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Autore: itsmeWallflower    24/04/2013    2 recensioni
[STORIA TEMPORANEAMENTE SOSPESA]
E' la storia di Nicole e Darren e Sam.
E' la storia del destino, il loro.
E' la storia dei sogni di Nicole, e delle sue lotte per avverarli.
E' la storia di Sam, il piccolo Sam, nato da un piccola piacevole parentesi.
E' la storia di Darren che non sa di essere il suo papà.
E' la storia di una bugia, che verrà a galla.
E' semplicemente una storia di destino, bugia e amore.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Darren Criss
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO I







28 Maggio 2012- Los Angeles
 
E Nicole lo aveva sempre detto: se sai ciò che vuoi..  e lo vuoi con tutte le tue forze, riuscirai ad ottenerlo.
Certo, doveva mettere in conto tutte le difficoltà del caso, ma lei era una dura e non si spaventava facilmente.
 
Così lei e Sam erano a Los Angeles già da qualche giorno, faticavano ad abituarsi al posto nuovo, alla casa nuova e all’assenza della nonna, ma non si scoraggiavano.
 
Trascorrevano i giorni a sistemare casa, a gironzolare per la città alla ricerca di posti loro e a conoscere il vicinato.
Stavano anche cercando una babysitter che si occupasse di Sam mentre lei era a lavoro, ma il piccolo era difficile da soddisfare, nessuna andava bene. Voleva la nonna Sophie, che ovviamente non potevano avere nessuno dei due.
 
La casa era piccola ma accogliente ed era vicino la pasticceria di Mary, utile per Nicole per qualsiasi emergenza, l’aveva presa senza pensarci.
Non voleva stare troppo lontana da Sam, sapeva che avrebbe dovuto lavorare molte ore al giorno e senza l’aiuto di Sophie si sentiva tremendamente in ansia a dover lasciare suo figlio in custodia alla babysitter, quindi una casa vicino al lavoro le era sembrata la soluzione più ovvia a qualsiasi evenienza.
A Sam dal canto suo piaceva quell’appartamento soprattutto per le persone che vivevano nel quartiere.
Aveva fatto già amicizia con altri bambini. C’erano parecchie famiglie lì intorno e solo una era composta da due persone come loro.
Sam conobbe il suo primo vero amico al parco, “mamma anche lui non ha il papà! Si chiama Toby!” esclamò il piccolo quando aveva trascinato l’amico sulla panchina dove era seduta Nicole che alzò gli occhi al cielo prima di sorridere “ciao Toby! Io sono Nicole.. Sam lasciagli il braccio!” disse poi risoluta al figlio, “posso andare a giocare a casa sua?” chiese Sam eccitato, “dov’è tua madre Toby?” chiese lei non trovando una donna che potesse essere madre del bambino, “oh eccomi! Toby mi hai fatto prendere un accidenti! Non ti avevo visto più sullo scivolo!” la ragazza si voltò verso Nicole e si presentò, “sono Jane la mamma di Toby.. vi stava dando fastidio?”, 
“io sono Nicole e lui è mio figlio Sam.. e no non ci stava dando fastidio, anzi è mio figlio quello che disturba! Mi ha chiesto di poter venire a casa vostra..” la donna sembrò contenta, “ma si certo! Vieni anche tu.. siete i nuovi del quartiere.. mi farebbe piacere conoscervi.. è bello sapere che io non sono più l’unica mamma single. Così la smetteranno di parlare di me!” la ragazza si guardò intorno con sguardo serio e poi tornò col suo sorriso simpatico, “scusami.. ma questa gente di quartiere a volte mi irrita.. allora andiamo? Casa mia è lì di fronte!” 
Ovviamente Nicole accettò più che volentieri, non solo per la formalità da vicinato, ma perché aveva realizzato in quel momento di aver bisogno di un’amica, di una persona della sua età con cui parlare.. anche solo di futilità.
Erano anni ormai che oltre a sua nonna o suo figlio, non aveva altre persone con cui confrontarsi.
 
Jane fu così gentile da offrirsi come babysitter. 
Spiegò che Toby soffriva molto la mancanza del padre e per questo non riusciva a fare amicizia, ma con Sam si era stabilito subito un legame. “mi fa piacere che lui stia qui, con mio figlio” finì col dire.
“ti ringrazio, ma visto che avrei comunque cercato una babysitter.. voglio pagarti!” Nicole non riuscì a convincerla in nessun modo, “facciamo così.. io lavoro a casa, visto che mi occupo di siti internet.. ma quando ho bisogno di una babysitter la sera, lo chiedo a te!” Nicole fu felice di accettare.
 
-3 Giugno 2012-
Sam compiva 3 anni.
Nicole gli organizzò una piccola festa, con Toby, Jane e altre due famiglie che accettarono l’invito anche se su due piedi.
Sam scelse anche la torta e fu quasi uno shock per Nicole  “mamy voglio la torta di glee! Al cioccolato!” esclamò battendo i piedi per terra, “voglio Kurt e Blaine e Brittany su di un unicorno!” e lei non riuscì a dirgli di no. Era il suo compleanno dopotutto.
La festa fu un successo, Sam sprizzava gioia da tutti i pori.. Toby gli aveva regalato una piccola chitarra che non lasciò nemmeno per andare a dormire quella sera. Ricevette gli auguri anche dal nonno e dalla nonna Sophie, l’elettricità di Sam era alle stelle e con lui anche Nicole.
 
Due giorni dopo finalmente si presentò a lavoro.
Conoscere Mary fu un sogno per lei, quasi non riusciva a parlare, ma una volta in laboratorio lasciò perdere la ragazzina eccitata che era in lei e si mise a lavoro.
Gli altri pasticcieri erano grandiosi e socievoli e mai una volta la fecero sentire fuori posto.
Il primo giorno andò alla grande, le fu chiesto di fare una torta identica a quella già fatta da Rosy, una delle cake designer di Mary, era una torta nuziale di tre piani, quadrata, con petali di rose rosse sparsi un po’ dovunque, “Nicole deve essere uguale all’altra.. servono per un film. Quindi non puoi deludermi” disse Mary prima di tornare al bancone di vendita.
Dopo sette ore di lavoro e tanta ansia, Nicole completò l’ incarico, “Rosy che ne dici? Può andare?” chiese conferma a chi si era occupata della prima torta, “stai scherzando? Non so nemmeno più distinguere quale sia la mia! Hai fatto un ottimo lavoro!” e anche Mary dopo un attenta osservazione, le diede l’okay, “perfetta.. ragazza tu sei in gamba. Sembra fatta da un'unica persona. Non ho bisogno di una settimana di prova. Ho bisogno di personale certo. Sei assunta!” Applaudirono tutti e le diedero il benvenuto a bordo.
“Domani mattina ho bisogno di te alle otto. C’è da dipingere una torta per 100 persone.”
 
I giorni seguenti furono una vera guerra, lei era diventata l’addetta alle torte paesaggistiche. Ma doveva occuparsi anche delle sculture insieme a Nick, e delle torte nuziali con Rosy.
Tornava a casa da Sam distrutta ma non per questo si lamentava. Suo figlio sapeva come tenerla su.
Era un uragano quel ragazzino e a fine giornata, quando si mettevano a letto lui le raccontava tutto quello che aveva fatto durante la giornata e lei faceva altrettanto. Era un po’ come raccontarsi le favole della buonanotte.
 
Quelle settimane quindi furono solo casa, lavoro, Sam e letto.
Non era riuscita a ritagliarsi un po’ di tempo per mettersi a pensare. In verità se non fosse stata per l’assenza di Sophie neanche avrebbe realizzato che si trovava davvero a Los Angeles.
Si rifiutò di soffermarsi a pensare che era nella stessa città del padre di suo figlio.. Los Angeles era enorme e la possibilità di incontrarlo lì erano pari a 0.
Ed è meglio così, si diceva quando il pensiero di Darren era troppo forte e lei troppo stanca per mandarlo via, era meglio non incontrarlo, perché trovare una spiegazione alquanto ragionevole sull’esistenza di Sam.. sarebbe stato davvero difficile se non impossibile.
 
Ma Nicole non sapeva che il destino, quello di cui parlava tanto sua nonna e di cui lei credeva poco, aveva già mischiato il mazzo.
Stava solo aspettando per fare la sua mossa e cambiare le carte in tavola.
 
“Nicole, ormai ti sei ambientata bene, le telecamere del mio show ti adorano.. per questo voglio che sia tu ad andare al Mckinley” lei aveva già sentito quel nome, ma in quel momento le sfuggiva dove, “Mckinley?” chiese allora, visto che Mary sembrava  non volesse continuare il discorso, “il liceo dove viene girato Glee.. hanno richiesto una torta per il diploma.. e la fine delle riprese. Voglio che tu vada lì per capire cosa vogliono da noi. Sanno del tuo arrivo con le telecamere, quindi li troverai preparati” a Nicole sembrò rompersi la terra sotto ai piedi. Era uno scherzo.. magari ora sarebbe spuntata sua nonna per dirle che stava in uno di quegli show televisivi che la donna amava tanto.. ma no, Sophie non c’era e lei era Los Angeles.
“perché io Mary? Io sono nuova, non so come muovermi.. mandaci Rosy! Lei è bravissima..e..” Mary alzò la mano per farla tacere, “non era una richiesta Nicole, voglio che ci vada tu. Non si discute” ed era vero, con Mary non si discuteva, mai! 
Ma come era possibile che doveva andare di proposito a infilarsi nella tana del lupo?
Come era possibile che tra tutte le pasticcerie che c’erano a Los Angeles chi di dovere avesse chiamato proprio quella di Mary?
E perché poi Mary aveva scelto proprio lei?
Destino Nicole, semplice destino.
“quando dovrei andarci?” chiese cercando di restare calma e di preparasi al meglio per quel giorno.
Voleva essere almeno un briciolo preparata quando e se avrebbe rivisto Darren.
“ora” la donna le consegnò una divisa nuova di zecca, “indossa questa e segui tutte le istruzioni dei camera-man” così dicendo se ne andò senza battere ciglio, lasciando Nicole a crogiolarsi nella più totale crisi. Non era pronta, non era così che dovevano andare le cose.
“Tu ci credi nel destino no? bene se il destino vuole che qualcosa accada tu lascialo fare” le parole della nonna le rimbombarono nella testa come una bomba ad orologeria.
Il Destino. Lo aveva odiato.
L’unica sua speranza ora era che se Darren fosse stato presente alle riprese non si fosse ricordato di lei.
In effetti, poteva succedere che Darren si fosse dimenticato di lei.. erano stati insieme una sola misera settimana più di tre anni fa.. e in questi anni erano cambiate molte cose anche per lui.. Nicole poteva solo immaginare le tante persone che il ragazzo incontrava ogni giorno.. quindi perché ricordarsi di lei?
E perché il fatto che Darren avrebbe potuto dimenticarla la fece rabbrividire? Non voleva e doveva pensarci.
Rosy la guardò facendo spallucce, “avanti tuo figlio adora glee.. questa sera avrai molte cose da raccontargli!” disse la ragazza per incoraggiarla, “mio figlio è un idiota!” esclamò invece lei irritata.
 
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Era arrivata al Mckinley col cuore in gola e le mani sudaticce. 
Non poteva fare a meno di pensare che Darren era lì, perché lei lo sapeva, in cuor su sapeva che lui era lì.
E se fosse stato davvero lì, lei che cosa avrebbe dovuto fare? Salutarlo? Fingere di non ricordarsi chi fosse? Avvicinarsi anche se lui non l’avrebbe riconosciuta? 
Tutto quel pensare la stava mandando fuori di testa, ma doveva riprendersi.. lei era al Mckinley per lavoro e doveva essere professionale.
La lasciarono entrare subito, insieme alla sua troupe, portandoli nel teatro della scuola, quello che lei e suo figlio avevano visto molte volte in tv. Era grande e in quel momento pieno di persone dello staff che lo sistemavano ,forse, per qualche scena da girare. Come aveva detto Mary li stavano aspettando visto che tutti salutarono guardando dritto nelle telecamere.
Dopo una gran bel respiro, partì la scenetta. 
Ryan Murphy si presentò, e dopo alcuni convenevoli passarono a parlare della torta.
“vorrei che si incentrasse sul diploma e quindi sui diplomandi, ma non voglio escludere nessuno” disse l’uomo guardando verso il palco, Nicole annuì cercando qualche idea buona da esporre, “beh direi che questo palco sarebbe ottimo da raffigurare.. il colore principale sarà il rosso.. visto che si tratta di un diploma.. e..” prese una pausa guardando il palco insieme a Ryan sperando di avere una grande idea per la torta che potesse entusiasmarlo e che l’avrebbe portata fuori di lì il prima possibile.
“sta pensando a qualche idea?” chiese lui sorridendo, “si.. che ne dice di avere i diplomandi nel centro con le loro toghe rosse.. e, quanti ne sono che si diplomano?” domandò alla fine facendo ridere Ryan, “non segue molto lo show vero?” lei fece spallucce, “non ho una buona memoria” sorrise come per giustificarsi, “ora li facciamo entrare tutti, così li puoi focalizzare meglio”
No! Avrebbe voluto urlare, ma non ebbe nemmeno la forza di respirare. Restò immobile, col fiato sospeso aspettando di essere inghiottita magari da un mostro mitologico.
Entrarono tutti, Darren compreso, sorridente e ingelatinato come il suo personaggio richiedeva.
Salutarono tutti verso la telecamera senza preoccuparsi di Nicole o di Ryan.
“i diplomandi al centro!” ordinò Ryan, mentre i ragazzi si sistemavano, il camera-man consigliò a Nicole di essere più sciolta e di parlare di più.
Come se fosse facile! Pensò lei mandando giù per l’ennesima volta il groppo che aveva in gola.
“perfetto” mormorò invece, cercando di controllarsi.
“la vedo già la torta!” esclamò poi anche con troppa enfasi, “ci saranno le luci e loro staranno sul palco come vere rock star!” si sentiva anche un po’ idiota a urlare in quel modo guardando la telecamera ma sperava davvero di convincere il camera-man e andare via di lì il prima possibile.
Veloce e indolore, pensava.
Ma invece Darren aveva riconosciuto la voce, perché lei era oscurata dalla luce dei fari scenici e lui si fece avanti socchiudendo gli occhi in due piccole fessure per focalizzarla e dimentico delle telecamere esclamò: “Nicole!” correndo giù dal palco per abbracciarla.
 L’abbracciò così forte da farle mancare il respiro.
E Dio! Nicole sentì le gambe diventare di gelatina. 
Le sue braccia erano ancora forti e dolci allo stesso tempo, proprio come ricordava.. ma il suo profumo.. era quello che mandò Nicole in corto circuito.
 “Stop!” urlo il camera-man scuotendo la testa, “che ci fai qua?” Darren la teneva per le spalle e la guardava dritto negli occhi con un espressione sorpresa e felice.
E quegl’occhi, quelle iridi cangianti che nascondevano un intero universo erano sempre bellissime, proprio come ricordava.
Nicole dovette raccogliere tutte le sue forze per aprir bocca, “sto lavorando” disse indicando la telecamera, “Nicole dobbiamo continuare” le ricordò il camera-man.
Darren si scusò, “parleremo dopo” le disse prima di tornare al suo posto.
E cavolo, quel “dopo” arrivò troppo presto. L’idea delle rock star e delle vere luci entusiasmarono Ryan, “sarà eccezionale! Mi fido di te Nicole!” esclamò l’uomo.
“e Stop!” il camera-man aveva avvertito che era tutto finito.
Ryan Murphy si dileguò in un niente e lei cercò di fare lo stesso. Ma Darren non glielo permise, in un lampo fu da lei con il suo solito sorriso sghembo.
 “credevo di non rivederti più!” Darren l’abbracciò di nuovo incurante del disagio di lei, “lo credevo anche io” mormorò lei così fredda da farlo allontanare.
 Il silenzio che seguì dopo fu imbarazzante “e quindi ci sei riuscita!” Nicole non riusciva a capire di cosa stesse parlando.. aveva il cervello in totale blackout e gli occhi di lui la tenevano prigioniera, “dico.. sei una cake designer! Lavori per Mary poi!” si sedette sul bordo del palco invitandola a fare lo stesso, era assurdo come ogni cellula del suo corpo si muoveva senza il suo consenso per sedersi di fianco a lui.
“anche tu ci sei riuscito.. beh ma si sapeva” cercò di scherzare lei, “faccio quel che si può” mormorò lui alzando le spalle, “da quanto sei qui?” le chiese poi, “intendi qui a Los Angeles? Poco meno di un mese.. devo ancora abituar mici a questa città..” lui annuì, “perché non mi hai cercato?” dritti al punto dunque.
Nicole aveva dimenticato quanto potesse essere diretto, schietto e disarmante, “perché avrei dovuto? Avevamo promesso di non cercarci” lui alzò gli occhi al cielo, “ma solo perché tu eri in Italia ed io qui. Non credi che una volta che anche tu fossi stata qui la promessa poteva anche essere rotta?” sorrise come per farle capire che era un ragionamento ovvio, e che lei era una stupida a non averci pensato, “sono passati tre anni. E quella doveva essere una..” lui alzò di nuovo gli occhi al cielo, “piacevole parentesi.. lo so, lo so” mormorò lui alzandosi, “devo tornare a lavoro.. ma questa sera possiamo vederci? Ho talmente tante di quelle cose da dirti che ora non mi viene in mente niente” si alzò anche lei, “scusa Dare, ma ho degli impegni” che si chiamano Sam, avrebbero voluto dirgli, ma evitò.
“quando potremmo rivederci?” chiese allora fissandola, lei fece spallucce, “devo tornare anche io a lavoro.. a stato bello rivederti. A presto Dare” come fece anche l’ultima volta che lo salutò, si alzò in punta di piedi sorrise e gli baciò la guancia. 
“non hai risposto alla mia domanda” le fece notare lui, ma lei gli aveva già dato le spalle per correre via “tra due settimane vi porterò la torta.” Urlò lei mentre lasciava il teatro e Darren.
 
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Riprendersi da tutto quello fu difficile. Darren non era più quel ragazzo conosciuto per caso ad Arezzo, era cresciuto. E cavolo se era cresciuto. 
Era bello da togliere il fiato. E lei non poteva pensare a lui in quei termini, era troppo pericoloso.
In quegli anni, aveva provato ad uscire con altri uomini, ma trovava sempre una scusa: troppo vecchio, troppo affrettato, Sam ne soffrirà. Quando forse l’unica reale scusa era che nessuno di quei ragazzi era Darren.
Quella sera tornata a casa, come tutte le sere arrivò il momento di raccontarsi le proprie giornate.
E quando Nicole raccontò a Sam cosa avesse fatto quel giorno il piccolo non riusciva a stare più nella pelle.
“li hai conosciuti tutti? Anche Kurt e Brittany?” 
“li ho visti tutti.. ma non li ho conosciuti!” 
“che bello. Sono proprio contento.. la prossima volta posso venirci anche io?”
“non posso portarti.. lo sai.. è lavoro.. e tu sei piccolo”
“ma voglio le firme di tutti!”
“ma se non sai nemmeno leggere!”
“non  è vero.. sto imparando!” Nicole gli rimboccò le coperte e spense le luci, “dormi.. ne riparliamo”
 
Le due settimane passarono, volente o nolente era arrivato il giorno in cui Nicole avrebbe dovuto consegnare la torta al Mckinley. Lei insieme agli altri pasticcieri si erano impegnati sul serio per quella torta, doveva essere perfetta, era una grande responsabilità anche per Mary.
Lei fece del suo meglio e non poteva dire di non essere soddisfatta del risultato. Non voleva ammetterlo, ma voleva che Darren vedesse quanto fosse in gamba nel suo lavoro.
“mamy.. posso venire anche io con te! Sono stufo di stare con Jane!” il piccolo Sam cercava con il suo visino dolce di convincere sua madre a portarlo con se al Mckinley, “non dire bugie Sam, che ti cresce il naso come quello di Pinocchio! Ti piace stare con Jane e con Toby.. tu resterai qua! Non si discute” Sam iniziò a piagnucolare incrociando le braccia al petto, insistendo che allora sarebbe rimasto a letto, da solo.
“Sam, non fare i capricci. Ti prometto che farò il possibile per portarti le loro firme.. va bene?” lui rimuginò sulla risposta, poi sempre col muso si vestì, “va beeeene.. però se ci fosse stata la nonna.. lei mi avrebbe portato” mormorò, nascondendosi dietro la maglietta che doveva indossare, “la nonna non c’è. Ora sbrigati!” 
Nicole come tutte le mattine, accompagnò suo figlio da Jane e poi si recò a lavoro.. con il cuore che voleva scoppiarle dal petto e non sapeva come calmarlo.
 
“Nicole! C’è tuo figlio Sam.. come può essere così carino? Mi ha portato un disegno!” urlò Mary dalla pasticceria, “cosa?” chiese lei accorrendo nell’altro locale, “Sam!” Esclamò vedendolo intento a parlare con Mary, “non sono riuscita a convincerlo.. voleva venire da te e..” cercò di spiegarsi Jane, “grazie Jane, ma non preoccuparti. Ci penso io” Nicole si piazzò di fronte al figlio con le mani sui fianchi, era arrabbiata e Sam lo aveva capito.. “mamy io..” cominciò il piccolo con gli occhioni lucidi, “no Sam, non voglio sentire scuse. Mi hai disubbidito! Sono davvero arrabbiata con te. Ti avevo promesso che ti avrei portato le loro firme, ora non te le meriti. Perciò torna a casa” Sam si mordicchiava le labbra per non piangere davanti a tutti, ma non ci stava riuscendo, “Dio Nicole è un bambino! Così lo farai piangere” Mary cercò di calmare le acque, prendendo il piccolo in braccio accarezzandogli le guance con affetto,“Jane portalo a casa.. e scusami ancora per il disturbo..” prese Sam dalle braccia di Mary e lo consegnò all’amica, “hai chiesto scusa a Jane?” il bambino scoppiò in lacrime e lei detestava vederlo piangere, ma questa volta aveva esagerato, “mamy io voglio stare con te.. non farò il cattivo!” disse tra i singhiozzi, Nicole gli asciugò le lacrime e gli baciò la guancia,  “Sam ti ho già detto che non posso portarti con me. E poi non è vero che vuoi stare con me! Vuoi solo vedere glee!” Sam l’abbracciò forte, “okay, basta! Io non c’è la faccio più!” Mary alzò le braccia al cielo, “Sam se mi prometti che farai il bravo potrai andare con tua madre.. però questa sarà l’unica volta.. okay?” Nicole si voltò di scatto verso Mary sconvolta, “no Mary! Sam non può venire!” 
Quello era un incubo.
Altro che destino.. il suo era Karma.. un Karma decisamente negativo!
 “se io dico che può venire, allora può farlo” e con Mary non si discuteva, “sappilo Sam, ora sono davvero arrabbiata con te. Farai tutto quello che ti dico senza discussioni e capricci intesi?” il bambino prese il viso della madre tra le mani e la baciò sulle labbra, come faceva ogni sera prima di andare a dormire, “te lo prometto!” poi si fece mettere giù per andare ad abbracciare Mary.
 
Sam era eccitato lo si vedeva dagli occhi, ma si costringeva a tenere la mano della madre, senza mettersi a correre dovunque, “allora Sam.. io devo lavorare ora.. quindi tu resterai seduto qui..” Nicole aveva scelto la sedia più lontana e più nascosta di tutto il teatro, “ma non riesco a vedere niente..” cominciò Sam, “ricordati la promessa” sibilò Nicole con voce seria, lui si ammutolì abbassando lo sguardo da quello della madre.
“non muoverti da qui!” Nicole si sistemò i capelli e disse al camera-man di essere pronta.
Anche se pronta non lo era per niente. Era da due settimane che pensava e ripensava a quando si sarebbe ritrovata di nuovo con Darren e nei suoi piani ovviamente non c’era mai stato anche Sam. E quello complicava le cose.
 
Sistemarono la torta al centro del palco, lei aggiustò i dettagli, accese le luci e parlando dritta verso la telecamera esclamò, “è tutto pronto, manca solo il cast! Speriamo che non restino delusi!” da dietro le quinte spuntarono Ryan insieme a tutto lo staff e per ultimi gli attori.
Nicole voleva vedere il viso di Sam, lo immaginava elettrizzato e che non riusciva a stare fermo sulla sedia, ma non si voltò.. Darren avrebbe potuto seguire il suo sguardo e lei era convinta di non volerli far incontrare.
Ma tutto il mondo le cadde addosso quando vide Sam mano nella mano con Chris Colfer, “ma non è carino? sembra un piccolo Darren con questi riccioli!” esclamò Chris verso gli altri e tutti scoppiarono a ridere, Il camera-man urlò stop, “si era perso..” mormorò l’attore come per giustificarsi all’operatore, “ehi ciao Campione! Come sei arrivato fin qui?” Darren si era abbassato all’altezza di Sam che in quel momento stava nascondendosi dietro le gambe di Chris Colfer, perché aveva guardato la madre che era come paralizzata.
“Sam..” mormorò senza riuscire a dire altro. 
 “ehi Nicole.. richiama tuo figlio non possiamo stare qui tutto il giorno” disse il camera-man sotto voce, lei dovette chiudere gli occhi per un secondo, la testa le girava e non riusciva a vedere nient’ altro che suo figlio e Darren.
“S-scusate..” mormorò lei facendosi avanti, Darren si alzò facendole spazio, mentre la guardava, “Sam.. vieni qui” ma lui di tutta risposta si nascose ancora meglio dietro Chris, “non sono arrabbiata.. davvero.. ma dobbiamo lavorare..” il piccolo fece capolino solo con la testa per controllare che la madre non stesse mentendo, “non sei arrabbiata?” tutti scoppiarono a ridere, tranne Darren che non toglieva gli occhi dalla scena, Nicole sentiva il suo sguardo sulla schiena, “no te l’ho detto..” lui sorrise e si avvicinò a lei, Nicole lo prese in braccio e lo portò giù dal palco facendolo sedere sulla sedia più vicina.. ormai il guaio era fatto e non c’era più nessun motivo per perderlo di vista.
“resta qui. Non farmelo ripetere” sibilò lei, “farò il bravo” era troppo contento per vedere quanto fosse inviperita la mamma.
“riprendiamo!” esclamò Nicole una volta sul palco, si scusò con tutti e rifecero la scena.
Questa volta andò tutto come doveva andare, ci furono le facce sorprese di tutti, i ringraziamenti di Ryan, il taglio della torta e i commenti di alcuni. Mezz’ora dopo il lavoro di Nicole era finito.
“Nicole.. vero?” le si avvicinò Chris, “si..” fece lei voltandosi verso di lui, “mi dai il permesso di portare un po’ di torta a tuo figlio?” lei restò di stucco solo per un attimo, poi sorridendo chiamò Sam e la ragazza che interpretava Brittany lo aiutò a salire sul palco, era assurdo come sembrava lui la star.. lo avevano accerchiato tutti, Chris gli offrì la torta, gli altri cercavano di strappargli fuori qualche parola.
Darren invece se ne stava in disparte fissando lei e poi Sam e poi di nuovo lei.. come in un circolo vizioso.
 Nicole finse di dover parlare col camera-man pur di scrollarsi di dosso quello sguardo..
“Nicole, vado a fare qualche ripresa del posto.. serve per il video” disse l’uomo allontanandosi, “vengo con te?” chiese lei, “non è necessario. Torno tra un po’” e quindi non potette fare altro che restare lì con le mani in mano.
Sam ancora un po’ timido, si lasciava coccolare da tutti, “e quindi è tuo figlio?” in tutto quel trambusto non aveva sentito Darren avvicinarsi, “Sam? Si.. è mio figlio” lui annuì serio, “quanti anni ha?” perché sembrava una domanda mirata invece che casuale? “ha appena compiuto tre anni” il ragazzo annuì ancora e senza aggiungere altro si allontanò da lei per raggiungere Sam.
“oh eccolo.. lui nella realtà si chiama Darren.. non Blaine!” Chris si era preso la briga di presentargli tutti. Perché povero Sam, credeva davvero che loro fossero i personaggi che interpretavano.
Darren si sedette per terra di fianco a Sam e gli sorrise, “non star a sentire Chris, se lo trovi difficile puoi chiamarci come vuoi” Sam fece spallucce, “no invece.. non è difficile” disse il piccolo risoluto, poi uno ad uno elencò gli attori, ricevendo alla fine un applauso meritato, “non è stupido come te Darren!” scherzò Lea tirandogli uno scappellotto dietro la nuca, “cercavo solo di metterlo a suo agio!” si giustificò lui scoppiando a ridere, “Allora Sam.. chi è il tuo personaggio preferito?” chiese uno di loro, “mi piace tanto Brittany perché a lei piacciono gli unicorni e poi mi piacciono Kurt e Blaine perché piacciono alla mia mamma” Darren quella volta scoppiò a ridere davvero, “ma che dolce che sei!” Chris lo abbracciò scoccandogli un bacio sulla guancia, “idiota ha appena detto che ci piacciamo solo per far contento alla mamma!” gli fece notare Darren, “e non credi sia dolce?” fece di rimando il ragazzo.
Intanto era tornato il camera-man e dovevano tornare in pasticceria, “Sam.. dobbiamo andare ora, saluta tutti” il sorriso del piccolo scomparve, “di già?” chiese, “si.. devo tornare a lavoro.. e tu a casa” Sam annuì, e poi uno ad uno li salutò tutti abbracciandoli, e stava per andarsene quando si ricordò delle firme.
“Mamma ho dimenticato le firme!” esclamò cercando di sfilare la mano da quella della madre, “ora è tardi.. la prossima volta” Nicole strinse la mano del piccolo più forte per tirarlo via, ma Sam non ne voleva sapere niente.
“Nicole posso portartele io questa sera.. so dov’è la pasticceria.. a che ora finisci di lavorare?” Darren che aveva assistito a tutta la scena non perse tempo a cogliere l’occasione al volo, “non è necessario..” ma Sam non la lasciò finire, “invece si.. mamma finisce di lavorare alle sei. Grazie Darren!” Sam gli sorrise, e poi contento trascinò via la madre senza darle il tempo di aprire bocca.
Per tutto il tragitto fino a casa di Jane, Nicole non rivolse la parola a Sam.
“mamma sei arrabbiata? Per questo non parli con me?” Nicole girò lo sguardo verso il finestrino ignorando il figlio. 
 “Jane, Sam è in punizione non deve giocare con Toby e non deve vedere nemmeno la tv” disse lei quando l’amica venne ad aprirgli la porta e Sam non protestò nemmeno, sapeva che la madre era davvero arrabbiata, “sei sicura?” Nicole annuì, “passo a prenderlo alle sei come sempre” così dicendo se ne andò, senza prestargli nemmeno uno sguardo.
 
Quando Nicole finì di lavorare erano passare le sei già da dieci minuti e di Darren nemmeno l’ombra. Bene, Sam non avrebbe avuto gli autografi, proprio come meritava per il comportamento che aveva avuto quel giorno e lei non avrebbe dovuto affrontare Darren, in nessun modo.
Era sollevata al pensiero di non doverlo vedere.
Aspettò Rosy che salutasse gli altri, visto che facevano un tratto di strada insieme e poi si avviarono
“Ehi Nicky ma cos’hai? Non hai detto una parola oggi” le fece notare l’amica, “sono solo stanca” rispose lei, mentre uscivano dalla pasticceria.
Un clacson prese a suonare ma Nicole non ci fece nemmeno caso, Rosy invece cercò con lo sguardo da dove provenisse, “ehi il tipo sta guardando da questa parte, magari vuole te” 
Darren. L’unica persona che avrebbe potuto essere per lei. Si voltò versò l’auto parcheggiata di fronte la strada, e come aveva pensato era proprio lui.
“si è per me” disse alzando la mano in segno di saluto a Darren, “beh allora io vado, ci vediamo domani” Nicole si avvicinò all’auto e aspettò che Dare le aprisse il finestrino per darle i fogli, ma lui le aprì l’intero sportello, “guarda che era aperto” disse lui sistemandosi gli occhiali sul naso, “credevo mi aprissi il finestrino.. per darmi gli autografi” rispose lei, “vorrei darglieli io a Sam, se posso” lei non si mosse da dov’era, “oh, ma Sam non è qui” lo potevano vedere tutti che lui non c’era, “lo so questo Nicole, ti accompagno a casa e do i fogli a Sam.. se non ti dispiace” come poteva dirgli in maniera gentile che sì le dispiaceva e pure tanto?
“oh okay..” non aveva trovato nessun modo ovviamente, “e allora sali?” lei si sistemò sul sedile e lui partì.
“gira a sinistra.. duecento metri sulla destra è casa mia” lo istruì lei indicando la strada con il dito della mano sinistra che lui guardò con attenzione, “vedo che non indossi un anello” Nicole non capì dove volesse andare a parare, “dovrei indossare un anello?” chiese lei confusa, “se sei sposata si” Nicole scoppiò a ridere, “Dare ho ancora 21anni! No che non sono sposata” lui fece spallucce, “non si sa mai a 21 anni non dovresti avere nemmeno un figlio di 3” quel commento la ferì più di quanto si aspettasse.
“invece a 21 anni non potevo chiedere di meglio” sbottò lei mentre Darren parcheggiava l’auto proprio di fronte casa sua, “Sam è da una vicina.. aspettami qui” scese dall’auto chiudendo la portiera con stizza.
Darren aveva giudicato lei, la sua vita e aveva visto Sam come un errore. Ecco cosa aveva letto Nicole in quello stupido commento. 
Ora più di prima era convinta di non rivelargli mai che Sam era pure suo figlio. Non di certo.
Il piccolo come vide la madre le fece le feste, ma lei non si addolcì per niente, era arrabbiata con lui e con suo padre.
“ti ho fatto un disegno!” esclamò il ricciolino porgendo un foglio a Nicole, “lo guarderò dopo.. ora c’è Darren che ti aspetta.. ha detto che vuole darti le firme” Sam fece per correre verso casa, ma poi decise che era meglio tenere la mano alla mamma, “mamy sei ancora arrabbiata?” le tirò il bordo della maglietta per attirare l’attenzione, “lo sai che non mi passa in fretta” mormorò lei.
Darren quando li vide avvicinare scese dall’auto con il suo sorriso più smagliante.
“ehi Sam! Cos’è questo muso lungo?” Sam fece spallucce, “è che la mamma..” la guardò, “niente sono stanco” Darren non riuscì a fermarsi dal ridere, “è arrabbiata per i capricci di questa mattina?” Nicole alzò gli occhi al cielo, “dobbiamo stare ancora molto qui fuori?” era impaziente di chiudersi la porta alle spalle e restare sola. Per quanto Sam potesse lasciarla sola, ovviamente.
“se tu mi facessi entrare, no non dovremmo stare molto qui fuori” le fece notare però Darren e Nicole per tutta risposta allora, aprì la porta di casa, facendo spazio per fare entrare gli altri due.
Nicole sprofondò nel divano con le braccia conserte al petto e un espressione dura sul viso, aspettando che Darren gli desse i fogli e sarebbe andato via.
“Credo proprio che anche io ho fatto arrabbiare tua madre” disse lui osservando lei, “perché? Cosa hai fatto?” chiese Sam, “ho detto un frase stupida senza pensarci. Tua madre è sempre stata una ragazza piena di sorprese, e mi fa diventare stupido” Sam fece spallucce, “anche io dico sempre frasi stupide ma mi perdona sempre” Nicole per quanto quella situazione poteva essere inverosimile, scoppiò a ridere, “perdonerà anche me?” il piccoletto ci pensò appena, “è stato tanto stupida?” anche Darren finse di pensarci, “si credo di si” Sam si avvicinò alla madre, “mamy.. non puoi essere arrabbiata con tutti.. la nonna dice che diventi brutta.. perché non perdoni Darren?” Nicole cercò di mantenere il broncio ma era così difficile con quel piccolo diavolo che aveva per figlio, “devo proprio?” chiese lei attirandolo a sé, “okay okay.. è stato perdonato” Sam le baciò la guancia e le porse il disegno che prima lei non aveva voluto vedere, “aprilo” le ordinò contento.
Era un pasticcio di colori, ma Nicole riuscì a intravedere un fiore, “è bellissimo Sam.. grazie” poi si alzò dal divano, “Dare ti prendo qualcosa da bere?” non si era nemmeno accorta di averlo chiamato Dare, era un riflesso incondizionato.. lo aveva sempre chiamato così.. e certe abitudini sono dure a morire.
 Frugò nel frigo in cerca di qualcosa che non fosse per bambini, ma senza risultato, “oltre all’acqua ho del succo.. mi dispiace..” lui sorrise, 
“il succo andrà bene” 
“è al mirtillo, a Sam piace solo così”,
 “mirtillo va benissimo” Nicole riempì tre bicchieri per lui, Sam e lei.
Il bimbo si mise poi seduto in attesa di ciò che voleva da quella mattina.
Fissava Darren in modo quasi subdolo, “ho capito. Stai aspettando le firme, vero?” chiese Darren cercando nella sua tasca dei pantaloni, “oh finalmente” il ricciolino sorrise contento, “sono tutte qui su questo foglio” Dare alzò il foglio al cielo e Sam gli corse in contro come un matto, saltellava intorno al ragazzo cercando di afferrare il foglio, “aspetta.. voglio leggerti cosa ti hanno scritto..vieni qua” Darren fece sedere Sam sulle sue gambe, “allora.. vediamo.. Al bambino più dolce della terra:Chris Colfer..” cominciò un elenco di dediche e di firme e Sam sembrava essere in paradiso, “e Brittany? Cosa mi ha scritto?” chiese non riuscendo più ad aspettare, “al mio fan numero uno, ricorda che gli unicorni esistono. Basta crederci. Ti voglio bene HeMo” Sam si coprì il viso imbarazzato, e poi alzando il pugno al cielo esclamò, “io ci credo!” Darren e Nicole scoppiarono a ridere incapaci di fermare l’entusiasmo del piccolo, “oh e tu? Cosa hai scritto?” domandò Sam ad un tratto serio, “al bambino più capriccioso del mondo. Darren Criss” Sam mise il muso incrociando le braccia al petto, “non mi piace. Io non sono capriccioso!” Nicole stava guardando la scena come sospesa, era assurdo come quei due si assomigliassero, ed era assurdo come Sam fosse riuscito a stringere subito un legame con lui. Lasciare che Darren lo tenesse in braccio era davvero stupefacente per Nicole. Certo con Darren era facile, ma Sam era sempre stato restio ad avvicinarsi agli uomini. 
Darren stava ancora ridendo, quando scompigliò i capelli del piccolo, “sto scherzando! Ho scritto: Sam you are magicooool! Darren Criss” a lui sembrò piacere, “magicool come un unicorno” sentenziò prendendo il foglio che Dare gli porgeva, “vado a conservarlo in camera mia” corse di là lasciando i due da soli.
“Ascolta Nicole, voglio scusarmi per prima non avevo intenzione di offenderti, né di giudicarti.. non mi aspettavo di rivederti con un bambino tutto qui. Sono andato fuori di testa.. insomma Sam ha 3anni e..” per fortuna Darren dovette interrompere il discorso visto che Sam era ritornato con in mano una chitarra, “ne parliamo più tardi” disse prima di dedicarsi a lui e Nicole non poté fare altro che annuire e morire dentro.
Insomma il fatidico momento era arrivato. Quel momento che lei aveva tanto temuto e non solo da quando lo aveva rivisto per la prima volta due settimane fa.. ma da molto prima.
 
Aveva promesso a sua nonna che se il Destino avesse voluto far cambiare le cose, lei lo avrebbe lasciato fare.. ma come poteva? Che diritto aveva di catapultarsi nella vita di Darren senza permesso e stravolgerla in un secondo? Non poteva farlo.. e non voleva perché aveva un paura fottuta.
La paura di sentirsi accusare, a ragione, da Darren di aver deciso per lui, tre anni fa.
La paura di vederlo voltare le spalle a suo figlio.
La paura di vedere soffrire Sam.
La paura di vedere soffrire lei.
Una maledetta paura che non la lasciava respirare.
 
 
 
 
Angolo Wallflower_
Ho ben poco da dire, il capitolo è lungo e alquanto inconcludente.. visto come finisce! Sorry xD
 
Oh, in precedenza ho dimenticato di dirvi che Nicole fisicamente l'ho immaginata come Lucy Hale  stile semplice e romantico.. proprio come nella foto.
 
 
Beh, che ne dite? 
Può andare? è ancora tutto da scoprire..
Ma voi cosa credete che Nicole dirà a Darren?? mmmmh.
Lo scoprirete nel prossimo capitolo ovviamente, non temete!
 
Non so, sono ancora molto dubbiosa su questa storia.. quindi nel caso in cui non me la sentissi più di scriverla e pubblicarla.. avviserò quelle poche anime pie che la stanno seguendo e la cancellerò.. non mi piace tenere le cose in sospeso! ;)
 
Oh beh.. recensite! 
Alla prossima!
 xoxo
  
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