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Autore: lovewholovesyou    19/04/2013    6 recensioni
Lea, Dianna, Naya e Heather ne hanno avuto abbastanza della loro vita. Così decidono di partire e il destino incrocierà le loro strade.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Dianna Agron, Heather Morris, Lea Michele, Naya Rivera, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ehi, sono di nuovo in pista! 
Non ho avuto la connessione internet per circa una settimana e mi sono portata avanti con i capitoli, non avendo distrazioni come Twitter e Facebook.
Nonostante tutto, sono qui con questo capitolo.
Ringrazio chi recensisce e chi no, anche perchè mi aumenta le visualizzazioni ma grazie comunque.
Spero vi piaccia!









Not Enough


La moda aveva una certa importanza nella vita di Naya: oltre ad essere uno dei suoi hobby preferiti, avere un vestito adatto ad ogni situazione era essenziale, anche quando si trattava di andare fuori a correre sul Naviglio. Per questo, manteneva in ordine ogni scaffale del suo grande armadio mettendo il vestiario diviso a seconda del suo uso, ad esempio le gonne e le camicie per il lavoro oppure gli abiti stretti per le serate in qualche locale. La sua fissazione era come quella che poteva avere qualunque altra donna con la sola differenza che Naya riusciva sempre a rendersi presentabile. Ad ogni occasione.

Ovviamente, non poteva che essere Heather a creare confusione anche su quella unica certezza che la latina aveva. Se Naya la prima volta che si erano incontrate nella hall dell'hotel che ospitava la bionda aveva indossato un abito forse fin troppo elegante ed aveva pensato di essere stata esagerata, ora si trovava di fronte ad una semplicissima cena tra amiche. Fosse stato per lei, avrebbe messo il primo paio di jeans che avrebbe trovato e, al limite, un paio di scarpe basse abbinate ad una maglietta semplicissima. Si trattava di Heather, non poteva permettersi un look troppo scontato. Nemmeno lei sapeva perché ci stesse pensando: assurdo, si ripeteva tra sé e sé.

Ecco che si ritrovò di fronte al suo letto matrimoniale dove erano appoggiate due diverse possibilità di vestirsi. Anche se fosse stato un pigiama party, il suo pigiama doveva essere perfetto, ma in quel caso non doveva nemmeno pensare a quella tenuta decisamente imbarazzante. Perché non optare per un paio di leggins e un maglione caldo? Tutto si stava facendo parecchio stressante e, accortasi dell'orario tardivo, Naya tirò su dal letto il maglione bordeaux e le calze nere e le indossò in poco tempo.

Dianna e Lea arrivarono poco dopo portandosi dietro due bottiglie di champagne e Naya sapeva benissimo che Dianna lo aveva fatto apposta dopo averle raccontato del primo incontro che la latina aveva avuto con Heather. A Naya pareva un metodo così infantile: ricorrere all'alcool per cosa, oltretutto? Per rischiare che Heather non si potesse ricordare nulla? No, non era proprio nei piani di Naya. La ispanica appoggiò comunque le due bottiglie, facendo ben attenzione a nascondere anche alle altre bottiglie di alcolici che Naya aveva in casa, nel frigorifero e accompagnò le due amiche in salotto. Portò i loro cappotti in camera sua, sdraiati sul letto tra il disordine della stanza, e quando ritornò in salotto Dianna e Lea erano già intente in una sorta di coccole. Adesso non potevano dire di non stare insieme.

«Vado a finire di preparare qualche stuzzichino per l'aperitivo.» disse loro con un sorriso beffardo in faccia e l'aria addolcita, lasciandole nella loro intimità.

In realtà, Dianna stava solo accarezzando i capelli di Lea. Forse un po' troppo dolcemente da sembrare una cosa da amiche.

«Dovrai dirmi che shampoo usi, sono morbidissimi.» le disse Dianna, passando ancora una volta le dita tra i capelli lisci di Lea.

«Anche i tuoi sembrano morbidi, Dianna! Oltretutto hanno un colore magnifico.» quando Lea glielo disse, Dianna abbassò lo sguardo.

«Sono biondi, come quelli di tante altre persone, lo sai?» forse per il tono un po' troppo scocciato, Lea si imbronciò subito.

«Era solo per farti un complimento. Le persone lo fanno alle altre per farle sentire un po' bene con se stesse.» e notando la freddezza di Dianna alle sue parole, Lea si strinse nelle spalle e si alzò dal divano.

Non fece però in tempo ad allontanarsi che Dianna la bloccò per il polso costringendo la mora a risedersi accanto a lei.

«Scusa, ma è una cosa che tutti quelli con cui sono stata mi hanno fatto sempre notare, sopratutto il padre di Valerie. Spesso ci ripenso, so che può sembrarti infantile, ma non mi passa mai. Non puoi capire quanto Valerie sia stata la mia salvezza e fino all'ultimo ho quasi creduto che l'avrei odiata per colpa di Jason. Non sono forte abbastanza.» Dianna evitò di tenere lo sguardo fisso a terra come di solito faceva per non rischiare di piangere in faccia a chi parlava per vedere il sorriso confortante di Lea e vederla annuire alle sue parole.

«E' bello che tu mi voglia dire tutte queste cose di te.» solo quando Lea le prese la mano, Dianna abbassò lo sguardo. «A tempo debito, prometto che saprai tutto quanto di me e allora sarà tutto migliore.»

Lea e il suo sorriso erano l'immagine più rassicurante che Dianna aveva visto fin da subito. Era passato troppo tempo dall'ultima volta che qualcuno l'aveva fatta sentire sicura, a parte Valerie e la sua migliore amica Taylor.

Naya le richiamò dalla cucina dicendo loro che era tutto quasi pronto. Quindi, le due si alzarono dal divano e tenendosi timidamente la mano si diressero in cucina.

 

In quella cucina stranamente in ordine, dato che Naya non riusciva mai a sistemare la stanza, la latina attendeva impaziente Heather: era già in ritardo di venti minuti e temeva che non sarebbe mai arrivata. Non che Dianna e Lea le dessero fastidio, ma le sarebbe dispiaciuto se non Heather non fosse venuta.

«Naya, stai tranquilla.» le rispose Lea quando Naya raccontò della sua paura alle amiche. «Milano è grande e per quelli che non ci abitano può essere dispersiva.»

«Dovresti avere più paura di quello che potrei fare io.» intervenne Dianna, con la sua solita punta di malizia.

«Te ne ho già parlato!» sbottò Naya, puntandole il dito.«Vogliono parlarne seriamente e, sopratutto, da sobria con Heather.»

Dianna scosse la testa mentre prendeva un'oliva dalla ciotola sul tavolo.

«Se pensi che lei sia pronta a rivelarti che improvvisamente è attratta da te, pensi male. Se fino ad ora è stata sempre con un ragazzo tenderà a negare di avere un'attrazione per te.» «Io non volevo nemmeno accennarle a quel particolare.» disse Naya ma Dianna continuò a parlare.

«E' una cosa normale, ma lei lo prenderà come una cosa che è capitata perché era distrutta dalla storia precedente e tu le eri così vicina, per questo ti ho baciato ma io non volevo anche se dentro di me penso a te continuamente.» Dianna finì la frase con un tono di voce acuto, agitando le braccia teatralmente.

In quel momento, scese un silenzio imbarazzante. Naya aveva l'espressione confusa e Lea guardava Dianna aggrottando le sopracciglia. La bionda sbuffò ridendo.

«Era per sottolineare il concetto.»

Dianna avrebbe potuto continuare a dire stupidaggini per interrompere il silenzio ma, finalmente, suonarono alla porta e Naya si precipitò ad aprire. Come se dovessero recitare un copione, Dianna e Lea si appostarono a pochi metri dalla latina con un sorriso a trentadue denti. Naya aprì la porta e, sconvolta, non trovò Heather ma Sara.

Le ragazze alle spalle dell'ispanica si guardarono con uno sguardo confuso: credevano che la ragazza alla porta fosse Heather ma a giudicare da come Naya aveva risposto al saluto della ragazza capirono che qualcosa non andava.

«S-Sara? Che cosa ci fai qui?» Naya, nonostante continuasse a non capire, fece entrare la ragazza che con un accenno di mano salutò Dianna e Lea.

«Pensavo di passare per farti compagnia.» si voltò sorridendole maliziosa per poi ritornare a squadrare Dianna e Lea. «Ma vedo che sei già impegnata.»

Lea riconobbe lo sguardo di disprezzo e sospirò rabbiosa per aver contenuto le parole.

«Si, infatti, e sta per arrivare anche Heather quindi-» tentò di dire Naya.

«Heather?! Oh, magnifico! Non sarà un problema se rimango, allora!» e con tutta tranquillità, Sara appese al gancio dietro la porta il suo cappotto e si andò a buttare sul sofà in salotto.

Ancora una volta, Dianna, Lea e Naya si ritrovarono in silenzio: la bionda alzò le braccia in segno di richiesta di spiegazioni guardando Lea, che era ancora nervosa per la superficialità con cui si era rivolta Sara. Naya, però, scosse la testa passandosi le mani tra i capelli con nervosismo e, prima di chiudere la porta, fece capolino per controllare se Heather stesse salendo le scale, ma di lei nessuna traccia. Arresa all'idea che non sarebbe arrivata, tornò in salotto con Dianna e Lea con la certezza che Sara avrebbe rovinato la serata.

 

Heather non era mai stata così in ritardo in vita sua. La verità fu che non era mai stata abituata ai mezzi pubblici: sin da piccola, per muoversi dalla fattoria della nonna ed arrivare a scuola utilizzava il bus scolastico che la portava nell'edificio e la riportava a casa. Per il resto dei suoi movimenti aveva sia la patente per l'auto che per il motorino. Metropolitane, autobus, o qualsiasi cosa non fosse la sua automobile, era impossibile da usare. I vagoni erano pieni, Heather si ritrovò schiacciata assieme ad altre cento e passa persone durante tutto il tragitto. Sbagliò un paio di uscite perché le troppe linee metropolitane, che erano solo quattro, si andavano ad intersecare. Tutto questo le provocò un ritardo di quasi mezz'ora.

Fu grata a chiunque stesse al di là delle nuvole di essere arrivata sana e salva all'appartamento di Naya. Heather salì le scale di fretta, tentando di non schiacciare ulteriormente i pasticcini che si erano già ammassati durante il disastroso viaggio in metropolitana e ad aprire la porta trovò Naya tra il sorridente e il preoccupato.

«Perdonami, ma io non riuscirò mai a capire le metropolitane.» si scusò, ancora col fiatone.

«Ci si fa l'abitudine.» le rispose Naya mentre le appendeva il cappotto e portava in cucina i pasticcini.

Heather si sistemò la lunga maglia di cotone e, facendo attenzione, sentì un leggero chiacchiericcio in lontananza. La bionda ricordò che Naya le aveva detto che ci sarebbero state alcune sue amiche, ma non credeva di rivedere nuovamente Sara: la ragazza se ne stava sdraiata sul divano, intenta a raccontare di qualche sua scorribanda amorosa con i suoi ex e le sue ex, anche se Heather credeva parlasse di Naya.

Quando Sara si voltò e la vide, rivolse ad Heather un sorriso bastardo che, se Heather ne avesse avuto il coraggio, le avrebbe tranquillamente levato dalla faccia.

«Heather, quanto tempo!» disse esaltata Sara, facendole segno di sedersi affianco a lei. «Loro sono Dianna e Lea, le amiche di Naya. Sono simpaticissime!»

Come se non fossero capaci di presentarsi da sole, pensò Heather. Passò comunque a stringere la mano sia a Dianna che a Lea, le uniche che le ispiravano sicurezza e simpatia in quel momento.

Infatti, come Heather immaginava, Sara fu insopportabile per tutta la serata. La ragazza irritò tutte quante, persino Naya. La latina tentò pure di farla tacere il più possibile, ma più ci provava più Sara insisteva nel voler sparlare di qualsiasi cosa. Heather mandò giù la pizza a fatica.

Poi la serata si fece un po' più movimentata, complice l'alcool che Sara aveva bevuto con esagerazione in confronto alle altre. I suoi discorsi si fecero sempre più a sfondo sessuale e Naya dovette uscire da quella stanza per non sentirla raccontare di come era stata brava a letto con lei quando uscivano insieme.

La sigaretta e un bicchiere di rum non erano il modo migliore per scaricare la tensione accumulata ma a Naya dava quell'attimo di evasione che le serviva per non scazzottare nessuno, conoscendo il suo carattere impulsivo. Il fumo bianco le offuscava la vista ogni volta che respirava e il viale dove abitata spariva dietro di esso. Dal balcone vedeva la gioventù del sabato sera muoversi verso i locali, le ragazze tutte in ghingheri che strillavano perché eccitate dall'idea di divertirsi e di conoscere gente nuova. Come lo era lei, alla fine. Naya era cresciuta in fretta: pensava sempre e solo al lavoro e aveva lasciato la sua parte di giovane ragazza indietro, sovrastata da una Naya più matura.

Era talmente presa dai suoi pensieri che non si accorse di Sara sulla soglia della portafinestra fare capolino.

«Dentro ci stiamo divertendo un mondo: l'ultima volta che ricordo di aver giocato a obbligo o verità quando avevo quindici anni e non me lo ricordavo così esilarante!» le disse sciogliendo i ricci dalla coda e sedendosi in fianco a Naya. «Non vieni a divertirti anche tu?»

«Potevi avvisarmi che saresti venuta. Non piace a tutti che le persone si presentino a casa propria senza un minimo di preavviso.» disse seccata Naya, lasciando che un po' di fumo finisse direttamente in faccia a Sara. Questa le prese la sigaretta dalle dita se la portò a le dita e dopo aver inspirato la spense sul pavimento piastrellato.

«Credevo fossi sola. Non hai mai invitato nessuno a casa tua.» le fece notare la ragazza.

«Non invitavo nessuno perché l'unica con cui uscivo eri tu. Ed ero io a chiamarti quando avevo bisogno.»

Sara fece un sorriso soddisfatto.«Sono sempre stata un'amante puntuale.»

Naya deglutì quando l'amica le accarezzò il dorso della mano.

«Non ricordo, è passato troppo tempo. Ero appena arrivata e gli ormoni facevano tutto al posto mio.» rispose secca la ispanica, spostando la mano infastidita.

Sara le si fece ancora più vicina e ritornò a giocare con le dita di Naya, le accarezzò il fianco e salì piano al suo viso.

«Non lo ricordi?» le chiese mentre sussurrava sulle sue labbra.«Forse hai bisogno di un ripasso, Naya.» e lentamente le lasciò un bacio. Naya sentiva la stessa morbidezza che avevano i suoi baci l'ultima volta che l'aveva baciata mischiata al gusto frizzante del rum sulle sue labbra. Odiava ammetterlo ma Sara sapeva benissimo come sedurre e la conosceva fin troppo bene per riuscire a incastrarla. Per questo, Naya si lasciò conquistare dal bacio di Sara e pian piano la situazione si fece più calda: Sara aveva ancora la mano posata sulla coscia di Naya e lenta salì fino al ventre della ragazza. La latina diede un'occhiata veloce alla mano di Sara infilarsi sotto la maglietta e accarezzale la pelle del ventre e scendere pian piano verso la sua intimità.

Naya non si tirò indietro, convinta un po' dalla mancanza di rapporti e un po' dal rum, e si lasciò toccare finché non sentì l'esigenza di fermarla prima che fosse troppo tardi.

«Sara, non è il caso. Ci sono qui le altre...» le disse Naya soffocata dal fiato che le mancava. Sara, però, non l'ascoltò e, lasciata perdere la tentazione di sedurre Naya, tornò a baciarla più passionalmente di prima.

 

 

Dianna e Lea erano nervose quanto Heather: non solo Sara aveva criticato le giovani madri dicendo che “forse dovevano fare più attenzione, perché per rimanere incinta così giovani dovevano essere delle sgualdrine”, cosa che mandò sulle furie Dianna, ma la ragazza aveva parlato tutto il tempo di come lei e Naya si divertissero a letto.

Heather bruciava di rabbia. Sentiva l'esigenza di tirarle un pugno dritto sul naso, di cacciarla via e distarsene sola con Naya e le sue amiche. Grazie al cielo, Sara si era allontanata poco dopo che avevano iniziato a giocare ad obbligo o verità, dando loro un attimo di tregua. Solo da quel momento avevano parlato degli affari loro, delle loro vite, e si erano scambiate indirizzo e numeri di cellulare, giusto per tenersi in contatto. Un suggerimento di Dianna, che aveva previsto il peggior finale per la serata.

«Giuro su Dio, che non ho mai conosciuto una persona così.» intervenne Lea, sfinita da tutto quel parlare a sproposito. «E giuro, Dianna, l'avrei presa a botte io stessa per quelle cose brutte che ha detto.»

«Lo so.» eccome se Dianna lo sapeva, dato che Lea da sotto il tavolo aveva stretto la sua mano con forza.

«Penso che andrò a dire a Naya che me ne vado.» disse poi Heather, alzandosi dal divano. «Domani ho un sacco di prove e se rimango un minuto di più qui dentro rischio davvero di impazzire.»

Aprì la porta finestra della cucina e, con tranquillità, si sporse avanti chiamando Naya. Non lo avessi mai fatto, pensò, guardando al cielo. Naya e Sara erano avvinghiate, impegnate in un bacio passionale e Heather sentì bruciarle lo stomaco. Ma quello fu il meno, dato che il cuore le batteva all'impazzata e sentiva gli occhi pronti ad essere inondati dalle lacrime.

«Heather!» gridò Naya allontanando Sara. Scattò in piedi per raggiungere la bionda ma Heather alzò la mano salutandola.

«Vado a casa.» aveva tentato di nascondere il nervoso ma aveva già la voce rotta dal pianto quando rientrò in casa prendendosi il cappotto. Guardò sul tavolo della cucina: Naya aveva dimenticato i suoi pasticcini sul ripiano.

Già abbastanza nervosa, si preoccupò di salutare con un accenno Lea e Dianna promettendo loro che sarebbe venuta a trovarle in settimana a casa loro. Ma l'unica cosa a cui non smetteva di pensare era a quanto le avesse fatto male vedere Naya con Sara: non si sarebbe mai tolta dalla testa quell'immagine.

 

  
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