Da Stria93:
Ed eccoci al capitolo- cuore della storia! :)
Ringrazio come
sempre tutti coloro che la stanno seguendo e mi lasciano dei
commenti, che sono sempre preziosissimi. Grazie a tutti! <3
Un bacione!
Stria93
Belle trascorse a
casa di Red e di sua nonna tutto il giorno seguente, godendo della
compagnia delle due donne e degli ottimi pranzi che l'anziana ma
energica nonnina preparava ogni volta.
La mattina del
terzo giorno però, la ragazza decise che era giunto il momento di
ripartire, nonostante le numerose proteste dell'amica.
- Cosa farai se i
soldati della regina provassero ad attaccarti di nuovo? - Chiese Red,
preoccupata.
Belle non rispose e
si morse il labbro; in cuor suo, sperava che l'esperienza con il
lupo, vissuta qualche notte prima, avesse persuaso quegli uomini ad
abbandonare la missione; ma sapeva che le probabilità che questo
fosse accaduto erano molto scarse.
- Lascia almeno che
ti accompagni. - Insistette l'amica.
Belle scosse la
testa: - No, Red. I giorni del lupo sono finiti e non potrai più
trasformarti e metterli in fuga come hai fatto l'ultima volta. Non
posso e non voglio rischiare di metterti in pericolo. -
L'altra, per niente
convinta dalle sue parole, fece per ribattere, ma Belle fu più
veloce e le prese le mani, sorridendo: - Amica mia, hai già fatto
così tanto per me e non posso chiederti di correre un rischio
simile; inoltre questo è il mio viaggio, e temo che sia
qualcosa che devo affrontare da sola. -
Alla fine Red
scosse la testa, rassegnata.
- Almeno, prendi
questo con te. -
Così dicendo, la
ragazza estrasse da una piccola sacca, quella che sembrava una
collana.
Si trattava di un
semplice cordino di cuoio, al quale era legato un piccolo ciondolo a
forma di corno, nero e lucido.
Belle osservò il
piccolo oggetto, incuriosita.
- Me lo diede mia
madre, quando ancora facevo parte del suo branco. Si tratta di un
modo per permettere a tutti i componenti di rintracciarsi e
soccorrersi a vicenda in ogni momento. L'unica cosa che devi fare è
suonarlo e pensare intensamente ad una persona; allora questa sarà
in grado di trovarti ovunque tu sia, e verrà in tuo aiuto
all'istante. L'unico difetto è che può essere usato solo una volta.
-
Red le porse
l'oggetto, ma Belle non lo prese.
- No Red, non posso
prenderlo...era di tua madre, appartiene ai Lupi... -
- Io ormai non ho
più un branco e non ho mai usato questo ciondolo. Voglio che lo
prenda tu, Belle.-
La ragazza osservò
l'amica, commossa, poi prese il piccolo oggetto e se lo mise al
collo.
- Non lo
dimenticherò mai. - Disse la giovane, abbracciando l'altra.
Belle indossò
nuovamente i suoi abiti maschili, più adatti e pratici per
viaggiare, poi recuperò la spada e un piccolo pugnale, che nascose
all'interno dello stivale.
Anche il cavallo si
era goduto quei pochi giorni di riposo e sembrava pronto a riprendere
il cammino.
Belle gli accarezzò
il muso e lo sellò.
Red e la nonna
insistettero perchè portasse con sé qualche provvista, dopodichè
le tre donne si abbracciarono e si salutarono, con la promessa di
rivedersi presto.
Era una giornata
nuvolosa e il cielo minacciava neve da un momento all'altro.
Il Castello Oscuro
era circondato da una fitta foresta di conifere in cui sarebbe stato
molto facile perdersi, ma Belle aveva percorso quel tragitto diverse
volte, quando doveva andare a procurarsi la legna o altre cose che
occorrevano al castello, ed era sicura di sapersi orientare.
Stava per iniziare
l'ultima parte del suo viaggio, una volta superata la foresta infatti
sarebbe giunta alla dimora del Signore Oscuro, forse addirittura
prima del tramonto.
Sentì l'emozione e
la gioia invaderla e sorrise euforica: c'era quasi, ce l'aveva quasi
fatta!
Tutto accadde in un
attimo.
Belle avvertì un
dolore acuto e bruciante al fianco.
Istintivamente,
ancora prima di realizzare cosa stesse accadendo, si piegò in avanti
sulla sella, lanciandosi al galoppo, mentre alle sue spalle venivano
scagliate altre frecce.
Sentiva il sibilo
dei dardi, che fortunatamente la mancavano o finivano conficcati nei
rami e nei tronchi degli alberi.
Ora poteva udire
chiaramente il suono degli zoccoli dei cavalli, lanciati al galoppo
dietro di sé, e le voci concitate degli uomini che si gridavano
istruzioni l'un l'altro:
- Non uccidetela!
La Regina la vuole viva! -
- Ha detto che la
vuole viva, non incolume! -
- Prendetela! -
- Dobbiamo
fermarla! Mirate alle zampe del cavallo! -
Pochi secondi dopo
infatti una freccia colpì in pieno l'animale che, in preda al panico
e al dolore, si accasciò a terra.
Un urlo di trionfo
si levò dal gruppo di soldati.
Belle si divincolò
in fretta dalla sella e dalle staffe, per evitare di essere
trascinata via dal suo stesso destriero, che ormai era completamente
imbizzarrito.
La ferita al fianco
pulsava dolorosamente, e la ragazza poteva sentire il tessuto della
giubba inzupparsi sempre di più del suo sangue caldo.
Cercò di non
pensare al dolore e si mise a correre più velocemente che potesse,
sentendo le voci degli uomini farsi sempre più vicine.
Ad un tratto le
tornò alla mente il dono di Red, così infilò una mano sotto la
giubba e ne estrasse il piccolo ciondolo nero, stringendolo tra le
mani e concentrandosi intensamente.
Rumpelstiltskin, Rumpelstiltskin,
Rumpelstiltskin.
Si portò il
minuscolo corno alle labbra e lo suonò, aspettandosi di udire
qualcosa.
Ma nessun suono
fuoriuscì dal piccolo strumento, e Belle sperò con tutto il cuore
che avesse funzionato.
Rumpelstiltskin
smise di filare e alzò gli occhi verso la finestra, come se avesse
avvertito un rumore provenire da fuori.
Sembrava tutto
perfettamente normale, eppure qualcosa turbava il Signore Oscuro.
Si alzò e si
avvicinò al vetro freddo e ricoperto di polvere, da quando Belle se
n'era andata infatti non si era più preoccupato delle faccende
domestiche.
Intorno al Castello
Oscuro tutto taceva, perfino il vento aveva smesso di sferzare i rami
degli alberi.
C'era decisamente
qualcosa che non andava in quella calma innaturale.
Sentiva un richiamo
insistente farsi strada nella sua mente. Un richiamo di cui non
conosceva la natura, ma che non poteva ignorare.
Rumpelstiltskin si
diresse verso una cristalliera e prese quello che sembrava un bacile
d'oro, tempestato di pietre preziose; vi versò dell'acqua fino a
riempirlo, poi vi immerse un filo d'oro, che aveva appena ottenuto
dal suo lavoro all'arcolaio.
Appena il metallo
entrò in contatto con la liscia superficie del liquido, apparvero
delle immagini vorticanti che, pian piano, divennero sempre più
nitide.
Quattro uomini
vestiti di nero inseguivano una giovane donna ferita, dai lunghi
capelli castano-ramati.
Il cuore dell'uomo
mancò due battiti: non poteva essere lei, non era possibile!
La ragazza cadde a
terra, e la neve attorno a lei si tinse di alcune chiazze rosso vivo.
Quando si voltò, e
lui riuscì a vedere chiaramente il suo volto dall'espressione
spaventata, si sentì mancare: era davvero Belle! E si trovava a
pochi passi dal Castello Oscuro, ferita e in pericolo.
Il Signore Oscuro
non perse tempo e scomparve in una nube violacea.
Belle giaceva a
terra, nella neve, incapace di rialzarsi.
Sentiva che le
forze la stavano abbandonando e la vista si faceva sempre più
annebbiata; ormai non avvertiva più neanche il dolore della ferita
al fianco.
Voleva solo
chiudere gli occhi e addormentarsi.
Non sarebbe
arrivata al castello, non avrebbe rivisto Rumpelstiltskin e avrebbe
perso per sempre la possibilità di convincerlo ad accettare il suo
amore.
Qualche lacrima
calda le solcò il viso.
I cavalieri la
stavano già circondando, ridendo soddisfatti e pronunciando parole
di scherno che Belle non riuscì a cogliere.
All'improvviso però
tutti e quattro si voltarono ed estrassero la spada, abbandonando
l'atteggiamento spavaldo e rilassato.
Qualcosa, o meglio
qualcuno, aveva attirato la loro attenzione, distogliendoli dalla
giovane semisvenuta.
L'ultima cosa che
Belle udì fu un ringhio che ben poco aveva di umano, ma che le
risultò stranamente famigliare, poi l'oscurità l'avvolse.
I soldati
osservavano Rumpelstiltskin intimoriti e vigili, naturalmente avevano
riconosciuto immediatamente il Signore Oscuro.
In altri momenti,
il folletto avrebbe potuto perfino divertirsi un po' a terrorizzarli,
ma quei maledetti avevano ferito Belle e intendevano farle del male;
non era proprio in vena di scherzare.
Lanciò uno sguardo
oltre il piccolo gruppo e vide la ragazza riversa a terra, con il
sangue che continuava a colare copiosamente dalla ferita.
A quella vista, si
sentì invadere da una furia cieca e incontrollabile.
Come avevano osato
toccarla?! Come avevano osato ferirla?! L'avrebbero pagata cara!
Il suo sguardo
doveva essere davvero terribile in quel momento, perchè tutti e
quattro gli uomini sbiancarono all'istante e indietreggiarono.
Rumpelstiltskin si
avvicinò con calma, osservandoli uno ad uno, con un ghigno malvagio
stampato in volto.
Il più robusto,
che pareva essere anche il più stupido, tentò un attacco frontale
con la spada, ma il Signore Oscuro alzò una mano e bloccò la lama
senza il minimo sforzo, mentre con un gesto fulmineo, affondò
l'altra nel petto dell'avversario e ne estrasse il cuore, ancora
pulsante.
Gli occhi vitrei
del soldato si spalancarono, terrorizzati.
Rumpelstiltskin
strinse forte le dita e ridusse il cuore in polvere.
Il cavaliere si
accasciò a terra con un verso strozzato e non si mosse più; i suoi
compagni osservavano la scena, paralizzati e sconvolti.
Il folletto si
chinò con calma e raccolse la spada del soldato che aveva appena
ucciso, poi si voltò lentamente verso gli altri tre, senza
abbandonare il ghigno malefico.
In un attimo
trapassò, da parte a parte, il corpo di due di loro, senza neanche
dargli il tempo di urlare o di fare qualunque altra cosa, poi afferrò
il terzo per il collo e lo immobilizzò ad un albero.
L'uomo tremava e
ansimava, cercando di liberarsi dalla sua presa ferrea, senza
successo.
Rumpelstiltskin
avvicinò il suo viso a quello del soldato, finchè egli riuscì a
scorgere ogni singola briciola di follia che animava, ora più che
mai, gli occhi del Signore Oscuro.
- Ora tu te ne
torni dalla tua Regina e le riferisci che se proverà di nuovo a
mandare i suoi patetici soldatini per fare del male a Belle,
provvederò io stesso a strapparle il cuore e a calpestarlo sotto i
miei stivali fino a ridurlo a un mucchietto di polvere. È tutto
chiaro? -
La voce di lui era
calma e glaciale, ma lo sguardo folle tradiva tutta la sua ira e il
soldato riuscì solo ad annuire freneticamente, per dimostrare che
aveva capito.
La presa del
folletto sulla sua gola si allentò.
L'uomo tossì e
respirò affannosamente, poi fuggì a gambe levate, inoltrandosi
nella fitta vegetazione.
Rumpelstiltskin
raggiunse Belle in un lampo e si chinò su di lei.
La ferita
continuava a sanguinare e il suo volto era pallidissimo, ma per
fortuna, non sembrava che fossero stati colpiti organi vitali.
Praticò un
incantesimo di guarigione, che rimarginò immediatamente la pelle,
poi sollevò delicatamente la ragazza tra le braccia e si
materializzò nell'ingresso del Castello Oscuro, avvolto dalla solita
nube viola.