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Autore: nobodyishopeless    22/04/2013    1 recensioni
Dopo essere stato preso in ostaggio dalla setta di Benjamin Cyrus in Colorado, con la sua collega Emily Prentiss che per proteggerlo era stata picchiata davanti ai suoi occhi, il giovanissimo dottore, Spencer Reid ha maturato in sè un profondo e bruciante senso di colpa.
Faith è la nuova e giovane psicologa della BAU che si occupa di tranquillizzare lo stato mentale dei componenti della squadra di analisi comportamentale. La giovane ha 23 anni, un laurea quinquennale in psicologia e un anno di tirocigno in accademia FBI.
Fa un ingresso prepotente nella vita dell'insicuro dottore cercando di aiutarlo e di evitare che lui scopra i suoi segreti, in realtà la giovane ragazza ha molti più scheletri nell'armadio di quanto sembri. Tuttavia l'amore bruciante potrebbe travolgerli in un vortice senza uscita.
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Questo capitolo è per Ginevra e Ilaria, amo le gubloid con tutta me stessa, grazie di esistere.


Hotch:
Thomas Kemp ha scritto:
“L’amore non sente pesi,
ignora i suoi problemi,
affronta quello che è al di sopra delle sue forze,
non invoca scuse per l’impossibilità,
perché crede che tutto sia legittimo per lui,
e che tutto sia possibile!”

 

 
Can you’ll be mine tonight.

 

 

Il caso era piuttosto complesso. Non appena giunti in centrale Hotch aveva messo in chiaro col detective incaricato del caso che in un indagine per omicidi seriali, non vi era spazio per sopranomi.. né per serial killer, né per le vittime. Era stato categorico, non approvava certe leggerezze sul piano professionale, neanche a indagine concluse. Infatti avanzando con le indagini si scoprì che l’S.I. non utilizzava l’autostrada 99 per spostarsi, bensì i treni, la linea ferroviaria affiancava tutta l’autostrada.
 

Spencer si accinse a preparare un profilo geografico con la piantina delle linee ferroviaria per prevedere le mosse dell’assassino, il quale secondo le loro indagini era un senza tetto. Accanto a lui stava seduta JJ sulla poltrona, aveva appena terminato una telefonata con Garcia.

“Uuuh.. oggi scalcia parecchio!” esclamò passandosi una mano sul ventre.

“Nel terzo trimestre c’è una media di circa 30 movimenti fetali all’ora.. i neonati lo fanno per scoprire i movimenti e rinforzare i muscoli!” illustrò Reid.
“Hai mai sentito un bambino scalciare?” chiese JJ e poi conscia della sua risposta negativa prese la mano dell’amico e se la portò al pancione.
“Lo senti?” chiese poi
Spencer sentiva l’energia del figlio della collega, sentiva i calci, sentiva come le gambine del feto volessero attirare l’attenzione della madre. Una madre, che Reid ne era certo, sarebbe stata perfetta. Tuttavia la cosa lo turbava parecchio.
“La cosa non ti spaventa?” chiese Spencer scioccato nel sentire quelle sensazioni.
“No..- rispose lei ovvia- perché a te spaventa?” chiese sorpresa.
“Sì! Da morire!” esclamò Spencer togliendo la mano dalla pancia di JJ, che rideva divertita dalla reazione del giovane dottore.
 
Poco dopo Spencer si trovava con Emily  a buttare giù un profilo provvisorio.
“Ci stai riflettendo?” gli chiese di punto in bianco senza alzare la testa dal foglio.
“A cosa?” domandò lui a sua volta guardandola.
“Avere dei piccoli geni un giorno?” specificò Emily sorridendo.
Reid non rispose nulla, ma il suo pensiero andò inconsapevolmente e Faith. Pensò che i figli che avrebbero potuto generare le avrebbero somigliato molto, poiché i caratteri genetici di lei erano dominanti oltre che bellissimi. Gli occhi neri, i capelli corvini, la pelle olivastra..
Spencer scacciò quei pensieri e ritrovò la concentrazione per mettersi effettivamente a lavorare.

 

 
***

 
Il caso fu risolto in fretta, la parte più difficile fu la cattura dell’S.I., se la squadra avesse tardato anche solo di un minuto, l’assassino avrebbe preso il treno e sarebbe sparito chissà dove, oppure avrebbe continuato a mietere vittime.
Durante il viaggio di ritorno Spencer chiamò Faith ma non la trovò in ufficio. Si preoccupò, in genere li aspettava lì per mangiare un boccone tutti assieme oppure per sapere se il giorno dopo avrebbe avuto appuntamento con qualche membro della squadra.
In realtà Faith era stata convocata nell’ufficio del caposezione, che le aveva proposto una cosa straordinaria, la dottoressa aveva accettando immediatamente, di istinto. La caposezione allora le aveva presentato Jordan Todd, sarebbe stata lei che avrebbe sostituito JJ nella parte burocratica e nel rapporto con i media, mentre a Faith fu proposto di lavorare con la squadra sul campo. Lei aveva accettato entusiasta di poter vedere dei casi da vicino, e in prima persona, inoltre era fiera di lavorare al fianco delle persone più deduttive del mondo. Ma sapeva anche che avrebbe dovuto archiviare i suoi sentimenti per Spencer, per evitare coinvolgimenti emotivi nei casi in cui avrebbe lavorato.
Tornò nel suo ufficio e si tolse il cardigan nero che cominciava a farle caldo nella piccola stanza. L’occhio le cadde sulle linee bianche che comparivano sui polsi. Per un attimo li rivide inondati di sangue, con una mano che stringeva la circonferenza del suo polso per fermare il sangue che usciva dal taglio troppo lungo, troppo profondo; rivide la porta spalancarsi e sua sorella urlare. Per molte notti aveva sentito quell’urlo, per molti notti si era ripromessa di smettere di farsi male evitando così di farne anche a coloro che la amavano. Eppure sul polso destro qualche taglio, piccolo e superficiale, compariva ancora oltre alle cicatrici. Sul polso sinistro invece, solo cicatrici bianche scorrevano sulla pelle. Ma nessuno sapeva la sua storia, nessuno sapeva che pochi anni prima aveva sofferto come una ragazza di sedici anni non avrebbe dovuto, non avrebbe voluto, non avrebbe potuto soffrire.
Si rimise in fretta il cardigan e prese le sigarette dalla borsa, andò sul terrazzo per fumare in modo da rilassarsi e occupare la mente, ma soprattutto dare al suo corpo la razione di nicotina che richiedeva a causa dello stress e del tuffo nel passato.
Il suo telefonino vibrò e Faith lesse il messaggio di Spencer.
“Ehi dove sei? La Strauss ci ha informato del tuo inserimento provvisorio..”
“Sono sul terrazzo del tredicesimo piano!”rispose lei digitando sullo schermo a fatica.
Dopo neanche cinque minuti dalla recezione del messaggio, Spencer arrivò sul terrazzo  e rimase sorpreso nel vedere una sigaretta tra le dita della ragazza.
“Ciao..” lo salutò Faith evitando di guardarlo.
“Ciao.. non sapevo fumassi!” la informò aggrottando la fronte.
“E perché avresti dovuto saperlo?” chiese leggermente scocciata la dottoressa.
“Fai parte della squadra ora.. quindi sei una di noi!” cambiò argomento Spencer non volendo affrontare discussioni.
“Già..- sospirò Faith- sai cosa significa?” chiese poi facendo uscire il fumo.
Reid scosse la testa in segno di negazione, la ragazza spense il mozzicone nel posacenere.
“Vuol dire che il nostro rapporto potrà avere solo un aspetto professionale per quanto io voglia di più!” specificò lei con aria triste e disperata. Faith si appoggiò alla ringhiera e guardò  il panorama di edifici governativi. Spencer sospirò e circondò da dietro la vita della ragazza e la strinse a sé, posò il mento sulla spalla di lei.
“Io credo che nulla sia impossibile, a volte però le nostre certezze vengono scaraventate via da cause di forza maggiore!” mormorò Faith sentendo il respiro di Reid sul suo collo.
“Io invece, prima si conoscerti pensavo che lo è risposte alle nostre domande fossero tutte nella scienza.. ma tu mi hai fatto ricredere.. non credo che ciò che sento sia dovuto solo alla serotonina!” ribatté lui provocandole un sorriso.
“Perché è così difficile?” sospirò lei.
“Perché sennò sarebbe noioso!” esclamò Spencer .
Faith si voltò e  fece incatenare  nuovamente i loro sguardi.
“Non potresti essere mio per stanotte?” chiese lei in un sussurro.
Spencer avvampò, le guance si imporporarono e la cravatta si fece stretta eccessivamente, si portò una mano sul nodo sul collo per allentarlo. Gli occhi scuri di Faith perforarono lo sguardo timido di Spencer. Il quale deglutì e confessò ciò che non aveva mai detto a nessuno.
“Io sono.. sono ancora vergine!” disse lui passandosi una mano tra i capelli , quell’affermazione non fu una sorpresa.
“Non vorresti fare l’amore con me?” chiese lei in un sussurro al suo orecchio.
“Ma io non so cosa devo fare!” esclamò Reid
“E’ una cosa così naturale.. non serve sapere che cosa fare..”mormorò lei prendendogli la mano.
“Andiamo a casa mia!” le disse con un mezzo sorriso.
Senza farsi vedere dal resto della squadra, scesero fino al parcheggio e con la moto di Faith partirono.

 

 

***

 

 
 

Hotch voleva fare un discorso a Faith parlando fuori dai denti.
Voleva mettere in chiaro che l’efficienza della squadra, non doveva essere compromessa. E l’efficienza era determinata dalla professionalità dei membri.
“Dov’è Fearis?” chiese a JJ che passava davanti al suo ufficio.
“Il suo ufficio è chiuso, il suo turno è finito due  ore fa!” lo informò JJ.
“E Reid?” chiese sospettoso il capo.
“Non c’è neanche lui.. l’avevo visto andare verso la terrazza poco fa.. ma ora non c’è più!” rispose la bionda, intercettando uno sguardo di preoccupazione nel volto di Hotch.
“Hotch lascia perdere…  io sinceramente ci spero che tra loro succeda qualcosa!” commentò JJ.
“E come potrebbe essere un bene?” chiese serio Hotch.
“Reid dà tutto sé stesso per la squadra.. è giusto che si faccia una vita..e lo sai che ha bisogno di qualcuno… da quando Tobias Heankle lo ha rapito e drogato.. lui è cresciuto! È diventato più forte, in grado di separare il lavoro dal resto!” disse Jennifer convinta. Hotch fu spiazzato dal tono di voce fermo e dalle parole della sua collega.

 
***

 

 
Nel frattempo Faith e Spencer erano arrivati all’appartamento di lui. Posarono i soprabiti su una sedia. Faith si guardò intorno, la casa di Spencer era ordinata ma non in modo maniacale.
I libri erano riposti nella libreria in modo ordinato. Sul tavolo della cucina stavano altri libri sparpagliati, mentre sul tavolo del salotto vi era la scacchiera con una partita di scacchi in corso.
Spencer era estremamente nervoso, non sapeva cosa doveva fare  e aveva il terrore di non essere in grado di star bene Faith. Ma non ebbe  il tempo di pensarci che la ragazza gli posò la mano sulla spalla, si voltò e si chinò su di lei per baciarla dolcemente. Lei lo attirò giocosamente a sé per la cravatta e sorrise in quel bacio, Spencer la guidò in camera da letto senza smettere di baciarla.
Lei lo fece stendere e poi si distese su di lui stringendogli le spalle, passò sul suo collo con la lingua, poi si diresse sul lobo dell’orecchio per mordicchiarlo, Spencer cominciò ad avere caldo, Faith fece scontrare i loro bacini facendo emettere un gemito a entrambi, si baciarono ancora, lei percorse il corpo del ragazzo con le mani facendolo rabbrividire e causandogli un’evidente erezione che gli gonfiò visibilmente i pantaloni.
Faith tornò sulle sue labbra e con una mano massaggiò il cavallo dei pantaloni causandogli pesanti sospiri. Poi Spencer le tolse la maglietta, lei lo imitò scoprendo il torso di lui.  Lo cosparse di baci facendo crescere il desiderio. Ma Spencer stava fermo, non sapeva cosa fare e aveva paura di sbagliare, ma Faith lo notò e delicatamente gli prese la mano e se la posò sul seno coperto dalla stoffa del reggipetto. Tutto questo molto lentamente, non voleva spaventarlo o che pensasse fosse un’assatanata. Spencer si fece coraggio, gettò via la timidezza  e palpò lievemente il seno di lei, poi ci affondò il volto e fece affiorare un ambiente più passionale e sfrenato. Cominciò a baciarla con foga facendo prevalere il suo istinto alla ragione. Faith si stupì del suo cambio di atteggiamento, ma poi sorrise e slacciò la cintura del dottore, poi il bottone dei jeans, infine la lampo per poterglieli poi sfilare. Lui le tolse i leggins e li gettò lontano, in un attimo furono entrambi completamente nudi che si baciavano e si strusciavano l’uno sull’altra.
Fu Faith a cominciare, a cavalcioni di Spencer, le sensazioni che stava provando il giovane dottore erano piuttosto confuse. Non smise di toccarla, posò le sue mani sui fianchi di lei, fianchi così definiti, che ondeggiavano sul suo bacino, era questo che lo eccitava di più. Quel rapporto non durò molto, vedere il volto di Spencer sudare, sentire le sue mani sui fianchi eccitava molto Faith, delle scisse di piacere gli percorrevano la colonna vertebrale, e il suo orgasmo non tardò a farsi avanti facendole impiantare le unghie sulle spalle di lui e urlando il suo nome. A quella visione nemmeno Spencer resistette ancora a lungo e venne con un urlo strozzato accompagnato da un sorriso soddisfatto , anche lei sorrise prima di sfilarsi da lui e stendersi al suo fianco. Spencer rimase qualche istante a prendere fiato, poi spostò lo sguardo dal soffitto alla ragazza.
“Sei bellissima!” le disse col fiato corto. Lei sorrise.
“Anche tu!” replicò lei strappandogli un sorriso. Reid la coprì con un lenzuolo e la abbracciò, poi si addormentarono  sazi d’amore ma anche consapevoli di ciò che avrebbero dovuto affrontare l’indomani.

 

 


Salve lo so che sono in ritardo. Ho avuto problemi personali,
ma ora sto alla grande e provvederò ad aggiornare al più presto anche le altre storie..
ringrazio jjk che ha recensito il capitolo precedente, e anche i lettori silenziosi.
Spero che qualcuno mi dirà la sua opinione anche per questo capitolo ;) a presto.

Mar.

 

 

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