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Autore: LoveLustFaith    21/04/2013    0 recensioni
La mia mente è piena di ricordi che non svaniscono mai. Il colore con il quale sono stati impressi, sembra fatto di materiale super resistente, e nemmeno le lacrime acide possono corrodere il tutto. Vedo tutto nitido, come un paio di occhiali che mi mostrano la realtà.
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Giorno ...

 



Non è il caso di contare i giorni. Il mio cuore è già abbastanza sotto sforzo.
Lo sento strano, diverso. Troppo lento e troppo veloce allo stesso tempo. Quasi caldo, bollente, e subito dopo freddo come il ghiaccio. Non lo seguo, non riesco a capire il numero dei battiti, non riesco a decifrarlo.
Le persone non capiscono quando stai male. Ti guardano e vanno avanti, proseguendo per la loro strada. Nessuno si ferma a capire, nessuno si ferma.
Ricordo qualche anno fa, quando le mie gambe probabilmente erano un tantino più corte e il mio cervello ragionava nel modo più sbagliato in assoluto, e ricordo la solitudine che s’impossessava di me, che mi faceva sua. La mia irrefrenabile voglia di urlare s’interrompeva li e taceva. Era impossibile farlo, quasi come se non avessi voce. Mi ostinavo a rimanere ferma lì, in quell’angolino semi oscurato, inoltrata nell’ombra di quella luce che non riusciva a toccarmi.
Ricordo quando parlavo delle stelle e pensavo che ognuna di esse corrispondesse ad una persona sulla terra. La propria anima gemella, la propria salvatrice. Andavo avanti pensando che una di loro, proprio una di quelle cosi belle e splendenti, stesse risplendendo per me e mi dicesse, a bassa voce, di fare dei lunghi respiri e chiudere gli occhi.
Non so quanta verità ci fosse in quei pensieri, ma mi aiutava… almeno un po’.
Spesso rimanevo a fissare il vuoto che vi era in cielo, in quelle giornate grigie in cui a riflettere non vi era nulla, e pensavo. Quando mai non lo facevo.
In quel periodo della mia vita, così buio e sconsolato, il pensiero delle stelle mi stava offuscando il cervello e un giorno decisi che avrei dovuto avvicinarmi di più a loro e toccarle con mano. Ci provai, sorpassai la soglia che mi divideva da quei bellissimi puntini enormi disegnati nel cielo, ma qualcosa mi bloccò. Forse la paura di rimanerne delusa, o forse la ragione mi prese per mano e mi tirò a se, abbracciandomi.
Quello stesso periodo è oggi. Quegli stessi momenti sono le ore di adesso e mi limito a restare lontano dalla luce, rifugiandomi nella sua ombra. Ma questa volta delle stelle non vi è ombra nella mia testa. Nessuna voglia di toccarle, né alcuna paura s’impossessa della mia mente. Guardo da lontano quello che sembrava fosse il mio futuro e ne traggo ispirazione per un qualcosa che magari, chissà, un giorno mi avvolgerà nel suo incessante splendore.
   
 
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