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Autore: _Frency_    19/04/2013    1 recensioni
Provate a immaginare una Elizabeth stanca di aspettare il suo amato, un capitan Jack Sparrow in cerca di avventure e una fonte che non aspetta altro che essere trovata. Aggiungete un Will Turner che vive da tempo in una tormentata conflittualità interiore. Immaginate un gioco di complicati equilibri, che si muovono a tempo con la marea. E se i loro destini si scontrassero una volta ancora? Ma si sa, il gioco è bello finché corto, quindi saranno in grado di mettere la parola “Fine” alla loro comune avventura?
Buona lettura!
Genere: Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elizabeth Swann, Jack Sparrow, Joshamee Gibbs, Will Turner
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera gente! :)

Eccomi ancora qua, cercando di portare avanti, passo passo, la nostra storia. Sì, ormai mi sento in dovere di dire "nostra" e non "mia", visto tutto il sostegno, anche silenzioso, che mi date! <3

Allora, niente parole per questo capitolo, se non che mi piace particolarmente. Fatemi sapere che cosa ne pensate, ovviamente.

Ultima novità: oggi è il mio compleanno!





Capitolo 18: Sono un uomo libero


William Turner, in quel momento, si sentiva l’uomo più felice del mondo. Il profumo della sua amata gli riempiva i polmoni, mischiandosi piacevolmente con quello del vecchio legno della cabina. Quest’ultima era fiocamente illuminata dalla luce del sole che filtrava dai tendaggi appena improvvisati.
Strinse appena un po’ di più la presa attorno al fianco della ragazza, che dormiva ancora piacevolmente, accoccolata con la testa sul suo petto. Il respiro lento e regolare; il rumore del cuore di lei che gli riempiva le orecchie, come amplificato per la mancanza del suo a battere in sincrono. Ecco come si sentiva William: senza un cuore da far battere all’unisono con quello della sua donna.
Lei, come conscia del suo turbamento, gli si strinse maggiormente addosso, portando una mano del suo petto, proprio all’altezza del… cuore. Aprì lentamente gli occhi, strizzando le palpebre in una maniera che il pirata trovò assai buffo, e stiracchiandosi leggermente. Alzò il viso verso quello di Will, incrociando i suoi occhi scuri e profondi, splendenti di gioia.
 
-‘Giorno…- biascicò, la bocca ancora impastata.
 
-Buongiorno- le sussurrò contro le labbra, facendola sorridere di cuore.
 
Sì, sarebbe stato un risveglio più piacevole del solito.
 
Jack Sparrow, invece, aveva un diavolo per treccina (aveva lui stesso smesso di definirli capelli da un pezzo). Si era alzato stanco, dopo un sonno agitato. La chiacchierata avuta la sera prima con Will ed Elizabeth l’aveva lasciato con un senso di irrisolto addosso.

“Ah, io seguirò il vento! Dove egli vorrà portarmi io lo seguirò, continuando a cavalcare le onde, fino alla fine dell’orizzonte.”
 
Aveva detto così, ostentando forse più risolutezza e determinazione di quanto in realtà non avesse. Nulla di nuovo, d’altro canto: lui era un bugiardo consumato dagli anni di pratica. Conosceva a fondo l’arte dell’inganno, e ne era conscio. Ad ogni modo, non era quello il problema. No, non era quello. Il problema vero era che Jack Sparrow mentiva su tutto, tranne che sulla propria libertà. Lui, sulla propria libertà, non sputava menzogne. Lui era libero, dopotutto, a cosa gli sarebbe mai servito affermare il contrario? Eppure, la sera prima, si era reso conto di aver detto una menzogna senza rendersene conto. Ecco qual era il problema: se la menzogna fosse stata effettivamente che lui era libero, la verità era che lui era… in trappola. Aveva rimuginato a lungo su quel dannato e assurdo pensiero, senza venire a capo di una soluzione che lo soddisfacesse. Perché la realtà, nuda e cruda, gli si era presentata davanti: non era più un uomo libero, lui. Era solo l’ennesimo burattino vittima delle proprie ossessioni. Da quando quella lunga ed estenuante ricerca alla vita eterna era incominciata, lui non era mai più stato veramente libero. Aveva seguito ciò che gli sembrava la via più logica ed efficacie, e non aveva chiesto ausilio al cuore. Aveva spinto la sua nave nei più temibili mari, senza nemmeno essere sfiorato dal pensiero che potesse non riuscire ad uscirne. Un tempo, certe scelte le ponderava con cura, preoccupandosi della proprio vascello, e gettandosi alla cieca nel vuoto solo nei casi di estrema necessità (che si erano poi rivelati più numerosi del previsto). Senza riguardo aveva sballottato i suoi marinai, privandoli della possibilità di esprimere la propria opinione, come il più spietato dei capitani, e non il più magnanimo degli uomini qual era. E tutto per la sua ossessione di vivere per sempre, incatenato e impotente davanti a quella mirabile visione quale l’immortalità.
Un velo di tristezza gli adombrò gli occhi, facendogli assumere una strana nota di rimpianto che mai avevano preso. Strinse maggiormente il legno del parapetto, beandosi veramente, per la prima volta dopo tanto tempo, della sensazione del legno a tratti ruvido e a tratti delicato contro la pelle. Passò le mani sul bordo ancora per un istante, come a voler carezzare la sua amata Perla Nera, a volersi sentire nuovamente tutt’uno con lei. A sentirsi nuovamente il capitano della sua nave. E il padrone delle proprie ambizioni.
 
Quando Lizzie, silenziosa come una gatta dal passo felpato, gli si era fatta vicino, aveva sentito l’impellente bisogno di comunicarle i suoi pensieri. Lei, come a leggergli in quella testa irragionevole che si ritrovava, aveva posato le mani sulla balaustra, accanto a quelle grandi e callose del pirata. Ed aveva atteso, ben sapendo che prima o poi lui le avrebbe espresso i suoi turbamenti o pensieri sotto forma dell’usuale, enigmatica frase.
Jack, invece, non sapeva sinceramente da che parte iniziare. Era sì un tipo loquace, ma non certo uno che sbandierava i suoi… segreti ai quattro venti. In più, per annunciare la propria (ri)trovata libertà, bisognava senza dubbio essere efficaci. Molto efficaci, e anche toccanti e giustamente profondi.
 
-Sono un uomo libero- sussurrò, le parole immediatamente trasportate via dal vento.

Ecco. Jack Sparrow sapeva emozionare con quattro parole, sapeva trasmettere determinazione e voglia di fare con poche sillabe. Jack Sparrow parlava la difficile lingua del pirata, che è poeta del mare, e nei suoi versi meglio di chiunque altro sapeva esprimere il concetto di libertà, anche se in modo semplice.
Elizabeth volse il viso verso il suo, incrociando i suoi occhi luminosi. Sorrise.
 
-Non ne avevo mai dubitato, Capitano-.  
   
 
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