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Autore: MoonClaire    21/04/2013    1 recensioni
Lettere.
Ogni romanzo d’amore che si deve inizia così.
“E anche il mio non fa eccezione…”.
Susi aveva tutto dalla vita. Un lavoro appagante e tra le tante aveva anche un vicino di casa bellissimo.
“Che sono riuscita a fare innamorare, mettiamo in chiaro la cosa per chi avesse brutte intenzioni!”
Per inseguire il sogno di una vita, entra nella scuola che aveva sempre desiderato frequentare.
Ora non c’è più nessuno che la frena, può diventare chi vuole ed essere chi vuole.
“Non si può mai essere chi vuoi veramente, finiresti sempre con il ferire qualcuno…”.
Il disegno era la sua più grande passione, e scrivere veniva subito dopo. Entrambi avrebbero dovuto rimanere tali, ma invece, entrambi, hanno deciso di cambiarle la vita.
“Il disegno più importante per me era quello chiamato amore…”.
Il pennello del destino le aveva disegnato cose che non si sarebbe mai aspettata, ora stava solo a lei rifinire quel disegno con tutti i particolari che mancavano.
“Ma avrei avuto il coraggio e l’egoismo di prendere in mano quel pennello sporco e posarlo su una tela non più bianca?”
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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CAPITOLO 10
 
“Il lunedì successivo all’incontro di boxe, verso l’una del pomeriggio, abbandonai il mio lavoro e marciai diretta verso il liceo artistico.”.
 
Non badò al vento gelido che le tagliava le guance, che le scompigliava i lunghi capelli scuri. Stringendosi di più nel suo cappotto rosa antico, legandosi saldamente la sciarpa intorno al collo e abbassando il cappello sempre di più cercando di non spettinarsi troppo, varcò i cancelli del liceo e avanzò sicura verso la mensa.
Non fece particolarmente rumore, anzi, tentò di non destare la minima attenzione quando entrò nel refettorio, ma notò immediatamente come molte ragazze e qualche ragazzo, fermarono le loro attività ed iniziarono a parlottare tra di loro guardandola.
 
“Stavo diventando paranoica, eppure ero convinta che in quella mensa stessero parlando di me…”.
 
Notò Alex mangiare un panino seduto ad un tavolo dall’altra parte del locale e così, dirigendosi a passo sicuro verso di lui, si tolse i guanti color panna e li lanciò sul tavolino.
“Laureato, sembri pure una persona molto colta a guardarti Alex, eppure, mi chiedo se il cervello ti funzioni o meno!” disse Susi indignata.
Sorridendo lievemente, il ragazzo chiuse il libro che stava leggendo ed alzò gli occhi.
“Buon giorno anche a te, raggio di sole!” esclamò Alex addentando il suo panino. “Bel cappottino, nuovo?”.
Corrugando le sopracciglia, Susi replicò “Non fare il simpatico… perché se non mi facessi pena per tutti quei tagli che hai sulla faccia, ti mollerei anche io un destro sul naso!”.
“Magari mi faresti più male tu, di quella ragazzetta del tuo fidanzato!” disse Alex in tono di sfida.
Susi lo squadrò per qualche istante. “Era proprio il caso di dirglielo?”.
Alex sorseggiò la sua acqua e poi, si asciugò le labbra con un tovagliolino. “Forse servirà a fargli abbassare la cresta. Ti dà talmente per scontata che è ridicolo!”.
Battendo la mano sul tavolo, Susi lo fissò negli occhi scuri. “Smettila Alex, di parlare in questo modo di Nick, perché non se lo merita…”.
“Allora io mi merito la sfuriata che mi ha fatto a casa tua? Non stavo facendo niente, Susi, stavo solo tentando di parlarti. Non avevo intenzione di fare niente, perché tu mi avevi chiesto chiaramente di desistere. E lui arriva e dà fuori di tesa. Bene, se deve comportarsi così, anche io metterò da parte ogni buon proposito!” la interruppe Alex alzandosi e prendendo il vassoio con i piatti sporchi.
“Che vuol dire?” chiese Susi titubante.
“Vuol dire, Susi, che non smetterò di farti la corte, ne tantomeno di volerti e dopo questo suo cazzo di comportamento, la poca voglia che avevo è scappata ulteriormente!”.
La ragazza lo osservò a bocca aperta “Sei senza cuore, Alex! Perché diavolo fai così! Con questo atteggiamento, non solo fai un torto a lui, ma fai del male anche a me! Io e te un futuro non possiamo averlo! Se fossi arrivato prima, un forse avrebbe potuto esserci, ma adesso no. Amo Nick, con il brutto carattere e tutti i difetti che si ritrova. Mi sembra, però, che questo concetto in testa non ti entri, perchè continui a farmelo dire e continui a fare finta di niente!”.
Guardandosi intorno, Alex ci mise qualche istante a replicare. Inumidendosi le labbra e sorridendole lievemente, disse “Abbasserei la voce se fossi in te, oppure porterei questa faccenda in un posto più riservato… stiamo dando ancora spettacolo…”.
Sbattendo le lunghe ciglia, Susi si ritrovò a scrutarsi attorno, notando tutti gli studenti con lo sguardo fisso su di loro. “Cosa vuol dire, ancora?”.
Girandosi su sé stesso, Alex si avviò verso una bidone dell’immondizia e Susi, a ruota, lo seguì.
“Guarda caso, venerdì sera, in palestra c’erano anche un paio di miei alunni che erano andati là per giocare a calcetto…”.
L’orrore si dipinse sul volto di Susi. “Vuoi dire che lo sanno tutti?”.
Le sorrise con fare strafottente. “Certo, siamo la notizia più calda della scuola. Il professore d’arte che fa a botte per una ragazza del suo corso…”.
“E tu non hai smentito?” domandò Susi incredula.
Alex sospirò e si voltò verso di lei, fissandola con i suoi occhi castani. “Cosa c’è da smentire? Ci hanno visto. Sono entrato a scuola con il viso pieno di tagli e lividi, un occhio nero… cosa gli dico, che sono caduto dal letto? Per favore Susi…”. Scuotendo lievemente la testa, sospirando la oltrepassò, pronto per dirigersi verso l’uscita della mensa.
“Ma…” iniziò a protestare, ma ancora una volta, il ragazzo si fermò e rigirandosi verso di lei, la interruppe.
“Niente ma… santo Dio, Susi, non tutto può ruotare intorno a te! Sia io, sia Nick abbiamo colpe per quello che è accaduto. Posso anche capire che tu ci sia rimasta male, ti sia spaventata… davvero non so cosa passa per la tua testa, ma fermati e pensa anche a me, solo per dieci secondi. Pensa a me, che torno a casa tutto pesto e tu non sei lì per curarmi le ferite. Posso anche non fartelo vedere, ma soffro… mi fa male sapere che probabilmente non ti avrò mai, ma questo non mi blocca dal tentare. Voglio provare anche io ad essere felice avendoti vicino. Non mi interessa se passo per un patetico stronzo, probabilmente saranno anche sforzi inutili, ma vederti ogni volta e sapere che non  posso averti mi uccide, ma c’è sempre una piccola parte di me, che spera che un giorno tu, finalmente ti accorga di me… Non voglio arrivare a chiederti di lasciare il corso, perché è l’unica cosa che ci accomuna ed è l’unico modo che ho di vederti senza nessuno a disturbarci, quindi per ora smettila e lascia la situazione così com’è!”. Per l’ennesima volta, si voltò per andarsene, ma accorgendosi che Susi provò nuovamente ad fermarlo, si girò ancora verso di lei e la guardò.
“Basta… perché se per farti star zitta, devo baciarti, sappi che non esiterò a farlo qui, davanti a tutte queste persone…” e sorrise tra sé vedendola richiudere immediatamente la bocca. Questa volta, quando si voltò per andarsene non ci furono più intoppi ed incurante di avere tutti gli sguardi della mensa addosso, uscì dirigendosi in classe per tentare di calmarsi un po’, prima dell’inizio della lezione.
 
Susi restò a fissare la porta dalla quale era uscito Alex per qualche minuto. Abbassando lo sguardo, si ritrovò a pensare alle sue parole. Non aveva idea che il ragazzo fosse tanto ferito dalla situazione. Situazione che lei stessa aveva vissuto per anni, senza trovare nessuna consolazione per il suo cuore ferito. C’era anche da aggiungere che lei era sempre stata innamorata di Nick, mentre questo di Alex, nonostante sembrava essersi preso una bella cotta, non poteva assolutamente essere niente di più profondo.
Sbuffando e girandosi su sé stessa, andò a sedersi al tavolino che fino a poco prima era stato occupato dal ragazzo. Delle ragazze sedute lì vicino continuavano a fissarla, parlottando tra di loro. Una di loro, senza curarsi di non farsi sentire, esclamò “Se io avessi quel figaccio a fare a botte per me, non esiterei a mollare chiunque per correre da lui… Povero professore, potrebbe di sicuro trovare di meglio…”.
Alzando gli occhi al cielo, Susi si girò verso di lei.
“Prenditelo pure! A no… scusa… non hai l’età per fartela con lui ragazzina, quindi vedi di star zitta e farti gli affari tuoi…” replicò Susi acida e chinandosi, prese la sua borsa ed iniziò a frugarci dentro, trovando la lettera di Xander che aveva ricevuto il giorno prima a casa dei suoi genitori.
Incurante di essere ancora il pettegolezzo della scuola, aprì la busta ed osservò il foglio con la famigliare grafia.
 
Cara Susi… sto provando con tutto me stesso a seguire i tuoi consigli, ma è difficile. E’ difficile guardarla e sapere che non è mia. Probabilmente con lei non avrò la minima possibilità, fa male sapere che i suoi sorrisi non sono rivolti a me e questa consapevolezza mi abbatte davvero tanto. So che io potrei essere perfetto per lei, ma il fatto è che non so come potrei offrirle la perfezione quando ce l’ha già. Il suo ragazzo con lei non fa mai un passo un falso. So che è quello giusto, e so probabilmente che non passerà molto tempo prima che lui le chieda di sposarlo. Sono innamorati, sai, e lo sono davvero tanto. Ho tentato di demordere, di desistere, ma è come se il mio cuore prendesse il sopravvento quando sono vicino a lei. Non ragiono più, vorrei solamente prenderla tra le mie braccia e baciarla. Sono i momenti in cui smetto di essere razionale. Lei non mi fa davvero capire più niente e, posso anche dirti che questa cosa mi spaventa, perché nessuna ragazza mi ha mai provocato tanto. Ma lei è giovane, frizzante, vera… E’ entrata nel mio cuore senza che io me ne accorgessi, senza sapere come è riuscita a farlo. E’ successo però. Ed anche se tento di combattere non riesco. Non riesco perché un suo sorriso mi ravviva la giornata, una sua parola e mi ritrovo a fluttuare nello spazio. Non sono più un ragazzino ormai, ma il fatto di non essere mai riuscito a provare questi sentimenti, rende il tutto ancora più speciale.
Non voglio mettermi tra lei e la felicità, ma come posso sapere se lei è davvero perfetta per me se non ci provo? Ti sembrerò un bastardo senza cuore, ma alla fine, sono solamente innamorato…
 
Nel leggere quelle parole, il cuore di Susi, all’istante si raddolcì.
 
“L’amore deve sempre trionfare…”.
 
Come poteva dirgli di demordere, quando era così innamorato? Come poteva infrangere il suo cuore, dicendogli quello che veramente pensava? Prendendo una penna ed un foglio di carta, si ritrovò a pensare attentamente alle parole da dirgli. Osservandosi intorno, ripensò alla situazione che si era creata tra lei, Nick ed Alex. Istintivamente voleva dirgli di demordere, ma si ritrovò a morsicarsi il labbro inferiore, riconsiderando tutto quello che le aveva appena scritto. Ironico come altre ragazze, in quello stesso momento, si ritrovavano nella sua stessa situazione. Divise tra due ragazzi. Corrugando lievemente le sopracciglia, Susi restò immobile a ripercorrere i suoi pensieri.
 
“Divisa tra due ragazzi? Ma che mi avevano messo nell’acqua?”
 
Nick. Lei era innamorata di Nick e basta. Non poteva mettere tutto in gioco solo perché era lusingata da avere un altro ragazzo a farle la corte. Anche se il ragazzo in questione era Alex. Aitante, colto, bello… disposto a fare a pugni per te con il tuo fidanzato. Drammaticamente sospirò. Da quando certi pensieri le giravano per la mente? Chinandosi lievemente sul foglio, iniziò a scrivere.
 
Ad essere completamente onesta con te, non so davvero cosa dirti. La parte razionale di me ti direbbe, ancora una volta, di lasciarla stare. Ma la parte romantica di me, ti inciterebbe a combattere per conquistare il tuo amore. Una situazione simile alla tua, purtroppo, è successa a me. Solo che quei due scellerati, hanno pensato a me come ad un trofeo ed hanno iniziato a fare a pugni. Non arrivare a fare questo. Ed è un consiglio spassionato. Sarà romantico, ma ti giuro che avrei preso a pugni entrambi, a mia volta. Perché ti dico questo? Perché nonostante io sia innamoratissima del mio ragazzo, quest’altro non mi è del tutto indifferente. Voglio dire. Non lo conosco molto. E’ il mio professore d’arte, ma è molto giovane e fa parte anche del mio giro di amici. Possiamo dire che è entrato molto silenziosamente nella mia vita, senza che io me ne rendessi conto. E’ simpatico, è molto, molto bello. Poi il fatto che sia laureato in arte è il massimo per me! E’ intelligente e riesce a portare avanti qualsiasi discorso… non saprei guarda… posso dire che è un degno avversario e che il mio moroso fa bene ad impegnarsi così per non perdermi.
Tornando ai discorsi seri Xander…
Lotta per quello che vuoi. Alla fine qualcuno soffrirà comunque, ma almeno sai che ci hai provato. Se lei è così importante, devi dimostrarglielo, chissà che anche questa ragazza non abbia un debole per te…
 
Posando la penna sul tavolino, Susi restò pensierosa a rileggere le proprie parole. Da quando Alex era entrato così nei suoi pensieri? Da quando lo riteneva così tanto carino, ed un così degno rivale di Nick?
Nick… immediatamente un senso di colpa la invase. Non accettava il tradimento e non lo giustificava. Ma allora, perché il solo pensiero di avere una minima attrazione verso Alex, la faceva stare tanto male? Lentamente, il viso di Nick, che fino a quel momento aveva avuto il primo posto nel suo cuore, iniziò a confondersi con quello di Alex. Gli occhi si mischiarono, i sorrisi si sovrapposero.
 
“Come potevano tutti questi sentimenti tanto confusi, esplodere così all’improvviso? Avevo sempre ritenuto Alex un ragazzo carino, molto carino, però arrivare da questo al considerarlo una ‘cotta’ mi sembrava esagerato e molto strano. Quello che più mi sembrava strano, era il fatto che per molto tempo, anche qualche tempo prima di mettermi insieme a Nick, i ragazzi non li vedevo proprio. Esisteva solo lui, vedevo solo lui. Nessun altro. Ma adesso, tutto stava cambiando.
Cosa poi? Io non avevo la minima intenzione di iniziare qualcosa con Alex. Amavo Nick ed in quel periodo specialmente, dopo averlo ammesso apertamente anche a lui, mi sembrava di amarlo ancora di più, se questo era possibile…”.
 
Restò china a scrivere su quel foglio per molto tempo, ed alla fine, esprimendo tutti i suoi dubbi, su quella situazione così nuova, si accorse di aver scritto pagine e pagine di lettere. Guardandosi intorno, notò come la mensa era ormai vuota e lanciando un’occhiata veloce all’orologio, si rese conto che la lezione di Alex, ormai, era incominciata. Raccogliendo velocemente le proprie cose, prese la borsa e si avviò di corsa verso la classe dove si teneva il corso.
Entrando in silenzio, notò come tutti i suoi compagni erano già seduti al proprio posto.
“Sei in ritardo, Susi!” la ammonì Alex senza alzare gli occhi dall’album da disegno che teneva in mano.
“Chiedo scusa…” ribattè Susi, notando il tono di voce distaccato del ragazzo. Prendendo posto, preparò i propri attrezzi per disegnare sul tavolo, ma si fermò, quando sentì Alex dirle “Chiedi ai tuoi compagni cosa dovete fare oggi, scoprirai che non ti servono quelle cose…”.
Tutta la classe, restò sorpresa dal modo in cui le parlò. Era risaputo ormai, che Susi era la sua preferita, quindi vederla trattata in quella maniera, lasciò tutti senza parole. Un ragazzo, dal fondo dell’aula, si schiarì la voce e alzando la mano, chiamò Susi.
“Ti spiego io, vieni pure qui…”.
Guardando velocemente Alex, che nel frattempo continuava imperterrito a disegnare, confusa andò vero il fondo della classe.
“Che è successo?” le chiese subito Stefano, quando la ragazza gli fu di fronte. “Lo hai fatto incazzare?”.
Alzando gli occhi, Susi replicò “Abbiamo discusso, niente di importante…”. Poco convinto dalla risposta, iniziò a spiegarle il lavoro da fare. Prima che si girasse per allontanarsi, però, il ragazzo la fermò nuovamente. “E’ vero che si è picchiato per te?”.
Prima che potesse replicargli, però, Alex dalla cattedra, li interruppe. “Non credo siano affari tuoi! Adesso Susi, prendi posto, hai disturbato già abbastanza!”.
La ragazza fulminò Stefano con lo sguardo e lentamente si voltò per tornare al proprio posto.
Sedendosi, tentò di non pensare più ad Alex e si concentrò sul suo lavoro.
Non ci volle molto per estraniarsi dal mondo e raggiungere la sua zona di conforto.
 
“Hai intenzione di andare a casa, oppure vuoi restare qui a dormire?” domandò Alex alzando gli occhi per la prima volta dal suo album da disegno.
Guardandosi intorno, notò come tutti gli altri erano già usciti dalla classe. “Non mi ero accorta…” borbottò posando il pennino per la china. Alzandosi, iniziò a sistemare le proprie cose, consapevole del fatto che Alex continuava ad osservarla.
“Mi spiace averti aggredito così, prima in mensa… ma, questa cosa penso stia sfuggendo a tutti di mano…”.
Alex abbassò lo sguardo e corrugò le sopraciglia. Alzandosi in piedi, sbatté l’album da disegno sul tavolo, facendo cadere la matita.
“Santo Dio, Susi! Ti ho già chiesto di smetterla, quanto ancora devi andare avanti? Le cose stanno così, non posso e non voglio fare altro. Non voglio dimenticarti. Non voglio provare a convivere con Nick ed il suo carattere del cazzo. Non puoi decidere di chi cazzo innamorarti!”. Appena le parole scivolarono fuori dalle sue labbra, Alex si accorse di essersi esposto più di quanto avesse voluto fare.
E come se ne accorse Alex, se ne rese conto anche Susi. “Come innamorato?” domandò stupita, gli occhi spalancati dallo stupore. “Non scherzare Alex… la cotta può anche starci, ma altro no…”.
Scuotendo la testa, il ragazzo sentì il suo cuore spezzarsi. In qualsiasi modo la mettesse, Susi riusciva sempre a trovare qualcosa che non andava. Qualcosa che la spingesse ad allontanarsi. Non voleva obbligarla ad amarlo. Non voleva niente. Ma non capiva, come mai, si accanisse tanto contro di lui, per impedirgli con tutta sé stessa di sentire qualcosa per lei. Voleva solo essere libero di provare quello che stava provando. Di sbagliato non c’era nulla. Non sei tu a scegliere la persona da amare. Lui era disposto anche a farlo in silenzio, ma ogni volta, la ragazza non esitava a calpestare i suoi sentimenti. Non lo faceva di proposito. Probabilmente lei pensava di fare la cosa giusta. Ma perché faceva tanto male sapere che lei non lo voleva?
Inumidendosi le labbra, Alex sussurrò “Vai via Susi, la lezione è finita…”. E voltandosi, prese il cancellino ed iniziò a pulire la lavagna, dandole il chiaro segno che la discussione era finita.
La sentì muoversi verso il proprio banco, trafficare per qualche istante con le cose che teneva vicino alla propria borsa, e dopo qualche istante, sentì il rumore dei suoi tacchi dirigersi verso la porta della classe. La ragazza si fermò per qualche istante e sussurrando un debole ‘ciao’, prese le scale e si avviò verso l’uscita.
Sospirando, Alex si voltò verso la cattedra ed osservò il ritratto che le aveva fatto durante la lezione. “Perché mi spezzi il cuore continuamente?”. Guardandosi intorno, per qualche secondo, osservò la classe vuota, e sbuffando, si ritrovò inconsciamente a posare il cancellino sulla cattedra e togliendosi gli occhiali dalla montatura nera che indossava, li lanciò con violenza sul ritratto. Senza riflettere corse fuori dall’aula, lanciandosi all’inseguimento di Susi giù dalle scale. Ormai sapeva bene di avere poche speranze, ma di sicuro non l’avrebbe persa senza combattere ancora.
 
Susi scendeva lentamente le scale, facendo attenzione a bilanciarsi tenendosi al corrimano. Soprapensiero, aveva imboccato le scale senza accorgersi che di luce solare ne era rimasta ben poca, ed ora il crepuscolo stava dando il via libera al buio. Tentava di non pensare alle parole di Alex, ma era ben inutile dire che effetto su di lei ne avevano avuto, ed anche tanto. Non tutti riescono a rimanere indifferenti quando qualcuno ti dichiara così apertamente il loro amore. Volontariamente o meno. Sobbalzò quando sentì una persona scendere frettolosamente le scale. Sentendola arrivare alle sue spalle, si fermò per lasciarla passare, ma quando questa la superò, le si mise davanti a pararle la strada.
“Alex!” esclamò Susi sorpresa da una tale e repentina apparizione.
“Io ti amo e non voglio farti scivolare così addosso a me. Non devi essere come l’acqua che sfugge. Voglio lottare, voglio che ogni attimo che ho insieme a te, sia il migliore della mia vita. Voglio vivere e lottare per quello in cui credo!”. Facendo uno scalino verso di lei, le passò un braccio intorno alla vita, mentre l’altra mano andò a perdersi nei suoi lunghi e caldi capelli.
La stava per baciare, le stava anche dando il tempo di allontanarsi, di rifiutarlo, ma non si mosse.
 
“Perché le mie gambe non si muovevano? Perché mi sembrava di vedere solo i suoi occhi e nient’altro?”.
 
Alex si inumidì le labbra e di riflesso lo fece anche Susi. Lei si accorse di come il corpo del ragazzo si era fatto pericolosamente vicino al suo.
“Se vuoi andare, devi farlo adesso…” sussurrò lui.
Susi annuì solamente, ma i suoi occhi si chiusero quando vide il viso di Alex avvicinarsi ulteriormente. Le loro labbra si sfiorarono, e lui si ritirò, per osservare le reazioni della ragazza. Gli occhi ancora serrati, le labbra schiuse come ad implorarlo di baciarla ancora. E lui, inumidendosi le labbra, la accontentò. Le sue braccia la rinchiusero in un abbraccio, le mani di Susi si fermarono sul petto scolpito, ed Alex si chinò e le catturò ancora una volta le labbra, baciandola con più decisione.
Quelle labbra la baciarono, quelle mani le accarezzarono la schiena, i fianchi ed il viso, ma quando la bocca si schiuse, lei si allontanò di scatto, aprendo gli occhi e ritrovandosi riflessa in occhi scuri. Occhi nocciola, non verde acqua come quelli del suo Nick.
Istintivamente si portò una mano sulle labbra, mentre l’altra spinse via leggermente Alex. Scuotendo la testa lo guardò, sentendo gli occhi riempirsi di lacrime.
“No, non posso Alex…” e liberandosi dal suo abbraccio, lo oltrepassò e corse via, senza voltarsi indietro.
In quel momento, due cuori si spezzarono ulteriormente. Uno per l’ennesimo rifiuto, l’altro per la poca forza di volontà…
 
“Ma cosa mi stava succedendo?”.
 
   
 
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