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Autore: MimiRyuugu    19/04/2013    5 recensioni
“Insieme…qualunque cosa accada…” disse sorridendo Giulia. Hermione annuì. “…sempre…” continuò, stringendo la mano. “…contro ogni difficoltà!” concluse Anna, stringendola a sua volta. Poi, si guardarono ancora.
Sesto anno. Anna Alvis Haliwell, Giulia Wyspet ed Hermione Granger si apprestano ad iniziare il penultimo anno ad Hogwarts. Ma tanti cambiamenti si prospettano per loro. A quali avventure andranno incontro i nostri Tre Uragani?
Genere: Avventura, Commedia, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Draco Malfoy, Hermione Granger, Severus Piton, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: OOC, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Tre Uragani Saga'
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Buonsalveee *-*
anzi, buon giorno/notte (se siete nottambule come me *w* in tal caso, batti cinque yo *scappa*). Lo so, sono da cruciare. Prima aggiorno ogni secondo e poi sparisco per...una settimana? °^° si, cruciatemi, me lo merito. Anyway a maggior ragione non vi trattengo con un'intro introidale introlitica e la smetto di blabblerare. Preparatevi una tazza di the, caffè o qualsiasi cosa perchè è un cap bello lungo u_u e che forse attendevate :3 (non si capisce dal titolo, nooo? xD). Ah ultima cosa: grazie mille alle recensioniste del mio cuore çwç <3 vi adoVo <3 *sparge cuoricini e polvere fatata diabetosa*
In questo cap troviamo Questo è Halloween dal film Nightmare Before Christmas, La Danza delle Streghe di Gabry Ponte (su le mani chi la ascoltava da gggggiovine XD), Giulia di ....non so ancora chi sia °A°, Baciala dal cartone Disney La Sirenetta, Così Vicini dal film Come D'Incanto, You Shock Me All Night Long degli AC/DC (per loro voglio la ola.), I Put A Spell On You e Come Little Children dal film Hocus Pocus.

Avvertenze: a parte la lunghezza, la diabetanza, ecc ecc...che la Rolla mi perdoni per cos'ho anticipato a una So-Tutto-Io e un bradipo rosso di nostra conoscenza. Dovevo farlo e.e

Bon, la smetto, vi lascio all'aggiornamento :3
Buona lettura <3



Dodicesimo Capitolo

La domenica fu una giornata noiosa. Un susseguirsi di compiti e scappatelle. Il lunedì non fu da meno. Infatti, per i giorni rimanenti al ballo di Halloween, gli studenti sembrava che si fossero messi d’accordo. Un tacito patto comune alla nullafacenza totale. Contornato dagli ultimi preparativi tra le coppie. C’erano ancora gli ultimi. Quelli che dovevano rimediare un compagno entro quel venerdì. Tra questi, c’era Harry. Stranamente, non gli piacque molto vedere Ginny in compagnia sempre più frequente di Dean Thomas. Mentre Ron si crogiolava nella sicura partecipazione di Hermione. Era esattamente venerdì trentuno ottobre. La sveglia suonò, ma sembrò trillare più del solito. Il prefetto si alzò di scatto e andò in bagno. Giulia cercava di svegliare Anna. Una normale mattina insomma. Infatti, Silente aveva stabilito che le lezioni si dovessero frequentare come ogni altro giorno. Le tre si cambiarono e scesero in Sala Grande. Solo quando videro i primi pipistrelli di carta volare sopra le loro teste, i loro pensieri andarono al ballo della sera. Nemmeno Hermione riusciva a stare attenta alle lezioni. L’ora di Aritmanzia non le era mai sembrata così lunga in tre anni di scuola. Il pranzo fu un menù speciale creato degli elfi. Ogni pietanza, aveva l’aspetto di qualcosa di disgustoso. Anche se il sapore era ottimo come al solito. Anna fu la prima a fare da assaggiatrice. Solo lei poteva mangiare delle bistecche conciate da ali di pipistrello. “Avanti, mangiate! Pensate ad Ozzy Osburne, che ha mangiato un pipistrello vivo e vero!” le incitò, iniziando a mangiare la sua bistecca. Giulia aveva scosso la testa divertita e si era fiondata su uno spiedino di occhi di rospo, in realtà un insieme di carni, tra cui pollo e maiale. Hermione si aggiunse poco dopo, buttandosi su delle dita di giudice, anche detti fiori di zucca fritti ed impanati. Dopo aver pranzato con quelle singolari pietanze, andarono a lezione. Mente l’ora fatidica si avvicinava. Quelle del pomeriggio furono più veloci. Ed ecco finalmente la cena. Anch’essa dalle più prelibate combinazioni di cibi e nomi disgustosi. Tutta la sala aspettava con ansia la sparizione dei dolci. Per aver modo di precipitarsi in dormitorio. Soprattutto le ragazze. Silente, divertito dalla loro eccitazione, decise di mettere fine alla loro attesa. I dolci sparirono. Ed un fuggi fuggi generale prese il sopravvento. Le nostre tre camminavano tranquille. Quando Anna venne spinta. “Hey guarda dove vai!” sbottò la castana. Una ragazza si voltò. La fulminò con lo sguardo. “Haliwell… credo che stasera ti sentirai molto a tuo agio…è la festa dei mostri…” ghignò Pansy. Anna non si scompose. Si limitò a sorridere. “Allora mi vuoi dire che tu ti sei già cambiata? Cavolo Pansy, questo costume è impressionante davvero!” commentò maligna. La ragazza digrignò i denti. Hermione sbuffò e prese a braccetto l’amica, trascinandola poi in dormitorio. Giulia le seguì a passo svelto. Le tre si chiusero in camera per non essere disturbate. Ognuna aveva il proprio vestito steso sul letto. Giulia si affacciò alla finestra. E vide una zucca illuminata passarle vicino. Evitò di sottolineare quell’apparizione. Per non procurare un eccesso di bile ad Hermione. Però sorrise. “Bimbi e bimbe di ogni età, ecco qualcosa che vi stupirà! Su, venite è proprio qui! È il paese di Halloween!” iniziò a cantare. Anna ghignò, guardando l’amica. “Questo è Halloween! Questo è Halloween! Ogni zucca lo griderà!” continuò, piroettando. Hermione scosse la testa divertita. “Questo è Halloween! Spaventoso Halloween! Dacci un dolce o il terrore ti attanaglierà!” proseguì Giulia, avvicinandosi al prefetto. “Urla anche tu! Fuggi via da qui! È il paese di Halloween!” la assecondò Anna. “Io sono quello che sotto il letto langue, ho mille denti e occhi rossi più del sangue!” soffiò Giulia, abbassandosi e alzando le coperte del baldacchino. Hermione rise. “Sotto le scale io spappolo i cervelli, dita come serpi e ragni fra i capelli!” ringhiò Anna, andando dietro alla porta del bagno e facendo uscire solo le lunghe dita affusolate. Poi le due si riavvicinarono. “Questo è Halloween! Questo è Halloween! Halloween! Halloween! Halloween! Halloween!” esclamarono assieme. “Ora tu, se lo vuoi, canta la ballata della zucca con noi…” sorrise Hermione. Anna salì sul letto e si mise un peluche in testa. A mo di cappello. “La città è fantastica, ricca di sorprese si rivelerà!” esordì poi, facendo una piroetta e saltando giù dal letto. “Lì, davanti a te, dentro quel bidone c'è una brutta faccia che ti assalirà!” completò Giulia, indicando il baule aperto accanto a loro. Anna tirò un urletto finta spaventata. “Questo è Halloween!” continuò poi. “Putrido!” esclamò Hermione. “E macabro!” sorrise Giulia. “Hai paura?” ghignò Anna. Il prefetto e Giulia si avvicinarono. Si guardarono negli occhi. “Puoi star sicura! Se tu vuoi scappar via, qui si rischia la pazzia ed un attacco di licantropia!” esclamarono all’unisono. Anna le guardò scettica. Piroettò verso i suo baule. “Urla anche tu! Grida sempre più!” soffiò, alzando le braccia a mo dei rami di un albero. “Questo è il nostro Halloween!” aggiunse Hermione. “Io sono il clown dall'incredibile faccia! Posso sparire senza lasciar traccia!” proseguì Anna, mettendosi una mano davanti al viso e poi togliendola all’improvviso. “Sono la paura quando gridi ‘Chi sei?’, sono il vento fra i capelli tuoi!” sussurrò Giulia, facendo finta di pettinarsi. “Io sono l'ombra che di notte va! Semino il panico in città!” ghignò Anna. Poi andò al suo letto e prese il vestito. “Questo è Halloween! Questo è Halloween! Halloween! Halloween! Halloween! Halloween!” cantarono poi assieme le tre. “Quanti orrori attorno a te! Senza ribrezzo che vita è?” esclamò quasi ovvia Anna, facendo una piroetta tenendo il vestito appoggiato a se. “Tutti qui, viviamo così, nel paese di Halloween!” disse divertita Hermione. “La città è fantastica, ricca di sorprese si rivelerà!” sorrise Giulia, alzando una mano a mo di sindaco. “Skeletron Jack, lo spirito di morte può farti accapponar la pelle dal terror! Questo è Halloween, grida insieme a noi! Fate largo a chi è speciale più di voi!” continuò Hermione. Anna aveva posato il vestito sul letto e al suo posto aveva preso James tra le braccia. “Jack è il re del campo di zucche, gridate "HI" per il gran sovrano! Questo è Halloween! Questo è Halloween! Halloween! Halloween! Halloween! Halloween!” incitò la castana. “Ora qui, se lo vuoi, canta la ballata della zucca con noi!” sorrise Hermione. Poi si guardarono. Anna lasciò andare il gatto. E fermò una mano a mezz’aria. Il prefetto mise la sua mano su quella della castana. E Giulia mise la sua su quella di quest’ultima. “La la-la la, Halloween! Halloween! Halloween! Halloween! La la-la la-la! Wheeee!” conclusero. Poi le spinsero in aria. E scoppiarono a ridere. “Avanti ragazze! Muoviamoci o faremo tardi!” suggerì Hermione. Anna prese il suo vestito e gli accessori e si chiuse in bagno. “Mi raccomando, non starci tutta la sera!” la richiamò subito Giulia. Ci fu un silenzio di qualche minuto. “Hey Giulia! Hai notato che tu e Piton assomigliate a Jack Skeletron e Sally?” gridò poi la castana. “In effetti è vero…il tipico uomo dall’anima tormentata perché non capisce cosa gli manca…e la ragazza timida che vuole aiutarlo a trovare se stesso…” osservò Hermione. Giulia arrossì. Dopotutto non avevano tutti i torti. Anna uscì dal bagno un quarto d’ora dopo. Chiuse gli occhiali nella loro custodia, poi l’abbandonò sul letto. Si chiuse l’ultimo laccio del vestito. Giulia si era messa il vestito. Ed Hermione si sistemava il cerchietto. Fu il turno di quest’ultima di andare in bagno. Si mise dell’ombretto azzurro e tornò in camera. Giulia la imitò con una stesura leggera di ombretto lilla. E prese la bomboletta del negozio di Armony. Prese una ciocca di capelli. Quella vicino all’orecchio destro. Poi spruzzò chiudendo gli occhi. Quando li riaprii, una striscia viola faceva capolino tra i suoi capelli biondo castani. Tornò in camera. Ora arrivava il momento del controllo amiche. Anna stava davvero bene senza occhiali. Il fiocco nero tra i capelli le donava un’aria più adulta. Il vestito aveva un piccolo scollo a U. Le maniche fatte di ricami in pizzo nero. Che si allargavano via via che arrivavano alle mani. La gonna aveva vari strati di tulle, dal nero al grigio chiaro più sotto. Aveva le calze fino poco più su del ginocchio, nere, con dei pizzi infondo. E ai piedi, i suoi amati anfibi neri. Fece una piroetta e sorrise. Poi guardò le amiche. Hermione stava d’incanto fasciata in quel’abito azzurro. Le era lungo fino al ginocchio. La gonna cadeva morbida. E delle spalline fini poggiavano sulle sue spalle. Ai piedi delle ballerine azzurre e tra i capelli, il cerchietto azzurro a teschi. Il prefetto si guardava timida. Doveva ammettere che però stava decisamente bene. Hermione e la castana si girarono. E guardarono Giulia. Quel vestito era fatto apposta per lei. Viola, in tinta perfetta con la ciocca di capelli. La schiena della ragazza era scoperta da uno scollo a V. Anche davanti c’era lo stesso modello. Appena sotto al seno una fascia, che congiungeva di fiocchi ai lati del vestito. Due teschietti lilla a fermarli. La gonna le arrivava al ginocchio e cadeva morbida come quella del prefetto. Ai piedi, le fidate ballerine a teschi. Che le avevano portato più volte fortuna. Anna sospirò. “Eh si…siamo proprio cresciute…” commentò. “Di altezza non molto…” precisò Giulia. La castana la fulminò con lo sguardo. Poi però rise. Hermione guardò l’orologio. Mancavano cinque minuti alle nove. Era il caso di scendere. Piegarono l’uniforme scolastica, che ognuna aveva abbandonato in una parte diversa della camera, poi uscirono. Si tenevano per mano. Era vero. Erano cresciute nel fisico. Anche nella mente. Però nel cuore, erano sempre le tre bambine che si erano conosciute sull’Espresso per Hogwarts. La porta della Sala Grande era aperta. Molte coppie si erano già congiunte. Le tre aspettarono sulla soglia. La sala era stata decorata con zucche illuminate. I fantasmi delle varie case gironzolavano tranquilli. Il cielo, era stellato. I pipistrelli di carta giravano indisturbati. Hermione si guardava in giro nervosa. E se Ron non fosse venuto? Subito però, una mano le si posò sulla spalla. “Ehm…Hermione…sei tu vero?” le chiese proprio il rosso. Il prefetto sorrise felice e lo abbracciò d’impulso. Staccandosi poi rossa in viso. “Miseriaccia che schianto che siete stasera ragazze!” esclamò poi. “Grazie Ron…come dire che di solito siamo racchie…” sbottò Anna. Il rosso cercò di scusarsi, ma Hermione scosse la testa. “Non starla a sentire…” gli disse. Ron annuì. “Allora…andiamo a bere qualcosa?” le chiese. Il prefetto annuì sorridente. Da prefetto gentiluomo, il rosso le tese il braccio. Così Hermione lo prese a braccetto. Anna le fece l’occhiolino. “E rimasero in due…” sorrise Giulia. Un biondo le si avvicinò. Anna lo guardò dubbiosa. “Hey Giulia…hai visto Anna?” le chiese Draco. La ragazza non potè fare a meno di ridere. La castana si fece avanti. Lasciando il biondo a bocca aperta. “Malfoy…chiudi quella bocca che ti entrano le mosche!” lo prese in giro. Lui sbuffò e scosse la testa per riprendersi. “Haliwell…sembri perfino più grande così!” le disse. Anna rise e gli diede un bacio sulla guancia. Poi guardò Giulia. “Andate pure…non vi preoccupate!” sorrise. La castana la guardò ancora. Draco la prese per mano e la condusse verso il tavolo delle bibite. “E rimase da sola…” sussurrò Giulia. Aveva iniziato a giocherellare con la ciocca viola. Le piaceva proprio quel colore. Però in effetti. Cercava di non pensare a come avrebbe fatto Piton ad arrivare. Li. Davanti a tutti gli studenti. Agli insegnanti. Si sistemò una piega del vestito. Iniziò a fissarsi le punte delle ballerine. Qualcuno la urtò. “Scusa…” disse subito la voce. Era maschile. Giulia si voltò speranzosa. Ma, con suo grande ribrezzo, si trovò davanti solo Josh. Di tutte le persone che le potevano capitare. Lui la guardò un po’ sperso. Esattamente come Draco aveva guardato Anna poco prima. Una ragazza biondina lo raggiunse. Poi lo trascinò via. E lei rimase ancora da sola. Tornò ai suoi pensieri. Subito però sentì tossire. Ed una mano le picchiettò piano sulla spalla. Giulia si voltò ed alzò la testa. Quando vide chi aveva davanti, per poco svenne. Non era possibile. Un ragazzo a lei molto famigliare stava in piedi. Diciassette anni. Alto. Magro. Fasciato in un completo nero. Con i capelli corvini ad incorniciargli il viso. L’aveva già visto. Due anni prima. In una giornata non proprio allegra. Tormentato da dei ragazzi antipatici e irrispettosi. Lui. Con quegli occhi meravigliosi. I suoi. Si. Non poteva che essere che lo stesso ragazzo. Severus Piton. La guardava. Era arrossito. Ma cercava di sostenere i suoi occhi. Aveva preso la pozione qualche minuto prima. Non ci credeva nemmeno di aver ceduto alla soluzione di Silente. Ed ora era davanti a lei. Bella. Stupenda. La prima cosa che aveva notato era quella solitaria ciocca viola. E poi quel vestito. Che la faceva sembrare una perfetta signorina. Giulia sorrise. Aveva le lacrime agli occhi. D’impulso lo abbracciò. Forte. Le sembrava un sogno. “Signorina Wyspet! Stia calma!” sbottò seccato Severus. La ragazza rise. “Mi…mi scusi…è che…ho paura che se la lascio andare lei svanirà…” confessò timida. Il ragazzo le sorrise. E le fece una carezza sulla testa. Poi la guardò ancora. “Sta davvero bene vestito così professore!” disse Giulia. Severus tossì. “Anche lei…quel vestito…” cercò di dire. La ragazza sorrise e fece una piroetta. “Sa…credo che…sia opportuno darci del tu…dopotutto solo lei sa chi sono in realtà…quindi…sarebbe sospetto che due giovani della nostra età usino un linguaggio così formale…” spiegò Piton. Giulia rise. Anche se era un ragazzo, aveva sempre quella parlantina da adulto. “Per me va bene…Severus…” sorrise poi. Il ragazzo ebbe un tuffo al cuore. Il suo nome. Pronunciato da lei. Gli dava un’emozione indescrivibile. Silente stava contemplando la scena da un lato della sala. Guardò l’ora. E si decise. Andò sul suo solito leggio. Battè le mani per attirare l’attenzione degli studenti. Giulia si avvicinò a Severus. Insieme si immersero nella folla di ragazzi. La ragazza gli si strinse vicino. Avevano raggiunto Anna, Hermione, ed i rispettivi cavalieri. “Hey Giulia! Allora, il tuo uomo?” chiese la castana. Giulia fece un cenno al ragazzo accanto a lei. “Non avrà osato darti un bidone vero!? Perché se è così vado nei sotterranei e gli faccio ingoiare una delle sue pozioni!” sbottò Hermione. Severus guardò sbalordito la ragazza. “Signorina Granger…vedo che alla fine le sue compagne di stanza l’anno contagiata…” ghignò. Il prefetto lo squadrò. E trasalì. Anna strabuzzò gli occhi. Non ebbe il tempo di commentare, dato che Silente si apprestava ad iniziare il suo discorso. “Buonasera a tutti! Noto con piacere che abbiamo le più belle dame tutte raccolte nella stessa sala…” disse. Le ragazze si guardarono divertite. “Siamo già in ritardo, quindi vi dirò solo che è vietato raggiungere il giardino prima delle undici…verso mezzanotte vi prego di riunirvi tutti fuori, stando attenti a non avvicinarvi troppo al Lago Nero ovviamente. Detto questo, vi lascio al ballo…” continuò. Poi fece un gesto a Gazza, che poi si allontanò. Doveva averlo inviato a controllare le uscite. Silente scrutò ancora la sala. “Ah dimenticavo…buon Halloween!” esclamò, poi buttò qualcosa a terra. Una nuvola di fumo aleggiò, tramutandosi poi in una massa di veri pipistrelli che percorsero l’intera sala. Hermione si aggrappò a Ron. Giulia guardava meravigliata. Ed Anna saltava per cercare di prenderne uno. Appena lo sciame di pipistrelli si dileguò, le luci divennero soffuse. Dai toni di colori più scuri. Rosso. Viola. Grigio. Dal soffitto iniziò a propagarsi una musica. Gli studenti esplosero in un grido di gioia ed eccitazione. “Silente ha proprio fatto le cose in grande!” osservò Hermione. Anna sorrise. “Vero! Santo Manson…io ci vivrei qui!” esclamò. Draco rise e la prese per mano. Poi la trascinò a se. Danzano le streghe. Hermione guardò Ron. E sorrise. Il rosso ricambiò e si avvicinò. Il prefetto annuì. Per autoconvincersi che ce la poteva fare. Iniziò a muoversi accanto a lui. Danzano le streghe. “Immaginavo che Silente avesse scelto della musica orribile…” commentò Piton. Non sapeva cosa fare. Cosa dire. Si sentiva impacciato. Proprio come un adolescente. Dei suoi tempi però. Perché a quanto pareva, quelli intorno a lui si erano convertiti alla precocità di movimenti. Danzano le streghe. Draco si era appiccicato ad Anna. Che nonostante volesse ballare era tentata di star ferma. In mezzo a quella musica che per lei era nient’altro che un putiferio. Danzano le streghe. Hermione aveva messo una mano sulla spalla di Ron. E si muoveva. Imitando tutte le volte in cui aveva visto Anna ballare. Il rosso sembrava apprezzare lo sforzo. Spiriti potenti, vi invochiamo, vegliate su noi che stanotte balliamo. Giulia sorrise a Severus. Alzò le braccia al cielo ed iniziò a muoversi. Era la prima volta che la vedeva ballare. Tutte le feste a cui lei era andata erano solo per studenti, organizzate in posti nascosti e di cui lui nemmeno avrebbe dovuto sapere. La guardava incantato. Volti alla luna, alta la fronte, danzano le streghe di Gabry Ponte. Senza rendersene conto le mise le mani sui fianchi. Giulia era arrossita, ma continuava la sua magica danza. Sinuosa. Sensuale. Allegra. I capelli che si muovevano piano. In onde. E la frangia che impertinente le cadeva tra gli occhi. Quando è notte il lupo grida all'ombra della luna, la danza delle streghe non porta mai fortuna. I due continuarono a muoversi. Erano perfettamente in sincronia. Stranamente Severus si sentiva a suo agio. Forse perché c’era lei. Giulia era con lui. poteva fare tutto. Perfino fingersi alla pari dei suoi studenti. Fuochi e Spiriti ballate dentro al cerchio della luce. All’improvviso, tutta la sala si fermò. “Tramontate stelle…anime sorelle!” cantarono all’unisono. Poi tornarono al movimento. Le tre si guardarono e risero. La canzone continuò sempre con lo tesso ritmo martellante. Severus davvero non sapeva come certi suoni potessero essere considerati musica. Finalmente, la voce del cantante si fermò. Lasciando qualche minuto alle chiacchiere degli studenti. Anna prese un respiro. Mentre Hermione sorrise. Fiera di quello che aveva appena fatto. E che avrebbe continuato a fare per tutta la sera. Giulia alzò le mani al cielo felice. Poco dopo, un’altra canzone riempì l’aria. Sempre con lo tesso ritmo. Ma più conosciuta. Giulia, dammi il tuo amore. Anna ed Hermione si girarono verso l’amica. Lei si voltò verso Silente. Che le sorrise. Subito il prefetto e la castana si guardarono. “Giulia, oh mia cara ti prego salvami tu, tu che sei l’unica, mio amore, non lasciarmi da solo in questa notte gelida!” iniziarono a cantare assieme. La ragazza scosse la testa divertita. Severus le guardava curioso. Draco rideva. Come anche Ron. “Per favore, non vedi dentro i miei occhi la tristezza che mi fulmina!” continuò Anna. Le prese una mano. “Non scherzare, sto in mare aperto e mi perdo e tu sei la mia ancora!” proseguì Hermione, prendendole l’altra mano. Poi iniziarono a farla piroettare. Giulia rideva divertita. Mentre Severus sorrideva. Così era quello il suo mondo. Le sue amiche. Una delle cose più preziose che avesse. “Ti prego sali in macchina, come faccio a respirare? Cosa faccio di me, senza te?” esclamarono ancora Anna ed Hermione. Poi scoppiarono tutte e tre a ridere. La lasciarono andare a ballare. Con lui. che le parole di quella canzone le pensava veramente. Anche questo ballo durò poco. Come tutte le canzoni rimbombanti da discoteca. Anna approfittò del momento di silenzio per vedere a che punto fosse la situazione sentimentale delle amiche. Hermione sorrideva a Ron. La castana si avvicinò. “Lei ti è accanto, se ne sta seduta lì…non sa cosa dire ma i suoi occhi ti parlano…” iniziò a canticchiare, nell’orecchio del rosso. Questo tossicchiò. “E tu lo sai che vorresti darle un bacio e allora baciala!” continuò Anna. Ron divenne del colore dei suoi capelli. “Tutto bene?” gli chiese Hermione. Il ragazzo annuì. Anna sorrise e si avvicinò a Severus. Anche lui conversava con Giulia. “Lei ti piace tanto, tanto da morir, forse tu le piaci ma lei non sa come dirlo…” gli sussurrò in un orecchio. Piton la guardò truce. “Ma non servono le parole sai e allora baciala!” proseguì. Severus arrossì. Giulia lo guardò interrogativo. Il ragazzo scacciò via Anna con una mano. E lei tornò da Draco sorridendo. “Ora fai anche da cupido?” le disse divertito. La castana alzò le spalle. “Tutto per rendere felice le amiche!” rispose. Le note di una canzone sostituirono il silenzio. Questa volta era lenta. Noi siamo insieme e ciò che voglio è qua. Hermione arrossì vistosamente. Avvicinandosi a Ron. Ancora del colore dei sui capelli. “Se non vuoi…ecco…possiamo…” cercò di dire il prefetto. Il ragazzo però scosse la testa. la prese per i fianchi e la tirò a se. Hermione gli mise le mani dietro il collo. Il mondo passa e va introno a me. Anna si avvicinò sorridente. “Da quando balliamo i lenti?” le chiese divertito. La castana scosse la testa e gli mise le mani sulle spalle. “Sei cresciuta…mi arrivi giusta!” esclamò il biondo stupito. Anna rise. “Basta parlare a vanvera Malfoy…” ghignò. Poi lo baciò. Così vicini solo io e te. Giulia si era avvicinata timidamente. Come quella sera. Al compleanno. Stretti. Severus era arrossito. Mise ancora le mani sui fianchi di Giulia. E la portò piano a se. La ragazza poggiò la testa sulla sua spalla. Inspirando il suo profumo. Così intenso. E sorrise. Perché era davvero fra le sue braccia. Quelle del suo Severus. Il mio destino sei tu. Piton non ci credeva ancora. Non poteva credere di averlo fatto davvero. Era andato da Silente. Lui lo sapeva che avrebbe accettato. Ed ora si trovava li. In mezzo a tutti i suoi studenti. A ballare un lento. Con lei. Giulia. La sua Giulia. La persona più importante che avesse. Ed io vorrei che non finisse mai, l'intesa tra di noi e la magia. A respirare il profumo dei suoi capelli. Mentre lei era appoggiata alla sua spalla. Quel profumo di allegria. Di giovinezza. Che gli provocava uno strano fremito al cuore. Lo faceva battere veloce. Quasi dovesse scoppiare. Di felicità. Perché potevano. Io non credevo alla fantasia, ma so che ora sei mia. Erano solo un ragazzo e una ragazza. teneramente abbracciati. Con i cuori vicini. Lo poteva sentire. Il battito del cuore di Giulia. Accelerato contro il suo. Emozionato. Agitato. Perché sembrava tutto un sogno. Qualcosa che da un momento all’altro potesse svanire. Quello che voglio è stare con te. Giulia alzò la testa. “Professore…ehm…cioè… Severus…come hai fatto a tornare adolescente?” gli chiese timida. Il ragazzo sorrise. “Devo dedurre che in tutti gli anni in cui ti ho insegnato non hai imparato proprio nulla eh…” rimbeccò acido. La ragazza lo guardò dubbioso. “Una pozione?” ipotizzò. Severus annuì. “L’effetto dura fino a mezzanotte…” spiegò. Giulia sorrise. “Sei un Cenerentolo!” commentò. Piton la guardò inarcando un sopracciglio. “È la stessa cosa che ha detto Albus…” sbuffò. Giulia lo guardò stupita ed arrossì. “Quindi…Silente…sa…di…di noi?” gli chiese. Severus annuì. “In effetti era stato lui a darmi quella pozione per il Pensatoio al quarto anno…” ragionò la ragazza. Con te i sogni diventano realtà, tu sei nel cuore e nell'anima. Piton la guardò. E ancora. Sorrise. Quella sera aveva sorriso più di quanto avesse fatto durante gli anni di scuola. Giulia si avvicinò. Si alzò in punta di piedi e gli diede un bacio sulla guancia. “Grazie Severus…per avermi accompagnata…” sorrise. Il ragazzo arrossì. “Di…di nulla…non potevo certo lasciarti sola in camera ad ascoltare quei Green Day…” commentò. La ragazza scosse la testa. “Povero Billie Joe…non ha fatto nulla di male!” lo difese poi. Severus la prese per mano. E le fece fare una piroetta. Adesso non è possibile l'idea di perderti. Anna sorrise intenerita. “Che carini che sono…” commentò. Draco diede una breve occhiata ai due. “È la prima volta che lo vedo quello…dovrebbe essere del settimo anno però…” osservò. La castana rise. Se solo avesse saputo che quel diciassettenne era il loro professore. “Tu sai chi è?” le chiese. Anna sorrise sorniona. “Te lo dirò quando sarai più grande!” rispose. Draco la guardò truce. “Mocciosa impertinente…guarda che se voglio ti schiaccio sotto una scarpa…” ghignò. Anna scosse la testa divertita. Cercò di appoggiare la propria fronte su quella del ragazzo. La realtà cancella la nostra fantasia, la tua paura è la stessa mia. Draco era diventato alto durante quei mesi. Con la fronte gli arrivava alle labbra. Il biondo trattenne una risata. Però poi le diede un bacetto. Anna era troppo tenera. Se glielo avesse fatto notare però, si sarebbe beccato come minimo un pugno in testa. Così si limitò ad abbassarsi. Ora erano fronte contro fronte. La castana sorrise. E lo baciò. Ma poi ti svegli e perdi quel che hai perchè per noi è tardi ormai. Dalla sala si levò un applauso. Hermione e Ron si staccarono. Il prefetto guardò l’ora. Erano le dieci e mezza. “Ti va di bere qualcosa?” propose il rosso. La ragazza annuì. E si diressero verso il tavolo. Anna e Draco rimasero in pista. Mentre anche Severus e Giulia andavano a ristorarsi con le bibite. Silente, gironzolava per la sala. Lo rallegrava guardare i suoi studenti. Gli mettevano tenerezza quella ragazze dagli sguardi innamorati. E i ragazzi, che cercano un approccio anche solo per avvicinarsi di più. Aveva perfino visto uno sbadiglio con annessa mano sulla spalla. Severus stava versando del succo di zucca e Giulia, quando il preside le passò vicino. “Allora, vi state divertendo?” chiese Albus. Quella sera si era concesso una veste viola con delle stelle brillanti. Un lungo cappello gli copriva la testa. Giulia sorrise. “Si…è tutto stupendo!” rispose. Silente schioccò un’occhiata a Severus. Poi si chinò verso l’orecchio della ragazza. “Le mie felicitazioni…” sorrise. Giulia arrossì. “Ho cercato di vestirmi da Mago Merlino…ma mi sa che ho sbagliato qualcosa…” commentò poi il preside. La ragazza ridacchiò divertita. “Mago Merlino ha il vestito azzurro…però anche questo è molto bello…” rispose. Silente le sorrise. “Anche il tuo vestito è bello! Sembri proprio una signorina! Una bellissima signorina aggiungerei…ovviamente se il tuo accompagnatore me lo concede…” disse poi. Severus si era appena aggiunto con i bicchieri pieni. “Ora vado…cerco di sciogliere un po’ l’atmosfera tra gli insegnanti…la professoressa Cooman sembra che sia l’unica che si sia ambientata bene…” si congedò Albus, Per poi indicare la donna accanto al tavolo. Che cercava di far ballare la McGranitt. Giulia rise ed annuì. Passarono la mezzora successiva a ballare e a chiacchierare. Finchè alle undici le entrate si aprirono. Permettendo agli alunni stufi di ballare di cercarsi suoi vari terrazzi e nel giardino. Hermione e Ron si erano rifugiati su un balcone. La musica era talmente alta che si poteva sentire benissimo. Il ragazzo si sedette sul cornicione con agilità. Il prefetto lo guardò preoccupata. “Avanti Hermione…prova anche tu!” la incitò Ron. La ragazza sorrise timida e scosse la testa. “Finirei per cadere dall’altra parte…” commentò. Il rosso rise e le tese una mano. “Avanti…ti tengo io…” sorrise. Hermione accettò la mano. E si diede una piccola spinta. Con l’aiuto di Ron, si sedette accanto a lui. Però non osava guardarsi indietro. “Grazie…” lo ringraziò Hermione. She was a fast machine she kept her motor clean, was the best damn woman that I ever seen. Ron tirò un sospiro. “Ah…i cari vecchi AC/DC…Silente si che sa scegliere le musiche!” esclamò. Poi si stiracchiò. Mentre Hermione si teneva saldamente. “Gli AC/DC?” gli chiese. Ron la guardò strabuzzando gli occhi. “Non li conosci?! Eppure Giulia dovrebbe ascoltarli…” osservò stupito. Hermione arrossì imbarazzata. Il ragazzo si voltò e la guardò. Era davvero carina con quel vestito. Avrebbe voluto dirglielo. Però. She had the sightless eyes telling me no lies knocking me out with those American thighs. “Ehm…Hermione?” la chiamò Ron. Lei si voltò. “Si?” sorrise. Il ragazzo arrossì. Doveva dirglielo. “Ecco…ti…ti…sta bene…il nuovo vestito…” disse d’un fiato. La ragazza sorrise ancora. “Grazie Ron…anche tu stai bene così…” gli rispose. Il suo cuore batteva all’impazzata. Ron le aveva fatto un complimento. E questo le dava una felicità immensa. Taking more than her share had me fighting for air. Il ragazzo sorrise. Era da un pò che qualcosa era nato dentro di lui. Voleva stare di più con Hermione. Ma la corte serrata di Lavanda glielo impediva. Si era accorto di essere stato uno stupido al quarto anno. Aveva finito per rovinare il ballo a lui, ed a Hermione. Si era ripromesso di non vederla mai più come l’aveva vista quella sera. Con le lacrime che le solcavano le guance. Quelle limpide lacrime dagli occhioni nocciola. She told me to come but I was already there. “Hermione...?” la chiamò ancora. La ragazza si voltò. “Hai mai notato…cioè…il tuo nome è davvero lungo…” commentò. Hermione sorrise divertita. “Lo so…infatti Anna e Giulia mi chiamano sempre Herm…” rispose. Ron annuì. “Certo…anche tu…cioè…ecco…puoi chiamarmi Herm se ti va…” aggiunse la ragazza. Il rosso scosse la testa pensieroso. “Herm l’hanno inventato loro…non sarebbe giusto…” commentò. Hermione lo guardò. He walls start shaking, earth was quaking my mind was aching, we were making it and you shook me all night long. Dopo qualche minuto, il rosso sobbalzò. “Ma certo! Ti chiamerò Mione!” esclamò. La ragazza sorrise. Sapeva che si era limitato solo a togliere le prime lettere del suo nome. Però le faceva tenerezza. “Mione…si…suona bene!” concordò. Ron la guardò soddisfatto. “Davvero ti piace?” le chiese insicuro. Hermione annuì. Poi si avvicinò. E gli diede un bacio sulla guancia. “Grazie Ron…” gli sorrise. Il ragazzo arrossì. “Di nulla Mione…” rispose. Pian piano si avvicinarono. E la ragazza appoggiò la testa sulla sua spalla. Dondolando i piedi. Yeah you shook me all night long.
Appena finita la canzone, Draco ed Anna si erano precipitati fuori. Il biondo adorava gli ACDC, quindi la castana non era riuscita a smuoverlo un passo. Appena fuori, un’altra canzone attaccò. Anna sorrise. L’aveva riconosciuta. Era nella soundtrack di uno dei film che Giulia le aveva fatto vedere fino allo sfinimento. La ragazza guardò Draco. “I put a spell on you and now you're mine. You can't stop the things I do, I ain't lyin’!” iniziò a cantare. Il ragazzo sorrise divertito e si appoggiò al balcone. Anna si avvicinò fissandolo negli occhi. “It's been 300 years right down to the day, now the witch is back and there's hell to pay!” esclamò ancora, alzando elegantemente una mano. La manica di pizzo le scoprì l’avambraccio. Draco sostenne il suo sguardo. Anna mise la mani sul balcone. Vicino a quelle del ragazzo. Era bloccato. “I put a spell on you and now you're mine!” sussurrò infine. Il biondo la baciò. Poi la guardò. “Ecco perché non riesco a smettere di pensarti…un incantesimo eh?” sorrise. Anna scosse la testa. Si allontanò. Con agilità si sedette sul cornicione accanto a lui. Poi, veloce. Si alzò in piedi. “Scendi di li…se cadi non ti recupero di sotto…” ghignò il ragazzo. La castana lo ignorò. E continuò a passeggiare come se nulla fosse.  My whammy fell in you and it was strong. Anna si voltò. Da li sopra si aveva una vista del lago stupenda. Però. Le sembrava famigliare. Si distrasse un momento. E scivolò. Sarebbe dovuta cadere a faccia in giù sul pavimento del balcone. Ma Draco la prese in tempo. “Io tel’avevo detto…” sbottò. Poi la rimise in piedi. La castana tornò al cornicione. Vi appoggiò i gomiti. “Draco…lo sai dove siamo?” gli chiese. “Su un balcone…” rispose subito lui. Anna sorrise. “Non su un balcone…ma su quel balcone!” lo corresse. Il biondo la guardò dubbioso. Poi seguì il suo sguardo. Il Lago Nero. Quella luna. Your wretched little lives have all been cursed, 'cause of all the witches working I'm the worst! “Siamo…sul balcone di due anni fa…” sussurrò Anna. Draco le si avvicinò. “Quello in siamo scappati a metà Ballo del Ceppo…” aggiunse. Lei annuì. “Dove mi hai baciata…” continuò. “E dove tu mi hai dato uno schiaffo…” proseguì divertito il biondo. Anna rise. “E dove ti ho detto che mi piacevi…” riprese Draco. La ragazza sospirò. “Me lo ricordo ancora…mi hai chiamato per nome…niente Mezzosangue…niente insulti…” ricordò. Il biondo annuì. La abbracciò da dietro. Ed appoggiò il mento sulla sua spalla. I put a spell on you and now you're mine! “Sai… davvero due anni fa mi facesti un incantesimo…” iniziò a dire Draco. Anna lo guardò dubbiosa. “Sono stati i tuoi occhi…non vedevo l’ora che fossero sui miei…e volevo abbracciarti…toccarti…baciarti…ma avevo paura…” continuò lui. La castana trattenne il respiro. “Non pensavo di piacerti…però alla fine…mi sono messo in gioco…ed ora…sono irrecuperabile… Anna…io oramai vivo solo di te…” concluse Draco. La ragazza tremò di poco. Gli occhi le si erano riempiti di lacrime. Si voltò e abbracciò il ragazzo con tutte le sue forze. affondò la testa nel suo petto. “Draco…non so cosa farei senza di te…” sussurrò. La voce tremante. Il biondo l’abbracciò stretta. La sua piccola Anna. Che cosa le aveva fatto. I put a spell on you and now you're mine!
Anche un’altra coppia si dirigeva fuori. Giulia trotterellava allegra. Severus la guardava divertito. Avevano appena raggiunto un balcone abbastanza appartato. “Chissà cos’ha in serbo Silente…” esclamò curiosa la ragazza. “Sarà sicuramente qualcosa di spettacolare…da come ha organizzato il ballo…” commentò Severus. Oramai si sentiva a suo agio. Dopotutto essere adolescente non era male. Se solo ai suoi tempi ci fosse già stata Giulia. Sarebbe andato tutto nel migliore dei modi. Le note della canzone precedente erano appena finite. La ragazza si sporse dal cornicione. “Sai Severus…quando ero piccola adoravo il film Hocus Pocus!” sorrise. Il ragazzo le si avvicinò. E la guardò dubbioso. “Non l’hai mai visto? Mai mai?” gli chiese stupita. Severus scosse la testa. “È la storia di tre streghe…per vivere devono succhiare la linfa vitale dai bambini…dopo l’ennesimo episodio di sparizione, le tre vengono condannate al rogo…dopo molti anni, la notte di Halloween, un ragazzo le invoca per sbaglio…e le tre tornano in vita…devono riuscire a bere abbastanza linfa per sopravvivere prima che arrivi il sole…” raccontò Giulia. Guardava incantata la luna davanti a se. Così grande. Splendente. Magica. “E questo sarebbe un film per bambini?” commentò acido Piton. Giulia annuì. “Non è horror…e poi è molto vecchio…comunque è simpatico…si ride dall’inizio alla fine…le tre streghe sono fantastiche! Figurati che…ah scusa…sto parlando solo io…” si scusò, imbarazzata. Severus scosse la testa. “Vai avanti…” la incitò. La ragazza sorrise. “Ecco…cen’è una, la mia preferita, che è un po’ svampita…è la più bella delle tre, si chiama Sarah…è lei che attira i bambini nella loro casa…con una canzone…quando ero piccola la cantavo sempre…” continuò a dire. Severus la guardò. “Davvero curioso…una canzone per attirare alla morte dei bambini cantata da uno di loro…” commentò ironico. Giulia sorrise. “La vuole sentire?” gli chiese. Il ragazzo annuì. “Come little children, I'll take thee away into a land of enchantment…” iniziò a cantare la ragazza. Severus sospirò. E chiuse gli occhi. Adorava quella voce. “Come little children, the time's come to play…” continuò Giulia. Alzò le braccia verso il cielo. Come per toccare la luna. Era davvero ammaliante. Anche se non la conosceva. A Severus pareva di averla già sentita. “Here in my garden of magic…” sussurrò la ragazza. Piroettò. Spostando l’aria. Con i capelli morbidi al vento. La solitaria ciocca viola. Il ragazzo alzò gli occhi al cielo. La luna risplendeva su di loro. Cercava di farsi notare, lassù con le sue ancelle luminose che erano le stelle. Però c’era qualcosa che la offuscava. “Come little children, I'll take thee away into a land of enchantment…” sorrise Giulia. Era lei. Quella ragazza che saltellava accanto a lui. Più luminosa della stessa luna. Più raggiante di un sole. Più bella di una regina delle fiabe. “Come little children, the time's come to play…” sussurrò ancora Giulia. Al vento. A chiunque la stesse ascoltando. Era felice. E voleva dirlo al mondo intero. Perché lui era li. Accanto a lei. Il suo Severus. Il suo principe. Il suo angelo salvatore dalle ali nere e bellissime. Che la guardava. “Here in my garden of magic…” concluse la ragazza. Poi, con dopo un’ultima piroetta, si fermò. Davanti a Severus. Gli sorrise. Gli si avvicinò. E si appoggiò sul cornicione accanto a lui. “Severus…” lo chiamò. In un sussurro. Il ragazzo si voltò. “Grazie ancora per avermi accompagnata…per…aver preso la pozione…” gli disse. Piton sorrise. “Di nulla…non è stato di certo un dispiacere! Mi sono divertito stasera…” si lasciò sfuggire. Poi arrossì. Ci fu un silenzio di qualche minuto. “Andiamo a prendere da bere? L’ora della sorpresa sta arrivando!” propose Giulia. Severus annuì. Quindi era quasi mezzanotte. Sarebbe tornato il solito professore. E avrebbe dovuto raggiungere i suoi colleghi. Lasciando quella bellissima creatura da sola. Giulia si staccò dal cornicione e fece un passo verso l’entrata che dava sulla Sala Grande. Piton di decise. Non doveva lasciarla andare. Sarebbe stato uno stupido. Ma cosa poteva fare? D’impulso le prese la mano. Trattenendola. La ragazza si voltò. Era arrossita. Doveva dirglielo. Approfittare di quel momento in cui erano solo due ragazzi. Senza titoli ad impedire loro una vita normale. Giulia lo guardava. Il cuore le batteva all’impazzata. Era il momento. Doveva confessargli i suoi sentimenti. Senza mascherarli con un “ti voglio bene”. Doveva dirglielo. Che l’amava. Più di se stessa. Aprì la bocca. Ma riuscì solo a prendere fiato. Per la prima volta Severus si stava davvero maledicendo. Erano due semplici parole. I ragazzi di quei tempi se lo dicevano continuamente! Perché allora lui non riusciva a pronunciarle? Forse. Perché lui non era uno di quei ragazzi. Era più vecchio. Però si comportava come un adolescente. Perché Giulia era capace di fargli provare infinte sensazioni. Tutte assieme. Non riusciva nemmeno a descriverle ciò che provava. Così fu un attimo. Erano uno davanti all’altra. Severus l’avvicinò a se. Le dita della mano intrecciate. Come quella sera. Di neve. Di magia. Giulia si alzò in punta di piedi. chiudendo gli occhi. Severus si sporse di poco. E così. A mezzanotte. Sotto una pioggia di fuochi artificiali. Unirono le loro labbra. Assaporando ognuno quelle dell’altro. Come quel giorno di due anni prima. In cui lui aveva accettato il suo amore.
Quando si staccarono, Giulia aveva ancora gli occhi chiusi. Li riaprì piano. Era arrossita. Ma non le importava. Davanti a lei però, non c’era quel ragazzo con cui aveva trascorso la serata. Severus era tornato se stesso. Il vecchio professore di Hogwarts. Imbarazzato, schivò lo sguardo della ragazza. Giulia sorrise e lo abbracciò. Piton non sapeva che fare. La sua mente era un tutt’uno con il cuore. Avrebbe voluto baciarla ancora. E ancora. Per tutta la sera. Però si limitò ad abbracciarla. “Grazie per la bella serata…” sussurrò poi. La ragazza sorrise. Lo guardò negli occhi. E si strinse ancora tra le sue braccia. Immergendosi nel suo profumo e nel suo calore.
Intanto, qualche balcone più in la, un’altra coppia guardava i fuochi. “Sono meravigliosi…” osservò Hermione. Ron annuì. Quella serata passata con lei era stata davvero bella. Lei, era davvero bella. Si avvicinò piano. “Hermione…” la chiamò. la ragazza si voltò. Pronta a ricordargli il nuovo soprannome. Quando si trovò faccia a faccia con il rosso. Senza pensarci due volte, il ragazzo si sporse. Congiungendo le loro labbra. Hermione arrossì smisuratamente. E chiuse gli occhi. Non ci poteva credere. Il cuore le stava per scoppiare da un momento all’altro. Poco dopo, si staccarono. Ron era del colore dei suoi capelli. Però sorrideva. Era felice. C’era finalmente riuscito. Quando i fuochi finirono, nella Sala Grande la musica non ricominciò. Era arrivata l’ora di tornare al dormitorio. “Ti accompagno…” sussurrò Ron. Hermione annuì. Come loro, anche Anna e Draco erano sulla via del ritorno. Giulia accompagnò Piton ai sotterranei. lo salutò con il consueto bacio sulla guancia. E corse fino alla torre. Quando entrò, venne accolta dal prefetto, che piangeva sul suo letto. “Herm…qualcosa non va?” le chiese subito. La ragazza scosse la testa. Anna uscì dal bagno. “Che bene che si stava con le lenti…uffi…hey Herm, qualcosa non va?” esclamò poi. “No…è che…sono felice…” spiegò timida il prefetto. Anna e Giulia si scambiarono uno sguardo. “Non dovresti ridere allora?” chiese la castana. Hermione alzò le spalle. E l’amica le fece una bocciaccia. Facendola così scoppiare in una risata. “Allora, cos’è successo di così bello da farti piangere?” le chiese Giulia. Si tolse il vestito e lo piegò. Poi si infilò il pigiama e prese Snakey. Hermione arrossì. “Io e Ron…eravamo sul balcone…e…mentre c’erano i fuochi…mi ha baciata…” raccontò. A Giulia cadde il peluche. Anna tirò un urlo di gioia. “Era ora!!!!!” esclamò. “Quindi…ora siete assieme?” le chiese poi la castana. Hermione alzò le spalle. “Non lo so…però…a me basta questo…alla faccia di quell’oca di Lavanda…” rispose. Anna rise. “E tu, con Piton, com’è andata?” chiese a Giulia. Anche questa arrossì. “Santo Manson ragazze! Stasera vi siete proprio date da fare!” commentò divertita la castana. Dopo essersi raccontate tutti i particolari, le tre spensero la luce. Erano stanche. Sfinite. Eppure, si addormentarono tutte e tre con il sorriso sulle labbra.

  
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