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Autore: redvines    20/04/2013    1 recensioni
"Avevo più o meno quattordici anni quando comparve la mia prima piuma, impressa sulla schiena: era certamente uno di quei giorni che mi avrebbe accompagnato per il resto della vita.
Prima di allora avevo sempre avuto due piccole voglie all'altezza delle scapole, ma nessuno ci aveva mai fatto troppo caso. Quando però cominciarono a diventare sempre più rosse e a prudere, un dolore che oltretutto non smetteva mai, i miei genitori cominciarono a preoccuparsi, ma era già troppo tardi: infatti, qualche giorno dopo, una piccola piuma grigia con riflessi argento e blu petrolio apparì sulla mia pelle come dal nulla. I miei genitori divennero furiosi e mi misero in punizione per mesi, ma non potevano certo sapere che quei disegni sulla mia cute, durante quel periodo, si moltiplicarono, arrivando a ricoprirmi interamente fino all'altezza delle cosce, non lasciando più uno spazio di chiara pelle libero."
Sono semplici ragazzi con un dono speciale che dovranno imparare a combattere, lottare e amare insieme, condividendo passioni, amicizie e un nemico comune per la sopravvivenza della loro specie: divisi tra bianchi e neri, Luci e Tenebre, questi ragazzi impareranno a loro spese che ogni angelo ha bisogno del suo custode.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Brittany Pierce, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Santana Lopez, Sebastian Smythe
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2

 

Ormai ci eravamo quasi.
La torre si innalzava a qualche chilometro di distanza e saremmo arrivati in poco tempo. Non avevamo un piano, non eravamo pronti. Io, Kurt e Santana ci eravamo limitati a seguire Gale, che per tutto il tempo non aveva fatto altro che guardare dritto davanti a sè, impassibile.
Era furioso.
E preoccupato.
Non ci aveva più rivolto la parola, nemmeno per delle semplici indicazioni. Doveva essere davvero in pensiero, ma dentro di me, di certo, le cose non andavano meglio: l'immagine di Denny era ben chiara nella testa. Come aveva potuto tradirci così? Soprattutto non capivo come aveva potuto tradire me così. Era tutta colpa sua, doveva proteggere Beth e invece l'aveva portata dritta nelle mani di Hunter. Sapevo che era andata in quel modo, ma non volevo crederci lo stesso. Dopo tutto quello che io avevo fatto per lui, e che lui aveva fatto per me, tutto quello che avevamo passato insieme, la fiducia.. Svanito, con un atto del genere. Un atto talmente stupido che non riuscivo a capire e forse non ci sarei mai riuscita. Ma quelle labbra, quelle mani, io non riuscivo proprio a togliermele dalla testa. Come potevo pensare ancora a lui in quel modo? Era sbagliato, eppure così naturale. Probabilmente stavo iniziando a innamorarmi. Ma si sa che tutto va storto e prende sempre le pieghe più inaspettate; come il fidanzato che improvvisamente tradisce tutta la tua specie.
Sbagliato, ma naturale.

<< Ragazzi prepariamoci, in picchiata, sulla cupola. Bisogna entrare e portare via Beth >>

Aveva finalmente parlato.

<< Come fai a sapere che è nel salone principale? >>
<< Semplice San, è lì che porta tutte le sue vittime, prima le impressiona, le fa sentire bene e poi.. >>

Il ragazzo non finì la frase. Forse nessuno di noi sarebbe riuscito a finirla, pensando a Beth.
Con un repentino cambio di rotta, ci diregemmo in alto, volando sempre più veloce e prendendo quanta più quota ci fosse possibile. Sarebbe stata una notte stupenda, senza contare tutti i casini in cui ci eravamo cacciati, ovviamente.

<< Ok, può bastare. Buona fortuna ragazzi >>

Gale spiegò le ali un'ultima volta, irrigidì tutto il corpo e si lasciò cadere a picco, nel vuoto, puntando la cupola.
Lo imitammo.
L'aria si abbatteva sul nostro viso e faceva quasi male da quanto andavamo veloci.
Mi sforzai di non pensare a Denny perchè tutto ciò che dovevo fare in quel momento era salvare Beth.
E non spiaccicarmi su quel vetro.

Sempre più vicino, sempre di più.

Portai entrambe le mani, chiuse a pugno, sopra la testa.

Le ali a punta dietro di me.

Spostai il viso di lato e chiusi gli occhi stringendoli forte.

Infine, mi tuffai, rompendo in mille pezzi quello che una volta fungeva da soffitto.

 

->>*<<-

 

Non riuscivo a credere a quello che stavo vedendo. Era tutto così surreale, non poteva essere vero.

La cupola sopra di noi si infranse, rilasciando una pioggia di scaglie affilate che si riversò sulle nostre teste. Istintivamente portai le braccia a coprirmi il capo, ma non ne ebbi bisogno. Qualcosa mi stava riparando, coprendo per intero tutto il mio corpo. Alzai lo sguardo e vidi una figura scura intorno a me e al ragazzo con cui, fino a poco tempo prima, stavo parlando.

Ero incredula.

Due enormi ali nere ci avvolgevano in un dolce abbraccio. Le accarezzai con la punta delle dita: erano di un morbido travolgente e quasi splendevano. Percorrendo tutta la loro superficie, mi accorsi che provenivano proprio da lui, quel ragazzo meraviglioso che aveva aspettato il mio risveglio.

Stavo sognando di certo.

Lo fissai scossa e ricambiò il mio sguardo. Nei suoi occhi c'era una strana luce, che non capì a pieno che cosa stesse nascondendo. Era sicuramente arrabbiato e non ci misi molto per rendermene conto: il suo petto si abbassava e si alzava troppo velocemente, con un ritmo che non era assolutamente normale. Ma c'era anche qualcos'altro. Paura forse? O delusione? Forse un misto tra i due.

Lo scambio di sguardi durò solo pochi attimi, infatti, spiccò il volo alla velocità della luce non appena la pioggia di vetro fu finita, lasciandomi li, da sola, nel mezzo del salone. Vidi che volò fino a una trave del soffito, atterrandoci sopra leggiadramente, e facendo degli strani scatti con la testa, come fosse un uccello.

Stava osservando.

A un certo punto fissò un punto preciso al di fuori della non più presente cupola e scoprì i denti, ringhiando.
Era un suono orribile, che sicuramente non prometteva nulla di buono. Si insinuò tra le mie ossa e mi fece accapponare la pelle.

Poi, eccole.

Altre quattro figure, due bianche e due nere, arrivarono, in picchiata, dal buco nel soffitto.
Non ci capivo più niente e cominciai ad arretrare, incespicando nei miei stessi piedi, in preda a una paura folle.
Allo stesso tempo ne ero affascinata.
Le due figure nere si lanciarono contro il ragazzo e vidi che una di queste teneva un coltello proprio davanti al suo viso: erano pronte ad attaccare. Sia quello splendido corvo che le due figure appena arrivate avevano qualcosa negli occhi: poco più di una scintilla, che però nascondeva al suo interno molto più di quello che dava a vedere. Neanche un minuto dopo si scagliarono le une contro le altre e cominciarono a combattere violentemente, sebbene tutto quello che riuscivo a percepire erano ali nere come la pece che si intrecciavano. Non ci feci comunque troppo caso perchè mi trovai davanti due bellissimi angeli. Ero sicura che lo fossero. Avevano entrambi le gigantesche ali bianche, candide e soffici, tipiche di quegli esseri. Una aveva lunghi ricci castani dotati di migliaia di riflessi biondi e rossi, con occhi di un colore tra il verde e il marrone, quasi fosse miele, mentre l'altro, corti capelli castani e un ciuffo ribelle che ricadeva sulla fronte, portato abilmente all'indietro, con occhi azzurri come il ghiaccio. Cercarono di parlarmi, ma io non sentì davvero ciò che mi stavano dicendo: ero in uno stato confusionale, non connettevo e non capivo più nulla. Troppe cose stavano accadendo insieme, troppo cose così impossibili, poi.

Sentì il pavimento che piano piano lasciava i miei piedi e un'ondata di fresca brezza notturna che mi accarezzava il viso, poi, più nulla.

 

->>*<<-

 

Beth era al sicuro ora.
Kurt era riuscito ad afferarla proprio mentre perdeva i sensi. Io e il ragazzo ci scambiammo uno sguardo e quello spiccò il volo, veloce. Sapevo che stava tornando a scuola, quindi non ci fu bisogno di parole.

Santana e Gale, intanto, stavano facendo del loro meglio per fermare Hunter. Non volevano che scappasse di nuovo, stavano cercando di farla finita una volta per tutte, anche se sapevano che senza Beth al loro fianco era quasi inutile. Andai comunque in loro aiuto.

Il corvo non aveva molto apprezzato il nostro arrivo e ora, un lungo taglio gli solcava il braccio destro. Stava perdendo molto sangue e teneva il braccio ferito con la mano libera, fininendo per imbrattare di rosso anche quella. Neanche il tempo di realizzare cosa fosse accaduto che feci giusto in tempo a evitare che un pugnale mi perforasse la spalla: Hunter si era avvitato su se stesso, velocissimo, e aveva formato un piccolo vortice di aria gelida intorno a Santana. La mora veniva scagliata da una parte all'altra della stanza e il coltello le era inevitabilmente scivolato di mano, proprio nella mia direzione. Come se fosse il gesto più semplice al mondo, il corvo immerse il braccio nel vortice da lui creato e l'aria smise automaticamente di girare: era riuscito ad afferrare la ragazza per la gola e la teneva sospesa, in aria. Le ali di lei si erano ritirate e le gambe scalciavano, cercando di liberarsi. Dalla mano del ragazzo scaturì una debole luce viola che lentamente le avvolse tutto il collo e la mora si immobilizzò all'istante, con la bocca e gli occhi spalancati.
Accelerai, ma Gale fortunatamente aveva riflessi migliori dei miei.
Prese Hunter per le spalle e lo scagliò con forza, contro la parete opposta a quella contro cui si trovavano. La ragazza cadde a terra, tenendosi l'area infiammata con entrambe le mani e cominciò a fare strani versi, tossendo convulsamente. Decisi di lasciare da solo Gale, in fondo se la sarebbe cavata meglio senza di me, invece Santana aveva assoluto bisogno del mio aiuto.
Mi chinai in fretta al suo fianco e le spostai delicatamente le mani che teneva arpionate al collo, cominciando ad accarezzarlo, con piccoli, dolci, movimenti circolari. Sentì un pò della mia forza lasciarmi: il flusso stava a poco a poco arrivando alla punta delle mie dita, per espandersi subito dopo nella zona ferita della ragazza che avevo davanti. Immediatamente Santana si rilassò. Il respiro tornò regolare e lentamente riaprì gli occhi. Ero stanca, anche solo per un gesto minimo come quello e la testa già cominciava a girarmi. Non ebbi nemmeno il tempo di riprendere le forze però, che sia io che Santana sobbalzammo, insieme. Gale era atterrato di schiena, a pochi metri da noi, schiantandosi a terra con un tonfo sordo.

<< Non avreste dovuto intromettervi! >>

Alzai lo sguardo, ma ciò che vidi mi sconvolse.

Era proprio così, come avevo intuito.

Di nuovo mi prese quella morsa alla bocca dello stomaco.

Ma stavolta ero infuriata.

Quello stupido era di fianco a Hunter, e lo aiutava a sorreggersi con un braccio intorno alla vita. Negli occhi aveva puro odio.

<< Denny! >>

Urlai con quanto fiato avevo in gola. Non volevo crederci, tutte le mie paure erano fondate.
Ci aveva veramente tradito.

Hunter puntò le lunghe dita affusolate contro di noi e istantaneamente scagliò una saetta bianca, andando un poco indietro per la forza di quel colpo. Il fulmine cadde a pochi centimetri da me. Fortunatamente facemmo in tempo a schermarci dal colpo con le ali, conoscevamo troppo bene, infatti, quel corvo da non aspettarcelo. Dopodichè i due se ne andarono, scomparendo nella notte.
Forse avevo visto male, ma mentre volava via, Denny si era girato, un'ultima volta, per guardarmi. Probabilmente mi sbagliavo, ma ciò che lessi nei suoi occhi fu un "mi dispiace" non detto.

 

->>*<<-

 

Quando arrivammo alla Galsen era tutto in subbuglio. La notizia che i servi di Hunter avevano rapito una studentessa dell'accademia era girata molto velocemente e aveva fatto un sacco di scalpore. Nessuno sapeva chi fosse la ragazza, a parte i professori e noi, ovviamente.

Appena entrammo dal portone principale il professor Remus ci venne incontro. Cavolo, ma un attimo di respiro mai?

<< Cosa ci fate ancora in giro? Nei dormitori, immediatamente! Non avete sentito la comunicazione della Nocsis? Su, su! >>

Rispose Gale per fortuna, io non ero in grado nemmeno di allacciarmi le scarpe dopo una giornata del genere.
Ah ecco, ne avevo una slacciata proprio in questo momento.
Al diavolo.

<< Professore, siamo appena rientrati. Eravamo con la signorina McKelle, l'abbiamo.. Aiutata >>

Remus spalancò i piccoli occhi.

<< Oh, ehm.. Io non, non ero al corrente che anche altri studenti fossero coinvolti. Venite in infermeria allora, presto >>

Lo seguimmo, senza protestare. Eravamo conciati male, molto. Io ancora non avevo recuperato tutte le forze dopo aver alleviato il dolore a Santana, e lei era ancora scossa. In più la ragazza aveva anche una leggera bruciatura sull'ala sinistra, dovuta al fulmine scagliatoci contro. E Gale, beh, non voleva ammetterlo, ma aveva una spalla lussata.

Mentre camminavamo nei corridoi pensai al professor Remus, che in quel momento mi stava davanti. Era un uomo non molto alto, con barbetta corta e capelli bianchi. Portava abiti verdi e un panciotto oro decisamente troppo stretto per lui. L'avevo sempre trovato buffo, ma degno di rispetto. Non si era mai rifiutato di aiutare qualcuno.. E il mio pensiero tornò a Denny. Fortunatamente, però, il professore ci aprì la porta dell'infermieria a cui eravamo appena arrivati, rimanendo all'esterno.

<< McKelle e Hummel sono già dentro. Questa notte rimarrete insieme, qui. I dormitori sono stati sigillati per precauzione, e gli studenti non possono nè uscire nè entrare. Se avete bisogno di qualcosa non esitate a chiamare. Buonanotte >>

No, proprio non sarebbe stata una "buonanotte". Entrammo e subito dopo le porte vennero sbarrate.

 

->>*<<-

 

<< Ragazzi finalmente, stavo cominciando a preoccuparmi.. >>

Kurt ci squadrò, uno per uno, dalla testa ai piedi e lo stupore si fece largo sul suo volto.

<< Ma.. Siete messi malissimo! >>

Scoppiamo a ridere a quell'affermazione, tutti insieme.

<< Grazie Kurtie, non ce n'eravamo accorti >>
<< Chiamo subito l'infermiera >>

E così detto, il ragazzo andò, correndo, verso la cornetta. Santana, approffittando del momento, si abbandonò su una poltrona, ma non appena vi appoggiò la schiena, gemette. La guardai fare una smorfia e non potei che sorriderle comprensiva. Anche io realizzai di non stare per niente bene, e non solo per lo stordimento dovuto all'uso del mio potere. Kurt, comunque, tornò quasi subito; probabilmente avrebbe voluto un resoconto dettagliato di tutto ciò che era successo in sua assenza.

<< Volete spiegarmi cos'è successo? Non era una missione "prendi e scappa"? Perchè vi siete trattenuti tanto! >>

Mi accasciai su me stessa, lasciandomi cadere a ridosso della parete alle mie spalle.

<< E' arrivato Denny >>

Il ragazzo mi guardò con occhi grandi e scuri, aggrottando la fronte. Proseguì.

<< Ci ha tradito. Sta con Hunter adesso >>

Le lacrime lottavano per uscire, ma non volevo piangere. Le ricacciai indietro.

<< Mi dispiace tanto Rach.. >>
<< E' un coglione patentato! >>

Gridò la mora, alzandosi dalla poltrona su cui si era stravaccata. Sempre la solita.

<< Questa volta concordo con lei, non sa quello che ha fatto >>

Disse Kurt. Abbozzai un leggero sorriso ad entrambi.

<< E adesso dovrò combatterci contro, come se fossimo nemici >>

Confermai con rammarico.
Gale era irrequieto già da quando avevo nominato Denny la prima volta e il suo intervento non tardò ad arrivare.

<< E' un nostro nemico, da oggi, ufficialmente, niente di più, niente di meno >>

Kurt però non era del tutto convinto.

<< Eppure mi sembra così strano, perchè avrebbe.. >>

Gale, al contrario, era fin troppo sicuro.

<< No Kurt! Non è per niente strano! Cosa ti aspetti da un Figlio delle Tenebre? Niente, niente di buono! >>

Non ce la feci ad ascoltare oltre e scoppiai.

<< Anche tu sei un Figlio delle Tenebre! >>

Ecco, centrato in pieno.

<< Io non sono lui.. >>

Il ragazzo si avvicinò e lo ritrovai a un centimetro dal mio viso, ma non mi tirai indietro, anzi, alzai il mento ancora di più, sebbene mi superasse non di poco. Proprio mentre stavo per ribattere l'ascensore in fondo alla stanza si aprì e ne uscì Mary Margaret, con tanto di ago e filo in mano.

<< Allora, chi ha bisogno di qualche punto? >>

 

->>*<<-

 

Non ci credevo. Avevo perso i sensi tre volte in un giorno solo! Mondiale, solo a me poteva capitare.

Mi alzai dal cuscino, sedendomi, ma il movimento fu troppo veloce e la testa cominciò a pulsare. Mi portai una mano sulla fronte e sentì che scottava terribilmente. Grandioso, pure la febbre.
Mi accorsi di non avevo i miei vestiti, ma una tunica da ospedale. Un attimo, ma dove mi trovavo?
Diedi una rapida occhiata e la riconobbi subito.
Era l'infermeria della Galsen.
La Galsen!
Oddio, ora ricordavo, la memoria era tornata!
Subito, tutto quello che era successo mi travolse, con furia, come una tromba d'aria. E con essa, la consapevolezza di tutti quegli avvenimenti.

Kurt, Rachel, Gale e Santana mi avevano portata alla scuola.

Mi avevano portato alla Galsen perchè mi trovavo con Hunter, nella sua fortezza.

Tutto ciò non aveva senso.

Avevo bisogno di vederli, di parlarci e di chiarire.
Corsi giù dal letto, verso la porta. Più mi avvicinavo e più riconoscevo le voci.

Erano loro.

Misi una mano sulla maniglia, ma mi fermai. Rachel stava parlando e non sembrava troppo felice.

<< ..Non intendo dirglielo! Non voglio, no. Sarebbe ingiusto, questo è un mio problema! Non è questo il momento.. >>

Sì, era arrabbiata e dispiaciuta, anche un orecchio inesperto l'avrebbe capito.

<< Devi! Se non lo fai tu, lo farò personalmente! Deve sapere! >>

Oddio, Gale.

<< Non è giusto tenerla allo scuro e lo sai. E' una tua amica >>

Di che diamine stavano parlando?

<< Lo so, è solo che.. non adesso. A tempo debito, quando mi sarà passata >>

Il tono del ragazzo cambiò, diventando improvvisamente più dolce.

<< Sai perfettamente che non ti passerà tanto velocemente.. >>

Non potei seguire oltre la conversazione.

Qualcosa mi si avvinghiò alla gamba.

E urlai con quanto fiato avevo in gola.

 

->>*<<-

 

<< Aaaaaaaaaah! >>

Feci un salto all'indietro e per poco non caddi a terra. Mi misi in posizione di difesa, aspettando che qualunque cosa fosse si facesse avanti.

<< Meeow! Ffffh! >>

Non ci potevo credere.

Era Miusli, il gatto di Mary Margaret.

Un gatto.

Un gatto!

<< Cavolo Miusli, cattivo! Mi hai fatto prendere un colpo! >>

Pestai un piede per terra e il micio scappò via, correndo e soffiando alla velocità della luce, con quell'aria da saputello superiore che solo i gatti sanno fare.
Ecco, avevano smesso di parlare ovviamente.
Beh, era prevedibile, con quell'urlo dovevano avermi sentito anche in capo al mondo.
Stupido gatto.

 

->>*<<-

 

<< Cos'è stato? Era Beth? >>

Santana era perfettamente sveglia, adesso. Non aveva fatto altro che dormire per il tutto il tempo, mentre Mary Margaret ci medicava e si prendeva cura delle ferite di ognuno di noi. La donna era stata brava e veloce, anche se con Gale c'era voluto più del previsto: il ragazzone non aveva smesso di lamentarsi nemmeno per un attimo. Per poco non fuggiva dalla stanza.

<< Credo di si, è nella camera privata >>

Si vedeva lontano un miglio che Kurt stava per crollare dal sonno, ma non voleva lasciarci da soli. Io comunque ero quella messa peggio: ero a pezzi e scure occhiaie mi segnavano il viso. Ma poco mi importava in quel momento.

Ci alzammo tutti all'unisono e ci dirigemmo alla svelta verso l'entrata della camera dove si trovava Beth. Aprì io la porta.

Eccola, era lì, a piedi scalzi.

Si girò e ci guardammo per secondi che parvero interminabili.

L'attimo dopo, eravamo strette l'una all'altra. Fu così abbracciate che cominciai a piangere davvero. Tutte le lacrime che avevo ricacciato dentro, fuoriuscirono in una volta sola. La ragazza cominciò ad accarezzarmi i capelli.

<< Mi sei mancata >>

Un altro singhiozzo, più forte.

<< E mi dispiace di non averti riconociuta al telefono >>

Sciolsi la stretta e la guardai, perplessa. Si stava davvero scusando per aver perso la memoria? Cominciai a ridere, e le lacrime si tramutarono in rossore, sulle mie guance.

<< Ma stai scherzando? Non ti ricordavi più niente! >>

Cominciò a ridere anche lei. Aveva un sorriso che illuminava tutta la stanza. Era.. Contagioso. E infatti anche gli altri cominciarono, all'istante.
Poi l'abbraccio passò a Kurt: lui l'avvolse completamente e cominciò a tracciare piccoli cerchi immaginari sulla sua schiena con le sue dita sottili.

<< Non farlo mai più, hai capito? Mai più >>

Lei gli lasciò un bacio sulla guancia.

<< Grazie per la splendida gita turistica, sei stato bravo >>
<< Osi dubitare delle mie capacità di volo? >>
<< Questo mai! >>

Un altro bacio.

<< Adoro il mio isterico amico gay >>

Così la ragazza gli si strinse al petto.
Arrivò, infine, il turno di Santana, che, strattonando Kurt e ricevendo una gelida occhiataccia da quest'ultimo, la abbracciò, sollevandola da terra.

<< Tu signorina devi raccontarmi un pò di cose >>

Le due rimasero così avvinghiate ancora qualche istante, poi finalmente Beth potè ritoccare terra con i suoi piedi. Santana diede un pugno sulla spalla di Kurt, e ricevette di rimando una linguaccia. Adorava farlo arrabbiare.

<< Potete uscire perfavore? Devo stare da solo con lei >>

Cavolo.

Speravo solo che Gale non raccontasse di Denny a Beth. Non volevo che lei lo sapesse, prima dovevo almeno capire io. Glielo avrei detto, una volta sbollita un pò la rabbia.
Solo.. Non adesso.
Prima di lasciare la stanza feci un rapido sorriso a Beth e, fissando Gale, sperai con tutta me stessa che capisse il significato intrinseco di quello sguardo.

 

->>*<<-

 

Ero così contenta di aver rivisto tutti.
Ed ero ancora più contenta di poter stare finalmente da sola, con Gale.
Mi era sembrato più cupo del solito e tutto ciò che volevo fare in quel momento era avere le sue soffici labbra sulle mie. Lo desideravo da morire, ma lui era sempre così distante. In fondo la speranza è sempre l'ultima a morire.
Senza ancora aver avuto la possibilità di guardarlo dritto negli occhi, ci sedemmo sul letto.

<< Stai bene? >>

Teneva lo sguardo basso, sulle sue mani.

<< Si, beh, insomma. Ho ancora mal di testa e.. Penso di avere un pò di febbre >>

Si decise ad alzare gli occhi.

Quei suoi splendidi occhi azzurri.

Portò una mano sulla mia fronte, ritraendola immediatamente dopo.

<< Ma sei bollente! >>

La lasciò poi scivolare su una mia guancia e, istintivamente, mi ci premetti contro, approfondendo quel contatto e chiudendo gli occhi stanchi. Riprese a parlare.

<< Ho avuto paura.. >>

La voce del ragazzo era ferma, decisa.

<< Ho avuto paura di perderti >>

Avevo capito bene.
Aprì gli occhi e lo fissai, intensamente. Portai una mano al suo petto, all'altezza del cuore. Sembrò capire, e la strinse. Continuò.

<< Prometto di non lasciarti mai da sola, ti seguirò ovunque, anche in bagno se vorrai, ma non voglio più perderti di vista. Voglio averti qui, sotto i miei occhi. Non posso pensare di passare ancora del tempo così, senza sapere dove cercarti, senza sapere dove ti trovi. Mai più, chiaro? >>

Non riuscivo a pensare a niente, ero come in trance, come se non fossi realmente lì.

<< Chiaro >>

Ottimo, l'unica cosa decente che mi passava per la testa non poteva essere qualcosa di più riduttivo.

<< Ma per il bagno, facciamo che mi aspetti fuori dalla porta >>

Sorrise. Dio, era veramente perfetto.
Gli spostai un ciuffo di capelli scuri dietro l'orecchio. Poi mi abbraccìò. Non so per quanto tempo rimanemmo così, comunque mai abbastanza. Avrei potuto vivere, tra le sue braccia. Ci staccamo solo perchè cominciai a tremare: avevo i brividi e i denti mi battevano per il freddo. Mi mise sotto le coperte con molta delicatezza, e io mi ci avvolsi all'istante, a bruco. Preparò un nauseante infuso di erbe, lasciato gentilmente da Mary Margaret e che dovetti bere per forza. Feci una smorfia di disgusto e il ragazzo cominciò a ridere. Aveva la risata più bella del mondo.
Mi diede un lieve bacio sulla fronte.

<< Cerca di riposare, ci vediamo domani. Sarò qui, davanti alla porta >>

Gale spense la luce e se ne andò. Crollai subito in un sonno profondo, senza pensieri e senza sogni.

 

->>*<<-

 

Non ero sicuro di quello che provavo. Lei era così importante per me, ma non volevo rovinare tutto quello che avevamo. Fu questo il motivo principale per cui passai tanto tempo senza starle accanto.
E fu un'agonia.

Anche solo guardarla mi faceva stare male, e tutto quello che feci per non soffrire di più era stato allontanarmi, ancora. Per questo, durante la battaglia a Caucon Bridge, avevo deciso di stare in coppia con Rachel. Ma non l'avrei lasciata più sola. Avevo commesso un grandissimo errore a fidarmi di Denny, lo consideravo mio amico; avevo inevitabilmente sbagliato. Beth si era ritrovata faccia a faccia con un traditore, seguace di Hunter. Ma come avevo fatto a essere così cieco? In passato, Denny mi aveva fatto strani discorsi, sul fatto che noi Figli delle Tenebre fossimo superiori agli altri ma non gli avevo mai dato molta importanza. Anzi, lo avevo spesso preso in giro, perchè quello che diceva era assurdo. Eppure non capivo, era sempre così disponibile con tutti.. Si era pure preso una cotta per Rachel.. Perchè abbandonare tutto?

Forse non volevo veramente capire. Eravamo cresciuti insieme, ma adesso era un mio nemico.

Avremmo combattutto ad armi pari.

Fratello contro fratello.

Non mi importava, ero arrabbiato con lui. Mi aveva portato via Beth e questo sovrastava tutto ciò che c'era stato tra di noi e non lo avrei mai perdonato. Sapeva benissimo ciò che stavo passando, parlavamo di tutto, ma non aveva esitato a farmi del male, ulteriolmente.

Entrai nella camera principale, scacciando il ricordo di Denny dalla mente e mi lasciai sfuggire un sorriso: Santana aveva letteralmente monopolizzato due delle poltrone dell'intera stanza, sdraiandosi su entrambe, come fossero un letto, e ora dormiva beatamente. Rachel era sul piccolo divanetto a una piazza e mezzo, raggomitolata in un angolo, mentre, di fianco a lei dormiva Miusli, steso a pancia in sù per il lungo. Pareva una foca e faceva le fusa, russando. Il povero Kurt era troppo buono: aveva sicuramente litigato con la mora per la poltrona, ma, una volta perse le speranze, non aveva voluto scomodare Rachel.
O il gatto.
Era infatti seduto per terra, con il viso appoggiato su un bracciolo del divanetto. Presi una coperta da una mensola li vicino e gliela poggiai sulle spalle.

Rimasi incantato, a guardarli per un pò.

Dovevano essere davvero stanchi per dormire in quella situazione.

Decisi di tornare in camera, da Beth.
Chiusi la porta, stando attento a non fare rumore: dormiva già ma tremava ancora. Le spostai i capelli sudati dal viso e le misi una benda zuppa di acqua fresca sulla fronte. Si mosse leggermente al cambio di temperatura, stringendo le coperte ancora di più. Vidi con piacere che di fianco alla porta c'era una vecchia poltrona, e mi sedetti, portando il gomito su un bracciolo e appoggiandovi la testa.
Guardai Beth, mentre dormiva.
Era così bella.
Adoravo le sue lentiggini.

Con quell'immagine davanti, poco ci volle per addormentarmi a mia volta.

 

 

Buonsalve!

Sono tornata e pure con un giorno d'anticipo! E' vero, avrei dovuto aggiornare domani, ma mi sono resa conto di non avere assolutamente tempo per farlo, così ho preferito anticipare ad oggi, visto che un momentino libero lo avevo (dopo essere stata a strafogarmi in compagnia al ristorante di sushi, non vi dico come sto bene adesso).

Comunque, parlando di cose serie e non di come la mia pancia sia in estasi più completa, in questo capitolo forse, e ribadisco il forse, si comincia a capire qualcosa di più della storia, ma non preoccupatevi perchè se pensate di sapere come proseguirà troverete la mia faccia da "trollface" ad aspettarvi! E niente, spero che cominci ad intrigarvi un pò e sarei davvero felice di sapere cosa ne pensate..

Prossimo capitolo: ALTRI GUAI MISTERIOSI, mentre nel quarto NEW ENTRY (e diciamo che dal quarto si entra nel vivo del racconto).

A presto e grazie a tutti quelli che seguono!

 
  
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