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Autore: imakoala    23/04/2013    3 recensioni
Quando l'amore tanto disprezzato arriva e ti colpisce, come puoi rifiutarlo?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Nel pomeriggio inviai un messaggio ad Angel, per incontrarci.
Ehi Angel, a pomeriggio ci prendiamo un gelato?’
La risposta arrivò quasi subito.
Certamente! Alle 4 e mezzo in gelateria ;)’
Erano ancora le 2 e mezzo, perciò mi sedetti e mi feci un po’ di compiti.
Ero completamente persa nella matematica, cercando di risolvere un esercizio complicato, quando alzai lo sguardo: le 4 e un quarto.
Mandai a quel paese la matematica, chiudendo tutti i libri e buttandoli nello zaino, mi cambiai velocemente, mettendomi una canotta gialla, un paio di pantaloncini e delle ballerine. Presi gli occhiali da sole, la borsa ed uscii velocemente di casa.
Arrivai in gelateria con 5 minuti di ritardo, ma ancora non c’era nessuno. Così mi sedetti ad aspettare.
Passarono circa 20 minuti e di Angel nemmeno l’ombra. Presi il cellulare e le inviai un messaggio.
Dove sei?’
Nessuna risposta. Aspettai un’altra infinità di tempo, quando il mio telefono vibrò.
Giulio mi ha chiesto di uscire, non te l’ho detto?’
Aggrottai la fronte.
No.’
Upss. Mi deve essere sfuggito di mente, scusa Miriss.’
Buttai il cellulare nella borsa, mi alzai per andare al bancone e prendermi il mio gelato. Che non ci fosse lei non significa che non avrei potuto gustarmelo anche da sola.
Poi uscii e mi andai a sedere su un muretto lì vicino.
Dopo aver mangiato l’ultimo pezzo di cono, mi alzai per andarmene, quando qualcuno mi salutò.
“Ehi!”
La voce familiare mi vece subito voltare con un sorriso.
“Ehi.”
“Come va?”
“Bene, dai, e tu?”
“Non c’è malaccio. Sei da sola?”
Si guardò intorno per vedere se ci fosse qualcuno con me, poi puntò il suo sguardo su di me.
Annuii.
“Come mai?”
Mi guardò con i suoi grandi occhioni verdi.
“La mia amica mi ha piantato in asso senza dirmi nulla per uscire col suo pseudo-ragazzo, dopo che ci eravamo date appuntamento qui.”  C’era un accenno di disprezzo nella mia voce. “E tu come mai qui tutto solo?” chiesi, guardando anch’io in giro per vedere se ci fosse qualcuno in sua compagnia.
“Facevo un giretto per ambientarmi un po’” sorrise. “Vuoi farmi compagnia?” mi guardò con degli occhioni da cucciolo che mi fecero sciogliere.
“Si, perché no?” gli sorrisi.
Il suo viso si rallegrò , mi sorrise e iniziammo a camminare.
Parlammo del più e del meno per tutto il pomeriggio, lui ogni tanto faceva battute alle quali io ridevo, parlammo anche dei nostri interessi. Rimasi sorpresa quando scoprii che gli piaceva leggere romanzi d’avventura e che un giorno avrebbe voluto fare lo scrittore.
Lo guardai sorridendo.
“Sai, mi sembra strano.” Dissi.
“Perché?” chiese confuso, fermandosi e guardandomi negli occhi, aspettando una risposta.
“Non hai l’aria da intellettuale, né da scrittore… sembri più uno sportivo, un pallone gonfiato.”
Mi misi a ridere, lui mi guardò serio.
“Sai, a volte l’apparenza inganna. Ma a volte ti tiene lontano da alcuni guai.”
Disse, abbassando lo sguardo e guardando a terra con aria malinconica.
“Cosa intendi dire?” Lo guardai preoccupata.
Lui alzò la testa per guardarmi e, dopo aver notato la mia preoccupazione, mi sorrise dolcemente.
“Nulla… Oh, si è fatto tardi. Ti accompagno a casa, forza su.”
Mi prese la mano ed affrettò il passo.
Abbassai lo sguardo sulle nostre mani intrecciate, arrossendo.
Il mio cuore batteva forte, sorrisi, mantenendo la sua velocità.
Per tutto il tragitto verso casa non dicemmo niente, io non osavo rovinare quel momento. Non osavo rovinare quel bellissimo sorriso che era comparso sulle sue labbra.
Purtroppo però, tutte le cose belle hanno una fine. Infatti arrivammo subito sotto casa mia.
“Io abito qui. Grazie mille per il pomeriggio e per avermi accompagnata a casa.”
Lo ringraziai con una sorriso, lui mi sorrise di rimando.
“Nulla di che. Mi ha fatto piacere passare del tempo con te. Sei una ragazza simpatica. Magari potremmo passarne altri.”
“Certo, perché no?” Gli sorrisi.
Mi porse il suo cellulare. Lo guardai con aria interrogativa.
“Potresti darmi il tuo numero, per iniziare.”
Mi fece l’occhiolino.
Afferrai il suo iPhone e composi il mio numero. Dopo di che glielo resi e lui lo salvò nella rubrica.
“Beh, io vado. Buonanotte bellissima.”
Si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia.
“B…buonanotte.”
Arrossii leggermente, poggiando le dita sul punto dove le sue labbra avevano fatto contatto con la mia guancia, mentre lui mise le mani in tasca e si avviò verso casa, canticchiando una canzoncina.





 Zalve a tutti! :3 Come al solito se il capitolo vi è piaciuto o avete qualcosa da dirmi riguardo alcuni errori, o semplicemente dubbi che vorreste togliervi,   sapete cosa fare... E se il capitolo non v'è piaciuto... MAGNEMA!                                                                                                                                                      


Tanti  cari saluti
un bacione alla mamma
California
e al prossimo capitolo!
WIIIII

 

   
 
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