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Autore: M i n d    08/11/2007    5 recensioni
Era notte fonda ad Hogwarts,nonostante questo c’era ancora qualcuno,in quel momento,che correva attraverso i giardini in direzione del castello.Capelli castani mossi,occhi nocciola,sì,proprio lei:Hermione Jane Granger. Curioso che la “so-tutto-io” di Hogwarts si trovasse fuori dal dormitorio,per di più sola,a quell’ora notte.E se le fosse accaduto qualcosa?No,secondo lei non poteva accadere nulla di più grave di ciò che era appena successo perché lei,aveva combinato un pasticcio e lo sapeva. E' la mia prima fanfiction su Harry Potter!Spero vi piaccia!
Genere: Romantico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny, Harry/Hermione, Ron/Hermione
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7: La battaglia finale

"Hermione…" sussurrò, incredulo. La ragazza abbassò lo sguardo:"No…non è possibile…"

Voldemort smise di ridere.

"Sorpreso Harry?" domandò con un ghigno.

Lui lo ignorò, continuava a fissare Hermione con gli occhi spalancati.

"Tu non puoi…essere una Mangiamorte…"

"Non può Harry?"

"Non ha il Marchio Nero tatuato…" se l’avesse avuto lui l’avrebbe di certo notato la notte precedente.

"Come sei sciocco Potter!" esclamò il Signore Oscuro. Si avvicinò alla ragazza e la costrinse ad allungare il braccio destro in avanti, le scostò la manica della tunica, dopodiché le puntò la bacchetta circa a metà arto. Pronunciò un incantesimo in serpentese, parole prive di significato, ma nonostante ciò, poco dopo sul braccio della ragazza apparve il simbolo che anche tutti gli altri Mangiamorte avevano. Harry non parlava, non si muoveva neppure. Rimaneva immobile, non credeva a ciò che vedeva, non era possibile...era solo un incubo.

Dopo qualche minuto di silenzio, Voldemort si avvicinò ad Hermione.

"Tu, lurida mezzosangue! Sei consapevole che ti aspetta una punizione per quello che hai fatto?!" disse, gelido. Sentire che veniva chiamata "lurida mezzosangue" fece montare la collera ad Harry, che tentò di mantenere la calma. Una punzione? Per cosa?

"Sì…" mormorò lei, sempre con lo sguardo fisso a terra.

"Sì COSA?!" urlò il Signore Oscuro.

"Sì, mio Signore…" forse si sbagliava, ma gli sembrò che quelle ultime due parole fossero uscite a forza dalla bocca di Hermione, come se avesse faticato a pronunciarle.

Con un ghigno malvagio, Voldemort riprese la propria bacchetta e la puntò sulla guancia sinistra di Hermione, la quale nel sentire la formula dal lui pronunciata, parve terrorizzata. Non ci volle molto a comprendere il perché: sulla sua guancia iniziò ad crearsi un taglio che divenne sempre più profondo, la ragazza urlava di dolore, cominciò ad uscire il sangue dalla ferita. Harry non ce la faceva a vederla soffrire così.

"BASTA! SMETTILA!!!"

"HARRY STANNE FUORI!!" urlò Hermione in risposta. Lui non aveva intenzione di arrendersi.

"PERCHE’ TI COMPORTI COSI’?!?! NON E’ ME CHE VUOI!? ECCOMI! SONO QUI! LASCIA IN PACE HERMIONE!!!"

"Lei sapeva che sarebbe stata punita, Harry, ne era pienamente consapevole, ma evidentemente non le è importato…" constatò Voldemort, guardandola come se fosse uno schifosissimo scarafaggio.

Tolse la bacchetta dalla guancia della ragazza, che gemette posandosi una mano sulla ferita e gurdandosi le dita insanguinate. La cosa che stupì Harry fu che non pianse, non fece nulla, nessuna espressione. Sembrava avere uno sguardo fiero.

"Perché le hai fatto questo?!" domandò, indicandola al Signore Oscuro.

"Credevo l’avessi capito Harry! Per ciò che è successo tra te e lei la scorsa notte…la tua cara amica sapeva che io avrei disapprovato ma non è servito a fermarla"

"Da quanto sta dalla tua parte?" aveva una strana espressione, come se qualcuno l’avesse bastonato, ma allo stesso tempo era freddo e distaccato.

"Mmm…vediamo…da quando aveva undici anni…" il moro sgranò gli occhi.

"NO! Harry non è come credi! Lui mi ha costretta…" ma prima che potesse tentare di spiegarsi ulteriormente Voldemort le lanciò un Cruciatus e lei finì a terra, contorcendosi e urlando. Harry stava male, doveva fare qualcosa. Strinse la bacchetta e la puntò su Voldemort, lanciando lo stesso anatema che era stato lanciato ad Hermione. Il Signore Oscuro riuscì miracolosamente ad evitarlo, creando una barriera che lo rimandò indietro, verso Harry, che riuscì a chinarsi appena in tempo.

"Suvvia Harry!" di nuovo quella risata:"Credi davvero che io sia tanto stupido?" non appena ebbe finito quella frase, mosse una mano e un potente incantesimo fece volare il ragazzo contro una parete del castello. Ritoccò terra, stordito, gli doleva un braccio e si accorse di avere una profonda ferita ad una gamba, laddove il tessuto dei pantaloni si era strappato. Non era sicuro che sarebbe riuscito ad alzarsi, gli faceva male anche il resto, ma meno del braccio e della gamba. Guardò verso Voldemort e i Mangiamorte, stavano discutendo e il suo nemico sembrava arrabbiato. Perché non vedeva Hermione? Non seppe nemmeno lui come ma riuscì ad alzarsi, si tenne il braccio rotto e camminò con fatica in direzione del punto in cui si trovava precedentemente. Adesso poteva vederla, a gattoni, sull’erba, respirava affannosamente e il taglio sulla guancia non smetteva di sanguinare. Tentò di avvicinarsi, ma poco prima che potesse raggiungerla, fu spinto nuovamente indietro, con meno forza di prima. Atterrò sull’erba, ma non si fece nulla, constatò che non si era allontanato da tutti loro, era solamente più lontano da Hermione.

"Potter! Che piacere rivederti! Ti è andata bene questa volta!"

Lo costrinse a sedersi sull’erba e fece apparire una specie di specchio, molto simile ad un pensatoio, che fece fluttuare poco distante da lui.

"E adesso fa bene attenzione Potter!" i Mangiamorte risero con lui. Poco dopo cominciò ad apparire qualcosa all’interno dello specchio:

Una ragazzina con i capelli castani e gli occhi nocciola se ne stava seduta alla sua scrivania e leggeva un libro, il titolo di quella pagina era:"Harry Potter-Il bambino soppravvissuto" pareva davvero concentrata. Poco dopo comparve una gigantesca nuvola nera alle sue spalle. La ragazzina si alzò, terrorizzata. La nuvola lasciò posto alla figura alta di un uomo, non appena la vide sorrise e si voltò, levandosi il cappuccio che gli ricopriva la nuca, pian piano, sotto lo sguardo impaurito della bambina, apparve quello che pareva un viso da dietro la testa dell’uomo. Lei indietreggiò andando a sbattere contro il muro.

"Hermione Granger" ghignò il voltò appena apparso.

L’uomo prese a percorrere la stanza con circospezione mentre Hermione tentava velocemente di trovare un modo di scappare o di chiedere aiuto.

"C-come sai il mio nome?" domandò, sorpresa. Lo sentì ridere.

"E’ una storia lunga e non ho tempo da perdere…" disse con fermezza.

"Ma…chi sei?"

"Chi sono io?" ripeté con ironia, vide l’uomo sfiorare il libro con le dita per poi girarsi, permettendo alla seconda testa di vedere:"Io sono colui che è stato sconfitto dallo sciocco ragazzino di cui stavi leggendo poco fa…"

"Harry Potter?"

"Esatto, il bambino che riuscì a sopravvivere all’anatema più potente e mortale del mondo magico a causa dell’amore di sua madre!" urlò, mentre l'altro uomo richiudeva il libro con violenza.

"Tu sei…" cominciò, terrorizzata.

"…Lord Voldemort!" terminò.

"C-che cosa vuoi d-da me?" faticava a controllarsi, nel comprendere chi fosse quello strano spirito si era maggiormente spaventata.

"Voglio che tu…ti unisca a me" rispose, avvicinandolesi.

"No!" non seppe dove trovò il coraggio per affermare una cosa simile.

"Lo immaginavo…" l’uomo che ospitava Voldemort estrasse una bacchetta magica, ed Hermione si appiattì il più possibile contro il muro, temeva avessero intenzione di ucciderla.

Non la direzionò verso di lei, la agitò in aria e comparve una sfera fluttuante, poco dopo, al suo interno apparvero i suoi genitori, che sorridenti e abbracciati guardavano verso di lei salutandola con le mani.

"…ma tu non desideri che venga fatto loro del male, vero?" il Signore Oscuro aveva una voce falsamente dolce.

Altre immagini, in alcune era presente anche lei, era come guardare un film…ma sul suo passato.

"No…" rispose debolmente, osservando un’immagine di loro tre, in sala da pranzo che ridevano.

"Per evitare che questo accada devi unirti a me…" di nuovo quella voce falsa.

Era difficile, molto difficile scegliere tra la propria salvezza e quella della sua famiglia, ma se lei avesse rifiutato i suoi genitori sarebbero certamente stati uccisi, anche se non direttamente, era certa che fosse questo ciò che intendeva dire quell’essere spregevole. Lei non voleva che morissero, come avrebbe fatto senza di loro? Doveva cercare di capire però, cosa il Signore Oscuro voleva che lei facesse, senza accettare subito.

"Se per caso io accettassi…cosa dovrei fare?" rise di nuovo.

"Se per caso tu accettassi dovresti semplicemente trovare…lui…" l’uomo posseduto si voltò, stringeva in mano una specie di fotografia, abbastanza piccola, le si avvicinò e gliela mise in mano. La guardò: un ragazzo più o meno della sua età, moro con gli occhi verdi e gli occhiali rotondi la fissava, non sorrideva, era serio e anche piuttosto pallido. Quella fotografia non era una normale fotografia magica, non era animata, da ciò lei dedusse che era stata scattata da dei babbani. Guardò Voldemort, interrogativa.

"Leggi dietro" voltò la fotografia, scritto velocemente, vi si torvava il nome del ragazzo: Harry James Potter. Alzò lo sguardo, incredula.

"Voglio che tu lo trovi per me…devi soltanto stringerci amicizia e tenermi informato su ciò che fa…nient’altro"

Hermione rifletté, non le sembrava un compito molto complicato, valeva la pena di accettare per salvare i suoi genitori, se si trattava solo di quello.

"D’accordo, ci sto" rispose, piano.

"Bene!" esclamò con un ghigno malvagio.

"Dove lo trovo?"

"Sarà sull’Espresso per Hogwarts il primo settembre. Naturalmente, nessuno dovrà mai sapere di questa nostra chiacchierata, anche perché, se così fosse, l’unica ad avere dei problemi saresti tu…" si riferiva ai suoi genitori, lo capì.

"Non dirò nulla" rispose, con sicurezza.

"Niente coinvolgimenti di alcun genere Granger! O te ne pentirai!" e detto questo sparì.

Rimasta sola, Hermione pianse, ormai non poteva più tirarsi indietro, quel che era fatto era fatto. Ma che cosa intendeva dire Voldemort con quell’ultima frase?

***

Camminava spedita, spingendo il suo carrello dove erano stati posti i bagagli, dietro di lei c’erano i suoi genitori. Aveva l’aria preoccupata, si guardava intorno continuamente. Giunsero tra il binario nove e dieci, aveva letto del passaggio nascosto dentro quella colonna, quindi, a differenza di altri studenti non avrebbe avuto problemi.

"Mamma, papà, adesso potete andare, me la caverò da sola…"

"Sicura tesoro?" domandò Jane.

"Sì, mamma"

"Bene piccola, mi raccomando non cacciarti nei guai, segui le regole, e studia…vedrai che un anno passerà in fretta!"

"Mi sono mai cacciata nei guai fino ad ora papà?" domandò sua figlia, con un sorrisino.

"No, ma non si sa mai…"

"Oh andiamo! Cosa potrebbe succedere?" rise Hermione.

"Nulla, almeno lo spero…"

"Ciao papà!"

"Ciao piccola!" si abbracciarono.

"Verremo a prenderti quando inizieranno le vacanze di Natale, tu intanto studia, fa la brava e scrivici mi raccomando!" si raccomandò la donna, emozionata.

"Certo mamma!" anche Hermione aveva le lacrime agli occhi. Sua madre si inginocchiò di fronte a lei e le pose entrambe le mani sulle guance.

"Sarà un’esperienza fantastica! Me lo sento!" affermò, dandole un bacio sulla fronte.

Lei sorrise. Non appena sua madre la lasciò andare riprese il carrello e si posizionò di fronte al passaggio, parecchio più distante. Si voltò ancora verso i suoi genitori e tutti e tre si salutarono agitando le mani. La ragazza sospirò e corse verso la colonna, poco dopo sparì.

La Signora Granger si strinse al marito.

"Nostra figlia è diventata grande ormai…"

"Già, non è più una bambina…"

Si sorrisero e fianco a fianco si incamminarono verso l’uscita. Poco dopo, passarono accanto ad un ragazzo moro con gli occhiali che stava chiedendo informazioni ad un controllore che, evidentemente perplesso, rideva della sua domanda.

***

Aveva riposto i bagagli e stava salendo sul treno, fortunatamente trovò uno scompartimento vuoto. Si sedette accanto al finestrino ed estrasse un libro intitolato "Storia di Hogwarts" il segnalibro si trovava più o meno alla metà, lo aprì e si immerse nella lettura. Alcuni minuti dopo entrò un ragazzo abbastanza robusto con le guance paffute e l’aria disorientata, accompagnato da un’elegante signora che snocciolava rimproveri uno dietro l’altro al poveretto. Poco dopo se ne andò. Hermione aveva finto di leggere per tutto il tempo, ma in realtà aveva ascoltato.

"Ehm…c-ciao…" lo sentì dire, titubante. Alzò appena gli occhi dal libro.

"Ciao"

"Sono Neville Paciock" si presentò.

"Hermione Granger" rispose, tornando a leggere.

Le veniva naturale essere fredda e distaccata con i suoi coetanei, non sapeva perché ma succedeva ogni volta, voleva far sì che gli altri la considerassero una persona sicura e intelligente.

"O-okay…" quel ragazzo si comportava davvero come un bambino piccolo e impaurito.

Trascorsero i minuti, entrarono altre due ragazze che si presentarono come Calì e Padma Patil e che presero a chiacchierare fra loro. Ad un certo punto Neville si mise a cercare qualcosa nella tasca dei pantaloni.

"Oh no!" esclamò poco dopo. Le sorella Patil lo fissarono e anche Hermione.

"Il mio rospo! E’ scomparso!"

"Un rospo?! Bleah!!" Padma assunse un’espressione disgustata.

"Calamti! Vedrai che sarà qui in giro!" disse Hermione, chiudendo il libro e alzandosi mentre Neville si guardava attorno, disperato. Cercarono in tutta la cabina ma non c’era nessuna traccia del rospo.

"Tu continua a cercare qui, io vado fuori a domandare se qualcuno l’ha visto" detto questo uscì.

Domandò a tutti gli studenti, nessuno l’aveva visto.

"Ma dove si sarà cacciato quel maledetto rospo?!" si era domandata, con rabbia, facendo la sua apparizione sulla porta dell’ultimo scompartimento.

All’interno c’erano due ragazzi: uno con i capelli rossi e con la bacchetta alzata, in direzione di un topo grigio con la testa infilata in una scatola di Gelatine Tutti i Gusti+1, l’altro era moro con gli occhiali, stava osservando il rosso con un’espressione tra il curioso e il preoccupato.

"Qualcuno ha visto un rospo? Un ragazzo di nome Neville l’ha perso…" quante volte l’aveva ripetuta quella frase durante l’ultima mezz’ora?

"No" risposero.

"Oh! State facendo magia! Vediamo allora…" il rosso si schiarì la voce e pronunciò una strana filastrocca che le fece venire da ridere, si limitò ad un sorriso dal momento che non successe nulla.

"Sei sicuro che sia un vero incantesimo? Beh…non funziona direi…naturalmente anch’io ho provato a farne alcuni semplici…e mi sono riusciti sempre!" raggiunse il secondo ragazzo e si sedette sul sedile di fronte estraendo la bacchetta e puntandola sui suoi occhiali.

"Per esempio…Oculus Reparo!" il moro si tolse gli occhiali con la bocca spalancata per lo stupore.

"Va meglio, dico bene?" improvvisamente lo riconobbe e si diede della stupida per non essersene resa conto subito.

"Per tutte le cavallette! Tu sei Harry Potter!" decise che era meglio presentarsi:" Io sono Hermione Granger e…tu sei?" domandò schifata al ragazzo con i capelli rossi.

"Ron Weasley"

"Piacere" disse, distogliendo lo sguardo.

"Vi conviene indossare le vostre divise…credo che manchi poco all’arrivo…" e uscì velocemente dallo scompartimento, facendo notare a quel Ron, o come diavolo si chiamava che aveva dello sporco sul naso.

Una luce bianco-argentea fece ritornare Harry al presente, sentì le sue mani nuovamente posate sull’erba umida. Era stato come sognare, aveva rivisto se stesso e Hermione a undici anni, sapeva cos’era successo. Hermione si era veramente alleata con Voldemort. Il pensiero gli fece provare una dolorosa fitta al cuore, si rese conto solo in quel momento, di stare fissando il terreno, quindi alzò lo sguardo: Hermione era inginocchiata sull’erba ed aveva la sua stessa espressione disorientata, evidentemente anche lei aveva rivisto quei momenti, Voldemort attorniato dai suoi Mangiamorte, aveva un ghigno compiaciuto sulla bocca, si avvicinò al ragazzo di qualche passo.

"Allora Harry, adesso mi credi?! Che effetto ti ha fatto vedere la tua adorata mezzosangue allearsi con il tuo peggior nemico?"

Non disse nulla, si limitò a lanciare un’occhiata a Hermione e la vide abbassare gli occhi con aria mortificata. Gli tornò in mente una frase.

"Cosa intendevi dire con ‘niente coinvolgimenti’?" poteva essere stato soltanto un modo per intimorirla, ma lui era convinto che ci fosse ben altro.

"Inizialmente nemmeno la tua cara Hermione lo capì, ma dal terzo anno iniziò a comprendere il significato delle mie parole…" apparve di nuovo quella specie di specchio, avvertì la sensazione di poco prima e fu catapultato in un altro ricordo:

Hermione camminava avanti e indietro per il dormitorio femminile, con la testa fra le mani.

"Oh no…no…no…no!" ripeteva, con voce terrorizzata:"E se il Signore Oscuro lo scoprisse?!"

Si fermò, buttandosi sul letto.

"Perché proprio lui? Con tutti i ragazzi che ci sono…" sospirò.

Bussarono alla porta, poco dopo, la testa di Harry apparve dall’apertura. Lei si mise a sedere di scatto.

"Hermione, sei pronta? Dobbiamo andare da Hagrid…"

"Sì, arrivo!" si alzò e lo raggiunse, scesero di sotto, Ron li aspettava appoggiato al divano della sala comune.

"Finalmente! Che stavate facendo?"

"Niente, perché?" domandò Harry. Ron scosse la testa, facendo capire che non aveva importanza.

Lo precedettero, camminando in direzione del ritratto e palrando fra loro, il rosso il osservava, erano proprio affiatati…

"Solo amicizia" si ripeté per la millesima volta quell’anno:"Sono amici, nient’altro" ma più se lo ripeteva, meno ne era convinto. Certo, Harry era ricco, famoso, bello, proprio il ragazzo ideale.

"E’ per questo che le piace" in realtà era sicuro che ci fosse qualcos’altro, qualcosa che rendeva Harry speciale per Hermione…ma cosa? E perché non poteva possederla anche lui questa particolarità?

"Perché tu non sei Harry…" gli disse una vocina, dentro la sua testa. Forse non c’era nulla di particolare nel suo amico, forse, lui e Hermione erano semplicemente nati per stare insieme.

"Ronald! Vieni o dobbiamo aspettare che Fierobecco venga giustiziato prima del nostro arrivo?!" urlò Hermione.

"Arrivo! Arrivo!" e li raggiunse.

Ed eccolo di nuovo al presente. Era tutto molto più chiaro, il suo nemico doveva aver avuto il sospetto o la sensazione che sarebbe potuto nascere qualcosa fra lui e la sua migliore amica, quindi l'aveva avvertita di non commettere l'errore di innamorarsi di lui, ma l'amore non è una cosa che si può controllare, questo, Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, lo ignorava.

"Hai visto abbastanza, Potter" sentenziò Voldemort, lugubre:" In piedi!" gli lanciò la sua bacchetta.

Trascinò Hermione di fronte a lui, che spalancò gli occhi, incredulo.

"No…" sussurrò, capendo.

"Sì, Potter…"

Non avrebbe mai potuto colpirla, non ne aveva il coraggio.

"Mezzosangue! Sai che succede se non lo fai!" urlò il Signore Oscuro.

Hermione aveva la testa leggermente inclinata e gli occhi chiusi con forza. Puntò la bacchetta su Harry, tremando.

"Expelliarmus!" mentre la luce rossa procedeva nella sua direzione, lui rimase a fissarla. Hermione aveva lanciato un incantesimo contro di lui. Come si sentiva strano, era come se gli avessero strappato il cuore dal petto. La persona di fronte a lui non somigliava affatto alla ragazza con cui aveva trascorso la notte o alla madre affettuosa che era stata per anni con la sua bambina.

"Protego!" davanti a lui si creò una barriera quasi invisibile che respinse l'incatesimo. Decise che non sarebbe rimasto lì a guardare, se Hermione non si opponeva a Voldemort, lui non avrebbe subito senza reagire.

"Stupeficium!" proseguirono con incantesimi di attacco e difesa per diverso tempo, senza passare alle maledizioni senza perdono. Improvvisamente, dopo aver parato l'ennesimo Expelliarmus, Hermione si fermò, così fece Harry, decisamente confuso. Che succedeva?

"Fallo!" ordinò Voldemort, lei tremava per la rabbia, esitando.

"Molto bene..." disse lui molti minuti dopo, fece per schioccare le dita...

"NO!! D'accordo lo faccio! Ma tu lascia in pace mia figlia!"

Che cosa c'entrava Lilian in tutta quella storia? Si domandò il ragazzo.

"Se tu lo farai, lei non sarà toccata...i patti erano chiari..."

"Quali patti?!" Harry necessitava di una spiegazione.

"Oh, Harry, è vero! Perdonaci! Tu non ne sei al corrente!" lo schernì il Signore Oscuro:" Tempo fa, io e la tua amica mezzosangue stringemmo un accordo, lei desiderava tanto ucciderti che io dovetti accontentarla ma le dissi chiaramente che se si fosse tirata indietro, sua figlia avrebbe dovuto morire!" Hermione lo fissava con gli occhi spalancati, così anche Harry.

"No Harry! Non è vero! Lui mi ha ricattata! Ha detto che se non avessi combattuto contro di te avrebbe ucciso Lilian!!" urlò lei, disperata, con gli occhi lucidi.

"Non ascoltarla Harry, non c'è niente di vero in quello che dice...lei non ha fatto altro che mentirti..." sussurrò Voldemort, all'orecchio del ragazzo, che aveva il volto privo di espressione.

"Harry non ascoltarlo! Sta giocando con la tua mente! Vuole che tu sia invaso dall'odio cosicché possa manipolarti a suo piacimento!"

"Non lasciarti incantare dalle sue parole, vuole solo farti del male Harry...non ha fatto altro che farti del male...chi ti assicura che lei non sia più innamorata del tuo migliore amico? Chi ti dà la certezza che quella bambina sia veramente figlia tua? Uno stupido foglio di pergamena? Unisciti a me Harry, l'amore provoca solo dolore, nient'altro, se tu unisci a me non soffrirai mai più per quello stupido sentimento. Lei non ti ha mai amato Harry, infondo al cuore tu lo sai..."

"Harry, ti prego ascoltami! E' vero, ti ho mentito su tutta questa storia, ma voglio che tu sappia che sui miei sentimenti per te non ho mai mentito! Non ho mentito sulla nostra amicizia, piuttosto che negare di amarti alla follia mi ucciderei! E non ti ho mai mentito su nostra figlia!"

"Oh! Ma che discorso commovente! Mi viene da piangere!" recitò Voldemort.

Camminò speditò verso Hermione e le diede uno schiaffo tanto forte da farla cadere. Lei si rialzò subito mentre lui le lanciava la bacchetta. Gli rivolse un sorrisetto comipiaciuto mentre si posizionava nuovamente di fronte ad Harry, con l’aria distrutta, come se dovesse morire da un momento all’altro. Puntò la bacchetta contro di lui. Chiuse gli occhi.

"Crucio!" urlò.

Harry sapeva di non avere speranze, nessun incantesimo di protezione avrebbe funzionato, inoltre era accaduto tutto troppo in fretta. Si preparò a sentire un dolore lancinante: quando l’incantesimo lo colpì, non accadde nulla, anzi, sentiva la mente vuota e il corpo leggero, come se fosse fatto di aria. Per un attimo pensò di essere morto…ma com’era possibile?

"Contorciti e urla…" era la voce di Hermione, pareva lontanissima, lui non si oppose, fece quanto lei aveva detto. Dopo quella che gli parve un’eternità, tornò ad essere padrone di se stesso, sentendosi un po’ frastornato. Guardò Hermione, sembrava il doppio più stanca di prima, non realizzò immediatamente quanto fosse accaduto, ma poi comprese che la ragazza, in qualche modo, doveva aver lanciato il Cruciatus sottoforma verbale e Imperus subito dopo, in forma non verbale, annullando così gli effetti del primo ed evitando che Harry sentisse dolore. Il moro si domandò come avesse fatto, di certo non era una cosa molto facile, tantomeno rilassante.

Soltanto in quel momento si accorse della risata di Voldemort.

"Allora Potter, fa male?" lui cercò di assumere un’espressione sofferente.

"Chiudi la mente, chiudi la mente…" temeva che il suo nemico sarebbe stato intenzionato a leggergli la mente, se avesse sospettato qualcosa. Cercò di scacciare ogni emozione, ogni pensiero, ma era complicato, vista la situazione in cui si trovava. Si rimise in piedi lanciando una rapida occhiata ad Hermione.

"Lo vedi Potter? La tua amata non prova alcuna pietà per te!" i suoi occhi si ridussero a fessure. Cominciò a fargli male la testa, si concentrò su ciò che era accaduto poco prima.

"Hermione non prova alcuna pietà per me..."

"Lei non ti ama..."

"Lei non mi ama..."

La ragazza non riusciva a credere a ciò che udiva, Harry pareva veramente un robot, che ripeteva tutto quello che veniva detto:"Harry..." sussurrò.

"E' innamorata del tuo migliore amico..." Voldemort era dietro ad Harry.

"E' innamorata del mio migliore amico..."

"La bambina che è nata non è figlia tua..."

"La bambina che è nata non è figlia mia..."

"Dimentica Harry, dimentica tutto"

"Dimentico, dimentico tutto"

"E se ti dicessi Hermione Granger?"

"Chi è Hermione Granger?" lei sentì una fitta al cuore.

"Chi sono i tuoi amici Harry?"


"Io non ho amici"

"E tua figlia?"

"Non ho una figlia"

"Che cosa scegli? Odio o amore?"

""Amore" sorrise. Voldemort spalancò gli occhi, spiazzato.

Harry si voltò e con una spinta lo fece cadere, puntandogli la bacchetta sul viso, con espressione furiosa.

"Credevi che mi sarei lasciato manipolare tanto facilmente? Pensavi forse che mi sarei schierato dalla tua parte dopo che hai ucciso i miei genitori e tutti quegli innocenti?! Con quale coraggio credi che potrei dimenticare mia figlia e Hermione?! Tu non sai cosa sia l'amore, non sai che può essere anche una cosa bellissima, non lo sai perché non conosci questo sentimento, per questo provo pena per te, perché chi non ama non è una persona viva. Chi prova soltanto odio non capirà mai quanto può essere bella la vita. Adesso tu hai finito di fare del male alla gente, perché questa storia finisce qui. Questo è per i miei genitori e per tutti coloro che sono morti o che hanno sofferto per mano di Lord Voldemort! Avada Kedavra!" una luce verde uscì dalla bacchetta di Harry, colpendo Voldemort che poco dopo chiuse gli occhi. I Mangiamorte fuggirono, prima che Harry potesse fare qualcosa per fermarli.

Il portone d’ingresso si aprì poco dopo, ne uscì Lilian, di corsa, ancora con il pigiama addosso. Ron e Ginny evidentemente avevano tentato di fermarla, ma inutilmente. La seguì tutta la scuola, professori compresi. Notando Voldemort morto esultarono tutti, più felici che mai. Harry vide sua figlia sorridere e correre verso di lui, saltandogli in braccio, lui la strinse. Ron e Ginny lanciarono un’occhiata confusa a Hermione, dal momento che indossava ancora la tunica nera, che in risposta esibì un sorriso accennato, guardò Harry e sua figlia e sospirò triste, incamminandosi verso il castello, senza unirsi ai festeggiamenti. Mentre i suoi due amici si congratulavano, Harry la vide, camminava a testa bassa, incurante di coloro che le stavano attorno radiosi. La sua espressione si fece seria e pensierosa, mentre arrivarono gli altri compagni di Grifondoro festanti, che lo abbracciarono e si congratularono, lo avevano accerchiato, non aveva possibilità di fuga, perciò rimase con loro, le avrebbe parlato più tardi.

Note dell’autrice:

E’ un ritardo tremendo, non ho scusanti, più di due mesi sono tantissimi, me ne rendo conto. Purtroppo ho iniziato il primo anno di superiori a settembre ed ho fatto veramente fatica ad abituarmi al tutto, essendomi trovata in una classe senza nessuno/a compagno/a delle medie, avendo cambiato orario (sei ore di scuola dal lunedì al venerdì più cinque il sabato) e insegnanti, potete immaginarvi. Per non parlare poi dei compiti…spero quindi che possiate capirmi. Ma ritorniamo al capitolo!^^ Devo confessarvi che non sarebbe completo…a questo se ne aggiunge un altro pezzo, perché non li ho uniti entrambi? Beh, ci pensavo proprio ieri sera e sono arrivata alla conclusione che, essendo molto tempo che non aggiornavo, sarebbe stato meglio dividere il capitolo, (anche perché temevo risultasse lungo come quello precedente), in modo da non farvi attendere oltre. Mi auguro che siate felici di questa cosa!^^

Risposte alle recensioni:

marco: eheh…purtroppo è proprio lei! Preparate le armi? ;) Grazie della recensione!^^

lisepotter: Hermione sì…sotto imperio non direi…riguardo il resto penso proprio che…lo scoprirai più avanti!^^ Grazie anche a te! Ciao!

Jojipv: anch’io sono un’inguaribile romantica! Eh sì…era proprio ora!^^ Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto!

Grazie della recensione! Ciao ciao!

Hil: ci hanno messo un bel po’! Come avrai notato è proprio Hermione…non hai sbagliato.^^ Grazie anche a te!

kuklin: ci hai azzeccato in pieno! O_o Complimenti!^^

granger90: Sono felice che tu sia felice!^^ E qui si scopre che fine ha fatto Hermione…grazie anche a te della recensione(fa anche rima!).

Ele: Che dire? Grazie mille! No, Ron proprio no. Eh già…vallo a dire a lei…:(

principessa: Grazie! Eh sì…è lei!^^ Ciao ciao!

steg94: non importa non preoccuparti!^^ Grazie molte anche a te! Sulla questione di Hermione: esatto!^^ Ciao!

E ho concluso anche per questo capitolo! Come sempre, grazie a tutti/e coloro che hanno recensito o semplicemente letto la mia storia!^^ Al prossimo capitolo (non credo ci metterò molto, l’ho quasi terminato!)! Un bacione!

Lady Giuly93

  
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