Fanfic su artisti musicali > Super Junior
Segui la storia  |       
Autore: Ria-chan    22/04/2013    6 recensioni
Traduzione personalizzata di una storia presente su AFF.
"Donghae e EunHyuk si trovano a dover andare in Giappone per promuovere il loro singolo e la nascita della Sub-Unità EunHae.
Sono soli.
Sono insieme.
E, ovviamente, per l'uno non sarà così facile come per l'altro... non ovviamente all'inizio..."
---EUNHAE--- E accenni KyuMin ---
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Choi Siwon, Donghae, Eunhyuk, Kyuhyun, Sungmin
Note: Traduzione, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Uff, non credevo di farcela questa sera XD ma per fortuna un altro capitolo è andato!!
Yeah!!!
Ora siamo a solo 3 dalla fine!!!
E spero, davvero di riuscire ad arrivarci presto.
Finiti questi altri tre capitoletti (iniziando a lavorarci da domani stesso) conto di completare finalmente la YeWook in corso (KRY) e poi, alla buon ora, riprendere Hello Babies. Devo finire quella storia, assolutamente, e, oltre quella, pubblicherò una raccolta rossa che ho già iniziato e che magari, per allora, avrò anche concluso.
Questo insomma saranno i miei obbiettivi attuali e futuri e come sempre sono felicissima che voi mi sosteniate con pazienza ed affetto *w*
Detto questo... beh, godetevi il capitoletto :D
Il prossimo, vi assicuro, è tremendamente carino ;)
Buona lettura.






NOTE: 
1) In Blu i pensieri di Hae
2) In Rosso quelli di Hyuk


Disclaimer: I personaggi non mi appartengono, e se così fosse Hyukkie sarebbe il mio tenero peluche da letto invece di appartanere a mister Fishy che farebbe anche lui bella mostra di sè sul mio mobile delle carinerie.
La storia invece appartiene a Arthiekka86: idee e trama sono sue!


When Donghae Couldn't Stand It Anymore

Capitolo 6

-Annyeonghaseyo Super Junior imnida! Uri-neun, Super Juni-oeyo!-
 
Eunhyuk e Donghae pronunciarono la loro solita presentazione e la risposta delle fans fu immediata: urla. Forti e persistenti.
Eunhyuk, felice dell’accoglienza, salutò muovendo la mano verso l’alto in un misto tra il tenero ed il professionale, mentre Donghae, al suo fianco, si limitò a muovere la testa e sorridere in direzione della massa di ragazze: non si poteva dire che lui non fosse altrettanto professionale o caloroso, semplicemente non poteva mentire al suo corpo debole e malato neanche a dispetto di quanto stesse impegnandosi nel tener duro.
Per fortuna, però, le urla delle fans, in risposta al suo sorriso, gli conferirono energie e gli risollevarono il morale.
Così iniziò il fan-meeting: tra la preoccupazione di Eunhyuk e l’abbattimento fisico di Donghae.
 
“Che ha Donghae?”
“Sembra malato”
“Donghae sembra essere stanco, nervoso.”
“Eunhyuk lo guarda spesso… c’è qualcosa che non va?”
 
Il vociare tra le fan divenne più sostenuto e, con il chiacchiericcio in sottofondo, largamente comprensibile, un’ora era già trascorsa all’interno dell’edificio.
Eunhyuk e Donghae vennero intervistati, parlarono e giocarono con qualche fans fortunato scelto appositamente per esibirsi sul palco insieme alla coppia EunHae.
Tutto fu divertente, certo, come lo era ogni volta che dovevano presiedere ad eventi simili, ma per Donghae rappresentò anche una dura prova fisica e lo stancò molto.
Ancora di più, poi, quando fu l’ora di eseguire Oppa Oppa come stabilito dalla scaletta.
Le fans urlarono felici e sventolarono in sincronia i loro lightstick: Donghae, vedendo l’affetto che stavano riservano loro, si sentì nuovamente sollevato e rinvigorito, nonostante il suo corpo iniziava a diventare pesante come un macigno e quasi non voleva saperne di muoversi. Beh, poco contava, era un professionista e come tale si sarebbe comportato: per le fans, certo, ed anche per il suo manager, per il gruppo e per Eunhyuk.
 
Quando Eunhyuk fece il suo ingresso cantando la sua parte, Donghae lo guardava di tanto in tanto, sorridendo inconsciamente: Eunhyuk aveva davvero charm quando si esibiva su un palco; ogni volta che Donghae lo guardava si sentiva incantato dal suo modo di muoversi, di essere, ed avvertiva in sé una carica d’energia che riusciva sempre a dargli la forza di affrontare qualsiasi cosa.
Ecco perché Donghae lo ammirava.
 
Ecco perché lo amava.
 
Eunhyuk cantò allegramente la sua parte:  “Hey, won’t you take me to funky town῀?” e, improvvisamente, Donghae schiacciò il suo corpo contro quello di Eunhyuk per abbracciarlo da dietro quando toccò ad entrambi ripetere il ritornello: “I’m international, baby!”.
Lo strinse forte.
Davvero molto, forte.
Eunhyuk fu sorpreso e scioccato e, quasi, smise di cantare per quell’improvviso ed inaspettato fan-service:  senza menzionare che il luogo, in quel momento, fu riempito da urla e grida delle fans.
Guardò Donghae e ridacchiò: quelle urla riuscivano sempre a dargli energia e allegria e, soprattutto, a farlo divertire.
Anche Donghae ridacchiò in risposta.
Di riflesso quasi.
 
Giusto.
Il fan-service.
Facevano sempre del fan-service arrivati a quel punto della canzone e, per qualche attimo, Eunhyuk lo aveva quasi dimenticato.
A volte facevano finta di schiaffeggiarsi, altre si chinavano in avanti verso il pubblico, ma perché Donghae avesse scelto questa volta proprio un abbraccio da dietro  Eunhyuk non lo aveva capito.
Si voltò allora nella sua direzione, per guardarlo ancora e, arrivati quasi alla fine della canzone, si ritrovò stretto nel suo abbraccio, ricambiandolo, mentre anche Donghae lo guardava sorridendo.
Eunhyuk accennò a sua volta ad un tenue ma sincero sorriso e riprese poi i movimenti del suo ballo fino alla fine della canzone.
Bellissimo.
Donghae non poteva mentire a se stesso, non importava quanto male stesse e quanto si era sentito ferito per la scorsa notte, semplicemente esibirsi con Eunhyuk ed anche solo guardarlo, lo faceva stare bene.
Lo rendeva felice.
Riusciva a ricaricare il suo spirito.
E così, la performance di Oppa Oppa si concluse senza problemi, proprio come accadeva sempre quando erano loro due gli unici sul palco.
 

∞∞∞∞∞

 
Donghae lasciò ricadere la testa sulla spalliera del divanetto quando fu l’ora per lui di riposare e di Eunhyuk di eseguire il suo assolo.
Afferrò la bottiglietta d’acqua e bevve qualche sorso, proprio come il manager si era raccomandato facesse. Guardò l’orologio: 7PM.
Quando sarebbe finito il meeting?
Nonostante si sentisse davvero dispiaciuto per le fan che li attendevano fuori dall’edificio e per quelle che assistevano allo spettacolo, desiderava solo che tutto finisse e che presto potesse tornare in hotel per riposarsi e stendersi a letto, cercando in qualche modo di fermare le fitte alle testa e la debolezza del suo corpo.
Piano piano, il dolore lo stava abbattendo.
Si sentiva esausto. Come non era mai capitato.
Ma per fortuna, nonostante tutto, il pensiero che poteva condividere quel momento di dolore con Eunhyuk, che lo aveva vicino, gli dava forza.
Eunhyuk era il suo “risollevatore di morale”.
Ogni volta che si sentiva male, stanco, o abbattuto, tutto passava all’istante se posava il suo sguardo su Eunhyuk.
Se solo Eunhyuk non lo avesse ignorato la scorsa notte… tutto, anche questa volta, sarebbe andato molto meglio.
 
-Tutto bene?-
 
Donghae sollevò la testa e posò gli occhi sul manager che si stava rivolgendo a lui:
 
-Fa ancora molto male?-
 
Quale dolore? Pensò Donghae.
Si riferiva alla sua testa o al suo cuore?
Beh, di certo alla sua testa, anche se, probabilmente, non era quella a fare più male.
Donghae annuì con il capo.
Faceva male, sì. Qualunque delle due fosse la fonte del dolore faceva comunque male.
 
-Puoi resistere ancora un po’, vero? Rimane solo mezz’ora.-
 
Concluse il manager guardandolo preoccupato.
 
-Certo.-
 
Rispose Donghae, ed il manager si sedette al suo fianco giocherellando con il cellulare: forse voleva solo tenergli compagnia ed assicurarsi che Donghae non avesse bisogno di nulla o che, in caso di necessità, avrebbe potuto fare il possibile senza sprecare tempo.
Che bravo hyung!
 
-Cosa sta facendo Eunhyuk, adesso?-
 
Chiese improvvisamente Donghae sentendosi annoiato.
 
-Tra poco inizierà il suo assolo. Non sapevamo che avesse una così bella voce. La compagnia avrebbe dovuto accorgersene e realizzarlo prima.-
 
Rispose lo hyung con gli occhi scintillanti, ovviamente fiero dei suoi ragazzi.
E Donghae ridacchiò a quella vista ed a quel pensiero: lui sapeva di Eunhyuk fin dalla prima volta che si erano conosciuti.
Eunhyuk era davvero talentuoso. Ed era proprio un peccato che l’agenzia non avesse realizzato prima quanto bella e speciale la voce del maggiore fosse.
Ad ogni modo, Donghae era ora curioso di sapere quale canzone avesse scelto per il suo assolo, poiché in verità non sapeva nulla riguardo l’assolo di Eunhyuk dal momento che l’unica canzone che avevano provato insieme era stata Oppa Oppa poiché richiedeva appunto la partecipazione di entrambi; quando si parlava invece degli assoli, avevano fatto pratica ed esercizio ognuno per conto proprio e, per questo, entrambi non sapevano cosa l’altro avesse preparato per l’occasione.
 
Donghae, allora, si alzò dalla sua sedia e buttò uno sguardo verso lo stage sul quale Eunhyuk era in piedi attendendo che la base partisse per poter cantare. Curioso riguardo la canzone scelta, Donghae rimase a fissarlo ascoltandolo parlare:
 
-Sapete che il mio inglese non è dei migliori, ma ho lavorato davvero sodo per potermi esibire con questa canzone.-
 
Eunhyuk ridacchiò sensualmente in direzione delle fans e, ovviamente, esse urlarono in apprezzamento dandogli lo sprint che gli serviva per iniziare la sua esibizione.
Dopo questo, infatti, la musica iniziò.
Una “Ballad Song”.
Le luci caddero verso il basso ed il palco, piano piano, divenne sempre più buio.
Solo un faretto rimase puntato al centro, perfettamente in linea con la figura di Eunhyuk.
Era davvero…
 
“Maybe we need just a little more time. Time that can heal what’s been on your mind. You can find what we lost before it all slips away. We need time to mend from the mistakes I’ve made.” (Forse abbiamo solo bisogno di un po’ più di tempo. Tempo che possa guarire ciò che è stato nella tua mente. Puoi ritrovare ciò che abbiamo perso prima che tutto scivolasse via. Abbiamo bisogno di tempo per riparare –correggere- tutti gli errori che ho commesso.).
 
Eunhyuk iniziò a cantare il primo verso.
E Donghae si paralizzò. Si sentì stordito e incantato.
 
Che perfezione.
La sua voce, le sue espressioni del viso –benché Donghae potesse ammirarlo solo da un lato-, le sue labbra che si schiudevano mentre cantava, tutto di lui era perfetto.
Donghae non capiva perfettamente –o quanto meno molto, molto, molto vagamente- ciò che il testo dicesse ma lo amava, gli piaceva assurdamente.
In qualche modo sembrava coincidere perfettamente con la situazione. E forse Eunhyuk aveva realizzato la stessa cosa mentre lo stava cantando.
Donghae fu ipnotizzato da Eunhyuk al punto da dimenticare il suo terribile mal di testa per i 3 minuti in cui durò la performance: davvero meravigliosa.
 
-Donghae, tra un minuto tocca a te.-
 
A risvegliarlo dalla sua ammirazione e dai suoi pensieri ci pensò un membro della truppe: solo allora Donghae realizzò quanto tempo aveva trascorso osservando l’amico, di come il tempo sembrava essersi fermato durante quei pochi minuti in cui Eunhyuk aveva cantato e completato il suo assolo.
 
-Avanti Donghae, tocca a te. Buona fortuna.-
 
Il manager gli allungò un bicchiere d’acqua e lo pregò di berla tutta.
 
-So che farai del tuo meglio.-
 
E sorrise poi colpendogli amichevolmente e quasi paternamente la testa  e la schiena per infondergli coraggio.
Donghae si sentì confortato.
 
-Grazie, hyung.-
 
Gli sorrise ed attese che Eunhyuk rientrasse nella stanza e, quando avvenne, lo sguardo dell’uno venne catturato da quello dell’altro.
 
-Ottimo lavoro.-
 
Fu Donghae il primo a parlare, sorridendo verso l’amico con gli occhi.
Eunhyuk, in cambio, rimase silenzioso per qualche minuto: Donghae gli stava parlando! Ciò significava che non era più arrabbiato con lui. –O forse non lo era mai stato- E questo gli portò via qualche attimo prima di realizzare che forse, questa volta, avrebbe dovuto rispondere:
 
-Grazie.-
 
Sorrise.
E nel mentre, Donghae si diresse verso il palco pronto per eseguire il suo assolo e far felici le sue fans.
Prima, però, si ritagliò qualche momento per parlare con loro, attento a non mostrare alcun segno di malessere perché non avrebbe mai voluto vederle preoccuparsi per lui. Non sapeva comunque che l’occhio delle fans, verso gli idoli che amano, sono sempre più attenti di quanto si possa pensare e che, già da molto prima, si erano accorti che qualcosa in Donghae non andava.
Sospirando, prendendo fiato quanto più possibile, Donghae si preparò al suo assolo: diversamente da quello di Eunhyuk lui aveva scelto un assolo di grande impatto, che richiedeva molta energia e forza. Un’energica musica corredata di coreografia.
 
Dal backstage, Eunhyuk guadava ogni suo passo con attenzione: il suo cuore batteva all’impazzata a causa della sua preoccupazione e i suoi occhi si focalizzavano sull’amico attento a scorgere qualsiasi piccolo segno di cedimento.
Donghae era davvero affascinante sul palco.
Eunhyuk era sicuro che stesse facendo, come sempre, del suo meglio.
Ma stava sudando troppo, a volte ansimava e altre chiudeva gli occhi sofferente: era chiaro che stesse cercando di non mostrare troppo la sua debolezza ma agli occhi di Eunhyuk ogni piccolo cambiamento della sua persona era chiaro.
Ce la faceva? Stava davvero bene?
 
Oh, cielo! La testa mi fa malissimo! Il mio corpo è debolissimo. Ma le loro urla e le luci blu che muovono nel buio mi fanno stringere i denti ed andare avanti, dare loro tutto ciò che posso e fare del mio meglio.
 
Eppure, nonostante i suoi pensieri e la grande forza di volontà, la vista di Donghae si annebbiò.
Tre minuti erano finalmente passati e l’esibizione era finita: Donghae sorrise e stringendo i denti si inchinò:
 
-Grazie! Grazie mille!-
 
E sventolò entrambe le mani verso l’alto in segno di saluto.
Le fans fecero lo stesso, con i loro lightstick, ed urlarono ancora.
Donghae abbandonò lo stage ed entrò nel “dietro le quinte” e, quando vide Eunhyuk di fronte a lui, lo guardò di rimando scorgendo l’espressione preoccupata e davvero agitata dell’altro.
 
-Puff.-
 
Donghae espirò velocemente, soffiando l’aria che ancora, mancandogli, lo rendeva affannato e faceva muovere le sue spalle come se stesse tremando:
 
-Stai bene?-
 
Eunhyuk posò le mani sulle spalle dell’amico e lo guardò negli occhi, avvicinandosi sempre di più a lui; Donghae, in cambio, afferrò quelle stesse mani e le allontanò da lui, delicatamente, certo, ma pur sempre ferendo Eunhyuk per il gesto.
Era completamente madido di sudore, e forse Eunhyuk aveva ragione nel preoccuparsi in quel modo. Senza contare che ora, mettendogli una mano sulla fronte, stava controllando la sua temperatura ignorando qualsiasi possibile protesta dell’altro:
 
-O mio Dio, Donghae! Scotti!-
 
Eunhyuk urlò a metà tra lo sconvolto ed il preoccupato a morte, attenendo che alle sue parole il manager li raggiungesse e facesse qualcosa.
Donghae invece fu sul punto di rispondere stupidamente che stava bene, anche se tutti attorno a lui sapevano benissimo che non lo stava affatto, ma proprio allora le sue ginocchia cedettero ed il suo corpo perse di supporto: cadde, ma per fortuna, grazie ad Eunhyuk che lo sostenne prontamente, non collassò a terra rischiando di farsi male.
Prima che tutto diventasse buio, con la testa poggiata sul petto di Eunhyuk, Donghae avvertì la sua stretta e ne fu grato, gli piacque, nonostante tutto.
 
E poi svenne.
 
-Donghae! Donghae!!-
 
Eunhyuk urlò chiamandolo, praticamente nel panico e tutto ciò che riuscì a fare fu di sedersi sul pavimento continuando a stringere la testa ed il corpo di Donghae contro il suo petto:
 
-Hey! Svegliati! Donghae! Hae!!-
 
Pensando potesse servire, colpì piano le guance del compagno, cercando magari di risvegliarlo, ma Donghae non si mosse e tutto fu inutile. Eunhyuk si sentì svenire a sua volta: non avrebbe mai voluto che qualcosa di male capitasse al suo migliore amico e soprattutto si sentiva davvero inutile in quella situazione in cui non sapeva cosa fare o come comportarsi:
 
-Hyung! Hyung, ti prego aiutami!-
 
Alla fine, dopo qualche attimo che parve infinito, tutti accorsero ad aiutare Eunhyuk e, sollevandolo, risolsero infine di poggiare il corpo svenuto di Donghae sul divano: Eunhyuk continuò a guardarlo tremendamente preoccupato e ogni tanto gli puliva la fronte dal sudore con il dorso della mano, impedendogli così di scorrere negli occhi ed inumidire maggiormente i capelli.
In momenti come questi, dimenticando tutto, l’unica cosa che Eunhyuk voleva era stare al fianco del suo amico ed occuparsi di lui.
Come meglio poteva.
 
Donghae, per favore riprenditi.
 

∞∞∞∞∞

 
Donghae si svegliò quando avvertì del movimento sotto di lui e, quando aprì gli occhi, tutto intorno a lui era buio.
O quasi.
Qualche luce notturna filtrava attraverso il finestrino ed il movimento che avvertiva era regolare.
Era in macchina.
E tutto doveva essere finito.
Donghae allora si voltò ed incontrò la figura di Eunhyuk accanto a lui guardarlo con una espressione illeggibile: le sopracciglia aggrottate, lo fissava senza neanche sbattere le ciglia e…  e sembrava davvero mortalmente preoccupato.
 
-Che mi è successo?-
 
Gli chiese.
 
-Sei svenuto. Non te lo ricordi?-
 
 Rispose Eunhyuk.
 
-Sì.-
 
Annuì Donghae.
Certo che lo ricordava: aveva la febbre, non un’amnesia.
 
-E il fan meeting?-
 
Donghae provò a sollevarsi e porsi seduto più composto ma, prima che potesse riuscirci, la testa gli girò di nuovo e, ricadendo in avanti, si rimise nella comoda posizione iniziale cercando di recuperare un briciolo di energia e controllo sulla sua testa.
Eunhyuk lo fissò senza muoversi, ghiacciato:
 
-Abbiamo salutato velocemente senza di te.-
 
-Cosa avete detto alle fans?-
 
-Che cosa avremmo potuto dire? Che eri malato.-
 
Donghae si colpì il viso con il palmo della mano: oh, giusto, non potevano mica trovare un’altra scusa? Come, per esempio, che doveva andare da qualche parte urgentemente o, magari, che era ancora in bagno e non era riuscito ad uscirne in tempo. O magari perfino che era dovuto tornare prima in albergo per guardare i cartoni animati.
No, beh, non avevano senso le sue idee. Giusto?
 
-Non abbiamo detto che sei svenuto.-
 
Aggiunse velocemente Eunhyuk, cercando di aiutare. Facendo ovviamente peggio.
 
-Oh, ottimo, ora sì che sono tranquillo.-
 
Ironizzò Donghae accennando ad un piccolo sorriso che poi, poco dopo, si spense in favore di una nuova frase:
 
-Saranno preoccupate.-
 
Ed allora Eunhyuk lo guardò infastidito:
 
-Sai solo pensare a loro? Ero dannatamente preoccupato anche io.-
 
La voce monotona mentre osservava il paesaggio scorrere fuori dal finestrino.
E Donghae voltò la testa verso di lui e, questa volta, non poté fare a meno di arrossire: aveva frainteso, lo sapeva e ne era sicuro, e poi Eunhyuk lo aveva detto a voce così bassa che sembrava più un borbottio rivolto a se stesso che qualcosa detta col chiaro intento di essere udita, ma lo aveva reso felice. Ne sorrise ma preferì, che avesse capito male o meno, tenere la bocca chiusa e non rispondere nulla, prima che l’atmosfera tra loro potesse divenire ancora più tesa e peggiorare le cose.
 
Finalmente, dopo un viaggio non troppo lungo, giunsero in albergo.
Erano soli.
Si erano fatti accompagnare velocemente dall’autista privato in modo da poter far riposare Donghae il più a lungo possibile; gli altri membri dello staff invece, compreso il manager, non erano ancora arrivati a destinazione dal momento che si erano trattenuti per dare maggiore informazioni sulla salute di Donghae.
In ogni caso, Donghae ed Eunhyuk uscirono dalla macchia insieme e, quando s’incamminarono verso l’ingresso dell’albergo, Eunhyuk non staccò un attimo gli occhi dalla schiena del compagno.
 
-Ce la fai a camminare?-
 
Donghae annuì poco convito e, infatti, poco dopo la sua vista si annebbiò e quasi non rischiò di crollare nuovamente: la testa lo tormentava, ed il corpo era ancora davvero debole per potersi reggere da solo.
Eunhyuk allora non attese altro, ignorò completamente le parole e le proteste dell’altro e lo strinse per la vita, forte, facendogli da sostegno durante il cammino verso la loro camera. Donghae arrossì e s’immobilizzò per quell’azione improvvisa e guardò il compagno confuso ed agitato:
 
-Nel caso tu svenga di nuovo.-
 
Concluse velocemente Eunhyuk guardando in avanti, ignorando gli occhi dell’altro.
Dannazione! E’ ancora bollente.
 
Donghae sorrise dentro di sé e si sentì sinceramente felice di constatare che a parte tutto Eunhyuk si preoccupava davvero per lui e faceva il possibile per prendersi cura di lui.
Che dolce.
 
E così camminarono fino all’ascensore insieme, almeno quando, improvvisamente, Donghae non sentì il suo cellulare vibrare.
Lo tirò fuori dalla tasca posteriore dello skinny jeans e guardò lo schermo illuminato: 3 messaggi non letti.
Lasciò andare la mano di Eunhyuk, facendo voltare repentinamente il maggiore verso di lui, ed aprì il messaggio più recente:
 

“Perché non mi rispondi?? Chiamami quando raggiungi l’albergo.”

 
E Donghae, senza leggere gli altri 2 messaggi, che sapeva appartenere alla stessa persona, premette sul pulsante per la chiamata ed attese qualche secondo prima che la persona dall’altro capo rispondesse.
 
-Hey, Donghae-ha!- La voce suonò preoccupata –Stai bene?- Chiese.
 
“Diing”
Nello stesso momento l’ascensore raggiunse il piano terra ed aprì le sue porte davanti a lui e ad Eunhuyk.
Entrambi allora entrarono al suo interno mentre il maggiore guardava il compagno con curiosità, sollevando le sopracciglia ed aggrottando la fronte.
 
-Sto bene.- Rispose Donghae con voce bassa. E sorrise. –Ho solo bisogno di riposo. Sono stanchissimo. Come sai, comunque, che non sono in forma?- Si accigliò infine.
 
-Ho letto i commenti su internet. Dicono che non sembravi “ok” stasera. Che eri silenzioso. E poi ho chiamato il manager hyung e lui mi ha detto che sei svenuto nel backstage. E’ vero?? Oh, Donghae! Se sei malato dimmelo prima! Così che io non debba essere così preoccupato come sono adesso, hai capito?- Disse nuovamente la voce.
 
E Donghae non potette fare a meno di ridacchiare, facendo roteare gli occhi al cielo e sbuffando appena.
Ma perché il manager doveva raccontargli del suo stato di salute?
Doveva essere davvero preoccupato ora e Donghae non si sentiva pronto a sentirsi fare una predica dopo tutto quello che era successo.
 
-Hey hey hey, calm down!-  Donghae rise. Era meglio buttarla sullo scherzo, pensò. –Sì, è vero, ma ora sto bene. Non preoccuparti.- E ridacchiò ancora, sentendosi tremendamente coccolato dal momento che qualcuno si mostrava così affettuoso nei suoi riguardi.
 
In tutto ciò, Eunhyuk era immobile poco dietro di lui, e lo fissava infastidito:
 
E’ ancora malato, vero? Come può ridere in quel modo quando il suo corpo non si reggeva neanche? Fino a poco fa era appena cosciente e ora sembra la persona più felice al mondo…

Con chi sta parlando?

 
   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Super Junior / Vai alla pagina dell'autore: Ria-chan