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Autore: Tatuata Bella    20/04/2013    1 recensioni
Qualcuno deve averlo avvertito. Qualche stronzetto ha detto a Billie Joe che ci sono e lui è scappato, piccolo topo vigliacco.
“Maggie sei ubriaca.”
“Graz…Grazie dell’informazione.” E non so neanche con chi sto parlando. Mi giro e vedo Trè. Il batterista quello nuovo.
“Ah. Sei tu. E quello stronzo dov’è ora?”
“Billie Joe?”
“Seh. Lui. Biiiiillie Joe. Lo stronzo universale.” Dico.
“Che ti ha fatto?” chiede.
La sua ignoranza in materia è assurda
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrienne Nesser Armstrong, Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(Adrienne)
 
Nonostante il cambio di nome la band di Billie Joe fa sempre il pienone quando suona a Berkeley. Credo si chiamino Green Day ora. Non è male come nome, di sicuro meglio di Sweet Children.
Però il locale dove suonano stasera è veramente orrendo e c’è una coda chilometrica per entrare perché chiedono i documenti per farti il timbro sulla mano, così se sei maggiorenne ti puoi sbronzare al bar. Se non sei maggiorenne chiedi a qualcuno di maggiorenne di andarti a prendere gli alcolici al bar e ti sbronzi lo stesso, quindi questa coda è puramente inutile. E non so nemmeno perché sono qui a far la coda per sentire un concerto della band di Billie Joe, dato che abbiamo litigato e non avevo più intenzione di rivolgergli la parola, ma fatto sta che sono qui, qualche strana legge della fisica mi ha spinto a venire qui e non ho potuto oppormi.
Mi giro verso Millie, a fianco a me, che blatera cose insensate da un’ora di cui non ho capito assolutamente niente: “Sei proprio sicura che Meggie non c’è?” chiedo. L’ultima cosa che voglio è incontrarla.
“Sicura al 100%. Mary ha detto a Kate che ha detto a Willy che stasera è a casa per il compleanno di sua madre.” Risponde Millie.
La guardo male: “E questo sarebbe il tuo 100% di sicurezza?” sono molto dubbiosa.
“Beh, dicono che non viene…”
Non le rispondo. Forse dovrei andarmene prima che la gente mi veda.
“Hey-hey-hey…che fate, ve ne andate? Eh? No, no, ho una decina di documenti falsi, sceglietene uno e bevete quanto vi pare, basta che vi fermiate a sentirci…Ou, no, Jim, dove stai andando…?”
Troppo tardi. C’è Billie Joe che sta sbraitando percorrendo tutta la fila per l’ingresso cercando di dissuadere la gente che se ne vuole andare. E’ come al solito prima dei suoi live, in iperventilazione, saltellante a destra e a manca e estremamente logorroico.
“…A…Adie??”
Mi ha visto e sembra aver perso l’iperventilazione.
“Ciao.” Rispondo fissando gli occhioni verdi di Billie Joe.
“Sei venuta a sentirci…” dice. Evidentemente sì. “Credevo che ce l’avessi ancora con me…” dice.
Vorrei tanto rispondergli male. Adesso gli rispondo male.
“…Magari ho intenzione di perdonarti.” Perché cazzo non gli ho risposto male?
Billie Joe mi sorride.
“Dipende da te, da come ti comporti stasera…” rispondo, ridacchiando, per alleggerire la situazione e buttarla un po’ sullo scherzo.
“…E se tipo ti facessi una sorpresa per ringraziarti di essere venuta?” chiede.
“Non ti allargare, Cowboy…dipende da che sorpresa è…”
“Vedrai, ti piacerà…”
Millie lo interrompe: “Ehi Billie, non è che hai un documento falso anche per me?”
“Tieni..”
Millie lancia un’occhiata al documento e guarda male Billie Joe: “Ti sembra possibile che mi chiami Pedro Sancez?”
Io e Billie scoppiamo a ridere, e lui si affretta a dare a Millie un altro documento, poi ne porge uno a me.
“No, grazie…Conosco il tipo all’ingresso, mi fa il timbro senza documento…” dico. Non è vero, ma fa sempre figo dire ‘io entro senza documento’. Contribuisce a  aumentare il fascino. In realtà manderò Millie e il suo documento falso a comprarmi da bere.
“Ah. Perfetto allora..” Billie Joe continua a sorridermi.
“BILLIE! Ma dove cazzo eri…” Arriva Mike come una furia. Sembra che BJ abbia trasmesso l’iperventilazione a Mike. “Trè è sparito, tra mezz’ora cominciamo dobbiamo trovarlo..Oh, ciao Adie.”
“Ciao.”
“Sarà in bagno. Hai controllato?”
“Ma secondo te vado a aprire a caso porte del bagno urlando ‘ehi c'è il mio batterista qui’?”
Billie Joe ride: “Dai. Cerchiamolo. Poi ti devo parlare di una cosa sulla scaletta…”
Billie torna dentro con Mike.
Mi guardo un po’ intorno. Ci sono ancora una decina di persone in coda davanti a me, e di Meggie nemmeno l’ombra.
Sì, potrebbe decisamente essere una bella serata.
 
 
 
 
(Meggie)
 
Se prima avevo una specie di rapporto civile con mia madre adesso l’ho rovinato completamente. Invece di essere in casa con lei per il suo compleanno l’ho mollata da sola a metà della cena e adesso sono in una via che non conosco che corro come un’ossessa per raggiungere il locale prima che inizi il live, e ho pure sbagliato fermata del tram. Mi dispiace di averla mollata lì da sola, ma non riuscivo a pensare ad altro che al live dei Green Day, che loro avrebbero suonato e che io non ci sarei stata. Era come se fossi nel posto sbagliato, così sono uscita. Chissà, magari Billie Joe sarà pure contento di vedermi, dato che pensava che non venissi. Gli faccio una specie di sorpresa.
Sento casino, mi sto avvicinando al locale e il concerto è già iniziato perché sento della musica in sottofondo. Corro un po’ più veloce.
“Salve. Documenti.”
Mi ferma la bodyguard all’ingresso.
“Eh? Perché?” chiedo, trafelata. Non riesco praticamente neanche a parlare per il fiatone.
“Se sei maggiorenne ti faccio il timbro e puoi bere.”
“Ah. No. Sono minorenne.” Dico.
“Allora entra e niente timbro”
Mi catapulto dentro, ancora ansimando.
Billie Joe, Mike e Trè sono già sul palco, stanno suonando I was there. Mi fermo a guardarli, sembrano decisamente carichi.
“Meggie?”
“Ehi Mary! Come sta andando il live?”
“Bene, bene. Ma non avevi detto che non potevi venire?” chiede.
“Sì, boh. Non ce la facevo a stare in casa…” dico.
Mary sembra preoccupata.
“C’è qualche problema?” chiedo.
“Eh? No, no, nessun problema. Figurati. Anzi, sai che facciamo, ci andiamo a fumare una sigaretta fuori…”
“Fumiamola qui, così sentiamo il live…”
“Eh ma fuori è meglio, si sta meglio, qui c’è caldo, c’è casino…usciamo un po’..”
“Ma sono appena arrivata…Sono venuta apposta per sentire i Green Day…usciamo dopo il concerto.”
Sbuffa, ma non sembra incazzata, sembra sempre più preoccupata.
“Ma che cosa sta succedendo…?”
“Nient…”
Mary viene interrotta da Billie Joe, dal palco.
“…Adesso suoniamo una canzone nuova. L’ho scritta due settimane fa, un bel po’ lontano da qui…l’ho scritta per una ragazza, che è tra il pubblico stasera…Si chiama 2000 Light Years Away, ed è per te Adie…” Billie Joe indica un punto in mezzo alla folla sotto il palco e si vede anche da qui la mano di Adrienne che si agita in aria.
Credo che la mia temperatura corporea si sia tipo azzerata in cinque secondi. Non ci posso credere che sta succedendo veramente.
“Aehm. Meggie…”
“shh.” Zittisco Mary. Adesso voglio sentire la canzone, dato che ormai si sa che mi piace farmi del male.
“Dammi retta, usciamo…”
“No. Voglio sentire il testo.” Dico.
 
I sit alone in my bedroom
Staring at the walls
I've been up all damn night long
My pulse is speeding
My love is yearning
 
I hold my breath and close my eyes and...
Dream about her
Cause she's 2000 light years away
She holds my malakite so tight so...
Never let go
Cause she's 2000 light years away
Years Away!
 
I sit outside and watch the sunrise
Lookout as far as I can
I can't see her, but in the distance
I hear some laughter,
We laugh together
 

Ok, mi gira la testa.
Sto capendo troppe cose tutte insieme e sono decisamente stata un’idiota per tutta la vita.
Ha detto che l’ha scritta due settimane fa, lontano da Berkeley…era questa la canzone che stava scrivendo a Phoenix, quella che non voleva farmi leggere.
Dio, che bastardo.
“Meggie? Dimmi che sei viva, ti prego…”
Mi giro verso Mary.
“Tu…hai uno dei documenti falsi di Bill…” non riesco neanche a dire il suo nome. Indico il palco: “Uno dei suoi documenti falsi?”
Mary annuisce, un po’ intimorita.
“Bene, vammi a prendere una mezza dozzina di Tequila per favore…”
“Eddai…Non prenderla così male magari è solo…”
“…E non dire che è solo una canzone!”
“Io te l’avevo detto di uscire, ma te…”
“Ho fatto bene a stare qui…te lo sapevi e non mi hai detto nulla? Da quanto è che va avanti ‘sta cosa?”
“Non c’è niente che sta andando avanti…c’è solo la canzone…”
“…e quella cazzo di telefonata.”
Mary sospira.
“Senti…andiamocene a casa…”
“No.” Rispondo, secca. “Appena quell’idiota porta giù il suo culo da quel palco mi deve delle spiegazioni, e parecchie. A cominciare dalla telefonata fino a questa canzone da popstar sfigato. E se prova a dirmi una balla, credimi che stavolta lo ammazzo.”
Mary rinuncia a convincermi ad andarcene.
“Ok, d’accordo. Però poi ricordati che io ho provato a portarti via, perché tra un po’ ti passerà la fase rabbia e arriverai alla fase depressione e non provare a darmi la colpa…” mi volta le spalle e si allontana.
“E adesso dove vai?” le chiedo.
“A comprarti sei Tequila. Credo che ti serviranno.”
 
(1 ora dopo)


(Meggie)

Qualcuno deve averlo avvertito. Qualche stronzetto ha detto a Billie Joe che ci sono e lui è scappato, piccolo topo vigliacco.
“Maggie sei ubriaca.”
“Graz…Grazie dell’informazione.” E non so neanche con chi sto parlando. Mi giro e vedo Trè. Il batterista quello nuovo.
“Ah. Sei tu. E quello stronzo dov’è ora?”
“Billie Joe?”
“Seh. Lui. Biiiiillie Joe. Lo stronzo universale.” Dico.
“Che ti ha fatto?” chiede.
La sua ignoranza in materia è assurda. Tutti sanno quanto sono lunghe le mie corna e invece lui non sa niente.
“Ha fatto che ha scritto una canzone per una ragazza che non sono io mentre era scappato con me, e lei non è una a caso è Adrienne. Aaaaaaaadrienne. L’unica fottutissima ragazza che Billie Joe abbia mai amato.”
Trè mi guarda interrogativo: “Tu e Billie stavate insieme?”
“In teoria…anche ora stiamo insieme. Finchè non lo trovo. Quando lo trovo non staremo più insieme.” La mia logica è perfetta.
“Non lo sapevo. Cioè… Adrienne, la canzone... pensavo che fosse lei la sua...”
“Ah zitto, non mi interessano i dettagli su Adrienne. Devo trovare Billie Joe e tu mi devi dire dov’è.”
“Vuoi lasciarlo?” chiede.
“NO. Voglio picchiarlo. E poi voglio lasciarlo.”
Trè ride: “Ottimi propositi. Però prima cerca di riprendere lucidità…in questo stato rischi di ucciderlo”
Bene uno che sta dalla mia parte, forse.
“Allora dov’è?” chiedo di nuovo.
“So che sembra incredibile ma questo posto ha un camerino.”
“Fantastico. Vado ad ammazzarlo.”
“Non sa che sei qui. E’ con Adrienne suppongo…”
“Meglio. Due al prezzo di uno.”
Corro verso il palco. Di solito i camerini sono dietro il palco. Vado in camerino lo trovo, lo picchio, lo lascio, lo insulto e poi lo picchio di nuovo. E poi basta? Noo. E poi lo picchio ancor…
“Meggie?”
Perché tutti quelli che mi vedono dicono il mio nome come se non credessero che sono veramente io, tipo ‘oh mio Dio ho visto Abramo Lincoln che passeggiava sulla Fifth Avenue..’?
“Eh già. Sono Meggie. Io. Meggie. Adesso dimmi dov’è Billie Joe, Adrienne, perché prima devo spaccare la faccia a Billie Joe, poi a te dopo.” Dico.
Adrienne apre la bocca ma non fa a tempo a dire battute stronze perché spunta Billie da dietro l’angolo.
“Meggie? A…avevi detto che non venivi che…che ci fai qui?” chiede Billie. Che faccia da culo.
“Bello il concerto.” Dico.
“L’hai…l’hai sentito…tutto?”
Non ce la faccio più.
Gli tiro uno schiaffo e lui rimane così come un idiota con la mano sulla faccia, nel punto che ho appena colpito.
“Quando pensavi di dirmelo?”
“Meg…”
“Quando cazzo me l’avresti detto? La cosa che mi fa più incazzare è che se non fossi venuta qui stasera tu avresti continuato così…come…aaaa cazzo…”
Alzo la mano per tirargli un’altra sberla, ma Billie Joe me la blocca a mezz’aria.
“Io…pensavo di dirtelo domani, te lo giuro…”
Libero il polso dalla sua stretta con uno strattone: “Ma vaffanculo.” Guardo Adrienne: “E’ tutto tuo. Prenditelo pure perché stavolta lo mollo sul serio.”
Mi giro e faccio qualche passo, ma Billie Joe mi prende per un braccio.
“Meg…Mi dispiace. Non volevo che lo scoprissi così…”
“Sei uno stronzo.”
Mi guarda per qualche secondo: “Quanto cazzo hai bevuto?”
“Vuoi un altro schiaffo o te ne vai?”
“Mi dispiace…non te lo meritavi, è che…non ho potuto…ignorare che..”
“Sai cosa avresti potuto fare? Parlarmi di quella telefonata, e invece sto ancora aspettando. Potevi parlarmi di quella canzone e invece hai preferito dirmi una balla. Dici che non me lo merito, ma io…continuo a chiedermi perché cazzo mi hai fatto una cosa del genere.” La situazione è degenerata, ormai sto piangendo e mi odio per questo ma non riesco a fermare le lacrime.
“Quando ho parlato al telefono con Adrienne in Arizona, lei mi ha detto che mi ama. Io…Non lo so, Meggie, ho perso la testa, perché so quanto è assurdo per lei pensare una cosa del genere, figuriamoci dirla e …”
“Ok.” Lo interrompo. “E’ comunque tardi. Ma ok. Grazie per avermelo detto. Ribadisco di andare a farti fottere.”
Stavolta me ne vado. Esco di corsa e subito mi butto per terra, a fianco alla porta di ingresso e scoppio a piangere.
“Ehi…”
Alzo gli occhi: Mary.
“Non si può stare un po’ da soli in questo cazzo di posto?”
“Sei ubriaca marcia.”
“Lo so. E me ne vado a casa.” Mi alzo di scatto ma perdo l’equilibrio e barcollo.
“Non credo proprio. Ti accompagno.” Dice.
“No. No. No non voglio…”
Mi afferra di prepotenza e chiama Mike per aiutarla.
“No, Mary…ho detto di noooo…”
Mike arriva in soccorso di Mary.
“Sua madre la fa nera se torna così.”
“…hai ragione. Portiamola in saletta…”
Mugugno qualcosa. Voglio andare a casa..non in saletta. Casa.
No, sono troppo ubriaca per oppormi. Fate di me il cazzo che vi pare. Tanto, oramai non saprei nemmeno immaginare quale altra catastrofe potrebbe succedere. Non c’è niente di peggio di stasera, non ci sarà mai niente di peggio di stasera.
________________________________________________

(Meggie)

Sto avendo un profondo rapporto d’amore mentale e fisico con la tazza del cesso della saletta. Sono due ore che vomito prima o poi finirò di vomitare, che cosa, poi, che non ho mangiato nulla. Forse è per questo che mi sono ubriacata così in fretta.
“Meg, come stai?” Mike fa spuntare la sua testa dalla porta del bagno.
Annuisco e faccio una specie di gesto per dire “ok”.
“Se stai meglio io e Mary andremmo a casa…”
“Ok…” rispondo.
“Solo se sei sicura eh…”
“Andate, tranquilli. Sto bene.” Non ne sono molto sicura, ma vabbeh.
Escono. Resto qui da sola con il cesso e lotto per non farmi prendere dal panico. Ho rotto con Billie Joe, e adesso che ci penso ci siamo lasciati sei volte ma è la prima volta in assoluto in cui sono io a rompere con lui e non lui a rompere con me e questa cosa mi spaventa, perché adesso lui sta con Adrienne. Lei gli ha detto che lo ama, che cosa può esserci di più definitivo di questo? Ha vinto lei.
Trascino i piedi fuori dal bagno, stanotte dormo qui, credo che sia la cosa miglior…
“Vomitina…hai finito di sboccare?”
Mi prendo un colpo.
“Al. Quando sei entrato? Non ti ho sentito…”
“Ero già qui quando siete entrati…cioè, quando è entrato Mike con te in braccio e Mary che ti teneva la testa. Poi sei entrata in bagno e sei uscita solo ora. Quindi non mi hai visto.”
Annuisco.
“Ah.” Dico.
Mi siedo per terra e me ne sto in silenzio.
Per una decina di minuti nessuno dice niente, e io di cose a cui pensare ne ho parecchie, pure se sta zitto tutta la notte per me non ci sono problemi.
“Senti.”
Ecco appunto.
Mi giro verso di lui.
“Non ho capito se io e te siamo incazzati o no…” continua.
Mi viene da sorridere. Credo che la risposta a questa domanda sia decisamente l’ultimo dei miei problemi.
“Se tu non sei incazzato, io non lo sono…” Dico.
“Perfetto. Io non sono incazzato.”
“Fantastico.”
Ripiombiamo nel silenzio, che però stavolta dura molto meno.
“Ho saputo dell’allegra serenata di Billie Joe.” Dice.
“Non mi…”
“Non ti va di parlarne, lo so. Ma è appena successo, la tua incazzatura è ancora fresca, ti farà bene sfogarti.”
Sospiro. Magari ha ragione. E poi se esiste una persona che in questo momento odia Billie Joe quasi quanto me quello è Al.
“Hai una sigaretta?” gli chiedo.
Mi allunga una bustina di tabacco con i filtri e le cartine.
“Il colmo è che quella canzone…in fondo credo sia la più bella che Billie Joe abbia mai scritto.” Dico.
“Non è l’unica che scrive per lei…” dice Al.
“Lo, so, anche 1000 hours e tipo tutte le altre canzoni che non parlino di canne. Ma questa…l’ha scritta mentre era scappato con me. Abbiamo vissuto per un mese in una specie di Motel io e lui da soli e stavamo…da Dio. Cioè, almeno credevo. Io stavo da Dio, ma lui scriveva canzoni per Adrienne mentre io ero a fare la spesa. Pensava continuamente ad Adrienne e stavolta non me ne ero accorta nemmeno io. Ci stavo credendo davvero.” Mi fermo un secondo. “Ma perché ti sto raccontando queste cose?”
“Perché ti piace parlare con me.”
“No, non è vero.”
“Certo che è vero. E comunque…mi dispiace. Lo so che lo amavi sul serio, e sinceramente ho sempre fatto il tifo per te.”
“Il tifo per me?” chiedo ridendo “Non sono mica una squadra di Football…”
“Eri perfetta per lui.” Dice.
Fisso un angolo a caso: “Lo so.”
Al si sdraia a pancia in su sul divano sfasciato e fissa il soffitto: “Sì, è vero, 1000 hours l’aveva scritta per Adrienne, perché ce l’aveva portata in un periodo che tu e lui non vi parlavate…Anche The one that I want. E invece Only of you l’ha scritta anche quella per Adrienne, ma quando l’ha scritta stava con te…”
“Senti, batterista fallito, se pensi che io stia qui a sentirmi dire da te quanto sono sfigata hai capito male…”
Al se ne frega e continua, interrompendomi: “Ecco, lo vedi come fai? Sei convinta che Billie Joe per te non abbia mai scritto niente, invece l’ha scritta una canzone per te…”
Aggrotto le sopracciglia: “E quale?”
“Road to Acceptance.”
Sbuffo: “Bella merda. Per lei scrive ‘you’re the only one that I want’ e per me scrive ‘I never do exactly what I want”? Preferivo non saperlo.”
Al si tira su e si siede sulla gomma piuma a gambe acciambellate: “Sei strana. Vedi solo quello che il tuo cervello pessimista ti dice di vedere…se vuoi il mio parere quella è la canzone migliore che gli Sweet Children abbiano mai suonato. Parla di empatia.”
Lo fisso interrogativa: “Empatia?”
Annuisce: “Sì. Riflettici…I feel forgotten, feel like rotten, e poi dice ‘do you feel the same?’ la risposta implicita è sì…poi c’è il ritornello, con la storia del ‘blind hatred’…lui prova odio cieco nei confronti del mondo, ma poi ‘if you’d stop a while and maybe if you smile you will realize that we’re all the same.’ È tutta questione di ‘feel the same pain’. Empatia. Semplice no?”
Ripenso in tre secondi a tutto il testo di quella canzone, che conosco ovviamente a memoria. Non avevo mai letto il testo interpretandolo in quel modo, e in effetti ha tutto molto senso, quel testo parla di noi.
“Quindi secondo te Billie Joe stava con me perché provavamo lo stesso dolore?”
“Le stesse emozioni.” Precisa Al.
“Grazie al cazzo. Lui le provava per Adrienne, io per lui…non funziona una storia così…”
Al fa spallucce: “Sempre empatia è. E resta comunque il suo testo più bello.”
“Ma perché queste cose le sai tu se non le so nemmeno io? Conosci il mio rapporto con Billie molto meglio di me, è una cosa innaturale.” Commento.
“Stavo per essere ammesso a psicologia, io.” Dice.
Lo fisso interrogativa: “Stavo per…? Che significa?”
“Significa che ieri ho fatto l’esame e mi hanno bocciato.”
Spalanco gli occhi: “No, è impossibile, avevi studiato tantissimo!”
“Ho perso troppo tempo con la band…tutta l’estate in tour, e anche le prove per tutto settembre…per cosa poi? Per uno stronzo che se ne parte con…con te senza un cazzo di preavviso sparendo per mesi…”
Me ne sto zitta. Mi sto rendendo conto solo in questo momento di quanto Al amasse davvero la band, di quanto tempo e quanta fatica ci avesse investito e mi sento quasi in colpa per essere partita con Billie.
“Mi dispiace…”
“La colpa è di Billie, non la tua. E’ lui che aveva preso l’impegno di far funzionare questa band, tu non c’entri. E poi boh. Alla fine di tutto ho mollato anche la band, così oltre che l’Università è andata a puttane pure la band…”
“…Al…”
“No, niente Al. Era il mio ‘nome d’arte’. Bella stronzata…preferisco ricominciare a farmi chiamare John.” Dice.
Lui aveva voluto che io parlassi di Billie Joe, ora sono io a volerlo fare parlare della band, perché credo gli farà bene.
“Il nuovo batterista è forte. Suona alla grande, e sembra davvero un bravo ragazzo…Sinceramente non so dove Billie Joe lo abbia pescato…”
“Credevo almeno di incasinargli un po’ le cose andandomene, invece mi hanno sostituito in un nano secondo…” dice Al. Cioè John. Devo ricordarmi di chiamarlo John.
“Sai che puoi fare? Trovarti una band più figa. Sai la faccia di Billie Joe se la tua band fa i soldi e diventate famosissimi?”
John scoppia a ridere: “Oddio. Ce lo vedo…qui in saletta con Mike che accende MTV e ci trova il video della mia band…Pagherei milioni per vedere la sua faccia…ahahahah…”
Rido anche io. Incredibile, sto ridendo. Continuiamo a ridere, a caso, per altri dieci minuti almeno, come se una volta cominciato non riuscissimo più a smettere.
E’ la più strana notte della mia vita. La più brutta. Ma in fondo, ora che ormai è tutto a puttane tanto vale riderci sopra, piangere non migliora le cose.


Angolo dell'autrice:
Salve! Allora, scusate il ritardo, ieri ero fuori casa e non sono riuscita a postare.
Dunque...questo è un capitolo a cui sono particolarmente affezionata quindi mi interessa molto la vostra opinione!
Ah, un'altra cosa...per quanto riguarda il personaggio di Al Sobrante, ovviamente tutto quello che ho scritto è puramente invetato e non rispecchia per niente la realtà, è solo frutto della mia fantasia :)
Ringrazio tutti quelli che mi seguono, chi legge chi recensisce, e in particolare la mia Noah Shapiro personale (you know you love me XO)
  
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