The
Seventh:Winter
·
PART 5: Keepin’
·
Chapt. 10: Forgotten
Light at the End of the World.
Guilt is like a bag of fuckin' bricks. All you gotta do
is set it down.
Più li
fissava e più ne provava ribrezzo.
Così Loki aveva deciso di smettere di tenere gli occhi su quelle bestie e di farli scendere a terra, tra il biancore inerme della neve.
Anche così, comunque, i suoi occhi erano feriti dal più doloroso dei colori che possedevano gli Jotun: il blu striato delle sue stesse mani.
Vederlo la
prima volta gli aveva spalancato le porte sul baratro della Follia. Ed invece
di allontanarsi da quel bordo friabile si era messo a danzare sul limite,
beandosi della vertigine del precipizio in cui pensava di aver intravisto sul
fondo la gloria ambiziosa dei suoi sogni più reconditi, finché il terreno non
era franato sotto ai suoi piedi ed il Nulla l'aveva inghiottito. Nel fondo
dell'Abisso non vi era né Gloria né successo, ma le catene di una speranza
illusoria e fatale.
Illusioni
e Speranze si erano susseguite velocemente, e quando anche l’ultima di queste
era caduta, tra le pieghe insanguinate di un broccato dorato, Loki si era accorto di non avere più nulla.
Non una
casa - l'aveva incendiata lui stesso con
i suoi inganni e distrutto le fondamenta con i suoi complotti.
Non una
famiglia - colei che mai gli aveva
voltato le spalle aveva preso il suo posto nel freddo marmo della tomba.
Non una
compagna - troppo il rischio di vederla
tornare nel Regno dei Morti o di subire un tradimento da parte sua, che
manteneva il cuore nelle schiere nemiche.
Non un
proposito - che la Vendetta era una
necessità, come respirare o nutrirsi.
Non una
dignità - Era un mostro, il prodotto del
fato bastardo e di un incrocio infame.
Così aveva
lasciato che la sua pelle diventasse come quella delle bestie, e che il verde dei suoi occhi fosse sostituito dal colore
del sangue: Di necessità virtù, si
era detto in un attimo di cinica ironia. Poi aveva stretto i pugni e si era
operato in una delle sue illusioni: quella di sembrare più grande.
Come uno Jotun purosangue.
Per
mischiarsi a loro. E tradirli.
Di nuovo.
Le labbra
si erano stese in un sorriso gelido, quando il fato aveva fatto precipitare il veivolo
dei Vendicatori a pochi passi dal portale che vomitava le bestie.
Avevano
attaccato quasi subito, e nel caos generale della battaglia Loki
era scivolato tra i ghiacci e l'aveva trovato: Angrboda, l'erede legittimo di Laufey, reggeva tra le mani una lunga e frastagliata
cuspide di ghiaccio.
Peccato, Loki aveva
sperato di coglierlo con lo Scrigno in mano, come il suo predecessore.
Evidentemente Malekith nutriva la sua stessa
considerazione riguardo gli Jotun.
Pedine del gioco.
Come lui.
Loki digrigna i denti e stringe i pugni.
Nella
tormenta, Angrboda alza il pugno e latra un ordine ai
suoi che si lanciano in gran numero contro i Vendicatori. Sul dorso della mano
della bestia brilla Gemma azzurra: Mente.
Non riesce
a trattenersi dallo scoppiare a ridere: Il potere di governare, alterare e
manipolare la Mente, a quei mostri
ignoranti? Ironia della sorte o spiccato senso dell'umorismo del Maledetto?
Poco
importa, il mostro ha una Gemma e lui deve avere anche questa.
Angrboda
possiede l'altezza, la forza bruta e il pugno distruttivo degli Jotun.
Loki è armato della ferocia della sua disperazione. Basterà.
"Signore, rilevo delle Gemme nelle vicinanze."
L'ologramma
segue la voce di J.A.R.V.I.S. e disegna davanti agli
occhi di Tony la mappa del luogo e due punti, uno azzurro ed uno viola.
I raggi
laser tagliano a metà lo Jotun che aveva atterrato Cap e la freccia incendiaria di OcchioDiFalco
trasforma in una torcia urlante quello che si stava lanciando contro IronMan da un picco di roccia ghiacciata. L'Hulk si è improvvisato percussionista afferrando due Jotun per i piedi e sbattendoli ritmicamente a terra
creando tanti piccoli crateri sulla superficie ghiacciata. "Hey, Nick Menza, bell'assolo!" si congratula IronMan e l'Hulk grugnisce una
risata, riprendendo la sua rullata che coinvolge altri quattro Jotun. "Ragazzi, abbiamo localizzato non una ma ben due Gemme. Nord Ovest, novecentosettasei metri da qui in linea d’aria."
Dopo aver
esaurito anche l'ultimo colpo del Fucile del Distruttore contro lo stomaco di
un gigante, Natasha attiva il rilevatore
sull'avambraccio: "Sono molto vicine: Stark,
coprimi le spalle ed aprimi un varco tra 'sti Puffi
sotto anfetamine: Vado a recuperarla."
"Go, Joe Flacco!"
la incoraggia IronMan aprendo il palmo in direzione
di un gigante per farlo saltare per aria e Cap si
affianca alla Vedova correndo, a tenerla libera di scattare in avanti.
"FREEEEEEENAAAAAAAAA!!!!!!!!"
Troppo
tardi: Thor, nella sua solita fulgida, possente e gloriosa grazia, si schianta
esattamente sulla testa dell'Hulk.
Io,
aggrappata alle sue spalle come un koala terrorizzato, non lo mollo in tempo
per evitare di essere coinvolta nella rovinosa caduta. Bianco, neve, ghiaccio,
verde, rosso si alternano in un vortice vertiginoso.
Quando smetto
di rotolare su me stessa come una trottola imbizzarrita sono schiacciata da
qualcosa di gigantesco, pesante, abbastanza puzzolente e decisamente verde.
Come Stark, credevo che avrei passato un Natale diverso.
Non con il culo dell'Hulk sulla
mia spina dorsale.
Poi il
peso si sposta e riesco ad alzare la faccia dalla neve per lasciarmi andare ad
un lungo gemito: Alla mia sinistra l'Hulk alza le
spalle come se la stessi facendo lunga.
"Lady
GreyRaven, permettimi di aiutarti."
"Hai
già fatto abbastanza, credimi."
La mano di
Thor resta testa davanti a me: "Insisto."
Chi sono io per negare l'aiuto di un dio?
Quando Clint
urla "ICEBERG, A DESTRA!" Thor si volta a sinistra, venendo colpito
alle spalle e affondato nella neve da un gigantesco pezzo di ghiaccio.
...Un dio Pirla.
Ci pensa
l'Hulk a vendicare la sua dignità, mentre io cerco di
rimettermi in posizione eretta, cosa resa ancora più difficile dal vento
contrario.
Un paio di
braccia arrivano a sorreggermi e la voce gentile di Steve mi domanda se sia
tutto a posto; annuisco vigorosamente abbozzando un mezzo sorriso e poi mi
guardo attorno: "Ragazzi, li avete stesi tutti... c'è stata una battaglia
o un gara di bevute?"
"Beh,
sicuramente sarebbe stata più semplice." Sbuffa, tergendosi un rivolo di sangue
dalla tempia con il dorso della mano. "Voi...?"
"Sì,
abbiamo discusso anche noi."
"Gemma?"
"Presa."
Un altro latrato dal portale: "Quanto odio gli imbucati..."
Il cranio
di Angrboda è una massa informe di schegge d'osso e
sangue nero vischioso come pece;
le mani di
Loki ne sono piene: si guarda le dita collose e poi
di nuovo il cadavere riverso a terra e lo calcia ad un fianco con un moto di
disgusto.
Fratello. Il suo vero fratello. Ucciso dalle sue stesse mani
come il suo vero padre.
"Cosa
si prova ad essere ammazzato dal bastardo?"
Domanda al corpo, il volto deformato in un ghigno di gioia feroce. "Dal
debole, dal ripudiato, dall’abbandonato? Umiliante,
non è vero?" Aveva lasciato che la pelle rivelasse la sua identità appena
prima del colpo letale, che Angrboda comprendesse chi
fosse il suo carnefice e aveva goduto del suo stupore fatale prima di
fracassargli la testa.
Basta, non
c'è più tempo: Loki si china sul corpo del gigante,
afferra la mano in cui è incastonata la gemma e la torce su se stessa sino a
staccarla ad ulteriore scempio.
Poi
artiglia la Gemma e la toglie dalla carne. La fa rotolare nella neve a
ripulirla dal sangue nero dello Jotun e la stringe
nel pugno, prima di infilare la mano nella casacca e lasciarla scivolare nella
tasca interna, quella più nascosta in cui custodisce gli oggetti più preziosi.
"Ti
prego, no. Mi serve ancora." Nonostante
il fiato corto, dalla voce alle sue spalle trapela un’inflessione ironica. A Loki non serve neppure voltarsi; si lascia scappare solo
una piccola e bassa risata, che il modo in cui il destino ha deciso di svelare
il suo senso dell'umorismo quel giorno è davvero intrigante: "Agente Romanoff, un vero piacere incontrati di nuovo."
"Mi
piacerebbe poter dire lo stesso." Natasha non
accenna ad abbassare le armi. Senza smettere di ridere sommessamente ed alzando
le mani in un sarcastico gesto di resa Loki si volta,
ad incorciare gli occhi chiari della donna che lo
studiano con attenzione: "Sei ferito?"
"Sei dolce a preoccuparti delle mie
condizioni."
"Credimi,
preferirei vederti conciato come quel tizio lì a terra."
"Spiacente
di deluderti."
"Ma Addison e Thor vorrebbero avere qualche tua notizia."
"Porgigli
i miei omaggi."
"Solo
dopo che mi avrai dato la Gemma."
Scoppia a
ridere di nuovo. "Spiacente, io l'ho trovata ed io la tengo."
"Allora
vorrà dire che ti porterò con me."
"Devi
prima sconfiggermi."
Natasha alza un sopracciglio: "Non
credo che...."
Si ritrova
a terra, a scivolare sul ghiaccio sino a sbattere contro un cumulo di neve.
Colpo di reni per alzarsi, in tempo per ricevere un pugno alla bocca dello
stomaco che le mozza il respiro. Para un gancio al viso ma non riesce a
schivare la gomitata sulla tempia sinistra: Loki è
troppo veloce, persino per lei. Rotola a terra lasciando una debole traccia
scarlatta e prova a rimettersi in piedi soffocando un gemito. Un colpo alla
nuca: Loki la guarda arrancare e perdere i sensi. La
blocca a terra con un breve cenno delle dita braccia e gambe della Vedova Nera
sono imprigionate dai ghiacci.
Basterebbe
una piccola pressione per spezzare l’osso del collo: I suoi occhi azzurri non
si riaprirebbero mai più, il rosso lascerebbe le guance e fluirebbe nella neve
dal taglio sulla tempia, e lei resterebbe fredda ed immobile nel ghiaccio.
Cosa si
prova, a sfidare un Dio e restare sopraffatta dalla sua grandezza?
Addison ti odierà per questo.
Non saprà
mai chi è stato a toglierle la vita.
Lo scoprirà, in un modo o nell'altro.
E quindi,
che importa? Non c'è spazio per lei nella sua vita, darle un dispiacere o meno non
può cambiare le cose. L'idea di uccidere la Vedova Nera, invece, è piacevole
vertigine.
Ti odierà.
Non
importa.
Sarai solo.
Lo è già..
Pensa al dolore per la morte di tua madre. È questo che
desideri farle provare?
Non
importa.
Sì, invece.
Le dita non
rispondono alla sua volontà e si aprono appena.
“Buona
idea, Comet.”
L’uomo di
metallo, sospeso a mezz’aria alle sue spalle, schiva di un soffio la sfera di
energia azzurra e risponde con quattro colpi che formano altrettanti buchi nel
ghiaccio. “Mettiamo le cose in chiaro: mi devi una defenestrazione e questa è
una splendida occasione per riscuotere il mio debito.”
Il mostro
ringhia e soffia, scuotendo il collo per liberarsi dalla freccia di OcchioDiFalco. Alza le squame come se fossero aculei
velenosi e batte le sei zampe a terra dimenando la lunga coda, prima di
lanciarsi in avanti. Richiamando il Mjolnir dallo
sterno di un gigante, Thor urla a Cap di togliersi
dalla traiettoria dell’animale.
Steve
riesce ad atterrare uno dei due giganti contro cui sta combattendo e a far
arretrare l’altro lanciandogli il taglio dello scudo in pieno viso. Lo recupera
e lo alza, pronto a fronteggiare il mostro squamato che sta per caricarlo.
Ma a pochi
metri la bestia alza le zampe anteriori, colpisce il ghiaccio sotto di sé sino
a bucarlo e sparisce sott’acqua.”
“Dove diavolo…”
“Il
bastardo vuole prenderci da sotto il culo!” Una granata in bocca ad un orso
alieno e Barton ha
un po’ di campo libero per recuperare qualche freccia. Bestemmia quando
vede quanto poche e poco utili siano.
Addison si sfila la pistola di riserva
dalla fondina sulla coscia e gliela lancia. Poi tiene a distanza con due
fiammate un gigante e si infila nel Quinjet a cercare
munizioni.
“Il bestione sembra si sta allontanando!” Barton segue la direzione indicata da Cap,
dove il ghiaccio si increspa perdendosi nella tormenta, a Nord-Ovest.
“Ti pieghi
ma non ti spezzi, se tu non facessi tanto l’antipatico potrei addirittura
ammirarti.”
IronMan è quasi impressionato dalla furia
di Loki: spezza a fatica con i laser i pinnacoli di
ghiaccio che ha creato con un solo gesto della mano e ricambia il favore di un
colpo energetico al torace con un raggio dalla mano destra. Si ferma dallo
scaricargli addosso una pioggia di missili solo per non rischiare di colpire Natasha.
Natasha che, lui può ben vederlo, sta
riprendendo i sensi. E punta gli occhi
sulla schiena di Loki.
Sotto alla
maschera di ferro dorato Tony si lascia scappare un sorriso: “La resistenza è
sempre una qualità apprezzata dalle ragazze… immagino
che Addis…”
SBAM!
Colpito in
pieno petto, IronMan disegna una capriola per aria e
si schianta a terra con il viso nella neve. Qualcosa sta scivolando sotto il
ghiaccio, Tony lo intravede mentre rialza la faccia, ma non può permettersi di
prestargli molta attenzione, con Loki infuriato
davanti a sé: “Suscettibile al nome della trombanemica, e chi l'avrebbe mai detto?”
Urlando, Loki apre le braccia a raccogliere energiae
l’abbraccio feroce della VedovaNera lo sorprende: Coltello
d’assalto puntato alla gola e mano che scivola veloce sotto la casacca a
strappare la tasca e recuperare la Gemma.
Per terra,
nella neve gelata, il gioiello di Frigga è ciò su cui Loki
si getta d'istinto, un istante prima che il ghiaccio esploda sotto ai loro
piedi, scagliandoli in aria tra il ruggito di una bestia squamata.
IronMan ha solo un istante di smarrimento,
poi inizia a tempestare il mostro di colpi, sino a farlo sprofondare nuovamente
nell'acqua gelida. Smette solo quando tutto attorno acqua, neve e ghiaccio
hanno assunto il colore nero della pece, e si accorge di essere solo.
"Romanoff?" Dall'auricolare
nessuna risposta.
"Signore,
rilevo una fonte di calore sotto la lastra di ghiaccio. È in diminuzione: al
momento la sua profondità è stimata attorno agli otto metri, ma è in rapida
discesa." Imprecando, IronMan si tuffa nel punto
indicato dal visore.
"Capitano,
come siete messi dalle vostre parti?"
"Malissimo, Stark. Il portale
è ancora aperto, stiamo cercando di fare contenimento, ma scarseggiano le
munizioni e la tormenta sembra peggiorare."
"Romanoff ha recuperato una Gemma. Io ho recuperato Romanoff. Ha un principio di congelamento, la riporto
indietro sul..."
Le labbra
blu di Natasha sono tese nello sforzo impossibile di
smettere di tremare: "Stark non dire stronzate...
c’è ancora una Gemma ..." Fiato sprecato: IronMan
la carica poco cavallerescamente su una spalla, approfittandone per assestarle
un paio di pacche rassicuranti sul sedere ed accende i propulsori al massimo.
La granata
di OcchioDiFalco spazza via le gambe anteriori di uno
dei quadrupedi, il pugno dell’Hulk gli fracassa il
cranio. IronMan atterra di fianco alla carcassa
facendo scivolare la VedovaNera a terra. L’abbraccio
di una giacca termica sulle spalle – quella che Clint si è praticamente
strappato di dosso vedendoli arrivare -
le fa spalancare gli occhi. Si rimette in piedi rifiutando qualsiasi
tipo di aiuto, sforzandosi di vestire un sorriso sghembo e tremante: “Pensate
che i miei primi addestramenti siano stati fatti in climi tropicali?” Clint
annuisce e le resta a fianco senza toglierle lo sguardo di dosso, ma senza
insistere con ulteriori gesti: “Sono riuscita a recuperarne solo una. Il
rilevatore indicava Loki come possessore dell’altra.”
“Loki?”
“Sì, Jareth ha fatto un macello laggiù, e quel
simpatico mostro anfibio che vi siete lasciati scappare per poco non ci fa la
pelle con la sua entrata da diva vissuta.”
“Ed ora
dov’è?”
“Scomparso
in fretta e furia, prima di venir scoperto da qualcun’altra a far stronzate. Neppure agli Dei piace andare in
bianco, tutto l’Universo è Paese.” IronMan riabbassa
la visiera dell’elmo e svetta per aria, a controllare la situazione dall’alto
sottolineandolo con un sarcastico sbuffo quel che vede: “Dobbiamo chiudere il
portale. Qualcuno ha una testata nucleare? Perché non c’è mai un missile
nucleare quando serve?”
“Siamo nel bel mezzo del nulla, per il Consiglio non c’è
nulla di interessante da radere al suolo, sarebbe uno spreco inutile di risorse
militari.” Risponde la voce affaticata di Addison
all'auricolare. “Nat,
tutto a posto?”
“Sì, mi
sono solo data una rinfrescata.”
“Che Gemma hai recuperato?
“Quella
azzurra. La Mente.”
“Ottimo.” Trancia di netto le mani di uno Jotun che Steve finisce spezzandogli l’osso del collo con
un calcio. “Cap, passami una barretta energetica, per
favore.”
“Ti sembra
il momento di uno spuntino?”
“Devo
recuperare energie, e alla svelta. Nat, riesci a
portarmi la Gemma?” Natasha si alza in tempo per
evitare la cuspide di ghiaccio di un gigante e gli pianta i Morsi sotto le
ascelle. Lo Jotun si scansa con un ringhio e Clint lo
acceca con due proiettili, lasciando la strada libera alla VedovaNera
per attraversare il campo di battaglia verso Addison.
"Non
è esattamente la Gemma più utile in questo momento."
"Perché no? È piuttosto versatile, se si ha buona
fantasia e una discreta dose di inventiva."
“E
smettila di combattere e parlare con la bocca piena, è maleducazione sai?”
"Ma sai usarla?" si intromette Cap,
scudo in volo ad abbattere uno Jotun. Poi recupera la
sua cuspide di ghiaccio e trafigge quello che lo segue lanciandola con la
precisione e la grazia di un giavellottista olimpico.
"Sono un'inguaribile ottimista."
"Ce lo faremo bastare.”
Una Gemma
in meno tra le dita e l’umiliazione della disfatta che gli monta una rabbia
sorda in petto. Resosi invisibile tra la tormenta Loki
si rammarica di aver esitato ad uccidere il nemico:
Non
ripeterà lo stesso errore per una seconda volta. Scinde il suo corpo in
particelle ghiacciate e si accomoda nel vento gelido che sferza il campo di
battaglia.
La VedovaNera raggiunge Addison, la
Gemma della Mente passata come il testimone di una staffetta.
Indovina
il sorriso di sfida di GreyRaven e il brillio azzurro
tra le dita rosse di freddo.
Che vuole tentare?
Non ha la
conoscenza né il potere per usare la Gemma. Il suo tentativo non solo
risulterebbe sicuramente vano, ma poteva addirittura ritorcersi contro.
Folle.
Lasciala fare. Lascia che cada a terra senza energie, lascia
che faccia la sua mossa e poi prendi la Gemma. Lascia che abbia la punizione
che merita per la sua avventatezza.
La
barretta energetica inizia vagamente a fare effetto, mi sento meno a terra di
prima.
Il
bagliore azzurro della Gemma, poi, è una sfida invitante che stimola
l’adrenalina. Cerco di ricordarmi ciò che ho appreso dal libro di Loki e concentro il mio potere nella mano destra in cui la
stringo.
Sulla carta
governare questo potere è molto semplice quando si ha fantasia ed inventiva.
Una certa propensione a manipolare le persone non guasta, anzi. "Che
intenzioni hai?" chiede Nat con il fiato corto e
pallida come un cencio. Noto che l'orlo della tuta termica sotto la giacca
viola di Clint è strappato sul collo e sono comparsi lividi sulla pelle: Deve aver
combattuto molto da avuto un corpo a corpo da cui ne è uscita vincitrice: la stima verso la mia
amica aumenta vertiginosamente.
"Non
ho idea di chi stia aprendo il portale, ma sicuramente lo fa attraverso lo
Scrigno. Dovrò entrare in connessione con l'energia emanata dal portale,
risalire alla fonte e colpire il mittente. Per farlo creerò un'illusione mentale
utilizzando il potere della Gemma, così da distrarre chi tiene il portale
aperto e fargli interrompere il flusso di energia."
"Quindi
vuoi fregare chi sta tenendo lo Scrigno?"
"Detta
così la fai sembrare una cosa brutta."
"Lungi
da me! Ti copriamo le spalle: Vendicatori, facciamo cerchio!”
Clint
recupera altre munizioni e lancia due pistole a Natasha,
l’Hulk urla facendo arretrare un paio di giganti,
Thor riscende a terra, Stark ricalibra i propulsori e
Steve imbraccia nuovamente lo scudo impartendo istruzioni sulle disposizioni.
Quello che
mi mancava di più dei Vendicatori - della mia squadra, dei miei amici - era proprio questo: il lavoro di
gruppo.
Perché
quando ci mettiamo di impegno - ed abbiamo imparato a farlo - non abbiamo
eguali: siamo una macchina collaudata ed invincibile, sette ingranaggi i cui
denti si incastrano alla perfezione.
Thor ed IronMan affrontano direttamente gli Jotun
che si lanciano dal portale sopra le nostre teste, OcchioDiFalco
tiene a distanza i cavalieri già a terra, l'Hulk si
esibisce in una partita di bowling usando pezzi di ghiaccio come palle e gli Jotun ancora in piedi come birilli. Steve mena fendenti e
raccoglie consensi come giavellottista, lo scudo sempre alzato, pronto a
proteggere il mio fianco sinistro. Natasha, la più
vicina a me, si opera alla mia difesa in maniera egregia, incurante dei capelli
incrostati di ghiaccio, di un taglio sulla testa e del colorito cianotico del
suo viso.
Con il
ginocchio sinistro appoggiato sulla neve e Morrigan
su quello destro, stringo la Gemma talmente forte da farmi sbiancare le nocche delle
mani graffiate dal freddo.
Il potere
pulsa nei miei palmi e penetra la pelle, solleticandomi la carne delle mani,
poi delle braccia risalendo vene, arterie, capillari e nervi sino alla nuca.
Ce la posso fare? Non lo so, sinceramente. Sono
migliorata nel maneggiare i miei poteri ma non ho mai dovuto usare qualcosa di
simile come catalizzatore.
Ho altre alternative? No, come sempre. E questa cosa
inizia ad essere seccante.
Gli occhi
aperti di Morrigan guidano i miei, chiusi e
concentrati, verso il cielo. Attraversano il portale, superano il buio e la
tormenta perenne di Jotunheim e quasi si accecano ad
una luce di un blu elettrico improvviso e doloroso.
Mani
candide stringono i lati dello scrigno. Unghie curate, piccole vene azzurre
gonfie dallo sforzo.
Ti ho trovato: sei l'Incantatrice, vero? Vediamo chi sa
incantare meglio, puttanella.
Il potere
della Gemma Azzurra è a mia più completa disposizione. Si concentra nel mio petto
e quando apro gli occhi rivolgendoli al cielo si concretizza in una lingua
azzurra che avvolge il mio corpo e sale a spirale verso il cielo.
Sono un Corvo. Un Corvo gigante che supera ogni
barriera, travolge ogni gigante e risale il portale in una picchiata feroce.
I miei
poteri iniziano a vacillare, e concentrarmi diventa un'impresa ardua, mentre il
potere della Gemma diventa bollente.
Stringi i denti, GreyRaven,
stringi i denti!
Mi cedono
le gambe e mi rendo a malapena conto di essere caduta in ginocchio: Le vene
bruciano, gli occhi pulsano, la vista si offusca.
E poi,
improvvisamente, un’ondata di energia mi attraversa la schiena e le braccia,
come se l’aria gelida che mi ha sverzato sino a quel momento si fosse condensata
attorno a me a darmi sollievo dal calore sprigionato dalla Gemma e a darmi
forza.
Il potere
attraverso a me – non sembra neppure mio da tanto che è intenso – aumenta a
dismisura, ritrova la strada attraverso i miei occhi e la mia mente, e li
spinge a superare l’orlo nebuloso del portale.
Il Corvo si fa Fiamma. Fuoco Fatuo implacabile, una
colonna grigiazzurra che incenerisce al passaggio.
Vedo le
mani bianche contorcersi sullo scrigno, come se la schifosa stesse cercando di resistere convincendosi che quello
che stava capitando fosse irreale.
Oh, sì, lo è. Ma la mia Illusione è un’ondata che
la travolge e vince la sua convinzione.
Ed è per
questo, ciliegina sulla torta, che la
forma della mia proiezione muta di nuovo.
Le mani si
ritraggono dallo Scrigno nell'istante esatto in cui il Corvo fiammeggiante
assume le fattezze della Regina Frigga.
L'Illusione
esplode nella mia testa in minuscole schegge di dolore. Il portale si stringe velocemente
ed i lembi impattano violentemente tra di loro, sigillandosi.
Quell’aria
gelida che mi ha abbracciata, sostenuta e rafforzata si addensa ulteriormente
attorno a me in una stretta protettivo. Dura solo pochi secondi, poi scompare
lasciandomi, priva di sostegno, a cadere all'indietro, nel gelo e nella neve.
Mi fanno male le orecchie, qualcosa cola dal naso e non sono certa sia moccio.
Attorno a
me i miei amici, la mia squadra, la mia famiglia, finisce gli Jotun superstiti ed i rumori della battaglia giungono
ovattati alle mie orecchie. Sento le piume di Morrigan
tra le mie mani ed il suo piccolo cuore battere all'impazzata. "Ce
l'abbiamo fatta, vecchia mia. Anche questa volta."
Buio.
"Adie, Adie, svegliati!"
Natasha cerca la carotide e si lascia
sfuggire un sospiro di sollievo quando la trova: "Batte, è viva. Respira regolarmente."
Le terge il sangue da sotto il naso, ma un altro rivolo prende il posto del
primo. Poi esamina Morrigan, prendendola in mano e riparandola tra le maniche della
tuta termica: "Anche lei è viva."
Steve si
china su di lei e le scosta una ciocca castana dal viso: “Era…”
Thor,
sceso a terra, continua a guardarsi febbrilmente attorno, il pugno ancora
chiuso sul manico del Mjolnir. “È corso in suo
soccorso quando ha compreso che sola non avrebbe potuto farcela. Se solo fossi riuscito…”
Tra le
dita ormai insensibili di GreyRaven brilla ancora la
Gemma. Il principe di Asgard sospira, ricaccia
indietro il groppo che sembra ostruirgli la gola mentre Steve gli batte una
spalla, poi si toglie il mantello e lo passa a Natasha
che lo avvolge all’amica svenuta, lasciando sia Clint a sollevarla e ad
appoggiarsela sulla spalla "Sacco di patate, che ti sei mangiata per
Natale?" commenta battendole un paio di pacche amichevoli sul sedere.
"Stark, com'è la situazione nel Quinjet?"
"I
motori hanno retto alla temperatura. I rotori non sono messi benissimo, ma
posso fare in modo che campino almeno sino alla base. Con il vento che si è
calmato e le temperature non più così basse, abbiamo l'89% di possibilità di
arrivare a destinazione, se non superiamo la velocità di settantatre miglia orarie
e non saliamo in quota per più di settecento piedi."
"Ci
metteremo un'eternità, ma tant'è."
"Riportate
la Cornacchietta
dentro, si merita una bella cioccolata calda."
Steve si volta sentendosi battere ad una spalla. Torso nudo
e piegato su se stesso, affondato nella neve sino alle ginocchia, Bruce ha
ripreso la sua forma umana e trema come una foglia. "Vi avanzerebbe un
mantellino anche per me?"
…e l’abbiamo scampata bella anche questa volta! Una volta
tanto avere Loki in giro può addirittura essere
utile.
Ad ogni modo, un paio di piccole note:
Angrboda: Secondo la mitologia norrena, non è fratello di Loki né erede di Laufey. Ho preso
solo ‘in prestito’ questo nome. Nel mio headcanon, è
il gigante che dice ‘Torna a casa, principessa’ a Thor nel film. Un giorno
l’utilizzo di questo nome avrà un significato, forse.
Comet: è una delle renna di Santa Claus; precisamente è la più
veloce e quella che non sta mai ferma e non sente mai il bisogno di dormire.
Jareth: Il Re dei Goblin, interpretato da David Bowie, del mitico Labyrinth.
Vi ringrazio, come sempre, per il sostegno e l’interesse che
dimostrate verso questa storia. Non sono una vera scrittrice, non mi reputo la
migliore della categoria (Ma neppure la peggiore), né quella con le idee più
originali o quella con l’OC migliore creato. Per me, quindi, il piccolo
gruppetto di lettrici affezionate che spendono qualche minuto del loro tempo a
leggere e commentare le mie storie mi rende davvero felice. Vi ringrazio,
davvero: siete preziose.
Per quanto riguarda il ‘famoso’ capitolo sugli inside jokes, tenete d’occhio la mia pagina tumblr:
http://evilcassy.tumblr.com/ dove in
questi giorni posterò la soluzione (non realmente richiesta, per altro, ma odio
fare le cose a metà XD). Per qualsiasi dubbio, domanda, richiesta, c’è sempre
il mio Ask: http://ask.fm/EvilCassyBuenacidos
Non mi resta che salutarvi!
Alla prossima,
EC
PS: Titolo tratto da ‘Islander’
dei NightWish e citazione da ‘L’Avvocato del
Diavolo’.
Questa volta è stato anche relativamente semplice trovare
entrambi.