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Autore: elelove98    19/04/2013    3 recensioni
Questa è una storia banale,come tutte,ma ogni storia è uguale solo a se stessa. Ad ognuno di noi l'amore ci sconvolge,cogliendoci impreparati e non sapendo cosa fare. L'amore è così: se rischi puoi bruciare e viverlo,oppure resti in disparte e soffri. Sta a te scegliere. La mia storia parla di una ragazza fredda per proteggersi e un ragazzo orgoglioso per esperienza. Può l'amore unire due persone così diverse?
Genere: Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Una dolce insistenza sulle mie labbra mi fa aprire lentamente gli occhi,ma subito li socchiudo perché la luce del sole mi dà fastidio. Eppure c'è qualcosa che continua a premere dolcemente sulle mie labbra e questo mi fa aprire definitivamente gli occhi,anzi spalancare. Leonardo, e dico Leonardo,sta sopra di me e si tiene sulle braccia per non pesarmi,mentre mi sta delicatamente baciando.
Lo guardo ancora con occhi spalancati,ma poi ricambio subito senza dire nulla. E chi protesta? Un figo che mi sta sopra e mi bacia dolcemente,quando mi ricapita? Poi si tratta di Leo,non di uno qualunque,eh!
Si stacca dopo un bel po' per riprendere fiato e mi sorride dolce. Ancora! Tutta questa dolcezza di prima mattina mi sta completamente mandando in tilt il cervello e non parliamo del cuore,quello è già andato di suo poraccio. Tutto ciò proprio appena sveglia,mi fa avere sentire completa,ma allo stesso rincoglionita e anche un po' vulnerabile.
-Buongiorno scemotta.-ghigna.
-Buongiorno scemo.-ribatto sorridendo vittoriosa.
Scoppia a ridere. E che cavolo però! Prima mi fa momenti morire di infarto per il dolce risveglio ed adesso per la sua risata. Così non è leale!
-Dai dormigliona,andiamo giù che stanno aspettando solo noi per fare colazione.-fa per alzarsi,ma io lo ritiro sopra di me.
-Che aspettassero ancora un po',allora.-presa da un attacco di coraggio,lo bacio con foga. Incredibile l'energia che ho già a quest'ora,è stupefacente. E' la prima volta che mi succede.
Mi stacco,anche se a malincuore,quando sta proprio per prenderci gusto.-Ora possiamo andare.-sorriso bastarda,con la consapevolezza che me la farà pagare,ma mi piace molto farlo impazzire.
-Questa me la paghi,eh!-ecco appunto,ma che mi legge nel pensiero?
-Contaci.-gli sorrido di scherno e mi chiudo nel bagno interno alla camera con i vestiti in mano. Mi faccio una doccia e una volta finito,mi vesto in fretta. Poi,mi trucco giusto poco perché non credo che usciremo con questo freddo,e mi pettino i miei bei capelli dorati.
Esco dal bagno e scendo le scale,dove ci sono tutti che stanno aspettando noi per fare colazione.
-Buongiorno!-esclamo a tutti,sorridendo raggiante.
-Buongiorno.-mi rispondo tutti insieme,come un coro.
Poco dopo scende Leo tutto vestito e finalmente possiamo fare colazione insieme e in armonia.

 

 

Sono le dieci.
I ragazzi sono usciti per andare a sciare,mentre noi ragazze questa volta abbiamo deciso di passare. Io e Caro stiamo in cucina a lavare le tazze e altre cose usate per la colazione,mentre Dafne sta al telefono con una sua amica e Stefi guarda la TV tranquilla e indisturbata.
C'è silenzio da troppi minuti e quindi decido di dire qualcosa.-Allora,tutto bene?-.
-Diciamo,tu?-.
-Idem.-rispondo sospirando.-Con Ale vi siete chiariti?-.
-Sì,ieri abbiamo ballato insieme e mi ha spiegato tutto quello che è successo. Pensa che ha pure lasciato Giorgia! E per lei questo è stato un brutto colpo per la sua reputazione,ma ben le sta,così impara a non rovinare relazioni altrui. Comunque,io l'ho perdonato,ma ho bisogno di tempo per assimilare il fatto che lui è andato a letto con lei,senza esserne cosciente. Mi ha lo stesso tradita,in un certo senso,e ho bisogno di pensarci. Lui mi ha detto che mi aspetterà perché mi ama e sono la sua vita. Ecco,ora le cose vanno così e a me sta bene,per ora.-spiega tutto d'un fiato,non tralasciando neanche un dettaglio.
-Beh,almeno state meglio di prima. Riuscite a parlarvi e a condividere una camera. Comunque, credo che tu faccia bene a rifletterci perché infondo anche lui le sue colpe ce le ha. Io non ti consiglio nulla perché la decisione sta a te prenderla,non sarebbe giusto condizionarti. Se hai bisogno di sfogarti o di un aiuto,io ci sono.-la rassicuro,accennando un sorriso.
-Grazie Az,grazie. Questo mi fa sentire meglio. Ma tu,perché hai quella faccia? Voglio dire,dovresti essere felice visto che Leo si è dichiarato no?-mi domanda confusa.
-Sì,va tutto benissimo. Questa mattina mi ha pure baciata per svegliarmi.-un vero sorriso mi increspa le labbra al sol ripensare a questa mattina.-Il problema è che non so come siamo rimasti. Ieri mi ha detto che avremmo parlato oggi,ma quando abbiamo fatto colazione si è messo a parlare con gli altri e quando hanno proposto di uscire,lui ha accettato,nonostante gli avessi pregato almeno due volte di rimanere. Poi,se n'è andato senza salutarmi...Sembra che stia cercando di evitarmi.-concludo,abbassando la testa come scottata dalle mie stesse parole.
-No,tranquilla! Sarà solo agitato per quello che deve dirti,magari si sta organizzando un discorso e quando ti guarda se lo dimentica. Fidati,lui non ti evitando,sta cercando di scaricare tutta l'agitazione che ha e sciare,secondo me,gli farà solo che bene. Poi,quando torna ti parlerà. Vedrai che andrà così,ne sono certa!-esclama sorridendo raggiante Caro,dandomi un pacca sulla spalla per farmi sorridere. E ci riesce.
-Senti,io vado un attimo in paese a fare spesa per stasera,sennò per domani non abbiamo nulla,ok?-propongo. Almeno farò qualcosa e mi toglierò dalla testa brutti pensieri per qualche ora.
-Sì,grazie. Stavo per farlo io. Vuoi che ti accompagni?-.
-No,tranquilla. Voglio farmi due passi da sola. E poi torno tra un po'. Beh,io vado ciao.-le do bacio sulla guancia e mi dirigo in camera mia,mettendomi gli stivali pesanti e poi il mio pesante cappotto. Prendo la mia borsa a tracolla e scendo le scale come una bambina. Mah,a volte la felicità mi gioca brutti scherzi al cervello.
Prendo il mio cappello dall'attacca panni e mi guardo un attimo allo specchio,poi esco tutta sorridente.
Il mio è un paesino in alta montagna e la mia casa è un po' lontana dal centro,ma ci si arriva facilmente anche a piedi. Basta scendere una piccola discesa e girare a destra,per ritrovarti davanti un piccolo mercato paesano che vende cose di ogni genere. Io ho sempre adorato il paese,ma purtroppo per il lavoro di mia madre non ci siamo mai potute trasferire veramente. E poi lei è molto attaccata alla città,chissà come fa. Io non sopporto i rumori delle macchine o tutte le macchine che sfrecciano sotto casa mia la notte,impedendomi a volte di dormire tranquilla. Preferisco la quiete e il silenzio,persone gentili e disponibili,con le quali fermarsi a scambiare qualche parola ogni tanto. Amo la vita di paese,ma ormai sono totalmente abituata alla città,che non so se riuscirei a viverci per sempre.
Dopo questo mio lungo viaggio di pensieri,sono finalmente arrivata al mercato ed era proprio come lo ricordavo da piccola. Diverse bancarelle a destra e sinistra,messe una vicina all'altra che arrivano fino all'altra parte della strada.
Inizio a camminare tranquilla tra tutta quella gente e compro le cose necessarie che mi servono, riconoscendo ogni tanto qualche persone che non vedevo da tempo.
Ho solo tre buste in mano,ma non mi pesano per niente,anzi mi sembrano leggere e anche io mi sento meglio. Per un po' sono riuscita a dimenticare l'unico pensiero che mi potrebbe far rattristare, anche se cerco di credere almeno un po' alle parole di Caro.
Finite le compere,mi faccio il mercato al contrario e mentre faccio la salita,vado a sbattere contro qualcuno.
-Ehm...scusa,ero sovrappensiero.-dico alzando immediatamente lo sguardo e incontro gli occhi dell'unico uomo che ha la fotocopia dei miei occhi azzurri.
-Ah,non ti preoccupare Azzurra. Non mi darà mai fastidio che ci siamo scontrati.-dice mostrandomi un sorriso,che a me appare come il più falso che ci sia.
Lo guardo fredda e lo sorpasso,non degnandolo neanche di una parola,però vengo bloccata da una salda presa sul mio polso.
Mi giro infuriata e lo sguardo con tutto l'odio che posso provare.-Lasciami andare immediatamente.-sibilo a denti stretti.
-Andiamo Az,ti sembra il modo di trattare così tuo padre?-mi domanda serio in volto.
Strattono via con forza il suo braccio,liberandomi dalla sua presa.-Non chiamarmi “Az”,non ti devi neanche permettere. Non mi dire cosa devo fare perché tu non sei mio padre e non lo sei mai stato,chiaro?-gli sbotto contro,vedendolo irrigidirsi subito.
-Non ti permetto di parlami così,è chiaro? Almeno un po' di rispetto me lo merito.-.
-Non non meriti un bel niente. E io non ti porto rispetto,perché per me non sei nessuno,chiaro?-.
-La finisci di trattarmi così?-.
-Vaffanculo,quando capirai sarà sempre troppo tardi.-e detto questo,mi giro nuovamente e mi metto a correre sulla salita con le lacrime che pizzicano gli occhi. La fatica della salita non mi pare niente in confronto al dolore che mi si è riaperto per colpa di quello stronzo patentato,che si spaccia per mio padre.
Afferro le chiavi di casa tremando e apro la porta,sbattendola quando la chiudo. Metto il cappotto e il cappello sull'attacca panni e vado in cucina dove stanno le ragazze a chiacchierare. Entro titubante e poso le buste sul tavolo.
-Ecco la spesa ragazze,la sistemate voi per favore?-chiedo tremando ancora.
-Sì Az,tranquilla ci pensiamo noi,ma va tutto bene?-mi chiede Stefi preoccupata.
-Sì,tranquille. Io vado in camera.-dico fredda dirigendomi all'uscita,ma vengo nuovamente fermata per il polso.
Mi giro e vedo che è Caro.-Az,sicura di stare?-.
Strattono la presa.-Oh,ma insomma! Ho detto che sto bene. Lasciatemi in pace!-esclamo arrabbiata, uscendo e vedendo di vista rientrare i ragazzi. Leo mi guarda preoccupato,ma non ci faccio caso e salgo in fretta le scale,chiudendo la porta della mia camera. Mi butto a peso morto sul letto ed inizio a sfogare le mie lacrime che attendevano di uscire da molto sul cuscino,dove poche ore fa ero felice e serena più che mai.

 

 

3 ore dopo...
Non ho pranzato per niente.
Non ho parlato con nessuno.
Non sono uscita da questa stanza neanche un minuto.
Però pensavo che oggi sarei stata tutta contenta e che avrei chiarito con Leo,avrei cazzeggiato con i miei amici,avrei riso,sarei stata a preparare la cena insieme alle mie amiche tentando di fare qualcosa di commestibile,sarei stata bene...Ma tutto questo non è stato possibile perché il passato ha deciso di tormentarmi proprio il giorno dopo il mio compleanno.
La cosa più sconcertante è stata che lui dopo tutto quello che è successo,crede di meritare ancora del rispetto,di essere mio padre. Ma lui non lo è e non lo è mai stato perché quello che ha fatto non glielo perdonerò mai. Io già non perdono facilmente le cose di tutti giorni,figuriamoci una cosa così grande.
Non sono buona come Caro,comprensiva come Stefi o una buona ascoltatrice come Dafne. No,non lo sono e non lo sarò mai. Lui mi ha deluso,mi ha fatto male,prima di tutti a mia madre,una delle persone più importanti della mia vita,l'ha fatta soffrire e questo non glielo posso perdonare.
No,non posso.
Sono stata due ore e mezza a piangere a dirotto e solo mezz'ora fa mi sono calmata. Leo dopo pranzo è venuto qua,ha provato a parlarmi,ma non ce l'ho fatta ne a rispondere ne a cacciarlo via per stare da sola. Alla fine,si è addormentato ed è stato lì che mi sono calmata: guardandolo dormire.
Lui è girato verso di me e io verso di lui. Respira con un ritmo regolare e a me dà una pace interiore mai sentita.
Allungo una mano titubante e gli accarezzo una guancia. E' così bello.
-Perché adesso non mi guardi più in faccia? Non mi parli o non baci più?-gli chiedo come se potesse sentirmi.
-Sai Leo,anche se tu non mi senti,io parlerò lo stesso. Ti ricordi quel venerdì al parco,dove io stavo cercando di dimenticare Edoardo e tu sei venuto per vedere come stavo? E' stato lì che ho capito, nonostante tutto,provavo qualcosa per te che andava oltre l'amicizia e sapere che per te è lo stesso è meraviglioso,ma non capisco perché tu questa mattina mi abbia evitata tutto il tempo. Ci sono stata un po' male sai...-gli confesso tutto d'un fiato,continuando ad accarezzarlo.
-E non dovevi starci male..-lo sento dire,con la voce impastata dal sonno. Poi,lentamente apre gli occhi e mi abbaglia con quei suoi bellissimi occhi azzurri. Porta la sua mano sulla mia che stava sulla guancia e la stringe. Mi sorride.
-Hai sentito tutto?-gli chiedo preoccupata.
-Sin dal principio.-.
-Stronzo.-lo insulto scherzosamente,facendolo ridere.
-Comunque,non è che questa mattina ti evitavo,ma non sapevo come affrontare l'argomento. Ero molto preoccupato che mi potessi imbarazzare o balbettare come un ragazzino. Mi dispiace però.-.
-Tranquillo,anche io mi sentivo così.-lo rassicuro accennando un sorriso.
-E quindi....vuoi essere la mia ragazza? Mia e solo mia?-.
-Ovvio che sì.-rispondo lasciandomi sfuggire l'ennesima lacrima della giornata.
-Non piangere,piccola.-mi dice dolce,levandomi col pollice le lacrime. Poi,lentamente si mette sopra di me,poggiandosi sulle braccia,e mi bacia. Finalmente,ne avevo bisogno. Porto le mie mani tra i suoi capelli e mi godo a pieno le emozioni del bacio miste alla felicità per essermi messa con lui.
Almeno una cosa positiva in una giornata così particolare,ci voleva.





Angolo autrice:
Salve a tutti!
Scusate davvero tanto il ritardo,ma scrivere questo capitolo non è stato per niente facile.
L'ho fatto più lungo,quindi spero che vi sia piaciuto e di non avervi annoiato.



Chi è lei secondo voi?


Vi lascio con questa immagine.
Grazie ancora.
Eleonora.


 

  
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