È un ragazzo strano, pensò Volpe salendo le scale.
Non sembrava spaventato, anzi, il tono con cui le si era rivolto era quasi confidenziale, come se si conoscessero da tempo.
Su che base poi pensare questo? Non poteva neanche vederla in faccia.
Lei si invece, lo aveva visto, illuminato dalla lampadina solitaria appena fuori dalla porta dello scantinato.
Aveva un bel viso, il naso dritto e arruffati capelli castani, ma i suoi occhi verdi erano spenti e la sua pelle sembrava malaticcia.
In effetti, pensò Volpe, povero ragazzo, è chiuso lì dentro da due giorni senza aria e senza luce.
Gli faceva pena, anzi tenerezza.
Le sue ultime parole l’avevano punta nel vivo : “Tu sei buona”.
Aveva ragione, era troppo buona e debole.
Non era neanche minimamente spietata o decisa come lo era Corvo, ma d’altronde lei doveva sottostare alle sue regole, e se si fosse ribellata…non aveva nemmeno la forza di pensare alle conseguenze.
Questi la aspettava seduto al pianterreno, pesantemente accasciato si una sedia di legno scuro.
<< Forse dovremmo nutrilo di più, morto di fame non ci servirebbe a nulla >> osservò Volpe guardando mestamente Corvo che la ignorò.
<< Dovresti riposarti, hai l’aria stanca >> Fu questa l’unica risposta che ottenne.
“Bastardo”
Era quella l’unica parola che le veniva in mente per descrivere il suo complice in quel momento.
Era stata costretta a partecipare, lei non avrebbe mai voluto, far del male a persone innocenti non era di certo il suo passatempo preferito.
Se fosse stata più forte, se solo fosse stata più decisa.
La sua vita sarebbe stata diversa, tutto sarebbe stato diverso e adesso non si sarebbe ritrovata in quel modo, incastrata in una stupida situazione per motivi che non le interessavano minimamente.
“ti odio”
Si sorprese a pensare parole così terribili e pesanti.
Non era da lei.
Scalciò freneticamente nell’aria come se volesse far male ad un immaginario Corvo davanti a lei.
“ è colpa tua se ci troviamo in questa situazione”
È un ragazzo strano, pensò Volpe salendo le scale.
Non sembrava spaventato, anzi, il tono con cui le si era rivolto era quasi confidenziale, come se si conoscessero da tempo.
Su che base poi pensare questo? Non poteva neanche vederla in faccia.
Lei si invece, lo aveva visto, illuminato dalla lampadina solitaria appena fuori dalla porta dello scantinato.
Aveva un bel viso, il naso dritto e arruffati capelli castani, ma i suoi occhi verdi erano spenti e la sua pelle sembrava malaticcia.
In effetti, pensò Volpe, povero ragazzo, è chiuso lì dentro da due giorni senza aria e senza luce.
Gli faceva pena, anzi tenerezza.
Le sue ultime parole l’avevano punta nel vivo : “Tu sei buona”.
Aveva ragione, era troppo buona e debole.
Non era neanche minimamente spietata o decisa come lo era Corvo, ma d’altronde lei doveva sottostare alle sue regole, e se si fosse ribellata…non aveva nemmeno la forza di pensare alle conseguenze.
Questi la aspettava seduto al pianterreno, pesantemente accasciato si una sedia di legno scuro.
<< Forse dovremmo nutrilo di più, morto di fame non ci servirebbe a nulla >> osservò Volpe guardando mestamente Corvo che la ignorò.
<< Dovresti riposarti, hai l’aria stanca >> Fu questa l’unica risposta che ottenne.
“Bastardo”
Era quella l’unica parola che le veniva in mente per descrivere il suo complice in quel momento.
Era stata costretta a partecipare, lei non avrebbe mai voluto, far del male a persone innocenti non era di certo il suo passatempo preferito.
Se fosse stata più forte, se solo fosse stata più decisa.
La sua vita sarebbe stata diversa, tutto sarebbe stato diverso e adesso non si sarebbe ritrovata in quel modo, incastrata in una stupida situazione per motivi che non le interessavano minimamente.
“ti odio”
Si sorprese a pensare parole così terribili e pesanti.
Non era da lei.
Scalciò freneticamente nell’aria come se volesse far male ad un immaginario Corvo davanti a lei.
“ è colpa tua se ci troviamo in questa situazione”