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Autore: QueenVLondon    21/04/2013    7 recensioni
Una piovosa serata autunnale. Un ragazzo e una ragazza si incontrano. Degli sguardi rubati in un pub. Scatta qualcosa. Ma, qualche mese dopo, lui viene scritturato per il ruolo del celebre vampiro Edward Cullen in “Twilight”.
Riusciranno i due a resistere alla pressione dei media, della Summit e al fascino che Kristen Stewart sembra esercitare su di lui?
Uno sguardo su Robert Pattinson dal 2007 ad oggi, ovviamente anche se mi riferisco almeno in parte a fatti reali, il resto è frutto della mia immaginazione... o forse no?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Prima mi dici che vuoi tradirmi e poi mi chiedi cosa ne penso?!”, urlai, furiosa.

Non ero solita alzare la voce, ma stavolta era impossibile trattenere la mia rabbia.

Non è quello che ho detto! Non travisare le mie parole!”, tuonò Rob.

Non c'eravamo mai dati addosso così prima d'ora e quella novità non mi piaceva affatto. Anzi. Erano fin troppe le cose che non gradivo. Ero stata paziente per un po', ma adesso ne avevo davvero abbastanza. Non volevo più tenere per me i miei pensieri e le mie angosce, ma soprattutto questi non avevano più intenzione di starsene nascosti in un angolo della mia mente.

Era giunto il momento di affrontare le cose.

“E allora cosa avresti detto?”, gli chiesi, senza preoccuparmi che tutti potessero sentirci.

“Jenny...”.

Sussurrò il mio nome con dolcezza, ma questo paradossalmente non ebbe altri effetti che irritarmi ancora di più.
Non volevo essere ragionevole. Mi ero stufata di stare calma e di dare a tutti il beneficio del dubbio.

No. Se ti sei stufato della nostra storia faresti prima a dirmelo chiaramente”, sentenziai.

Rob scosse leggermente la testa, fece il giro del tavolo e si avvicinò a me. I suoi movimenti erano lenti, misurati.
Sollevò lentamente una mano e fece per accarezzarmi una guancia, ma io mi scansai.

Il mio ragazzo si morse un labbro e si passò nervosamente una mano fra i capelli. Era la prima volta che mi negavo ad un contatto con lui. Ma in quel momento sopportavo a malapena di trovarmi nella stessa stanza con lui.
Avrei voluto sbattere la porta ed andarmene il più lontano possibile.

Amore, non è quello che voglio e lo sai. Io sono innamorato di te”, mi disse, guardandomi negli occhi. “Credi che questa situazione mi piaccia? Pensi che la trovi divertente?”

“Come posso saperlo”, sbottai.

Capivo che stava cercando di tranquillizzarmi, ma non riuscivo a sopportarlo.

Saresti felice se domani venissi da te e ti dicessi che devo baciare un altro? Mi faresti i tuoi migliori auguri e ti proporresti come testimone di nozze? Non credo”, gli dissi, incrociando le braccia e lanciandogli un'occhiata assassina.

Non è la stessa cosa”, ribatté lui, irritato.

“Ah! Perché?”

“Per me è solo lavoro. Non nutro interessi per Kristen", dichiarò con tono quasi solenne, come se questo dovessi bastarmi.

Avevo visto il modo in cui fin dall'inizio la ragazza si era avvicinata a Rob e, sebbene lui non sembrava averla mai ricambiata, non mi piaceva che gli girasse attorno sul set, figuriamoci nella vita privata!

Come potevo accettare e sopportare che fingessero di stare insieme sotto gli occhi dei media e di tutto il mondo?

Lei ti vuole, Rob”, gli dissi.

Lui reagì alla mia affermazione con una risatina nervosa.

“Ma no! Non sono neppure il suo tipo”.

“Non esiste un tipo. Nessuna ragazza ha un tipo, non si sceglie qualcuno in base ad un modello predefinito!”, replicai un po' offesa.

Anche se avessi ragione, io non voglio lei. Non desidero Kristen. Io voglio stare solo con te, Jenny. Quante volte ancora dovrò ripetertelo?”

Sicuramente Rob stava mantenendo il controllo meglio di me in quel momento.

“Kristen è solo una collega. Sì, mi è simpatica, ma non c'è altro. Se ci siamo avvicinati in qualche modo è soltanto perché lei è nell'ambiente da più tempo e sa come gestire tutto quello che sta succedendo meglio di me. Lei riesce a capire cosa significa tutto questo casino”.

Quella fu l'ultima goccia che fece traboccare il vaso.

Feci un salto indietro come se il pavimento sotto di me fosse diventato improvvisamente rovente e fissai Rob allibita.

Dunque era questo quello che pensava davvero? Credeva che io non potessi più capirlo?

Fu come una doccia gelata. La rabbia che provavo si trasformò in ghiaccio e mi sentii trafitta da mille lame.
Come poteva credere una cosa del genere?

E io no”, conclusi con un filo di voce, trattenendo le lacrime.

Rob scosse violentemente la testa, probabilmente sconvolto dalle sue stesse parole.

“Non è quello che volevo dire”.

“Ma è quello che hai detto”.

Non intenzionalmente. Ma lo aveva detto e lo conoscevo abbastanza bene da sapere che non parlava mai a vanvera. Anche quando sembrava scherzare diceva ciò che pensava.

Quindi credeva che non lo potessi capire.

“Jenny, mi sono espresso male. Volevo soltanto dir...”.

“Lo hai detto. Credi che questa situazione riguardi solo te? Perché è vero che non sono io quella che viene costantemente sbattuta sulla prima pagina dei giornali, o inseguita dai fan, ma tutto questo ha un risvolto anche su di me! E ce l'ha sulla nostra storia”, dissi. “Credi che mi piaccia non poter più andare al cinema con te, o vedere che ti guardi intorno prima di baciarmi? Pensi sia divertente non poter mai rispondere chiaramente quando mi chiedono cosa fa il mio ragazzo, oppure perché non è mai con me? Questa storia della fama non riguarda solo te. Prima di dire che non ti capisco, forse dovresti prendere in considerazione che non sei il solo centro della nostra relazione”.

“Cosa vorresti che facessi?”, mi domandò Rob, con tono sommesso.

Sorrisi tristemente.

“Hai già deciso cosa fare, Rob. Se no non saremmo qui a discutere”.

A quelle parole la sua calma si frantumò come un vaso di cristallo che viene gettato nel fuoco.

“Avrei dovuto rinunciare al film? Sai che questa parte non mi piace neanche, ma per la prima volta da anni ho dei soldi e non devo domandarmi come fare per arrivare a fine mese! Non mi pare che la cosa ti spiacesse quando siamo stati a Parigi!”, tuonò, furioso. “A qualcuno importa del mio lavoro e io mi diverto a farlo”.

“Anche a me importa del tuo lavoro!”, ribattei senza sapere cos'altro dire.

Lacrime indomabili e silenziose mi rigarono le guance. Mi strofinai il viso con il palmo della mano per cercare di nasconderle. Non avevo mai pianto di fronte a nessuno e di certo non avrei mai voluto che la prima persona a vedermi così fosse Rob. Ma ormai era troppo tardi per evitarlo. Perché stavo piangendo e stavo piangendo di fronte a lui. Peggio ancora: per ciò che lui aveva detto.

Rob rimase sconvolto dalla mia reazione, la sua ira si placò subito ed in un istante mi strinse in un abbraccio. Cercai di divincolarmi, ma me lo impedì. Mi tenne così fra le sue braccia per un minuto interminabile. Mi accarezzò i capelli e mi tenne stretta a sé.

Quando mi fui calmata un po', mi alzò il mento con l'indice destro e mi disse, guardandomi negli occhi:

“Mi dispiace. Sono stato un imbecille, ma non avrei mai pensato che avresti reagito in questo modo. So che non è una passeggiata, ma io ti amo Jenny. E sai che sono bravo a dire la cosa sbagliata nel momento più sbagliato, ma non farei mai nulla per ferirti. Devi credermi”.

“Lo so. Ma questo non cambia niente”, dissi, allontanando la sua mano dal mio viso.

“Jenny, ti giuro che...”.

Non lo lasciai concludere la frase, certa che se glielo avessi permesso avrei cambiato idea.

“Credo che ci serva un po' di tempo. Separati”, dissi, guardandolo.

Non mi serve tempo”, affermò scuotendo la testa, con una risata nervosa.

“Beh, a me sì”, dichiarai con tono pacato. “Vorrei che mi lasciassi sola per un po'”.

“Mi stai chiedendo di andarmene?”

Annuii.

Lui si passò una mano sulla fronte imperlata di sudore.

Chiuse gli occhi per un secondo, poi gli riaprì ed annuì.

“D'accordo. Vuoi che porti via...?”

Scossi la testa.

“No. Puoi lasciare le tue cose qui. Per ora”.

“Okay”.

Rob si sporse verso di me, mi bacio dolcemente su una guancia, dopodiché uscì, in silenzio, dal mio appartamento.

Come era potuto succedere?




Ciao a tutte e buona domenica!!!
Ahimè, quello che si è appena concluso non è stato certo un capitolo allegro, ma prima o poi doveva arrivare.
Ho pensato molto a quale potesse essere una causa della fine dell'idillio di Rob e Jenny e ho deciso di utilizzare questa: il contratto.
Perchè non c'è nulla che venda meglio un prodotto commerciale che renderlo reale ed in questo caso il prodotto offerto alla massa è appunto una storia d'amore.
Ora lungi da me avere la sfera di cristallo, tuttavia questa è la scelta che ho fatto a meri fini narrativi. ;)
La domanda adesso è: Jenny riuscirà a passare sopra alla cosa (che non è roba da poco!), oppure la sua pausa di riflessione porterà alla rottura definitiva con Rob?
Lui ha sempre professato di amarla, ma proverà ancora gli stessi sentimenti per lei? E soprattutto lei riuscirà a credergli quando afferma di non sentire nulla per Kristen?
Vi lascio con mille dubbi. ;)
Un bacione e al prossimo capitolo, che salvo imprevisti pubblicherò il 27 Aprile.
A presto, Vale



 
  
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