Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Betelgeuse17    21/04/2013    3 recensioni
C'era una volta un branco. Tempo imperfetto.
[...]Un lupo ululò, un altro rispose in lontananza.[...]
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jon Snow, Robb Stark
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Nota legale: A Song of Ice and Fire © 1996,  George R. R. Martin (li mortacci). Titolo © Stuck In A Moment You Can't Get Out Of , 2000, U2 (♥♥♥♥)
Il qui presente intreccio è da considerarsi proprietà esclusiva dell'autrice; pertanto, non può  essere riprodotto - totalmente o parzialmente - senza il consenso di quest'ultima.
Avvertimenti: bromance che può allegramente essere fraintesa per un rapporto slash incestuoso e dolcissimo che vedo solo io, okay? Okay.
Note: Riverso il mio amore in questa fic. George, f o t t i t i.



Stuck In A Moment You Can't Get Out Of

Ad Alessandra, perchè ci aspetta una maratona delle prime due stagioni.

E perchè "Crucio, l'inverno sta roar. Smetti di bagnare il saio ed entra in quel fottutissimo Tardis" è un bellissimo motto per una nobile casata.

Ad Alessia, che sopporta scleri continui...
non, aspetta, quella sono io!


La famiglia è la patria del cuore.
(Giuseppe Mazzini)



1.
Maestro Aemon aveva detto che avrebbe compiuto una scelta, e lui aveva fatto la sua.
Sentì i muscoli delle cosce intorpidirsi, mentre le mani erano anestetizzate già da tempo, strette alle redini.
Il fiato della puledra si stava facendo sempre più corto, nuvole di vapore uscivano dalle narici.
Anche Spettro era ormai svanito nella notte, come un’ombra, un fantasma.
Il ragazzo sorrise, ripensando a quando lui e Robb avevano trovato i cuccioli di lupo, a come li avevano addestrati rotolandosi tra l’erba verde e il fango del sottobosco.
Jon Snow non si sarebbe fermato.     
L’erba, le risate, Arya, Bran, Grande Inverno, Robb. Ricordava tutto, tutti.
Avrebbe combattuto con suo fratello.



2.
Un ragazzino che puzzava d’estate, l’avevano definito, e forse era vero.
Nella sua mente erano ancora vividi i ricordi della sua infanzia, proprio durante una delle stagioni più torride della Storia dei Sette Regni, quando non era nato nemmeno il piccolo Rickon.
Quando lui,  i suoi fratelli e le ragazze giocavano nei cortili davanti al palazzo, o esploravano le cripte umide degli Stark.
Quando lui e Robb stavano stesi sotto il sole, stesi sui prati morbidi e verdi, con i fili d’erba tra i capelli.
«Nessuno ci separerà mai, sono sicuro. Vero?».
Ora Jon si auspicava di poter rivedere la sua famiglia.
Gli anni erano passati, la speranza restava inalterata.



3.
Arya non era Sansa, con la sua grazia e le sue buone maniere.
Non sarebbe mai diventata una amabile lady, né tantomeno una sarta esperta.
E certamente non avrebbe mai imparato a cucinare, su questo Robb e Jon, appollaiati in attesa del bel tempo sul davanzale della finestra della stanza delle ragazze, avrebbero potuto scommettere la pelle dei loro metà-lupi.
Nonostante tale palese evidenza, Septa Mordane continuava imperterrita a strillare, la vocetta acuta che risuonava nella stanza che stava percorrendo a grandi passi, gesticolando istericamente; in tutta la sua carriera non aveva mai visto un simile disastro di ragazza.
Era inaccettabile che non fosse in grado di preparare un piatto così semplice e banale, inammissibile.
«Non può essere così male, Arya! Dai, non prendertela, lo mangio io» per cercare di dimostrare il contrario, e sottrarre la piccola dai rimproveri, Jon stesso ripulì il piatto davanti allo sguardo grigio della sorella –così simile al suo e a quello del padre-  ora sorpreso e rincuorato.
«Allora, com’era?» l’ombra di un sorriso increspava il volto di Robb, mentre sussurrava all’orecchio del fratellastro.
«La peggior insalata della mia vita. In assoluto la peggiore».



4.
Non aveva una madre.
Continuava a ripeterselo mentre percorreva il cortile del palazzo, dirigendosi nel Giardino degli Dei. L’ espressione aggrottata dell’albero-diga lo scrutava dietro le fronde - mani insanguinate, le chiamava la vecchia Nan -.
Gli uomini del Nord credevano negli Dei Antichi.
 Jon, nonostante ciò non fosse gradito a lady Catelyn, era uno Stark.
Ma quei volti incisi nelle cortecce bianche non avevano risposte da dare.
C’erano troppe domande nella testa del ragazzo. Cosa ci faceva lì, nella corte di Grande Inverno?
Un bastardo senza diritti, senza cognome, senza madre.
«Che fai ora Snow? Piangi?» la risata forte di Robb squarciò il silenzio.
Dopotutto, aveva un fratello.



5.
La Barriera, imponente,  impietosa, si ergeva alle spalle di Jon. Davanti a lui, solo il bosco nero come gli abiti indossati.
I rami più bassi degli alberi graffiavano il viso di Robb, il cui cuore sobbalzava angosciosamente nel petto ad ogni piccolo rumore, ad ogni fruscio cha appariva minaccioso ed ostile.
La Foresta del Lupo, di cui conosceva ormai ogni pianta, era un ricordo di spensieratezze passate, di battute di caccia con Jon e papà e Bran. Quel bosco sarebbe stato teatro di un massacro, la guerra stava per avere inizio e non sarebbe potuto tornare indietro.
Un lupo ululò, un altro rispose in lontananza.  
Il branco si sarebbe riunito.
  
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