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Autore: marikkachan    19/04/2013    2 recensioni
Ciao! Anche se sono impegnata con un altra storia ho deciso di scrivere un altra ff. Questa volta la coppia è Amu/Ikuto.
Spero vi piaccia!!
P.S. siate clementi ... Vi prego!! :)
Estratto cap 10:
-Aspetta ancora qualche anno…Allora avrò i requisiti…- Disse Ikuto accarezzandole la guancia.
-I requisiti per cosa?- Chiese Amu, con le gote rosse.
-Per poterti avere per sempre firmando un solo foglio…(Cioè di sposarti).-
-Oooh-
E sotto un albero di ciliegio, i due si abbracciarono e si baciarono.
-O meglio si vedevano solo due sagome nere che si abbracciavano, poiché il signorino non mi ha fatto fare l’inquadratura, perché mi ha svegliato…- Disse Amu con le lacrime agli occhi e il sangue che le usciva dal naso.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Amu Hinamori, Ikuto Tsukiyomi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Una strana canzoncina.
-Mi piaci tu! I love you! Mi piaci, mi piaci, mi piaci proprio tu! Oh ah ahhh…-
-Ikuto? Ma che stai dicendo?-
-Mi piaci wohaaa!!- Ikuto, con il microfono in mano, cantava a squarciagola quella canzone (se può essere definita tale). Era molto preso. Faceva anche alcune giravolte e ballava in modo strano.
-Avanti Amu!- Mi incitò Utau, tendendomi la  mano.- Vieni anche tu!- Esitai.
Poi si aggiunsero tutti gli altri : Kukai, Rima, Yaya, Nagihiko, Soko, Aruto, Ami, il professor Nikaido, tutti i compagni di classe incluse le oche e  c’erano anche mia madre e mio padre…
Ballavano in modo sincronizzato ed erano vestiti tutti uguali. Sembravano gli attori di una pubblicità che,  prima del ciak, davano di matto davanti alle  telecamere spente.
Io rimasta interdetta, non accennavo a muovere un passo, e gli occhi sbarrati si posarono sullo schermo gigante alle loro spalle. Trasmetteva la scena del giorno più bello della mia vita e nessuno sembrava farci caso. Poi Ikuto mi prese la mano e con l’altra teneva ancora il microfono.
-Ikuto? Cosa succede? Non mi dire che hai pagato un fotografo per farci fare quel video?!- Domandai, imbarazzata e su tutte le furie. Se lo avessero visto gli altri, soprattutto mio padre , gli altri professori (Nikaido non era un problema) e le oche invidiose sarei stata torturata senza pietà fino alla fine dei miei miseri giorni. Ikuto non rispondeva e , con gli occhi che fissavano il vuoto, cantava o meglio urlava ancora quel motivetto:- Mi piaci tu! I love you! Mi piaci, mi piaci, mi piaci proprio tu! Oh ah ahhh…-
-Insomma! Vuoi smetterla di cantare questa cosa ridicola!? Vuoi tornare normale!?!- Mi sembrava di parlare a vuoto, perché lui non accennava a fermarsi. Sentivo di non avere più la voce. Strizzai gli occhi e mi tappai le orecchie. Volevo fuggire. Li riaprii ma al posto di Ikuto, e di tutti, c’erano solo robot che intonavano  meccanicamente quell’inferno di canzone:- Mi piaci tu! I love you! Mi piaci, mi piaci, mi piaci proprio tu! Oh ah ahhh…-“
 
 
-Amu cara! Hai terminato di preparato la valigia!? Domani andrete in gita!!- Le ricordò Soko dalla cucina, intenta a preparare come sempre qualche sua prelibatezza.
-Sì!! Sto facendo!!- Amu era indecisa. Non sapeva che vestiti portare a Osaka. Dopotutto l’estate era passata e non poteva permettersi  maniche e pantaloncini corti. Optò per magliette e pantaloni lunghi, ovviamente. Anche Utau  aveva il suo bel d’affare. Anche lei partiva. Ma non era per recarsi a Osaka, per la gita scolastica, ma per tornare a New York. Le pause-vacanze erano finite per lei e doveva rimettersi a lavoro. Il film sarebbe continuato.
Amu si soffermò, in piedi e con un paio di jeans in mano: il sogno che aveva fatto stanotte era davvero strano.
“Sarà per la nuova pubblicità?” Si chiese mentalmente, ridendoci su.
Ad un tratto la porta si aprì, provocando un leggero cigolio. Ikuto era sulla soglia. Bello come sempre, con le braccia incrociate e l’aria assonnata. Sembrava si fosse svegliato da poco.
Appena Amu lo vide si paralizzò. Il suo cervello , ora, era concentrato sull’accaduto del giorno precedente.
Flash-back.
Quando si staccarono arrossirono entrambi, cosa molto strana per Ikuto. Si sentiva davvero felice. Appoggiò una mano su una guancia.
-Adesso è il mio turno.- Le disse dolcemente. Amu non lo interruppe. Voleva sentire quelle parole uscire dalla sua bocca. –Anch’io ti amo.-
Un vortice di emozioni si scatenarono nel suo cuore. Ma non solo. Lo guardò negli occhi  blu , scuri come la pece ma capaci di trapassarle l’anima, e rabbrividì. Abbassò lo sguardo. Se continuava a fissarlo si sarebbe sentita ancora di più in imbarazzo di quanto lo fosse già prima.
-Lo sapevo, sai!?- Disse , mascherando il rossore molto evidente sulle gote.
-Bene.- Ribatté lui, con voce apprensiva. –Allora siamo pari!- Esclamò poi. Infine si avvicinò e , senza darle il tempo di controbattere , la baciò. Il sapore delle sue labbra lo avrebbe riconosciuto fra mille. Si separarono solo quando non sentirono più l’aria nei polmoni.
Ikuto si allontanò lentamente e, sussurrando ad Amu un –Rimani qui.- , si diresse verso i fiori colorati, tra cui margherite e papaveri, e ne colse alcuni.
La ragazza accettò il consiglio, o meglio la richiesta, di Ikuto di rimanere ferma lì. Anche volendo tutti i muscoli del corpo non rispondevano più, erano tesi più che mai. Si gettò  piano sull’erba, le ginocchia calpestavano qualche fiore e qualche ciuffo verde cresciuto troppo. Tese il viso al cielo azzurro e macchiato da numerosi batuffoli bianchi , quali erano le nuvole. Un soffice venticello le spettinava i capelli e ciocche ribelli si depositavano sul suo viso rasserenato. Sapere che  i sentimenti di Ikuto erano uguali ai suoi era la cosa più bella che era successa in tutta la sua vita. Il cuore le batteva molto, ma molto più forte di prima e aveva la tremarella alle mani. Inspirò a fondo, cercando di mantenere la calma , anche se era assai arduo con il ragazzo che amava tra i paraggi.
“Che sentimento l’amore…” Pensò. “Cosa avrei fatto se non l’avessi provato?”
Ikuto  raggiungendola, le si rannicchiò di fronte. Il mazzolino di margherite che aveva raccolto le depositò fra i suoi capelli, sopra un orecchio. Amu sorrise, prendendo una mano del ragazzo fra le sue, sudate e tremolanti. Le parole non bastavano per descrivere quel momento. Se avrebbe potuto fermare il tempo lo avrebbe fatto in quel preciso istante. Lui aspettò che si creasse l’atmosfera giusta, poi le domandò imbarazzato:- Amu, vuoi diventare la mia fidanzata?-
Amu, vedendolo così , non poté fare a meno di ridere.
-Ehi!- Si lamentò, offeso.- Io sto facendo domande serie , e tu mi rispondi così!?!-
-È che…pfui! Sei buffo così…Tutto imbarazzato!- Esclamò lei, sorridente.
Ikuto si alzò e si portò le mani dietro la nuca.- Uffa! Non si può fare un discorso serio con te…- Sbuffò. Lei lo raggiunse. –E va bene…-
Si girò verso lei. Il suo viso traspariva tantissime emozioni…
Sorrise.
Le cinse le spalle e poi l’attirò a sé. Amu strinse forte la sua maglietta , come se avesse paura che , da un momento all’ altro, sarebbe sparito, dissolto nel nulla.
-…Ho deciso di farti quest’eccezionale onore di diventare la tua fidanzata…!-
Fine flash-back.
Ora, dopo l’accaduto, non sapeva cosa fare, cosa dirgli, come comportarsi.
Utau le diede una gomitata sul braccio. Amu le aveva raccontato tutto e lei che cosa le aveva suggerito!?
“-Appena lo vedi devi corrergli incontro, con fare timido ricordati!-Fece, alzando l’indice, poi afferrò Amu per un braccio. –Hai capito Amu?!? Poi devi guardarlo intensamente negli occhi…- E mimò il gesto.
La ragazza dai capelli rosa sobbalzò. Non era proprio a suo agio. Utau che gli faceva queste “lezioni”…
-Poi…lo abbracci.- E abbracciò Amu, che cercò di scrollarsela di dosso.
-Ehm…Ho capito Utau…Grazie mille, davvero…!-
-Non preoccuparti…- La tranquillizzò la bionda. – Dopodiché gli sussurri il suo nome.- E si avvicinò al suo orecchio per sibilarle un :”Ikuto…”
-Ahaha!!- Amu si allontanò definitivamente. –Non potrei fare…-
Un occhiataccia di Utau la fece zittare. –Agli ordini, capo!- “
-Ciao Ikuto…- Lo salutò, la mano a mezz’aria. La ragazza la incitò.
-Avanti.- Le sussurrò. Poi si rivolse a Ikuto.- Io vado di là, quando avete fatto venite…- E con quell’uscita maliziosa se ne andò, lasciando imbarazzo nell’aria.
-Aehm…- Sibilò Amu, cercando di iniziare un discorso abbastanza decente, ma non le venivano le parole. Ikuto se ne accorse e , per togliere l’imbarazzo, iniziò lui a parlare.
-Ieri ti ha chiamata tua madre, vero?- Neanche attese la sua risposta che continuò.- Che ti ha detto?- Le chiese, infine, voltandosi a guardarla. La ragazza fece mente locale.
-Niente di che…Abbiamo parlato un pò…Gli ho raccontato della recita e che domani partiamo…-
-Loro quando tornano?- La interruppe lui.
-Domani… Verso mezzogiorno… Mi ha detto…- Rispose.
Lui sorrise: - Non potrai vederli allora…-
-Per me non è un problema…- “Anzi…Sto meglio qui…Con te.” Pensò mentalmente, ma questo non glielo avrebbe certo detto.
-Hai fatto la valigia?-
-Sì. Ho appena terminato…Mi ha aiutato anche Utau…-
-Ah…Utau…Domani parte anche lei…-
-Cosa sono questi frasi sospese dai tre puntini!!!! Non lasciarle a metà!!!- Sbottò Amu.
-Non saprei. Punto. Contenta?!- Fece lui, con fare altezzoso. Le braccia incrociate e la testa appoggiata alla porta semi-aperta.
-Uffa, sempre a prendere in giro tu, ma quanto ti diverti?!- Esclamò lei.
-Taaantooo.- La provocò lui.
-Bene…- Iniziò Amu. Era seduta sul letto e , allungando la mano, la prima cosa che le era capitato era un cuscino.- …Adesso però mi diverto io!!- E glielo lanciò in pieno viso.
Ikuto, preso di sorpresa, non lo schivò e si prese la cuscinata.
-Ah, sì?- Il cuscino gli scivolò e cadde a terra. Lo riprese agilmente.
Amu sorrise, soddisfatta. Era questo che voleva.
-Fatti sotto!- Ikuto le corse in contro e le lanciò il cuscino. La ragazza prese l’altro e iniziò la lotta con i cuscini tra Amu e Ikuto.
-Una cosa un po’ meno scontata potevi inventartela??- La stuzzicò lui.
-Ahaha!!- Risata sarcastica.- Quanto sei simpatico!- Esclamò acida.
La sorte volle che Amu inciampò nei suoi stessi piedi e, sorte volle che l’appiglio a cui aggrapparsi per non cadere fosse proprio Ikuto.
“Questa cosa non mi è nuova.” Pensarono entrambi prima di cadere.
-Pesi più di un elefante, spostati!- Si lamentò il ragazzo. Lei lo guardò.
-Scordatelo!-
- Ma guarda tu che bimba viziata sei diventata!- La provocò, ridendo e con il suo solito sguardo da furbetto. Amu ridacchiò.
-Pfui! Sta zitto!- Sussurrò. E si avvicinò al suo viso.
Alla fine si ritrovarono sul tappeto , rosa confetto di Utau , a baciarsi.
Alla faccia…
-Sai…- Disse Amu. -…Stanotte ti ho sognato…-
Ikuto, incuriosito si staccò da lei. – E che facevamo?- Chiese con tono malizioso.
-Depravato!- Gridò, incrociando istintivamente le braccia al petto. –Non ti sopporto quando fai queste stupide battutine!- Riprese fiato un attimo. –Prima eri tanto dolce che…!- Con una mano si coprì la bocca. Troppo tardi.
Lui la guardò, con fare innocente. –Io sono dolce?- Le domandò, con voce vellutata e calda.
-Beh…- Balbettò.- Quando ti ci metti…- Deglutii. – Non sei affatto male…-
Ikuto rise. Gli faceva tenerezza vederla così. Le accarezzò una guancia.
-Sei troppo tenera quando fai così!-
Se prima Amu era rossa ora sentiva tutto il sangue che aveva in corpo, concentrato sulle sue povere guance, che ci andavano sempre di mezzo.
Rimase zitta. Non sapeva più cosa dire.
-Allora com’era il sogno?- Chiese, per farle riprendere. Per fortuna Amu si ricompose. – C’eri tu che cantavi la canzone della pubblicità.-
-Solo questo?- Disse, con tono deluso. E lui che pensava a chissà cosa.
-E c’erano tutti. Ma davvero tutti, anche il professor Nikaido.-
- Pfh!-
-Davvero!! E dietro vedevo un grande schermo, anzi gigante!! – Esclamò mimando la grandezza delle schermo.
-E che facevano vedere in quello schermo??- Fece Ikuto, curioso. Steso di lato verso Amu e con una mano sulla guancia.
Lei avvampò. Picchiettò le dita sul tappeto e alla fine si decise a rispondere.
-Ieri.- Disse solo. Lui capii tutto. Sorrise dolcemente e l’abbracciò.
-Capisco.-
-Capisci.- Ripeté Amu, rafforzando l’abbraccio.
-Amu, Ikuto venite a pranz…- Soko aprì di scatto la porta, cogliendo all’istante i due. Si mise una mano davanti alla bocca, spalancata.
-Oh, scusate…Vi stavate facendo le coccole…??-
Tutti e due avrebbero voluto sotterrarsi in una buca. Giunse sul luogo “del fatto” anche Utau.
-Mamma!! Te l’avevo detto di non disturbarli!!!- Esclamò la biondina, offesa.
-Ehm…lasciamo perdere, ok?- Ikuto cercò di tranquillizzarle, madre e figlia.
-G-già, su forza! Andiamo a mangiare! Ah-ah!- Le incoraggiò Amu.
Le due non dissero niente e tornarono normali.
Per ora se l’erano cavata….
 
Spazio aehmmmmm autrice:
Buonasera a tutti! : )
Scusate , come sempre per il ritardo, ma non è scandaloso come quello dell’altra volta, n-no?!? ^__^
Ok niente….
Alla fine ce l’ho fatta a scrivere il capitolo ma non ho potuto postarlo per problemi di connessione….
Spero vi sia piaciuto…..Fatemi sapere : )
Al prossimo cap!
Kiss
Marikkachan!
P.s Per quanto riguarda il sogno, non dateci troppo peso, ok? Avevo voglia di scrivere un sogno strano di Amu  ed è uscita questa cosa….
 
  
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