Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: chiara05    21/04/2013    4 recensioni
storia Klaroline ambientata nel 1862 a Mystic Falls. Caroline una ragazza umana di 17 anni ha una missione nella vita, uccidere il vampiro Klaus. Ma presto tra i due scoppierà una passione che renderà molto difficile il suo compito.
Dal 2 capitolo:
"Dopo qualche attimo di sgomento la ragazza tentò di colpirlo ma lui, con un movimento fulmineo, si portò dietro di lei e la bloccò con le sue braccia.
«Non hai speranze contro di me, amore» le sussurrò all'orecchio stringendola più forte. Il cuore di lei batteva all'impazzata e aveva il fiato corto come se avesse corso una maratona.
«Scoprirai che sono piena di sorprese» gli disse tentando di tirarli un calcio che lui schivò. A causa di questo movimento lo spacco della gonna aveva messo in mostra la sua gamba soda e Klaus, senza riuscire a controllarsi, aveva cominciato a disegnare cerchi immaginari su quella parte di pelle morbida e nuda con le dita. Adesso anche lui aveva il fiato corto. Caroline si sentiva in paradiso e all'inferno contemporaneamente. Da una parte voleva che la accarezzasse per sempre, dall'altra desiderava che la lasciasse per poter adempiere al suo compito"
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline, Forbes, Damon, Salvatore, Klaus, Stefan, Salvatore
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

FURIA

 

Caroline non voleva aprire gli occhi. Sapeva che se lo avesse fatto sarebbe stata definitivamente sveglia e solo nel mondo dei sogni poteva sfuggire alla realtà.

La sera prima era andato tutto storto, Emily, la strega più potente e sanguinaria dell'ultimo secolo, era stata liberata e la ragazza sapeva che avrebbe tentato di uccidere le persone che amava.

«Non basta tenere gli occhi chiusi per dormire, amore» la riprese Klaus. Era seduto su una poltrona sotto la finestra, lontano dal letto. Indossava solo un paio di pantaloni e sul grembo teneva un grosso cartoncino poggiato su una tavola di legno. Stava disegnando, e a giudicare dall'espressione concentrata con cui la guardava stava raffigurando lei.

«Sembri turbata» affermò senza staccare la matita dal foglio «Non ti piace essere ritratta?»

«Non è questo, non mi da fastidio essere l'oggetto delle tue attenzioni, artistiche o meno» rispose Caroline mettendosi a sedere. Il suo braccio strinse il lenzuolo sul seno.

«Sono solo preoccupata. Adesso che Emily Bennett è libera vi darà la caccia. Ci darà la caccia» anche lei, come i suoi fratelli acquisiti, era un membro delle famiglie fondatrici.

«Non devi. Quella strega ha bisogno del Grimorio per lanciare l'incantesimo in grado di ucciderci e, grazie alla mia meravigliosa sorellina, siamo noi ad esserne in possesso. Non potrà farci alcun male»

«Davvero? È molto potente Klaus. Inoltre non conosciamo il suo aspetto, potrebbe possedere chiunque. Come possiamo difenderci da una minaccia che non conosciamo?»

Notando il tono isterico che cominciava a trasparire dalla voce della ragazza l'ibrido smise di disegnare e in un secondo si trovò seduto sul bordo del letto, vicino alla sua amata.

«Non devi preoccuparti» le ripetè portandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio «Emily Bennett non farà del male alla mia famiglia. Nessuno lo farà»

Caroline abbassò lo sguardo, sapeva che lui era convinto che andasse tutto bene ma lei non riusciva proprio a darsi pace.

«Guardami» le prese il viso con entrambe le mani piantando i suoi occhi blu in quelli di lei «Non lo permetterò». Per rafforzare le sue parole le diede un dolce e lungo bacio. Ma come accadeva tutte le volte, non appena le loro labbra si incontrarono fu preso da una tale urgenza di lei da lasciarlo senza fiato. Approfondì il bacio spingendola contro il suo corpo.

«Smettila. Non è il momento adatto vista la situazione» lo sgridò lei con il cuore che aveva accelerato i battiti.

Klaus non le diede ascolto. La spinse sul letto e si sdraiò su di lei torturando la pelle sensibile del suo collo.

«Smettila» gli ribadì ansante gettando la testa all'indietro e chiudendo gli occhi. Si morse il labbro inferiore tentando di resistergli.

«Solo un altro bacio» le assicurò sulla sua bocca. Le mani che accarezzavano il corpo della bionda.

«Solo un altro bacio» acconsentì lei vinta donandoglisi anima e corpo.

Dopo quello ci furono altri baci. E non si limitarono a quelli.

 

* * *

 

Damon dormiva ancora. Quella notte dopo essere andato da Rose per raccontarle i fatti accaduti era rimasto da lei. Le sarebbe mancato riflettè la vampira osservando i fieri lineamenti del moro. Ma quella che aveva preso era la decisione migliore. Non poteva pensare solo a sé stessa. Si alzò dal letto e cominciò a vestirsi.

«Dove stai andando?» le domandò il ragazzo con la tipica voce impastata di chi si è appena svegliato vedendola indossare la mantella.

«A salvare Trevor. So che avevo promesso che ti avrei aiutato a sconfiggere gli Originali, ma la situazione si è complicata. Emily è a piede libero nel corpo di chissà chi e io devo pensare alla mia famiglia. Prenderò Trevor e lo porterò lontano dal pericolo» gli spiegò fissandolo intensamente.

«Sei uscita fuori di senno?» chiese lui sbalordito «Non puoi semplicemente entrare in casa Mikaelson e prendere Trevor. Ti uccideranno»

«Devo tentare. Grazie a Caroline so come entrare e uscire dalla casa senza essere notata. Questa è la mia migliore possibilità. Devo sfruttarla»

Damon avrebbe voluto convincerla ad un ripensamento. Sapeva che era un piano pericoloso ma al posto della donna avrebbe fatto la stessa cosa. La comprendeva. Anche lui, nonostante tutto, avrebbe fatto qualsiasi cosa per la sua famiglia, per i suoi fratelli.

«È un addio allora?» disse infine.

«Si» rispose Rose tristemente «Klaus mi darà la caccia per aver liberato Trevor. Non potrò restare»

Il moro si alzò dal letto allacciandosi il lenzuolo in vita, la raggiunse e la baciò. Non c'era lussuria, solo affetto.

«Stai attenta» la ammonì non appena la lasciò andare.

«Lo sarò. E tu non farti ammazzare» replicò la donna.

«Ci proverò» rispose lui ammiccando sorridente. Ma il suo sorriso non durò a lungo.

«Avanti non essere triste» gli disse lei accarezzandogli la guancia «Sei così bello e affascinante che troverai un'altra amante non appena varcherai la soglia di questa casa»

«Bello e affascinante? Sei certa che riuscirai a starmi lontana?» scherzò prima di tornare serio «Non è una compagna di letto che mi mancherà. Anche se ci siamo divertiti parecchio» Rose acconsentì con il capo «Mi mancherà la mia amica»

«Lo so» Rose provava esattamente la stessa cosa. Gli diede un altro lieve bacio ed andò a salvare Trevor.

 

* * *

 

Jane venne svegliata dalla mano di una donna. Era solo grazie a Giuseppe Salvatore, che aveva intenzione di sfruttare le sue capacità, se non era stata cacciata dalla villa dopo aver liberato Emily.

«Cosa ci fate qui?» domandò alla persona che l'aveva strappata dalle braccia di Morfeo. Perchè lei si trovava nella sua stanza? Non riusciva a comprenderlo. Non erano amiche, si erano incrociate solo un paio di volte negli ultimi anni e lei non l'aveva mai considerata degna di attenzione, nonostante il passato che condividevano.

«Non essere così scontrosa con tua nonna bambina» la rimproverò lei.

«Nonna?» domandò Jane momentaneamente confusa. E così la potente strega Bennett aveva scelto il corpo di lei da possedere. Infondo aveva un senso. «Come avete fatto ad entrare qui?»

«Anche se possiedo un corpo che non è il mio sono ancora in grado di utilizzare la mia magia» rispose la donna. Sembrava offesa.

Ma Jane non ci fece caso. Contenta di aver finalmente ritrovato sua nonna si alzò dal letto per abbracciarla di slancio. Per qualche secondo Emily rispose all'abbraccio.

«Non c'è tempo per le smancerie bambina» la rimproverò allontanandosi dalla ragazza «Avremo tempo per ritrovarci una volta consumata la vendetta».

La giovane non era sicura che la vendetta fosse il percorso migliore da intraprendere, ma si fidava di lei. Era una delle streghe più potenti mai esistite, era saggia ed era sua nonna. Sicuramente sapeva qual era la scelta migliore.

«Cosa dobbiamo fare?» domandò sentendosi vuota per l'assenza delle braccia della donna a rassicurarla e proteggerla.

«È semplice. Ci serve il mio Grimorio per lanciare il Nectunt»

«È in possesso dei Mikaelson. Quando sono svenuta dopo averti liberata Rebekah l'ha preso»

«Dovremo trovare un modo per recuperarlo» affermò la donna con gli occhi ridotti a due fessure.

«Nonna? Cosa bisogna fare per attivare il Nectunt?» domandò timorosa Jane.

«Prima di tutto bisogna sciogliere un legame di vero amore per poter legare due anime»

«Potremmo utilizzare l'amore tra Caroline e Niklaus»

«No. Il sentimento deve essere provato da un umano verso un altro essere umano»

«Cos'altro serve?» Jane non voleva decisamente fare quell'incantesimo. Sapeva quanto la sua amica avesse sofferto per l'assenza della madre a causa dello scioglimento del loro legame d'amore.

«Dobbiamo legare un uomo a Niklaus per poterlo eliminare quindi serve un loro oggetto personale. Inoltre è necessario il sacrificio volontario di una persona per giustificare la morte dell'uomo collegato al vampiro in quanto niente è più potente del donare la propria vita per qualcun'altro. Infine sette persone dovranno essere uccise, in questo modo potrò attingere il potere dalla magia nera e completare il rituale»

A Jane girava la testa. Nove persone innocenti dovevano morire per poter uccidere un solo Originale. Quanta gente avrebbe sacrificato per eliminarli tutti quanti?

 

* * *

 

Rose era riuscita ad arrivare ai sotterranei di villa Mikaelson senza farsi vedere da nessuno. Non pensava sarebbe stato così semplice. Caroline le aveva detto che avrebbe avvertito la sua nuova famiglia del suo arrivo. Possibile che fosse una trappola? Non riuscì a trovare una risposta dal momento che, quando vide Trevor, la sua mente si svuotò di colpo per far spazio ad una gioia immensa. Era vivo, stava bene. Era comodamente sdraiato sul letto intento a leggere un libro. Come prigione non era male dovette ammettere la vampira osservando la luce entrare dalle finestre lunghe e basse e lo spazio elegantemente arredato.

Il rumore dell'apertura del pesante chiavistello di ferro richiamò l'attenzione del ragazzo.

«Rose» esclamò correndo verso di lei e abbracciandola quando finalmente aprì la pesante porta «Cosa ci fai qui?»

«Sono qui per salvarti, ovviamente» gli rispose osservando i suoi lunghi capelli castani e il fisico non molto alto ma slanciato.

«Stai rischiando troppo. Se ti trovano qui ti uccidono» era così bello rivederla, non poteva sopportare che le succedesse qualcosa per colpa sua. Per una stupida promessa fatta molti anni prima ad una sua antenata.

«Stai tranquillo. L'unica cosa importante è portarti in salvo»

«Perchè?» Trevor sapeva che la sua mentore era una donna di parola, ma aveva già rischiato la vita più di una volta per lui.

«So cosa stai pensando. Non è solo perchè avevo promesso a Charlotte di proteggere la sua discendenza. Ti voglio bene come ad un figlio. Ti considero mio figlio. E non lascerò che ti tengano prigioniero in attesa della tua eliminazione» gli disse comunicandogli quella verità con lo sguardo.

«Andiamo allora» rispose lui felice di quelle parole. La donna era stata più di un genitore per lui. Era stata un'amica, una maestra di vita.

Si precipitarono fuori dall'edificio facendo attenzione a non essere scoperti. Si trovavano nel giardino, vicino al cancello che delimitava la proprietà dei Mikaelson, vicino alla loro libertà, quando un gruppo di guardie li vide.

Prima che potessero fare un passo gli furono addosso. Rose strappò il cuore dal petto ad uno di loro e spezzò il collo ad un altro. Trevor grazie alla sua forza di licantropo riuscì a tenerne a bada un terzo, ma erano troppi e presto li avrebbero catturati.

«Vai» gli urlò la donna indicando la strada oltre le mura della tenuta.

«Non ti lascio qui» rispose lui.

Rose riuscì ad eliminare temporaneamente altre due guardie, ma presto si sarebbero riprese e sarebbero arrivati i rinforzi.

«Ascoltami» disse al ragazzo prendendolo per le spalle «Se veniamo catturati entrambi siamo spacciati. Se invece tu scappi io riuscirò a trattenerli in modo che non ti raggiungano. Mettiti in salvo e poi potrai salvarmi. Cerca Damon Salvatore, lui ti aiuterà. Ora vattene, veloce»

Trevor fece come gli aveva detto. Corse più veloce che poteva ripetendo quel nome nella mente. Si voltò indietro solo una volta. E quando lo fece vide Elijah che si avvicinava verso Rose.

L'Originale si era avviato verso il giardino udendo il trambusto e i classici rumori della lotta. La prima cosa che percepì fu l'odore di sangue e di donna. Con velocità sovrannaturale si precipitò verso di lei e le bloccò le braccia. Quando la guardò il suo cuore perse un battito.

«Rose» mormorò. Il suo corpo si era irrigidito, gli mancava l'aria. Non la vedeva da quasi quattro secoli, ed era sempre bellissima.

«Mi ucciderai?» gli domandò la vampira che si trovava nelle sue stesse condizioni. Improvvisamente si sentiva di nuovo fragile e umana.

«Cosa ci fai qui? Come hai fatto ad entrare?» non si sentiva così stordito e impotente da anni, da secoli, da quando l'aveva conosciuta.

Rose non rispose. Se lo avesse fatto avrebbe tradito Caroline e non era sua intenzione.

Durante la loro breve conversazione i vampiri a cui la donna aveva rotto il collo si erano ripresi ed erano andati a chiamare Niklaus. Loro due non si accorsero di niente fino a quando l'ibrido non richiamò la loro attenzione.

«Hai liberato il mio licantropo» esclamò in preda alla furia. Senza aggiungere una parola alzò il braccio, pronto per colpirla e staccarle la testa con un solo colpo.

«No» urlò Elijah bloccando il fratello «Non è conveniente ucciderla adesso. Prima dovremmo farle qualche domanda non credi? Dobbiamo scoprire come ha fatto ad eludere la sorveglianza e a liberare il suo amico».

C'era qualcosa di strano. Klaus non capiva come mai suo fratello stesse inventando delle buone ragioni per non punire quella vampira. La guardò meglio, la riconobbe e capì.

«La porterò nella cella di Trevor e lì resterà rinchiusa fino a quando non avrò deciso in quale modo dovrà pagare per quello che ha fatto» decise guardando il maggiore del Mikaelson. Prese Rose e, con finta gentilezza, la rinchiuse nella prigione.

 

* * *

 

Klaus camminava su e giù per la sua stanza. Era arrabbiato, infuriato. Non capiva come avesse fatto Rose ad entrare all'interno della casa, ma soprattutto non sopportava l'idea che non avesse più un licantropo pronto per l'uso. Aveva già il problema di Emily Bennett a cui pensare, non aveva tempo per cercare un altro lupo da utilizzare per liberare il suo lato di licantropo latente.

«Hey cosa sta succedendo?» gli chiese Caroline entrando nella stanza «Di sotto Elijah è in uno stato catatonico e tu, invece, non riesci a star fermo» si avvicinò a lui e fermò la sua camminata posandogli entrambe le mani sul torace muscoloso.

«Un vecchio amore di mio fratello, Rose, oggi si è introdotta nella villa ed ha liberato Trevor. E questo mi ha fatto un po', infuriare. Io non capisco come abbia fatto a passare inosservata con tutte la guardie che abbiamo» spiegò. Condividere con lei le sue emozioni lo faceva sentire più leggero.

La ragazza sentendo cosa era accaduto sbiancò di colpo. A Klaus non sarebbe piaciuto il ruolo che aveva avuto nella vicenda.

«Stai bene?» domandò l'ibrido preoccupato. Non si era mai interessato alla salute degli umani e non sapeva come comportarsi di fronte alle malattie. Se lei fosse stata malata non avrebbe saputo come prendersene cura.

«Sono stata io» proruppe confessando «Sono stata io a dire a Rose come entrare»

Klaus si allontanò bruscamente da lei. Aprì la bocca ma la richiuse subito dopo. Stava cercando di controllarsi, Caroline lo sapeva, ma non lo aveva mai fatto e fallì nel suo intento.

«Come hai potuto?» sbraitò. Si sentiva tradito. Si fidava ciecamente di lei e lei lo aveva tradito. Lo aveva ferito come nessun altro avrebbe potuto fare.

«Mi dispiace ma era l'unico modo che avevo per avvertire Damon in fretta ed evitare che aprisse il Grimorio e liberasse Emily. Volevo dirtelo, era quello il piano, dire a Rose come entrare e poi dirti subito quello che avevo fatto in modo che tu potessi fare qualcosa a riguardo, ma con tutta la faccenda di Emily che è stata liberata me ne sono dimenticata».

L'Originale tremava. Sentiva il bisogno di uccidere qualcuno. La bionda si avvicinò a lui tentando di calmarlo, di farsi perdonare spiegandogli le sue ragioni, ma lui la allontanò bruscamente. Temeva di farle male. Quando provava quella furia cieca e letale colpiva la prima creatura che gli capitasse a tiro e non voleva che in questo caso fosse la ragazza.

Corse fuori dalla stanza e dalla tenuta. Quello di cui aveva bisogno era una lunga caccia che gli permettesse di sfogare la sua rabbia. Una caccia lontana dal collo tenero ed invitante di Caroline.

 

* * *

 

Doveva vederla. Erano stati lontani per quattrocento anni e adesso si trovava nella sua stessa casa. A pochi passi da lui. Doveva vederla decise Elijah. Percorse quel breve tratto che separava il salone dai sotterranei e si avvicinò alla prigione con cautela.

«Sei comoda? Hai bisogno di qualche cosa?» le chiese quando si accorse della sua presenza.

«Sono in una cella. Per sentirmi comoda avrei bisogno della libertà» rispose lei con astio seduta sulla poltrona e leggendo il libro che Trevor non era riuscito a finire.

«Meglio in cella che morta» era questo tutto il riconoscimento che aveva per averle salvato la vita? Se non fosse intervenuto suo fratello l'avrebbe uccisa.

Rose non rispose. Sapeva che era solo grazie a lui se era ancora viva, ma non voleva ringraziare l'uomo che l'aveva abbandonata frantumandole il cuore.

«Cosa hai fatto in tutti questi anni?» domandò genuinamente curioso.

«Un po' questo un po' quello» girò una pagina del libro fingendo indifferenza.

«Trevor, è il tuo innamorato?» si era ripromesso di non pensarci, ma non poteva farci niente era geloso. Aveva rischiato la vita per quel licantropo, doveva tenerci molto.

«Non sono affari che ti riguardano» come osava porle una domanda del genere? Non aveva alcun diritto di immischiarsi nella sua vita sentimentale.

«Il ragazzo non mi è sembrato innamorato di qualcuno» continuò lui incapace di controllarsi, voleva una risposta.

«È come un figlio per me. Niente di romantico» gli rispose controvoglia. Non le piaceva che insinuasse che provasse un amore a senso unico.

«Sei innamorata di qualche altro uomo allora?» era più forte di lui. Non si era nemmeno accorto di quello che stava pronunciando fino a quando non l'aveva fatto.

«Perchè ti interessa così tanto?» non riusciva a comprendere perchè continuasse ad insistere sull'argomento.

Elijah non rispose. Rose non sopportava quel silenzio. Vederlo lì davanti in carne e ossa le riportò alla mente ricordi che aveva tentato in tutti i modi di seppellire. Così fu il suo turno di condurre l'interrogatorio.

«E tu? Cosa hai fatto in tutti questi anni?»

«Sai, un po' questo un po' quello» la imitò. Si guardarono e risero insieme.

«Seriamente, Rose» ricominciò l'Originale guardandola negli occhi «Cosa è accaduto dopo che...»

«Dopo che mi hai abbandonata in piena transizione?» finì lei per lui. La rabbia e il dolore cominciarono a riaffiorare.

«Dovevo» sembrava tormentato «io...»

«No. Non voglio nessuna spiegazione. Non mi interessa. Ora se non ti dispiace ho cose meno noiose da fare che discorrere con te».

Elijah si sentì uno sciocco. Per un secondo aveva creduto che le cose tra loro non fossero cambiate, che lei fosse ancora il suo paradiso e il suo inferno. Tentò di catturare il suo sguardo ma lei era troppo concentrata sul suo libro per prestargli attenzione. Amareggiato, dopo un paio di secondi, se ne andò.

Non appena chiuse la porta Rose alzò la testa dalla sua lettura e fissò il punto in cui il vampiro era sparito dietro la porta di ferro. Si sentiva triste, infelice, e si chiese come fosse possibile che, dopo tutti quei secoli, lui le facesse ancora quell'effetto.

 

* * *

 

Era notte fonda ma di Klaus non c'era ancora nessuna traccia. Caroline lo stava aspettando nella loro camera da ore ed era preoccupata. Si rigirò nel letto ancora una volta. Forse Emily gli aveva fatto del male, magari era stato Giuseppe. O, forse, il suo tradimento l'aveva ferito a tal punto che non voleva più vederla. Una fitta al petto la colpì facendola tremare. Era così? Non la voleva più? No, non l'avrebbe permesso. Non gli avrebbe permesso di scappare da lei senza che le avesse dato l'opportunità di farsi perdonare.

Si alzò dal letto. Era troppo agitata per rimanere sdraiata in attesa del suo ritorno. Una camminata le avrebbe fatto bene.

Quando arrivò vicino al salone vide la luce delle fiamme del camino e le sentì scoppiettare. Probabilmente anche Elijah era ancora sveglio ma non voleva disturbarlo.

«Venite pure Caroline. Un po' di compagnia gioverà a entrambi» le disse l'uomo accortosi della sua presenza dietro la porta.

Quando entrò lo vide seduto davanti al fuoco con un bicchiere di bourbon in mano.

«Non riuscite a dormire?» domandò invitandola a sedere di fronte a lui. Le offrì un bicchiere di liquore ma lei rifiutò.

«No. Sono preoccupata per Klaus. Lui, non è ancora tornato» confessò abbassando lo sguardo. Era sicura che il fratello del suo innamorato avesse involontariamente sentito la loro discussione.

«Non avete nulla da temere cara ragazza. Niklaus è l'essere più potente sulla terra, nessuno può fargli del male» nessuno tranne voi, pensò il vampiro.

«E voi? Anche voi non riuscite a dormire?» chiese Caroline spostando l'attenzione da sé stessa.

«Purtroppo è così. Cupi pensieri occupano la mia mente» disse pensando alla bella Rose che dopo tutti quegli anni aveva risvegliato in lui emozioni sopite da tempo.

La ragazza non indagò oltre. Lo avrebbe fatto se, una volta sventata la paura per la vita di Klaus, i suoi pensieri non si fossero concentrati su un nuovo timore. Era giovane e inesperta ma era a conoscenza che molti uomini, anche sposati, trascorrevano molte delle loro notti in squallidi bordelli. Era quello il motivo dell'assenza dell'ibrido? In questo momento si trovava nel letto di qualche altra donna? Sapeva che la maggior parte delle volte le mogli tolleravano questi comportamenti, ma lei non lo avrebbe fatto. Anche se in realtà non era sua moglie. Allora cos'era? Un passatempo? Aveva ragione Stefan? Lui l'avrebbe usata e una volta stanco di quel giocattolo l'avrebbe gettata via? No, si disse, mi ama e non mi farebbe una cosa del genere. Lui vuole solo me. Ma se si stesse sbagliando?

«Non vorrei sembrarvi indiscreto, ma mi piacerebbe sapere a cosa sono dovute quelle rughe sulla vostra fronte» le domandò Elijah riscuotendola da quel turbine di congetture.

«Vedete, mi chiedevo se» cominciò una Caroline imbarazzatissima. In altre circostanze non avrebbe risposto ma se c'era qualcuno che conosceva Klaus e poteva dirle cosa stesse succedendo era il maggiore dei Mikaelson «Se vostro fratello non fosse tornato a casa perchè si trova in una casa di piacere, in compagnia di un'altra donna»

«Niklaus non ha mai frequentato quei luoghi. Nessuno di noi lo ha mai fatto. Siamo uomini estremamente fedeli alle nostre donne» la tranquillizzò sorridendo.

La ragazza non aggiunse altro. Restarono in silenzio per un po', entrambi immersi nei loro pensieri.

«È felice con voi, Caroline. Lo rendete felice come non è mai stato prima d'ora» le spiegò Elijah guardandola negli occhi. Le era grato per la serenità che stava portando nella vita di suo fratello. Era una ventata d'aria fresca per tutti loro.

«Ho commesso un errore che forse non mi perdonerà mai» disse lei con voce tremante «So quanto per Kluas conti la fiducia e aiutando Rose io l'ho tradito. Sono stata così sciocca. Mi sono dimenticata di avvertirlo. Come ho potuto dimenticare una cosa così importante?»

«Non colpevolizzatevi. Avete fatto la cosa che ritenevate più giusta per il bene di noi tutti. Presto lo capirà anche Nik»

«Vi ringrazio Elijah» gli disse riconoscente.

«Inoltre portando Rose da noi avete reso me un uomo più felice» le confidò.

Passarono il resto della notte immersi nel passato di Elijah e nel racconto della sua storia d'amore.

 

* * *

 

C'era sangue ovunque. Sul pavimento, sui muri, sui vestiti.

Klaus non mangiava così tanto da moltissimo tempo. Non scatenava quella furia da quando Caroline era entrata nella sua vita.

Guardandosi intorno non vide altro che cadaveri dissanguati. Aveva brutalmente ucciso un'intera famiglia. Più di una. Aveva massacrato un intero villaggio nei pressi di Mystic Falls.

Intorno a lui c'era solo morte. Si sentì vuoto e freddo nonostante fosse pieno di sangue, sangue di innocenti. Nelle orecchie sentiva ancora rimbombare le urla delle sue vittime.

L'unica cosa che desiderava era tornare a casa tra le braccia della sua Caroline e perdersi dentro di lei. Dimenticare tutto all'infuori di loro due. Ma non poteva, lei lo aveva tradito.

Si prese la testa tra le mani confuso. Una parte di lui, quella più umana gli diceva di lasciar perdere l'orgoglio e di perdonarla, che infondo aveva agito per proteggere lui e la sua famiglia, ma quella parte più animale e immortale gli diceva che doveva essere punita per il suo affronto.

Per un secondo, un solo secondo, nella sua mente affiorò l'immagine della sua vendetta su di lei. Caroline stretta ed urlante tra le sue braccia che gli domandava pietà e lui che, senza scrupoli, continuava a morderla fino a lasciarla quasi senza vita.

Si alzò di scatto e fu colto da un conato di vomito. Lui non voleva che soffrisse, specialmente per causa sua. Come aveva potuto pensarlo anche se per un solo istante? Lui l'amava. L'amava più di sé stesso. Era tutto quello che aveva.

Si guardò nuovamente intorno e quello che vide fu solo sangue e morte, lo specchio della sua anima. Guardò le sue mani e vide soltanto l'essenza rossa della vita che aveva strappato a quelle persone. Era un mostro. Un abominio. Non meritava la luce, non meritava l'amore di una creatura meravigliosa come Caroline. Ma non aveva la forza per lasciarla andare.

Sarebbe tornato da lei. E se le avesse fatto del male? Se avesse vinto quella parte di lui che gli diceva di punirla? Aveva paura. Paura che non sarebbe riuscito a trattenersi.

Non poteva tornare da lei, non ancora. Non quella notte.





Scusate se non mi dilungo ma vado di fretta. Spero che il capitolo vi sia piaciuto. ringrazio tutte le persone che leggono la storia, che commentano e che mi hanno aggiunta tra le scrittrici preferite. Fatemi sapere cosa ne pensate un bacione a presto :D

  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: chiara05