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Autore: FairLady    22/04/2013    5 recensioni
Roxie e la sua vita. Tanto soddisfacente nel lato professionale, quanto incasinata e sconnessa in quello privato. Chissà se certi muri, eretti con tanta volontà e determinazione, riusciranno un giorno ad essere abbattuti?!
Revisione in corso.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ian Pov
 
Da quando tutto era tornato alla normalità ed io avevo riavuto la mia Roxie, la parte insicura di me, ogni tanto, bussava alla porta. Non avevo mai avuto rapporti sani, io. Tutte le ragazze con cui ero stato, a prescindere dalla durata della relazione, avevano sviluppato verso di me un attaccamento morboso, malato e la mia naturale inclinazione ad accontentare gli altri, mi aveva sempre spinto ad assecondare quell’attaccamento. A renderle felici. Certo, era vero che alla fine mi sono ritrovato fregato, ogni santa volta. Ma questo non aveva mai cambiato il mio modo di agire. 
Con Roxanne tutto era stato diverso, fin dall’inizio. Me la ero dovuta sudare. L’avevo dovuta conquistare; avevo avuto tutto il tempo necessario per trasformare quella forte attrazione iniziale, in amore. Quello vero. Quello fatto di rispetto e dedizione reciproca. Quello che, per la prima volta in vita mia, mi aveva fatto guardare al futuro con altri occhi. Ma questi erano altri discorsi; mie divagazioni mentali che, di certo, non avrei potuto esternare con lei, non in quel periodo. Non dopo quello che è ci era successo. L’avrei fatta scappare dalla paura. 
Mi guardai nello specchio della camera e mi sistemai il papillon del completo nero che avrei indossato al matrimonio di Anne. Non vedevo Roxie da una settimana e mi sembrava passato un secolo. 
Domani, finalmente, saremo di nuovo insieme.
Tolsi la giacca e presi a slacciarmi i bottoni della camicia. In quell’istante squillò il telefono. 
Era Kevin. 
“Dimmi, Kev…” 
“Ian, scusami. Lo so che questo week end sei impegnato ma avrei bisogno della tua presenza per domani mattina, solo qualche ora…”
“Kev, io ho un volo alle sei domattina. Ho un matrimonio.”
“Ti pago la differenza del biglietto. Tarderai solo tre o quattro ore, è davvero urgente! Abbiamo bisogno di una paio di riprese…”
Sbuffai esasperato, nonostante dall’altro lato ci fosse il mio capo. Non avrei dovuto ma mi stava chiedendo di ritardare in un giorno così importante per Roxie! Al diavolo le buone maniere! Sapevo anche che con Kevin potevi battere i piedi quanto volevi: alla fine avresti comunque fatto quello che voleva!
“Per le undici al massimo voglio essere su un aereo diretto a Franklinton!” sentenziai, rassegnato al fatto che non avrei potuto dire o fare niente per evitarmi quella seccatura.
“Non preoccuparti! Ci vediamo domani alle sei, sul set.”
L’unica cosa che mi tranquillizzava un minimo era che Roxie non sarebbe stata sola. Candice, Nina e Kat sarebbero state là con lei.  
 
Roxie pov
 
Eravamo tutte a casa mia, per gli ultimi preparativi. Io, Candice, Kat, Torrey, delle amiche di Anne e Nina. 
Si, Nina. Non avrei mai creduto possibile che proprio lei, che tanto avevo temuto, sarebbe diventata così preziosa per me. Dalla sera della festa, quando aveva interrotto quella specie di momento strano ed imbarazzante tra me e Nick, avevamo stretto una tacita alleanza. Per tutto il tempo non aveva fatto domande, anzi, aveva cercato in ogni modo di farmi dimenticare l’accaduto e di riportarmi nel caos festaiolo che, all’interno del locale, si era acceso ancora di più, riuscendoci. Ci eravamo tutte divertite come matte!
Il giorno successivo, però, mentre le altre dormivano ed io stavo sistemando i danni nel salotto, mi si avvicinò, cogliendomi alla sprovvista.
“Chi era quell’uomo, Rox?” 
Di certo non volevo segreti e, comunque, Ian sapeva di lui per cui non avevo motivo di mentire. Forzai la mia reticenza nel parlare di quel capitolo della mia vita e risposi:
“L’uomo che mi ha abbandonata all’altare e che, ho scoperto poi, mi tradiva da quasi un anno.”
Non aveva più fiatato. Si era semplicemente avvicinata e mi aveva messo una mano sulla spalla, prima di passare oltre e andare in camera. Prima di chiudere la porta dietro sé, si girò verso me e mi sorrise:
“Per fortuna non tutti gli uomini sono degli stronzi.”
Quel velato riferimento ad Ian mi aveva fatto piacere e ricambiai con dolcezza il suo sorriso.
“Già, - sussurrai – per fortuna.
Comunque, il problema era sempre lì, da affrontare. E il matrimonio era arrivato. 
L’indomani avrei dovuto rivedere Nick. 
Per fortuna, Ian aveva promesso di esserci; mi sentivo molto meglio all’idea che sarebbe stato al mio fianco. Mi sentivo al settimo cielo al pensiero che, in poche ore, sarei stata di nuovo tra le sue braccia.
“Rox, squilla il tuo telefono!” Kat prese il mio cellulare e, vedendo il viso di Ian sul display, iniziò a scimmiottare come una ragazzina. “Oh, Ian. Mi ami? Ma quanto mi ami? E mi pensi? Ma quanto mi pensi?” Mi avvicinai a lei, senza poter evitare di ridere di fronte alla mia buffa caricatura e le strappai l’apparecchio dalla mano per rispondere.
“Dimmi che hai deciso di prendere l’ultimo volo di stasera, perché le tue amiche mi stanno facendo impazzire!” lo implorai, continuando a ridere di fronte alle espressioni stralunate delle dirette interessate.
“Dai, non possono essere così male!” la sua voce era miele. Ma con una nota acre.
“Che c’è, Mister Somerhalder?” Non sapevo neanche come riuscivo, ogni volta, a capirlo da una parola, eppure sapevo subito quando qualcosa non andava.
“Spero che riuscirai a sopportarle per qualche ora in più… - mi disse, quella nota acre era diventata sale – Kevin mi ha praticamente costretto a farmi trovare sul set domattina alle sei.”
“Ma..” prima che potessi aggiungere altro, continuò a parlare.
“Lo so, tesoro. Tranquilla. Sarò da te prima che inizi la cerimonia! Non ti preoccupare!” fece una brevissima pausa, “Non ti lascerei mai sola.” Lo sapevo. Non lo avrebbe mai fatto.
Sbuffai, terribilmente seccata ma conscia che non era certo colpa sua. Quella consapevolezza, però, non riuscì a fermare il battito del mio cuore, accelerato al pensiero che qualcosa potesse andare storto. 
Odiavo il fatto che Peter fosse il cugino di quel decerebrato!
Presi un bel respiro, mentre la mia mano accarezzava il mobile sul quale avevo appena poggiato il telefono, dopo la chiamata. 
“Cosa c’è?” Nina era lì accanto a me. I suoi occhi mi dicevano che aveva già capito.
“Vedrai che sarà qui in tempo.” Mi rincuorò. “Adesso pensiamo a gonfiare i palloncini!” 
 
Era giunto il momento fatidico! Anne e Peter si sarebbero sposati, finalmente. 
Io e le altre damigelle stavamo ultimando i preparativi in uno dei tendoni allestiti nel parco della villa dove si sarebbero celebrate le nozze, mentre Anne finiva di prepararsi in quello accanto.
Il vestito meraviglioso che avevo scelto mi stava d’incanto, dovevo ammetterlo, ma qualcosa ancora non andava. Mancava l’ultimo, e più importante, particolare: Ian.
Erano quasi le tre, la cerimonia sarebbe iniziata a breve e lui non era ancora arrivato. Mi aveva scritto quella mattina, dicendomi che era mortificato ma il lavoro si era rivelato più lungo del previsto. Poi, più niente. 
Ero furiosa, eppure dentro me, in una minuscola e recondita parte, sapevo che avrei dovuto abituarmici; col lavoro che faceva, non sarebbe stata la prima volta. Né l’ultima. E poi da medico quale ero, spesso impegnato anche per ventiquattr’ore di seguito, non potevo certo biasimarlo. 
Forse il sassolino che più m’infastidiva non era la sua assenza in sé. Era la sua assenza in quel frangente. Con una determinata persona a zonzo, senza briglie, per quella villa. In un’altra circostanza avrei sospirato, rassegnata, e ci avrei sorriso sopra. In quel momento, invece, ero in ansia. Non avevo più né visto, né sentito Nicholas dalla sera dell’addio al nubilato e avevo la sensazione che qualcosa di ignoto e sospeso sulla mia testa, fosse pronto a crollarmi addosso. 
Avevo un bisogno smodato e incontrollabile di sentire le braccia di Ian intorno a me ed i suoi baci sui miei capelli, raccolti come se fossi una bambola di porcellana. Si, porcellana. 
Mi sento così fragile.
“Roxie, siamo pronte. E’ ora di uscire.”
Candice comparve sulla porta e mi colse sovrappensiero. 
“Che c’è?” mi chiese subito. Avrebbe mai smesso di capirmi al volo?
“Niente, Can. Andiamo…” le dissi. 
“So che avresti voluto Ian qui al tuo fianco. Arriverà, vedrai.” 
Le sorrisi, mestamente, colta in fallo. 
“Come ci riesci?”
“Non sono io brava a capirti; sei tu ad essere trasparente a tal punto che chiunque possa leggerti dentro.”
Non era una bella cosa vero?
“E’ una qualità rara nelle persone. Cerca di restare sempre così… anche per questo i tuoi bambini ti adorano.” Mi sussurrò, stringendomi la mano. “Vedono intorno a te la stessa aurea pura che trovano intorno ai loro coetanei. Ed è fantastico, credimi.”
Avevo gli occhi pericolosamente lucidi. 
I miei soldatini
Mi bastò pensare a loro per trovare quel poco di grinta che l’assenza di Ian mi aveva tolto. Ce l’avrei fatta, anche senza di lui. Avrei dovuto farcela!
Sorrisi a quella che avevo scoperto una meravigliosa amica e raggiunsi, insieme a lei, Nina e le altre, pronte vicino all’uscita. Dietro di noi, Anne. Bella come un fiore di primavera. 
Candice, Nina, Kat, Torrey e le altre due damigelle stavano per fare il loro ingresso nel giardino. Io appena dopo di loro e, successivamente, sarebbe entrata la sposa con il signor Todds. 
In quell’istante mi resi conto di aver lasciato il bouquet nel tendone.
“Ragazze, ragazze!” dissi, concitata e preoccupata. “Devo tornare di là. Ho dimenticato il bouquet!”
“Roxie! – mi berciò Anne, completamente su di giri,-  mi sto per sposare!”
“Si sa che le spose arrivano sempre in ritardo!” la redarguii io, sorridendole comprensiva. “Farò in un lampo!”
 
Nick pov
 
Non potevo lasciarmi sfuggire l’opportunità di parlarle da solo. Quando mi sarebbe capitato di nuovo? Aveva sempre uno stuolo di suffragette impazzite, intorno!
C’era da considerare, anche, che il suo avvenente fidanzato era stato dato per disperso, da quanto ne sapevo. Quanto sarebbe durata quell’assenza?
Mi mossi dalla posizione in cui mi trovavo, quanto più velocemente mi riuscì, mentre Peter mi richiamava, stizzito.
“Non fare stronzate, Nick! Torna qui!” mi berciò contro, a bassa voce, evitando di attirare troppo l’attenzione su di noi. 
Ma non lo ascoltai e, in un attimo, ero nel tendone, dietro a Roxanne. 
“Chissà se riuscirò a non essere interrotto questa volta?” 
Vidi la sua schiena e le spalle bianche e perfette, lasciate scoperte dal bellissimo abito rosa antico che indossava, irrigidirsi. In quel momento mi maledissi ancor di più per aver mandato tutto all’aria, con lei. Quanto potevo essere stato idiota?  
“Nick, davvero?” mi domandò, con tono indecifrabile. “Hai intenzione di renderti ridicolo di nuovo?” 
Si voltò di scatto, con il bouquet stretto in mano. 
“Voglio solo avere la possibilità di sistemare le cose, tesoro.”
“Hai avuto due anni e mezzo per sistemarle ma eri troppo impegnato per fare anche solo un passo. Ti svegli adesso? Mi dispiace, è tardi!”
La ragazzina che avevo lasciato solo una manciata di mesi prima, si era trasformata in una forte e determinata donna. Questo non fece altro che fomentare in me il desiderio di riaverla. 
Sapevo che la sua ostinazione l’avrebbe portata a respingermi ancora. Ma presto o tardi avrebbe ceduto. La nostra storia era stata troppo importante per lei, per noi. Se la conoscevo ancora, sarebbe tornata da me.
Mi avvicinai, cieco a qualsiasi cosa stesse avvenendo intorno a noi.
“Non fare un altro passo! – mi redarguì, senza che io riuscissi a fermarmi -  o faccio un casino!”
I suoi occhi nocciola fiammeggiavano, mettendo in risalto il caramello dei suoi capelli rossi. 
“Tu mi ami ancora e non vuoi ammetterlo! Vieni qui…” le mie mani erano ad un centimetro dalla sua vita. 
 
Roxie pov
 
Le sue dita erano già appoggiate alla mia vita ed io ero in bilico su un burrone. E non perché chissà cosa provassi ancora per lui, no! Mi sentivo in quel modo per il disgusto che mi causava. Avrei tanto voluto essere un’altra me, in quel momento. Una di quelle che, all’occorrenza, è in grado di prendere a calci e pugni qualcuno. Invece ero di ghiaccio e temevo che se solo avessi alzato un dito mi sarei spezzata. Pregai in ogni lingua conosciuta che qualcuno venisse a cercarmi ma non accadde niente. 
“…la tua storia con l’attorino non è neanche minimamente paragonabile a quello che abbiamo avuto noi…”
A quelle parole, un’ira mai provata, e tanto attesa, mi si accese dentro, nel profondo. 
Come poteva, dopo tutto quello che mi aveva fatto, dire idiozie simili? Come poteva anche solo pensare di avere ancora un qualche ascendente su di me? Come poteva…
“Sarà meglio che ti levi di torno, se ci tieni alle tue gambe!”
L’enorme peso che sentivo all’altezza dello sterno e che m’inchiodava al suolo, si sciolse nello stesso istante in cui quella voce irruppe nella mia testa. Gli occhi mi si riempirono di lacrime. Per la gioia o per il sollievo. O forse per la rabbia. O semplicemente per tutte quelle cose messe insieme. 
Nicholas si girò verso l’ingresso del tendone, con gli occhi sgranati, dove un’Ian più bello che mai, in smoking nero e papillon, era fermo a fissarci. La sua espressione avrebbe congelato anche il più impavido e, quando fece un passo in avanti verso di noi, Nick indietreggiò, appoggiandosi quasi a me. 
“Non ti azzardare a sfiorarla ancora, nemmeno con la stoffa dell’abito che indossi.” 
Sgusciai via, raggiungendolo e posizionandomi dietro le sue spalle. Mi sentivo così al sicuro in quel momento!
“Tu hai avuto la tua occasione e te la sei bruciata come un’idiota. Adesso finiscila! Roxanne non è stata abbastanza chiara l’altra sera, a New Orleans?” 
Restai un momento di sasso a sentir parlare di New Orleans. 
Allora Nina glielo aveva detto?
“Tu non sai di cosa stai parlando!” Nick aveva riacquistato qualche centimetro e ne approfittò per gonfiare il petto, come un vecchio gallo del pollaio. 
Ian prese un respiro profondo, come se si stesse trattenendo e avesse bisogno di calmarsi. 
“Io lo so quello che dico! – scandì le parole con una lentezza agghiacciante - Non ho intenzione di rovinare il matrimonio ad Anne e Peter ma sono convinto che potrebbero tranquillamente continuare con un testimone di meno.” Lo intimò. Le mani, chiuse a pugno, tremavano per la rabbia repressa.
“Infatti, è così. – Anne s’intromise, dietro di noi, guardando Nicholas con disprezzo – Smettila o te ne puoi anche andare subito! E’ finita! Ed è colpa tua, fattene una ragione!” Mentre lei si avvicinava, noi ci spostammo di lato per permettere che anche Peter, sopraggiunto in quel momento, potesse guardare il cugino negli occhi.
Dovevo ammetterlo, per un attimo mi fece un po’ pena. Ma le dita calde di Ian, intrecciate alle mie, riuscirono a farmi scordare gli ultimi minuti in un soffio; a farmi sentire amata e protetta. 
Il suo viso finalmente si distese in un sorriso dolce e mozzafiato. 
“Stai bene?” mi chiese, carezzandomi le nocche. 
“Si! Adesso va tutto bene.”
 
Ian pov
 
La giornata era iniziata decisamente male! 
Tra Kevin e le riprese infinite, avevo preso il volo delle undici per Franklinton per pura coincidenza. Temevo che non sarei mai arrivato a destinazione e che Roxie me l’avrebbe fatta pagare cara! 
Mi cambiai nel bagno dell’aeroporto e presi il primo taxi, pregandolo di fare più in fretta che avesse potuto. Erano da poco passate le tre quando, finalmente, arrivai alla villa. Corsi all’interno più velocemente che potei, convinto che la cerimonia fosse già iniziata. Invece,tutti erano fermi e un brusio lieve aleggiava tra gli invitati. All’altare il reverendo se ne stava in piedi vicino a Peter e ai testimoni, con un espressione interrogativa dipinta in volto. D’un tratto sentii la voce di Candice. 
“Oddio, Ian, ce l’hai fatta! Roxie aveva una faccia! E’ andata a prendere il bouquet, vai a salutarla. E dille di muoversi che qui Anne sta fremendo.”
Quest’ultima mi guardò con gratitudine e apprensione. “Portala qui!” mimò con le labbra.
E fu quello che feci. 
 
A ripensarci poche ore dopo, mi resi conto che avrei potuto anche spaccargli la faccia, a quell’idiota di Nicholas!
Ma mentre volteggiavo sulla pista da ballo, stretto a Roxie che mi fissava con lo sguardo innamorato, eco del mio, non m’importava più di niente. 
Avevamo finalmente trovato l’una nell’altro l’inizio e la fine del nostro mondo. 
Tutto il resto erano dettagli. 



Note

Buon Pomeriggio Piovoso a tout le monde! 
Spero che il capitolo sia all'altezza delle aspettative e riesca a farmi perdonare il mostruoso ritardo con il quale lo pubblico. Perdonate la sparizione ma sono stata poco bene di nuovo. Questa salute ballerina inizio ad avercela piuttosto in antipatia!
Anyway, come ho già scritto, spero che quello che ho pubblicato sia stato di vostro gradimento e che resterete sintonizzate ancora qualche giorno. Manca l'epilogo! Anche se, beh, l'happy ending è bello chiaro! 
Come si fa a non mettere un lieto fine con uno come Ian? E' impossibile! :D
Beh, a questo giro non farò i ringraziamenti. Voglio tenermi il meglio per le prossime, e ultime (almeno per questa storia), note. 
Per cui, niente. Au revoir! 
   
 
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