Capitolo
5°
INVISIBILE
«Stupido lo dici
a tuo fratello!»
«Ma io non ho un
fratello!»
«E allora
costruiscitelo, no? Anzi,
prima fai qualcosa per farmi tornare immediatamente normale! Questo
è un
ordine, donna!»
«Gli ordini, innanzitutto,
li dai a tua sorella...»
«Ma io non ho una
sorella!»
«... E poi ricordati che
hai un debito con me! Se non mi fossi accorta in tempo che eri una
sottiletta a
terra dentro la Camera Gravitazionale, schiacciato sotto 200 di
gravità quando
non riesci nemmeno a sollevare una salvietta, e non avessi spento il
generatore
della CC, compresa quindi la Camera, a quest’ora ti
ritroveresti a fare lo
zerbino ad una casa per bambole!»
Vegeta divenne rosso di
vergogna e forse anche un po’ di rabbia repressa... Si
trovavano in cucina, lui
seduto sul tavolo sopra una presina per il forno, e lei in piedi
appoggiata al
lavandino e con le braccia incrociate. Lo stava guardando con sguardo
severo.
Era da un bel po’ che andava avanti quella ramanzina...
«E poi...» Bulma fu
interrotta da Vegeta, altamente stufo di quella situazione:
«E piantala!
Basta, ho bisogno di
un po’ di tranquillità! Anzi, devo proprio andare
al bagno...»
«Oh, grazie di avermi
informato sul tuo istinto primordiale! Come preferisci: che rimanga
quaggiù e
così ti lasci al tuo bisogno di liberare il serbatoio, o
magari che ti segua di
sopra, giusto per assicurarmi che tu non cada dentro la tazza del
water?» gli
disse acidamente, ma anche divertita, Bulma.
Vegeta strinse i pugni e
decise di non rispondere. Oh, quella donna proprio se le cercava!
Gliela
avrebbe fatta pagare!
Indispettito volò al piano
di sopra e raggiunse il bagno. Fortunatamente, la porta era aperta.
Entrò subito
e si diresse all’interruttore della luce. Lo
guardò per un lungo istante con le
mani appoggiate sui fianchi e un’espressione scocciata.
«Uffa, se non
riesco a premerlo
dovrò rimanere al buio! Accidenti!»
si
lamentò e si avvicinò all’interruttore.
Dopo aver tratto un bel respiro
appoggiò le mani su di esso e si concentrò bene.
Aumentò l’aurea e iniziò a
spingere con forza, urlando. Riuscì ad abbassarlo di un
poco.
«Forza!»
gridò e continuò a spingere. Aumentò
ancora
l’aurea e, alla fine, riuscì a premerlo.
«Ce
l’ho fatta...» mormorò
trafelato e volò al water. Si abbassò i
pantaloni e vi si mise seduto sull’orlo. In quel momento
suonò il campanello di
casa.
«Arrivo!» si sentì urlare
Bulma di sotto.
«Ma quanto
sbraita quella donna?» si sorprese Vegeta,
udendo Bulma correre ad
aprire.
«Aaaaah!» l’urlo
dell’azzurra si diffuse per tutto il piano di sotto.
«Cos’è
successo?!» esclamò preoccupato
Vegeta balzando in piedi, poi
però sentì Bulma continuare arrabbiata:
«Trunks! Guardati! Sei
tutto lurido! E guarda i tuoi vestiti! Sono ridotti ai minimi termini!
E le
scarpe? Aaaaah! Piene di fango!»
Vegeta, senza parole,
tornò lentamente a sedersi.
«Dannata donna...»
commentò ad alta voce scuotendo il capo.
«Mamma, io...» provò a
dire Trunks, ma Bulma lo interruppe:
«Niente! Zitto! Vai di
sopra a lavarti subito! Chiaro?! Ti do tempo mezz’ora, poi
voglio vederti qui
pulito e profumato! E metti nella lavatrice questi vestiti! E le
scarpe... oh,
no! Non provare ad entrare con quelle scarpe!»
«Ma mamma, come faccio ad
andare di sopra se non posso entrare?» si udì
Trunks domandare.
«Cavati quelle scarpe e
lasciale fuori! Muoviti!» ribatté Bulma
severamente.
«Mi
verrà una crisi di nervi se
continuerò a sentirla starnazzare così!»
esclamò esasperato Vegeta portandosi le mani alle orecchie.
Così non udì Trunks
correre di sopra e raggiungere il bagno.
«Guarda te, la mamma ha
lasciato pure la luce accesa!» sussurrò Trunks
entrando in bagno. Naturalmente
non si accorse di Vegeta, minuscolo, seduto sul water con gli occhi
chiusi e le
orecchie tappate con le mani.
Trunks aprì il rubinetto
della doccia e chiuse le porte di vetro, poi iniziò a
spogliarsi velocemente.
Come tutti i bambini era solito lanciare i vestiti in un angolo e
magari
lasciarli lì, ma le minacce della madre probabilmente poi lo
avrebbero spinto a
raccoglierli e metterli nel cesto dei panni sporchi. Si tolse subito i
pantaloni e li lanciò indietro, a caso, e questi sfiorarono
di un pelo il viso
di Vegeta, per poi andarsi ad accatastare in un angolo del bagno.
Vegeta,
insospettito dallo spostamento d’aria, aprì gli
occhi e allontanò le mani dalle
orecchie. Notò così il figlio che si stava
spogliando canticchiando. Vegeta
balzò in piedi sull’orlo del water ed
esclamò:
«Moccioso,
insomma! Non ti voglio
qui! C’ero prima io!!! E poi non voglio vedere la tua faccia!
Tu... tu mi hai
ridotto ad un microbo!»
Trunks, che non lo aveva
udito per via del frastuono della doccia, dopo essersi tolto i calzetti
li
lanciò all’indietro, verso l’angolo in
cui aveva precedentemente tirato i
pantaloni. Vegeta abbassò il capo schivandoli, poi
urlò furioso:
«EHI!!! CI SONO
QUI IO, COS’E’ SEI
CECO?!» ma Trunks continuò a non
udirlo.
Vegeta, arrabbiato, si
tirò su di scatto i pantaloni, mentre Trunks si toglieva la
maglietta, poi
riprese ad urlare:
«Moccioso dei
miei stivali, porta
le tue chiappe fuori dal bagno prima che mi alteri!»
Per tutta risposta Trunks
lanciò all’indietro anche la maglia, continuando a
cantare a squarcia gola il
ritornello della sua canzoncina preferita. Vegeta, per schivare la
maglia, fu
costretto al alzarsi di più in volo. Strinse poi i pugni e
la vena sulla sua
tempia prese a pulsare velocissima. Trunks si stava cavando le
mutandine.
«Ascoltami quando
parlo!» sbraitò Vegeta, ma Trunks,
che gli dava ancora le
spalle, proprio non sentiva niente per via del rumore
dell’acqua della doccia.
Vegeta si alterò ancor di più e urlò
come non mai, con tutto il fiato che aveva
in corpo:
«TRUNKS! INSOMMA!
VUOI ASCOLTARM...» Vegeta fu colpito in pieno
volto dalle mutande
del figlio e finì di schianto contro la catasta dei vestiti
del bambino, a
terra.
Trunks si voltò indietro
incuriosito e si guardò un attimo intorno. Poi
alzò le spalle, dicendo:
«Mah, mi pareva di aver
sentito la vocina stridula di papà... devo essermi
sbagliato!» ed entrò dentro
la doccia calda.
«Ma io ti uccido!
Io ti disintegro!
Io ti...!» Vegeta riemerse a fatica
dalla catasta di panni e buttò sdegnato a terra il calzino
puzzolente che gli
era rimasto in testa «Mi
sono davvero seccato adesso! DONNA!»
Come una furia Vegeta volò
in cucina dove vi trovò Bulma intenta a preparare la maxi
cena.
«DONNA!»
urlò di nuovo Vegeta.
«Sì?» domandò Bulma senza
nemmeno voltarsi a guardarlo.
Questo fece andare su
tutte le furie Vegeta che urlò offeso:
«Ehi! Dico a te!
Voltati almeno quando
ti parlo!»
«Cosa vuoi, Vegeta? Non
vedi che ho da fare?» fece scocciata Bulma voltandosi a
guardarlo.
Il Sayan divenne rosso di
rabbia ed esclamò con voce stridula:
«Come
“cosa voglio”?! Voglio
tornare normale! Perché non mi fai tornare normale?! Donna,
cosa c’è sotto?!»
Bulma lo guardò con
serietà.
«Assolutamente nulla.»
sibilò lentamente la donna e tornò ai fornelli.
«No, non ci credo!»
si arrabbiò Vegeta «Perché non vuoi farmi
tornare
“alto”?!»
Bulma trattenne a stento
le risate.
«Umpf... alto...
hi...» ridacchiò tagliando una
zucchina.
Vegeta, veramente furioso,
le volò davanti e si mise in piedi davanti la zucchina.
Bulma si accigliò:
«Ehi, togliti di lì o se
no faccio a fette anche te!»
«C’è
qualcosa sotto, sicuramente!
Non ci sono altre spiegazioni!»
dichiarò Vegeta convinto.
Bulma lo guardò ancora con
quello sguardo serio, ma ora nei suoi occhi si leggeva una lieve vena
di
tristezza. Vegeta, stranamente, sembrò accorgersene e si
chiese il perché la
sua donna si comportasse così. Era qualcosa di fondamentale
scoprirlo. Già,
doveva proprio sapere di che si trattava.
«Togliti, Vegeta.» ripeté
con una strana calma Bulma.
Vegeta la guardò
intensamente con i suoi occhi scuri, poi si spostò. Bulma
tornò a tagliuzzare
la sua zucchina in silenzio. Vegeta rimase lì a fissarla.
Quel giorno gliene
aveva fatte passare di tutti i colori. Avevano litigato in
continuazione... lo
aveva schiacciato con uno schiaccia-mosche! Lo aveva umiliato! Lo aveva
deriso,
lo aveva ferito, lo aveva... Improvvisamente Vegeta abbassò
gli occhi sulla
mano di Bulma, notando la sua fede nuziale. No... non poteva essere.
Guidato da
una strana intuizione volò verso il calendario e diede
un’occhiata al giorno.
Sbiancò completamente. Non poteva essere solo per quello...
no... Bulma non lo
avrebbe fatto solo per... oh sì? Beh, conoscendo la donna,
rifletté Vegeta,
anche quel giorno, ma non solo, questa si era dimostrata capace di
tante
cose... prima fra tutte sapeva imporsi su di lui. Ma lui era un
Principe, lui
era il Principe. Il Principe dei
Sayan! E quella donna si era imposta su di lui! Incredibile... si era
fatto
umiliare in quel modo? Si vergognò di se stesso per un
attimo, ma poi la
vergogna lasciò il posto a un certo orgoglio. Che moglie che
si era trovato...
Già, moglie...
«E’ per
questo, vero?» la piccola voce di Vegeta ruppe
quel pesante
silenzio in cui era calata la cucina.
«Non so di cosa stai
parlando.» fece Bulma indifferente... o quasi.
«E’
perché è il giorno.»
continuò Vegeta lentamente, incrociando le
braccia e appoggiando la schiena al muro della cucina, in piedi sopra
il piano
cottura.
«Il giorno...?» Bulma si
finse disinteressata e confusa. Però Vegeta capì
subito che lei aveva capito
che lui aveva capito....... ? Che frase
è? o_O
«Quel giorno...»
Vegeta ci mise un attimo per formulare le ultime,
difficili parole «...
Il nostro giorno. Oggi è... il nostro... anniversario di...
matrimonio. Giusto?»
Bulma, lentamente, smise
di affettare l’ortaggio e rimase immobile al suo posto.
«Allora alla fine... ti è
venuto in mente.» mormorò, tra un misto di
delusione e rabbia, la donna.
Vegeta notò la nota
negativa del tono della sua voce e decise quindi di rimanere in
silenzio.
Sicuramente Bulma voleva dire qualcos’altro. E infatti...
«Otto anni. Siamo sposati
da otto anni.» continuò Bulma con finta calma
«Otto anni corrispondono a otto
anniversari. E tu... tu non te ne sei ricordato nemmeno uno. Sai questo
cosa mi
ha fatto pensare tutto questo tempo?»
Naturalmente era una
domanda retorica, ma Vegeta, da rispettabile cafone, sbottò:
«Non so... magari
che sono... uno
smemorato?»
«Mi ha fatto pensare che a
te non te ne frega niente di me!» gli urlò in
faccia Bulma.
Lo spostamento d’aria
provocato dall’urlo spinse indietro Vegeta, che si
ritrovò seduto sul tavolo.
«E allora oggi... oggi Trunks
per sbaglio ti ha rimpicciolito e così ho pensato:
“Perché no? Perché non
fagliela pagare per un giorno almeno? Perché non fagli
provare per un giorno
l’umiliazione di essere ignorato, sottoposto continuamente e
insultato?”»
proseguì con rabbia Bulma.
«... Io non ti ho
mai insultato!» riuscì a ribattere
Vegeta, ma per tutta risposta
Bulma urlò di nuovo:
«TACI, VEGETA!»
Bulma strinse con forza i
pugni, e mostrò con rabbia al Sayan il coltello che ancora
teneva in mano.
«Tu mi hai ferita nel
profondo del cuore, sai?!» Bulma piantò con forza
il coltello sul piano cottura
a pochi centimetri da Vegeta, che arretrò spaventato.
«Non hai mai pensato
minimamente a cosa provavo in tutti questi anni? Mai un ti
amo, mai un vero gesto d’affetto! Ti odio quando
fai così, ti
odio!» le ultime parole le sputò con
un’ira incontrollabile.
Poi fu di nuovo tutto
silenzio. Bulma guardò ancora furiosa Vegeta, poi gli diede
di scatto le spalle
e prese a piangere sommessamente. Cercava di non farsi tanto notare,
non voleva
mostrarsi debole, ma le lacrime e il tremore sembravano incontrollabili.
Vegeta, nel suo angolino,
abbassò lo sguardo e si alzò lentamente in volo.
No, non poteva mica abbassarsi
a chiederle scusa. Poteva per caso dirle ti
amo con enfasi in quel momento? Poteva andare lì,
abbracciare il suo indice
(visto che tenerla per mano, in quelle condizioni, era impossibile) e
chiederle
perdono? No. Lui era il Principe dei Sayan. Se ne sarebbe andato.
Sarebbe prima
andato dal padre di Bulma per farsi costruire qualcosa per ritornare
normale e
poi se ne sarebbe andato. Che senso aveva restare? Restare con Bulma e
Trunks?
Puah, cosa valevano loro per lui? Un figlio zuccone e una moglie che si
vendicava per un anniversario che non ricordava? No, no. Meglio soli
che male
accompagnati. Peccato che quella brutta compagnia fosse la sua
famiglia... Ma
non importa, decise Vegeta. Si alzò quindi in volo e si
diresse fuori dalla
cucina.
Bulma, a occhi chiusi,
ancora singhiozzava in silenzio, con entrambe le mani appoggiate sulla
penisola
dove stava tagliando la zucchina. Fu un leggero solletico
all’indice che le
fece aprire lentamente gli occhi. E ciò che vide la
stupì più che mai. C’era
Vegeta aggrappato al suo indice. Lo teneva di fianco a sé,
cingendolo con un
braccio, con il viso rosso come un pomodoro. Bulma non sapeva cosa
pensare. Il
suo Principe, avvinghiato al suo dito, con lo sguardo rivolto altrove e
con la
voce un po’ imbarazzata, disse:
«Volevo dirti
delle cose. Sai
quanto odio le usanze terrestri. Un anniversario? E che
cos’è? Un giorno, come
altri per me. Per me hanno più valore giorni qualunque, ma
magari ricchi di
significato. E con te...» quanto gli
costavano quelle parole! E Bulma lo notò con piacere...
«... e con te...
Con te ogni giorno
è ricco di significato. Non potrei credere di... amare» questa
parola la
sottolineò diventando veramente paonazzo «... qualcun altro al di fuori di...
te. E... Trunks,
naturalmente.»
«Oh, Vegeta!» pianse Bulma
emozionata. Se lo portò con una mano alla bocca e lo
riempì di baci.
«Ti amo tanto! Sei
fantastico, come farei senza di te?» continuò a
singhiozzare Bulma baciandolo.
«Aiut... non
respir... mi
soffoch... non riesco a respirar... Bulma... donn... fermat...»
riusciva a sbiascicare ogni tanto Vegeta tra un
bacio e l’altro.
Bulma, sorridendo, lo
appoggiò a terra e, continuando a sorridere, estrasse dalla
tasca del grembiule
da cucina un piccolo marchingegno. Lo puntò contro Vegeta e
premette un
pulsante. In un attimo, dopo un po’ di fumo, Vegeta
tornò alle dimensioni
normali.
«Cosa...» fece incredulo,
poi si portò subito le mani alla gola, esclamando:
«Sì! Ho di nuovo la mia
voce cupa e sexi!»
«Ehi, vacci piano...»
sussurrò Bulma strusciandosi su di lui
«Così mi eccito...»
«Alt!» esclamò Vegeta
scansandosi. Bulma lo guardò incredula.
«Mica di perdono, sai? Mi
vendicherò di quel che mi hai fatto, donna!» fece
imperativo Vegeta.
Bulma allora sorrise
maliziosa e si avvinghiò di nuovo a lui, sussurrandogli
all’orecchio:
«E hai già in mente
qualcosa?»
Anche Vegeta sorrise
furbamente e sussurrò a sua volta:
«Oh... puoi contarci.»
Con un piccolo strilletto
Bulma si ritrovò in spalla a Vegeta che l’aveva
tirata su di peso.
«Adesso?» si stupì la
donna.
«Certo, la mia vendetta me
la prendo quando e come voglio.» decise lui e si diresse
verso la camera da
letto, con Bulma che si “dimenava” (in
realtà faceva finta) sulla sua schiena.
In mezzo al corridoio del
primo piano incrociarono Trunks appena uscito dal bagno, quindi tutto
bagnato.
Trunks, più che stupito, esclamò:
«Mamma, papà... ma
cosa...? E... papà? Come hai fatto a...»
«Taci, Trunks!» ringhiò
Vegeta sorpassandolo «Se no ti trasformo io in un microbo e
ti sommergo sotto
una catasta di panni puzzolenti con un calzino in testa e un paio di
mutante in
faccia! Anzi, va, dopo faccio i conti anche con te!»
E a Trunks, a giudicare
dalle urla (di piacere, probabilmente...) di Bulma che si diffusero
poco dopo
per tutta la CC, quella frase non piacque affatto. Doveva salvarsi da
suo
padre!
«Goten! Puoi rispondere al
telefono tu?!»
«Ok, mamma!» rispose il
piccolo Sayan afferrando la cornetta.
«Pronto?»
«Goten?!»
«Trunks?» si sorprese
Goten.
«Proprio io! Oh, Goten,
salvami! Chiedo asilo da te!»
Fine
Ecco qua! ^^ Ebbene sì, la ficcy finisce qui! Spero vivamente di non aver deluso le vostre aspettative... beh, più di così non ho potuto fare! (visto anche che ho concluso il capitolo ieri sera a mezzanotte quando invece amo andare a letto presto... ^^')
Volevo naturalmente
ringraziare tutti coloro che mi hanno seguito fin qui, che hanno
recensito insomma. Sono davvero lusingata per tutte queste recensioni,
per questo mi dispiace non aver aggiornato tanto presto come promesso.
Ora provvederò anche a terminare l'altra mia fic "Robe da
donna... mica da Sayan!" e quindi posso finalmente chiuderle entrambe!
^^ Un grazie infinite anche a tutti coloro che hanno messo la mia ficcy
tra i preferiti! Quindi, andando per ordine:
Grazie a PiNk_ViDeL, Sweetgirl91, Dolcissima_Bra, TheKing, Mikysimpa, ainat, bulma90, Kikk@93, Sweeting, ele888, Sybelle, rlsvictory, SuperEllen, silvy, puffoletta, himeno chan, totta91, Vegeta94, NaNa, stellinaina, Elechan86
per aver recensito lo scorso capitolo!
E grazie a bulma90, Gohan92, HainettSSDPVegeta,
himeno chan,
joey_ms_86,
moira78, puffoletta, stellinaina, sweeterika e Sybelle per
aver aggiunto la mia storia tra i preferiti. Grazie, grazie! ^^
Ci sentiamo presto... forse... con una nuova storia! ^^ Ciao, ciao! E infine grazie a chi ha solamente letto la mia storia fin qui! Baci! ^^