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Autore: moni_cst    22/04/2013    8 recensioni
Cosa succede se Josh Davidson rientra improvvisamente nella vita di Kate Backett nel cuore di una notte?
Una one shot.... originariamente. Ora una mini long.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Javier Esposito, Josh Davidson, Kate Beckett, Lanie Parish, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Rick e Kate'
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Capitolo 5. Le sorprese continuano davvero a non finire mai

[…] Avanzò nel corridoio con passo leggero e si avvicinò alla porta socchiusa. La spalancò con un piede ed entrò bilanciandosi immediatamente sulle gambe con le braccia tese, con la pistola puntata verso l’uomo che si ritrovò di fronte.

“Ferma, non sparare! Sono io!” gridò allarmato l’uomo balzando immediatamente giù dal letto. Beckett abbassò molto lentamente le braccia mentre un rivolo di sudore le scendeva al lato della fronte.
“Sei un pazzo! Un furioso pazzo! “ gridò mentre inseriva la sicura alla pistola.
L’uomo cercò di rassicurarla avvicinandosi sorridendo.
”Volevo farti una sorpresa, non reagire così, calmati!” le accarezzò i capelli e la abbracciò tenendo una mano dietro la schiena e un’altra dietro la nuca per stringerla al suo petto, come a consolarla.
Beckett si divincolò immediatamente dalla stretta, era stata presa di sprovvista e aveva temuto di sparargli. Il solo pensiero la fece rabbrividire. Si scostò da lui e gli diede un forte spintone, seguito subito dopo da un altro ancora più forte, tanto che l’uomo vacillò e stava per perdere l’equilibrio.
“Ti rendi conto? Dimmi se ti rendi conto di quello che hai fatto”.
“Kate volevo solo farti una sorpresa… non pensavo che l’avresti presa così male”.
La detective cominciò ad agitare le braccia, aveva ancora la pistola in mano e gesticolava verso di lui quasi a minacciarlo. Aveva la fronte imperlata di sudore freddo e stava cercando di riequilibrare le sue funzioni vitali che erano ancora in stato di allerta per l’adrenalina che le era andata in circolo in corpo.
“Ti fai trovare sdraiato nel mio letto… Josh, ma sei impazzito? Devi essere completamente impazzito in Africa.”
Per quanto cercava di calmarsi e di mantenere il tono della voce bassa pensando anche ai vicini di casa, era completamente fuori di sé. La vena della tempia pulsava ancora forte e stava cercando di capire cosa le era sfuggito, perché la situazione era così assurda che ad un certo punto pensò addirittura che forse l’aveva invitato lei la sera prima al telefono e se ne era dimenticata. No, impossibile. Si voltò di scatto dandogli le spalle e si avviò in salone per richiudere la porta di casa e recuperare il suo borsone. Voleva soprattutto riprendere fiato e riordinare le idee su come gestire questa faccenda. Aveva voluto bene a Josh ma adesso le sembrava davvero un pazzo furioso, un maniaco, uno stalker. Non aveva niente dell’uomo che aveva frequentato. Non in quel momento.
Vedendo che Josh non l’aveva seguita, si innervosì ancora di più. Quella era la sua camera da letto, la camera da letto che ora divideva con Castle e dove c’era anche un cassetto, tutto di Castle, una cosa speciale per lei, per loro.
Si, Josh doveva immediatamente uscire da lì.
“Josh, vieni qui. Esci dalla mia camera da letto”
Il dottore uscì dalla stanza con un sorriso smagliante e mentre le si avvicinava le sussurrò
“Mi sei mancata Kate. Sei bellissima”.
A quelle parole la pazienza della detective si dileguò improvvisamente. Aveva passato una giornata splendida ma era stanca. Le ultime 26 ore erano state molto intense emotivamente e anche fisicamente. Aveva affrontato una conversazione con Josh al telefono in piena notte, quando non lo aveva più sentito da tempo immemore. Aveva passato le successive ore a disperarsi. Dopo la notte insonne, aveva preso un aereo all’alba per raggiungere Castle e aveva passato con lui momenti meravigliosi. Era tornata in giornata stessa a New York, rifacendosi altre 2 ore e mezzo di volo, per tornare a casa e ritrovarsi un intruso – Josh tra l’altro! - dentro la camera da letto.
Era esausta.
Basta doveva mettere un punto a questa storia o per lo meno a quella giornata.
Trasse un profondo respiro e si sedette sul divano e fece cenno a Josh di raggiungerla. Cercò di calmarsi e di affrontare la situazione con calma, da donna non da poliziotta. L’irruenza non avrebbe portato a niente se non ad una grandissima litigata. Ma lei a questo punto voleva sapere. Doveva sapere cosa c’era dietro a tutto questo strano comportamento.
Lo guardò avvicinarsi e le tornarono in mente i bei momenti passati con lui. Fece un movimento stizzito con le mani che avvicinò subito al viso coprendoselo per un attimo, e lisciandosi indietro i capelli come se quel movimento fosse un movimento che l’aiutasse a riprendere il controllo di sé e della situazione.
Respirò molto lentamente e molto profondamente perché doveva capire cosa stesse succedendo. La situazione era inaccettabile ma allo stesso tempo molto delicata. Doveva stare calma.
“Josh in questo momento sono furiosa con te. Non so perché sei in casa mia. Non so perché hai ancora un paio di chiavi dell’appartamento, visto che me le avevi restituite. Non so perché, pur essendo entrato – e non dovevi in alcun modo- non ti sei fermato qui ad aspettarmi ma sei andato in camera da letto e ti sei sdraiato sopra il mio letto. Cosa credevi che sarei stata felice di trovarti a letto?” Il dottore cercò di dire qualcosa ma lei lo interruppe e gli disse” Voglio una spiegazione per tutto. Per ogni singola parola.”
Josh aveva una fastidiosissima espressione compiaciuta in volto. Le era sempre piaciuta quella donna che era puro fuoco. Vederla così alterata stava provocando in lui reazioni e ricordi che non avrebbe mai voluto dimenticare. Era una tigre quella donna e il fatto che questo fosse ormai per lui solo un ricordo lo stava facendo impazzire.
“Kate, fammi spiegare punto per punto”.
La donna annuì. Non voleva aggiungere altro per ora.
“Posso andare in ordine sparso con le risposte o….” la detective lo fulminò con lo sguardo “Parla, santo cielo!”.
“Ok. Ok. Sei bella quando ti arrabbi”.
Beckett si alzò immediatamente e guardandolo dall’alto gli gridò “Fuori!” poi dopo una breve pausa aggiunse “Immediatamente!”.
“No, Kate. Scusami. Ok ti dirò quello che vuoi sapere.” La tonalità della sua voce era diversa ora. Sembrava davvero che volesse parlare. E lei doveva sapere. Subito.
“Le chiavi di casa te l’ho restituite, ma ne avevo un’altra copia”. Lo disse come se fosse una cosa assolutamente naturale.
“Perché?”
“Perché cosa?”
“Perché ne avevi fatta una copia?”
“Per le emergenze”
“Avresti dovuto restituirmele entrambe. E in ogni caso questa è un’emergenza?”
“SI, avrei dovuto. Ma non l’ho fatto. SI, è un’emergenza”
“Aspetta andiamo con ordine. Perché sei andato in camera da letto?”
“Andiamo Kate. Qual è il problema con la camera da letto. Era tardi, volevo aspettarti e volevo stare più comodo”.
“Il divano è comodissimo…. “ Poi fece una pausa forse era meglio lasciar correre per adesso questa cosa. “Ma il punto Josh è che non dovevi entrare di soppiatto a casa mia, non dovevi neanche telefonarmi ieri nel cuore della notte. Non è normale! Non è assolutamente un comportamento accettabile”.
Josh sembrava quasi sorpreso dalle sue parole.
“Ma….”
“Niente ma, Josh. Non dovevi e basta. Il fatto che tu sia entrato in casa mia è gravissimo. E’ effrazione di proprietà privata. E il fatto che tu abbia anche telefonato di notte la sera prima è un aggravante: è stalking!!”
Lo guardò per vedere se le sue parole avessero avuto effetto. Per la prima volta lo vide un po’ vacillare.
“Kate, non volevo. Cioè io ti conosco, stavamo insieme. Non pensavo fosse così …”
“Non ti rendi conto che oltre al fatto che tu ti sia introdotto in casa mia, il fatto di trovarti nel letto mi abbia ancora più infastidito? Te ne rendi conto adesso? Chi ti dà il diritto di fare una cosa del genere, di entrare nei miei spazi intimi privati? Magari ti sei messo anche a frugare nei cassetti… per quello che ne so.”
Quella immagine le fece rivoltare lo stomaco, al solo pensiero. Josh non era quel tipo di uomo, non lo era mai stato. Ma le venne il dubbio che potesse esserlo diventato.
“Kate, non farei mai una cosa del genere…”
“L’hai fatta! Ti sei introdotto in casa mia. E per inciso hai anche rischiato che ti sparassi… nella penombra non ti avevo riconosciuto. La tensione…Potevi essere un ladro o un assassino, per quel che mi riguarda.”
“Sono venuto da te, perché…” Improvvisamente la sua voce diventò flebile e i suoi occhi non ressero il confronto con quelli di lei. Si coprì il viso con le mani appoggiandosi alle ginocchia e non disse più nulla.
La donna non si aspettava quella reazione e rimase in silenzio a guardarlo non sapendo bene cosa fare.
Il momento di silenzio stava diventando insostenibile e Kate era stanca e voleva riposare ma allo stesso tempo doveva risolvere quella grana. Non lo capiva. Sembrava quasi che stesse per scoppiare a piangere da un momento all’altro.
“Josh..” le disse a quel punto dolcemente sedendosi accanto a lui e appoggiando una mano sulla sua spalla.
A quel tocco, sentì le sue spalle scosse da un fremito e percepì tutta la tensione muscolare.
“Josh, così non mi aiuti. Guarda che mica voglio denunciarti, stai tranquillo. Però vorrei parlare con te perché è evidente che dobbiamo parlare”. Aspettò un attimo poi prese le sue mani e lentamente gliele staccò dal viso.
“Guardami Josh. Parlami”.
Il dottore aveva gli occhi lucidi e una ruga improvvisa gli solcava la fronte. Una ruga di preoccupazione e di tensione. Fece un grande respiro ma evitò di guardarla negli occhi. Non ce la faceva.
“Scusami Kate. Non dovevo venire. Me ne vado subito” e fece per alzarsi.
“Sono d’accordo con te per una volta. Non dovevi assolutamente venire. Ma sei qui. Quindi ora ti risiedi accanto a me e mi dici cosa diamine sta succedendo”.
Non riusciva a credere alle sue orecchie. Ma da quando era diventata così paziente? Una cosa era certa: voleva mettere fine a quella storia, senza ombra di dubbio.
In quel momento la tensione venne spezzata da un bip del cellulare che segnalava l’arrivo di un sms. Oh cavolo, si era dimenticata di avvisare Castle, che era arrivata e che tutto era andato bene! E certo che se l’era dimenticato. Non stava andando bene per niente.
Prese il cellulare e spinse il tasto rapido di chiamata, poi ci ripensò. Il pensiero che Josh potesse ascoltarla mentre parlava con Rick la fece desistere. Attaccò e digitò velocemente un sms di risposta.

Arrivata. Qualche problema. Ora ok. Ti chiamo, domani mattina così ne parliamo. Buona notte e grazie. Miss you… non sai quanto!

“Allora Josh, cosa succede”.
“Succede che volevo vederti”
“Mi hai detto, ieri sera, che mi avresti dato il tormento come dottore, solo come dottore. Non credo che tutto questo c’entri con il mio check up mancato”. Alzò un sopracciglio a rimarcare le parole appena dette.
“Avevo bisogno di vederti e quando ho visto che non avevi fatto i controlli, ho pensato fosse un buon pretesto per chiamarti”.
“All’una di notte?!” Josh alzò la testa sorpreso e con sguardo interrogativo.
“Ma qual è il problema con il fatto che ti ho chiamato di notte? Da quando hai degli orari? Te ne sei sempre fregata di questi aspetti convenzionali e borghesi”.
“Da quando mi hanno sparato! Sono episodi che ti fanno cambiare il modo di vedere e affrontare la vita, credimi”.
“E’ per questo che hai lasciato me e ora stai con Castle? L’hai considerato da un altro punto di vista?”.
Kate scosse la testa non riusciva proprio a capire cosa volesse Josh.
“Josh, seriamente qual è il tuo problema?”
Josh rimase in silenzio fissandola negli occhi, dondolando leggermente sulle gambe.
“Kate mi sei mancata tantissimo. Sei una donna eccezionale e io sono stato troppo preso dalla mia carriera per capirlo” la guardò compiaciuto vedendola sorpresa e nervosa. Non voleva perdere quel momento di incertezza che leggeva nei suoi occhi. Proseguì deciso accostandosi a lei sempre più.
“L’Africa ti fa cambiare il modo di vedere e di affrontare la vita, credimi” usò deliberatamente le stesse parole che aveva pronunciato lei pochi istanti prima, per dare ancora maggiore incisività a quello che stava succedendo.
“Il problema, Kate, è che ho capito di amarti e di non poter più vivere senza di te”.
Detto questo si avvicinò ancora di più e la baciò.


Spazio di Monica:
Non mi uccidete ehh. Visto tutti gli scleri del fandom dopo il promo della 5x22 … ho pensato che questo finale fosse ... appropriato al momento. ;-)

  
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