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Autore: Sar_    20/04/2013    7 recensioni
C'è una ragazza, alla Beacon Hills High School, che non è mai stata notata. Ma lei c'era. C'era sempre. In disparte, vivendo la sua vita, ma c'era. E se qualcuno si accorgesse di lei? Se quel ragazzo si voltasse e la guardasse, per la prima volta, dopo tutte le sue preghiere? Se qualcuno nell'ombra approfittasse di tutto questo per trarlo a suo vantaggio? E se ci fosse qualcosa, ancora più a fondo nell'oscurità, in un regno di terrore e buio, che stesse tornando in superficie? Sta per scoppiare una guerra, e a ognuno dei tre schieramenti servono soldati.
......
Questa storia mi è venuta così, di getto, mentre spulciavo tra le fan fiction su teen wolf. Diciamo che è una mia versione della serie e delle origini dei lupetti. Può essere anche presa come una 'Bibbia' del soprannaturale.
Buona lettura!
Genere: Azione, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Scott McCall, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Emma's Chronicles'
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Chapter nineteen: Soul.

 

 


 

Canzone consigliata:
No light, no light / Florence & The Machine
(fatela partire quando vedete il 
*)

 

 




Tremavo dall'impazienza.

 

 

«Avete trovato qualcosa?» chiesi, sporgendomi verso i due che setacciavano nella libreria di Deaton.

 

«Non credi che se avessimo trovato qualcosa te l'avremmo detto?»

 

Sbottai in risposta, ma non me la presi tanto.
Tutti e tre eravamo sconvolti da quello che il mio sangue aveva appena fatto.

Deaton aveva ipotizzato che fossi stata contaminata in qualche modo, ma da cosa era ancora impreciso.

Vista la totale assenza di “super poteri”, era impossibile che fossi una creatura soprannaturale.
E fin qui, tutto a posto.

Il punto cruciale stava nel capire il perché della reazione del sangue alla polvere.
Pur nelle sue grandi conoscenze, il veterinario non riusciva a trovare una spiegazione.

Il sangue aveva letteralmente annientato il veleno, e con quello anche tutte le impurità del sangue stesso, disinfettandosi.

Ebbi un'illuminazione.

 

«L'ospedale!»

 

Entrambi si voltarono.

 

«Sono andata in ospedale, qualche settimana fa. Forse mi hanno somministrato qualcosa...»

 

Deaton scosse il capo.

 

«Il tuo corpo l'avrebbe già espulso, Emma. È passato troppo tempo.»

 

Delusa, tornai ad accasciarmi sulla poltrona del veterinario.

Sentii la suoneria di un cellulare.

Scattammo tutti contemporaneamente, raddrizzando la schiena, tesi come corde di violino.

 

«È un messaggio di... Scott?» Deaton aveva preso in mano un cellulare dalla parvenza indistruttibile, e lo fissava con un'espressione incredula.

 

Mi lancia verso di lui, strappandoglielo di mano.

 

A casa Hale nella riserva a mezzanotte. Niente violenza, solo parole. -Oliver

 

Lo feci leggere ai due.

 

«Oh, no. No, no, no.» disse Deaton, mentre riponeva il cellulare in tasca.

 

Io e la Morrell eravamo senza parole.

 

«Come “no”? Certo che ci vado!» sbottai, con le mani sui fianchi.

 

Lui emise un verso esasperato «è chiaro come il sole che è una trappola, Emma! Ora abbiamo una vaga idea del perché tu sia importante per loro. Giocano sporco, quei cacciatori. Fanno promesse contorte, in modo che tu pensi di essere al sicuro anche se non è vero, e le rispettano. No, Emma. Non ci andrai. Ci serve un piano.»

 

La donna gli mise una mano sulla spalla «Sai che rispetto molto le tue decisioni, ma questa volta sono contraria.» io la guardai con gratitudine «loro andranno armati? Bene, lo saremo anche noi. Hanno un umano con loro. Non possiamo rischiare.»

 

«Siamo in minoranza.» controbatté l'uomo.

 

«Non dobbiamo per forza andare soli.»

 

«No.»

 

Io quasi mi misi a saltellare per l'impazienza.

 

«Cosa? Chi ci può aiutare?»

 

A rispondermi fu la donna.

 

«Il branco.»


 

 

23:47

Riserva di Beacon Hills

 


*
 

 

L'aria gelata mi pizzicava la pelle del viso.
Mi ero coperta come meglio potevo: oltre alla giacca di pelle, la Morrell mi aveva dato un paio di guanti neri e una sciarpa verde scura.
I capelli erano sciolti, in modo da coprirmi la nuca dagli spifferi.

Aspettavamo, sul luogo dell'incontro: uno spiazzo aperto, poco ampio, accanto ad un burrone, sul lato ovest della riserva.
Lì noi tre attendevamo il branco di Derek.
Era bastato un squillo al cellulare e tutto era sistemato.

Il veterinario aveva lasciato le chiavi nel quadro, in caso di fuga tempestiva.

Arrivarono dagli alberi.
Derek, alla sua destra Isaac, alla sua sinistra Erica e Boyd.

 

«Niente morsi, Derek. Da nessuno del tuo branco.»

 

Erano quelli, gli accordi. Dovevano solo farmi da scudo, un motivo per far esitare i cacciatori prima di attaccarci.
Dopotutto, tutti volevamo la stessa cosa: non dovevo essere presa dai cacciatori.

 

«E tu.» Deaton mi puntò il dito contro. «Non fare l'eroina. Niente sacrifici, niente offerte, niente patteggiamenti. Tu stai in silenzio e basta.»

 

Ouch, beccata.

 

«E tu.» il suo dito venne puntato verso Derek «se la situazione degenera...»

 

«Isaac la porterà via. È il più veloce.» concluse l'alf. Mi guardava in modo strano. Come un bambino guarderebbe un biscotto al cioccolato posto su un ripiano troppo alto per arrivarci.

 

Si accarezzò il mento, dove la barba cresceva trascurata, pensieroso.

 

«Che spreco.» mi sembrò di sentirlo mormorare.

 

Poi, velocissimi, formarono un cerchio attorno a me.
Derek e Deaton davanti, Isaac dietro, gli altri a chiudere il cerchio.

Erica era accanto a me.

 

«Mi dispiace. È il mio alpha, Emma...» sembrava realmente dispiaciuta.

Quella ragazza non smetteva mai di stupirmi.

 

Feci spallucce.

 

«Non importa, Erica. Con tutto quello che è successo... non posso fartene una colpa.»

 

Lei sembrò sorpresa.

 

«Non sei arrabbiata? Davvero?» le strinsi la mano.

 

«No. Siamo amiche, dopotutto.»

 

Non pensai che, probabilmente, lo eravamo diventate soltanto perché era stato Derek a imporglielo.
Eravamo amiche e basta.
Avevamo gli stessi gusti musicali, io ridevo alle sue battute e lei alle mie... mi aveva dato autostima e coraggio, nonostante il brutto tiro.
E cos'è l'amicizia, se non una montagna russa costante?

Arrivammo davanti a un rudere.
Era una casa vecchia, devastata. Riconobbi i segni di un incendio.

I cacciatori erano là.

Schierati, immobili, gli occhi puntati sul punto da cui sbucammo dagli alberi.
In prima fila, un vecchio che riconobbi come Gerard, il nonno di Alison ( nonché nuovo preside della scuola), Oliver e una donna.
Era alta, con lunghi capelli scuri e i lineamenti dolci.

Erano tutti armati, chi più chi meno.
Gerard allargò le braccia.

 

«Grazie per essere venuti!» esclamò, con un grosso sorriso sulle labbra.

Che uomo viscido.

 

Vedevo tutto dallo spazio tra Derek e Boyd.
Mi sentivo come il presidente degli Stati Uniti con la sua scorta.
La situazione era solo leggermente diversa.

Faticavo ancora a credere che la colpa di tutto quel trambusto fosse mia.

Ci spostammo davanti a loro, a una decina di metri di distanza.

 

«Dovete liberare i ragazzi. Non avete alcun diritto né dovere verso di loro.» sentii dire da Deaton, con tono diplomatico e calmo.

 

«Oh, certo. Non dobbiamo proteggere la città?»

 

«Non sono pericolosi.»

 

«No, non loro.» sbirciai ancora, e rabbrividii, quando vidi che gli occhi di una trentina di cacciatori mi cercavano, relativamente al sicuro dietro all'alpha.

 

«Non ancora...»

 

Cosa intendeva? Non ero ancora pericolosa? Ovviamente. Ma lo sarei diventata?
No, mai. Non sarei mai stata un mostro, un'anomalia...

 

«Uno di loro è umano. Gli umani devono restarne fuori...» Derek fu interrotto.

 

«Fuori? Quel ragazzo ne è dentro fino al collo!» un'altra voce. Oliver.

 

«Non importa. Quei ragazzi non hanno commesso alcun errore. È già un giorno che non si fanno vedere in città, Gerard. E se la polizia intervenisse? L'umano che avete preso, Stiles, è il figlio dello sceriffo. Lo sapete, vero?»

 

Un mormorio confuso si diffuse tra i cacciatori.
Furono zittiti da una voce che non riconobbi.

Sbirciai ancora una volta.
La formazione si stava aprendo, e dalla massa dei cacciatori stavano uscendo due persone: Scott e Neir.

Ero felicissima.
Sorrisi.

 

«Ragazzi!» esclamai, senza neanche pensarci.

 

Poi, vidi che erano soli: Stiles non c'era.
E dei fucili erano puntati alle loro teste.

 

«Ne manca uno.» disse Derek.

 

«È alla base. L'hai detto tu, no? È umano... dovrebbe stare fuori da queste discussioni. Giusto, Emma?» Gerard mi sorrise.

 

Se fossi stata un lupo, avrei ringhiato. Ma ci pensarono gli altri.

 

«Brutto vecchio bastardo...» mi lasciai sfuggire.

 

Isaac saltò in avanti, tappandomi la bocca.
La situazione era già abbastanza tesa, e io stavo peggiorando la situazione.

Tutto il mio corpo, però, mi urlava di andare da quel matusalemme e mollargli un cazzotto sul naso.

Tirai una gomitata al ragazzo, alla bocca dello stomaco.
Lui si piegò in due e cadde a terra.

 

Rimanemmo tutti a bocca aperta.
I cacciatori non potevano aver visto, no... ma probabilmente avevano sentito.

Come avevo fatto?

Riuscii a farmi strada, sgusciando sotto il braccio di Derek, e uscendo dal cerchio.
Sentii Isaac tossire. Ero parecchio dispiaciuta, ma mi sarei scusata dopo.

Deaton mi avrebbe fatta fuori. Poco ma sicuro.

 

«Ma che diavolo vuoi?» sbottai, rivolta al vecchio. «Insomma, sono umana, dannazione.» cosa potevamo fare? Non avrei mandato i miei amici al macello.

 

«Se proprio ti servo.. beh, basta chiedere, no?»

 

Lui sorrise, cordiale.

 

«Sapevo che avresti fatto la scelta giusta. Immagino già il tuo prezzo, però... siamo ovviamente disposti a restituire i tuoi amici.»

 

«Emma! Non fare l'idiota!» Neir.

 

Il ragazzo mi guardò con rabbia.

Ero importante, per quelle persone.

Per alcuni, non ero semplice merce di scambio.
Ero un'amica.

 

L'uomo che lo affiancava alzò il fucile per colpirlo in viso con il calcio.
Neir chiuse gli occhi, aspettando il colpo.
Io feci un passo avanti.

La donna con i capelli neri che fino a quel momento non aveva parlato, alzò la mano con uno scatto, e lui fermò il fucile.

 

«Jeremiah. Fermo.» camminò verso di me, fermandomisi davanti.

 

«Sei disposta a gettare la tua libertà per... quelle cose? Quegli esseri striscianti, che lacerano la nostra società dall'interno?» sembrava disgustata e affascinata allo stesso tempo.

 

«Sinceramente, non sono loro le creature disgustose, qui.» le risposi, con lo sguardo tagliente.

 

La mia voce sembrava acido.

Lei sbarrò gli occhi.

 

«Piccola...» sibilò. Chiuse gli occhi, riprese il controllo, li riaprì.

 

Si spostò di lato e mi mostrò il gruppo di cacciatori con la mano, invitandomi a raggiungerli.

Sentii una mano afferrarmi il braccio, per l'ennesima volta.
Quando mi voltai, vidi Erica.

Mi guardò in modo strano.
Supplicante.

 

«No, Emma. Non fare cazzate. Troveremo un altro modo. Porteremo Stiles a casa, ma non per perdere te.»

 

Se avessi potuto, le avrei sorriso.
Ma non potevo, non in quel momento.
Ero indecisa.

Quel momento, quel mio leggero indugiare, accese la miccia.

Mi accorsi troppo tardi della freccia che sibilava, volando verso di noi.
Probabilmente era velenosa come le altre, intinta in quel fluido paralizzante che mi aveva messa KO.

Erica la prese al volo, mentre io mi voltavo e intercettavo l'arciere: era nascosto sugli alberi.

Scoppiò il caos.

Erica scagliò la freccia verso le fila dei cacciatori.
I lupi si lanciarono all'attacco, e così i Silver e gli Argent.
Notai che Allison non c'era. Dov'era? Non si era schierata con la sua famiglia? Era rimasta neutrale?
Scott e Neir approfittarono della confusione per dar man forte al branco.
I due umani sfoderarono dei coltelli.

 

Ero al centro di una guerra.
La guerra mi seguiva.
Dolore. Sangue.

E se la guerra mi seguiva, beh... dovevo andarmene.

 

Vidi Isaac prendere a pugni un cacciatore, Neir che tirava un calcio sull'addome a un altro, Derek che ne lanciava via uno come se pesasse quanto una pallina da tennis.

Nonostante la super forza, eravamo in minoranza.
Non raggiungevamo neanche la metà del loro numero.

Cominciai a correre, con una direzione precisa.

Non se ne accorsero neanche, con tutto quel trambusto.
Quando raggiunsi il limite degli alberi, urlai per farmi notare.

Diversi visi si voltarono verso di me.
Isaac fu il primo a corrermi incontro, per cercare di portarmi via, come aveva detto a Derek.

Ma io ero soddisfatta della quantità di distrazione provocata, e cominciai a correre tra gli alberi.

L'importante era aver evitato il massacro.
Volevano me, no?
Beh, che mi venissero a prendere!

Li sentivo dietro di me.
Erano maledettamente tanti.

Raggiunsi la macchina di Deaton, ci saltai dentro e girai la chiave.
Imboccai velocemente il sentiero, lasciandomeli alle spalle.
Nello specchietto retrovisore, vidi il branco correre verso il bosco.

Come avevo previsto (beh, più che altro sperato), i lupi si erano caricati in spalla i due umani, mantenendo la temporanea alleanza.
Presto sarebbero stati tutti al sicuro.

Mancava solo Stiles.

 

Brava ragazza. Sapevo che non avresti fatto la scelta sbagliata.”

 

Con tutto quel casino, non avevo neanche notato che la voce era ritornata nella mia testa. Ne avvertivo la presenza.

 

Hai voglia di fare un salto da me? Non ti troveranno, qui... in più, posso darti delle risposte.”

 

Guidami.”





Show must go on!




Ciao a tutti, belli e... no, scherzavo, siete tutti favolosi *w* 
Cooomunque... ho aggiornato un giorno in ritardo, sperando in qualche recensioncina in più... ma niente cwc 
Vabè, avevo troppa voglia di aggiornare... quindi, in questo sabato sera noiosissimo passato a casa a guardarmi la settima stagione di Supernatural, ho deciso di postare. Però dai, su, a questo voglio più di 3 recensioni! Al primo ce ne sono 11, calando così tanto mi deprimete <3
Bon, comunque vi ringrazio davvero TANTO per aver letto. Ogni visualizzazione in più è un altro pezzettino del mio cuore che vomita arcobaleni (??)
Oddio, ho mangiato troppo.
Vi mando tutti gli abbracci che sono capace di mandarvi e vi lascio con qualche immagine del clan Silver... così, giusto perché non ho niente da fare u.u

Oliver: 
Image and video hosting by TinyPic Cacciatrice sconosciuta:  Image and video hosting by TinyPic

Un bacio,
Sara <3

  
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