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Autore: Me91    09/11/2007    11 recensioni
E se per un errore di Trunks Vegeta fosse rimpicciolito? E se ora il Principe dei Sayan si ritrovasse poco più alto di un mignolo? Riuscirà a tornare normale? Ma soprattutto... come reagirà ritrovandosi ancor più tappo del solito? [...] «Sono microscopico!» continuò a strillare Vegeta con una vocina piccola piccola, alquanto stridula, simile a quella di un pupazzetto... anzi, di una pupazzetta di un cartone animato. «E che razza di voce ho?!?» strillò ancora portandosi le mani alla gola.
Genere: Commedia, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Vegeta
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Ehm... salve a tutti! ^^' E... niente... davvero, non so proprio come farmi perdonare per il ritardo! Ma sapete, e la scuola, e lo sport e la musica... in più sono impegnata anche per la stesura della fic "Scambio di ruolo" che scrivo con Sweetgirl91, perciò... Lo so, lo so: sono comunque imperdonabile! Per questo spero in un vostro umile perdono e ora non posso che augurarvi una buona lettura. Questo è l'ultimo capitolo della fic... ^^

Capitolo 5°
INVISIBILE

«Sei proprio uno stupido, lo sai?»
«Stupido lo dici a tuo fratello!»
«Ma io non ho un fratello!»
«E allora costruiscitelo, no? Anzi, prima fai qualcosa per farmi tornare immediatamente normale! Questo è un ordine, donna!»
«Gli ordini, innanzitutto, li dai a tua sorella...»
«Ma io non ho una sorella!»
«... E poi ricordati che hai un debito con me! Se non mi fossi accorta in tempo che eri una sottiletta a terra dentro la Camera Gravitazionale, schiacciato sotto 200 di gravità quando non riesci nemmeno a sollevare una salvietta, e non avessi spento il generatore della CC, compresa quindi la Camera, a quest’ora ti ritroveresti a fare lo zerbino ad una casa per bambole!»
Vegeta divenne rosso di vergogna e forse anche un po’ di rabbia repressa... Si trovavano in cucina, lui seduto sul tavolo sopra una presina per il forno, e lei in piedi appoggiata al lavandino e con le braccia incrociate. Lo stava guardando con sguardo severo. Era da un bel po’ che andava avanti quella ramanzina...
«E poi...» Bulma fu interrotta da Vegeta, altamente stufo di quella situazione:
«E piantala! Basta, ho bisogno di un po’ di tranquillità! Anzi, devo proprio andare al bagno...»
«Oh, grazie di avermi informato sul tuo istinto primordiale! Come preferisci: che rimanga quaggiù e così ti lasci al tuo bisogno di liberare il serbatoio, o magari che ti segua di sopra, giusto per assicurarmi che tu non cada dentro la tazza del water?» gli disse acidamente, ma anche divertita, Bulma.
Vegeta strinse i pugni e decise di non rispondere. Oh, quella donna proprio se le cercava! Gliela avrebbe fatta pagare!
Indispettito volò al piano di sopra e raggiunse il bagno. Fortunatamente, la porta era aperta. Entrò subito e si diresse all’interruttore della luce. Lo guardò per un lungo istante con le mani appoggiate sui fianchi e un’espressione scocciata.
«Uffa, se non riesco a premerlo dovrò rimanere al buio! Accidenti!» si lamentò e si avvicinò all’interruttore. Dopo aver tratto un bel respiro appoggiò le mani su di esso e si concentrò bene. Aumentò l’aurea e iniziò a spingere con forza, urlando. Riuscì ad abbassarlo di un poco.
«Forza!» gridò e continuò a spingere. Aumentò ancora l’aurea e, alla fine, riuscì a premerlo.
«Ce l’ho fatta...» mormorò trafelato e volò al water. Si abbassò i pantaloni e vi si mise seduto sull’orlo. In quel momento suonò il campanello di casa.
«Arrivo!» si sentì urlare Bulma di sotto.
«Ma quanto sbraita quella donna?» si sorprese Vegeta, udendo Bulma correre ad aprire.
«Aaaaah!» l’urlo dell’azzurra si diffuse per tutto il piano di sotto.
«Cos’è successo?!» esclamò preoccupato Vegeta balzando in piedi, poi però sentì Bulma continuare arrabbiata:
«Trunks! Guardati! Sei tutto lurido! E guarda i tuoi vestiti! Sono ridotti ai minimi termini! E le scarpe? Aaaaah! Piene di fango!»
Vegeta, senza parole, tornò lentamente a sedersi.
«Dannata donna...» commentò ad alta voce scuotendo il capo.
«Mamma, io...» provò a dire Trunks, ma Bulma lo interruppe:
«Niente! Zitto! Vai di sopra a lavarti subito! Chiaro?! Ti do tempo mezz’ora, poi voglio vederti qui pulito e profumato! E metti nella lavatrice questi vestiti! E le scarpe... oh, no! Non provare ad entrare con quelle scarpe!»
«Ma mamma, come faccio ad andare di sopra se non posso entrare?» si udì Trunks domandare.
«Cavati quelle scarpe e lasciale fuori! Muoviti!» ribatté Bulma severamente.
«Mi verrà una crisi di nervi se continuerò a sentirla starnazzare così!» esclamò esasperato Vegeta portandosi le mani alle orecchie.
Così non udì Trunks correre di sopra e raggiungere il bagno.
«Guarda te, la mamma ha lasciato pure la luce accesa!» sussurrò Trunks entrando in bagno. Naturalmente non si accorse di Vegeta, minuscolo, seduto sul water con gli occhi chiusi e le orecchie tappate con le mani.
Trunks aprì il rubinetto della doccia e chiuse le porte di vetro, poi iniziò a spogliarsi velocemente. Come tutti i bambini era solito lanciare i vestiti in un angolo e magari lasciarli lì, ma le minacce della madre probabilmente poi lo avrebbero spinto a raccoglierli e metterli nel cesto dei panni sporchi. Si tolse subito i pantaloni e li lanciò indietro, a caso, e questi sfiorarono di un pelo il viso di Vegeta, per poi andarsi ad accatastare in un angolo del bagno. Vegeta, insospettito dallo spostamento d’aria, aprì gli occhi e allontanò le mani dalle orecchie. Notò così il figlio che si stava spogliando canticchiando. Vegeta balzò in piedi sull’orlo del water ed esclamò:
«Moccioso, insomma! Non ti voglio qui! C’ero prima io!!! E poi non voglio vedere la tua faccia! Tu... tu mi hai ridotto ad un microbo!»
Trunks, che non lo aveva udito per via del frastuono della doccia, dopo essersi tolto i calzetti li lanciò all’indietro, verso l’angolo in cui aveva precedentemente tirato i pantaloni. Vegeta abbassò il capo schivandoli, poi urlò furioso:
«EHI!!! CI SONO QUI IO, COS’E’ SEI CECO?!» ma Trunks continuò a non udirlo.
Vegeta, arrabbiato, si tirò su di scatto i pantaloni, mentre Trunks si toglieva la maglietta, poi riprese ad urlare:
«Moccioso dei miei stivali, porta le tue chiappe fuori dal bagno prima che mi alteri!»
Per tutta risposta Trunks lanciò all’indietro anche la maglia, continuando a cantare a squarcia gola il ritornello della sua canzoncina preferita. Vegeta, per schivare la maglia, fu costretto al alzarsi di più in volo. Strinse poi i pugni e la vena sulla sua tempia prese a pulsare velocissima. Trunks si stava cavando le mutandine.
«Ascoltami quando parlo!» sbraitò Vegeta, ma Trunks, che gli dava ancora le spalle, proprio non sentiva niente per via del rumore dell’acqua della doccia. Vegeta si alterò ancor di più e urlò come non mai, con tutto il fiato che aveva in corpo:
«TRUNKS! INSOMMA! VUOI ASCOLTARM...» Vegeta fu colpito in pieno volto dalle mutande del figlio e finì di schianto contro la catasta dei vestiti del bambino, a terra.
Trunks si voltò indietro incuriosito e si guardò un attimo intorno. Poi alzò le spalle, dicendo:
«Mah, mi pareva di aver sentito la vocina stridula di papà... devo essermi sbagliato!» ed entrò dentro la doccia calda.
«Ma io ti uccido! Io ti disintegro! Io ti...!» Vegeta riemerse a fatica dalla catasta di panni e buttò sdegnato a terra il calzino puzzolente che gli era rimasto in testa «Mi sono davvero seccato adesso! DONNA!»
Come una furia Vegeta volò in cucina dove vi trovò Bulma intenta a preparare la maxi cena.
«DONNA!» urlò di nuovo Vegeta.
«Sì?» domandò Bulma senza nemmeno voltarsi a guardarlo.
Questo fece andare su tutte le furie Vegeta che urlò offeso:
«Ehi! Dico a te! Voltati almeno quando ti parlo!»
«Cosa vuoi, Vegeta? Non vedi che ho da fare?» fece scocciata Bulma voltandosi a guardarlo.
Il Sayan divenne rosso di rabbia ed esclamò con voce stridula:
«Come “cosa voglio”?! Voglio tornare normale! Perché non mi fai tornare normale?! Donna, cosa c’è sotto?!»
Bulma lo guardò con serietà.
«Assolutamente nulla.» sibilò lentamente la donna e tornò ai fornelli.
«No, non ci credo!» si arrabbiò Vegeta «Perché non vuoi farmi tornare “alto”?!»
Bulma trattenne a stento le risate.
«Umpf... alto... hi...» ridacchiò tagliando una zucchina.
Vegeta, veramente furioso, le volò davanti e si mise in piedi davanti la zucchina. Bulma si accigliò:
«Ehi, togliti di lì o se no faccio a fette anche te!»
«C’è qualcosa sotto, sicuramente! Non ci sono altre spiegazioni!» dichiarò Vegeta convinto.
Bulma lo guardò ancora con quello sguardo serio, ma ora nei suoi occhi si leggeva una lieve vena di tristezza. Vegeta, stranamente, sembrò accorgersene e si chiese il perché la sua donna si comportasse così. Era qualcosa di fondamentale scoprirlo. Già, doveva proprio sapere di che si trattava.
«Togliti, Vegeta.» ripeté con una strana calma Bulma.
Vegeta la guardò intensamente con i suoi occhi scuri, poi si spostò. Bulma tornò a tagliuzzare la sua zucchina in silenzio. Vegeta rimase lì a fissarla. Quel giorno gliene aveva fatte passare di tutti i colori. Avevano litigato in continuazione... lo aveva schiacciato con uno schiaccia-mosche! Lo aveva umiliato! Lo aveva deriso, lo aveva ferito, lo aveva... Improvvisamente Vegeta abbassò gli occhi sulla mano di Bulma, notando la sua fede nuziale. No... non poteva essere. Guidato da una strana intuizione volò verso il calendario e diede un’occhiata al giorno. Sbiancò completamente. Non poteva essere solo per quello... no... Bulma non lo avrebbe fatto solo per... oh sì? Beh, conoscendo la donna, rifletté Vegeta, anche quel giorno, ma non solo, questa si era dimostrata capace di tante cose... prima fra tutte sapeva imporsi su di lui. Ma lui era un Principe, lui era il Principe. Il Principe dei Sayan! E quella donna si era imposta su di lui! Incredibile... si era fatto umiliare in quel modo? Si vergognò di se stesso per un attimo, ma poi la vergogna lasciò il posto a un certo orgoglio. Che moglie che si era trovato... Già, moglie...
«E’ per questo, vero?» la piccola voce di Vegeta ruppe quel pesante silenzio in cui era calata la cucina.
«Non so di cosa stai parlando.» fece Bulma indifferente... o quasi.
«E’ perché è il giorno.» continuò Vegeta lentamente, incrociando le braccia e appoggiando la schiena al muro della cucina, in piedi sopra il piano cottura.
«Il giorno...?» Bulma si finse disinteressata e confusa. Però Vegeta capì subito che lei aveva capito che lui aveva capito....... ? Che frase è? o_O
«Quel giorno...» Vegeta ci mise un attimo per formulare le ultime, difficili parole «... Il nostro giorno. Oggi è... il nostro... anniversario di... matrimonio. Giusto?»
Bulma, lentamente, smise di affettare l’ortaggio e rimase immobile al suo posto.
«Allora alla fine... ti è venuto in mente.» mormorò, tra un misto di delusione e rabbia, la donna.
Vegeta notò la nota negativa del tono della sua voce e decise quindi di rimanere in silenzio. Sicuramente Bulma voleva dire qualcos’altro. E infatti...
«Otto anni. Siamo sposati da otto anni.» continuò Bulma con finta calma «Otto anni corrispondono a otto anniversari. E tu... tu non te ne sei ricordato nemmeno uno. Sai questo cosa mi ha fatto pensare tutto questo tempo?»
Naturalmente era una domanda retorica, ma Vegeta, da rispettabile cafone, sbottò:
«Non so... magari che sono... uno smemorato?»
«Mi ha fatto pensare che a te non te ne frega niente di me!» gli urlò in faccia Bulma.
Lo spostamento d’aria provocato dall’urlo spinse indietro Vegeta, che si ritrovò seduto sul tavolo.
«E allora oggi... oggi Trunks per sbaglio ti ha rimpicciolito e così ho pensato: “Perché no? Perché non fagliela pagare per un giorno almeno? Perché non fagli provare per un giorno l’umiliazione di essere ignorato, sottoposto continuamente e insultato?”» proseguì con rabbia Bulma.
«... Io non ti ho mai insultato!» riuscì a ribattere Vegeta, ma per tutta risposta Bulma urlò di nuovo:
«TACI, VEGETA!»
Bulma strinse con forza i pugni, e mostrò con rabbia al Sayan il coltello che ancora teneva in mano.
«Tu mi hai ferita nel profondo del cuore, sai?!» Bulma piantò con forza il coltello sul piano cottura a pochi centimetri da Vegeta, che arretrò spaventato.
«Non hai mai pensato minimamente a cosa provavo in tutti questi anni? Mai un ti amo, mai un vero gesto d’affetto! Ti odio quando fai così, ti odio!» le ultime parole le sputò con un’ira incontrollabile.
Poi fu di nuovo tutto silenzio. Bulma guardò ancora furiosa Vegeta, poi gli diede di scatto le spalle e prese a piangere sommessamente. Cercava di non farsi tanto notare, non voleva mostrarsi debole, ma le lacrime e il tremore sembravano incontrollabili.
Vegeta, nel suo angolino, abbassò lo sguardo e si alzò lentamente in volo. No, non poteva mica abbassarsi a chiederle scusa. Poteva per caso dirle ti amo con enfasi in quel momento? Poteva andare lì, abbracciare il suo indice (visto che tenerla per mano, in quelle condizioni, era impossibile) e chiederle perdono? No. Lui era il Principe dei Sayan. Se ne sarebbe andato. Sarebbe prima andato dal padre di Bulma per farsi costruire qualcosa per ritornare normale e poi se ne sarebbe andato. Che senso aveva restare? Restare con Bulma e Trunks? Puah, cosa valevano loro per lui? Un figlio zuccone e una moglie che si vendicava per un anniversario che non ricordava? No, no. Meglio soli che male accompagnati. Peccato che quella brutta compagnia fosse la sua famiglia... Ma non importa, decise Vegeta. Si alzò quindi in volo e si diresse fuori dalla cucina.
Bulma, a occhi chiusi, ancora singhiozzava in silenzio, con entrambe le mani appoggiate sulla penisola dove stava tagliando la zucchina. Fu un leggero solletico all’indice che le fece aprire lentamente gli occhi. E ciò che vide la stupì più che mai. C’era Vegeta aggrappato al suo indice. Lo teneva di fianco a sé, cingendolo con un braccio, con il viso rosso come un pomodoro. Bulma non sapeva cosa pensare. Il suo Principe, avvinghiato al suo dito, con lo sguardo rivolto altrove e con la voce un po’ imbarazzata, disse:
«Volevo dirti delle cose. Sai quanto odio le usanze terrestri. Un anniversario? E che cos’è? Un giorno, come altri per me. Per me hanno più valore giorni qualunque, ma magari ricchi di significato. E con te...» quanto gli costavano quelle parole! E Bulma lo notò con piacere...
«... e con te... Con te ogni giorno è ricco di significato. Non potrei credere di... amare» questa parola la sottolineò diventando veramente paonazzo «... qualcun altro al di fuori di... te. E... Trunks, naturalmente.»
«Oh, Vegeta!» pianse Bulma emozionata. Se lo portò con una mano alla bocca e lo riempì di baci.
«Ti amo tanto! Sei fantastico, come farei senza di te?» continuò a singhiozzare Bulma baciandolo.
«Aiut... non respir... mi soffoch... non riesco a respirar... Bulma... donn... fermat...» riusciva a sbiascicare ogni tanto Vegeta tra un bacio e l’altro.
Bulma, sorridendo, lo appoggiò a terra e, continuando a sorridere, estrasse dalla tasca del grembiule da cucina un piccolo marchingegno. Lo puntò contro Vegeta e premette un pulsante. In un attimo, dopo un po’ di fumo, Vegeta tornò alle dimensioni normali.
«Cosa...» fece incredulo, poi si portò subito le mani alla gola, esclamando:
«Sì! Ho di nuovo la mia voce cupa e sexi!»
«Ehi, vacci piano...» sussurrò Bulma strusciandosi su di lui «Così mi eccito...»
«Alt!» esclamò Vegeta scansandosi. Bulma lo guardò incredula.
«Mica di perdono, sai? Mi vendicherò di quel che mi hai fatto, donna!» fece imperativo Vegeta.
Bulma allora sorrise maliziosa e si avvinghiò di nuovo a lui, sussurrandogli all’orecchio:
«E hai già in mente qualcosa?»
Anche Vegeta sorrise furbamente e sussurrò a sua volta:
«Oh... puoi contarci.»
Con un piccolo strilletto Bulma si ritrovò in spalla a Vegeta che l’aveva tirata su di peso.
«Adesso?» si stupì la donna.
«Certo, la mia vendetta me la prendo quando e come voglio.» decise lui e si diresse verso la camera da letto, con Bulma che si “dimenava” (in realtà faceva finta) sulla sua schiena.
In mezzo al corridoio del primo piano incrociarono Trunks appena uscito dal bagno, quindi tutto bagnato. Trunks, più che stupito, esclamò:
«Mamma, papà... ma cosa...? E... papà? Come hai fatto a...»
«Taci, Trunks!» ringhiò Vegeta sorpassandolo «Se no ti trasformo io in un microbo e ti sommergo sotto una catasta di panni puzzolenti con un calzino in testa e un paio di mutante in faccia! Anzi, va, dopo faccio i conti anche con te!»
E a Trunks, a giudicare dalle urla (di piacere, probabilmente...) di Bulma che si diffusero poco dopo per tutta la CC, quella frase non piacque affatto. Doveva salvarsi da suo padre!

Casa Son...

DRIN, DRIN!
«Goten! Puoi rispondere al telefono tu?!»
«Ok, mamma!» rispose il piccolo Sayan afferrando la cornetta.
«Pronto?»
«Goten?!»
«Trunks?» si sorprese Goten.
«Proprio io! Oh, Goten, salvami! Chiedo asilo da te!»

Fine

Ecco qua! ^^ Ebbene sì, la ficcy finisce qui! Spero vivamente di non aver deluso le vostre aspettative... beh, più di così non ho potuto fare! (visto anche che ho concluso il capitolo ieri sera a mezzanotte quando invece amo andare a letto presto... ^^')

Volevo naturalmente ringraziare tutti coloro che mi hanno seguito fin qui, che hanno recensito insomma. Sono davvero lusingata per tutte queste recensioni, per questo mi dispiace non aver aggiornato tanto presto come promesso. Ora provvederò anche a terminare l'altra mia fic "Robe da donna... mica da Sayan!" e quindi posso finalmente chiuderle entrambe! ^^ Un grazie infinite anche a tutti coloro che hanno messo la mia ficcy tra i preferiti! Quindi, andando per ordine:
Grazie a PiNk_ViDeL, Sweetgirl91, Dolcissima_Bra, TheKing, Mikysimpa, ainat, bulma90, Kikk@93, Sweeting, ele888, Sybelle, rlsvictory, SuperEllen, silvy, puffoletta, himeno chan, totta91, Vegeta94, NaNa, stellinaina, Elechan86 per aver recensito lo scorso capitolo!
E grazie a bulma90, Gohan92, HainettSSDPVegeta, himeno chan, joey_ms_86, moira78, puffoletta, stellinaina, sweeterika e Sybelle per aver aggiunto la mia storia tra i preferiti. Grazie, grazie! ^^

Ci sentiamo presto... forse... con una nuova storia! ^^ Ciao, ciao! E infine grazie a chi ha solamente letto la mia storia fin qui! Baci! ^^


  
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