, portò il suo sguardo su Eunhyuk incuriosito e leggermente infastidito:
 
-Testardo?-
 
Senza accorgersene si imbronciò ripetendo quella parola.
 
-Questo è il tuo letto. Non si tratta di essere testardi. A te da’ fastidio se lo occupo per troppo a lungo.-
 
Eunhyuk ricambiò lo sguardo confuso, stordito: sì, in parte era vero, solitamente parlando. Ma ora la situazione era completamente diversa:
 
-E’ diverso. Sei malato, adesso.-
 
Rispose il maggiore con onestà: era davvero troppo preoccupato e poco importava ciò che di solito diceva o faceva a proposito del suo letto, ora non voleva che Donghae si muovesse troppo e rischiasse di peggiorare la situazione o sentirsi ancora più male, perché era chiaro che le fitte non erano passate e che lo tormentavano ancora:
 
-Solo… dormi un po’. Almeno finché “manager hyung” non torna con la colazione e le medicine che devi prendere.-
 
Eunhyuk posò le mani sulle spalle di Donghae e lo spinse gentilmente verso il basso, aiutandolo a stendersi del tutto finché la sua schiena non fu a contatto con il materasso e la testa poggiata comodamente sul cuscino; poi, Eunhyuk stesso, provvide addirittura a coprirlo con il lenzuolo fino alle spalle sistemandoglielo sul petto.
 
Perché è cosi gentile?
 
Nel mentre, Donghae continuò a guardare Eunhyuk che ricambiava a tratti il suo sguardo: dopo averlo completamente ignorato la notte scorsa, portandolo a sentirsi un completo idiota per aver confessato i suoi sentimenti, dopo averlo quasi fatto piangere, dopo avergli spezzato il cuore, perché doveva essere così dolce e gentile?
Così non faceva altro che farlo innamorare di lui, ancora e più profondamente.
Per questo quasi sì sentì annegare.
 
-Smettila di essere così gentile.-
 
Disse Donghae, improvvisamente.
Ed Eunhyuk lo guardò stranito.
 
-Perché?-
 
Ma Donghae non rispose.
 
-Senti… mi dispiace…-
 
-E smettila di dire che ti dispiace.-
 
E questa volta Donghae non lo lasciò terminare la frase.
Perché doveva essere dispiaciuto?
Significava che stava rifiutandolo?
Significava che Eunhyuk non lo amava come lo amava lui?
No, non era pronto per questo.
 
-Donghae, ti prego, cerca di capire…”
 
Eunhyuk aprì la bocca pregando che ciò che stava per dire non lo avrebbe poi, magari, rimpianto una volta uscito effettivamente dalle sue labbra. Sinceramente, tra l’altro, non si sentiva neanche capace di arrangiare le parole in modo sensato o che risultassero vagamente piacevoli:
 
-Io sono solo… scioccato.  E’ stato tutto troppo veloce e… non è come pensi… io-io non volevo ignorarti. E’ solo che i-io… io non so cosa risponderti.-
 
-Perché devi essere scioccato? Non era ciò che volevi? Non mi ami anche tu?-
 
Donghae aggrottò le sopracciglia mostrando un’espressione triste, spaventata in piccola parte: Stupido! Immediatamente si ammonì per quanto aveva appena detto. Per averlo detto in modo così innocente disperato.
Non aveva fatto altro che rendere tutto più difficile. Peggiore.
Nulla sarebbe andato bene dopo aver detto quelle parole.
 
-No-non è questo…-
 
Mormorò Eunhyuk, guardandosi i piedi e grattandosi il collo imbarazzato.
Non riusciva a trovare nessuna parola corretta o un modo sensato per potersi esprimere, in più, lui non era il tipo di persona che riusciva facilmente ad esprimere i suoi sentimenti in parole, positivi o negativi che fossero:
 
-Ho bisogno di tempo. Non è colpa mia se sono scioccato, giusto? Tu, l’hai detto troppo improvvisamente. Io mi sono sorpreso. E…-
 
Oh, non è colpa tua adesso. Quindi è colpa mia, giusto?
 
-Basta…-
 
Disse Donghae con voce rotta, stanca ed affaticata ed allora Eunhyuk sollevò immediatamente la testa per portare il suo sguardo sul compagno: oh mio Dio! I suo occhi erano appannati da un sottile velo di lacrime. Ed il suo viso era imbronciato.
 
-Mi fa ancora male la testa. Basta parlare.”
 
E questa volta fu il turno di Donghae di abbassare lo sguardo e il suo broncio divenne ancora più evidente quando i suoi occhi luccicarono a causa della prima lacrima che vi faceva capolino. E poi…
 
Dannazione! E’ così carino!
 
-Hey! Sta-stai piangendo?-
 
Domandò stupidamente Eunhyuk, allargando gli occhi in stupore e shock.
 
-Sei un idiota.-
 
Rispose Donghae piangendo ancora più forte a causa della stupida reazione del compagno: perché Eunhyuk non era in grado di realizzare che era tutta colpa sua? Lui biasimava se stesso per essere un piagnucolone in momenti del genere ma… ma semplicemente non poteva trattenersi in una situazione simile.
Non quando tutto andava male e peggio per causa sua.
Senza contare il suo malessere che lo distruggeva allo stesso modo.
Perché, tutto questo?
Cosa aveva fatto di male?
 
-Donghae, basta piangere.-
 
Eunhyuk si avvicinò a lui e poggiò delicatamente le mani sulle spalle di Donghae: sembrava così dannatamente preoccupato ed in panico che quasi il minore pianse più forte per aver anche provocato quelle spiacevoli sensazioni nella persona che amava.
Ma all’improvviso, a fermare tutto, arrivò una voce:
 
-Hey, ho portato la colazione così- oh cielo! Donghae, stai piangendo?-
 
Il manager era tornato con due scatole di cibo ed una busta di medicinali ma non si fece problemi a lasciar cadere la busta in terra e poggiare il cibo sulla piccola scrivania posta nella stanza, prima di andare verso il suo dongsaeng:
 
-Cosa c’è? E’ la testa? Ti fa così tanto male?-
 
Accarezzò piano la testa di Donghae in un modo paterno che il minore trovò dolcissimo e che, per qualche attimo, lo face anche calmare sinceramente.
Annuì.
E sinceramente non avrebbe saputo trovare altra spiegazione migliore alle domande del suo hyung.
Sì, la testa gli faceva malissimo.
Tutto qui.
O forse no.
Anche il suo cuore era dolorante, il suo petto pesante ed il respiro faticoso.
Tutto per colpa del suo stupido Hyukjae.
Donghae rilassò il volto rilasciando il suo broncio e passò a mordersi il labbro inferiore cercando di trattenere così le nuove lacrime nate a causa del pensiero portato al suo compagno: faceva male. Più il suo cuore che la sua testa, se avesse dovuto confrontarli.
E nel mentre, proprio la fonte del suo dolore, se ne stava in piedi in un angolino della stanza guardandolo con preoccupazione e paura: perché doveva guardalo con quegli occhi?
 
-Okay, fai colazione e prendi le medicine, per ora. Dopo, semplicemente riposati finché puoi. Stai tranquillo, andrà meglio. E smetti di piangere, Donghae-ssi. Se hai bisogno di qualcosa sai che puoi sempre chiamarmi.-
 

∞∞∞∞∞

 
-Stai bene?-
 
Domandò Eunhyuk.
 
-Mh. Meglio di stamattina.-
 
Rispose Donghae, senza deviare lo sguardo incatenato da diversi minuti alla finestra di fronte al letto.
 
-Dimmi se ti serve qualcosa. Se hai freddo, caldo, o dolori, o-
 
Questa volta, impossibilitato a fare altro, Donghae voltò lentamente la testa verso Eunhyuk e lo guardò con un’espressione che perfino al maggiore fu più che chiara.
Noia.
Gli stava dicendo con gli occhi di stare zitto, di lasciarlo in pace.
Di no… annoiarlo.
Ed Eunhyuk, allora, sospirò profondamente intristendo il suo viso e fermò le sue parole: doveva arrendersi.
Ci era rimasto male ma non aveva altra scelta.
Non poteva insistere troppo, non nella sua situazione.
 
-Okay, ho capito.-
 
Sospirò.
Tutto ciò era tremendamente strano.
Tutto sembrava girare a 180 gradi.
Donghae, che era colui che di solito annoiava e tormentava Eunhyuk, era adesso quieto ed immobile come un manichino.
E Eunhyuk, che solitamente era colui che veniva annoiato e tormentato, continuamente disturbato dal minore per ogni piccola cosa, era quello che invece si impegnava duramente nel cercare di farlo parlare e reagire.
Strano.
Davvero molto strano.
Una situazione affatto piacevole ed Eunhyuk sperava che presto tutto potesse tornare normale, esattamente come lo era prima.
Perché sebbene fosse passato solo un giorno, vedere Donghae in quelle condizioni lo faceva sentire strano e preoccupato.
In qualche modo… gli mancava il suo Donghae solito, quello infantile, casinista e fastidioso.
 
Passerà presto. Vero?
 

∞∞∞∞∞

 
Alla fine, passate le ore di riposo, Eunhyuk e Donghae raggiunsero la sede in cui si teneva il fan-meeting a cui dovevano presiedere.
Lì, le fans li attendevano fuori dallo stabile come avveniva sempre, dimostrando il loro affetto e supporto.
E Donghae, che solitamente era il più amichevole con le fans, il più dolce, che si fermava a salutare prendendosi più tempo degli altri, adesso se ne stava silenzioso e guardava fuori dal finestrino della macchina sorridendo di tanto in tanto e salutando leggermente.
Non era lui, era evidente.
Ed Eunhyuk lo guardò confuso, preoccupato.
Se solo avessero potuto cancellare quel fan-meeting…
 
-Ritorna in camerino se non riesci a sopportare il dolore, Donghae-ssi. Non sforzarti troppo, mi raccomando.-
 
Il manager porse al ragazzo una bottiglietta d’acqua indicandogli di bere spesso e molto, in modo da regolare la temperatura il più possibile e Donghae annuì senza parlare, raccogliendo la bottiglietta ed iniziando a seguire da subito le istruzioni ricevute.
Eunhyuk, nel frattempo, lo guardava preoccupato attraverso lo specchio davanti  lui, mentre le “noona” gli sistemavano i capelli ed il trucco.
Neanche il make up riusciva a coprire del tutto il pallore sul bel viso di Donghae.
O forse era solo Eunhyuk che lo notava essendo a conoscenza del malore del compagno.
Ma ad ogni modo, che fosse solo una sua suggestione o se davvero i suoi occhi non stavano mentendo, Eunhyuk avvertì tutta la preoccupazione precedente piombargli addosso come una valanga: sperava sinceramente che tutto finisse presto.
E che Donghae potesse riposare.
E riprendersi.
E che tutto tornasse come prima.
 
-Non si può tagliare una delle performance di Donghae?-
 
Eunhyuk chiese al manager mentre erano da soli, incamminandosi lungo il corridoio verso la sala appositamente preparata per l’incontro.
 
-Proverò a chiedere. Ma non sono sicuro… Lo sai che è scritto nel contratto e… purtroppo non possiamo fare molto a riguardo.-
 
Anche il manager era chiaramente preoccupato e la mano che strofinava dietro la nuca ne era la prova ma, purtroppo, come aveva detto non c’era molto che potesse fare.
 
-Ma ho paura che non ce la faccia a causa della febbre. Sembra così debole, hyung. Qualcosa che possiamo fare ce deve pur esserci.-
 
Provò nuovamente Eunhyuk, ma una voce lo bloccò:
 
-Sto bene.-
 
La voce arrivò proprio dalle sue spalle, facendolo sussultare e voltare immediatamente: sì, era Donghae.
Donghae che non stava affatto bene.
E che per quante poteva dirne era chiaro che stava spingendosi fino al limite pur di fare del suo meglio.
 
-Ce la faccio. Okay? Non sono così debole. E poi… sei davvero così preoccupato per me?-
 
Eunhyuk rimase in silenzio.
Era davvero preoccupato?
Che domanda era?
Certo che era preoccupato!
Eppure…
Solo per un momento, Donghae si  aspettò quasi di ricevere una “buona risposta” da Eunhyuk, ma il pensiero scomparve quando Eunhyuk non proferì parola e borbottò solo un vago:
 
-I-io… è solo che…-
 
Eppure Eunhyuk non riusciva a dire nulla di ciò che pensava davvero, in quel momento.
Codardo.
 
Donghae sospirò.
 
-Sto bene. Smettila di preoccuparti, Hyukjae.-
   
 
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